Cosa bisogna fare per avvicinarsi alla cultura di un paese? Come si può riuscire a capire la mentalità di un popolo? Sicuramente leggere e documentarsi aiuta, così come vederlo con i propri occhi, camminare per le sue strade e avendo tempo perdersi in esse.
Ma c'è un aspetto che, per la mia modesta esperienza, non va sottovalutato: il cibo!
La cucina di una nazione può dire molto di essa, soprattutto se tralasciamo i ristoranti stellati e ci avviciniamo alla cucina casalinga, quotidiana e soprattutto, perchè no, di strada!
Oggi quindi la piccola curiosità sarà il Menchi-katsu, perfetto esempio di street food ma anche di yoshoku, cioè piatti occidentali che sono stati trasformati e adattati al gusto nipponico diventando piatti tipici giapponesi.
Il Menchi-katsu è una crocchetta di carne macinata impanata e fritta che si può trovare facilmente, già pronta per essere divorat.... ehm consumata, presso macellerie, reparti alimentari dei grandi magazzini, konbini e supermarket. Il costo è minimo (circa 100 yen, meno di 1 euro) e spesso si accompagna alle korokke (crocchette di patate). La parola "menchi" significa appunto "carne macinata" mentre "katsu" vuol dire "cotoletta".
Da notare che il termine menchi-katsu è utilizzato prevalentemente nel Giappone orientale, mentre nel Giappone occidentale è più comunemente chiamato minchi-katsu.
Di solito si consuma camminando, magari come spuntino mentre si rientra a casa o per placare i morsi della fame prima di sedersi a tavola, ma se invece si ha la possibilità di gustarselo seduti, è di solito accompagnato dalla salsa Worcestershire o da quella Tonkatsu (una versione della Worcestershire addensata con purea vegetale) e adagiato su un letto di cavolo verza tagliato finissimo.
A volte è possibile anche trovarlo all'interno di un bento pronto, ma sembra che i più buoni siano venduti nel quartiere di Asakusa a Tokyo!
Ma si può preparare anche a casa nostra? Sicuramente! La ricetta è molto simile ad un comune hamburger. Vediamola insieme:
Ingredienti (per 4 persone):
400 grammi di carne macinata (meglio se metà di manzo e metà di maiale)
1/2 cipolla tritata finemente
1 cucchiaio di olio vegetale
2 tazze di panko (o pane grattato grossolanamente)
3 cucchiai di latte
2 uova grandi
Sale e pepe qb
2 cucchiai di farina
Olio vegetale per friggere
Procedimento:
Soffriggere la cipolla con l'olio fino ad imbiondirla. Lasciarle raffreddare. Mescolare bene in una ciotola la carne macinata con la cipolla tritata, il panko, il latte, un uovo, il sale e il pepe fino a quando tutto è ben amalgamato.
A parte iniziare a scaldare l'olio per friggere in una padella a fuoco medio e rompere il secondo uovo in un piatto.
Dividere l'impasto in 4 parti uguali e dare forma agli hamburger. Ognuno andrà poi passato nella farina, quindi nell'uovo sbattuto e quindi nel panko. A questo punto immergere i nostri menchi katsu nell'olio ben caldo e friggerli per circa 3/5 minuti girandoli più volte fino a raggiungere un bel colore marrone dorato. Far scolare ed asciugare su un tovagliolo di carta per un paio di minuti.
Itadakimasu!
Fonti consultate:
Japanesekitchen
Justhungry
Wikipedia
Non conoscevo questa specialità, ma la mangerei volentieri. Credo che farla in casa non abbia lo stesso sapore, ma ci proverò lo stesso!
Giappone...queste però mi mancano!
Anche se effettivamente direi che sono davvero occidentali,
fanno molto Happy Meal di Mc'Donald...
Grazie Hachi!
Grazie mille, Hachi, itadakimasu!!
Hachi, parole santissime! La cucina è uno degli elementi tipici di una nazione, mi dispiace vedere i miei amici che, quando vanno all'estero, si affannano a cercare locali dove vendono cibo italiano (salvo poi lamentarsi perché la pasta è scotta o la pizza è condita male) e non sono curiosi di assaggiare le specialità locali... A me, di solito, manca solo il caffè espresso: per la cucina non mi faccio molti scrupoli ad assaggiare!
@bradipolento: Concordo perfettamente con te. In ogni luogo secondo me si deve sperimentare la cucina locale. A volte si scoprono sapori che un tempo si ignoravano. Sinceramente trovo banale richiedere all'estero cibo italiano.
Concordo pienamente con Bradipo Lento... la prima regola per un italiano all'estero è: non cercare cibo italiano (e in certi paesi è veramente meglio portarsi dietro la moka da casa).
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