Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati" e che i nostri detrattori scarseggiano a fantasia, ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo, da oggi in poi cercheremo di fare qualche appuntamento in più al mese!
Tsutomu Nihei sarà il super ospite di Planet Manga a Lucca Comics and Games 2015, non potevamo quindi non "ringare" uno dei suoi manga più famosi e controversi: Blame!
Parliamo di un titolo non per tutti e infatti io non sono riuscito a finirlo, cedendo molto prima della sua conclusione. Ho sbagliato?
Non nego sia un'opera disegnata magistralmente ma la storia è davvero troppo criptica per i miei gusti, voi però non ascoltate i deliri di questo vecchio pelato ma giudicate le due recensioni pronte a darsi battaglia
La domanda è una sola: voi da che parte state?
Blame!
8.0/10
"maybe on earth, maybe in the future"
Quando pensiamo alle caratteristiche peculiari che ogni buon manga (in via generale) dovrebbe presentare, solitamente mettiamo in primo piano elementi come una solida trama, personaggi ben caratterizzati, una narrazione fluida et similia. Tale genere di valutazioni e di aspettative, tuttavia, viene completamente stravolto e privato di senso quando ci si approccia ad un manga come Blame.
Non aspettatevi dunque una trama ampia, corposa o facilmente decifrabile, non aspettatevi personaggi carismatici con solidi background, non aspettatevi di capire qualcosa fin da subito (anzi non aspettatevi proprio di capire qualcosa). Tutto ciò non ha veramente importanza. Nihei non punta su questi elementi, almeno, non principalmente.
Si tratta quindi di un fumetto decisamente atipico, per apprezzarlo veramente si deve assumere un punto di vista diverso dal solito.
Blame, fondamentalmente, lo si può definire come un'esperienza estetica di grande suggestione e caratura. L'elemento preminente è la dimensione visiva, che tuttavia si trasforma in concetto, fino a non essere più solo mera grafica, ma una forma di comunicazione ben più viva. L'essenza di Blame è la sua estetica. Nihei è un architetto, e ciò traspare nettamente dalle affascinanti tavole che possiamo rimirare durante la lettura: un tratto pesante, oscuro, denso, ci trascina all'interno di un mondo contorto e delirante, composto da improbabili scale, foraggiato di strutture vertiginose che sfidano ogni logica e ogni buon senso. Si viene catapultati in un surreale aggregato di sofisticate architetture da incubo, ricco di ambienti claustrofobici ed angusti che, impensabilmente, si aprono poi su spazi illimitati e grandiosi, vertiginosi baratri portano verso oscuri abissi sconosciuti. Il mondo è composto interamente da inquietanti antri colmi di orrori innominabili, molteplici livelli si susseguono e si stratificano, per lo più disabitati, raramente si scorgono bizzarre città abitate da misteriosi individui. In questo luogo facilmente si perde l'idea dello scorrere del tempo o delle stagioni, poiché mancano quasi del tutto punti di riferimento temporali e spesso anche spaziali: concetti come sopra e sotto perdono di significato, diventano relativi, poiché anche la gravità alle volte viene invertita e, soprattutto, perché di rado vi sono elementi esterni che possano fungere da riferimento.
Altro ingrediente determinante è il silenzio. Ci si trova innanzi ad un'opera prevaletemene muta, poveri sono i dialoghi e criptica la sceneggiatura. Gran parte del fascino di Blame risiede proprio in questo silenzio imponente ed attonito, che riecheggia in modo inquietante tra i cabalistici e visionari intrichi di architetture. L'ambientazione suggestiva e cupa gioca un ruolo essenziale nell'evocare un forte senso di alienazione e d'angoscia, anche al lettore sembra di perdersi nei dedali infiniti di quest'opera, proseguendo un disperato viaggio senza fine, verso una meta sconosciuta. Tale aspetto è ciò che fa di Blame un capolavoro, la capacità di comunicare senza dover ricorrere alle parole, senza discorsi, senza nulla se non un apparato estetico stupefacente ed immenso.
I personaggi, come già esplicitato sopra, non godono di caratterizzazioni particolarmente elaborate, si tratta per lo più figure enigmatiche, fredde e spietate, che sopravvivono in un mondo crudele, freddo e spietato. La mancanza di una voce narrante e la povertà della sceneggiatura, inoltre, donano quel tocco di realismo in più, tanto da rendere le figure che popolano questo mondo indecifrabili e impenetrabili.
Non si pensi, comunque, che Blame sia totalmente privo di una trama. Essa emerge mettendo insieme i vari frammenti ed indizi che vengono sparpagliati nell'intera opera, combinando le piccole e fugaci informazioni che si ricavano ogni tanto dai rari dialoghi sparsi qua e la.
Tirando le somme Blame è un ottimo manga fantascientifico, propone qualcosa di diverso dal solito tanto da essere unico nel suo genere. Non ci di deve spaventare di fronte al suo nome o innanzi alla sua apparente incomprensibilità, poiché è un fumetto che può regalare molte soddisfazioni.
Voto:8
Quando pensiamo alle caratteristiche peculiari che ogni buon manga (in via generale) dovrebbe presentare, solitamente mettiamo in primo piano elementi come una solida trama, personaggi ben caratterizzati, una narrazione fluida et similia. Tale genere di valutazioni e di aspettative, tuttavia, viene completamente stravolto e privato di senso quando ci si approccia ad un manga come Blame.
Non aspettatevi dunque una trama ampia, corposa o facilmente decifrabile, non aspettatevi personaggi carismatici con solidi background, non aspettatevi di capire qualcosa fin da subito (anzi non aspettatevi proprio di capire qualcosa). Tutto ciò non ha veramente importanza. Nihei non punta su questi elementi, almeno, non principalmente.
Si tratta quindi di un fumetto decisamente atipico, per apprezzarlo veramente si deve assumere un punto di vista diverso dal solito.
Blame, fondamentalmente, lo si può definire come un'esperienza estetica di grande suggestione e caratura. L'elemento preminente è la dimensione visiva, che tuttavia si trasforma in concetto, fino a non essere più solo mera grafica, ma una forma di comunicazione ben più viva. L'essenza di Blame è la sua estetica. Nihei è un architetto, e ciò traspare nettamente dalle affascinanti tavole che possiamo rimirare durante la lettura: un tratto pesante, oscuro, denso, ci trascina all'interno di un mondo contorto e delirante, composto da improbabili scale, foraggiato di strutture vertiginose che sfidano ogni logica e ogni buon senso. Si viene catapultati in un surreale aggregato di sofisticate architetture da incubo, ricco di ambienti claustrofobici ed angusti che, impensabilmente, si aprono poi su spazi illimitati e grandiosi, vertiginosi baratri portano verso oscuri abissi sconosciuti. Il mondo è composto interamente da inquietanti antri colmi di orrori innominabili, molteplici livelli si susseguono e si stratificano, per lo più disabitati, raramente si scorgono bizzarre città abitate da misteriosi individui. In questo luogo facilmente si perde l'idea dello scorrere del tempo o delle stagioni, poiché mancano quasi del tutto punti di riferimento temporali e spesso anche spaziali: concetti come sopra e sotto perdono di significato, diventano relativi, poiché anche la gravità alle volte viene invertita e, soprattutto, perché di rado vi sono elementi esterni che possano fungere da riferimento.
Altro ingrediente determinante è il silenzio. Ci si trova innanzi ad un'opera prevaletemene muta, poveri sono i dialoghi e criptica la sceneggiatura. Gran parte del fascino di Blame risiede proprio in questo silenzio imponente ed attonito, che riecheggia in modo inquietante tra i cabalistici e visionari intrichi di architetture. L'ambientazione suggestiva e cupa gioca un ruolo essenziale nell'evocare un forte senso di alienazione e d'angoscia, anche al lettore sembra di perdersi nei dedali infiniti di quest'opera, proseguendo un disperato viaggio senza fine, verso una meta sconosciuta. Tale aspetto è ciò che fa di Blame un capolavoro, la capacità di comunicare senza dover ricorrere alle parole, senza discorsi, senza nulla se non un apparato estetico stupefacente ed immenso.
I personaggi, come già esplicitato sopra, non godono di caratterizzazioni particolarmente elaborate, si tratta per lo più figure enigmatiche, fredde e spietate, che sopravvivono in un mondo crudele, freddo e spietato. La mancanza di una voce narrante e la povertà della sceneggiatura, inoltre, donano quel tocco di realismo in più, tanto da rendere le figure che popolano questo mondo indecifrabili e impenetrabili.
Non si pensi, comunque, che Blame sia totalmente privo di una trama. Essa emerge mettendo insieme i vari frammenti ed indizi che vengono sparpagliati nell'intera opera, combinando le piccole e fugaci informazioni che si ricavano ogni tanto dai rari dialoghi sparsi qua e la.
Tirando le somme Blame è un ottimo manga fantascientifico, propone qualcosa di diverso dal solito tanto da essere unico nel suo genere. Non ci di deve spaventare di fronte al suo nome o innanzi alla sua apparente incomprensibilità, poiché è un fumetto che può regalare molte soddisfazioni.
Voto:8
Blame!
3.0/10
Trovare argomentazioni per recensire "Blame" è un bel problema. Si, perché di argomentazioni effettivamente non ce ne sono affatto. Non le ha trovate l'autore, per quale motivo dovrei trovarne io?
Ma forse è questo che fa molto "figo". Ho notato, anche nel cinema, che più non si capisce nulla, più la gente grida al capolavoro. Io del resto ho iniziato a guardare queste tavole spinto dagli incredibili voti trovati sul sito.
I più attenti avranno notato che ho utilizzato il verbo guardare; da leggere infatti c'è ben poco e quel poco, per un buon novanta per cento, non ha alcun significato. Parole in libertà! Deliri di un folle in preda ad allucinazioni. Spesso utilizzando terminologie inventate che non hanno alcun significato; un po' come quando si giocava da piccolini con l'amichetto immaginario.
Di solito quando mi imbatto in oscenità simili, dopo che tutti hanno gridato al miracolo, mi arrabbio non poco per il tempo sprecato. Questa volta invece non ne ho avuto il tempo. Avere tra le mani "Blame" è come sfogliare una rivista inutile prima di entrare dal dentista; finisce in un attimo e non ti lascia nulla. Non c'è il tempo per arrabbiarsi.
La velocità con cui si sfoglia questo fumetto infatti è spaventosa. Di solito mi soffermo oltremodo nel guardare i disegni, in questo caso si passa avanti che è una bellezza. Si è costantemente alla ricerca di un qualcosa di sensato, ma ahimè questo sogno non si concretizza mai.
La parola che è più calzante è caos.
La maggior parte del tempo, quando cioè il nostro protagonista non è intento a passeggiare silenziosamente per i livelli di quella che sembra l'ambientazione di un platform, assistiamo ai suoi combattimenti. Ci si chiede costantemente: ma le sta prendendo o le sta dando? Regna la confusione totale, che non fa capire mai cosa sta accadendo. Esplosioni a non finire finché finalmente, vedendo chi è rimasto in piedi, si capisce chi le stava dando. Oltre tutto domandarsi contro chi e per cosa sta combattendo il protagonista è un inutile spreco di tempo; non lo scopriremo mai.
Del nostro bel protagonista (immagino che lo si possa evincere solo da quante volte viene disegnato) non sappiamo assolutamente nulla. Non esiste alcuna introspezione psicologica né sua, né tanto meno di nessun altro personaggio. Parlare di caratteri è altrettanto inutile, figuriamoci di una maturazione dei personaggi.
La domanda sorge spontanea: un'opera priva di trama, di introspezione e di un qualsiasi significato come fa a essere considerata un capolavoro? Forse è un nuovo tipo di arte che non ho ancora compreso, ma di sicuro non è un capolavoro di manga.
I disegni di Tsutomu Nihei sembrano una scopiazzatura mal riuscita di Tsutomu Takahashi. Controllando ho poi constatato che è stato effettivamente un suo assistente. Certo, per essere il suo primo lavoro, le illustrazioni sembrano avere un buon potenziale, ma di sicuro non riescono minimamente a riempire la voragine che si viene a creare dal non aver ideato alcuna trama.
Una cosa però mi è chiara, Tsutomu Nihei e la sua casa editrice sono certamente dei geni. Essere riusciti a vendere "il nulla" e per giunta essere riusciti a farlo passare per opera d'arte richiede una destrezza senza pari.
E' un po come quando a qualche artista gli va storto il latte a colazione e per sbaglio lo rigurgita su una tela dimenticata sulla tavola...vuoi mettere con la mediocrità della Cappella Sistina?
A me qualche dubbio sorge sempre.
Ma forse è questo che fa molto "figo". Ho notato, anche nel cinema, che più non si capisce nulla, più la gente grida al capolavoro. Io del resto ho iniziato a guardare queste tavole spinto dagli incredibili voti trovati sul sito.
I più attenti avranno notato che ho utilizzato il verbo guardare; da leggere infatti c'è ben poco e quel poco, per un buon novanta per cento, non ha alcun significato. Parole in libertà! Deliri di un folle in preda ad allucinazioni. Spesso utilizzando terminologie inventate che non hanno alcun significato; un po' come quando si giocava da piccolini con l'amichetto immaginario.
Di solito quando mi imbatto in oscenità simili, dopo che tutti hanno gridato al miracolo, mi arrabbio non poco per il tempo sprecato. Questa volta invece non ne ho avuto il tempo. Avere tra le mani "Blame" è come sfogliare una rivista inutile prima di entrare dal dentista; finisce in un attimo e non ti lascia nulla. Non c'è il tempo per arrabbiarsi.
La velocità con cui si sfoglia questo fumetto infatti è spaventosa. Di solito mi soffermo oltremodo nel guardare i disegni, in questo caso si passa avanti che è una bellezza. Si è costantemente alla ricerca di un qualcosa di sensato, ma ahimè questo sogno non si concretizza mai.
La parola che è più calzante è caos.
La maggior parte del tempo, quando cioè il nostro protagonista non è intento a passeggiare silenziosamente per i livelli di quella che sembra l'ambientazione di un platform, assistiamo ai suoi combattimenti. Ci si chiede costantemente: ma le sta prendendo o le sta dando? Regna la confusione totale, che non fa capire mai cosa sta accadendo. Esplosioni a non finire finché finalmente, vedendo chi è rimasto in piedi, si capisce chi le stava dando. Oltre tutto domandarsi contro chi e per cosa sta combattendo il protagonista è un inutile spreco di tempo; non lo scopriremo mai.
Del nostro bel protagonista (immagino che lo si possa evincere solo da quante volte viene disegnato) non sappiamo assolutamente nulla. Non esiste alcuna introspezione psicologica né sua, né tanto meno di nessun altro personaggio. Parlare di caratteri è altrettanto inutile, figuriamoci di una maturazione dei personaggi.
La domanda sorge spontanea: un'opera priva di trama, di introspezione e di un qualsiasi significato come fa a essere considerata un capolavoro? Forse è un nuovo tipo di arte che non ho ancora compreso, ma di sicuro non è un capolavoro di manga.
I disegni di Tsutomu Nihei sembrano una scopiazzatura mal riuscita di Tsutomu Takahashi. Controllando ho poi constatato che è stato effettivamente un suo assistente. Certo, per essere il suo primo lavoro, le illustrazioni sembrano avere un buon potenziale, ma di sicuro non riescono minimamente a riempire la voragine che si viene a creare dal non aver ideato alcuna trama.
Una cosa però mi è chiara, Tsutomu Nihei e la sua casa editrice sono certamente dei geni. Essere riusciti a vendere "il nulla" e per giunta essere riusciti a farlo passare per opera d'arte richiede una destrezza senza pari.
E' un po come quando a qualche artista gli va storto il latte a colazione e per sbaglio lo rigurgita su una tela dimenticata sulla tavola...vuoi mettere con la mediocrità della Cappella Sistina?
A me qualche dubbio sorge sempre.
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Blame non l'ho dunque letto ma credo che non mi sarebbe sicuramente piaciuto.
Personalmente sono riuscito a finirlo al quarto tentativo, le prime volte mi bloccava il character design atipico, ma nella lettura di Blame! e dei suoi seguiti penso di aver capito un po' l'atteggiamento dell'autore. è un po' un ribelle, uno che vuole rompere gli schemi, che disegna per sé e non per piacere, un anticonformista. Ecco, se leggete solo shounen contemporanei non vi avvicinate neanche a Blame!, non lo apprezzereste quasi sicuramente, siamo a tutt'altre lunghezze d'onda.
Stile simile a Takahashi? Nei fondali? Nella regia? Nel charadesign? Onestamente non rammento forti somiglianze tra i due... Forse un po' di influenza, ma Nihei nasce come architetto, la cura per i fondali e l'ideazione del mondo meccanico alle spalle di Blame! è ispirato prevalentemente alla sua esperienza in quel campo, non tanto all'assistentato al pur rispettabile Takahashi, mentre i personaggi sono originali, brutti come la fame ma funzionali al fumetto. Eh sì, qualcuno si stupisce che Killy non lasci trasparire emozioni? Beh, è abbastanza semplice il motivo: non ne ha. è una macchina, ha un obbiettivo e lo porta a termine. Basta ragionarci un momento ed è lampante la cosa.
Ribadisco i complimenti a Oni, aggiungo che Blame! non è un fumetto per tutti, ma solo per chi ricerchi nella lettura qualcosa di diverso dal solito, di fuori da ogni schema. Ecco, in quel caso probabilmente lo amerete.
ah ecco XD
http://www.animeclick.it/news/40385-animering-bakuman-la-delusione-dopo-death-note
Accipicchia che arrampicata sugli specchi in stile "non sono io a..., sono gli altri che...).
Poi nel caso di Blame! davvero, che senso ha questo discorso, la trama è più un filo conduttore appena accennato, abbozzato, ed è tutto tranne che incomprensibile (a parte che per i lettori della prima edizione, ma non era colpa del manga) (e infatti Atom non capisco di cosa parli nella recensione, ci sono 3 cose in croce in Blame, mica 30 milioni di dialoghi criptici, se sfuggono pure quelle forse lo si è letto da ubriachi).
Il perché sia un manga unico del panorama giapponese mi sembra evidente anche solo sfogliandolo, ed è descritto più che bene nella recensione di onizuka90.
Poi può piacere come può non piacere, e nel secondo caso è giustissimo lo smettere di leggerlo (e no, non si è stupidi se lo si fa, come non sono pecoroni quelli a cui è piaciuto).
Personalmente lessi a scrocco il primo volumi ancora una marea di anni fa e me ne innamorai subito per il tratto di Nihei, per le sublimi architetture e le atmosfere cupe e stranianti.
Trovo che ancora oggi sia il fumetto più particolare dell'autore e per quanti difetti possa avere gli riconosco di aver creato qualcosa di veramente unico nel panorama.
Non trovo nemmeno che dovesse avere più dialoghi, credo onestamente sia perfetto così, perché le tavole mute, i grandi silenzi danno quell'atmosfera che non ci potrebbe essere in un manga più denso di dialoghi.
La cosa mi ricorda un po' il primo episodio di Texhnolyze (anime dalle atmosfere molto simili), dove, se non ricordo male, non c'è un solo dialoghi in tutta la prima metà.
Texh ha molto di più ovviamente, ma trovo comunque funzionale ed efficace lasciare che il lettore sprofondi in un mondo muto e criptico.
Non c'è nulla da fare. C'è chi lo amo e c'è chi lo odia.
Per alcuni l'assenza di trama è una pecca incolmabile, per altri è pura poesia.
Di opere del genere bisognerebbe apprezzarne l'ambientazione angusta ed angosciante e il ritmo frenetico, a discapito delle interazioni umane...ecco, è proprio la totale assenza di punti di empatia a rendere le opere tanto ostiche.
Personalmente, non sono un amante di questo genere. Preferisco le "vie di mezzo".
Va bene dedicare gran spazio dell'anime all'atmosfera cupa e opprimente, ma poi bisogna anche mettere della carne nel fuoco.
Ottimi esempi di anime che riescono in questo intento sono Texhnolyze e Lain
E' MOLTO preoccupante però il fatto che stia vincendo al momento "Non conosco l'autore e l'opera", perdinci correte subito a rimediare !
Da Greenberg
Rispetto massimo per Blame!, Nihei ha avuto le palle di osare e percorrere jna strada che nessuno prima aveva fatto, riuscendo a creare qualcosa di veramente UNICO.
Difatti come stile ed espressioni ( della sceneggiatura e trama criptica ) Nihei si è ispirato allo stile francese, specialmente Moebius. Devo dire però che il suo stile ( a causa della mancanza di colore intrinseca dei manga ) perde molto in confronto al francese.
Non conosco l'autore e la sua opera, dalle recensioni e commenti ho capito che non rientra nelle mie corde quindi dubito rimedierò a questa mia ignoranza in futuro.
Perché anche se tipicamente si va alla ricerca di un racconto, resta il fatto che il manga è un fumetto: un'opera principalmente grafica. Se è di dovere apprezzare una bella storia disegnata da cani, è doveroso pure apprezzare una storia da cani disegnata in modo sublime e suggestivo.
Che poi volendo la trama in Blame c'è pure, e non è vero che non si capisce: è un cyberpunk hardcore in cui si capisce quel che si deve capire, ossia l'interrogazione squisitamente cyberpunk -appunto- sulla definizione di umanità, identità, vita e libero arbitrio, sulla validità dei valori morali contemporanei e sulle possibilità dell'evoluzione futura delle entità senzienti e della loro interazione sociale.
Che poi sia criptico e di nicchia, nessuno ha mai detto il contrario, e mi pare palese che non sia mai stato un titolo progettato per il grande pubblico.
Rifacendomi a quanto detto da Texhnolyze, se non riuscite ad apprezzare un'opera illustrata per le illustrazioni, allora è meglio che cambiate hobby. Iniziate a leggere romanzi (scelta più che legittima), e la finiamo lì.
CAPOLAVORO.
Personalmente non servono giustificazioni, compratelo...
Se poi non riuscite a scavare nella storia, soffermarvi nelle tavole, perdervi nella sua vastità non avete colto il senso.
"Forse è un nuovo tipo di arte che non ho ancora compreso..." cit. Atom
Blame! ha una delle migliori atmosfere che abbia mai visto in un manga, la sensazione di desolazione, freddo, vuoto è davvero ben resa, radicata in ogni tavola, in ogni personaggio, in ogni situazione. E questo può spiegare anche i pochi dialoghi, perchè la desolazione si è radicata, prima ancora che nel mondo esterno, nel profondo dell'animo dei suoi abitanti.
Ma questo è proprio il motivo per cui l'ho interrotto. Non mi basta una bella atmosfera, mi serve anche altro per poter apprezzare a pieno un'opera; purtroppo Blame! non ha altro da dare al lettore (ovviamente parlo delle prime 800 pagine circa, poi non so).
Gli darei comunque un 7 abbondante, perchè l'atmosfera che riesce a generare va comunque premiata.
Il non avere dialoghi, comunque, non è certo un pregio, è solamente una limitazione autoimposta.
Perchè la prima edizione è TRADOTTA COL CULO E STAMPATA PEGGIO.
Quindi ogni opinione sulla trama espressa basandosi sui pochi testi tradotti male, non ha rilevanza.
Quindi "il sondaggio non m'interessa", mancano le basi comuni su cui poter parlare.
E la prima edizione fa così schifo che l'ho buttata via anche se valeva parecchio...
Sul resto... di che vogliamo parlare? BLAME è un viaggio di cui noi siamo passeggeri, può piacere o meno, logico, ma certe critiche valgono come chi vuole le storie d'amore in uno shonen di mazzate gratuite. Graficamente Nihei si è già guadagnato l'olimpo degli illustratori sci-fi, tra Marvel e l'accostamento a Giger (essere accostati a chi ha inventato Alien... scusate se è poco), poi ovvio che non può piacere a tutti, ma possibilmente andrebbe dato merito alla bravura espressa, in qualsiasi campo la si esprima e in qualsiasi tipologia di arte si parli.
Oppure date retta a chi ha la maglietta dei Metallica se dicono che Shrillex non sa far musica?
la prima edizione valeva parecchio, ma solo secondo gli allucinati che chiedevano 80-90 euro quando già la Deluxe era in corso. Per non parlare di quelli che chiedevano anche 100 euro per il solo Noise, che ora verrà ristampato. Alla fine gli speculatori sono invecchiati male, certi magheggi avevano senso col mercato di 10 e passa anni fa, oggi fanno solo ridere.
@ TWINKLE,
ecco, quindi non sono solo io a odiare gli spiegoni interminabili e spesso senza basi scientifiche di Shirow. I 4 volumi di Appleseed c'ho messo 2 anni per finirli, ogni volta che provavo a leggerli mi cascavano le sfere dalla noia e cadevo in un sonno catalettico.
-"Forse è un nuovo tipo di arte che non ho ancora compreso"-
Per quanto ne apprezzi i disegni, il tratto e le ambientazioni, resta (per me) ben poco comprensibile, arrivando ad annoiarmi.
Può non piacere perché è un prodotto estremo, però fa specie vedere tanti detrattori di quest'opera, quando poi tutti criticano il solito prodotto shonen e vogliono più notizie su anime e manga di nicchia.
Un fumetto non deve acere per forza tanti dialoghi o meglio ancora una trama. Arzach di Moebius non ha neamche un dialogo, eppure...
Molti di voi confondono l'assenza di trama con assenza di narrazione. Blame ha una trama flebile, ma ha una narrazione (seppur molto criptica ed ermetica).
Che Blame (anzi, Nihei in generale come autore) non sia per tutti è palese, ma se da un lato riesco a capire facilmente chi lo vede come uno schifo, dall'altro non riesco proprio a definirlo un capolavoro. Seguendo i normali parametri, come già detto nelle recensioni, Blame ne esce davvero male, però sinceramente anche cercando quel "qualcosa in più" non mi sento di alzarlo così tanto.
Vanno sicuramente premiate le sue impostazioni decisamente fuori dal comune e il suo stile artistico particolare (ricorderà anche quello di Takahashi, ma edifici e ambienti così dettagliati non li ho mai visti nelle sue opere) però quello che mi ha sempre catturato dei suoi lavori sono le atmosfere che Nihei riesce a creare.
Non importa la trama (e questo vale per tutto ciò che ho letto di suo, ovvero Blame, Biomega, Abara e Snikt) si viene "semplicemente" travolti dagli intricati eventi di un mondo lontano mentre si seguono le vicende di persone di cui non viene detto nulla. Però non ha importanza nemmeno questo, perchè i protagonisti sono più che altro dei "veicoli" che mostrano un mondo che si avvicina alla sua fine, rendendo così i lettori dei testimoni di un qualcosa che, proprio perchè prossimo alla sua conclusione dovuta ad una serie di processi più lunghi, risulta di difficile comprensione e allo stesso tempo affascinante (perchè più si prosegue e più, in modo del tutto passivo, si inizia a capire/immaginare cosa ha generato il tutto).
Le opere di Nihei le ho vissute come avventure fini a sè stesse, una sorta di "memorie dimenticate di persone di poca importanza" che, proprio perchè prive di personaggi forti, lasciano una forte atmosfera di nichilismo e, perchè no, malinconia.
Un capolavoro per me è una cosa diversa, ma se proprio devo scegliere una delle due "fazioni" preferisco schierarmi da chi elogia Nihei perchè è un autore unico che offre storie uniche.
P.s. Questo è il mio pensiero, domani leggerò attentamente i commenti di tutti (non solo dei primi, come in questo caso XD) e, forse, risponderò...ora sono troppo stanco XP
Felice dunque di avere la possibilità di vedere dal vivo Nihei e di ricevere il suo autografo(che fortunatamente mi son già guadagnato).
Praticamente concordo con entrambe le opinioni anche se come voto sono più vicino a quello alto! Offre senza dubbio belle sensazioni quindi non sono del tutto insoddisfatto a fine lettura, ma un finale più completo e un pò meno confusione avrebbero sicuramente minimizzato cose negative come la scarsa trama e caratterizzazione.
Detto questo, Blame! è un ottimo fumetto e non solo: Blame! è il Cyberpunk definitivo. Ma andiamo con ordine.
Intanto Non è vero che non ha una trama e ora ve la spiego: in un futuro lontano la terra viene completamente inglobata in una mega-struttura grazie all'ausilio dei costruttori: robot inesauribili che continuano incessantemente a costruire e riparare, a tal punto che la mega-struttura ha inglobato perfino la luna. In questo mondo le principali attività governative avvenivano in rete, così la società decise di impiantare un microchip in ogni essere umano che gli permettesse di accedere alla rete. E creò le safeguard, un corpo di polizia umanoide che aveva lo scopo di eliminare tutte le persone che non fossero in possesso del microchip che gli permettesse di connettersi. In questo futuro però pare che nessun uomo sia in possesso del microchip e i pochi uomini rimasti sono costretti a scappare dalle safeguard che li vedono come minacce della società. Il nostro protagonista ha il compito di trovare un essere umano con un microchip in grado di accedere alla rete, ormai controllata dalle safeguard, e cambiare le sorti dell'umanità.
Il protagonista (killy) non si sa bene chi è, dove proviene e chi gli ha assegnato questa missione. Ciò che gli permetterà di proseguire nella sua ricerca sarà una speciale pistola, detta a raggi gravitazionali, di una tecnologia perduta che è in grado di perforare qualsiasi materiale. Killy non è molto socievole ed è poco espressivo perché non è del tutto umano, è una sorta di terminator per intenderci. Tutta la storia ha pochi dialoghi perché ci troviamo in un mondo quasi completamente popolato da robot, detti esseri di silicio. L'umanità si è quasi estinta, i pochi sopravvissuti sono costretti a muoversi continuamente per scappare alla minaccia delle safeguard.
L'ambiente in cui si muove il nostro protagonista è fatto di edifici immensi e strutturalmente irrazionali per colpa dei robot costruttori, ormai senza supervisione dell'uomo lavorano senza sosta e senza una logica umana.
Killy nel corso del suo viaggio incontrerà, oltre ai tantissimi nemici, alcuni alleati come la scienziata cibo che gli darà una grossa mano nel cercare di accedere alla rete, oppure alcune intelligenze artificiali particolari, incaricate a suo tempo di proteggere gli esseri umani, come la safeguard dhomochevsky.
Come vedete Blame! ha una storia molto interessante e con tutti gli elementi classici del genere cyberpunk (società utopica, tecnologia fuori controllo). Pero quello che fa Nihei in questo fumetto è prendere gli elementi del genere ed estremizzarli fino al limite. Se in un classico cyberpunk vediamo i robot che si ribellano all'uomo, qui i robot si sono già ribellati da un pezzo e controllano la società. Se i personaggi di un cyberpunk sono in genere freddi e distaccati dal mondo che li circonda, i personaggi di blame! sono completamente alienati in un mondo e una tecnologia che non risponde più ai suoi bisogni e le sue regole. Questo senso di alienazione lo percepisce pure il lettore (grazie alle straordinarie tavole di Nihei) che si sente spaesato, estraneo a tutto ciò che succede senza avere mai nessun punto di riferimento, se non un protagonista quasi del tutto inespressivo. Ed è proprio questa particolarità dell'opera che ha spinto molti a dare un giudizio negativo a Blame!. Invece io lo trovo il suo più grande punto di forza. Nihei è riuscito con il suo fumetto a ridare vita ad un genere, il cyberpunk, che molti lo ritenevano morto già alla fine degli anni 80, e che qui lo troviamo più vivo ed esaltante che mai, nell'ormai lontano 1998 (anno di pubblicazione di Blame!).
Quindi che dire se non che Blame! è il cyberpunk definitivo, come dicevamo all'inizio. Un'opera che tutti gli appassionati di fantascienza dovrebbero leggere.
Chiaramente io lo ritengo molto buono perchè adoro lo stile, mi piace l'inchiostro, mi piacciono le sue tavole silenziose e tante altre cose che
l'autore si porta dietro nel suo modo di proporre e fare storia.
Capisco anche che qualcuno possa non conoscerlo o non si sia mai interessato allo stile, anche perchè è impossibile conoscere tutta questa vastità di manga o titoli...
Però è difficile rimanere indifferenti verso il numero di persone come dice "alessiox1".
Insomma in maniera cattiva mi verrebbe da dire che ora si capisce perchè quando si premiano titoli nuovi a livello di manga sono sempre scarsi i voti a contenuti più maturi e fuori dal comune. Mentre è sempre la solita storiella a spuntarla come poi tra le altre cose dice "Tarlo Viola".
La scorsa stagione Ping Pong the Animation è stato snobattissimo su Ac, perchè la grafica faceva cag#re a qualcuno...
Io sono rimasto felicemente sorpreso dal contenuto e ancora più sconvolto dopo aver letto e comprato "Sunny" altra opera di Taiyou Matsumoto che è fatta con lo stesso identico stile.
Invece si finisce a parlare dei GIGANTI e del suo modo di fare arte in fumetto in maniera sofisticata e grottesca quando è chiaramente dovuto alle capacità di disegno dell'autore, palesi ed evidenti.
Anche per Hitoshi Iwaaki famoso per "Kiseiju" non è il disegno il punto forte, con visi spigoloso e dai caratteri difficilmente graziosi.
Insomma i contenuti che possono evidenziare/elevare un'opera non vanno ricercati solamente nel modo di disegnare, ma sono i più svariati...
(Qui avrei dovuto aprire 10mila parentesi per spiegare meglio gli esempi, perchè qualcuno potrebbe dire che ho avuto il coraggio di banalizzare i manga citati, ma spero cogliate lo stesso l'esempio proposto perchè non era per svalutare delle opere)
Su Sidonia invece mi trovo su questa idea personale...
Sidonia pare più un tentativo di avvicinamento ai contenuti japponesi più classici e comuni, a quella "commedia scolastica" che ci regala cliché e qualche risata sulla situazione ambigua o ecchi.
HO esagerato di proposito scrivendo così, non ci azzecca nulla con quanto ho scritto, dati i toni drammatici e il genere. MA è un esempio per far capire che il contenuto comincia ad essere diverso dagli altri suoi lavori...
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.