L'edizione online del quotidiano spagnolo El País commenta le 'conseguenze' educative del passaggio televisivo del sempiterno Doraemon sulla TV iberica, visto dall'occhio di un papà giornalista, 'preoccupato' per i messaggi che l'anime incentrato sul gattone spaziale veicolerebbe ai suoi pargoli, fan sfegatati della serie.

L'articolista spagnolo esordisce categoricamente: «I miei figli – di tre e sei anni – si sono appassionati a Doraemon, serie animata giapponese. Tuttavia, io la odio».
L'autore del pezzo passa poi in rassegna le caratteristiche della storia, descrivendo Doraemon come «un gatto del futuro che risolve i problemi mediante artefatti magico-tecnologici», e fin qui nulla di trascendentale. Si potrebbe storcere un po' il naso di fronte al paragone tra il gattone ed Harvey Keitel del tarantiniano Pulp Fiction, ma... guarda e passa, direbbe il poeta.
Non va meglio a Nobita, descritto come «il bambino più codardo e pigro del teleschermo. Il suo obiettivo vitale è evitare ogni sforzo, specialmente se si tratta dei compiti o dei lavori domestici. Se non può sfuggire alle proprie responsabilità, Nobita frigna e si dispera, ma non affronta mai i problemi».
Evidentemente, segnaliamo, l'intento pedagogico non è al primo posto nella storia ideata dal duo Fujiko Fujio, piuttosto c'è l'eco del concetto giapponese d'indulgenza (amae); tuttavia, si può dire che Doraemon cerchi di aiutare Nobita ad affrontare con maggior fiducia le sfide dell'infanzia, superando gli ostacoli rappresentati dalla competitiva vita scolastica ed extrascolastica (bullismo, richieste di docenti e genitori, i 'turbamenti' del primo amore per Shizuka).
In ogni caso, per il giornalista 'c'è del marcio in Doraemonarca': «Tra il gatto e il bambino esiste un conflitto: Doraemon sospetta che Nobita non lo ami davvero, che voglia solo approfittarsi dei suoi poteri». Più duramente aggiunge: «La lezione fondamentale della storia è: “Non darti affanno per la tua vita. Meglio far finta di essere amici di qualcuno che sistemerà i tuoi guai”». E poi, incalzando, sostiene che la serie «presenti aspetti ancor più deleteri». Dal modello pedagogico a quello sociale, sembra non ci sia appello per la 'Weltanschauung' di Doraemon. Ad esempio «il suo modello di famiglia. Dovrebbe essere una famiglia futurista, eppure sembra uscita dal XIX secolo. Il padre è un perdigiorno unicamente occupato a leggere il giornale, pronto solo a sollecitare la moglie riguardo alla cena e a lamentarsi della pulizia della casa. La madre fa il bucato e alleva la prole, senza allontanarsi mai dalla propria abitazione. Ho provato a chiedere a mia figlia di tre anni:
– Che fa la mamma di Nobita?
– Cucina.
– Che fa il padre di Nobita?
–Fuma.
– Che fa Nobita?
– Piange.
Edificante, vero?»
La 'sferza' del giornalista iberico si abbatte anche sugli altri bambini: «Nobita ha due amici: il bullo e il ricco (Gigante e Suneo nella versione spagnola). Il primo si dedica a spaventarlo, picchiarlo e a rubargli le merendine. Il secondo si vanta dei suoi averi e non li vuole prestare. Nobita vive invidiando la forza del primo e il denaro dell'altro, e a volte, con l'aiuto di Doraemon ovviamente, riesce a rubare e ingannare. Si tratta dei momenti più felici ed educativi».
«Non sopporto la morale di Doraemon, e questo si è capito. Ma i miei figli ne sono fan. Lo guardano mattina, pomeriggio e sera, perché, a quanto pare, non danno altro su quel canale». Alla faccia del canale tematico!
«Sono anche andato al cinema a vedere un film di Doraemon» (chissà se il papà è al corrente del fatto che in Giappone ne sfornano uno all'anno... meglio non dirglielo!). Eppure, Doraemon funziona meglio di una baby-sitter: «Anche se stanno mettendo la casa a soqquadro, alla vista di Doraemon si siedono sul divano, concentrati e ipnotizzati». Tanto che il giornalista deve riconoscerne a denti stretti il merito: «pur essendo un orrore etico, Doraemon è focalizzato sui desideri infantili». Perché, sostiene l'editorialista, «se hai tre anni, il tuo sogno più grande è quello di ottenere una macchina che faccia le cose al posto tuo». Freud non sarebbe d'accordo.
Una piccola considerazione finale: la Spagna, così come l'Italia, è uno dei paesi di più antica 'colonizzazione' da parte degli anime nipponici.
Nei tardi anni '70 la stampa cartacea e radiotelevisiva italiana si lanciò, come noto, in filippiche e requisitorie contro l'animazione giapponese (emblematico il 'caso Goldrake'), ma le polemiche, censure anni '80 a parte, sembravano essersi in seguito assopite, a fronte di una sempre maggiore penetrazione della cultura pop nipponica nel nostro paese e in Europa. Alcuni recenti interventi giornalistici sembrano contraddire questa tendenza.
Fonte consultata:
El País

L'articolista spagnolo esordisce categoricamente: «I miei figli – di tre e sei anni – si sono appassionati a Doraemon, serie animata giapponese. Tuttavia, io la odio».
L'autore del pezzo passa poi in rassegna le caratteristiche della storia, descrivendo Doraemon come «un gatto del futuro che risolve i problemi mediante artefatti magico-tecnologici», e fin qui nulla di trascendentale. Si potrebbe storcere un po' il naso di fronte al paragone tra il gattone ed Harvey Keitel del tarantiniano Pulp Fiction, ma... guarda e passa, direbbe il poeta.
Non va meglio a Nobita, descritto come «il bambino più codardo e pigro del teleschermo. Il suo obiettivo vitale è evitare ogni sforzo, specialmente se si tratta dei compiti o dei lavori domestici. Se non può sfuggire alle proprie responsabilità, Nobita frigna e si dispera, ma non affronta mai i problemi».
Evidentemente, segnaliamo, l'intento pedagogico non è al primo posto nella storia ideata dal duo Fujiko Fujio, piuttosto c'è l'eco del concetto giapponese d'indulgenza (amae); tuttavia, si può dire che Doraemon cerchi di aiutare Nobita ad affrontare con maggior fiducia le sfide dell'infanzia, superando gli ostacoli rappresentati dalla competitiva vita scolastica ed extrascolastica (bullismo, richieste di docenti e genitori, i 'turbamenti' del primo amore per Shizuka).
In ogni caso, per il giornalista 'c'è del marcio in Doraemonarca': «Tra il gatto e il bambino esiste un conflitto: Doraemon sospetta che Nobita non lo ami davvero, che voglia solo approfittarsi dei suoi poteri». Più duramente aggiunge: «La lezione fondamentale della storia è: “Non darti affanno per la tua vita. Meglio far finta di essere amici di qualcuno che sistemerà i tuoi guai”». E poi, incalzando, sostiene che la serie «presenti aspetti ancor più deleteri». Dal modello pedagogico a quello sociale, sembra non ci sia appello per la 'Weltanschauung' di Doraemon. Ad esempio «il suo modello di famiglia. Dovrebbe essere una famiglia futurista, eppure sembra uscita dal XIX secolo. Il padre è un perdigiorno unicamente occupato a leggere il giornale, pronto solo a sollecitare la moglie riguardo alla cena e a lamentarsi della pulizia della casa. La madre fa il bucato e alleva la prole, senza allontanarsi mai dalla propria abitazione. Ho provato a chiedere a mia figlia di tre anni:
– Che fa la mamma di Nobita?
– Cucina.
– Che fa il padre di Nobita?
–Fuma.
– Che fa Nobita?
– Piange.
Edificante, vero?»
La 'sferza' del giornalista iberico si abbatte anche sugli altri bambini: «Nobita ha due amici: il bullo e il ricco (Gigante e Suneo nella versione spagnola). Il primo si dedica a spaventarlo, picchiarlo e a rubargli le merendine. Il secondo si vanta dei suoi averi e non li vuole prestare. Nobita vive invidiando la forza del primo e il denaro dell'altro, e a volte, con l'aiuto di Doraemon ovviamente, riesce a rubare e ingannare. Si tratta dei momenti più felici ed educativi».
«Non sopporto la morale di Doraemon, e questo si è capito. Ma i miei figli ne sono fan. Lo guardano mattina, pomeriggio e sera, perché, a quanto pare, non danno altro su quel canale». Alla faccia del canale tematico!
«Sono anche andato al cinema a vedere un film di Doraemon» (chissà se il papà è al corrente del fatto che in Giappone ne sfornano uno all'anno... meglio non dirglielo!). Eppure, Doraemon funziona meglio di una baby-sitter: «Anche se stanno mettendo la casa a soqquadro, alla vista di Doraemon si siedono sul divano, concentrati e ipnotizzati». Tanto che il giornalista deve riconoscerne a denti stretti il merito: «pur essendo un orrore etico, Doraemon è focalizzato sui desideri infantili». Perché, sostiene l'editorialista, «se hai tre anni, il tuo sogno più grande è quello di ottenere una macchina che faccia le cose al posto tuo». Freud non sarebbe d'accordo.
Una piccola considerazione finale: la Spagna, così come l'Italia, è uno dei paesi di più antica 'colonizzazione' da parte degli anime nipponici.
Nei tardi anni '70 la stampa cartacea e radiotelevisiva italiana si lanciò, come noto, in filippiche e requisitorie contro l'animazione giapponese (emblematico il 'caso Goldrake'), ma le polemiche, censure anni '80 a parte, sembravano essersi in seguito assopite, a fronte di una sempre maggiore penetrazione della cultura pop nipponica nel nostro paese e in Europa. Alcuni recenti interventi giornalistici sembrano contraddire questa tendenza.
Fonte consultata:
El País
Riguardo la morale di Doraemon, questo giornalista non ha capito un ciusky! La morale vera della serie è che se vuoi qualcosa, devi farti u mazzo così per ottenerla: Nobita è pigro e vuole sempre ottenere il massimo senza sforzo grazie ai ciusky di Doraemon, ma le cose , alla fine gli si ritorcono sempre contro a mò di punizione divina.
Quindi semmai la morale è " non esistono scorciatoie nella vita".
E Doraemon fa da maestro di vita a Nobita, ripetendogli continuamente che non può scansare per sempre le sue responsabilità, che niente nella vita è dovuto, e che non deve far affidamento, ogni volta che è nei casini , ai suoi ciusky.
Se non è educativo questo..... ma è meglio che i suoi figli vedano i telefilm e cartoni americani, pieni di ragazze oche che pensano ai ragazzi e a fare shopping, e ragazzi che fanno i fighi con lo skateboard o a fare scherzi ai prof.
Quelli sì che sono alti valori morali.
Immagino che codesta persona abbia da che ridire anche sulla favola di pinocchio, brutto burattino scansafatiche, bugiardo e pure stupido....
Ammetto di non essere un fan di Doraemon ma per i pochi episodi visti posso semplificare la scaletta in questo modo: Nobita fa i capricci per X motivi -> Doraemon, spesso riluttante, lo accontenta (perché gli vuole bene) e tira fuori il dispositivo futuristico di turno -> Doraemon avverte Nobita di non esagerare e farne un uso corretto - > Nobita (o uno dei suoi amichetti) ne fa uso sbagliato -> pasticci - > Risoluzione del pasticcio, tramite Doraemon o con batosta del malcapitato di turno -> Morale (ascoltare quello che ti dicono, non essere ingordi, non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te... etc etc)
ODDIO IL DEMONIOOO! ma che vada a zappare gli orti. My2c
Ovviamente sono ironico.
Questa è la dimostrazione che i giornalisti sono uguali in tutti i paesi.
Sembra che facciano a gara insieme a Peppa Pig a chi diventi più stupido.
Ho visto poche puntate e sarei d'accordo con il giornalista, soprattutto perché non ci sono argomentazioni contrarie. Poi ovvio che ha levato tutti gli argomenti a sfavore della sua teoria, come farebbe un fan di Doraemon.
Ma questo giornalista è un padre snaturato però! Pensa che Doraemon sia un "orrore etico" e lo fa vedere ai suoi figli solo perché così stanno più tranquilli...Usare la tv come baby-sitter, non va affatto bene, è una cosa che prima o poi fanno tutti (per sopravvivere), però solitamente si sfruttano programmi che si considerano "sicuri".
Sì, e Sailor Moon incita all'omosessualità e Ken il guerriero alla violenza e ai sassi dai cavalcavia... ma per favore! Doraemon mostra anche il bullismo (fra le tante cose che mostra, ci sono persino puntate dedicate all'ambiente e al surriscaldamento globale, oppure alla storia del Giappone e ai dinosauri, seppur con un tono leggero, dopotutto è un'opera d'intrattenimento e non è nata con finalità eminentemente educative) perché purtroppo è parte della realtà giapponese e i bambini e i ragazzi lo sperimentano spesso, ma da qui a dire che sotto sotto incita al bullismo ce ne vuole, anche perché non mi pare che Gian il bullo sia additato come modello positivo o figo.
Viste tutte le incomprensioni dette da parte del giornalista, spiegherò in breve che cos'è Doraemon:
La storia è ambientata inizialmente nel 64' quindi abbiamo dei ruoli datati per la figura dei genitori, ovvero abbiamo la madre casalinga, il padre lavoratore ecc. Non bisogna farne una colpa, perchè rappresentano degli stereotipi reali dell'epoca.
Doraemon è Educativo, per il semplice fatto che Nobita rappresenta il bambino medio dell'elementari pigro e svogliato, anch'io ero cosi alla sua età. Ma a parte questo Nobita è un bambino debole e vile, i genitori non hanno mai tempo per lui, i suoi amici lo trattano male., Doraemon rappresenta il suo unico amico, il suo punto di riferimento, l'unico che possa darli sostegno e volerli bene.
I gadget utilizzati da Nobita, sono si utili come scappatoia, ma ogni volta portano la situazione in un "bad ending" quindi che cosa vuole comunicare l'autore? Semplice non sempre le scorciatoie portano alla felicità o al risultato sperato, ma anzi se vengono abusate più del dovuto possono avere effetti negativi sulle tua vita
Questi sentimenti uniti ad un componente realistica, ritengo che siano educativi. Se poi un genitore ha paura della realtà, oppure è invidioso del divertimento dei propri figli allora il discorso cambia, ma non bisogna infamare la prima cosa che vedi in Tv, poichè la diffamazione è un reato penale
Leggere tra le righe! C R E T I N O
doraemon ha una morale??? io non ce la vedo, ma anche se l'avesse, non credo sia tale mostruosità, tanto potente da far spaventare gli antichi metodi di soggezione del regime sovietico.
è un gatto o un ipnotizzatore di bambini? chissà
L'orrore etico che costui attribuisce a Doraemon è la dimostrazione eclatante del fatto che per scrivere il suo diffamante commento di Doraemon avrà appena guardato la sigla, i primi 2 minuti di qualche episodio e basta, per poi buttare qualche occhiata a caso dal corridoio per controllare ciò che facevano i suoi figli di tanto in tanto; al contrario, sarebbe bastato guardare anche un singolo episodio per intero per comprendere che senza ombra di dubbio il messaggio che la serie vuole lanciare è esattamente l'opposto di quanto costui afferma!
Con tutto ciò che guadagnano i giornalisti dovrebbero almeno prendersi il disturbo di documentarsi prima di scrivere un articolo, di qualsiasi tipo!
Io già in età prescolare guardavo serie come Lady Oscar e Conan ragazzo del futuro, e penso che questo mi abbia agevolata molto, potendo accedere a storie complesse, con un ricco vocabolario.
Quanto a Doraemon, mi sembra incredibile che il giornalista non sia in grado di cogliere la vera morale della serie ("se vuoi ottenere qualcosa nella vita devi sempre impegnarti, e mai cercare facili scappatoie"), questo mi darebbe seriamente da pensare circa le sue capacità di comprensione; penso piuttosto che il suo intento fosse malizioso, cosa ben più grave, ovvero quello di denigrarla gratuitamente.
Riguardo a com'è strutturata la famiglia di Nobita, se si informasse saprebbe che la serie è nata in Giappone negli anni 60, pertanto è naturale che i ruoli della madre e del padre siano molto standardizzati, le cose vanno contestualizzate per essere comprese; anche oggi, comunque, sia in Giappone che in Occidente, la situazione non è radicalmente diversa: i padri sono principalmente impegnati col lavoro, mentre le madri maggiormente dedite alla casa ed all'educazione dei figli. Questo trend è ancora molto forte soprattutto nelle culture mediterranee, e la Spagna non mi sembra sia la Svezia.
Non si può neanche accusare Doraemon di maschilismo, dato che Shizuka è una bambina modello, studiosa, che suona il violino ed il pianoforte. Insomma, non le vengono di certo precluse le possibilità di godere di un'educazione di alto livello, solo in quanto femmina.
Poi c'è Jaiko, la sorella di Jan, che s'impegna perchè vuole diventare fumettista.
Doraemon è delizioso, l'unica cosa che guardo in tv oltre ai tg, ne ero innamorata fin da bambina quando lo guardavo negli anni 80, e a quasi 34 anni, lo amo ancora come allora; non mi dispiace neanche l'adattamento Mediaset, nonostante la nostalgia per la voce di Liù Bosisio su Doraemon, in quanto ha ripristinato i nomi originali e non censura l'ambientazione giapponese della serie: per esempio, nel doppiaggio degli anni 80 si parlava di dollari anzichè di yen, come avviene nell'attuale versione adattata per il mercato americano.
Il giornalista probabilmente troverebbe migliore quest'ultima, perchè si sa, l'Occidente sa dispensare "buoni valori", mentre i giapponesi sono brutti, cattivi e violenti.
Stiamo ritornando indietro di 20 anni minimo, apparentemente si sta riaprendo la strada verso il boicottaggio dei prodotti d'intrattenimento giapponesi, e dietro a questo altro non c'è che un mix di pregiudizi e strategie protezionistiche...peccato.
Guarda caso, anche a Taiwan, dove Doraemon è popolarissimo da anni, in questi giorni si stanno aprendo polemiche riguardo al fatto che la serie possa essere diseducativa:
http://www.taipeitimes.com/News/taiwan/archives/2014/07/16/2003595241
...tutto questo in concomitanza con l'acquisizione dei diritti di Doraemon da parte della Disney, con conseguente versione americanizzata. Mi viene da pensare che si sia messa in moto una strategia commerciale per divulgare la versione statunitense, ma forse penso troppo...
Gian.
Presa com'ero dalla scrittura ho sbagliato il soprannome di Takeshi Goda, pardon.
Vorrei anche aggiungere che Doraemon ricalca benissimo le dinamiche tra bambini: chi non si è mai ostinato a giocare con bambini che erano sempre pronti a mettersi in mostra o a fare i bulletti con te, pur di giocare con qualcuno?
Inoltre, Nobita in realtà non viene proposto come migliore di loro; infatti, una volta investito del "potere dei ciuschi", cederebbe alle medesime tentazioni; perchè i bambini sono così, capricciosi, egocentrici, piagnucoloni, furbetti...gli adulti sono anche peggio, ma vabbè. XD Ad ogni modo c'è Doraemon a fare da grillo parlante, e a correggere i comportamenti dei giovani protagonisti. Il paragone con Pinocchio è calzante.
E non c'è neanche nulla di scandaloso nella curiosità sessuale che Nobita mostra verso Shizuka, perchè anche questo tipo di comportamento fa parte dell'infanzia. Lo sviluppo psicosessuale dell'individuo mica inizia a 15 anni! Ciò che si deve condannare è la pedofilia, ovvero gli adulti che hanno interesse sessuale verso i bambini, non l'interesse che i bambini mostrano tra di loro, durante la crescita.
Mai capitato che un bambino vi alzasse la gonna? Lo etichettereste come un pervertito, piuttosto che come una persona che mostra una naturale curiosità verso un'altra del sesso opposto, ed impara a conoscerla attraverso comportamenti giocosi o piccoli dispetti?
Che poi tale comportamento venga ripreso dal genitore per una questione di buona educazione è un altro conto, ma non è che il pargolo in questione è un caso patologico.
Il bigottismo nega la realtà.
Certo, sparlare di un'opera senza conoscere le tradizioni e la cultura di chi l'ha creata è sempre un azzardo, si sa che il 90% delle donne giapponesi dopo il matrimonio decidono di fare le casalinghe e di occuparsi dei figli (ma non si fa in tutto il mondo poi? Anche in Italia ci sono un sacco di casalinghe, e sicuramente anche in Spagna, non ho capito perchè dev'essere una cosa da usare "contro") e a mio parere il padre non è affatto un scansafatiche, lavora soltanto lui in famiglia e quelle poche volte che si vede in casa è chiaro che legge il giornale o vede la tv. Una persona in casa cosa fa? Si mette a correre avanti e indietro tra la camera da letto e la cucina? Alcune motivazioni sono davvero stupide, poi è un anime per bambini e non deve aver per forza chissà quale significato nascosto, dai. Da bambina ho sempre sognato anche io di avere Doraemon a salvarmi da mia madre che mi riempiva di parole per i votacci che prendevo ma non per questo sono venuta su pigra o altro.
Emanuele676 ha detto una cosa giusta: Peppa Pig, così come i Teletubbies e altra roba così che trasmettono su Rai Yoyo, sono cartoni animati prescolari, studiati per bambini di età inferiore ai 3 anni.
Peppa Pig ha come protagonista una maialina viziata, egocentrica e capricciosa che si rotola nel fango dicendo che sporcarsi è una cosa buona, che si comporta da bulla col fratellino impedendogli di giocare con sé e la sua amichetta e di usare i suoi giocattoli, con due genitori incapaci quasi sempre di imporsi, di rimproverarla quando combina qualcosa e di farsi rispettare, anzi basta vedere come si lascia trattare il padre dai figli... proprio educativo per un bambino con meno di 3 anni, davvero.
Ti assicuro che è fatta da esperti, anche se non ricordo proprio dove l'ho letto. Ad esempio, la casa è fatta come la disegnano i bambini, isolata col tetto spiovente sopra una collina.
Certo che se tu a 2 anni guardavi Lady Oscar e capivi la storia eri una piccola genietta, sei fuori media.
Sei peggio del giornalista, io posso prendere qualunque cartone e descriverlo come una cosa negativa, come hai fatto te e il giornalista.
Un sacco di bambini saltano nelle pozzanghere e ruttano a tavola dicendo "Ma lo fa anche Peppa Pig!", ad esempio i figli dei miei vicini.
Giuro, non sto mentendo.
Ai bambini di oggi a due anni viene fatto vedere un coso dove i personaggi parlano così: "DIII-NOOO--SAAA--UUUU--ROOOO".
Si sottovalutano di brutto le capacità di apprendimento dei bambini.
Non ho mai detto che viene premiata dai genitori, ho detto che fa la bulla col fratello rimanendo impunita. Mi viene in mente una puntata dove ci sono lei e una sua amica che stanno giocando e c'è il fratellino (George mi pare) che vuole giocare, loro due lo mandano via malamente più e più volte, quando però decidono di giocare al dottore facendo rispettivamente il medico e l'infermiera hanno bisogno del paziente e quindi lo richiamano. Insomma, come insegnare a un bambino in età prescolare che il tuo fratellino va usato solo quando ti fa comodo.
Per quello che ho visto confermo che viene passato il messaggio che non si può fare affidamento che su se stessi per risolvere le cose, bisogna impegnarsi al massimo - concetto che è alla base della cultura giapponese.
La donna che bada alla casa e il padre che (quando c'è) non si occupa delle faccende domestiche? Sono i ruoli tipici degli anni in cui è ambientato Doraemon, io li ho trovati pari pari in Lamù: il sig. Moroboshi non c'è mai (perché è al lavoro) e quando c'è si rilassa, ma negli anni '80 le cose andavano così... Piuttosto spero che dia anche uno spaccato della società nipponica come succedeva nella serie della Takahashi, così ho qualche motivo in più per proporlo al mio nipotino di 4 anni al posto di Oggy e i Maledetti scarafaggi che in qualche momento si trova su tutti i canali dedicati ai bambini...
Agli inizi degli anni 80 tutti guardavamo fin da piccolissimi cartoni come Lady Oscar, Il tulipano nero, Georgie, Là sui monti con Annette, etc., perchè questo passava la tv, e molti avevano trame assai complesse, ma che dirti, noi le capivamo ed adoravamo. Sì, guardavo anche Lady Oscar a due anni, io e mia sorella avevamo anche l'album di figurine, come di quasi tutti gli anime dell'epoca, e pur ovviamente non comprendendo tutto il complesso contesto narrativo, riuscivo a cogliere i rapporti tra "buoni" e "cattivi", mi restavano impresse le scene delle ingiustizie, ed ero catturata dai disegni meravigliosi...Ho iniziato a disegnare in stile manga intorno a quell'età.
Ti farei veramente ascoltare la me che a due anni cantava la sigla di Conan ragazzo del futuro...Non è che io fossi prodigio, è che via via si è andati sottovalutando il potenziale insito nelle capacità di apprendimento dei bambini, stordendoli con storie cretine anzichè sottoporli fin da subito, senza troppi tabù, a trame complesse.
Anche io quando ero piccola guardavo sempre Doraemon, Keroro, mirmo, mermaid melody sono cresciuta con questi anime e mi capita ancora di vedere Doraemon e non mi ha mai insegnato niente di sbagliato perciò sono contraria a ciò che sostengono in questo articolo
Ma ovviamente! Io me lo gusto ancora oggi, alla mia veneranda età, anche e soprattutto per questo...come si diceva, vedi la tipica famigliola giapponese degli anni in cui la serie è stata concepita, tipiche case giapponesi, tipici cibi giapponesi (non so quanto avrei dato, da piccola, per mangiare i dolcetti di Doraemon, ovvero i dorayaki), le tipiche stradine dei quartieri residenziali che vedi nel mondo della Takahashi...è un deliziosissimo spaccato della società nipponica della sua epoca.
essendo un anime per bambini non è per nulla educativo anzi incita solo cose sbagliate.
non mi piaceva da piccola per fortuna, e continua a non piacermi.
kmq non apprezzo articoli del genere perché se si parla di anime nei giornali è sempre in modo negativo e questo influisce anche su anime meritevoli.
Vedi Doraemon in questo modo solo perchè non ti piace, ma è una visione decisamente distorta, dato che i comportamenti sbagliati vengono puntualmente condannati dal gatto robot.
Ho letto che molti hanno citato Peppa Pig ecc...
Cioè io sarei un cattivo genitore perché faccio guardare a mio figlio (3 anni) Peppa Pig (l'ho pure portato al cinema)? Perché se lo metto a dormire, faccio da mangiare, gioco assieme almeno 2 ore al giorno, porto a fare gite, mai menato o messo in castigo, mi alzo tutte le notti almeno due volte ecc non contano più nulla? Ora si giudica un genitore da cosa fa vedere a suo figlio?
Io faccio vedere Peppa Pig, così come faccio vedere Diego, Dora, Team umizoomi, Topolino, Bubles Guppies, Max e Ruby, e ogni tanto qualche film tipo Toy Story e Cars. Ora ditemi quale di questi titoli non è stato creato apposta per generare marketing?? Cioè chissenefrega se lo guardano tutti, a lui piace e son contento se è contento.
Nobita vuole spesso usare i gadget di Doraemon per risolvere i problemi o oziare ma spesso ne usa per troppo tempo o li usa male. Invece, da "bravo giapponese" dovrebbe essere responsabile, compiere il suo dovere e faticare.
Non so dove lavevo letto ma in Giappone le madri sono apprensive e vogliono che i figli arrivino al successo per cui fin da piccoli li spronano in modo ossessivo a studiare con doposcuola, corsi, eccc...
Il padre dovrebbe essere l'autorità di casa ma in effetti spesso non c'è, e quasi non si occupa delle questioni familiari.
Shizuka è l'ideale femminile dolce e gentile a cui il protagonista vuole dichiararsi ma non è mai all'altezza.
Gian è una figura negativa, un bulletto che usa la forza fisica per prevalere ma in realtà è tutt'altro che intelligente, e spesso la sua prepotenza gli si rivolge contro. Ma viene anche mostrato che è solo un bambino, non molto compreso dai genitori che lo spingono anche ad occuparsi del negozio. Mi pare anche che suo padre lo picchiava se combinava guai?
Suneo è il borghesuccio arrogante e viziato, ma anche antipatico e succube della forza fisica di Gian, e nonostante i soldi e i regali non sembra molto felice.
Doraemon è al contempo il superIo di Nobita e una sorta di mentore, o fratello maggiore, comunque sia idealizzato e diverso dai genitori che non lo comprendono
Se ci fate caso, i 4 bambini di Doraemon assomigliano fisicamente a quelli di Detective Conan e mi pare che da noi hanno praticamente gli stessi doppiatori!!!
E' un anime fatto da giapponesi per un pubblico di giapponesi. Lo trovo mooolto ripetitivo.
La cosa diseducativa per me è stata quando hanno mostrato dei personaggi nudi, va bene che per loro è normale ma ho visto un paio di volte Gian a pisellino di fuori o Shizuka colta mentre fa il bagno che si copre imbarazzata.
Ah, Peppa pig non lo paragonerei a Doraemon, è per una fascia di spettatori diversa, direi bambini dai 3 ai 6 anni, occidentali. E' solo la storia di questa famiglia e i problemi che si possono affrontare durante l'asilo, così i bambini e i genitori si identificano.
@GIGIO: non mi sembra che qualcuno qui abbia scritto che chi fa vedere Peppa Pig ai suoi figli sia un cattivo genitore...ognuno è libero di far vedere ai propri figli quel che gli pare. Se mi chiedi di dare un giudizio su Peppa Pig, è negativo. ma è un giudizio su Peppa Pig, non su di te come genitore. Non ho figli, se ne avessi glielo farei vedere se loro lo volessero, ma gli farei vedere anche i cartoni con cui sono cresciuta io, e che purtroppo ormai sono pressocchè scomparsi dalla tv, perchè penso che i bambini fin da piccoli meritino di essere stimolati con storie complesse ed emozionanti.
Se poi non dovessero apprezzare, rinuncerei, adeguandomi ai loro gusti.
...che però vanta una grande popolarità in tutto il mondo, a dimostrazione che in realtà certe dinamiche comportamentali sono assai più condivise universalmente di quel che pensi. E' facile per chiunque bimbo immedesimarsi in Nobita. E riguardo alla rigida educazione a cui sono sottoposti i bambini giapponesi, vorrei ricordare che la competitività è tipica anche delle società occidentali.
Nobita poi non viene chissà quanto tormentato dai suoi genitori, sua madre lo richiama in continuazione perchè non si accolla nessuna responsabilità, egli rappresenta un estremo, in quanto vorrebbe solo oziare e giocare.
Non mi sembra sia diseducativo instillare nei bambini il senso del dovere, bisogna responsabilizzarli.
C'è un tempo per giocare, ed un tempo per studiare/aiutare i genitori.
Quanto al fatto che a volte si vedano i bambini nudi, non ci vedo niente di censurabile, è un programma rivolto ai bambini, e se un adulto si eccita vedendo dei bambini nudi disegnati ha evidentemente dei problemi.
C'è da rabbrividire non tanto per il disaccordo e la morale fatta (de gustibus...), ma per il fatto che costui viva totalmente fuori dal mondo.
Doraemon è stato concepito nel '64 (50 anni fa - precisiamo!) e la serie animata risale al 1979 con quasi 1800 episodi all'attivo.
In pratica è come criticare un film di Charlie Chaplin per non avere l'audio. Ridicolo.
A me personalmente non è mai piaciuto, ma è innegabile che alcuni modelli umani sono e saranno sempre attuali, come il padre disinteressato tutto casa e lavoro, oppure il compagno bullo o l'amico ricco che si vanta dei propri averi. Tutti modelli comportamentali coerenti con la realtà e con ciò che avviene anche al giorno d'oggi.
La sua indignazione mi fa solo pensare che costui viva totalmente fuori dal mondo e che o è vissuto in una teca di cristallo o che si tratta di un pessimo padre nonché osservatore della società che lo circonda.
Ho citato Peppa Pig solo per far vedere la differenza di trattamento che hanno i cartoni occidentali e orientali, lo so che sono rivolti a target in teoria diversi. Quelli che vengono dal Giappone sono il male, sono violenti (Ken il guerriero, Goldrake), incitano all'omosessualità (Sailor Moon) o al bullismo e alla pigrizia (Doraemon), sono (pedo)pornografici, sono satanici... quelli occidentali sono tutti belli e buoni, anche quando mostrano cose non proprio educative (e Peppa che non vuole giocare col fratello e lo caccia via in malo modo, ma poi lo chiama perché le serve il paziente per il gioco del dottore per me è diseducativo, o comunque può essere recepito in maniera sbagliata dal bambino, soprattutto se ha un genitore che invece di educarlo e di passare del tempo con lui lo piazza davanti a una tv demandandole il compito educativo). O perlomeno, io sui giornali non ho mai letto polemiche contro Peppa Pig (cercando su internet ne ho trovato una ma riguardava gli animalisti, più vari articoli del web che però dubito abbiano avuto chissà quale grande risonanza al di fuori del loro sito), quelle contro Goldrake, Sailor Moon, Dragon Ball, Ken e tanti altri invece hanno fatto storia, purtroppo.
Oggi a pranzo ho visto qualche minuto di un cartone occidentale, credo americano, non so il titolo, comunque c'è il protagonista che in pratica diventa una supereroina...sì, è un travestito insomma.
Se fosse giapponese ti immagini le polemiche? Ma siccome è occidentale, tutto ok, e vada pure per questo ragazzino che indossa i tacchi per difendere la giustizia. Vabbè.
Poi sul tg2 hanno fatto un servizio relativo al live action giapponese di Lupin, ma più che parlare di quest'ultimo, hanno enfatizzato l'abitudine dei "giap" (sì, hanno usato proprio questo termine denigratorio) di "appropriarsi di qualcosa che non appartiene loro", ripropinandocelo sotto forma di manga ed anime, ed è così che hanno praticamente rubato all'Europa Arsenio Lupin con Lupin, la rivoluzione francese con Lady Oscar, la mitologia greca con Pollon, le alpi svizzere con Heidi, il calcio con Holly e Benji, la pallavolo con Mimì e Mila e Shiro, la cultura romana con Thermae Romae. Hanno detto che solo noi italiani gli abbiamo reso pan per focaccia, ma è successo più di 100 anni fa, con la Madama Butterfly...
Sì, come no, l'Occidente non si è mai ispirato alla cultura giapponese per creare qualcosa, infatti i vari Karate Kid, i Power Rangers, i remake di horror giapponesi, di Godzilla, le Tartarughe ninja, etc. sono tutte cose che non esistono.
Pessimo pezzo giornalistico alimentato da un palpabile astio. Mah!
Con quello che hai detto concordo su tutto e mi sono posto lo stesso dilemma anni fa e ne deriva sempre il classico stereotipo. Poi va detto che gli anime giapponesi (soprattutto quelli che vengono dagli anni 80 e che poi hanno lanciato questo cliché giappone = violenza, porno ecc...) non erano destinati ad un pubblico alle prime armi come gli under 6/7 anni. Diciamocelo Ken il Guerriero io a mio figlio non lo farei vedere che ha 3 anni, anche se glielo spiego è più adatto un altro genere. Ora c'è molta più distinzione per fasce di età, fortunatamente però come dici tu la gente ed i giornalisti ancora non lo hanno capito
Sinceramente preferisco molto di più le battute perchè su queste storie preferisco ridere e pensare che siano fatte a mò di troll piuttosto che credere che siano state scritte con cognizione di causa. Fatevela una risata ogni tanto su!
chi se ne frega, deve piacere ai bambini (non solo) e non a te pff
Per la cronaca, il papà di Nobita è un impiegato.
Cmq evidentemente, visto come il giornalista si è scandalizzato di fronte alle risposte della figlia, in Spagna le mamme non cucinano, non esistono papà che fumano, e i bambini non piangono mai.
Strano Paese la Spagna...
Tra l'altro, la mamma di Gian *lavora* in negozio, quindi come la mettiamo? Non è che le donne lavoratrici sono inesistenti nel mondo di Doraemon.
Per SheZow (cartone recente e non proprio famosissimo), basta cercare in rete e trovi un sacco di articoli. Gli articoli sono in parte positivi o comunque neutrali, stiamo comunque nel 2014, ma basta leggere i commenti e trovi gente che lo critica perché è un travestito contro fan di anime che citano Ranma 1/2 e LadyOscar, aggiungendo che è disegnato male perché non è giapponese. Diciamo che è passato in sordina.
Giusto per curiosità, perché Doraemon ha 50 anni? L'anime da 1000 episodi è del '79 e altri 20-300 episodi del 2005.
Eh, stiamo nel 2014 solo se si tratta di animazione occidentale, però! Non lo vedi il doppio standard?
Cito da Wikipedia:
"SheZow/Guy Hamdon è un tipico ragazzino di 12 anni ossessionato dalle differenze tra maschile e femminile, sempre pronto a denigrare tutto quello che appartiene all'altra metà del cielo. Scopre un vecchio anello appartenuto alla zia Agnes, che, appena indossato, lo trasforma in una super-eroina con capelli lunghi e stivali con tacco alto. Per trasformarsi usa la parola magica "vai ragazza!". Doppiato in Italia da Daniele Raffaeli."
Se fosse un cartone giapponese a quest'ora sarebbe stato distrutto dalla stampa e stracensurato.
Paragonare poi questa stupidaggine a Lady Oscar è un insulto al mondo dell'animazione in generale, visto lo spessore culturale del secondo, indipendentemente dal paese che l'ha prodotto.
Nasce come manga nel 1969, e la prima serie animata è stata prodotta nel 1973.
Io l'ho sempre seguito (e lo seguo tutt'ora su boing) e non lo trovo per nulla diseducativo, anzi...
è vero si che Nobita è pigro, svogliato e cerca sempre scorciatoie, però alla fine quando questo gli si ritorce sempre conto. E poi i ciuski li usa anche per fare del bene, non solo per scopo personali
Poi è vero che Gian è un bulletto, però più volte ha mostrato che in fondo ha un buon cuore
Tra il gatto e il bambino esiste un conflitto: Doraemon sospetta che Nobita non lo ami davvero, che voglia solo approfittarsi dei suoi poteri
Bhe, è vero che Nobita vuole sempre i suoi ciuski, però è anche vero che tra i 2 c'è una grande amicizia, e lo si vede in più episodi e anche nei film (in un film soprattutto in cui Doraemon era andato via e Nobita sta malissimo)
Anzi che non tiri in ballo i sassi dal cavalcavia come i nostrani Gad Lerner e Sant'oro.
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