Marco dagli Appennini alle Ande, è un meisaku classicissimo, che segue i successi di "Heidi" (1974) e "Il fedele Patrasche" (1975). Prodotto dalla Nippon Animation nel 1976 è realizzato da una triade di autori di altissimo livello: Takahata alla regia, Kotabe alla sceneggiatura e al character design, e Miyazaki agli scenari. Si tratta degli stessi autori di Heidi e la somiglianza tra Heidi e Marco a livello di character design è evidente. È anche evidente la somiglianza tra il chara di Violetta (la figlia del burattinaio Pepe, grande amica di Marco) e molti personaggi femminili delle opere di Miyazaki, a partire dalla Miss Monsley di Conan il ragazzo del futuro. Già solo per il character design e per le associazioni positive che comporta, Marco si prende un punto di merito.

A questo vanno aggiunti altri punti per gli stupendi scenari in cui Miyazaki supera sé stesso, date le possibilità tecniche degli anni in cui la serie viene realizzata. Quasi ogni scenario sembra un quadro dipinto: in particolare sono indimenticabili i tramonti sullo sfondo della sterminata pampa argentina. Non per questo si possono trascurare le meravigliose scene con Marco che corre attraverso i vicoli di Genova (Miyazaki si documentò di persona visitando la città) e le vedute aeree dei tetti di Genova.

La regia è pure di livello eccellente, tanto che una serie così lunga (52 episodi) invece di stancare con il tempo, visto anche il ritmo piuttosto lento, diventa sempre più avvincente. Anzi, con il passare delle puntate diventa impossibile staccarsi dallo schermo e, specialmente nelle puntate finali, si sente veramente la fatica di Marco impegnato a percorrere gli ultimi durissimi chilometri che lo separano dalla madre, senza una scarpa, con un piede ferito, senza cibo e in mezzo a una tormenta di neve nella pampa sconfinata.
Tutti i personaggi sono ben studiati e ben caratterizzati, anche quelli che s'intravedono per una sola puntata. A differenza dalle serie moderne edulcorate, a Marco capita di tutto: a volte incontra brave persone che lo aiutano, a volte incontra profittatori che lo imbrogliano o lo derubano, altre volte incontra tipacci dal pugno duro e dal coltello facile, oppure gauchos taciturni dal cuore d'oro, ma anche odiose megere e dolcissime suore: insomma, tutto un vastissimo campionario d'umanità.
Assegno una nota di merito anche per la sigla italiana - opera di Vince Tempera - che è una di quelle che si fanno ricordare nei decenni. Io ci vedo una qualche somiglianza con la sigla di Anna dai capelli rossi, sempre a opera dello stesso Tempera. Del resto il maestro Tempera ha firmato più o meno tutte le sigle degli anime trasmessi dalla Rai. Questo anime con il semplice titolo di "Marco" fu infatti trasmesso per la prima volta da Rai 1 nel 1982).
Sigla Mediaset della serie. Non cambia la canzone ma la videosigla e i titoli sono modificati rispetto alla Rai.
Concludo con una nota personale. Ho visto Marco solo di recente. Da bambino ne ho fuggito la visione, perché ero in un'età in cui il genere meisaku mi era venuto in odio, motivo per cui mi rifiutai di guardarlo. Lo lasciavo guardare a mia madre e a mio fratello piccolo, io ormai ero "grande" e guardavo i robottoni, non certo i meisaku, robetta da bambini e da femminucce! Inutile dire che con gli anni ho cambiato idea.
Marco dagli Appennini alle Ande è in onda da mercoledi 18 novembre, dal lunedi al venerdi, alle ore 6:55/7:00 durante il contenitore "Latte e Cartoni" di Italia 1

A questo vanno aggiunti altri punti per gli stupendi scenari in cui Miyazaki supera sé stesso, date le possibilità tecniche degli anni in cui la serie viene realizzata. Quasi ogni scenario sembra un quadro dipinto: in particolare sono indimenticabili i tramonti sullo sfondo della sterminata pampa argentina. Non per questo si possono trascurare le meravigliose scene con Marco che corre attraverso i vicoli di Genova (Miyazaki si documentò di persona visitando la città) e le vedute aeree dei tetti di Genova.

La regia è pure di livello eccellente, tanto che una serie così lunga (52 episodi) invece di stancare con il tempo, visto anche il ritmo piuttosto lento, diventa sempre più avvincente. Anzi, con il passare delle puntate diventa impossibile staccarsi dallo schermo e, specialmente nelle puntate finali, si sente veramente la fatica di Marco impegnato a percorrere gli ultimi durissimi chilometri che lo separano dalla madre, senza una scarpa, con un piede ferito, senza cibo e in mezzo a una tormenta di neve nella pampa sconfinata.
Tutti i personaggi sono ben studiati e ben caratterizzati, anche quelli che s'intravedono per una sola puntata. A differenza dalle serie moderne edulcorate, a Marco capita di tutto: a volte incontra brave persone che lo aiutano, a volte incontra profittatori che lo imbrogliano o lo derubano, altre volte incontra tipacci dal pugno duro e dal coltello facile, oppure gauchos taciturni dal cuore d'oro, ma anche odiose megere e dolcissime suore: insomma, tutto un vastissimo campionario d'umanità.
Assegno una nota di merito anche per la sigla italiana - opera di Vince Tempera - che è una di quelle che si fanno ricordare nei decenni. Io ci vedo una qualche somiglianza con la sigla di Anna dai capelli rossi, sempre a opera dello stesso Tempera. Del resto il maestro Tempera ha firmato più o meno tutte le sigle degli anime trasmessi dalla Rai. Questo anime con il semplice titolo di "Marco" fu infatti trasmesso per la prima volta da Rai 1 nel 1982).
Sigla Mediaset della serie. Non cambia la canzone ma la videosigla e i titoli sono modificati rispetto alla Rai.
Concludo con una nota personale. Ho visto Marco solo di recente. Da bambino ne ho fuggito la visione, perché ero in un'età in cui il genere meisaku mi era venuto in odio, motivo per cui mi rifiutai di guardarlo. Lo lasciavo guardare a mia madre e a mio fratello piccolo, io ormai ero "grande" e guardavo i robottoni, non certo i meisaku, robetta da bambini e da femminucce! Inutile dire che con gli anni ho cambiato idea.
Marco dagli Appennini alle Ande è in onda da mercoledi 18 novembre, dal lunedi al venerdi, alle ore 6:55/7:00 durante il contenitore "Latte e Cartoni" di Italia 1
Una piccola ingenuità dell'adattamento italiano che ho recentemente notato: in uno dei primi episodi Tonio, il fratello maggiore di Marco, doppiato dal bravissimo Oreste Baldini, prende la chitarra e canta una canzone... Si comprende che è dedicata a Genova, ma solo questo, perché purtroppo hanno lasciato l'audio giapponese, il che ha un effetto un po' strano...
La serie è un capolavoro assoluto, per me è il capolavoro di Takahata.
Una lezione di cinema enorme, in qualche sito avevo recensito che addirittura alcune sequenze ricordano Bergman!! (La parte del sogno, censurata in Italia.)
Per la cronaca.la serie ha dei tagli e censure ovunque. E l'edizione DVD uscita da noi è orribile.
Anch'io, da ragazzino (12 anni quando fu trasmesso dalla RAI), non sono riuscito a vedere tutta questa serie, e la cosa peggiore e che riuscivo a vedere delle puntate a casaccio, magari una poi due giorni dopo la successiva, così la visione era piena di buchi di narrazione. E questo non tanto perché non mi piacesse (a quell'epoca davvero seguivo di tutto, o almeno ci provavo, anche se spesso le concomitanze di orari mi rendeva impossibile farlo, e ovviamente del videoregistratore in casa mia non c'era nemmeno l'ombra!), ma perché era in un orario per me infelice. E anche le successive repliche mi sono sempre sfuggite, dovrei recuperarlo in qualche modo, ma certo che nello spazio in cui è attualmente programmato da Italia 1 mi si ripresenta lo stesso problema, ma potrei rimediare con il MySky. Mi ricordavo dei fondali molto belli, mentre il design e le animazioni dei personaggi è quello un po' grezzo tipico di quell'epoca, comunque nell'insieme una serie molto gradevole che mi hai fatto venir voglia di recuperare!
@Sonoko: Per quanto riguarda le canzone di Tonio, ammetto di non ricordarla, però lo stesso effetto un po' straniante c'era anche con quelle che cantava Remi con l'arpa, anche perché la voce che cantava (in giapponese ovviamente) aveva un timbro piuttosto diverso da quella del doppiatore nostrano. In effetti però era una melodia dolcissima resa ancora più affascinante dalle parole dal suono molto armonioso, seppur incomprensibili per me!
@Goonie: Chi ha fatto uscire l'edizione in DVD di Marco dagli Appennini alle Ande? Dici che è così brutta da non valere la pena di acquistarla?
Anche alla prima messa in onda da noi sulla Rai, la serie subì tagli. Le musiche sonocstate cambiate e stravolte, aggiunte anche nei minuti di silenzio, ecc.ecc..
Per la cronaca, la serie è di Takahata, non di Miyazaki. Takahata era regista, Miyazaki era un semplice dipendente come tanti altri. Takahata è il maestro di Miyazaki, che e' incapace di fare serie per la tv (più adatto al cinema). Invece in Italia stanno sempre a dire che Marco, haidi, Anna dai capelli rossi ecc.ecc. sono di Miyazaki. Povero Takahata.
Tra l'altro chi e' interessato alle serie storiche e volesse aiutare (per esempio passando informazioni, chicche, articoli etc) lo dica che qualcosa su AnimeClick si puo' fare.
@Goonie: Per la carità, se la CG ha fatto questo che hai detto se li tengano pure i DVD! Magari un giorno si sveglieranno YV e Gazzetta e faranno uscire in edicola anche questa serie in edizione integrale. In effetti sul povero Takahata hai ragione, è sempre stato bistrattato, secondo me ingiustamente!
La serie è un capolavoro assoluto, per me è il capolavoro di Takahata.
No, per me il suo capolavoro e' Anna dei Capelli Rossi, che considero anche il miglior meisaku di tutti i tempi. E sono anche piu' legato ad Heidi che a Marco. Ma anche se al terzo posto e' sempre una gran bella visione
Takahata è il maestro di Miyazaki, che e' incapace di fare serie per la tv
Ah, si'? E Mirai Shonen Conan dove lo mettiamo?
So benissimo che ha girato Conan, ma proprio per Conan, dopo Conan, e a detta di lui stesso, Miyazaki si è tenuto lontano dalla TV. Ora, che Conan sia un capolavoro non ho dubbi (io amo questa serie sia chiaro), ma si può notare anche per i meno esperti, che qualcosa non va! Tipo la durata degli episodi, sforato sempre, i vece dei tipici 20/22 minuti, una di Conan andava oltre i 25. Poi come si concludevano lasciavano a desiderare.... Sfocavano sul nero, quasi troncati. Questo per dire che non era a proprio agio con le serie TV.
Conservo alcune interviste vecchie, che oggi non ricorda nessuno perché Miyazaki è stato santificato (giustamente), dove chi all'epoca della lavorazione di Conan lavorò con lui, lo odiava. Ritardi immensi, schiavismo, scene ripetute all'infinito, insomma come Kubrick! Ma questo fa capire come lui abbia sofferto i ritmi della TV, ed è invece a suo agio nel cinema.
LER quanto riguarda lupin , lui modificò il personaggio e tradendo lo spirito, ma questo merita un discorso a parte. Fatto sta che i primi episodi della prima serie, sono gli unici, veri, di lupin, sporco e cattivo.
Micheles, non posso analizzare Anna, perche sono decenni che non la rivedo, ma secondo Miyazaki il capolavoro di Takahata è Heidi!!
Come vedi abbiamo 3 opinioni diverse.. Resta un maestro, qualunque essa sia migliore....
@sasshi, le censure sono tante in vari episodi, la più grande che ricordo è quella del sogno, quando arriva in argentina ...
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