Le sette ore di paziente attesa per accedervi sono quello di cui del Padiglione Giappone a Expo 2015 più si è parlato. Domenica 11 ottobre se n'erano registrate otto, e in questi giorni sono arrivate a dieci. Ma all'interno... che cosa c'è di tanto speciale?
Alcuni di noi, come supponiamo molti di voi, ci sono stati, e queste sono le nostre impressioni che vogliamo condividere, in particolare per tutti coloro che la disponibilità di tempo per visitare questo fantomatico padiglione non hanno potuto averla.
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Per introdurvi alla realtà del Padiglione, ci sembra opportuno parlare delle sezioni in cui è stata suddivisa la visita guidata, corrispondente ad altrettante aree ricche di stimoli dal punto di vista della cultura culinaria (e non solo) nipponica e dell'intrattenimento made in Japan concepito, letteralmente e metaforicamente, per tutti i palati.
STRUTTURA
Anche l'esterno del Padiglione Giappone mostra la ricercatezza minimalista propria della decoratività giapponese, esibendo una semplice alternanza di pieni e vuoti. La breccia attraverso cui far filtrare la luce solare è ricavata attraverso un sapiente gioco di incastri, un equlibrismo di travi in legno (17.000 pezzi in tutto) opera dell'architetto Atsushi Kitagawara.
Sul fronte del Padiglione fanno bella mostra di sé, a mo' di offerta a un santuario shinto, 50 botti di sake, rappresentanti le 47 prefetture nipponiche, il Giappone medesimo, il Japan Pavilion ed Expo Milano 2015.
LE SEZIONI
Si viene accolti al buio, in una sala ad atmosfera zen, intrisa dell'arte ukiyo-e, che lentamente si rischiara scoprendo pennellate alle pareti e un video che richiama l'armonia insita in foglie, pesci guizzanti di stagno e montagne sacre.
Si prosegue in una stanza ancora più buia, ove si avverte subito un fruscio attorno alle gambe. Pesci che nuotano, o forse sottobosco?
È la sala dall'atmosfera forse più intima e raccolta, al tempo stesso quella che, per quanto avveniristica nella sua costruzione, più si avvicina a suoni e luoghi primordiali della natura, con spiriti e folletti che danzano suonando tutt'attorno a noi.
Ci si sposta in una sala stipata da un'enorme credenza luminosa dove sono esposte le riproduzioni del cibo giapponese in ogni sua più svariata forma e dove, estraendo i cassetti come se fossimo a casa, si possono scoprire nomi e piccole e grandi curiosità su strumenti da cucina e accessori per i pranzi.
Ma è solo quando torniamo di nuovo al buio e ci lasciamo incantare dall'azzurro scorrere di una cascata interattiva a tutta sala, che scopriamo di poter fare il pieno di cibo, usanze e tradizioni giapponesi anche noi, semplicemente avviando la app, avvicinando il cellulare alla cascata e facendo prigionieri tanti succulenti manicaretti...
Per poi passare a un corridoio arredato con un tavolo, e scoprire che quello stesso tavolo non è che un'illusione ottica, in preparazione allo spettacolo della sala successiva...
IL RISTORANTE DEL FUTURO
Una delle sezioni più interessanti è sicuramente l'area teatro/esibizioni dal vivo, concepita davvero come una coloratissima messinscena, dove, grazie alla partecipazione del pubblico, a musiche, danze, effetti speciali e l'immancabile, avveniristica tecnologia, il rito del pasto condiviso viene a simboleggiare per tutti i visitatori il valore conviviale della tavola: mangiare insieme significa prima di tutto comunicare, fare amicizia, condividere un'esperienza. È questa la filosofia del Ristorante del Futuro, dove piatti personalizzati (e, purtroppo, virtuali), vengono offerti su una tavola elettronica attivabile con le tradizionali bacchette (hashi): si apprende così che la scelta delle pietanza è un'esperienza estetica che ha a che vedere col passare delle stagioni e l'equilibrio delle forme e dei contenuti. Eccovi due video, uno più breve e l'altro più lungo, per vivere o rivivere l'emozione del Ristorante del Futuro.
Padiglione Giappone ~ Ristorante del Futuro
LA APP
Una delle trovate più gradite del Japan Pavilion è consistita senz'altro nello sfruttamento interattivo di un'app dedicata, scaricabile comodamente dai visitatori tramite l'efficiente wi-fi gratuito offerto dalla struttura. Tramite l'app è possibile vivere il Padiglione Giappone in un clima ludico e partecipativo, e conservare nella memoria del proprio cellulare le informazioni essenziali relative all'ambiente, all'innovazione, all'aspetto ricreativo, in poche parole a tutte le componenti del connubio cibo-Giappone mostrate al mondo nel microcosmo del Japan Pavilion.
Nella gallery a fondo pagina potete ammirare qualche schermata di questa carinissima app.
SPETTACOLI DAL VIVO
Quello che forse alcuni non sanno è che la sezione ristorante del Padiglione Giappone esterna alla visita ha sempre avuto libero accesso e rimane fruibile da chiunque: qui si sono costantemente tenuti spettacoli diversi ogni giorno, curati dalle varie prefetture del Giappone, dalle giovani liceali di una scuola di musica di Osaka sino alle degustazioni di riso di Niigata.
Il Padiglione ha anche ospitato fino al 14 ottobre l'interessante mostra "Fukushima Week", dando meritoria visibilità alla rinascita agricola e alla nuova politica energetica della prefettura tristemente nota al mondo per il disastro dell'11 marzo 2011.
Padiglione Giappone ~ Il riso di Niigata (23 - 24 ottobre 2015)
IL NOSTRO PARERE
Il gran finale è invece intrattenimento puro, in un’arena in cui vestiremo i panni dei commensali di un pranzo virtuale, con schermi al posto dei piatti e bacchette elettroniche per scegliere il nostro menù. Diviso tra tecnologia e tradizione, così come l’anima di questo meraviglioso Paese, il contributo del Giappone all’esposizione universale è sostanzialmente un invito a riflettere su come un nutrimento equilibrato, frutto del connubio di queste istanze apparentemente opposte, sia la via migliore per affrontare le imminenti sfide alimentari del nostro pianeta. Visita caldamente consigliata.
Autore: grandebonzo
Atmosfere suggestive
Sguardo a 360° sulla cultura alimentare giapponese
Coinvolgimento basato sul concept “educare divertendo”
Tempi di attesa snervanti
Temi scomodi non trattati (es.: caccia alle balene)
La fila non termina mai, l'ultimo tratto poi, circa un'ora, è pesante: ci sono dei legni pendenti che possono essere sbattuti tra loro e bambini e adulti molesti non smettono di provarci, tra le disperazione delle signorine del padiglione, che vogliono farti ripetere alla nausea konnichiwa e itadakimasu, e non riescono per via del fracasso e continuano a chiedere di smetterla. Una di loro a un certo punto ha quasi sclerato, ed è giapponese... non te l'aspetti da una giapponese...
Prima di entrare c'è anche la gatta Hello Kitty che ti saluta su un cartellone e ti invita ad usare l'app. Ma la fatica viene premiata, finalmente si entra. La prima stanza è semplice, un po' zen, sul muro campeggia "talvolta gli umani diventano arroganti contro la natura, ma gli vengono sempre ricordati i propri errori facendogli chinare il capo", è il preludio al trionfo della natura; nella sala seguente lo stupore per una bellissima riproduzione delle quattro stagioni proiettata sui muri intorno allo spettatore e su delle foglie basculanti simil-ninfee che escono dal pavimento e stanno tutt'intorno a te. Poi si entra in un corridoio lungo il quale ci sono delle riproduzioni 3D dei cibi in un'enorme credenza, di cui aprire i cassetti e scoprire curiosità.
Dopo di che ci sono delle sale interattive in cui usare l'app: cascate digitali lungo cui scorrono cibi da pescare col cellulare, globi terrestri da esplorare. Si entra in un'altra sala in cui è custodito un tavolo prospettico, che diventa sempre più alto. Ma il tutto è coronato dallo spettacolo finale: il ristorante del futuro, un'incursione digital-spettacolare nel cibo nipponico, legata a doppio filo con il cadenzato scorrere delle stagioni. "Visitatore, sbrigati a scegliere con le bacchette sul tuo schermo il cibo e la stagione che preferisci. Pare che tutti preferiscano il sushi e l'estate, siamo un po' scontati, eh?" Fanno da coreografia i due bizzarri conduttori del pasto virtuale e delle signorine che girano - intorno alla sala ovale - in sella a dei buffi mini-robot elettrici.
Autore: ReiRan
Padiglione avveniristico con idee intelligenti
Interattività mediante l'apposita app
Il ristorante del futuro
L'eterno legame tra stagioni e cibo
La fila, 3 ore e pensavo che fossero troppe...
Bambini e adulti che durante l'attesa battevano sui legni a scorrimento della struttura...
Le signorine giapponesi che ti facevano ripetere allo sfinimento konnichiwa, itadakimasu
Sovraffollamento delle attrazioni nel padiglione
Tempi troppo scanditi senza possibilità di muoversi liberamente nel padiglione
Nonostante la stanchezza e lo stress della lunga coda, sono stato ammaliato, sedotto da quella miscela di grazioso e aggraziato, di giovanissimo e di antico, che è la sostanza del Giappone che amiamo, riprodotto nel microcosmo del Japan Pavilion.
Il Padiglione Giappone ha messo in mostra, prima di ogni cosa, la delicata armonia che rende possibile nutrirsi, questa componente preziosissima del ciclo della vita, giocando sulle sensazioni e con le sensazioni dei visitatori.
Forse, nei cinquanti minuti di visita, non si ha il tempo di soffermarsi a 'incamerare', ma sicuramente ci si lascia incantare. Ho dedicato al Padiglione Giappone più di metà della mia seconda giornata all'Expo, a seguito di un estenuante primo giorno in cui ho fatto una sorta di stupefacente e straniante 'giro del mondo'. Strano, eppure comprensibile, affermare che le cinque ore e mezza di coda per accedere al Japan Pavilion siano state come dominate e sostenute da una tenace 'nostalgia di casa'. La stessa nostalgia che porta a riguardare gli scatti fatti all'interno, o a riaprire l'app, scrigno di ricordi in cui il cibo si fa immagine.
Autore: キョン
l'esperienza interattiva con proiezioni 4D, guidata dal volo della cicogna...
il corridoio dei fiori, con profumi che risvegliano i sensi
le code, naturalmente... ma ne vale la pena!
Al mio arrivo il padiglione Giappone aveva "solo" 6 ore di coda, ed erano "solo" le 10:00 del mattino; a quel punto abbandonai ogni speranza e cominciai a girovagare per gli altri padiglioni continuando però a pensare a quello giapponese perché, cavolo, ero andato lì per quello!
Nel pomeriggio provai a ripassare di lì e le ore si erano ridotte a 4 e mezza... A quel punto decisi che era il momento adatto per infilarmi nella coda utilizzando la cosiddetta "faccia di tolla", rimanendo quindi in coda per "sole" 3 ore e mezza.
Finalmente all'alba delle 16.30 la mia attesa fu premiata perché riuscii ad entrare.
Nel corridoio d'entrata vidi sospese delle piccole assi di legno una vicino all'altra e non mi lasciai di certo scappare la soddisfazione di spingerle una contro l'altra provocando del gran baccano, in seguito spuntò una signorina giapponese che presentò a grandi linee il padiglione, per poi lasciarci proseguire all'interno della prima sala che tramite giochi di luce e ombre (e un filmato in acquarello) andava a trattare l'argomento della pioggia in tutte le sue figure; il salone seguente utilizzava luci e proiezioni al buio creando una sorta di gioco dinamico grazie anche a dei dischi bianchi in spugna sostenuti da delle molle.
Proseguendo si passava attraverso varie sale tra cui una che conteneva le riproduzioni di vari piatti e cibi tradizionali giapponesi.
Continuando il tour e salendo nella parte superiore del padiglione, entravi in quello che era il ristorante del futuro, ovvero un ristorante a forma circolare nel quale tu potevi ordinare da mangiare (in maniera virtuale) e interagire con i vari piatti, il tutto condito da uno spettacolo di danza e canto.
Fuori da quest'ultima stanza si sbucava nella zona ristoranti al primo piano, con una fame pazzesca, per poi ritornare di sotto passando da una bellissima rampa di vetro che girava attorno ad un bonsai gigante.
Per concludere direi che sicuramente è valsa la pena di fare tutte quelle ore di coda perché dai, quando ti ricapita di vedere il Giappone in Italia?!
Autore: m94ax
Ottimi i giochi di luce e la qualità delle riproduzioni
Ottimo il sonoro
Padiglione fantastico dal punto di vista architettonico
Buon metodo di mostrare e far conoscere l'alimentazione del proprio Paese
Sicuramente la coda
A causa dell'afflusso di persone si doveva visitare velocemente tutte le varie sale
Encomiabile in ogni caso la gestione delle code da parte dello staff, l'unico tra tutti i padiglioni ad essere stato rigorosamente munito di divisa unisex con impermeabile e stivali per far fronte anche alla più severa delle piogge, e a correre avanti e indietro per aggiornare la tabella dei tempi di attesa. Va detto anche che una parte di questa viene fatta all'interno del padiglione, ove si viene accolti dallo staff e si può passare il tempo guardando diversi spot in italiano o giapponese sui monitor installati, prendendo coscienza del design e della struttura architettonica del padiglione attraverso i cartelli esplicativi, o ancora installando la app tramite il leaflet distribuito a tutti. Già, la app: probabilmente il tesoro più prezioso che un visitatore può condurre a casa con sé dalla visita al padiglione dopo aver fatto "il pieno" di contenuti alle due sale interattive, e in particolar modo alla spettacolare "cascata dei sapori"... e rimango lì, con la testa e con il cuore, anche diverse ore dopo essere uscita, rievocando anche le righe inscritte in una delle tabelle accanto all'enorme credenza illustrativa, e scoprendo che l'estetica delle cucina giapponese ha i suoi perché: "insegnare ai bambini gli effetti benefici del cibo sulla psiche è scopo dell'educazione alimentare".
Dovremmo ricordarcene più spesso davvero.
Creato con coscienza e studiato per piacere a grandi e piccini, dire che le sette ore di attesa per questo Padiglione siano ben spese è forse troppo, in particolare per chi all'intera Expo può dedicare solo una giornata; è indubbio però che si tratti di uno dei padiglioni di maggior fascino a ragion veduta.
Autore: zettaiLara
La sala dove si viene immersi nella natura con tutti i sensi
La splendida cascata interattiva
L'app, tramite la quale ci si porta a casa altro Giappone...
Non so, forse chi bazzica su questo sito comprende meglio le piccole cose che a noi sembrano insignificanti ma che per un giapponese sono basilari... io credo che avrei consigliato un giro a questo padiglione a molti conoscenti, che quando racconto alcuni particolari della vita giapponese mi guardano con un'aria come dire "era così evidente, perché non ci ho pensato?".
Peccato solo per le code, un encomio e un monumento per chi le ha fatte pur di scrivere queste righe per noi che non abbiamo nemmeno provato a visitarlo
Poi il "ristorante" del futuro era talmente frettoloso che non riuscivo manco a leggere il nome della specialità.Alla fine ci passi 1 oretta dentro e si va a grupponi,per questo le file sono lunghe.
Si poteva fare di meglio ;(
Avrei voluto ordinare qualcosa nel ristorante, ma purtroppo ero a corto di tempo e quindi ho dovuto andarmene senza assaggiare niente
Il padiglione era chiuso già dalle 10 di mattina perla troppa coda!
Sono andato un sabato di qualche settimana fa, c'erano code per qualsiasi cosa, gabinetti compresi. Ordinare qualcosa in giro è stato un'impresa...(Tranne in Repubblica Ceca, dove sono riuscito pure a farmi una birra senza aspettare)
Alla fine ci siamo accontentati di girare e guardare il guardabile...
@~Blastø fai tu io ci sono andato non tanto per il tema, ma per l'archiettura...
Il padiglione dello Zimbabwe però non si è fatto tanti scrupoli a proporre carne di coccodrillo, zebra e dromedario...
Mi sono piaciute tutte le presentazioni, anche se sono state troppo rapide e non ho potuto fare molte foto. La cosa che mi è piaciuta di più è stata "il ristorante del futuro".
Ho mangiato anche ne ristorante ed mi è piaciuto anche se era un po' caro.
Sono stata contenta di averlo visitato e ho scoperto anche che il Giappone ha una tecnologia molto avanzata.
Tutto sommato è stato l'unico padiglione per cui ho fatto la fila e ne è valsa la pena. Forse il migliore che abbia visto. Promosso a pieni voti
Mai in vita mia.
Infondo loro creano pianeti.
In più rosico tantissimo perchè vista la fretta costante che ci mettevano non sono riuscita a salvarmi tutti i chameleon code sparsi in giro, speravo qualcuno li avesse fotografati e condivisi sul web, e recuperare le informazioni preziose che contengono, ma niente.
Poi visti tutti gli eventi temporanei che si sono susseguiti in questi mesi, sarebbe stato bello se nel sito ufficiale del padiglione ne riportassero un riassunto, o qualche video, per chi se li è persi e avrebbe avuto interesse ad approfondire.
In definitiva quindi bel Padiglione, molto scenografico e ad effetto, ma forse si poteva fare di più e meglio a livello dei contenuti.
Appena dentro mi sono fiondata dalla parte dove si trova il padiglione giapponese, ma erano già 4 ore di coda se non erro, quindi me ne sono andata per visitare altri padiglioni più liberi, perchè con solo una giornata a disposizione non è che possa perdere metà del tempo solo in code. Ci sono passata più volte dopo per verificare la situazione, ma alle 18 passate davano ancora 4 ore, anche se mi ci mettevo chiudevano prima che smaltissi metà coda voglio dire. Alla fine non è che ci tenessi fino alla morte a visitarlo, un paio di orette massimo forse deciso di starci, ma se non mi permetto i tempi d'attesa, pazienza, tanto in giro si vede cosa c'era dentro, anche se non era la stessa cosa.
Detto ciò, complimenti agli audaci eroi che hanno deciso e avuto il coraggio di sorbirsi questa coda chilometrica e grazie per aver condiviso la loro esperienza con tanto di foto e video
@KUMA-29: quello di Corea è stato il padiglione più tecnologico che abbia visto, con i pannelli che si muovevano venivi davvero trascinato in un'altra realtà
Bello ma non me lo sono goduto per niente, anzi, è quasi come se non ci fossi stata perché ci hanno fatto letteralmente correre, costretti ad avanzare senza poterci fermare; mica tanto, ma almeno per capire cosa avevo davanti, cavolo! Sono dovuta andare a vedere su internet una volta tornata a casa
Li ho odiati per questo
E fortuna che non pioveva perche' la coda si faceva all'esterno, totalmente esposti alle interperie. L'organizzazione non mi e' parsa un granche'. Neanche si capiva dove iniziava una coda e qual era la coda giusta. Ci si metteva in fila e si chiedeva alla gente in quale padiglione si stava andando. Poi c'era un'infinita' di gente che si intrufolava con la scusa dei passeggini, saltando del tutto la coda (capisco i genitori, ma a volte per un bambino si accodavano otto persone).
Essendomi portata da leggere non m'è pesata troppo la coda, i vicini che si sono lamentati per due ore di fila (!!) molto di più.
Il padiglione era davvero bello e mi è piaciuto molto, ma... la coda non valeva la pena, a meno che uno già apprezzasse il paese. La mia famiglia non l'avrei mai potuta portare ad esempio, si sarebbero imbufaliti. O il limite di 50 persone max era troppo basso o se volevano poche persone avrebbero dovuto organizzarlo meglio. Era come una mostra a visita semi-guidata, non un padiglione scorrevole. Organizzato diversamente sarebbe stato visitabile da molte più persone.
Le parti migliori imho non sono state tanto quelle di spettacoli tecnologici (ok, ho capito che sei bravo coi giochini fighi, ma fatti conoscere sul serio) che pure fighi eran fighi, ma le sezioni espositive con i piatti, gli oggetti di artigianato e i pannelli espositivi. Una volta che sono riuscita a levarmi di dosso quelli che fotografavano tutto e non guardavano niente (bah!) me li sono letti e ho scoperto un mucchio di cose di cui non avevo idea.
Il ristorante del futuro però è stata una tale delusione che mi ha quasi rovinato l'esperienza. Sarò musona io di natura, ma era una buffonata imbarazzante. Mi è sembrato di essere in una pubblicità delle TV giapponesi e non sono una bella roba. Il fatto che lei fosse vestita con un "kimono" farlocco alla costume di Arlecchino plastificato è stato parecchio triste, soprattutto perché il mio gruppo era pieno, lo dico senza problemi, di gente st***a e vagamente razzista che ha fatto parecchi commenti crudeli sia sulle ragazze all'ingresso che accoglievano (e intendo roba tipo "ma cos'è, un cartone animato?" e similari riferito alla ragazza che ci ha introdotti, quando lei è stata gentilissima e parlava italiano molto bene) sia facendosi beffe di metà padiglione e degli addetti che ogni volta accoglievano in sala. Mi sono dovuta mordere la lingua più volte e non so, forse volevano rendere l'esperienza divertente e non seriosa, ma ho pensato che se alcune parti fossero state spiegate di più, addetti e la ragazza nel ristorante fossero stati vestiti in abiti tradizionali veri, di quei kimono meravigliosi (e io volevo vederli, dannazione >___<) che ti lasciano a bocca aperta...forse qualcuno si sarebbe zittito.
O forse no perché d'idioti è pieno il mondo, ma almeno non sarebbero stati rinforzate certe impressioni stereotipate.
forse perchè è l'unico che si è riuscito a vedere visto le tante ore di attesa??
Io non sono stata all'EXPO, ma sinceramente se avessi avuto modo diandarci in un giorno soloche ho a disposizione non avrei fatto quello del Giappone, visto la coda!
Tanto tutti i padiglioni sarebbero stati una novità per me
Devo dire che personalmente è il padiglione che ho apprezzato maggiormente fra tutti quelli che ho visitato! È stata un'esperienza fantastica!
Sono stato anche al ristorante al piano superiore. Sicuramente era carissimo, ma il cibo era davvero ottimo!
P.S. Per chi non lo sapeva, dietro al padiglione dell'Angola c'era un chioschetto che faceva un ramen davvero fantastico e che non costava neanche tanto!
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