Una delle peculiarità più note del sistema scolastico giapponese è l’esistenza dei club scolastici; contesti ideali per coltivare le più disparate inclinazioni sportive o culturali. Ma a chi avrebbe mai l’assurda idea di fondarne uno destinato ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà? Bossun, Himeko e Switch l’hanno fatto; loro sono gli unici tre membri, dalle straordinarie capacità, dello Sket-dan, un club follemente altruistico che si occupa un po' di tutto: si va da semplici compiti di bassa manovalanza a misteri da risolvere, oggetti da ritrovare, animali/pargoli da accudire, fenomeni paranormali su cui investigare, teppisti da mettere in riga, dichiarazioni d’amore, rapimenti, sfide... insomma, chiunque abbia un problema -possibilmente insolito- non ha che da esporlo all’affiatato trio per trovare la soluzione ai propri crucci.
Si evince presto che Sket Dance è un manga poliedrico; la varietà di situazioni affrontate è, in effetti, uno dei suoi pregi: a seconda dei casi il lettore si ritrova tra le mani un manga scolastico, una commedia amorosa, un manga sportivo, un investigativo, uno shounen action, un manga teppistico e via discorrendo. Come se ciò non bastasse, l’autore, Kenta Shinohara, ha la licenza poetica facile; infatti, forte dell'elemento comico che fa da collante, si diverte ad estrapolare i suoi attori, senza tanti complimenti (o apparenti motivi), dall’ambiente scolastico per porli in situazioni fuori dalle righe; ad esempio nel Giappone feudale o nello spazio siderale.
Questa varietà può essere però anche vista con un grosso difetto, in quanto il livello di gradimento varia proporzionalmente all’affinità del lettore per il genere affrontato di volta in volta. Non sarebbe improbabile per qualcuno ritenerlo -in parte sbagliando- un titolo che vuole essere di tutto un po’, senza eccellere in nulla.
Lo scoglio più grosso da superare è probabilmente agli inizi, quando anche l’autore sta palesemente cercando un’identità per il proprio manga e procede a tentativi, con risultati qualitativamente molto altalenanti. Ad essere franchi Sket Dance inizialmente è squilibratissimo: alcune vicende sono a dir poco galvanizzanti ed eccezionali, ma subito ci si imbatte in un qualche capitolo totalmente insensato, ed alla fine del quale viene spontaneo chiedersi: “Ma che cavolo ho letto!?”.
Tantissimi testi nei balloons che ammazzano il ritmo, un quintale di insensata demenzialità che non sempre diverte il lettore, episodi esclusivamente “parlati”, coi personaggi che sostano in un solo luogo per tutto il tempo (di solito la sede del club), e che si esibiscono in farneticazioni inconcludenti... il sottoscritto non nasconde che al terzo volume le proprie aspettative erano calate di molto. Ma giusto il tempo di fare meglio la conoscenza dei personaggi, di simpatizzare con le loro piccole follie, e la musica cambia decisamente in meglio.
Yusuke Fujisaki, detto Bossun, è il presidente dello Sket-dan, ed ha un “superpotere” che gli permette di raggiungere un livello di concentrazione superiore alla norma quando indossa i suoi occhialini da nuoto immergendosi così nei suoi pensieri. Hime Onizuka, detta Himeko, è il vicepresidente dello Sket-dan, un'erculea ex teppista dal passato oscuro conosciuta come Onihime (la principessa demone); ha dei gusti culinari discutibili e si dice che le scorra acido nelle vene. Kazuyoshi Usui, aka Switch, è il segretario; non si separa mai dal suo notebook che utilizza per comunicare tramite un software di sintetizzazione vocale. Molto semplicemente, è uno dei migliori "bassisti" che sia siano visti di recente in uno shounen.
Loro tre sono gli sfigati tutto fare della scuola, a cui si uniranno col procedere dei capitoli molti altri personaggi secondari carismatici; “casi umani” che in principio chiederanno l'aiuto dello Sket-Dan, ma che poi non mancheranno di fare capolino negli episodi successivi, divenendo dei veri e propri coprotagonisti. Così il cast si ampia sempre più di volume in volume, in maniera naturale, realistica ed estremamente efficace.
E così faremo ben presto la conoscenza di Shinzo Takemitsu che veste, parla e si comporta come un anacronistico samurai che segue la via del bushido; Roman Saotome, fanciulla convinta di vivere in uno shoujo manga; Reiko yuki, inquietante ragazza che crede nel paranormale e che sembra uscita da The Ring; Momoka Kibitsu una ex-teppista dalla voce angelica che idolatra Onihime; Chuma, l’irresponsabile professore di chimica che prepara incautamente pericolosi intrugli che poi lascia puntualmente in giro; e tantissimi altri.
Questa è probabilmente la caratteristica più attraente di Sket Dance, i personaggi. Come nei migliori shounen, sono tantissimi e ben caratterizzati (anche se classicissimi in alcuni casi); con essi è inevitabile legare. E solo quando cominceranno ad essere svelati particolari sul passato dei protagonisti (straziante quello di Switch, rivelato in quel magnifico quinto volume) che il lettore potrà davvero comprendere quanto profondo sia il legame che unisce i tre ragazzi. Ed è in questi frangenti che Sket Dance è in grado di dare il meglio di sé, dimostrandosi anche molto profondo e toccante.
Non siamo di fronte ad un titolo che parte in quarta, come detto. Sket Dance richiede una certa dedizione inizialmente. Poi però, dopo una prima fase di rodaggio, rivela le sue vere potenzialità.
Ad esempio è solo col tempo che alcune gags-tormentone cominciano a funzionare; come l’imperdibile “Angolo del Sei forte Switch!”. Molte battute dei personaggi poi si basano sulla consapevolezza di trovarsi in un manga, vedasi il modo di Roman di interagire con le vignette ed i suoi retini sbrilluccicosi da shoujo vecchia scuola che fa apparire ovunque a comando. Le citazioni ad altri manga famosi poi abbondano, e a volte son davvero delle piccole chicche: 100% Fragola, One Piece, Doraemon, Madoka Magika, Fairy Tail, Naruto, Sailor Moon, Il grande sogno di Maya, Kinnikuman e Georgie, giusto per nominarne qualcuno tra i più celeberrimi. Citare Gintama poi è inevitabile, ed infatti l’affinità è tanta che son stati pubblicati sullo stesso Weekly Shōnen Jump degli episodi crossover tra i due manga.
Il disegno di Kenta Shinohara è molto ben fatto; il tratto è sicuro e morbido, e lo stile si lega benissimo al genere narrato, si adatta ad ogni assurda situazione, è molto vario nella caratterizzazione dei personaggi (non se ne vedono due simili) e soprattutto è espressivo. Particolarmente degna di nota è la bravura dimostrata dall'autore nei passaggi caricaturali o nelle sporadiche rivisitazioni chibi dei personaggi (negli extra, alcune cover o in episodi particolari); per non parlare delle illustrazioni o le copertine dipinte ad acquerello, solitamente molto evocative.
Sket Dance è stato di recente portato in Italia da Planet Manga che lo pubblica mensilmente in edicola e fumetteria. In patria il manga ha superato i 25 volumi ed è ancora in corso.
L’edizione è quella economica da edicola, “liscia” e senza alcun extra; soggetta di recente -come molti altri titoli Planet Manga- ad alcuni esperimenti di packaging; in particolare dal quinto numero i volumi si fanno “cicciottelli” e rigidissimi da sfogliare, pur conservando lo stesso numero di pagine. Stando a quanto anticipatoci dall’editore, però, questa soluzione sarebbe in via di miglioramento.
Venendo ai contenuti, c’è da ammettere che l’adattamento tiene testa alla complessità dei tanti dialoghi, i giochi di parole e gli scambi di battute al vetriolo che caratterizzano questo manga. Non si notano cedimenti e neanche evidenti refusi. Forse però qualcuno storcerà il naso davanti ad alcune forzature; locuzioni un filino troppo colloquiali o spinte. Ed infatti non è raro vedere personaggi come la “dolce” Himeko passare il segno ed esprimersi in maniera troppo "rustica" con perle di scurrilità come “Me ne sbatto il culo!” , “Col cazzo!” o "Che fresatura di palle!".
Si evince presto che Sket Dance è un manga poliedrico; la varietà di situazioni affrontate è, in effetti, uno dei suoi pregi: a seconda dei casi il lettore si ritrova tra le mani un manga scolastico, una commedia amorosa, un manga sportivo, un investigativo, uno shounen action, un manga teppistico e via discorrendo. Come se ciò non bastasse, l’autore, Kenta Shinohara, ha la licenza poetica facile; infatti, forte dell'elemento comico che fa da collante, si diverte ad estrapolare i suoi attori, senza tanti complimenti (o apparenti motivi), dall’ambiente scolastico per porli in situazioni fuori dalle righe; ad esempio nel Giappone feudale o nello spazio siderale.
Questa varietà può essere però anche vista con un grosso difetto, in quanto il livello di gradimento varia proporzionalmente all’affinità del lettore per il genere affrontato di volta in volta. Non sarebbe improbabile per qualcuno ritenerlo -in parte sbagliando- un titolo che vuole essere di tutto un po’, senza eccellere in nulla.
Lo scoglio più grosso da superare è probabilmente agli inizi, quando anche l’autore sta palesemente cercando un’identità per il proprio manga e procede a tentativi, con risultati qualitativamente molto altalenanti. Ad essere franchi Sket Dance inizialmente è squilibratissimo: alcune vicende sono a dir poco galvanizzanti ed eccezionali, ma subito ci si imbatte in un qualche capitolo totalmente insensato, ed alla fine del quale viene spontaneo chiedersi: “Ma che cavolo ho letto!?”.
Tantissimi testi nei balloons che ammazzano il ritmo, un quintale di insensata demenzialità che non sempre diverte il lettore, episodi esclusivamente “parlati”, coi personaggi che sostano in un solo luogo per tutto il tempo (di solito la sede del club), e che si esibiscono in farneticazioni inconcludenti... il sottoscritto non nasconde che al terzo volume le proprie aspettative erano calate di molto. Ma giusto il tempo di fare meglio la conoscenza dei personaggi, di simpatizzare con le loro piccole follie, e la musica cambia decisamente in meglio.
Yusuke Fujisaki, detto Bossun, è il presidente dello Sket-dan, ed ha un “superpotere” che gli permette di raggiungere un livello di concentrazione superiore alla norma quando indossa i suoi occhialini da nuoto immergendosi così nei suoi pensieri. Hime Onizuka, detta Himeko, è il vicepresidente dello Sket-dan, un'erculea ex teppista dal passato oscuro conosciuta come Onihime (la principessa demone); ha dei gusti culinari discutibili e si dice che le scorra acido nelle vene. Kazuyoshi Usui, aka Switch, è il segretario; non si separa mai dal suo notebook che utilizza per comunicare tramite un software di sintetizzazione vocale. Molto semplicemente, è uno dei migliori "bassisti" che sia siano visti di recente in uno shounen.
Loro tre sono gli sfigati tutto fare della scuola, a cui si uniranno col procedere dei capitoli molti altri personaggi secondari carismatici; “casi umani” che in principio chiederanno l'aiuto dello Sket-Dan, ma che poi non mancheranno di fare capolino negli episodi successivi, divenendo dei veri e propri coprotagonisti. Così il cast si ampia sempre più di volume in volume, in maniera naturale, realistica ed estremamente efficace.
E così faremo ben presto la conoscenza di Shinzo Takemitsu che veste, parla e si comporta come un anacronistico samurai che segue la via del bushido; Roman Saotome, fanciulla convinta di vivere in uno shoujo manga; Reiko yuki, inquietante ragazza che crede nel paranormale e che sembra uscita da The Ring; Momoka Kibitsu una ex-teppista dalla voce angelica che idolatra Onihime; Chuma, l’irresponsabile professore di chimica che prepara incautamente pericolosi intrugli che poi lascia puntualmente in giro; e tantissimi altri.
Questa è probabilmente la caratteristica più attraente di Sket Dance, i personaggi. Come nei migliori shounen, sono tantissimi e ben caratterizzati (anche se classicissimi in alcuni casi); con essi è inevitabile legare. E solo quando cominceranno ad essere svelati particolari sul passato dei protagonisti (straziante quello di Switch, rivelato in quel magnifico quinto volume) che il lettore potrà davvero comprendere quanto profondo sia il legame che unisce i tre ragazzi. Ed è in questi frangenti che Sket Dance è in grado di dare il meglio di sé, dimostrandosi anche molto profondo e toccante.
Non siamo di fronte ad un titolo che parte in quarta, come detto. Sket Dance richiede una certa dedizione inizialmente. Poi però, dopo una prima fase di rodaggio, rivela le sue vere potenzialità.
Ad esempio è solo col tempo che alcune gags-tormentone cominciano a funzionare; come l’imperdibile “Angolo del Sei forte Switch!”. Molte battute dei personaggi poi si basano sulla consapevolezza di trovarsi in un manga, vedasi il modo di Roman di interagire con le vignette ed i suoi retini sbrilluccicosi da shoujo vecchia scuola che fa apparire ovunque a comando. Le citazioni ad altri manga famosi poi abbondano, e a volte son davvero delle piccole chicche: 100% Fragola, One Piece, Doraemon, Madoka Magika, Fairy Tail, Naruto, Sailor Moon, Il grande sogno di Maya, Kinnikuman e Georgie, giusto per nominarne qualcuno tra i più celeberrimi. Citare Gintama poi è inevitabile, ed infatti l’affinità è tanta che son stati pubblicati sullo stesso Weekly Shōnen Jump degli episodi crossover tra i due manga.
Il disegno di Kenta Shinohara è molto ben fatto; il tratto è sicuro e morbido, e lo stile si lega benissimo al genere narrato, si adatta ad ogni assurda situazione, è molto vario nella caratterizzazione dei personaggi (non se ne vedono due simili) e soprattutto è espressivo. Particolarmente degna di nota è la bravura dimostrata dall'autore nei passaggi caricaturali o nelle sporadiche rivisitazioni chibi dei personaggi (negli extra, alcune cover o in episodi particolari); per non parlare delle illustrazioni o le copertine dipinte ad acquerello, solitamente molto evocative.
Sket Dance è stato di recente portato in Italia da Planet Manga che lo pubblica mensilmente in edicola e fumetteria. In patria il manga ha superato i 25 volumi ed è ancora in corso.
L’edizione è quella economica da edicola, “liscia” e senza alcun extra; soggetta di recente -come molti altri titoli Planet Manga- ad alcuni esperimenti di packaging; in particolare dal quinto numero i volumi si fanno “cicciottelli” e rigidissimi da sfogliare, pur conservando lo stesso numero di pagine. Stando a quanto anticipatoci dall’editore, però, questa soluzione sarebbe in via di miglioramento.
Venendo ai contenuti, c’è da ammettere che l’adattamento tiene testa alla complessità dei tanti dialoghi, i giochi di parole e gli scambi di battute al vetriolo che caratterizzano questo manga. Non si notano cedimenti e neanche evidenti refusi. Forse però qualcuno storcerà il naso davanti ad alcune forzature; locuzioni un filino troppo colloquiali o spinte. Ed infatti non è raro vedere personaggi come la “dolce” Himeko passare il segno ed esprimersi in maniera troppo "rustica" con perle di scurrilità come “Me ne sbatto il culo!” , “Col cazzo!” o "Che fresatura di palle!".
Tirando le somme, Sket Dance è un manga che ha allo stesso tempo grandi pregi ma non è esente da difetti; inutile girarci attorno. Non è improbabile che qualche lettore sviluppi un certo sentimento di amore e odio nei suoi confronti, soprattutto all’inizio; soprattutto se non gradisce un certo tipo di comicità; soprattutto se non può fare a meno di una macrotrama di fondo.
Ma, in questo caso più che mai, i gusti personali giocano un ruolo molto importante.
Il valore più grande di Sket Dance resta, nonostante tutto, la semplicità: nessun personaggio strafigo, nessun power up, niente superpoteri, nessun ammiccamento ecchi, nessun caracter invincibile ed infallibile, nessun bieco tentativo di arruffianamento; ma solo dei protagonisti minutamente caratterizzati nei loro pregi, difetti, fissazioni, debolezze e fobie. Individui che di capitolo in capitolo crescono, agiscono e interagiscono davvero secondo una propria volontà, diventando sempre più vividi. Basterà davvero leggere pochi volumi affinché si finisca per sentirli come dei vechi e cari amici di una vita.
Ma, in questo caso più che mai, i gusti personali giocano un ruolo molto importante.
Il valore più grande di Sket Dance resta, nonostante tutto, la semplicità: nessun personaggio strafigo, nessun power up, niente superpoteri, nessun ammiccamento ecchi, nessun caracter invincibile ed infallibile, nessun bieco tentativo di arruffianamento; ma solo dei protagonisti minutamente caratterizzati nei loro pregi, difetti, fissazioni, debolezze e fobie. Individui che di capitolo in capitolo crescono, agiscono e interagiscono davvero secondo una propria volontà, diventando sempre più vividi. Basterà davvero leggere pochi volumi affinché si finisca per sentirli come dei vechi e cari amici di una vita.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Sket Dance 1 | € 3.90 | Panini Comics |
Sket Dance 2 | € 3.90 | Panini Comics |
Sket Dance 3 | € 3.90 | Panini Comics |
Sket Dance 4 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 5 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 6 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 7 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 8 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 9 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 10 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 11 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 12 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 13 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 14 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 15 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 16 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 17 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 18 | € 4.20 | Panini Comics |
Sket Dance 19 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 20 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 21 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 22 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 23 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 24 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 25 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 26 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 27 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 28 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 29 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 30 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 31 | € 5.50 | Panini Comics |
Sket Dance 32 | € 5.50 | Panini Comics |
Se si supera lo scoglio dei primi volumi dove i più lo droppano per i troppi dialoghi inutili o perché i personaggi non prendono, allora è fatta, non se ne esce più, e alcuni personaggi come Roman sono semplicemente geniali. Unica incognita è la lunghezza.
Kenta Shinohara è stato assistente di Hideaki Sorachi, anche da ciò il feeling con Gintama.
Un buon gag manga comunque, che dopo i primissimi numeri forse avevo un po' sopravvalutato, in questo caso l'allievo Shinohara non ha superato il maestro Sorachi.
Comunque un buon manga.
Le storie dei singoli protagonisti sono fantastiche.
Switch :')
Grandi sket <3
Cmq, il manga mi ha fatto sbellicare dalla risate in alcune situazioni, nonostante la prolissità dei dialoghi.
Ha colto nel segno l'essenza del manga e spero tanto che invogli qualcuno ad iniziarlo perché ne vale veramente la pena!
Poi fortunatamente grazie a questo sito si possono conoscere opinioni differenti, e questa recensione mi ha fatto decidere di dare al manga una possibilità! ^__^
Diventa irresistibile volume dopo volume senza svendersi ai cliché
Non lo ritengo malvagio, ma ci ho trovato troppi alti e bassi e molte volte mi dava fastidio tanta comicità nonsense.
Però ora mi hai incuriosito visto che migliorerebbe con passare dei volumi. mi incuriosiscono i volumi col passato dei protagonisti, non pensavo che ci fossero approfondimenti di questo tipo, ma che fosse solo un raggruppamento di vicende leggere e spiritose.
Credo di averlo frainteso alla grande questo manga, quindi gli darò un'altra possibilità almeno fino a leggere "quel magnifico quinto volume" e poi decido se continuarlo.
Quindi non ritenevo fosse giusto -faccio un esempio- demolirlo perché non sopporto la comicità demenziale, o idolatrarlo perché adoro i personaggi.
Mi son in realtà limitato ad una esposizione di quelli che ritengo le sue peculiarità (o almeno, quelle che ho colto), le sue molte sfaccettature, limitando i giudizi personali al minimo indispensabile... poi lascio al (potenziale) lettore trarre le sue conclusioni.
Mi permetto solo di dare un consiglio a chi l'ha mollato subito: prima date un'occhiata al quarto e, soprattutto, al quinto volume. Fatevelo anche solo prestare da un amico, e poi decidete se fa per voi o meno.
Non è un titolo perfetto, anzi, di difetti ne ha... ma ha anche dei picchi che ritengo pregevolissimi.
@Kouga: "...volume dopo volume senza svendersi ai cliché"
Credo tu abbia colto perfettamente nel segno con due sole parole; condivido in pieno
PS: alzi la mano chi è rimasto di sasso leggendo il flashback sul passato di Switch!
Trovo peró che Oberon abbia creato una recensione molto adatta che mette a nudo i pregi e i difetti di Sket Dance!
Ottima recensione
Bella recensione!
Difficilmente riuscirò a proseguire, però devo dire che questa recensione mi è davvero piaciuta e azzecca tutte le considerazioni che avevo fatto da me in quel breve e, sicuramente, insufficiente per dare un giudizio, assaggio di questa'opera. Quindi, credo sarà anche azzeccata anche nel beccare gli aspetti positivi... tanto, che mi ha fatto venire voglia di proseguire nella lettura
Ottimo lavoro, davvero
Complimenti, Oberon.
Ciao!
Tacchan
Adoro tutta la serie, tutti i personaggi... davvero magico!
(Recensione bellissima)
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