"Quando da piccolo vidi il film Django (1966) ne venni colpito profondamente e pensai che quel personaggio fosse molto figo. Quello fu l’inizio di tutto. (…) Poi, una volta cresciuto, decisi di vedere una seconda volta il film. Nonostante le recitazioni fin troppo calcate, le armi assurde e una marea di altri elementi che oggi farebbero storcere il naso, l’impressione finale rimase sempre la stessa: il personaggio di Django è davvero molto figo! (…) Ebbene sì, adoro i film western!”
Masasumi Kakizaki.
I 49 capitoli della miniserie Green Blood, pubblicati per la prima volta a puntate tra il giugno 2011 e il maggio 2013 sulla rivista Young Magazine di Kodansha, arrivano in Italia nell’ottobre 2013 suddivisi in cinque tankobon editi da Panini.
Scritta e disegnata da Masasumi Kakizaki (Rainbow, Hideout, Bestiarius), la storia inizialmente è ambientata in una verosimile New York subito dopo l'assassinio di Lincoln. Siamo nel 1865, per la precisione a Manhattan nel quartiere denominato "Five Points". Punto di arrivo per centinaia di migliaia di immigrati in cerca di una vita migliore, il famigerato distretto è raffigurato come un luogo praticamente senza legge, un inferno di miseria e sopraffazione teatro di scontri tra spietate gang per il controllo del territorio. In questo scenario cupo si svolge l'epopea di due fratelli di origine irlandese (quest’ultimo particolare ha ispirato il titolo della serie), il giovane idealista Luke Burns e il micidiale bounty killer Grim Reaper (aka Brad Burns), che si dipanerà con più ampio respiro attraverso tutti gli Stati Uniti. Stagliandosi sullo sfondo della grande Storia, il percorso tormentato dei Burns sfiorerà tematiche forti, quali l'immigrazione verso il miraggio del sogno americano, la schiavitù, la discriminazione razziale e lo sterminio dei pellerossa.
Il mito del Far West è stato da sempre fonte di inesauribile ispirazione affascinando i fumettisti di tutto il globo, basti pensare alla popolarità dei nostri Tex e Ken Parker, o a disegnatori internazionali di culto come Paolo Eleuteri Serpieri (Storie del West), Jean Jiraud (Blueberry), Leiji Matsumoto (Gun frontier) che si sono felicemente cimentati col genere svecchiandolo o reinterpretandolo. Tuttavia Masasumi Kakizaki, più che a questo fertile retroterra culturale, per Green Blood sembra piuttosto attingere a certa cinematografia di genere: lo “spaghetti western” di Sergio Leone e Sergio Corbucci in primis, per ammissione dello stesso autore, ma anche il Quentin Tarantino di Django unchained e il Martin Scorsese di Gangs of New York possono trasparire in filigrana. Filtrando questo humus cinefilo attraverso la sua personalissima cifra stilistica, non senza una meticolosa ricerca storico/iconografica prodiga di particolari, l’autore ci restituisce un affresco crudo e disincantato di straordinaria potenza evocativa con personaggi a tutto tondo vividamente tratteggiati.
Inizialmente concepita come una sorta di road movie, in cui i due fratelli avrebbero dovuto viaggiare attraverso tutti gli States, la vicenda prende la piega di una tetra saga familiare incentrata sui tre protagonisti principali. Brad Burns, soprannominato Dio della morte a causa delle sue capacità da killer, è il fratello maggiore di Luke ed esecutore per conto della banda Grave Diggers. E’ un bello e dannato, indurito da un’infanzia di soprusi, che tiene all'oscuro il fratello della sua attività di sicario e della sua ricerca del padre, Edward King, che vuole a tutti i costi uccidere per aver abbandonato i figli piccoli e la madre morente. Indossa sempre un cappello ed uno spolverino, con una pistola dotata di una lama posta a mo’ di baionetta alla fine della canna (gunblade). Luke Burns è un giovane ragazzo che lavora come scaricatore di porto per guadagnare il minimo necessario al sostentamento suo e di Brad. È onesto, odia le ingiustizie ed è molto legato al fratello maggiore, verso cui non smetterà di provare affetto e compassione anche dopo aver scoperto il suo segreto. Edward King è l’infernale capo banda dei Crimson, una gang tra le più ricercate d'America, ed è il padre dei due fratelli Burns. È stato un membro dei Grave Diggers e non si fa scrupoli nel tentare di uccidere entrambi i suoi figli.
La caratterizzazione dei fratelli Burns è profonda e sfaccettata. Il controverso Brad è un duro di poche, lapidarie parole (spesso accompagnate da copiosi spargimenti di sangue) e oscilla tra l'eterna dannazione nell'ossessiva ricerca di suo padre (e non certo per una reunion strappalacrime) e la conservazione di un barlume di umanità, riaffiorante nel complicato rapporto con Luke, ragazzo dal cuore d'oro e dal carattere tenace la cui forte bussola morale e nobiltà d'animo verranno costantemente messe a dura prova. I comprimari e gli altri personaggi che via via si incontreranno durante l'avventura, su cui spiccano la prostituta Emma, il giovane mandriano Ned e i numerosi villains di turno, sono tutti puntualmente descritti e dotati di forte personalità.
Con l'incalzante storytelling e la scansione di tavole dal fascino sempre più seducente, il racconto a tinte forti procede spedito e ineluttabile, dispensando azione e suspense unite a massicce dosi di violenza e a situazioni per adulti, non risparmiandosi neppure sui dettagli più cruenti, con gelida stilizzazione. Fra le pieghe della trama si incontra qualche cliché legato all'immaginario western puramente funzionale all'immersione nell'atmosfera e nel mito.
Un punto di forza di Green Blood è senz'altro rappresentato dai disegni: siamo di fronte ad una prova maiuscola da parte del maestro giapponese, che ci propone tavole di eccellente esecuzione tecnica e raffinata bellezza estetica, caratterizzate da un peculiare tratto grafico, energico e vibrante, e da un uso del chiaroscuro contrastato ed espressivo. Sovente le vignette sono squarciate da linee cinetiche spesse e decise che danno vigore e dinamicità alle scene d'azione. Molto interessante è l'uso del bianchetto e del dripping con tocchi che impreziosiscono le tavole monumentali e conferiscono alle scene un sapore pittorico molto ricercato. Notevole anche il lavoro eseguito sui retini sagomati su misura manualmente e senza computer.
Gli scenari, riccamente dettagliati, dipingono in modo plausibile l'atmosfera di degrado e squallore che doveva connotare il distretto di Manhattan del 1865, mentre un'attenzione incredibile viene data alla riproduzione dei costumi e delle armi, in cui si fa sfoggio di tutta l'erudizione del mangaka. La gunblade non è una novità ma, inserita in questo contesto, è un'idea rivisitata con una certa freschezza e tutto sommato funziona nel donare carisma al personaggio.In Italia Green Blood è edito dal 2013 per la Planet Manga, divisione della Panini, in due edizioni: la prima, al prezzo di 4,50€; la seconda, quella presa in esame, denominata "Deluxe", al prezzo di 6,50€, si presenta abbastanza ben curata e consta di 5 volumetti con sovraccoperta satinata a colori e titoli in rilievo. Il I volume contiene alcune pagine a colori. La grammatura della carta e la stampa si attestano su livelli abbastanza alti con una buona resa dei neri. In calce al IV e V tankobon sono inclusi alcuni extra, due postfazioni dell’autore e due schede di approfondimento, di cui una rassegna illustrata dell’armamentario e una piantina illustrata degli Stati Uniti con l’itinerario dei protagonisti intitolato: The route of Burns brothers.
In occasione della scorsa edizione di Lucca Comics & Games, la casa editrice ha invitato Masasumi Kakizaki in Italia a presentare la sua ultima fatica, Bestiarius. Qui il mangaka ha potuto incontrare i suoi fans ed ha esibito un saggio della sua tecnica di disegno in uno showcase dal vivo. Kakizaki ha anche rilasciato un'intervista esclusiva ad AnimeClick.it, che ha seguito tutte le apparizioni pubbliche del maestro e la ha documentate in un reportage completo.
Masasumi Kakizaki.
I 49 capitoli della miniserie Green Blood, pubblicati per la prima volta a puntate tra il giugno 2011 e il maggio 2013 sulla rivista Young Magazine di Kodansha, arrivano in Italia nell’ottobre 2013 suddivisi in cinque tankobon editi da Panini.
Scritta e disegnata da Masasumi Kakizaki (Rainbow, Hideout, Bestiarius), la storia inizialmente è ambientata in una verosimile New York subito dopo l'assassinio di Lincoln. Siamo nel 1865, per la precisione a Manhattan nel quartiere denominato "Five Points". Punto di arrivo per centinaia di migliaia di immigrati in cerca di una vita migliore, il famigerato distretto è raffigurato come un luogo praticamente senza legge, un inferno di miseria e sopraffazione teatro di scontri tra spietate gang per il controllo del territorio. In questo scenario cupo si svolge l'epopea di due fratelli di origine irlandese (quest’ultimo particolare ha ispirato il titolo della serie), il giovane idealista Luke Burns e il micidiale bounty killer Grim Reaper (aka Brad Burns), che si dipanerà con più ampio respiro attraverso tutti gli Stati Uniti. Stagliandosi sullo sfondo della grande Storia, il percorso tormentato dei Burns sfiorerà tematiche forti, quali l'immigrazione verso il miraggio del sogno americano, la schiavitù, la discriminazione razziale e lo sterminio dei pellerossa.
Il mito del Far West è stato da sempre fonte di inesauribile ispirazione affascinando i fumettisti di tutto il globo, basti pensare alla popolarità dei nostri Tex e Ken Parker, o a disegnatori internazionali di culto come Paolo Eleuteri Serpieri (Storie del West), Jean Jiraud (Blueberry), Leiji Matsumoto (Gun frontier) che si sono felicemente cimentati col genere svecchiandolo o reinterpretandolo. Tuttavia Masasumi Kakizaki, più che a questo fertile retroterra culturale, per Green Blood sembra piuttosto attingere a certa cinematografia di genere: lo “spaghetti western” di Sergio Leone e Sergio Corbucci in primis, per ammissione dello stesso autore, ma anche il Quentin Tarantino di Django unchained e il Martin Scorsese di Gangs of New York possono trasparire in filigrana. Filtrando questo humus cinefilo attraverso la sua personalissima cifra stilistica, non senza una meticolosa ricerca storico/iconografica prodiga di particolari, l’autore ci restituisce un affresco crudo e disincantato di straordinaria potenza evocativa con personaggi a tutto tondo vividamente tratteggiati.
Inizialmente concepita come una sorta di road movie, in cui i due fratelli avrebbero dovuto viaggiare attraverso tutti gli States, la vicenda prende la piega di una tetra saga familiare incentrata sui tre protagonisti principali. Brad Burns, soprannominato Dio della morte a causa delle sue capacità da killer, è il fratello maggiore di Luke ed esecutore per conto della banda Grave Diggers. E’ un bello e dannato, indurito da un’infanzia di soprusi, che tiene all'oscuro il fratello della sua attività di sicario e della sua ricerca del padre, Edward King, che vuole a tutti i costi uccidere per aver abbandonato i figli piccoli e la madre morente. Indossa sempre un cappello ed uno spolverino, con una pistola dotata di una lama posta a mo’ di baionetta alla fine della canna (gunblade). Luke Burns è un giovane ragazzo che lavora come scaricatore di porto per guadagnare il minimo necessario al sostentamento suo e di Brad. È onesto, odia le ingiustizie ed è molto legato al fratello maggiore, verso cui non smetterà di provare affetto e compassione anche dopo aver scoperto il suo segreto. Edward King è l’infernale capo banda dei Crimson, una gang tra le più ricercate d'America, ed è il padre dei due fratelli Burns. È stato un membro dei Grave Diggers e non si fa scrupoli nel tentare di uccidere entrambi i suoi figli.
La caratterizzazione dei fratelli Burns è profonda e sfaccettata. Il controverso Brad è un duro di poche, lapidarie parole (spesso accompagnate da copiosi spargimenti di sangue) e oscilla tra l'eterna dannazione nell'ossessiva ricerca di suo padre (e non certo per una reunion strappalacrime) e la conservazione di un barlume di umanità, riaffiorante nel complicato rapporto con Luke, ragazzo dal cuore d'oro e dal carattere tenace la cui forte bussola morale e nobiltà d'animo verranno costantemente messe a dura prova. I comprimari e gli altri personaggi che via via si incontreranno durante l'avventura, su cui spiccano la prostituta Emma, il giovane mandriano Ned e i numerosi villains di turno, sono tutti puntualmente descritti e dotati di forte personalità.
Con l'incalzante storytelling e la scansione di tavole dal fascino sempre più seducente, il racconto a tinte forti procede spedito e ineluttabile, dispensando azione e suspense unite a massicce dosi di violenza e a situazioni per adulti, non risparmiandosi neppure sui dettagli più cruenti, con gelida stilizzazione. Fra le pieghe della trama si incontra qualche cliché legato all'immaginario western puramente funzionale all'immersione nell'atmosfera e nel mito.
Un punto di forza di Green Blood è senz'altro rappresentato dai disegni: siamo di fronte ad una prova maiuscola da parte del maestro giapponese, che ci propone tavole di eccellente esecuzione tecnica e raffinata bellezza estetica, caratterizzate da un peculiare tratto grafico, energico e vibrante, e da un uso del chiaroscuro contrastato ed espressivo. Sovente le vignette sono squarciate da linee cinetiche spesse e decise che danno vigore e dinamicità alle scene d'azione. Molto interessante è l'uso del bianchetto e del dripping con tocchi che impreziosiscono le tavole monumentali e conferiscono alle scene un sapore pittorico molto ricercato. Notevole anche il lavoro eseguito sui retini sagomati su misura manualmente e senza computer.
Gli scenari, riccamente dettagliati, dipingono in modo plausibile l'atmosfera di degrado e squallore che doveva connotare il distretto di Manhattan del 1865, mentre un'attenzione incredibile viene data alla riproduzione dei costumi e delle armi, in cui si fa sfoggio di tutta l'erudizione del mangaka. La gunblade non è una novità ma, inserita in questo contesto, è un'idea rivisitata con una certa freschezza e tutto sommato funziona nel donare carisma al personaggio.In Italia Green Blood è edito dal 2013 per la Planet Manga, divisione della Panini, in due edizioni: la prima, al prezzo di 4,50€; la seconda, quella presa in esame, denominata "Deluxe", al prezzo di 6,50€, si presenta abbastanza ben curata e consta di 5 volumetti con sovraccoperta satinata a colori e titoli in rilievo. Il I volume contiene alcune pagine a colori. La grammatura della carta e la stampa si attestano su livelli abbastanza alti con una buona resa dei neri. In calce al IV e V tankobon sono inclusi alcuni extra, due postfazioni dell’autore e due schede di approfondimento, di cui una rassegna illustrata dell’armamentario e una piantina illustrata degli Stati Uniti con l’itinerario dei protagonisti intitolato: The route of Burns brothers.
In occasione della scorsa edizione di Lucca Comics & Games, la casa editrice ha invitato Masasumi Kakizaki in Italia a presentare la sua ultima fatica, Bestiarius. Qui il mangaka ha potuto incontrare i suoi fans ed ha esibito un saggio della sua tecnica di disegno in uno showcase dal vivo. Kakizaki ha anche rilasciato un'intervista esclusiva ad AnimeClick.it, che ha seguito tutte le apparizioni pubbliche del maestro e la ha documentate in un reportage completo.
Masasumi Kakizaki, con un approccio spigliato, un intreccio avvincente e un incisivo segno grafico, mette la sua firma su Green Blood, brillante esempio di sushi western innovativo e moderno che, pur non rinunciando a qualche appassionato omaggio di circostanza ai classici del cinema, fornisce una interessante rivisitazione del mito della frontiera selvaggia, inserendosi a pieno titolo nella più gloriosa tradizione del genere.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Green Blood 1 | € 4.50 | Panini Comics |
Green Blood 2 | € 4.50 | Panini Comics |
Green Blood 3 | € 4.50 | Panini Comics |
Green Blood 4 | € 4.50 | Panini Comics |
Green Blood 5 | € 4.50 | Panini Comics |
Green Blood - Box vuoto | € 6.90 | Panini Comics |
Green Blood - Cofanetto completo | € 32.00 | Panini Comics |
Green Blood Deluxe 1 | € 6.50 | Panini Comics |
Green Blood Deluxe 2 | € 6.50 | Panini Comics |
Green Blood Deluxe 3 | € 6.50 | Panini Comics |
Green Blood Deluxe 4 | € 6.50 | Panini Comics |
Green Blood Deluxe 5 | € 6.50 | Panini Comics |
Green Blood Omnibus | € 45.00 | Panini Comics |
Green Blood pensavo di recuperarlo a breve (anche se prima vorrei leggere Hideout), però vedendo ora queste tavole non so fino a quando potrò resistere... probabilmente fra 10 minuti sarò su Amazon ad ordinarlo. Sono una debole
Mea culpa che ho dato precedenza a tutt'altro...
Ciò che mi ha fatto innamorare di questo mangaka, è il suo modo di disegnare, di riuscire a creare tensione e far capire al lettore lo stato d'animo dei personaggi, per non parlare ovviamente del suo disegno curatissimo e dettagliatissimo. Inoltre reputo Rainbow, una delle opere più belle che abbia mai letto, una di quelle letture che ti sa emozionare.
Consiglio a tutti le sue opere!
Purtroppo invece, come narratore può ancora migliorare. Green Blood mi ha un po' lasciato l'amaro in bocca perché poteva essere ben più memorabile, e invece è rovinato da una storia che, dopo un inizio promettente, si affloscia in un finale un po' banale. I personaggi invece, pur carismatici, risultano abbastanza stereotipati (soprattutto Luke Burns). Insomma, si lascia leggere ma nulla più: come voto starei sul 7/8 (più il secondo per via dei disegni).
Detto questo, di Kakizaki mi manca solo da leggere Rainbow, che ovviamente collezionerò!
Motivazione dell'acquisto è stata proprio per via dei disegni. Nel caso di Hideout anche perchè è un horror e volevo vedere quanta tensione riusciva a comunicare.
Entrambi comunque non così favolosi come sono stati dipinti e come ha detto anche Metal_Movie90 tendono ad avere alcuni contenuti banali.
Quindi scartati i disegni sono abbastanza ordinari.
Rainbow ho seguito l'anime (però mai avuto il tempo di concluderlo) non credo comprerò l'opera. Invece stavo valutando Bestiarius, anche se sono abbastanza titubante.
A si, la sovracoperta di Hideout, quella è tanta roba!
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