Credere che lo shojo manga sia fatto solo di storie romantiche ambientate tra i banchi di scuola, è un grosso e comunissimo errore; il manga per ragazze non disdegna infatti la componente soprannaturale o fantasy, specie quella che trasporta il lettore in uno spazio-tempo lontano e favoleggiante. Ai giorni nostri, in tal senso, dominano in Giappone Princess, Princess Gold e Mistery Bonita, magazine di casa Akita Shoten che raccolgono storie fantasy dal taglio maturo e dall’ambientazione esotica. Seppur con stili e temi diversi, anche le riviste dell’editore Hakusensha non trascurano il genere fantasy, tanto che Hana to Yume, Lala e Lala DX, offrono oggi alcuni tra gli shojo fantasy attualmente di maggior successo: Akagami no Shirayukihime, Soredemo sekai wa utsukushii e Akatsuki no Yona. La dolce Shirayuki godrà della sua serie animata nel corso dell’estate 2015, mentre Nike e la rossa Yona hanno già beneficiato dei propri anime durante il 2014. In particolare, Yona dispiega la sua storia nel corso di 24 episodi, cosa oggi abbastanza rara, specie per uno shojo di questo genere.
La giovane Yona, unica figlia del Re Il, vive i suoi giorni a palazzo in maniera felice e spensierata, sospirando d’amore per l’adorato cugino Soo-Won. Il suo unico problema sembra essere l’inusuale chioma rossa, ma dopotutto, se anche l’amato apprezza, allora pure quei bizzarri capelli possono diventare motivo di soddisfazione. Il mondo della ragazza cambia improvvisamente quando Soo-Won usurpa il trono uccidendo il sovrano. Una Yona ancora attonita viene tratta in salvo dall’amico d’infanzia e servitore Hak, che la porta via da palazzo conducendola alla sua tribù di origine. Dopo un breve ma doloroso viaggio i due giovani giungono infine da Ik-Soo, detentore di un’antica profezia secondo la quale Yona dovrà radunare quattro draghi, i quali le doneranno il loro potere così come fecero in passato per il leggendario Re Hiryuu.
Yona non sa ancora cosa questa profezia significhi, né quale sia la cosa migliore da fare, né come contenere i sentimenti contrastanti che prova per Soo-Won; adesso il suo unico desiderio è proteggere se stessa e coloro che ama, per cui parte insieme ad Hak e al giovane medico Yun alla ricerca dei misteriosi draghi.
Sentendo parlare di una ragazza il cui scopo principale è riunire dei guerrieri, il primo campanello d’allarme che suonerà per i lettori/spettatori più navigati, sarà probabilmente Fushigi Yuugi, l’opera più famosa di Yuu Watase. Se è vero che l’influenza del manga della Watase ha colpito molte autrici delle generazioni successive e il manga di Mizuho Kusanagi risente di svariate influenze anni ’90, le somiglianze tra le due opere sono solo superficiali, poiché trama e caratterizzazione dei personaggi perseguono fini totalmente differenti. Un punto in comune (seppur con qualche piccola differenza) tra le due opere riguarda però il rapporto tra la protagonista e i suoi guerrieri: così come le stelle di Suzaku seguono e affiancano Miaka in ogni passo del suo cammino, allo stesso modo i draghi di Yona provano per la ragazza un sentimento che pare sfiorare l’amore (in un’occasione Ki-ja usa, tra gli altri, il termine “Aishiteru” riferendosi a Yona) ma che allo stesso tempo va oltre, trascendendo in una sorta di devozione divina. Non chiamatelo “reverse-harem” quindi, perché il sentimento che accompagna i quattro draghi è lo stesso che si prova per una divinità, qualcosa che è inciso sulla loro pelle e nel loro sangue; la loro esistenza è tale in virtù di quella di Yona. Completamente diverse sono invece le due protagoniste, perché se Miaka inizia la sua avventura come un gioco per sfuggire alla realtà domestica e scolastica, Yona prende la situazione in modo molto serio sin dall’inizio, poiché al suo viaggio è legata la sua stessa sopravvivenza. Uno dei tempi portanti della serie anime di Akatsuki no Yona è appunto quello del viaggio, visto non nell’ottica di un semplice e passivo pellegrinaggio ma di un percorso che la porterà a cambiare se stessa e il suo modo di vedere il mondo. L’omicidio del padre, la disperata fuga da palazzo e la realtà che si mostra davanti ai suoi occhi ingenui, rappresentano il crollo di quella che era stata la sua vita fino a quel momento: una vita pacifica e tranquilla, l’ideale di un padre buono come genitore e sovrano vengono distrutti dalla crudeltà che vige fuori dalle mura di palazzo, dalla fame, dalla morte e dai soprusi che i più deboli sono costretti a subire. Yona vive quindi un contrasto interno tra la vecchia e la nuova se stessa, la quale deve armarsi di coraggio per poter andare avanti e sopravvivere. Il taglio di capelli, che spesso rappresenta per le ragazze la voglia di cambiamento, è qui un atto intrinsecamente legato all’abbandono del proprio io passato che fa spazio ad una rinnovata se stessa, a quel nuovo io che si troverà costretto anche a togliere la vita per aver salva la propria. La nuova Yona è quindi un personaggio che vive all'insegna dei contrasti, anche e soprattutto per ciò che concerne i sentimenti per Soo-Won, l’uomo che ha distrutto la sua vita ma che al contempo non riesce a scacciare dal proprio cuore.
Yona è quindi un personaggio che cresce e cambia, piange e ride ma esprime sempre i suoi sentimenti con un’eleganza discreta che non sfocia mai nel dramma patetico e artificioso, permettendo così allo spettatore di comprendere al meglio le sue emozioni. Utile ricordare a tal proposito che Akatsuki no Yona è tratto da un manga perfettamente inquadrabile nel cosiddetto “stile Hakusensha”, i cui shojo, con le dovute eccezioni, seguono determinate linee guida che li distinguono dalle altre pubblicazioni per alcuni tratti comuni e peculiari. Come detto inizialmente, il fantasy di Akatsuki no Yona e delle sue colleghe di rivista è abbastanza diverso da quello dei prodotti Akita Shoten, e offre un taglio meno realistico e serio, o meglio, pur conservando una certa maturità, si rende più accessibile anche alle lettrici/spettatrici molto giovani: senza fossilizzarsi sul pathos perenne, sul romanticismo concreto e fisico, o sul dramma ammorbante, la serie viaggia sul doppio binario del serio e faceto, per cui non rinuncia, per la maggior parte del tempo, ad un’atmosfera positiva e allegra. Inutile quindi paragonare questa serie ad un fantasy di tipo adulto e maturo, ad un qualsiasi manga fantasy di Chie Shinohara o peggio ancora a qualcosa che si rivolge a tutt’altro target; il suo intento non è evidentemente quello di offrire un drammone lacrimevole o dei personaggi a misura di adulto pretenzioso.
Anche se è facilmente intuibile che Yona sia la protagonista indiscussa della serie e punto focale attorno a cui tutto ruota, i personaggi comprimari, tra l’altro abbastanza numerosi, sono stati tratteggiati con cura. Il misterioso Soo-Won, l’amico/protettore Hak, il medico Yun e i quattro draghi sono presenze costanti nella vita di Yona, con un ruolo e un carattere ben definito. Ognuno di essi ha delle caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono, creando all’interno del gruppo un’ottima alchimia di caratteri. Discorso diverso per Soo-Won, i cui intenti non sono stati ancora del tutto svelati, che da presenza amorevole nella mente e nel cuore di Yona, cambia il suo ruolo, diventando per la ragazza motivo di tormento e tristezza e allo stesso tempo motore propulsivo della sue azioni e del suo cambiamento. Yona, Hak e Soo-Won formano un triangolo la cui maggiore evidenza è attualmente la posizione di svantaggio della bella bestia del tuono, Hak, palesemente innamorato della sua principessa ma allo stato attuale fuori dal suo campo visivo. Il sentimento romantico e la caratterizzazione dei personaggi in tal senso, si discosta dall’attuale immaginario dello shojo romantico che vede quasi sempre al comando un ragazzo bello e dominante a fronte di una ragazza abbastanza inerme e priva di personalità tanto da poter essere plasmata con le sue mani. Nel caso di Akatsuki no Yona vi è un vero e proprio ribaltamento della prospettiva, nella quale, pur senza consapevolezza, è Yona a decretare i tempi e le azioni del suo spasimante, il quale a sua volta, riconoscendone la determinazione e il coraggio, si adatta alle sue decisioni, proteggendola da lontano ma lasciandole sempre la libertà di essere, senza imposizioni e prevaricazioni. Nota di merito in un panorama in cui sembra impossibile che una protagonista femminile respiri e decida da sé, senza farsi influenzare o prevaricare dal protagonista maschile.
Lo Studio Pierrot, che già in passato aveva curato Fushigi Yuugi e recentemente il collega di rivista Soredemo Sekai wa Utsukushii, confeziona un prodotto molto ben curato dal punto di vista tecnico. A parte qualche scivolone sulle proporzioni e animazioni a volte un po’ statiche, l’anime di Akatsuki no Yona conserva il bel chara della Kusanagi mettendo in evidenza il fascino dei personaggi maschili ma anche quello di Yona. Se design e regia fanno il loro dovere ma non spiccano per particolari meriti, altrettanto non si può dire per la colonna sonora, vero punto di forza del comparto tecnico dell’anime. Ryo Kunihiko, memore del lavoro svolto su Saiunkoku Monogatari, crea una colonna sonora che perfettamente si adatta all’ambientazione spazio temporale della storia, con brani ricchi di archi e suggestioni orientali, basti pensare alla prima opening, dal titolo Akatsuki no Yona, interamente strumentale ma che trasporta immediatamente lo spettatore nelle atmosfere della storia. Di altro stampo ma sempre dolce e delicata è la prima ending, Yoru dei vistlip. Dalla seconda metà della serie, le sigle di Yona sembrano voler cambiare pelle ed è proprio la opening Akatsuki no Hana delle Cyntia, che grazie al suo ritmo dance e frenetico rompe completamente il legame con la canzone che l’aveva preceduta. Scelta sicuramente spiazzante ma dopo qualche ascolto si riesce a fare l’orecchio al suo ritmo concitato, il quale è in una certa misura anche galvanizzante. Peccato però per il riciclo di quasi tutte le scene della precedente sigla di apertura. Discorso a parte per la seconda bellissima ending, Akatsuki, composta, arrangiata e cantata dall’infallibile Akiko Shikata, famosa tra i videogiocatori per i suoi contributi alla colonna sonora di Ar Tonelico, Tales of Symphonia, Ar no surge e alcuni capitoli della serie Atelier. Gli amanti degli anime la ricorderanno invece per la particolarissima opening di Umineko no naku koro ni e recentemente per la ost di Cross Ange. Come suo solito la Shikata compone una canzone che mischia elementi celtici con tipicità dei canti religiosi, della musica classica e orientale, ottenendo una miscela che unita al suo particolarissimo timbro di voce crea qualcosa di assolutamente fuori dall’ordinario.
Il doppiaggio vede alla ribalta tutti i seiyuu già sentiti nel vecchio drama cd, con Chiwa Saito e Tomoaki Maeno pronti a spiccare su tutti con le loro ottime interpretazioni.
La giovane Yona, unica figlia del Re Il, vive i suoi giorni a palazzo in maniera felice e spensierata, sospirando d’amore per l’adorato cugino Soo-Won. Il suo unico problema sembra essere l’inusuale chioma rossa, ma dopotutto, se anche l’amato apprezza, allora pure quei bizzarri capelli possono diventare motivo di soddisfazione. Il mondo della ragazza cambia improvvisamente quando Soo-Won usurpa il trono uccidendo il sovrano. Una Yona ancora attonita viene tratta in salvo dall’amico d’infanzia e servitore Hak, che la porta via da palazzo conducendola alla sua tribù di origine. Dopo un breve ma doloroso viaggio i due giovani giungono infine da Ik-Soo, detentore di un’antica profezia secondo la quale Yona dovrà radunare quattro draghi, i quali le doneranno il loro potere così come fecero in passato per il leggendario Re Hiryuu.
Yona non sa ancora cosa questa profezia significhi, né quale sia la cosa migliore da fare, né come contenere i sentimenti contrastanti che prova per Soo-Won; adesso il suo unico desiderio è proteggere se stessa e coloro che ama, per cui parte insieme ad Hak e al giovane medico Yun alla ricerca dei misteriosi draghi.
Sentendo parlare di una ragazza il cui scopo principale è riunire dei guerrieri, il primo campanello d’allarme che suonerà per i lettori/spettatori più navigati, sarà probabilmente Fushigi Yuugi, l’opera più famosa di Yuu Watase. Se è vero che l’influenza del manga della Watase ha colpito molte autrici delle generazioni successive e il manga di Mizuho Kusanagi risente di svariate influenze anni ’90, le somiglianze tra le due opere sono solo superficiali, poiché trama e caratterizzazione dei personaggi perseguono fini totalmente differenti. Un punto in comune (seppur con qualche piccola differenza) tra le due opere riguarda però il rapporto tra la protagonista e i suoi guerrieri: così come le stelle di Suzaku seguono e affiancano Miaka in ogni passo del suo cammino, allo stesso modo i draghi di Yona provano per la ragazza un sentimento che pare sfiorare l’amore (in un’occasione Ki-ja usa, tra gli altri, il termine “Aishiteru” riferendosi a Yona) ma che allo stesso tempo va oltre, trascendendo in una sorta di devozione divina. Non chiamatelo “reverse-harem” quindi, perché il sentimento che accompagna i quattro draghi è lo stesso che si prova per una divinità, qualcosa che è inciso sulla loro pelle e nel loro sangue; la loro esistenza è tale in virtù di quella di Yona. Completamente diverse sono invece le due protagoniste, perché se Miaka inizia la sua avventura come un gioco per sfuggire alla realtà domestica e scolastica, Yona prende la situazione in modo molto serio sin dall’inizio, poiché al suo viaggio è legata la sua stessa sopravvivenza. Uno dei tempi portanti della serie anime di Akatsuki no Yona è appunto quello del viaggio, visto non nell’ottica di un semplice e passivo pellegrinaggio ma di un percorso che la porterà a cambiare se stessa e il suo modo di vedere il mondo. L’omicidio del padre, la disperata fuga da palazzo e la realtà che si mostra davanti ai suoi occhi ingenui, rappresentano il crollo di quella che era stata la sua vita fino a quel momento: una vita pacifica e tranquilla, l’ideale di un padre buono come genitore e sovrano vengono distrutti dalla crudeltà che vige fuori dalle mura di palazzo, dalla fame, dalla morte e dai soprusi che i più deboli sono costretti a subire. Yona vive quindi un contrasto interno tra la vecchia e la nuova se stessa, la quale deve armarsi di coraggio per poter andare avanti e sopravvivere. Il taglio di capelli, che spesso rappresenta per le ragazze la voglia di cambiamento, è qui un atto intrinsecamente legato all’abbandono del proprio io passato che fa spazio ad una rinnovata se stessa, a quel nuovo io che si troverà costretto anche a togliere la vita per aver salva la propria. La nuova Yona è quindi un personaggio che vive all'insegna dei contrasti, anche e soprattutto per ciò che concerne i sentimenti per Soo-Won, l’uomo che ha distrutto la sua vita ma che al contempo non riesce a scacciare dal proprio cuore.
Yona è quindi un personaggio che cresce e cambia, piange e ride ma esprime sempre i suoi sentimenti con un’eleganza discreta che non sfocia mai nel dramma patetico e artificioso, permettendo così allo spettatore di comprendere al meglio le sue emozioni. Utile ricordare a tal proposito che Akatsuki no Yona è tratto da un manga perfettamente inquadrabile nel cosiddetto “stile Hakusensha”, i cui shojo, con le dovute eccezioni, seguono determinate linee guida che li distinguono dalle altre pubblicazioni per alcuni tratti comuni e peculiari. Come detto inizialmente, il fantasy di Akatsuki no Yona e delle sue colleghe di rivista è abbastanza diverso da quello dei prodotti Akita Shoten, e offre un taglio meno realistico e serio, o meglio, pur conservando una certa maturità, si rende più accessibile anche alle lettrici/spettatrici molto giovani: senza fossilizzarsi sul pathos perenne, sul romanticismo concreto e fisico, o sul dramma ammorbante, la serie viaggia sul doppio binario del serio e faceto, per cui non rinuncia, per la maggior parte del tempo, ad un’atmosfera positiva e allegra. Inutile quindi paragonare questa serie ad un fantasy di tipo adulto e maturo, ad un qualsiasi manga fantasy di Chie Shinohara o peggio ancora a qualcosa che si rivolge a tutt’altro target; il suo intento non è evidentemente quello di offrire un drammone lacrimevole o dei personaggi a misura di adulto pretenzioso.
Anche se è facilmente intuibile che Yona sia la protagonista indiscussa della serie e punto focale attorno a cui tutto ruota, i personaggi comprimari, tra l’altro abbastanza numerosi, sono stati tratteggiati con cura. Il misterioso Soo-Won, l’amico/protettore Hak, il medico Yun e i quattro draghi sono presenze costanti nella vita di Yona, con un ruolo e un carattere ben definito. Ognuno di essi ha delle caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono, creando all’interno del gruppo un’ottima alchimia di caratteri. Discorso diverso per Soo-Won, i cui intenti non sono stati ancora del tutto svelati, che da presenza amorevole nella mente e nel cuore di Yona, cambia il suo ruolo, diventando per la ragazza motivo di tormento e tristezza e allo stesso tempo motore propulsivo della sue azioni e del suo cambiamento. Yona, Hak e Soo-Won formano un triangolo la cui maggiore evidenza è attualmente la posizione di svantaggio della bella bestia del tuono, Hak, palesemente innamorato della sua principessa ma allo stato attuale fuori dal suo campo visivo. Il sentimento romantico e la caratterizzazione dei personaggi in tal senso, si discosta dall’attuale immaginario dello shojo romantico che vede quasi sempre al comando un ragazzo bello e dominante a fronte di una ragazza abbastanza inerme e priva di personalità tanto da poter essere plasmata con le sue mani. Nel caso di Akatsuki no Yona vi è un vero e proprio ribaltamento della prospettiva, nella quale, pur senza consapevolezza, è Yona a decretare i tempi e le azioni del suo spasimante, il quale a sua volta, riconoscendone la determinazione e il coraggio, si adatta alle sue decisioni, proteggendola da lontano ma lasciandole sempre la libertà di essere, senza imposizioni e prevaricazioni. Nota di merito in un panorama in cui sembra impossibile che una protagonista femminile respiri e decida da sé, senza farsi influenzare o prevaricare dal protagonista maschile.
Lo Studio Pierrot, che già in passato aveva curato Fushigi Yuugi e recentemente il collega di rivista Soredemo Sekai wa Utsukushii, confeziona un prodotto molto ben curato dal punto di vista tecnico. A parte qualche scivolone sulle proporzioni e animazioni a volte un po’ statiche, l’anime di Akatsuki no Yona conserva il bel chara della Kusanagi mettendo in evidenza il fascino dei personaggi maschili ma anche quello di Yona. Se design e regia fanno il loro dovere ma non spiccano per particolari meriti, altrettanto non si può dire per la colonna sonora, vero punto di forza del comparto tecnico dell’anime. Ryo Kunihiko, memore del lavoro svolto su Saiunkoku Monogatari, crea una colonna sonora che perfettamente si adatta all’ambientazione spazio temporale della storia, con brani ricchi di archi e suggestioni orientali, basti pensare alla prima opening, dal titolo Akatsuki no Yona, interamente strumentale ma che trasporta immediatamente lo spettatore nelle atmosfere della storia. Di altro stampo ma sempre dolce e delicata è la prima ending, Yoru dei vistlip. Dalla seconda metà della serie, le sigle di Yona sembrano voler cambiare pelle ed è proprio la opening Akatsuki no Hana delle Cyntia, che grazie al suo ritmo dance e frenetico rompe completamente il legame con la canzone che l’aveva preceduta. Scelta sicuramente spiazzante ma dopo qualche ascolto si riesce a fare l’orecchio al suo ritmo concitato, il quale è in una certa misura anche galvanizzante. Peccato però per il riciclo di quasi tutte le scene della precedente sigla di apertura. Discorso a parte per la seconda bellissima ending, Akatsuki, composta, arrangiata e cantata dall’infallibile Akiko Shikata, famosa tra i videogiocatori per i suoi contributi alla colonna sonora di Ar Tonelico, Tales of Symphonia, Ar no surge e alcuni capitoli della serie Atelier. Gli amanti degli anime la ricorderanno invece per la particolarissima opening di Umineko no naku koro ni e recentemente per la ost di Cross Ange. Come suo solito la Shikata compone una canzone che mischia elementi celtici con tipicità dei canti religiosi, della musica classica e orientale, ottenendo una miscela che unita al suo particolarissimo timbro di voce crea qualcosa di assolutamente fuori dall’ordinario.
Il doppiaggio vede alla ribalta tutti i seiyuu già sentiti nel vecchio drama cd, con Chiwa Saito e Tomoaki Maeno pronti a spiccare su tutti con le loro ottime interpretazioni.
Akatsuki no Yona non è una serie innovativa, a volte è fin troppo ingenua ed è probabilmente quel tipo di storia che rende meglio in versione cartacea, poiché alcune lungaggini appaiono come più cospicue quando i tempi sono dettati dagli episodi televisivi. L’anime si chiude senza un vero finale dato che copre, in maniera abbastanza fedele, poco meno di 8 volumi sui 17 attualmente pubblicati in Giappone. Insomma, la serie si dispiega con un ritmo abbastanza lento per permettere allo spettatore di conoscere al meglio Yona e compagni, offrendo una visione dello scorcio iniziale di quella che sarà la grande avventura del gruppo di guerrieri capitanati dalla rossa principessa. A fronte di qualche difetto, Akatsuki no Yona è una serie gradevolissima ed emozionante, con dei personaggi ben caratterizzati e una trama interessante, che non sprofonda mai nel dramma e nel sentimentalismo becero e costruito a tavolino. Yona è un’ottima protagonista femminile, che in un’era dominata da ragazze prive di personalità propria e incapaci di muovere un passo senza essere tenute per mano, si erge sulle colleghe di categoria mostrando come ancora oggi il “girl power” esista, perché una donna potente non è una donna che nasce forte ma una che lo diventa, piangendo, sacrificando, lottando e vivendo intensamente tutti i contrasti del suo cuore.
Akatsuki no Yona è una serie consigliabile a chiunque voglia godersi un’avventura che sappia essere leggera e profonda, sentimentale ma non smielata, forte e delicata. Sembra che le eroine di casa Hakusensha stiano vivendo il loro momento di gloria, mettendo in mostra quello che personalmente considero il lato bello dello shojo manga, quello che non ingabbia protagoniste femminili e partner maschili negli stereotipi più beceri e svilenti, e da amante dei manga per ragazze, non posso che gioire di questa ribalta che, si spera sia, solo all’inizio.
Akatsuki no Yona è una serie consigliabile a chiunque voglia godersi un’avventura che sappia essere leggera e profonda, sentimentale ma non smielata, forte e delicata. Sembra che le eroine di casa Hakusensha stiano vivendo il loro momento di gloria, mettendo in mostra quello che personalmente considero il lato bello dello shojo manga, quello che non ingabbia protagoniste femminili e partner maschili negli stereotipi più beceri e svilenti, e da amante dei manga per ragazze, non posso che gioire di questa ribalta che, si spera sia, solo all’inizio.
Fra una cosa e l'altra io con Yona sono rimasto ancorato a metà, ma prima o poi continuo, visto che la serie, a parte un ritmo un po' troppo lento in alcuni punti, era molto sobria, interessante e di gran fascino. Spiace solo che sicuramente non vedrò l'odioso Soo Won impiccato per i suoi lunghi capelli nel finale
Mi piacevano molto l'ambientazione, il disegno e la colonna sonora.
Questi anime (mettiamoci anche Soredemo) che passano un po' sotto traccia (fortunatamente i Neko awards ne hanno riconosciuto il valore) sono la dimostrazione più lampante che i discorsi da vecchi nostalgici sull'animazione giapponese di una volta che non c'è più, sono quantomeno superficiali e poco sensati.
e una parte iniziale con troppi flashback, cosa che distrugge il ritmo.
Per il resto è un'opera che fa abbastanza bene nel suo genere.
Tuttavia quest'opera gioca comunque abbastanza sullo stato di damsel in distress della protagonista, cosa che dubito si scrollerà di dosso se non durante le battute finali, in quanto è alla base della conflittualità sentimentale fra i due protagonisti (specie Hak).
Di certo non diverrà una novella Balsa (ma comunque non c'è da aspettarselo).
AnY è uno degli anime che ho apprezzato maggiormente nell'ultimo periodo. Mi piace come hanno caratterizzato tutti i personaggi, e la crescita che fa Yona da principessa ingenua e viziata a donna adulta che cerca di trovare un senso a quello che le è successo e un nuovo ruolo nel mondo. Inoltre, la prima opening spaccava.
(E tutto questo è detto da una che, di regola, odia i reverse harem... ma AnY distrugge la divisione per etichette e generi e va allegramente per la sua strada!)
Spero moltissimo in una seconda serie e chissà, forse vedremo il manga prima o poi...?
Akatsuki no Yona è una serie che è andata ben oltre le mie aspettative, rivelandosi più maturo e "crudo" verso certe tematiche, perchè pensavo che fosse più leggera come storia visto il target abbastanza giovane, invece, una grandissima sorpresa! Come ho amato Saiunkoku che raccoglie già quasi tutti i miei elementi preferiti, anch'esso mescola il romanticismo ed il fantasy con lo storico (con un po' tutti i suoi clichè, tipo l'usurpazione del trono, ricchi che si rendono conto della vita dei poveri e cosi via), quindi non potevo fare a meno di apprezzarlo
Non sono brava a giudicare i vari comparti di un anime quali sceneggiatura, OST, ecc. ma ad un certo punto mi sono fatta coinvolgere emotivamente sempre di più, seguivo le scene gang con le risate e quelle triste con le lacrime agli occhi, mentre quelle dove gli sviluppi proseguono a favore del bene *tipo una certa saga sul mare* avevo la tensione al massimo fino all'ultimo per poter sentire poi uno sprint quando le cose girano per il verso giusto (ok, non s'è capito molto...) Inoltre, ho apprezzato enormemente la crescita interiore di Yona nel corso della serie vedendola quanto è cambiata e maturata in seguito rispetto all'inizio. Lei insieme a Hak sono i miei preferiti della serie, un uomo divino a mio parere quest'ultimo. Sul lato sonoro ero letteralmente stregata dalla prima OP, mentre l'ED mi aveva lasciata abbastanza indifferente devo dire... mentre le theme della 2° cour seppur all'inizio non mi avevano tanto convinta con i loro ritmi totalmente diversi, alla fine li ho trovati più che orecchiabili, impazzivo poi per Akatsuki <3
Dopo tutte le chiacchiere che non credo freghino a molti, per me è una serie da consigliare e spero l'abbiano apprezzato tutti
Ottima recensione, complimenti.
Personaggi che definire stereotipati è dire poco, ritmi lentissimi, dialoghi forse più banali dei personaggi stessi. Peccato, dato che invece il canovaccio di fondo non era malvagio...
Ad ogni modo una possibilità vorrei concederla. Sono infatti curioso di sperimentare un'opera fantasy che metta in luce le sfumature più dolci e sensibili dell'animo femminile.
Già a metà della visione, mi è presa la smania di leggere il manga, 17 volumi divorati in pochissimo tempo, dopo di che ho cominciato a fare stalking alla star comics affinchè ne acquistasse i diritti (con poca fortuna, purtroppo ). L'anime l'avrò già riguardato per intero una decina di volte, il manga non so quante volte l'ho riletto xD
La cosa assurda è che pure io all'inizio non lo reputavo originalissimo, ma l'autrice ha saputo mescolare benissimo elementi già visti, creando un'opera emozionante, coinvolgente e con dei bellissimi personaggi. Anche se preferisco il manga, l'anime lo reputo comunque all'altezza, grazie ad un adattamento ben fatto, con disegni, animazioni e musiche veramente fantastiche.
Bisogna anche dire però, che il manga si è molto ispirato quasi del tutto a The Heroic Legend of Arslan, però ugualmente si è ispirata ad una delle migliori opere in circolazione. Preciso che non è un difetto, anzi se vengono prodotti come Yona è un bene.
in alcuni punti e in generale trama piuttosto ingenua. I personaggi
simpatici e azzeccati!
Probabilmente credo che guarderò il seguito...ma potrei anche dimenticarmene!
Per quanto riguarda i pregi, sono sostanzialmente d'accordo con quanto espresso nella recensione, in particolar modo la crescita psicologica di Yona, per cui eviterò di ripetere i medesimi concetti.
Non ho molto apprezzato invece i costanti siparietti comici che, se all'inizio oppure occasionalmente possono anche essere piacevoli, alla lunga iniziano a diventare anche ripetitivi e, in alcuni casi, a stonare con l'atmosfera a tratti drammatica che assume l'opera. Vi è poi qualche ingenuità di sceneggiatura (specialmente nella parte sui pirati), ma non si tratta di niente di tragico (specie se lo paragoniamo ad un altro anime citato nella recensione, Soredemo...).
Il problema principale, tuttavia, rimane un calo nella seconda metà, per un duplice motivo: la ricerca dei draghi inizia a diventare abbastanza ripetitiva e non in grado di mantenere alto l'interesse come succedeva negli episodi successivi alla fuga, donandoci anche qualche episodio noioso.
ma soprattutto, si va a perdere l'equilibrio che era presente nella prima parte tra le vicende di Yona e quelle di Soo-Won. Un personaggio dal grandissimo carisma (politico ma non solo) come Soo-Won è un valore aggiunto per un opera del genere, ma solamente se lo si sfrutta a dovere. Un intero episodio in cui fa l'idiota non è certo il modo migliore per sfruttarlo, specialmente se si considera che lo spettatore già sa che Soo-Won non è una pecora ma un leone.
Spero che in eventuale seconda serie si indaghi maggiormente il suo personaggio, si analizzino i suoi provvedimenti per salvare il regno dopo tutti i danni causati dall'incapace re Il e non sarebbe male anche un flashback che mostri come un bambino gentile si sia trasformato in un sovrano così carismatico e meritevole di ogni lode.
L'anime non ha un ritmo veloce, ma devo dire che mai mi sono annoiato durante la sua visione e anzi a ogni episodio c'era sempre la curiopsità e l'impazienza di voler vedere quello successivo.
Seppur imperfetta e forse per certi versi un po' ingenua, Akatsuki no Yona è secondo me una serie davvero bella e di cui spero un giorno di poter vedere la seconda stagione.
Un'opera per tutti, in cui i personaggi mostrano uno spessore caratteriale degno di nota.
P.S. Mi dispiace per il povero Hak
E' abbastanza chiaro e noto che Akatsuki no Yona mi sia piaciuto molto, ha tutto quello che mi piace e voglio trovare in un anime/manga di questo tipo, il che non significa che sia un capolavoro o un'opera esente da difetti, anzi. Ma io che ho amato Fushigi Yuugi, un manga che ha segnato la mia adolescenza e la mia "formazione" di lettrice, non posso che apprezzare anche Yona dato che ho ritrovato le cose belle di Fushigi, nessuna (finora) delle cose brutte e tante cose fatte decisamente meglio.
Come ho scritto nella recensione, credo che sia un'opera che rende meglio in versione manga, alcuni tempi dilatati credo che pesino meno nella lettura che non nella visione, a parte ciò, a me piacciono le storie che si prendono molto tempo per farti conoscere i personaggi e fartici affezionare, quindi la sua lentezza non mi ha mai dato noie, solo la parte sui pirati l'ho trovata un tantino lunghetta, ma anche li, sono sicura che il manga renda meglio.
Mi è piaciuto molto il fatto che non sia una storia che si basa sull'ammorbo pesante e patetico, mi piace la freschezza dei suoi personaggi e l'aria di positività che circonda la serie. Capisco che a molti le gag abbiano dato fastidio a lungo andare, magari perché banali o ripetitive, a me non hanno mai creato problemi, anzi, sono contenta che ci siano state perché non avevo nessuna voglia di vedere un Arata Kangatari 2, anime che eliminando le scenette divertenti è stato appesantito di un ammorbo che non gli appartiene (del tutto).
Con tutti i suoi difetti, in ogni caso trovo 1000 volte meglio Yona che qualsiasi zerbino girl o storia sentimentale basata sul trauma del lecca lecca rubato al di lui protagonista quando era bambino, almeno questa storia è genuina e per nulla pretenziosa.
Sono fiduciosa per quanto riguarda la possibilità di una seconda serie, speriamo bene!
Ah, io faccio parte di quelle persone che non comprendono il fascino di Soo Won, neanche a cercarlo con il lanternino! Non perché sono una fangirl di Hak, né perché è il rivale in amore e il cattivo, ma proprio perché finora non vedo altro che un efebo dal sorriso irritante che ha ucciso uno zietto e usurpato un trono. Neanche posso dire che si è astutamente guadagnato il favore delle altre tribù, perché anche se ha convinto Geung-Tae, non è detto che abbia fatto altrettanto con gli altri, che magari sono pronti a metterlo nel sacco o voltargli le spalle alla prima occasione. E la tribù del vento non ha ancora dato il suo appoggio. Magari col tempo riserverà delle sorprese ma per adesso come personaggio non mi dice granché. Fondamentalmente è anche vero che detesto i personaggi "leoni travestiti da pecore". Comunque io mi son fatta le mie idee su di lui e sul perché delle sue azioni e se è come penso, forse non tutti i suoi estimatori gradiranno!
Qualche rispostina sparsa
@Meganoide
I flashback erano necessari per far capire il rapporto che intercorreva tra i tre e quello che Yona ha sempre provato per il cugino, proprio per far comprendere allo spettatore quanto pesante possa essere stato il cambiamento del suo mondo. Piuttosto non mi sono piaciuti i flash forward iniziali che vedevano Yona assieme ai draghi.
Argh, hai usato una parola che odio, ossia "buonismo"! XD Sicuramente stiamo parlando di una serie molto ingenua e buona, ma dato che non ha fatto del buonismo il suo cavallo di battaglia, credo che sia pure passabile, anche in virtù del suo pubblico giovane o molto giovane.
Non concordo invece sulla questione della damsel in distress, se con ciò intendi che Yona sia la classica signorina da salvare e la cui storia gira attorno all'interesse amoroso dei due pretendenti. A parte il fatto che essere corteggiata da due uomini non ti rende una damigella in pericolo o da salvare (XD), per il resto Yona finora non si è fatta salvare, anzi, ha fatto tutto da sé, pur non avendo nessun mezzo. Il suo bello è proprio questo, lo dice lei stessa che è una principessa ignorante ma che non vuole arrendersi davanti a questa evidenza, e ci mette la faccia in ogni cosa che fa, fino ad infiltrarsi nella tana del nemico rischiando anche grosso. Una damigella da salvare non si allena ogni notte a tirare con l'arco e non dice al suo pretendente "io questa cosa voglio farla, vedi di startene buono". Insomma, trovo che Yona sia un personaggio molto positivo e ben fatto in tal senso.
@Vejita e Abi
Non discuto assolutamente sul discorso noia, lentezza o banalità, perché capisco benissimo che questa serie si possa percepire anche così, ma considerate che comunque non vuol essere né originale né complessa, quindi la sua semplicità è parte del suo essere. Il fatto che il là lo dia un evento drammatico non significa che tutta la serie debba proseguire su quella scia, Yona è più "drama" che "dramma", è evidente quasi da subito che non vuole essere qualcosa di troppo "serio" e drammatico. Come ho scritto, non metterei a confronto Yona neanche con un manga della Shinohara, che so, Anatolia Story, il taglio è proprio diverso.
Sui personaggi stereotipati non mi trovo d'accordo, sono sicuramente peculiari ma sinceramente fatico a trovare oggi dei personaggi con una caratterizzazione di questo tipo. Forse se guardiamo ai manga anni '90 la cosa è vera (per quanto Hak mi piaccia molto più di Tamahome, hanno dei punti in comune, sono quel tipo di personaggi maschili che oggi scarseggiano) ma gli stereotipi odierni di personaggi maschili e femminili sono molto diversi da quelli proposti in Yona. La protagonista stessa è l'opposto dell'attuale personaggio principale più in voga, Hak è un tipo di uomo che oggi devi cercare con il lanternino, simile a lui mi viene in mente solo Caesar di Dawn of the Arcana. I draghi... bhe, sono peculiari ma credo che in ogni compagnia dell'anello ci siano queste peculiarità, in modo che ogni personaggio trovi il suo posto nel gruppo e all'interno della rete di relazioni (succede anche nei migliori rpg). Con tutto ciò non intendo certo dire che siano mostri di originalità e perfezione.
@EpicoLordSonaro
Premesso che sono ignorante su Arslan e conosco solo quello che ho visto nei 7 episodi della serie tv trasmessi finora, non ho mai associato le due serie, perché hanno target ed evidenti intenti diversi, mentre l'espediente del trono usurpato o comunque del reame conteso è abbastanza diffuso. Come ho già detto, trovo molti punti in comune con Fushigi Yuugi e volendo qualcosa anche con Arcana o il collega Akagami no Shirayukihime, però sarebbe interessante sapere chi o cosa ha ispirato l'autrice! ^^
@Hikari
Anche io ho chiesto personalmente alla Star ma ho ricevuto un rifiuto abbastanza netto!
Io dico che se mai arriverà, sarà per mano della Planet! (avrei detto Goen se fossero stati tempi migliori)
Dimenticavo, per la questione harem (io personalmente mi rifiuto di considerarlo tale), la risposta definitiva è questa
Io li ho contattati almeno una decina di volte e non mi hanno calcolata nemmeno di striscio >.
Beh è successo più di una volta che lei venisse salvata da Hak o dal nuovo drago di turno (nonostante i suoi sforzi), quindi la questione della damigella in difficoltà non è affatto fuori luogo.
Anzi: il rapporto con Hak si basa largamente sul fatto che, per lui, lei è sia l'oggetto del desiderio che del suo dovere, e di conseguenza più volte si fa remore per il fatto che deve proteggerla e limitarsi a compiacersi del fatto che è al sicuro. Quindi la serie ci gioca comunque su questo fattore, nonostante la crescita della protagonista e i suoi desideri di indipendenza dai protettori (che non saranno mai completamente concretizzati, se non nel finale).
Ovvio che Yona è stata e sarà sempre supportata dai draghi, da Hak e da chi si unirà alla sua causa, altrimenti che ci sta a fare tutta sta gente attorno a lei? Si manderebbe anche al diavolo il concetto di "gruppo" su cui tanto vertono questo tipo di avventure. I draghi esistono appositamente per donarle il potere, quindi appunto aiutarla, ma ricevere aiuto è ben diverso dal farsi salvare. Per me Yona non è assolutamente il tipo di personaggio che si fa salvare, si fa aiutare, e credo che ci sia una differenza abissale.
Evidenziare il paragrafo sottostante (spoiler):
Il regno (di cui non ricordo il nome quindi chiamerò Regno) in cui si svolge la storia è governato da uno dei peggiori sovrani della storia, un codardo che, con la scusa di volere la pace, ha lasciato il Regno in balia delle nazioni confinanti, regalando territori e risorse per mantenere la pace impoverendo così la nazione. L'impoverimento del Regno ha così portato a un malcontento di molte delle tribù del Regno, dai nobili al popolo, che infatti ha un'opinione molto bassa di Re Il.
Il disinteresse di Re Il ha anche permesso il dilagare della corruzione tra le alte cariche del governo, sia vicino alla capitale che nei luoghi lontani (aspetti su cui mi soffermo tra poco).
In più, per motivi ancora sconosciuti, ha ucciso suo fratello nonchè erede al trono.
Soo-Won, stanco di vedere l'assassino di suo padre distruggere il Regno, attua un colpo di stato uccidendo il sovrano (cosa non particolarmente disprezzabile se consideriamo l'ambientazione medioevale dell'opera).
Ottenuto l'incarico di sovrano, si attiva per sistemare tutti gli errori del suo predecessore.
- Cerca la corruzione nella capitale e ne trova diverse tracce nei registri contabili, impegnandosi ad eliminare i funzionari corrotti
- Si rega nelle varie regioni del Regno per farsi un'idea della situazione sociale ed economica delle varie regioni, farsi conoscere dai suoi sottoposti. Nel mentre, si impegna anche a sfruttare i punti di forza dei vari luoghi, come fa con le pietre della tribù della roccia (si chiamava così?) e dando al popolo un po' di svago.
- Si reca nella città portuale (di cui non ricordo il nome) con l'intenzione di smascherare e debellare il funzionario locale corrotto, anche se qui viene anticipato da Yona (ma Soo-Won non poteva saperlo). In particolare, ho trovato interessante il fatto che tale funzionario corrotto fosse stato non poco tempo prima nel palazzo reale. Significa che Re Il non aveva problemi ad ospitare un essere di tale nota corruzione? Oppure non ne era al corrente? La cosa però mostrebbe solamente il suo menefreghismo nei confronti del regno, in quanto se Soo-Won è venuto a conoscenza della sua corruzione avrebbe potuto anche farlo Re Il.
- Ha in mente un progetto che probabilmente partirà ad inizio seconda stagione. Secondo me sarà o un sistema di riforme o, come spero, una guerra per ottenere risorse e territori che sono stati sottratti.
Analizziamo poi da un punto di vista umano Soo-Won. Soo-Won tiene tantissimo sia a Yona che a Hak, tanto che è devastato quando gli dicono che sono morti, ed è molto legato anche al capo della tribù del vento (lui stesso dice di essere contento di sapere che lui lo considerava come un nipote). Ciononostante, uccide il padre di Yona. Probabilmente il suo intento era di fare tutto di nascosto, così da diventare re e magari sposare Yona, tuttavia non è così stupido da credere non ci possano essere imprevisti o che la verità venga comunque a galla.
Per cui, nel momento in cui decide di assassina il re, mette in conto di perdere per sempre le persone a lui più care, di farsi odiare da loro e, nel peggiore dei casi, anche di doverle uccidere lui stesso.
Quindi, per il bene del Regno è disposto a distruggere con le sue stesse mani tutto ciò che ha di più caro al mondo.
Per questi motivi, considero Soo-Won un grandissimo sovrano, una personalità incredibilmente carimastica e un esempio da seguire. Fossi un personaggio dell'universo di Akatsuki no Yona, vorrei essere il suo braccio destro, che lo sostiene nell'ombra, lo aiuta nel momento del bisogno e, magari, ne diventa anche il confidente e il sostegno psicologico.
Tutto questo, ovviamente, potrebbe benissimo venire ribaltato da future rivelazioni che mostrino come gli intendi di Soo-Won siano diversi, o che col tempo venga corrotto dal potere che ha acquisito.
Da un lato non è la classica principessa sul pisello che è trascinata dall'eroe mazzuolatore a mo' di sacco di patate, ma d'altro canto la sua debolezza è ancora un punto focale nel suo rapporto con Hak.
In questo senso siamo d'accordo, e sicuramente la strada verso l'indipendenza è ancora lunga. Ora come ora poi, pur sapendo di avere bisogno degli altri, è accecata da questo desiderio di fare da sé perché ha paura di metterli in pericolo, ma ci scommetto che prima o poi, magari dopo qualche situazione particolarmente pericolosa, qualcuno le farà notare che deve contare di più sui suoi compagni (un po' come ha provato a fare Hak finora, con scarsi risultati), quindi credo che la sua indipendenza non sarà mai totale a livello pratico. E va bene così, la cosa più importante è che ragioni con il suo cervello e abbia il coraggio di affrontare le situazioni senza delegarle agli altri, addossandosi anche le responsabilità delle sue scelte.
La cosa paradossale poi è che Hak non si sente preso in considerazione adesso, figuriamoci quando e se davvero Yona diventerà forte e indipendente! XD
@LaMelina
Grazie
Però i draghi sono zerbini, e l'unico rivale decente ha ammazzato il padre della contesa. Comunque si mettano le cose, lui ha la strada spianata.
Confermo. Lo abbiamo chiesto di persona alla Bovini al Napoli Comicon e ci è stato fatto capire in maniera chiara che non sono interessati (ma poi magari chissà...).
Concordo praticamente su tutto, specie sul fatto che AnY non si riesce a considerarlo un reverse harem, c'è solo Hak a questo mondo e quando Yona se ne accorgerà sarà sempre troppo tardi!
Gli altri personaggi maschili tengono molto a Yona ma non provano certo gli stessi sentimenti di Hak, spero che questo elemento si mantenga così, ripensando al citato Fushigi temo che qualcuno si scopra improvvisamente innamorato della rossa principessa...
Attualmente le uniche critiche che posso fare a quest'opera sono l'eccessiva ingenuità in alcune scene (della serie i nemici sono un branco di incapaci della peggior specie) e il "cattivo" perché è una tipologia di personaggio che non mi dice assolutamente nulla (ma questo è un problema legato a gusti personali ).
Hai ammazzato ogni residuo di speranza che mi restava! ç.ç
Ho l'incubo che se lo prenda la Jpop o la Goen che ultimamente non vanno benissimo, e per me la prospettiva che sia uno dei tanti manga annunciati e mai pubblicati o pubblicati a singhiozzo, spaventa di più rispetto a che non venga annunciato affatto...la Planet da questo punto di vista è affidabile, ma le loro edizioni per rapporto qualitàprezzo non sono per nulla soddisfacenti. Per questo confidavo tantissimo nella Star... >.
No no no, lui è palese che non concluderà mai un'emerita mazza.
È più pericoloso il nanerottolo che dichiara di essere un bishonen ogni 5 minuti.
L'unica cosa che mi ha lasciato un po' delusa è il finale, ma questo perché il manga è ancora in corso, perciò non mi ci soffermo più di tanto... se venisse acquistato dall'Italia lo collezionerei senz'altro.
In più aggiungo anche che, per quanto mi riguarda, Yona è stato uno dei quei personaggi con cui ho empatizzato tantissimo, al punto di riuscire quasi a mettermi sulla sua stessa lunghezza d'onda ("Yona piange, io piango"), e insomma...cose del genere non mi succedono spesso e qualcosa dovrà pur significare.
Ancora complimenti ad Arashi!
Hak è parte, la sua devozione è al di là di tutto e tutti. u_u
Devo ammettere che ci sono delle cose che, narrativamente parlando, mi hanno fatto storcere il naso, soprattutto nella parte del drago verde (leggi: utilizzo dell'elemento "coincidenza" in un piano di fuga in maniera troppo esagerata XD), ma si chiude un occhio (a volte anche 2 ^^;; ) e si prosegue. Si vuole vedere come va a finire! La storia riesce a catturare l'attenzione e quindi... promosso.
p.s: spero che venga editato in Italia al più presto!!!
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