Essendo io un'amante delle storie romantiche, magari anche un po' tormentate, ma possibilmente a lieto fine, conosco bene l'argomento di cui sto per parlarvi anche se non sapevo avesse un nome ben preciso. E ad una settimana da S. Valentino, ci sta proprio bene!
In ogni shojo o drama che si rispetti ci sarà un episodio in cui il tempo cambierà improvvisamente, inizierà a piovere e uno dei due protagonisti, per svariate ragioni, sarà senza ombrello. Ma come per magia apparirà lui/lei che si offrirà di dividere il proprio ombrello, dando così riparo per almeno un tratto di strada. Fra rossori e imbarazzi, la vicinanza sarà di solito decisiva e darà una svolta alla storia. Questo è l'Ai ai gasa!
Più precisamente con questo termine si indica proprio l’ombrello che si condivide, quello che protegge gli innamorati dalla pioggia.
Spesso, il disegno stilizzato dell’ombrello con i nomi dei due innamorati scritti in verticale a destra e a sinistra del manico, simboleggia la relazione, un po' come facciamo noi mettendo le iniziali dentro ad un cuore.
Anche nelle macchinette delle purikura (le cabine fotografiche giapponesi, conosciute anche come Photo Sticker, che vi permettono di applicare filtri alle foto per farle diventare più attraenti, più divertenti o più trendy) spesso si può trovare l’opzione “ai ai gasa” fra le altre.
Ma questo clichè narrativo non è stato inventato di sana pianta dagli autori dei giorni nostri: in realtà ha un'origine che viene da lontano.
Infatti nel Giappone antico, i rituali di corteggiamento erano molto rigidi: per una ragazza non fidanzata era sconveniente farsi vedere in pubblico insieme ad un uomo che non fosse un parente (padre o fratello) e così i giovani non avevano la possibilità di frequentare la ragazza che amavano.
Ma il particolare clima giapponese veniva loro in aiuto grazie all'esistenza di una lunga stagione delle piogge (conosciuta come tsuyu), durante la quale era indispensabile uscire di casa portandosi dietro un ombrello (kasa). Gli innamorati perciò sfruttarono la cosa inventandosi uno stratagemma: stare insieme ad una ragazza riparandola dalla pioggia con il proprio ombrello era un comportamento galante ed accettabile e allo stesso tempo dava ai due la possibilità di rimanere soli ed iniziare a frequentarsi.
Il gesto di condividere l'ombrello prese così una connotazione romantica, e ben presto divenne il simbolo per indicare una coppia di innamorati.
Ed è anche per questo che durante i matrimoni tradizionali si potrà spesso notare la presenza di un ombrello rosso di artigianato giapponese tenuto sopra al capo degli sposi per difenderli dal sole e rievocare così quest'antica usanza.
Fonti consultate:
Wikipedia
Giapponemonamour
grazie, articolo molto interessante!
Conoscevo la storia e la trovo veramente molto romantica, soprattutto per il contesto in cui è nata: una furbizia degli aspiranti fidanzati per trovare il modo di parlarsi da soli
(l'immagine di Jintan che ripara Menma dalla pioggia di fiori, però, è una vera pugnalata al cuore da quanto è tenera... )
Bell'articolo, grazie Hachi!
E dopo aver imparato che esiste il nome per la situazione "spalmati contro il muro per ricevere la dichiarazione" scopro che c'è un nome per quella dell'ombrello avrà un nome pure la "lettera d'amore nell'armadietto delle scarpe"?
L'ombrellino stilizzato col nome dei 2 amanti (veri o presunti) di solito lo vediamo disegnato sulle lavagne di scuola dai compagni di classe che vogliono prendere in giro la coppia.
quando frequentavo le superiori un giorno piovve a dirotto e io come al solito mi ero scordato l'ombrello... ad un certo punto sento da dietro un "we" e vedo una compagna di classe che mi ripara col suo ombrello... il bello è che era una ragazza con cui non avevo un ottimo rapporto, ma per cui avevo preso comunque una cotta! non mi sarei mai aspettato un gesto simile da lei... anche se poi non c'è stato l'happy ending come negli shojo manga/anime, il nostro rapporto è rimasto lo stesso... ah come è diversa la cruda realtà rispetto alla fiction... XD
Mi ha riportato alla mente un giorno di anni fa in cui, mentre frequentavo un corso di informatica, portai sotto l'ombrello la ragazza più carina del corso fino alla fermata del bus. In quei momenti il cuore era a mille!!
"Condividendo un solo ombrello -
si bagna quello
più innamorato".
sapevo che i giapponesi usavano l'ombrello al posto dei cuori come siamo abituati qui, però non mi ero mai chiesto il motivo! Ora che l'ho scoperto ha un significato molto bello, oltre alla tradizione che trovo geniale.
Grazie per quest'altro articolo interessantissimo
Ormai questa rubrica è diventata quella che seguo più di tutte!
Tante volte ho dato per scontata la scena dell'ombrello... adesso la guarderò con occhi diversi!
Non ero a conoscenza della storia che caratterizza l'atto di condividere un ombrello. Ahah che furbetti i ragazzi giapponesi di un tempo che aspettavano la pioggia per poter stare del tempo con la propria amata. Ragazzi che però, ormai, non ci son più; infatti, le nuove generazioni giapponesi, sono molto più timide e dal fragile ego.
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