Durante la giornata di martedì, in occasione dell’evento MIPCOM, che si tiene Cannes (Francia), è stata annunciata la messa in produzione di una nuova serie anime per Lupin III. Si tratta di un ritorno televisivo in grande stile, e dove mai poteva essere ambientata una nuova serie stilosa? Ebbene sì, il setting sarà tra l’Italia e San Marino!
Sicuramente il grande successo della serie TV Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine, del successivo film su Jigen, nonché il film live action, hanno incoraggiato i produttori ad intraprendere una nuova impresa, dato che dopo oltre un trentennio di animazione, i fan del ladro più abile del mondo non sembrano mai averne abbastanza.
Ma le novità non finiscono qui, Oricon e Anime News Network riportano la notizia che la serie sarà trasmessa in anteprima in Italia dal gruppo R.T.I. S.p.A. (acronimo di Reti Televisive Italiane), società che fa capo al Gruppo Mediaset.
Monkey Punch, creatore nel 1967 del manga originale Lupin III, ha commentato che è molto eccitato per il lancio di questo nuovo progetto, e non vede l’ora di vedere il nuovo exploits di Lupin.
Il veterano del franchise Kazuhide Tomonaga (Lupin III: La pietra della saggezza, Lupin III: il castello di Cagliostro, animatore chiave) sarà a capo degli animatori, Yuichiro Yano (Moyashimon, Francesca, Mujin Wakusei Survive, Patapata Hikosen no Boken/ Il segreto della sabbia) avrà il timone della regia, presso lo studio Telecom Animation Film, sulla base della sceneggiatura di Yuuya Takahashi (Donten ni Warau, Tiger & Bunny, Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no Bohyo).
Tomonaga ha dichiarato che il Lupin di quattro decadi fa, quello della sua generazione, è un Lupin totalmente diverso da quel personaggio rivisto e indirizzato ad un pubblico di bambini. Quel Lupin ha avuto un grande impatto sulla vecchia guardia di fan e vuole far conoscere questa versione adulta di Lupin anche alle nuove generazioni. Tomonaga vuole realizzare un’animazione coinvolgente, realistica, ma allo stesso tempo contaminata da elementi fantastici. Inoltre vuole tratteggiare il ritratto di un Lupin combattuto dal dualismo della sua personalità: comico dalla testa calda, ma allo stesso tempo riflessivo e calcolatore.
Fonte consultata:
Anime News Network
Sicuramente il grande successo della serie TV Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine, del successivo film su Jigen, nonché il film live action, hanno incoraggiato i produttori ad intraprendere una nuova impresa, dato che dopo oltre un trentennio di animazione, i fan del ladro più abile del mondo non sembrano mai averne abbastanza.
Ma le novità non finiscono qui, Oricon e Anime News Network riportano la notizia che la serie sarà trasmessa in anteprima in Italia dal gruppo R.T.I. S.p.A. (acronimo di Reti Televisive Italiane), società che fa capo al Gruppo Mediaset.
Testo dell’immagine:
“L’ambientazione, Italia e S. Marino: Lupin sta per cominciare un nuovo viaggio”
“L’ambientazione, Italia e S. Marino: Lupin sta per cominciare un nuovo viaggio”
Monkey Punch, creatore nel 1967 del manga originale Lupin III, ha commentato che è molto eccitato per il lancio di questo nuovo progetto, e non vede l’ora di vedere il nuovo exploits di Lupin.
Il veterano del franchise Kazuhide Tomonaga (Lupin III: La pietra della saggezza, Lupin III: il castello di Cagliostro, animatore chiave) sarà a capo degli animatori, Yuichiro Yano (Moyashimon, Francesca, Mujin Wakusei Survive, Patapata Hikosen no Boken/ Il segreto della sabbia) avrà il timone della regia, presso lo studio Telecom Animation Film, sulla base della sceneggiatura di Yuuya Takahashi (Donten ni Warau, Tiger & Bunny, Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no Bohyo).
Tomonaga ha dichiarato che il Lupin di quattro decadi fa, quello della sua generazione, è un Lupin totalmente diverso da quel personaggio rivisto e indirizzato ad un pubblico di bambini. Quel Lupin ha avuto un grande impatto sulla vecchia guardia di fan e vuole far conoscere questa versione adulta di Lupin anche alle nuove generazioni. Tomonaga vuole realizzare un’animazione coinvolgente, realistica, ma allo stesso tempo contaminata da elementi fantastici. Inoltre vuole tratteggiare il ritratto di un Lupin combattuto dal dualismo della sua personalità: comico dalla testa calda, ma allo stesso tempo riflessivo e calcolatore.
Fonte consultata:
Anime News Network
Per il doppiaggio non dovrebbe esserci nulla da temere. Il lavoro fatto da Mediaset per "La donna chiamata Fujiko Mine" è stato eccellente sotto tutti i punti di vista. L'unico mio timore è dato dal fatto che nella notizia c'è scritto:
"Tomonaga ha dichiarato che il Lupin di quattro decadi fa, quello della sua generazione, è un Lupin totalmente diverso da quel personaggio rivisto e indirizzato ad un pubblico di bambini. Quel Lupin ha avuto un grande impatto sulla vecchia guardia di fan e vuole far conoscere questa versione adulta di Lupin anche alle nuove generazioni."
E che quindi ci possa essere qualche sitazione potenzialmente da censurare, ma per questo bisogna comunque aspettare di capire il canale di destinazione.
Sono talmente carico che le questioni su diritti, adattamenti, doppiaggi, anteprime, ecc. al momento non mi interessano minimamente
E ora, come antipasto, sono in attesa del film su Jigen!!
fenomenale
P.S. Ho appena letto la nota di Blasto: ha perfettamente ragione, è una cosa assolutamente incredibile...
P.S. ho un'amico di FB che è regista di doppiaggio, piuttosto bravo, vi offro lui!
e sarà un Lupin con la giacca blu!!! °O° *O*
Sono contentissima!!!
Lo vedrò sicuramente e spero in una edizione BD/DVD.
Che notizia!
Il fatto che, per ragioni di sopravvivenza del mercato, gli anime inizino a globalizzarsi contenutisticamente, può far perdere la loro peculiarità.
A me piaceva quando i giapponesi sapevano rivolgersi al grande pubblico giapponese, conquistandolo. Poi si sono persi soddisfacendo i gusti di una nicchia, dovendo far fronte al crollo demografico. Probabilmente la nicchia da sola (gli otaku) non basta più per sostenere il mercato, e bisogna internazionalizzare il prodotto, in termini di target e contenuti. Ho letto un articolo in cui si parlava proprio del fatto che i giapponesi dovranno cercare sempre più collaboratori all'estero.
In pratica se come nel mio caso, si amano gli anime come veicolo della cultura nipponica, il fatto che ora il target di riferimento primario non sia più il pubblico giapponese ma il "mondo", non suona affatto come una bella notizia.
Non sto dicendo che volevo continuare a vedere solo roba per otaku, per carità, ma che mi sarebbe piaciuto se la rivoluzione fosse partita mantenendo comunque il pubblico giapponese come punto di riferimento primario. Purtroppo il Giappone è ormai un Paese di vecchi, e la magia degli anni 70/80 non si ripeterà. Quelli erano anime per i bambini, i ragazzi, e le famiglie giapponesi, che riuscivano genuinamente a conquistare anche noi italiani, senza che fossero stati studiati pensando al nostro gusto personale.
Chissà se sono riuscita a spiegare da dove deriva il mio rammarico...purtroppo non mi riesce di esprimermi meglio, ma se il trend che si affermerà sarà questo, so che pian piano perderò qualcosa di prezioso.
Ghostbusters era fatto quasi totalmente da giapponesi, al punto che spesso i fantasmi da catturare erano dei yokai
E spesso facevano sigle per i cartoni americani, a volte per tutto il mondo
altre volte per il solo mercato interno (attenzione: se siete metallari osannanti Tough Boy potreste darvi all'headbanging)
Per non parlare di intere serie fatte per l'America al solo scopo di vendere giocattoli, e stavolta nel 2000
Come insegna il primo episodio di Golden Boy "a parità di costi, conviene sempre lavorare per un cliente col maggior bacino d'utenza, per questo è importante vendere all'estero".
In pratica, NULLA DI NUOVO.
*Sì, CARTONI, in Giappone il termine Anime è nato con l'home video, prima erano "manga" nel senso di "cartoni". E in realtà è ancora così per la gente, che se gli dici "anime" capiscono che sono roba per gli otaku e la schifano (e ditemi se non c'è differenza a colpo d'occhio tra un Kaitou Joker e un Le fruit de la Grisaia)
Io opere ad altissimo budget piene di fantascienza, sesso e violenza le chiamo l'apice degli anime, non il declino.
Non capisco cosa ci sia di male nel fatto che gli anime siano indirizzati agli otaku, ossia agli appassionati. Dovrebbero forse cercare di vendere gli anime a persone a cui degli anime non frega niente? Sarebbe stupido e controproducente. L'unico modello che ti permette di coinvolgere un pubblico più ampio è, ad esempio, Crunchyroll. Peccato che con CR non ci fai neacnhe lontanamente abbastanza per produrre anime. Sinceramente spero che gli anime non diventino preda dei casual, quello si che vorrebbe dire limitarli, altro che gli otaku.
Grande Giove, è meraviglioso! io ho sempre adorato Lupin!!
Cosa c'entra il passato? Stavi parlando del presente. E poi l'unica cosa che ho detto del mercato italiano è che da noi non hai mai dovuto pagare l'equivalente di 600 euro per una serie, ovviamente quando viene rilasciata un'edizione italiana, non parlo di importazione. Sinceramente faccio fatica a capire a cosa ti riferisci.
Secondo me Lupin è sempre stato un prodotto adatto a qualsiasi mercato, visto che non è un anime tipicamente giapponese, le sue avventure e vicende si svolgono in tutto il mondo e sono simili a quelle dei film di azione occidentali.
Sono altri gli anime che mostrano usanze, tradizioni e stili di vita tipicamente giapponesi che non tutti potrebbero accettare o apprezzare.
Gli anime principalmente prodotti per il pubblico giapponese continueranno a essere prodotti comunque.
Questo era molto importante nel conferire ai cartoni giapponesi un carattere distintivo, che li ha sempre resi per certi aspetti "controversi" in Occidente.
Se adesso vengono pensati principalmente come prodotto internazionale, vedrai che, ad esempio, un riferimento all'omosessualità in un anime per bambini non lo vedrai più. Non so se mi spiego.
Probabilmente in futuro sarà come dici tu per quelle serie create apposta per il mercato occidentale anche se credo che qualche riferimento alla cultura giapponese ci sarà comunque, vista la recente iniziativa denominata Cool Japan lanciata dal governo giapponese per diffondere la cultura giapponese nel mondo.
Anche il film La storia della principessa splendente dello studio Ghibli, tratto dal Taketori Monogatari, che ha ricevuto ottime critiche da tutti i giornali occidentali fa ben sperare.
Poi ripeto, credo che gli anime per il pubblico giapponese ci saranno sempre, gli anime "occidentalizzati" saranno prodotti a parte.
Probabilmente fatico ad esprimermi. Ciò a cui mi riferisco è la transizione che sta avvenendo nel target: mentre in passato, a prescindere dalla tipologia di anime, si creava un prodotto che intendeva principalmente raccontare una storia ai giapponesi, secondo la loro ottica, ora invece è probabile che si considererà prioritario usare un linguaggio più universale, "occidentalizzato", per rivolgersi in primis al mercato globale.
Queste mie considerazioni non si basano solo su osservazioni personali; proprio di recente ho letto un articolo sullo stato dell'industria dell'animazione giapponese che confermava il trend.
Considera che in Italia ci sono state censure persino nei cartoni basati sulla letteratura occidentale, questo perchè spesso ritenuti troppo "duri" per un pubblico di bambini. Il fatto è che venivano prodotti principalmente per raccontare i romanzi occidentali ai giapponesi, non per essere digeriti da un pubblico occidentale, e sai bene che i nipponici, a differenza degli europei che tendono ad edulcorare tutto, possono mostrare scene crude anche nei cartoni per l'infanzia.
Si potrebbe verificare quindi un vero e proprio cambio di prospettiva nel raccontare le storie, per omologarsi agli standard internazionali, di stampo occidentale, riguardanti i prodotti per i giovani.
Fosse stata un'anteprima al di fuori del Giappone di un anime tipicamente giapponese avrebbe più senso, ma non è questo il caso.
Vedremo quanto questo nuovo trend - avere per target l'estero piuttosto che il pubblico domestico - si estenderà, e come cambierà l'industria dell'animazione nipponica. Al momento, a me l'idea non aggrada.
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