In un periodo in cui le riviste d'informazione su anime e manga parevano sempre più sul punto di scomparire, ecco tornare, completamente rinnovato ed aggiornato, uno dei nomi storici del settore: Man-Ga!.
Pubblicata a partire da aprile 2012 con cadenza bimestrale dall'editore Funfactory, la rivista, di 96 pagine a 5,90€, ha fatto fin da subito discutere per la sua effettiva utilità in un'epoca in cui il web è ormai accessibile a chiunque ed in grado di arrivare alla notizia molto più velocemente di quanto i tempi editoriali permettano ad una rivista cartacea. Man-Ga! sceglie tuttavia saggiamente di dedicarsi quasi esclusivamente a dossier, approfondimenti critici e interviste, una tipologia di testi che non invecchia e il cui valore dipende solo ed esclusivamente dalla propria intrinseca qualità.
Tra i vari nomi della rivista spicca senza ombra di dubbio quello di Mario A. Rumor, scrittore di numerosi libri sull'argomento dedicati ad Anna dai capelli rossi, Isao Takahata o Toei Animation e sicuramente una delle firme più autorevoli del panorama saggistico italiano. Suo è l'articolo di apertura dedicato – ed è cosa buona e giusta – a Laputa, trasmesso nei cinema italiani proprio nel periodo dell'uscita della rivista. L'articolo è ben scritto e mostra chiaramente un'attenta e precisa documentazione sull'argomento, non limitandosi a presentare trama, personaggi ed autori ma contestualizzando l'opera nel suo periodo di realizzazione e all'interno della carriera del regista, indagando i motivi di alcune scelte e regalando anche succose chicche e retroscena.
L'apporto di Rumor alla rivista non si esaurisce tuttavia con Laputa: sua è infatti l'intervista a Fabio Bertoli per la collana Il libro del mese, dedicata al saggio Mangascienza – Messaggi filosofici ed ecologici nell'animazione fantascientifica giapponese per ragazzi, in cui si indagano i motivi che hanno portato l'autore alla stesura del saggio, il suo contenuto e i criteri tramite cui sono stati selezionati i titoli affrontati nello stesso.
Si passa poi all'angolo vintage, dedicato a Toei Animation, sicuramente uno degli articoli di maggior interesse, in cui si analizza brevemente, ma non per questo superficialmente, la nascita, la crescita e la successiva affermazione di una delle più famose case produttive di animazione giapponese, indagando i motivi del successo, la filosofia alla base della società e le figure principali che, nel bene e nel male, ne hanno segnato la storia, per poi passare ai giorni nostri analizzando quel che la ditta ha in serbo per il prossimo futuro. Un pezzo che funge anche da introduzione al saggio Toei Animation. I primi passi del cinema animato giapponese, di prossima uscita. Last but not least, di Rumor è anche il dossier conclusivo su Tezuka, di cui però tratteremo più avanti.
Per la collana Maestri dell'eros, Saburo Murakami intervista Haruka Inui, autore de La clinica dell'amore (Ogenki Clinic), grande successo editoriale sia in patria che nel nostro paese. Dopo una breve introduzione sull'autore, si passa all'intervista, tramite cui viene ricostruito il percorso che ha portato Inui al successo, tra primi lavori, fallimenti e collaborazioni semi-amatoriali, per poi riassumere brevemente il passato editoriale italiano dell'autore.
Un'altra intervista è quella dedicata ad Alberto Galloni, supervisore editoriale della collana manga di Magic Press, per la sezione Case editrici. L'intervista risulta nel complesso abbastanza interessante, focalizzandosi sulla nascita della collana manga dell'editore, sui criteri di selezione dei titoli, sull'attuale mercato dei manga e sui metodi migliori per pubblicizzare il proprio catalogo, sebbene finisca per ripetere semplicemente quanto già detto da Galloni nelle altre numerose interviste già rilasciate per diversi portali online nel recente passato.
Anche nella sezione cosplay abbiamo a che fare con un'intervista, questa volta a Mauro Ridolfi, noto cosplayer lucchese con una predilezione per i robottoni anni '70, in cui ci si concentra sul lato diciamo “artistico” del cosplay, fatto di mesi di preparativi, costumi personalizzati e rifiniti dei minimi dettagli a livelli quasi professionali; insomma, un approccio completamente differente da quello più mainstream fatto di blog e album di centinaia e centinaia di foto o del ragazzino inesperto cui basta una lente a contatto colorata e un parrucchino per sentirsi soddisfatto.
Su due interviste è fondata anche la collana Tendenze editoriali, dedicata ai manga di genere storico. Dopo una breve introduzione, in realtà poco più di un elenco in cui enunciare alcuni dei titoli più famosi, Giovanni D'Antonio passa ad analizzare la collana dedicata al fumetto storico di Yamato Edizioni e il fumetto Cesare – Il creatore che ha distrutto che Fuyumi Soryo ha dedicato a Cesare Borgia. Le due interviste, rispettivamente alla redazione di Yamato Edizioni e ad Andrea Baricordi, che lavorò a Cesare all'epoca dell'inizio della sua pubblicazione per Star Comics, si incentrano principalmente sulle difficoltà di lavorare su un'opera di carattere storico, sia per l'autore che per i curatori dell'edizione italiana, per poi andare ad analizzare i singoli titoli ed i motivi che hanno spinto a selezionarne uno piuttosto che un altro. Sebbene interessante, l'articolo risulta purtroppo limitato dalla scelta di focalizzarsi solo sulla collana Yamato e Cesare, limitandosi a citare brevemente nell'introduzione altri titoli come Eroica o Thermae Romae e ignorando del tutto altri nomi importanti come I giorni della sposa o Vinland Saga.
A far da contraltare al libro del mese c'è poi la sezione Il film del mese, che David Sansonna dedica a Mardock Scramble – The First Compression, recentemente edito da Kazè. L'articolo – uno dei più brevi della rivista – presenta brevemente il percorso che ha portato alla realizzazione del film, dall'uscita del romanzo originale alle vicissitudini con Gonzo, più qualche nota sull'autore originale e le sue aspettative sull'opera.
Interessante è la sezione Web, tramite cui presentare alcune delle realtà più significative del panorama online (italiano?). Si inizia con Lo Spazio Bianco: dopo una breve introduzione che ne spiega la storia, la politica editoriale, l'ideologia alla base e le rubriche più interessanti c'è un elenco di opere consigliati dalla redazione del sito: 5 manga e 5 fumetti non giapponesi.
Dopo aver parlato di cinema con Laputa, non si poteva non parlare del Future Film Festival, cui viene dedicato il Focus On: la prima parte presenta un'intervista ai realizzatori dell'evento tramite cui indagare l'impatto avuto dalla crisi economica sul settore e sulla manifestazione, i motivi del cambio di data del festival e un'opinione su quanto fatto finora e su quanto ancora è possibile fare. Dopo di che si passa a presentare velocemente i vari film in concorso, dagli attesi film di Hiroyuki Okiura, Makoto Shinkai e Goro Miyazaki al coreano Green Days, passando anche per un paio di live action.
La rivista non si dimentica nemmeno della TV, dedicando la sezione Palinsesto a Man-ga TV. Un paio di paginette in cui presentare il canale ed elencare alcuni dei titoli più interessanti tra quelli trasmessi al momento.
Lascia invece abbastanza perplessi l'articolo dedicato a Naruto nella sezione Fenomeni di Silvia Rebez. Con lo scopo forse di attirare un pubblico più giovane e generalista, ben quattro pagine sono dedicate al nostro ninja della foglia con risultati però non del tutto convincenti. L'articolo infatti non fa altro che elencare le varie opere realizzate a partire dal manga di Kishimoto, anime, film, ova, videogiochi, gadget, ecc..., snocciolare un paio di dati di vendita per poi passare a spiegare l'ambientazione dell'opera, parlando della divisione del mondo, villaggi ninja, chakra, Alba e forze portanti. Il pezzo in sé non è mal scritto tuttavia, oltre a non dire nulla che non si possa trovare facilmente su una qualsiasi pagina di Wikipedia, risulta completamente inutile per chiunque abbia anche solo sentito nominare Naruto. Più interessante sarebbe stato andare ad analizzare più approfonditamente l'opera, nei messaggi veicolati, nello stile narrativo, contestualizzandolo storicamente e confrontandolo magari con altre opere dedicate alla narrativa ninja – come del resto sembrava voler fare l'articolo nei primi capoversi.
Dulcis in fundo, la rivista presenta un corposo Dossier di 48 pagine (pari ovvero a metà rivista); scelta interessante ma non priva di controindicazioni, perchè se da un lato l'ampio numero di pagine permette un maggiore approfondimento rispetto ai restanti articoli, dall'altro si rischia di far dipendere l'intero volume dal solo dossier rischiando, in caso di argomenti poco interessanti, di penalizzare l'intero numero. Per questo primo numero si è scelto di andare sul sicuro, con niente di meno che Osamu Tezuka, il Dio dei manga. Un autore importante, molto importante, fondamentale – il Dio, insomma – ma di cui si è già scritto molto, sia a livello divulgativo che a livello accademico, e di cui quindi gli appassionati già molto sanno. L'autore dell'articolo, ancora Mario A. Rumor, sceglie quindi saggiamente: il dossier è diviso in 8 capitoli, solo il primo dei quali atto a presentare ed analizzare il personaggio di Osamu Tezuka, la vita, il pensiero, le opere, ecc... interessante per chi non ha ancora avuto il piacere di approfondire il personaggio, semplice ripasso per tutti gli altri. I due capitoli successivi s'incentrano sulle opere animate e cartacee giunte in Italia, nel primo caso concentrandosi principalmente sugli special televisivi realizzati per la 24 ore di NTV e sugli OVA di Black Jack. Molto interessante, in appendice al pezzo sui manga, l'intervista “Come tradurre un “Dio”?” a Francesco Nicodemo, curatore dell'edizione italiana di molti dei titoli pubblicati da Hazard Edizioni, che spiega alcune delle principali difficoltà incontrate a tradurre un autore importante (ma soprattutto fantasioso) come Tezuka. Si passa poi alla parte più succosa del dossier: i capitoli dal 4 al 7 sono dedicati a 4 interviste a persone che hanno avuto l'enorme fortuna di conoscere e lavorare a fianco del Dio. Si inizia con Yoshihiro Shimizu, una delle figure più importanti della Tezuka Production, per poi passare a Yoshiko Watanabe, che prima di trasferirsi in Italia fu una degli assistenti più vicini a Tezuka, Laura Anselmino, unica italiana a lavorare come assistente alla Tezuka Production, e chiudendo infine Frederick L. Scholdt, grande amico di Tezuka che per primo scrisse un approfondimento critico su di lui riuscendo a farlo conoscere anche in America. Tutte interviste di grande interesse e che permettono un approccio completamente differente, ma non per questo meno valido, rispetto a quello più accademico di saggi come l'Icon della McCarthy recentemente pubblicato da Edizioni BD, sebbene risulti penalizzante la non esclusività della prima intervista, già pubblicata in passato sul sito Yamato Video. Per chiudere, l'ottavo capitolo elenca alcuni fatti curiosi o particolari legati al Dio e alle sue opere.
[CERCAMANGA_Man-Ga!]
Pubblicata a partire da aprile 2012 con cadenza bimestrale dall'editore Funfactory, la rivista, di 96 pagine a 5,90€, ha fatto fin da subito discutere per la sua effettiva utilità in un'epoca in cui il web è ormai accessibile a chiunque ed in grado di arrivare alla notizia molto più velocemente di quanto i tempi editoriali permettano ad una rivista cartacea. Man-Ga! sceglie tuttavia saggiamente di dedicarsi quasi esclusivamente a dossier, approfondimenti critici e interviste, una tipologia di testi che non invecchia e il cui valore dipende solo ed esclusivamente dalla propria intrinseca qualità.
Tra i vari nomi della rivista spicca senza ombra di dubbio quello di Mario A. Rumor, scrittore di numerosi libri sull'argomento dedicati ad Anna dai capelli rossi, Isao Takahata o Toei Animation e sicuramente una delle firme più autorevoli del panorama saggistico italiano. Suo è l'articolo di apertura dedicato – ed è cosa buona e giusta – a Laputa, trasmesso nei cinema italiani proprio nel periodo dell'uscita della rivista. L'articolo è ben scritto e mostra chiaramente un'attenta e precisa documentazione sull'argomento, non limitandosi a presentare trama, personaggi ed autori ma contestualizzando l'opera nel suo periodo di realizzazione e all'interno della carriera del regista, indagando i motivi di alcune scelte e regalando anche succose chicche e retroscena.
L'apporto di Rumor alla rivista non si esaurisce tuttavia con Laputa: sua è infatti l'intervista a Fabio Bertoli per la collana Il libro del mese, dedicata al saggio Mangascienza – Messaggi filosofici ed ecologici nell'animazione fantascientifica giapponese per ragazzi, in cui si indagano i motivi che hanno portato l'autore alla stesura del saggio, il suo contenuto e i criteri tramite cui sono stati selezionati i titoli affrontati nello stesso.
Si passa poi all'angolo vintage, dedicato a Toei Animation, sicuramente uno degli articoli di maggior interesse, in cui si analizza brevemente, ma non per questo superficialmente, la nascita, la crescita e la successiva affermazione di una delle più famose case produttive di animazione giapponese, indagando i motivi del successo, la filosofia alla base della società e le figure principali che, nel bene e nel male, ne hanno segnato la storia, per poi passare ai giorni nostri analizzando quel che la ditta ha in serbo per il prossimo futuro. Un pezzo che funge anche da introduzione al saggio Toei Animation. I primi passi del cinema animato giapponese, di prossima uscita. Last but not least, di Rumor è anche il dossier conclusivo su Tezuka, di cui però tratteremo più avanti.
Per la collana Maestri dell'eros, Saburo Murakami intervista Haruka Inui, autore de La clinica dell'amore (Ogenki Clinic), grande successo editoriale sia in patria che nel nostro paese. Dopo una breve introduzione sull'autore, si passa all'intervista, tramite cui viene ricostruito il percorso che ha portato Inui al successo, tra primi lavori, fallimenti e collaborazioni semi-amatoriali, per poi riassumere brevemente il passato editoriale italiano dell'autore.
Un'altra intervista è quella dedicata ad Alberto Galloni, supervisore editoriale della collana manga di Magic Press, per la sezione Case editrici. L'intervista risulta nel complesso abbastanza interessante, focalizzandosi sulla nascita della collana manga dell'editore, sui criteri di selezione dei titoli, sull'attuale mercato dei manga e sui metodi migliori per pubblicizzare il proprio catalogo, sebbene finisca per ripetere semplicemente quanto già detto da Galloni nelle altre numerose interviste già rilasciate per diversi portali online nel recente passato.
Anche nella sezione cosplay abbiamo a che fare con un'intervista, questa volta a Mauro Ridolfi, noto cosplayer lucchese con una predilezione per i robottoni anni '70, in cui ci si concentra sul lato diciamo “artistico” del cosplay, fatto di mesi di preparativi, costumi personalizzati e rifiniti dei minimi dettagli a livelli quasi professionali; insomma, un approccio completamente differente da quello più mainstream fatto di blog e album di centinaia e centinaia di foto o del ragazzino inesperto cui basta una lente a contatto colorata e un parrucchino per sentirsi soddisfatto.
Su due interviste è fondata anche la collana Tendenze editoriali, dedicata ai manga di genere storico. Dopo una breve introduzione, in realtà poco più di un elenco in cui enunciare alcuni dei titoli più famosi, Giovanni D'Antonio passa ad analizzare la collana dedicata al fumetto storico di Yamato Edizioni e il fumetto Cesare – Il creatore che ha distrutto che Fuyumi Soryo ha dedicato a Cesare Borgia. Le due interviste, rispettivamente alla redazione di Yamato Edizioni e ad Andrea Baricordi, che lavorò a Cesare all'epoca dell'inizio della sua pubblicazione per Star Comics, si incentrano principalmente sulle difficoltà di lavorare su un'opera di carattere storico, sia per l'autore che per i curatori dell'edizione italiana, per poi andare ad analizzare i singoli titoli ed i motivi che hanno spinto a selezionarne uno piuttosto che un altro. Sebbene interessante, l'articolo risulta purtroppo limitato dalla scelta di focalizzarsi solo sulla collana Yamato e Cesare, limitandosi a citare brevemente nell'introduzione altri titoli come Eroica o Thermae Romae e ignorando del tutto altri nomi importanti come I giorni della sposa o Vinland Saga.
A far da contraltare al libro del mese c'è poi la sezione Il film del mese, che David Sansonna dedica a Mardock Scramble – The First Compression, recentemente edito da Kazè. L'articolo – uno dei più brevi della rivista – presenta brevemente il percorso che ha portato alla realizzazione del film, dall'uscita del romanzo originale alle vicissitudini con Gonzo, più qualche nota sull'autore originale e le sue aspettative sull'opera.
Interessante è la sezione Web, tramite cui presentare alcune delle realtà più significative del panorama online (italiano?). Si inizia con Lo Spazio Bianco: dopo una breve introduzione che ne spiega la storia, la politica editoriale, l'ideologia alla base e le rubriche più interessanti c'è un elenco di opere consigliati dalla redazione del sito: 5 manga e 5 fumetti non giapponesi.
Dopo aver parlato di cinema con Laputa, non si poteva non parlare del Future Film Festival, cui viene dedicato il Focus On: la prima parte presenta un'intervista ai realizzatori dell'evento tramite cui indagare l'impatto avuto dalla crisi economica sul settore e sulla manifestazione, i motivi del cambio di data del festival e un'opinione su quanto fatto finora e su quanto ancora è possibile fare. Dopo di che si passa a presentare velocemente i vari film in concorso, dagli attesi film di Hiroyuki Okiura, Makoto Shinkai e Goro Miyazaki al coreano Green Days, passando anche per un paio di live action.
La rivista non si dimentica nemmeno della TV, dedicando la sezione Palinsesto a Man-ga TV. Un paio di paginette in cui presentare il canale ed elencare alcuni dei titoli più interessanti tra quelli trasmessi al momento.
Lascia invece abbastanza perplessi l'articolo dedicato a Naruto nella sezione Fenomeni di Silvia Rebez. Con lo scopo forse di attirare un pubblico più giovane e generalista, ben quattro pagine sono dedicate al nostro ninja della foglia con risultati però non del tutto convincenti. L'articolo infatti non fa altro che elencare le varie opere realizzate a partire dal manga di Kishimoto, anime, film, ova, videogiochi, gadget, ecc..., snocciolare un paio di dati di vendita per poi passare a spiegare l'ambientazione dell'opera, parlando della divisione del mondo, villaggi ninja, chakra, Alba e forze portanti. Il pezzo in sé non è mal scritto tuttavia, oltre a non dire nulla che non si possa trovare facilmente su una qualsiasi pagina di Wikipedia, risulta completamente inutile per chiunque abbia anche solo sentito nominare Naruto. Più interessante sarebbe stato andare ad analizzare più approfonditamente l'opera, nei messaggi veicolati, nello stile narrativo, contestualizzandolo storicamente e confrontandolo magari con altre opere dedicate alla narrativa ninja – come del resto sembrava voler fare l'articolo nei primi capoversi.
Dulcis in fundo, la rivista presenta un corposo Dossier di 48 pagine (pari ovvero a metà rivista); scelta interessante ma non priva di controindicazioni, perchè se da un lato l'ampio numero di pagine permette un maggiore approfondimento rispetto ai restanti articoli, dall'altro si rischia di far dipendere l'intero volume dal solo dossier rischiando, in caso di argomenti poco interessanti, di penalizzare l'intero numero. Per questo primo numero si è scelto di andare sul sicuro, con niente di meno che Osamu Tezuka, il Dio dei manga. Un autore importante, molto importante, fondamentale – il Dio, insomma – ma di cui si è già scritto molto, sia a livello divulgativo che a livello accademico, e di cui quindi gli appassionati già molto sanno. L'autore dell'articolo, ancora Mario A. Rumor, sceglie quindi saggiamente: il dossier è diviso in 8 capitoli, solo il primo dei quali atto a presentare ed analizzare il personaggio di Osamu Tezuka, la vita, il pensiero, le opere, ecc... interessante per chi non ha ancora avuto il piacere di approfondire il personaggio, semplice ripasso per tutti gli altri. I due capitoli successivi s'incentrano sulle opere animate e cartacee giunte in Italia, nel primo caso concentrandosi principalmente sugli special televisivi realizzati per la 24 ore di NTV e sugli OVA di Black Jack. Molto interessante, in appendice al pezzo sui manga, l'intervista “Come tradurre un “Dio”?” a Francesco Nicodemo, curatore dell'edizione italiana di molti dei titoli pubblicati da Hazard Edizioni, che spiega alcune delle principali difficoltà incontrate a tradurre un autore importante (ma soprattutto fantasioso) come Tezuka. Si passa poi alla parte più succosa del dossier: i capitoli dal 4 al 7 sono dedicati a 4 interviste a persone che hanno avuto l'enorme fortuna di conoscere e lavorare a fianco del Dio. Si inizia con Yoshihiro Shimizu, una delle figure più importanti della Tezuka Production, per poi passare a Yoshiko Watanabe, che prima di trasferirsi in Italia fu una degli assistenti più vicini a Tezuka, Laura Anselmino, unica italiana a lavorare come assistente alla Tezuka Production, e chiudendo infine Frederick L. Scholdt, grande amico di Tezuka che per primo scrisse un approfondimento critico su di lui riuscendo a farlo conoscere anche in America. Tutte interviste di grande interesse e che permettono un approccio completamente differente, ma non per questo meno valido, rispetto a quello più accademico di saggi come l'Icon della McCarthy recentemente pubblicato da Edizioni BD, sebbene risulti penalizzante la non esclusività della prima intervista, già pubblicata in passato sul sito Yamato Video. Per chiudere, l'ottavo capitolo elenca alcuni fatti curiosi o particolari legati al Dio e alle sue opere.
Nel complesso, dunque, il primo numero di Man-Ga! risulta sufficientemente interessante da non far rimpiangere i soldi spesi e da incuriosire per il secondo numero, sebbene vi sia qualche rubrica migliorabile. La speranza è che col proseguo ci si incentri anche su autori, titoli e fenomeni meno noti e quindi maggiormente interessanti, oltre che sui grandi nomi di cui si hanno a disposizione ben più informazioni. In tal senso la preview del secondo numero fa ben sperare, con approfondimenti dedicati a Yoshihiro Tatsumi, Golgo 13 o alla disegnatrice per bambini Chiaki Miyamoto a fianco dei più noti Lupin III, Mazinga Z o Madoka Magica.
[CERCAMANGA_Man-Ga!]
Non ho comprato e non comprerò questa rivista, non ne sento il bisogno, ma perchè accanirsi in un senso o nell'altro? Se vende, buon per l'azienda. Non tutti usano il web e magari la rivista troverà un suo pubblico. Non vedo però perché un appassionato debba comprarla per forza, anche perché non costa poco. Non paragonatela al prezzo dei manga: una rivista del genere la leggi e poi la butti. I manga no. Preferisco comprare un manga in più e farmi un'idea mia. Non sono meno appassionato di voi altri solo perché ritengo che le riviste del genere abbiano fatto il loro tempo. Per quanto serie possano essere, non daranno mai una panoramica ampia come una qualsiasi ricerca ben fatta su Internet. Notare anche come i titoli scelti per il primo numero siano già fin troppo conosciuti e commerciali.
devo dire che grazie a quella rivista ho conosciuto tantissimi anime ,visto che era una rivista aggiornatissima,esempio lampante suzumiya haruhi,code geass,death note e molti altri(i numeri che avevo preso andavano da fine 2006 a meta 2007)
Le riviste usa e getta sono una cosa, le riviste serie sono un'altra, e una rivista di approfondimento non andrebbe MAI buttata.
@Buster
Io mi ritengo un appassionato di anime, sì, di ogni genere. Mi son comprato il manga di Hilary spinto dall'anime, sto seguendo su MAN-GA sia Space Symphony Maetel che Lisa & Seya, e mi sono appena visto in sequenza il secondo episodio di Madoka Magica e il primo di Mazinkaiser. E non disdegno nemmeno le opere per i più piccoli, anzi, spesso le preferisco a molti shonen.
Ah, ho comprato anche dei DVD inglesi, e probabilmente continuerò a farlo.
Per non parlare del recuperone che sto facendo per Ryu Knight, ma lì andiamo sul fansub...
Devo pensare di essere l'unico in Italia oppure posso pensare che ce ne sono altri di trentenni come me? Se poi ti basi sui giappominchia dai 15 ai quarant'anni son problemi tuoi, ma di appassionati di animazione giapponese ce ne sono ancora, e io lo sono da ben prima di MTV.
Come molti.
io le miie le ho tutte in soffitta XD
Non è stato assolutamente detto questo. Lo spessore di una passione non si misura in base alla quantità delle ricerche o al mezzo utilizzato, bensì in base alla qualità del risultato finale.
Al contrario, è stato criticato chi sminuisce l'esistenza di una rivista simile oggigiorno con la scusa "tanto c'è internet".
Ebbene, io come altri seguo l'animazione internazionale da 30 anni. Posso dire che mai come dai tempi in cui è diffuso internet ho letto un sacco di disinformazione, di anime-tormentoni, di gente repressa che si RIFUGIA nella moda anime invece di farne una passione costruttiva.
Ho trovato indubbiamente anche un sacco di informazioni e materiale utili, ma il risultato finale è che l'animazione giapponese e i suoi fruitori, dal grande potenziale che avevano prima dell'esistenza di internet, attualmente si sono completamente bruciati diventando ridondanti e trasformati in una nicchia patologica.
Ai tempi in cui le informazioni si ottenevano solo su rivista, senza ombra di dubbio il mondo degli anime/manga era molto più digeribile, meno ossessionato e meno ridondante di quello odierno (e anche meno di odiosi tormentoni nerd presuntuosi come WTF, epic fail, old e puttanate simili).
Sia chiaro, questo non è un accanimento in nessun senso. Tanto alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole, scaricare o comprare, leggere su cartaceo e leggere sul web.
Questa è soltanto la conclusione a cui sono giunto dopo la mia esperienza con l'animazione giapponese in Italia.
Io mi ritengo un appassionato di anime, sì, di ogni genere. Mi son comprato il manga di Hilary spinto dall'anime, sto seguendo su MAN-GA sia Space Symphony Maetel che Lisa & Seya, e mi sono appena visto in sequenza il secondo episodio di Madoka Magica e il primo di Mazinkaiser. E non disdegno nemmeno le opere per i più piccoli, anzi, spesso le preferisco a molti shonen.
Ah, ho comprato anche dei DVD inglesi, e probabilmente continuerò a farlo.
Per non parlare del recuperone che sto facendo per Ryu Knight, ma lì andiamo sul fansub...
Devo pensare di essere l'unico in Italia oppure posso pensare che ce ne sono altri di trentenni come me? Se poi ti basi sui giappominchia dai 15 ai quarant'anni son problemi tuoi, ma di appassionati di animazione giapponese ce ne sono ancora, e io lo sono da ben prima di MTV.
Come molti."
No. Devi pensare che mi hai fatto l'elenco della spesa (come da copione) e stai cercando di dimostrare qualcosa a chissà chi, anche se nessuno ti ha interpellato.
Per il resto lascio il compito di giudicarti alla tua coscienza.
Al limite ti posso rispondere cordialmente con un "stica di quello che fai".
Pensate che io giudichi quando invece è altro...
...ho visto molte mode in Italia, perchè di mode si parla non di cultura.
C'è stato il periodo d'oro dei spaghetti western, tutti con quel genere di film... ma alla fine cosa è rimasto? La valanga dei film di Kung fu usciti in Italia chi la ricorda? Quanti film scarsi, e invece di istruire, di creare cultura e fare capire cosa guardare quali siano i capolavori del genere, si pensava solo ad incassare. L'horror uguale, non avendo una nostra cultura horror in Italia passati quei 20anni non ha saputo rinnovarsi e il genere è morto e sepolto. Potrei continuare con la musica...come con i cartoni in tv, passati gli anni 80, invece di capire il fenomento e "istruire", ti passavano tutto e poi basta.... posso continuare ma mi fermo...questo per dire che in Italia è tutto moda, passata quella non resta niente. E la massa non cresce, infatti oggi in tutto siamo in discesa oltre ad essere tra i popoli che leggono meno libri, il nostro cibo come qualità è sceso di brutto e via dicendo...
Io sarò e starò sempre per le cose durature, per l'insegnamento, per apprendere cosa è buono e cosa no. Come io in passato ho imparato a distinguere, con l'aiuto degli altri, leggendo da solo, ognuno deve avere un percorso che lo porta a migliorare.
Chi vuol capire....con questo chiudo.
Ps. Anche io compravo digital Japan. Bella, forse un po' troppo spettacolo, rubriche talvolta inutili. C'era gente che ne sapeva qualcosa: Castellazzi, Pesci, Rumor. Lo compravo per il DVD, anche se non sempre i titoli scelti erano okay.
Però sono uno di quei girellari "non nostalgici", nel senso che nella smisurata quantità della produzione animata/fumettistica nipponica attuale, trovo sempre qualcosa che valga la pena di vedere o leggere. Ed è normale che, aumentando la quantità (da Tezuka a oggi direi che l'industria s'è un attimino espansa), scenda anche la qualità complessiva.
Da un certo punto di vista è bello avere una solida base di autori storici, ma da un altro punto di vista può essere un'arma a doppio taglio, che ti porta a sottovalutare quel (poco) di buono che viene prodotto.
Detto ciò, non sapevo di questa rivista e ne leggo qui per la prima volta, probabilmente perché essendo ormai, pur in ambito amatoriale, parte dell'ambiente, le informazioni principali mi arrivano sovente ancora prima che vengano pubblicate sui canali d'informazione digitali nostrani.
E' pregevole che si tenti nuovamente la strada di una rivista informativa sul mondo dei manga giapponesi; ero un acquirente di Kappa Magazine e devo dire che mi è stata utile finché è durata, soprattutto perché frequentavo meno gli ambienti digitali.
Pur apprezzando però lo sforzo, ho dei forti dubbi sull'effettiva attualità: dalla morte di Kappa Magazine e di altre riviste simili s'è come creato un vuoto informativo, che ha spinto anche i fedelissimi della carta stampata (che ha e sempre avrà il suo fascino) a trovare canali alternativi. La situazione che s'è creata, a mio parere, non dà più quindi spazi a iniziative editoriali di questo tipo, soprattutto se non accompagnate da dei contenuti aggiuntivi che possano solleticare il palato dei lettori.
Detto ciò, auguro a Man-Ga un buon successo di vendita.
Se mi capiterà di trovarla a qualche fiera, proverò certamente a darle un'occhiata, ma, lo dico senza la minima ipocrisia, non sono per niente convinto che mi possa essere di qualche utilità nella mia situazione attuale.
Perchè bisogna sottolineare che internet implica un "impegno" da parte dell'utente che spesso si rivela uno spreco di tempo e di energie. Se poi l'utente non è interessato a partecipare alle community, il cerchio si stringe ulteriormente.
Quante volte avete consultato il web per cercare una precisa informazione e vi siete ritrovati dispersi tra mille altre notizie e materiale, finendo per perdere un sacco di tempo
Sicuramente a qualcuno sta bene così, ma la dispersiviità non deve assolutamente essere una condizione obbligatoria per potersi informare e aggiornare.
Ecco che la rivista torna così ad ottenere la sua identità di mezzo informativo autorevole ma meno impegnativo, dispersivo e perditempo del web.
Quelle specializzate hanno il vizio o di parlare sempre delle stesse cose, o di scadere nel ridicolo pur di inserire un qualche articolo. Quelle generaliste di parlare di troppi argomenti in maniera sommaria.
Animeclick ne è un esempio lampante in questo senso (senza offesa per la sua redazione naturalmente). E questo dipende dal fatto che su internet le info vengono diffuse gratis e chiunque può farlo.
Di certo sulle riviste a pagamento è molto più improbabile trovare questo tipo di dispersività.
Il paragone col libro e col fumetto non lo vedo molto sensato dal momento che la discussione verte sul confronto tra due mezzi diversi per ottenere informazioni (cartaceo vs. web).
Se poi stai parlando di come preferisci spendere i tuoi soldi, quello è un altro discorso.
se hanno creato questa rivista significa che c'è qualcuno che la compra
ora commentare questo punto è totalmente inutile anche xkè sono opinioni personali sul comprare o meno una rivista
io sono favorevole alle riviste in quanto offrono maggiore informazione oltre quella fornita dalla rete, visto che per fare un'articolo in carta stampata ci vuole + impegno e accuratezza nell'affrontare una notizia perchè la rete la offrirebbe senza attesa, quindi ci vuole un qualcosa in + che la rete non offre
ora più fonti di informazione ci sono, più gli anime e manga verranno notati dal pubblico, io non credo che un bambino di 6 anni la prima cosa che faccia rientrando a casa da scuola, sia accendere il pc e cercare notizie sugli anime in rete.
quindi evitiamo di sparare senteza senza prima averci ragionato
altrimenti dando notizie online gratuitamente, non andrebbero + a vndere la carta stampata
Come è stato detto da alcuni, è vero che c'è animeclick, ma secondo me si dovrebbe comunque provare a supportare queste riviste per chi appunto preferisce RCA piacere avere un puntoni riferimento anche cartaceo. Poi se la rivista fosse un disastro assoluto è un altro conto, ma non penso.
Bello anche il fatto di averlo messo tra le inserzioni di animeclick così da poter mettere i vari numeri della rivista nella wishlist.
L'ho trovato sufficientemente ben fatto, decisamente diverso dall'ultima rivista di animazione che avevo comprato, Cartoni.
Ho trovato molto bello il dossier su Tezuka e l'articolo su Laputa, così come gli approfondimenti sul manga storico e sulla Toei. Condivido le perplessità sull'articolo riguardante Naruto.
E mi permetto di avanzare un consiglio.
Ho sentito molto forte la mancanza di una sezione di anteprime e recensioni. Se ci può stare la presentazione di un saggio scritto ogni due mesi, nella sezione "Il libro del mese", altrettanto non credo possa dirsi di quella "Il film del mese". Dovrebbero aggiungere qualche pagina o togliere qualche servizio per poter inserire anteprime e recensioni, come accdeva su Animania 15 anni fa.
L'indirizzo è [email protected]
PS. Sì, lo so... dopo due anni? Ma penso che una risposta giusta a commenti ottusi ed incompetenti sia valida sempre.
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