Se in Occidente il termine "matrimonio combinato" evoca scenari d'altri tempi, storie d'amore contrastato e ha comunque un'accezione negativa, perché sa di costrizione, essendo per la nostra cultura quasi inconcepibile che alla base di un'unione fra due persone non ci sia l'amore, per la cultura giapponese non è così.
Il Miai-kekkon o più semplicemente Omiai, che tradotto letteralmente vuol dire "colloquio formale a scopo matrimoniale" è una pratica tuttora in uso nel paese del Sol Levante. Anche se non più così frequente, si stima che ancora un 6% circa dei matrimoni celebrati sia stato combinato. Questo perché la pressione sociale su uomini e donne è ancora molto forte: superata una certa età, il cosiddetto tekiriki, bisogna mettere la testa a posto e farsi una famiglia. Per le donne è stato coniato addirittura un modo di dire: le donne che hanno compiuto 25 anni e non hanno ancora un marito sono soprannominate "Torte di Natale" cioè fresche ed invitanti fino al 25, ma che diventano sempre meno appetitose ogni giorno che passa dopo il Natale. Ma siccome il mondo si evolve e a 25 anni sono proprio poche le ragazze che si sposano, recentemente il detto è cambiato: le "torte di Natale" sono diventate il toshikoshisoba (le tagliatelle in brodo che si consumano la notte di capodanno), evidenziando il fatto che ora l'età limite per il matrimonio si è spostata da 25 a 31 anni. Ma non è che agli uomini vada tanto meglio! Dopo i trent'anni un single è visto malissimo nella sua azienda, è considerato inaffidabile dai colleghi e dai datori di lavoro che pensano che questi uomini non siano in grado di apprendere i principi fondamentali della cooperazione e li reputano perciò poco responsabili.
Per cui se all'inizio, lo scopo di un matrimonio combinato era quello di garantire alla famiglia il mantenimento dello status sociale o, addirittura, di migliorarlo con un matrimonio che facesse trarre un beneficio ad entrambe le famiglie capostipiti (ad esempio nel periodo Tokugawa si univano spesso famiglie di mercanti ricchi, che avevano comunque uno status sociale basso, con famiglie di samurai che erano cadute in disgrazia, traendone tutti un vantaggio) ora la situazione non è poi molto differente e complice il molto tempo passato al lavoro e i ritmi frenetici della vita odierna ecco entrare in campo l'Omiai e il suo protagonista principale, cioè il nakodo, ovvero il"sensale di matrimoni".
Questa figura ha diversi compiti: prima di tutto svolge un ruolo di intermediario o hashikake fra le due famiglie, in modo da gettare le basi per un futuro accordo. Inoltre assiste i candidati particolarmente timidi e se la cosa va in porto, si occupa di evitare scontri e differenze di opinioni nella preparazione dei dettagli del matrimonio. Il nakodo spesso è un familiare, un amico o magari un collega di lavoro o addirittura il proprio capo. Ma esistono anche figure professionali chiamate "puro nakodo" che lavorano per agenzie di incontri.
Al primo appuntamento con la famiglia, il nakodo porta con se i rirekisho o tsurisho, delle specie di curriculum vitae dei possibili candidati. Negli Omiai più selettivi infatti ci sono tantissimi criteri da prendere in considerazione per effettuare la scelta migliore, conosciuti come lo iegara ( "ascendenza") e comprendono il livello di istruzione, la professione svolta (con relativo stipendio), l'aspetto fisico, la religione, la condizione sociale e gli hobby praticati. Molte donne hanno poi una visione stereotipata del marito ideale, che deve avere tre caratteristiche fondamentali: l'altezza, una buona retribuzione ed un alto livello di istruzione, cioè la "Sindrome delle tre H" dalle iniziali delle parole inglesi che definiscono i requisiti: Height, High salary, High education. Viene valutato anche l'albero genealogico (il ketto), in modo da essere sicuri che nella famiglia del candidato non vi siano tare genetiche, malattie ereditarie o appartenenti a classi sociali da evitare come ad esempio i burakumin, i discendenti cioè di lavoratori che in qualche modo hanno a che fare con il sangue e la morte come pellettieri, macellai, calzolai e becchini.
Altre categorie poco appetibili sono gli stranieri (anche solo per parte di uno dei genitori), gli Ainu, popolazione indigena della regione di Hokkaido, i discendenti delle persone esposte alle radiazioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki e le donne nate nell'anno dell'hinoeuma (lett. "anno del cavallo di fuoco" che si presenta ogni 60 anni, il prossimo sarà nel 2026): pare infatti che le persone nate sotto questo segno abbiano un carattere espansivo, ambizioso, ribelle ed indipendente, esattamente agli antipodi dello stereotipo della moglie giapponese che deve essere sottomessa, dipendente dal marito e di carattere docile. Spesso i genitori si trovavano costretti a dichiarare che le figlie erano nate l'anno prima o quello dopo per riuscire a darle in spose, tanto questa superstizione era sentita in passato. Riguardo agli uomini, invece, un'informazione considerata importante è se l'uomo è un primogenito o figlio unico, perché in questo caso sarebbe un dovere per la futura moglie farsi carico dei suoceri quando questi diventeranno anziani.
Per raccogliere tutto questo materiale, spesso ci si deve avvalere di un'agenzia investigativa; soprattutto nelle aree rurali può essere frequente vedere gli investigatori cercare di carpire informazioni sulla famiglia in esame chiedendo notizie ai vicini ed ai negozianti della zona.
Se dopo tutto questo studio, si trova un candidato che possa andare bene, allora il nakodo organizza un primo incontro informale tra la potenziale coppia ed i genitori dei giovani, stabilendo il luogo e l'organizzazione dell'incontro. Dopo una presentazione informale delle famiglie da parte del nakodo, seguita da un breve colloquio tra i genitori per descrivere i due pretendenti, i ragazzi vengono invitati a stare un po' di tempo da soli per conoscersi meglio. Se i due si piacciono, seguiranno una serie di appuntamenti prima di prendere una decisione definitiva. Se l'esito è positivo ci sarà una solenne procedura di matrimonio conosciuta come miai kekkon che inizia con il yuino (lett. "festa di fidanzamento"), organizzata dalla famiglia dello sposo. Se invece i giovani non hanno intenzione di approfondire la loro conoscenza si ricorrerà al kotowari (lett. "rifiuto"), una delle varie forme cortesi con cui rifiutare una proposta di matrimonio senza mettere troppo in imbarazzo la parte respinta.
Negli ultimi anni a questa forma molto cerimoniosa, si sono accostati altri sistemi più moderni e informali, come siti internet che svolgono la funzione del nakoda, oppure il Konpa, quando un gruppo di quattro o cinque ragazzi esce insieme ad un identico gruppo di ragazze per vedere se tra di loro si possono formare delle coppie.
Un'opera in cui si parla spesso di Omiai è Maison Ikkoku. Qui assistiamo prima ad un tentativo da parte della madre di Kyoko di combinare un matrimonio fra la figlia e Mitaka, organizzando un pranzo con i ragazzi e i rispettivi genitori. Nonostante le pressioni di questi ultimi, non se ne farà niente, anche perché Kyoko (che non vuole sposare Mitaka) parlando con la possibile futura suocera sottolinea alcuni degli aspetti considerati "negativi" nella scelta di una possibile moglie per svalutarsi, come il fatto che sia già vedova e che abbia quasi 26 anni.
Poi è la volta dello zio di Mikata che, per interessi lavorativi, combina il matrimonio tra il nipote e Asuna Kujo (la figlia di uno dei migliori clienti della banca in cui lavora) e si vede perfino un investigatore che, assunto dai genitori di Asuna, interroga gli inquilini della Maison Ikkoku e i vicini per scoprire se Mitaka abbia una relazione con Kyoko.
Anche se con procedure diverse, con minori formalismi di un tempo, l'Omiai resta qualcosa di ben radicato nella cultura nipponica, soprattutto per le vecchie generazioni. E voi? Che ne pensate? A casa vostra hanno mai cercato di affibbiarvi il figlio/a di una vicina o di un'amica di famiglia?
Fonti consultate:
www.redbrick.dcu.ie
www.wikipedia.it
www.giapponeforum.com
Un ringraziamento particolare va a Bradipo Lento per avermi segnalato l'argomento e avermi aiutata sia nella ricerca delle fonti sia nelle citazioni in Maison Ikkoku.
Però l'omiai, tra tutte le sue cose positive e negative che sicuramente avrà, mi ha sempre incuriosito come tradizione, e affascina il fatto che continua ad essere portato avanti anche nell'era contemporanea.
Poi Maison Ikkoku, splendida storia, è proprio la chicca finale ^^
E i complimenti per il bell'articolo sono d'obbligo ^^
Hachi ha fatto un grandissimo lavoro a condensare in questo articolo gli aspetti più importanti del miai: bravissima!
A chi ha voglia di approfondire l'argomento consiglio la lettura delle fonti indicate nell'articolo: io ci ho trovato molti spunti di riflessione per cercare di capire il popolo giapponese.
Stupide teorie Giapponesi basate su cretinate popolari, che hanno fondamento sul nulla cosmico ed il fatto che nel 2014 si parli di ciò, è vergognoso.
Spero che l' Omiai sia solo una mera consuetudine e che non trovi alcun fondamento in una legge del codice civile Giapponese.
Hachi gran bell'articolo, brava
Che in antichità si praticasse lo sapevo, ma anche alcuni lo facessero anche oggi proprio non me lo aspettavo!!
Comunque complimenti per i dettagli interessanti che ci date sempre. Non siete approssimativi e questo mi piace tanto! Bravi!
Manna per chi vuole qualche aspetto negativo sul Giappone, ma in effetti basta pescare nel sociale per trovarne, tra oriente e occidente ci sono usanze e rapporti civili diamentralmente opposti e facilmente identificabili come "aspetti negativi".
Non sapevo e trovo alquanto triste che ci siano delle categorie di persone da evitare.
Allora è per questo motivo che in Silver Spoon Yoshino (la ragazza del formaggio) dice che sia una buona cosa che Hachiken sia il secondogenito?
Io credo che l'idea di sposarsi entro una certa età, anche con lo slittamento dell'età da matrimonio che si è visto in tutti i paesi industrializzati, non sia mica tanto arcaica e passata di moda, c'è ancora parecchia gente che sente la pressione di doverlo fare, che ritiene il matrimonio un punto di arrivo, anche se nessuno ormai ti sceglie il partner... pur riconoscendo che in famiglie con un certo status i genitori di certo non apprezzano che la figlia o il figlio escano con il figlio del salumiere (ammettiamolo va'), quindi la nostra libertà è, in certi casi, solo apparente.
Che poi anche da noi mica fino a tanti anni fa (50, 60?) si doveva avere l'approvazione dei genitori (per non parlare di quelli di "riparazione") e di certo non si parlava così tanto di amore, se c'era bene e se no la donna sopportava. Mi viene anche in mente la "fuitina" per sposarsi quando la famiglia non approvava.
Comunque, chi ha superato 30 sono sicura che abbia sentito commenti da parte di parenti ed amici sul genere: ma tu quando ti sposi? Peggiora ai matrimoni, tra l'altro. Non va dimenticato che invecchiando la possibilità di avere figli diminuisce, non ditemi che in Occidente non sentiamo la pressione (gli americani sono terribili!), e che la famiglia costituisce il nucleo su cui si basano praticamente tutte le società (penso ad un moderno concetto di famiglia, non solo uomo/donna).
Comunque non trovo la pratica particolarmente sconvolgente, niente di diverso da cercare un partner su un sito di incontri.
In breve, il lavoratore single viene visto meno "legato", o "devoto" all'azienda in quanto non avendo una famiglia da accudire (con le responsabilità che ne derivano) sarebbe più capace di "colpi di testa", tipo mandare a quel paese l'azienda in caso di gravi contrasti (ma non certo in questo contesto economico), oppure dedicare il tempo libero ad uscite od altre attività che possano incidere sul rendimento ecc ecc.
In estrema sintesi, il lavoratore accoppiato è più suscettibile di avere maggiore devozione all'azienda ed al posto di lavoro, insomma più responsabile e senza grilli per la testa...almeno in teoria!
Queste unioni, di solito, funzionano: sono poche le coppie che divorziano. Chi decide di rivolgersi a un sito di incontri, a un'agenzia matrimoniale o a un nakodo che organizza un miai si sente pronto a fare il grande passo verso il matrimonio e spera di incontrare un partner che abbia la sua stessa intenzione di costruire una famiglia.
In questi casi manca la fase dell'infatuazione iniziale, le aspettative verso il partner sono minori rispetto a quelle che ci si aspetterebbe da un matrimonio "d'amore" e la coppia trova il modo di rimanere unita e di amarsi con il tempo.
In Maison Ikkoku, tanto per rimanere in tema, questo punto si ritrova nelle parole che Mitaka rivolge ad Asuna quando si rende conto che ormai non può fare più niente per mandare a monte il matrimonio con la ragazza:
Per chi cerca un matrimonio d'amore queste frasi sono una vera e propria eresia, ma chi desidera sposarsi e ha superato i 30 anni ed è ancora solo può considerarle come un vero e proprio mantra per accettare un matrimonio più o meno combinato.
E grazie ancora a bradipo per l'aiuto, anche ora nei commenti!
Nasce dal fatto che la coppia ha avuto pochissimo tempo di conoscersi prima del grande passo e differenze e incomprensioni che non avevano avuto modo di manifestarsi esplodono alla prima occasione nei quali gli sposini rimangono da soli.
Trae origine dal fatto che spesso il viaggio di nozze avviene all'estero (utilizzando quindi l'aeroporto di Narita, dedicato in larghissima parte al traffico internazionale).
Detto questo però, non posso che concordare con Kabutomaru, trovo che sia davvero anacronistico questo modo di pensare, oltre che decisamente poco rispettoso della libertà individuale. E' senz'altro una delle caratteristiche peggiori del carattere della società giapponese, assieme alla già citata xenofobia. In particolare la cosa che mi fa particolarmente infuriare è questo pensiero che una persona per essere considerata seria ed affidabile debba comunque sposarsi, e per di più farlo prima dei trent'anni. Non importa quanto possa essere seria e preparata sul lavoro, alla fine deve per forza sposarsi perché... la tradizione e la consuetudine vogliono così! E poi bisogna essere giovani così si possono tirare su tanti bei figli. Potrei capire se si parlasse del Giappone dell'inizio del secolo scorso, quando la maggior parte della popolazione era ancora fondamentalmente molto legata ad un'economia e una cultura agricola, ma oggi? In cosa si traduce tutto questo?
Gente che si mette insieme solo per far finta di essere una famiglia, ad uso e consumo delle ipocrisie della società? Figli che vivono in mezzo a genitori che non si parlano e che poco o nulla si vedono assieme? Che vengono riempiti di vizi, videogames ed altre cose ma che non hanno nessuno dei genitori che li ama veramente e li comprende quando si trovano in difficoltà? Cose di questo genere le abbiamo viste chissà quante volte nelle più disparate serie animate; cito appena due titoli: Gundam e GTO. No, guardate, non mi possono parlare di differenze culturali per giustificare tutto questo, è solo ipocrisia bella e buona, oltre che idiota! Non si può più giustificare una simile mentalità nel XXI secolo, per di più in un paese che, pur con tutti gli alti e bassi vissuti nella politica come nell'economia, resta uno dei più ricchi ed avanzati tecnologicamente e culturalmente nel mondo! Mi auguro che alla fine siano solo una minoranza sempre più esigua, man mano che passa il tempo, le persone che seguono credenze e stupidi pregiudizi come quella delle donne nate nell'anno del cavallo di fuoco, o che vadano ad indagare se qualche lontanissimo antenato del partner era un burakumin. Però questa del voler etichettare le persone che sono, o che magari vogliono restare, single come inaffidabili o poco serie la considero una delle caratteristiche più negative ed inqualificabili della mentalità nipponica.
Sapevo ovviamente di questa pratica, ma più invecchio e meno la capisco. Ok per chi ha delle difficoltà vere e proprie a socializzare e quindi a trovare un partner, ma la gente normale dovrebbe trovarsi la propia metà in modo più moderno...
Quella del cavallo di fuoco mi giunge nuova, ma non mi stupisco più delle credenze nipponiche senza alcun fondamento sensato. Un po' come giudicare il carattere dal gruppo sanguigno...assurdo!
@Monfrin: la percentuale indicata nell'articolo (6,2% dei matrimoni nati in seguito a un omiai) si riferisce al 2005; per quanto ne so attualmente dovrebbe essere più bassa - direi residuale - ma non ho sottomano statistiche più aggiornate per supportare questa mia impressione.
Come se la testa a posto la si mettesse mettendo su famiglia! Se una persona non è portata per la vita di coppia creerà solamente dei legami malsani e vivrà nell'oppressione costante tra essere e dover essere, purtroppo le società in cui la famiglia ha un potere quasi assoluto sui figli non sono così poche, ed è per questo che si creano dei mostri sociali pronti ad esplodere.
"Sindrome delle tre H" dalle iniziali delle parole inglesi che definiscono i requisiti: Height, High salary, High education. Altre categorie poco appetibili sono gli stranieri."
Questa è mia zia! XD Quando mio cugino si è sposato con una cinese avrebbe preferito suicidarsi!
ma considera che anche in Italia questo modo di vedere il lavoratore single in alcune grandi aziende non sia tanto differente
Mah, dipende dalle aziende. In Italia non ci sono tutti questi posti di lavoro quindi il rischio che il giovane se ne vada e' basso, semmai le aziende vogliono avere mano libera nel mandar via. Hanno vantaggio a assumere un giovane (che pagano meno e con contratto a tempo determinato) che uno meno giovane con moglie e figli che ovviamente cercherebbe un contratto a tempo indeterminato e con paga proporzionale alla sua esperienza.
In Giappone hanno il concetto della fedelta' all'azienda che da noi fortunatamente non esiste.
@Hachi
Interessantissimo articolo, anche se dell'omiai sapevo gia' tutto. E' una pratica che non condanno e che mi sembra anzi quasi meglio delle agenzie matrimoniali che ci sono da noi.
Comunque conoscersi tramite Omiai è sempre meno squallido che tramite i siti d'incontri, ed almeno in base all'articolo non si dovrebbero rischiare brutte sorprese, come credere di incontrare un coetaneo e poi ritrovarsi di fronte un vecchio psicopatico o maniaco o cose così!
Ahaha! preferisco una personalità ruspante come quella di Benio Hanamura (Mademoiselle Anne), altro che docile!!!
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