Il maestro Inoue, che si è gentilmente prestato a realizzare numerosi disegni per il pubblico, è stato protagonista di un interessante incontro moderato dal nostro webmaster Ironic74, in cui ha raccontato parecchi retroscena sulla sua carriera e sul mondo dell'animazione giapponese in generale.
Ironic74: Come ha iniziato la sua attività di animatore? Come si diventa animatori in Giappone, si fa una scuola particolare?
Inoue: Ho cominciato quando ero uno studente delle superiori. Come tutti i giapponesi, guardavo gli anime in tv e leggevo qualche manga, quindi ho voluto cercare una scuola specializzata per imparare questo mestiere dopo il diploma. Lì mi sono reso conto che guardare un anime e crearlo sono due mondi completamente diversi.
Ironic74: Qual è stata la sua prima esperienza nell'animazione?
Inoue: Sono passati tanti anni quindi non ricordo precisamente. Se non ricordo male, il mio primo lavoro è stato La corazzata spaziale Yamato, perché piaceva molto a mio fratello, che mi ha molto spinto verso questa professione.
Ironic74: Conosceva già l'argomento di Saint Seiya, magari perché ne leggeva già il manga? Ha cercato di avvicinarsi il più possibile allo stile di disegno dell'autore originale o ci ha messo del suo?
Inoue: Non avevo mai letto l'opera di Masami Kurumada, mi sono avvicinato all'opera direttamente con il lavoro sulla serie animata, e l'ho trovato molto interessante.
Ironic74: Quali sono state le sue difficoltà e le cose che le sono piaciute di più nel suo lavoro di animatore per Saint Seiya?
Inoue: Camus dell'Acquario è stato il primo Gold Saint che ho disegnato, è il mio personaggio preferito. Mi è sempre piaciuto disegnare i Gold Saint perché l'oro era qualcosa di nobile e mi ha sempre affascinato lo scintillio dorato delle loro armature.
Ironic74: Che cosa ne pensa, invece, di One Piece? Sia in patria che in Italia è un'opera molto famosa.
Inoue: Ho lavorato a One Piece dopo il remake di Dr. Slump e Arale. Quest'ultimo mi piaceva molto, è un'opera molto divertente. Mi piaceva la vecchia serie e sono stato chiamato a lavorare alla nuova dal vecchio direttore della Toei. Una volta concluso questo lavoro, ho cominciato a lavorare a One Piece. Come in questo caso, come per Saint Seiya, non conoscevo il manga originale prima di dedicarmi alla serie animata.
One Piece è divertente, ma a volte è un po' pesante. Spesso mostra i sentimenti ed è pesante da realizzare, mi piaceva di più Dr. Slump e Arale perché era più rilassato e facile da realizzare.
Ironic74: Qual è esattamente il ruolo del direttore delle animazioni?
Inoue: Si occupa principalmente di fare il check ai disegni degli altri animatori e ne realizza una parte.
Ironic74: Si diverte ancora a disegnare?
Inoue: Se non fosse divertente, non farei questo lavoro.
Ironic74: Qual è il suo lavoro che l'ha divertita di più?
Inoue: Saint Seiya mi ha aiutato a migliorare le mie abilità, l'ho apprezzato molto.

Domanda dal pubblico: Quando lei ha scelto di diventare un disegnatore, ha avuto l'appoggio della sua famiglia? Le piace l'Italia?
Inoue: Fin da piccolo, io non ho avuto il papà, vivevo con mia madre che mi ha sempre appoggiato in ogni mia scelta, forse per rendermi la vita un po' più facile e delicata. Quello che si è un po' opposto è stato il mio insegnante delle scuole medie, che consideravo un po' come un padre. Non avendo avuto particolari opposizioni, ho continuato per la mia strada facendo quello che volevo fare. L'Italia mi piace molto.
Ironic74: Lei ha lavorato anche a Dragon Ball Z, che è una serie estremamente popolare. Si aspettava tutto questo successo? In Giappone, si sa che esistono serie giapponesi di grandissimo successo e molto amate?
Inoue: Mi piaceva molto Goku piccolo, perché era molto "rotondo" e versatile, più facile da disegnare.
Mi sono reso conto del crescente successo di Dragon Ball perché la gente comprava sempre più gadgets.
Anche One Piece all'inizio era molto più facile da disegnare, ma è diventato man mano più complesso.
Ironic74: Quanto ci vuole per lavorare a una puntata di un anime?
Inoue: Questo non lo decido io, lo decide la Toei Animation.
Ironic74: Adesso anche la Toei chiede la post-produzione come fanno gli altri studi di produzione e si richiede di migliorare i disegni per l'edizione home video. Le è capitato di dover abbozzare dei disegni per via degli stretti tempi di realizzazione delle puntate?
Inoue: Prima si parte dallo scenario, cominciamo a lavorare da qui. Ultimamente, sono anche gli sponsor ad avere voce in capitolo e possono decretare il successo o la fine di un anime.
Ironic74: A cosa sta lavorando attualmente?
Inoue: World Trigger, un anime tratto da un manga di Shounen Jump.
Ironic74: Preferisce lo stile di disegno degli anni '90 o lo stile moderno?
Inoue: E' un discorso un po' infattibile. Con gli strumenti attuali è più facile disegnare e vengono dei disegni più dettagliati, non c'è più la fatica che c'era in passato, si possono fare più disegni, più dettagliati e con meno lavoro. Oggi si cerca soprattutto di vendere, rispetto al passato si punta di più sulla commercialità piuttosto che sui messaggi e sulle storie. Oggi si aggiungono tante ragazze perché aiutano a vendere. La prosecuzione di un anime oggi dipende dalle vendite.
Ironic74: Lei ha lavorato a Gunbuster della Gainax, che è uno dei prototipi di questo tipo di animazione. Cosa ne pensa? Pensa che si possano trovare i prodromi dell'animazione attuale in questo titolo?
Inoue: Ho affrontato questo argomento con vari colleghi e ne è emerso che oggi i tempi sono cambiati e ci siamo dovuti adattare.
Ironic74: Nell'anno del trentennale di Saint Seiya, le piacerebbe lavorare a un rifacimento della serie? Ultimamente in Giappone sono usciti vari remake di serie storiche. Pensa che un'operazione del genere avrebbe successo?
Inoue: Purtroppo Shingo Araki ci ha lasciati e io non me la sentirei di lavorare a Saint Seiya senza il suo consenso. Saint Seiya ha poi avuto varie forme, ma il mondo dell'animazione è cambiato e non sono state come la prima serie, sarebbe difficile riproporla oggi.
Domanda dal pubblico: E' parente di Takehiko Inoue?
Inoue: Lo conosco, ma non siamo parenti.
Domanda dal pubblico: C'è un manga a cui avrebbe voluto lavorare?
Inoue: Manga e anime sono due mondi totalmente diversi. Io ho scelto gli anime perché mi piacevano di più.
Domanda dal pubblico: Come vengono visti in Giappone gli anime che criticano la società?
Inoue: Gli anime sono abbastanza fantasiosi, non corrispondenti alla realtà.
Domanda dal pubblico: Qual è la serie di Dragon Ball che preferisce? Che ne pensa dell'attuale Dragon Ball Super?
Inoue: La mia preferita è la prima serie. Per quanto riguarda la serie Super, anche se non ci lavoro io, lo trovo un po' triste, non mi piace molto.
Domanda dal pubblico: Prima diceva che One Piece le viene difficile da realizzare perché contiene molte scene fortemente emotive. Cosa intendeva?
Inoue: Mi trovo un po' in difficoltà, spesso non so come rendere certe scene e ne parlo con il maestro Oda. Lui dice che si fa ispirare da quello che sente e disegna sull'onda di questa ispirazione, più o meno la penso anch'io così.
Domanda dal pubblico: Oggi non esistono più animatori del calibro di Shingo Araki o Tezuka. Come mai? Perché le nuove leve non sono all'altezza o perché hanno le ali tarpate per via del marketing?
Inoue: Fra il vecchio stile e il nuovo preferisco il vecchio, ma oggigiorno a chi è che non piacciono le ragazzine carine coi vestitini che svolazzano? C'è anche da dire che oggi è più facile lavorare, posso fare un disegno, postarlo su Facebook e tutti lo vedrebbero.
Domanda dal pubblico: Prima ha detto di aver lavorato al remake di Dr. Slump e Arale. Ha lavorato anche all'originale? Come si è rapportato con la serie originale, nel suo lavoro per il remake?
Inoue: Non ho lavorato alla vecchia serie, ma ho parlato con il produttore. Mi piaceva molto la vecchia serie, soprattutto il carattere pestifero di Arale, quindi mi sarebbe piaciuto lavorare alla nuova versione.
Ironic74: Cosa ne pensa dei nuovi successi dell'animazione giapponese come L'attacco dei giganti o One Punch Man?
Inoue: Trovo che L'attacco dei giganti sia fantastico. E' bello che abbia ottenuto tutto questo successo in così poco tempo anche se non viene da Shounen Jump.

Domanda dal pubblico: Si è detto più volte che l'otaku sia la causa della morte dell'animazione moderna. Lei è d'accordo?
Inoue: In Giappone, oggi, tutto viene visto in funzione delle vendite. Penso alle AKB48, che ogni settimana vendono tantissimi cd. Come per loro, è grazie agli otaku che un anime vende o non vende, quindi penso che in realtà gli otaku potrebbero anche salvare il mercato dell'animazione.
Ironic74: Purtroppo, invece, questo tipo di animazione troppo riferita agli otaku giapponesi non tira in Italia, me lo dicevano anche i responsabili di Rai 4. Un tempo si realizzavano serie che venivano più facilmente esportate.
Inoue: Sì, molte opere non è facile esportarle perché sono create da giapponesi per giapponesi e senza conoscerne a fondo la cultura non è facile apprezzare queste opere.
Domanda dal pubblico: Oggi le serie hanno un minor numero di episodi rispetto a un tempo. Come mai?
Inoue: E' la casa produttrice a decidere. Adesso è preferibile fare una serie più corta perché si possono vendere cofanetti dvd e altri gadget più facilmente.
Domanda dal pubblico: E' stato ispirato da un mangaka in particolare?
Inoue: Seisaku Kano. Mi piacciono molto i suoi disegni, soprattutto i personaggi femminili.

Domanda dal pubblico: Che ne pensa dello stile del maestro Miura, autore di Berserk?
Inoue: Mi piace molto il suo stile. Il personaggio principale Gatsu è molto tosto, mi piace molto.
Domanda dal pubblico: Di solito l'anime viene in aiuto del manga, aiutando ad aumentarne le vendite. Esistono ancora animatori che creano le loro opere direttamente sotto forma di anime originale? Cosa ne pensa? Le piacerebbe realizzarne uno?
Inoue: Se ci fosse qualche sponsor ad aiutarmi, mi piacerebbe.
Domanda dal pubblico: Ha mai aggiunto qualcosa di suo alla resa animata dei manga a cui ha lavorato?
Inoue: Sì, spesso è capitato che ci mettessi del mio.
Domanda dal pubblico: Che ne pensa dei personaggi stereotipati? Hanno fatto bene all'animazione giapponese o hanno più successo i personaggi originali?
Inoue: Dipende da ciò che piace ai giovani giapponesi, i personaggi vengono costruiti in base ai loro gusti.
Inoue: Questo non lo decido io, lo decide la Toei Animation.
Risposta molto triste. Ogni casa di produzione ha dei tempi diversi ma generalmente una tempistica generale esiste. Triste come anche in interviste oltreoceano non riescano ( o possano ) esprimersi liberamente.
È ovvio che la vecchia scuola, anche per gli addetti ai lavori, fosse migliore qualitativamente rispetto a quella odierna, essendo più legata a storie e messaggi, piuttosto che ostaggio del successo commerciale.
Sì, come no. Perchè nella "vecchia scuola" non esistevano millemila anime cloni del successo del momento, quanti anime di robot, orfanelle, vari cloni di Dragon Ball e Sailor moon sono stati creati? Diciamo piuttosto che anni fa non ci era possibile accedere a gran parte dei prodotti che il Giappone produceva. Che possa piacere un'epoca rispetto ad un'altra ci sta ( e del resto tutti mitizzano la propria infanzia ) ma continuare imperterriti con la crociata "si stava meglio quando si stava peggio" sta diventando ridicolo.
Ma grazie che c'è una certa differenza, sono passati trent'anni cavolo. Ciò non toglie che negli ultimi tempi siano uscite opere meritevoli ( e altre meno, esattamente come succedeva trent'anni fa ). E' aumentata sicuramente la quantità di anime prodotti e di conseguenza gli anime mediocri sono aumentati. C'è poi da dire che non è tutto oro quel che luccica ed anime che vengono osannati perchè "dei bei vecchi tempi" sono anime mediocri o anche semplicemente senza infamia e senza lode. Se proprio bisogna fare una critica agli anime ( e manga ) di oggi, è la totale mancanza di novità/evoluzione.
parole sante, parole sante!
Anche oggi gli anime sono diversificati anzi, rispetto agli albori (giustamente ) ci sono molti più generi e sotto-generi. Il problema non è certo la mancanza di diversificazione che del resto, tutt'ora è il maggior punto di forza dell'animazione giapponese.
Oggi il gusto è deciso dagli otaku, un ristretto novero di pubblico anche in Giappone.
Falsissimo, l'Otaku c'è sempre stato ed è sempre stato al centro dell'attenzione delle case di produzione. Dopo Mazinga e Gundam gli anime sui robottoni erano praticamente il grosso del mercato, con l'arrivo di Sailor moon sono fioccati anime sulle majokko come se piovesse.
Un tempo si reggevano tanto sugli introiti pubblicitari, dovevano piacere al grande pubblico.
Gli introiti pubblicitari sostengono le reti televisive, non le case di produzione degli anime ( o le case editrici per quanto riguarda i manga ) ed in ogni caso le pubblicità non sono mai cambiate, la maggioranza sono sempre rivolte ai bambini ( che sono sempre il primo pubblico pagante per dimensione ). Del resto un ragazzo/adulto non ha bisogno del bombardamento pubblicitario per compare i gadget se è già un fan di una determinata cosa.
P.S Concordo sul fatto che al giorno d'oggi sia davvero difficile decidere cosa importare in Italia. Molte opere si sono standardizzate sul fanservice talvolta fin troppo estremizzato come ho detto anche in passato.
Giusto, ma non capisco perchè la colpa deve sempre e solo essere data a Toei Animation; forse ci si dimentica che dietro c'è anche Fuji Television cioè la televisione che manda in onda queste serie in esclusiva e che è difatto co-produttrice.
Il progetto di una serie TV parte dall'emittente, perchè sono loro che hanno esigenza di riempire i palinsesti, sono loro che decidono l'orario (vedasi quindi le scelte di censura) e probabilmente sono anche loro che mettono i soldi, o almeno una parte di essi (non so come funziona, se fanno fifty-fifty, o se li mette tutti Fuji Tv, non so), e soprattutto sono loro che danno il benestare alla qualità di un anime.
Quando hanno avuto l'episodio 5 di Dragon Ball Super in quelle condizioni assurde, avrebbero dovuto dire "no, l'episodio in questo stato noi non lo trasmettiamo finchè non viene corretto!".
Quindi se in questi ultimi 4-5 anni gli anime Toei sono drasticamente calati di qualità, significa che non sono solo le loro di politiche ad essere cambiate, ma anche quelle delle TV che 'sti cartoni li commissiona.
Il target principale erano i bambini/ragazzini, e da questo derivava una grandissima diversificazione nelle trame.
Io sono cresciuta con cartoni come Hela Supergirl
Cybernella
(mi ricordo quanto mi colpì l'episodio sulla bambina malata di epilessia)
Chobin
Don Chuck Castoro
Belfy e Lillibit
Temple e Tam Tam
Il fantastico mondo di Paul (che cartone splendido e "psichedelico"!)
e non so quanti altri ne potrei citare...erano tutte bellissime storie per bambini, che apprezzavano tanto anche i grandi, e che mi hanno dato tanti insegnamenti.
Mi ricordo ad esempio come anch'io avevo la fase in cui non volevo mangiare la carne, e ci fu un episodio di La Balena Giuseppina
in cui Giuseppina spiegò a Choppy, che non voleva più mangiarla per ragioni etiche, come in quanto bambino, ne avesse bisogno per la sua salute; mi rimase tanto impresso, e ricordo come anche mia mamma mi dicesse "vedi che anche Giuseppina insiste su quanto è importante la carne per un bambino?"
Ho talmente tanti ricordi bellissimi legati ai cartoni giapponesi, e parlo di una marea di serie che erano chiaramente per bambini/ragazzini, altro che otaku...
Le emittenti giapponesi investivano nei progetti animati perchè facevano grossi ascolti, adesso purtroppo non è più così perchè il Giappone non figlia, e l'animazione sopravvive grazie agli otaku, trentenni che vogliono in prevalenza cartoni con tette e culi. Il target principale dell'animazione si è spostato nella fascia adulta, ma questi adulti purtroppo sono una nicchia di bambinoni con gusti discutibili. Ogni tanto esce una bella serie (sempre per adulti) come Erased, ma giusto ogni tanto...
Ai bambini/ragazzini restano Pokemon, Doraemon e qualche Jumpata, ma nulla a che vedere con la ricchezza degli anni d'oro dell'animazione giapponese.
Da notare anche che pur essendo cartoni per bambini, molti di essi avevano trame complesse e serie che non si riscontrano oggi in quasi nessuna produzione per bambini, a livello mondiale, dove prevale la commedia.
Uno dei cartoni che mi fece proprio piangere, fu Il Tulipano Nero, quando venne uccisa l'amica di Simone, che si era travestita da Stella della Senna
Se poi si leggono i nomi della gente che aveva lavorato a queste serie per l'infanzia, saltano fuori persone come Yoshiyuki Tomino, come nel caso appunto del Tulipano Nero.
Adesso MOE di qua, MOE di là, cute girls do cute things...cioè, il 90% degli anime per bambini di una volta, erano più complessi e profondi del 90% delle robe "per adulti" di oggi.
Il target principale erano i bambini/ragazzini, e da questo derivava una grandissima diversificazione nelle trame.
Ovvero il medesimo target di adesso. I bambini hanno sempre i loro programmi dedicati così come i ragazzini, basta anche solo leggere le release annuali di animeclick ( che per forza di cose sono molto blande rispetto alla mole di roba prodotta in Giappone e che pure gli amministratori cercano di dosare per non mettere solo roba per ragazzini ). Se si guardano le classifiche di vendite dei manga gli shounen ( che sono per ragazzini ) la fanno da padrona, la vendita di Bluray/Dvd idem.
Ho talmente tanti ricordi bellissimi legati ai cartoni giapponesi, e parlo di una marea di serie che erano chiaramente per bambini/ragazzini, altro che otaku...
Gundam ( tutte le fottutissime serie ), Mazinga ( A B C D E Z, tutte le lettere dell'alfabeto ) Daitarn, Daltanious e tantissime altre serie robotiche che da noi non sono neanche arrivate in Italia parlano sempre della stessa cosa. Guerra/combattimenti con robot. Tralasciando la qualità maggiore o minore a seconda della serie hanno tutte lo stesso target, gli OTAKU dei robottoni e queste serie non le hanno fatte ieri eh. Stessa cosa per le varie Candy, Geordie, Heidi, Remì e tutti gli orfanelli affini, Sailor moon e copie. Ogni epoca ha i suoi otaku che indirizzano lo stile degli anime di quel tempo ma questo non vuol dire che non si faccia altro, semplicemente quelli vanno della maggiore. Oggi andranno pure le idol/moe ma i bambini hanno i loro programmi ( Pokèmon, Youkai watch, Inazuma eleven e seguito e tante altre cose che neanche ci immaginiamo, semplicemente perchè da noi non arriva più nulla )
Le emittenti giapponesi investivano nei progetti animati perchè facevano grossi ascolti, adesso purtroppo non è più così perchè il Giappone non figlia, e l'animazione sopravvive grazie agli otaku, trentenni che vogliono in prevalenza cartoni con tette e culi.
Il Giappone è in crisi demografica da decenni ma ciò non toglie che le fascie mattutine e pomeridiane ( quelle dei maggiori ascolti ) sono quelle dedicate ai bambini. Gli Otaku trentenni ( che sono una percentuale così infima da non fare neanche testo visto che a trent'anni un giapponese ha ben che finito di guardarsi gli anime e appunto quelli che lo fanno in maniera patologica/collezionistica non fanno testo visto il numero esiguo) hanno uno spazietto relegato la notte fonda. Gli otaku di riferimento ( che tra l'altro non si possono chiamare così tenendo conto del termine originale giapponese ) sono gli adolescenti.
Il target principale dell'animazione si è spostato nella fascia adulta, ma questi adulti purtroppo sono una nicchia di bambinoni con gusti discutibili.
Ma anche no. Basta vedere quale opere vanno per la maggiore. Shounen,shounen, shounen, shounen. Le opere per adulti rimangono relegate in secondo piano. Al massimo fanno fortuna se hanno successo sul pubblico adolescente.
Ai bambini/ragazzini restano Pokemon, Doraemon e qualche Jumpata, ma nulla a che vedere con la ricchezza degli anni d'oro dell'animazione giapponese.
Dai sinceramente, non sai di cosa parli. Continui ad anteporre il tuo gusto personale alla realtà dei fatti. Ci sono una marea di prodotti per i bambini ed i ragazzini, semplicemente non ti piacciono e quindi misticizzi la fantomatica "epoca d'oro"
Da notare anche che pur essendo cartoni per bambini, molti di essi avevano trame complesse e serie che non si riscontrano oggi in quasi nessuna produzione per bambini, a livello mondiale, dove prevale la commedia.
La complessità è ben altra cosa. I prodotti per bambini poi ( quelli veri, non quelli edulcolati dalle reti italiane ) non si distaccavano poi molto dai corrispettivi americani ( la maggior parte era priva di trama orizzontale visto che per un bambino è difficile seguirla e la complessità non è pervenuta ) ed anche qui è sempre la commedia a farla da padrona. Già sui cartoni per ragazzini ( elementari, medie ) c'è più diversificazione visto che gli americani salvo eccezioni continuavano con la procedura degli episodi slegati tra loro ( cosa che comunque hanno modificato a partire dagli anni 2000, e sono già ahimè 16 anni, non proprio un cambiamento recente ) ma anche qui, come complessità beh, non è che gli shounen siano poi quest'insieme di complessità e pure sulla serietà si può sindacare.
Per te in quegli anni poi esistevano solo robottoni e orfanelle, mi spiace ma no, c'erano una caterva di serie per tutti i gusti, dagli animali antropomorfi agli uomini primitivi, tipo Giatrus il primo uomo (divertentissimo)
Kum Kum (è giapponesissimo, non fare caso ai nomi inglesi nei credit, è solo che probabilmente - anzi, sicuramente - ci arrivò l'adattamento americano; se vuoi vediti qui i dati sulla serie, ideata da Rin Taro e prodotta dalla Sunrise https://it.wikipedia.org/wiki/Kum_Kum_il_cavernicolo )
oppure Ryu, il ragazzo delle caverne
Non serve davvero scrivere un WOT per capire come sono cambiati i tempi; cercati gli ascolti che fanno oggi gli anime in Giappone, anche quelli per bambini (sempre le stesse serie) trasmessi in fascia diurna, e gli ascolti che facevano durante gli anni 70/80. Vedrai che non c'è paragone. Il mercato per sopravvivere si è focalizzato maggiormente sull'home video e il pubblico otaku, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti.
Per me è sempre un piacere dibattere con le persone, specie se hanno opinioni in disaccordo con le mie, in quanto un confronto di idee è di solito sempre produttivo; tuttavia nel nostro caso c'è uno scarto generazionale che rende davvero difficile questo confronto, perchè io ho vissuto gli anni che tu hai vissuto, ma tu non hai vissuto anche quelli che ho vissuto io, e credimi che questa cosa la sento in maniera troppo evidente, quindi si fatica a trovare un punto d'incontro.
Non prendiamoci in giro. Memole dolce memole, Magica Emi,Creamy e affini hanno 4/5 episodi ( su cinquanta e più ) che portano avanti la trama il resto sono filler,filler,filler,filler,filler e filler. Il 90% era formato da episodi slegati tra loro se non totalmente come Doraemon.
tuttavia nel nostro caso c'è uno scarto generazionale che rende davvero difficile questo confronto, perchè io ho vissuto gli anni che tu hai vissuto, ma tu non hai vissuto anche quelli che ho vissuto io, e credimi che questa cosa la sento in maniera troppo evidente, quindi si fatica a trovare un punto d'incontro.
Lo scarto generazionale non centra un bel niente. Il problema è che tu ti fossilizzi sul tuo passato mistificandolo senza guardare con oggettività nè quello nè il presente.
Per te in quegli anni poi esistevano solo robottoni e orfanelle, mi spiace ma no, c'erano una caterva di serie per tutti i gusti, dagli animali antropomorfi agli uomini primitivi, tipo Giatrus il primo uomo (divertentissimo).
Non c'erano solo robottoni ma questi andavano per la maggiore ESATTAMENTE come oggi dove non esiste solo il moe ma sono presenti un'infinità di serie che accontentano un pò tutti e ripeto, basta solo guardare la rassegna annuale anime di animeclik per vedere come comunque c'è sempre diversificazione nonostante, guardando le varie epoche, c'è sempre una qualche predominanza.
Non serve davvero scrivere un WOT per capire come sono cambiati i tempi; cercati gli ascolti che fanno oggi gli anime in Giappone, anche quelli per bambini (sempre le stesse serie)
Gli ascolti televisivi sono crollati in tutto il mondo. Ormai la rete va per la maggiore, siamo qua in Italia con una connessione primitiva che possiamo attingere alla sola televisione. Basti pensare che ormai in America un colosso dello streaming digitale come Netflix produce autonomamente delle serie visibili solo in rete.
Lo scarto generazionale è il fulcro della questione, perchè non conosci il marasma di serie di cui parlo. Sei cresciuto al massimo coi cartoni censurati della Mediaset, io con quelli ma anche e soprattutto con tonnellate di altre cose.
>Non c'erano solo robottoni ma questi andavano per la maggiore ESATTAMENTE come oggi dove non esiste solo il moe ma sono presenti un'infinità di serie che accontentano un pò tutti e ripeto, basta solo guardare la rassegna annuale anime di animeclik per vedere come comunque c'è sempre diversificazione nonostante, guardando le varie epoche, c'è sempre una qualche predominanza.
No, fidati. Io pur avendo visto anche i robottoni, guardavo per la maggioranza altra roba. I robottoni erano tipo un 10% dei cartoni giapponesi che venivano trasmessi in Italia negli anni 80 (incluse chiaramente produzioni dei decenni 60/70).
Oggi, guardando cosa esce ad ogni stagione, mi sanguinano gli occhi. Al 90% tette (di tutte le misure, piccole, enormi, medie), trame inesistenti, incentrate su gente che non fa nulla, se non partecipare a qualche attività di club a scuola, trame su incesti, sorelline a destra e a sinistra, giochi di ruolo, qualche mecha, harem e reverse harem. Fine. Il resto 9% sono i classici shounen d'azione, e un 1% serie per bambini, molto scialbe se comparate a cosa i giapponesi creavano per i bambini una volta.
>Gli ascolti televisivi sono crollati in tutto il mondo. Ormai la rete va per la maggiore, siamo qua in Italia con una connessione primitiva che possiamo attingere alla sola televisione. Basti pensare che ormai in America un colosso dello streaming digitale come Netflix produce autonomamente delle serie visibili solo in rete.
Sul fatto che gli ascolti delle tv generaliste siano crollati in tutto il mondo, con l'avvento di internet e canali a pagamento, non discuto. Qui si sta parlando di quale è diventato il principale target degli anime, in seguito al crollo degli ascolti per le serie per bambini.
@Ironic, sumimasen. Questa è la mia ultima replica, anche perché è un circolo vizioso. Mi tocca dire "sono troppo vecchia"...
L'argomento potrebbe essere più interessante se discusso con un coetaneo, con cui si hanno i medesimi strumenti di comparazione. Senza offesa per Fma35.
Ma per favore, in tutta onestà, ora dimmi che le serie per bambini che hai citato non sono filler al 90% e che solo 4/5 episodi vanno avanti con la trama. Suvvia. Le marasma di serie di cui parli sono serie per bambini così come ne esistono tutt'ora solo che non hai lo sbatti ( nè voglia vista l'età non affine a questi prodotti ) di cercartele.
No, fidati. Io pur avendo visto anche i robottoni, guardavo per la maggioranza altra roba. I robottoni erano tipo un 10% dei cartoni giapponesi che venivano trasmessi in Italia negli anni 80 (incluse chiaramente produzioni dei decenni 60/70).
Giusto, il resto erano orfanelle ( altra grande moda insieme ai robottoni ) ed anime per bambini come ne vengono prodotti anche oggi.
Al 90% tette (di tutte le misure, piccole, enormi, medie), trame inesistenti, incentrate su gente che non fa nulla, se non partecipare a qualche attività di club a scuola, trame su incesti, sorelline a destra e a sinistra, giochi di ruolo, qualche mecha, harem e reverse harem.
Effettivamente prima non c'erano le tette, c'erano solo i muscolazzi esagerati stile Ken il guerriero ( perchè se non avevi un'anta di un'armadio come busto non eri virile ) c'erano i ragazzi efebici dai ciuffi improponibili per poi arrivare ai magnifici anni '90 pieni di majokko adolescenti col corpo da modelle. Trame incentrate su gente che non fa nulla?No ma sul serio l'hai visto un anime contemporaneo? Il problema principe degli anime attuale e che non sono cambiati nelle trame, se per te non fanno nulla oggi beh, non lo facevano anche allora. Che problema hai con gli anime a tema club scolastico che, se non sono Touch, Mila e Shiro, Holly e Benji, Jenny la tennista ( tutti contemporanei eh ) non vanno bene?Gli incesti et. simila sono una parte infinitesimale della produzione visto che per i ragazzi vanno per la maggiore gli shounen di combattimento e per le ragazze i cari e (troppo) vecchi shoujo scolastici col belloccio di turno ( o al massimo per ambo i sessi shoujo/shounen con gruppi di ragazzette idol ). Ripeto, prima di parlare, guardati le rassegne e le classifiche che fa animeclick che già ha un database limitato.
Il resto 9% sono i classici shounen d'azione, e un 1% serie per bambini, molto scialbe se comparate a cosa i giapponesi creavano per i bambini una volta.
Sul serio, ti rendi conto che stai continuando a scrivere falsità?Ovviamente poi condite col classico "una volta facevano le cose meglio". Sul serio PRIMA, prima di rispondere guarda com'è realmente la situazione con occhi oggettivi e lascia perdere per un attimo il magico mondo del "si stava meglio prima". Guarda la QUANTITA' di anime prodotti oggi rispetto a trent'anni fa ( che vuol dire automaticamente tanta merda a basso costo ) e vedrai che di roba buona ce ne è ancora molta. Guarda le programmazioni che sono piene di prodotti per bambini ( visto che tra l'altro sono pure obbligati, anche in Giappone hanno la fascia protetta ), i ragazzi sono ancora il target di riferimento e gli Otaku trent'enni di cui parli sono una parte minima degli spettatori.
Qui si sta parlando di quale è diventato il principale target degli anime, in seguito al crollo degli ascolti per le serie per bambini.
Il crollo c'è stato per OGNI target, giusto gli anziani salvano un pò la situazione delle televisioni. Scusa poi, ma che logica usi?Gli anime per bambini fanno meno ascolti a causa di internet dunque i produttori puntano sugli anime per adulti che hanno avuto un crollo ancora maggiore ( in quanto questi maggiori fruitori di internet )? Sul serio, ti rendi conto che la tua cecità ti sta facendo sragionare?
Solo che, come dice anche Inoue nell'articolo, oggi la situazione è decisamente cambiata rispetto a qualche decennio fa.
Innanzitutto, la situazione del Giappone è decisamente diversa: oggi è un paese molto più ricco, più tecnologicamente avanzato e, soprattutto, fortemente occidentalizzato.
Se, dunque, qualche decennio fa, gli anime, anche quelli per bambini, riflettevano la povertà di un paese in crescita che guardava allo stesso tempo con sospetto e ammirazione all'occidente, oggi gli anime trattano tematiche molto differenti e anche i problemi della società giapponese ritratti negli anime sono cambiati rispetto ad anni fa.
Come detto anche da Inoue, oggi tutto passa attraverso le vendite e il merchandising, anche se questa pratica non è certo nata oggi ma è radicata già dagli anni '80 (sono stati gli anni '80, con Macross e Gundam, a far nascere il fenomeno otaku vero e proprio). Ecco quindi che alle serie per bambini è dedicato un grosso spazio in tv (la domenica mattina c'è un contenitore che ne trasmette quattro o cinque di fila sullo stesso canale, con tantissime pubblicità a tema), che hanno un maggior numero di puntate, che ad esse si affianca il film al cinema, i giocattoli, le linee scuola, le carte, le linee di vestiario, i videogiochi, gli accessori, gli alimentari dedicati, i cd musicali, le applicazioni da scaricare su cellulare e tantissimo altro ancora.
La percezione di noi che vediamo gli anime attraverso un sito Internet, senza essere davvero lì in Giappone, è differente. In realtà, aldilà del santuario otaku di Akihabara, di Tokyo e di alcuni luoghi specifici, sono proprio le serie per bambini ad essere famose e presenti in ogni negozio, sala giochi, centro commerciale del Giappone: è decisamente più famoso Youkai Watch, il cui gattone rosso campeggia letteralmente OVUNQUE, piuttosto che una qualsiasi miniserie con ragazzine kawaii per otaku che va in onda magari di notte e per soli tre mesi.
Certo, naturalmente c'è un bel po' di differenza tra L'uomo tigre e Inazuma Eleven, tra Ransie la strega e Pretty Cure, tra Carletto principe dei mostri e Pokemon, ma l'intento di rivolgersi ai bambini, intrattenerli ed insegnargli qua e là dei buoni valori è rimasto, di pari passo con l'evoluzione della società e con i pregi e i difetti che questa si porta dietro. Oggi siamo nell'epoca della crossmedialità e non esiste cartone, fumetto, film di successo che non passi contemporaneamente attraverso altre forme o merchandising di vario tipo, ma questo non implica che non sia bello lo stesso.
L'industria va avanti, specialmente in Giappone dove queste serie devono essere sempre ottimizzate e ottenere il maggior successo possibile magari in poco tempo, dove i veri classici sono le serie per bambini/ragazzi che possono riciclarsi come serie per adulti dopo una quindicina d'anni e vendere ancora ad una diversa frangia di pubblico, e anche animatori come il maestro Inoue o come il maestro Suda (che da Ken il guerriero e Otoko Juku è passato adesso a disegnare Youkai Watch, che è tutt'altra cosa
I fasti dell'animazione giapponese di un tempo non torneranno facilmente, finchè non ci sarà una rinascita socio-economica del Paese, difficile da concretizzarsi nel breve-medio termine.
E per l'appunto, c'è un enorme differenza qualitativa tra l'animazione per l'infanzia prodotta durante l'epoca d'oro, e quella prodotta oggi, così povera e semplificata nei contenuti.
Un Pokemon non sarà mai a livello di un Kimba, il leone Bianco, o anche di un Demetan, con la sua complessità narrativa.
Edit: classifica degli anime più visti in Giappone dal giorno 8 al giorno 14 Febbraio:
http://www.animenewsnetwork.com/news/2016-02-18/japan-animation-tv-ranking-february-8-14/.98846
Si tratta sempre delle stesse serie diurne per bambini, ragazzini e famiglie. Notare quanto bassi sono gli ascolti. Naturalmente, le serie notturne per otaku se le vedono in 4 gatti, i soldi provengono dalla vendita di DVD/BD e gadget.
Su questo concordo anch'io, ma sono praticamente sempre le stesse, ed hanno ascolti bassi.
Non si può comparare la ricchezza del quadro di serie per l'infanzia prodotte una volta, e che avevano un effettivo riscontro di pubblico, con la povertà della situazione attuale. Il discorso è sempre collegato al trend demografico (pochi bambini, ascolti bassi).
Quando trovano uno Youkai Watch lo spremono fino al midollo, e ti ringrazio...
Youkai Watch sarebbe pure carino come serie per bimbi, più bellino di Pokemon - imho - per i tratti folkloristici, ma a noi toccherà la verisone americanizzata, per cui ad un bambino andrà bene lo stesso, ad un adolescente/adulto a cui poteva interessare più sotto questo aspetto che per altro, decisamente meno. Peccato.
inoltre bisogna contare inoltre che alcune di queste vanno in onda la domenica mattina come ad esempio One Piece, Dragon Ball e le Pretty Cure, mentre quelle come ad esempio come Yo-kai Watch, vanno in onda su TV Tokyo, che non è un canale principale come può essere la NHK o la Fuji TV, anche quello bisogna contare.
Poi non bisogna guardare solo gli ascolti TV, ma anche tutto il contorno, basti vedere gli introiti dovuti agli infiniti gadget che vengono venduti con queste serie, le vendite di manga per serie come One Piece, o dei videogiochi come i Pokémon o Yo-kai Watch per capire che comunque di serie per i più giovani ce ne sono molte, alcune hanno un grande successo e sono queste alla fine le più popolari e conosciute da tutti. Poi non è vero che di serie di nicchia non ne facciano più, anzi, secondo me sono anche aumentate rispetto ad un tempo, si cerca incontrare i gusti di chiunque, anche quelli più assurdi, ma è chiaro queste siano serie non indirizzate a chiunque ma a particolari utenze (dei cui introiti solitamente si hanno con le varie vendite di Blu Ray, DVD etc. e vanno in onda ad orari improbabili, è anche giusto così.
Per gli adattamenti occidentali che spersonalizzano gli anime nipponici concordo, ma ahimè non possiamo farci niente.. e sì, Yo-kai Watch lo sto seguendo subbato e i riferimenti al folklore e la cultura nipponica sono davvero tantissimi ed onnipresenti, per questo già immagino che scempio e stravolgimento potrebbe uscirne fuori con l'adattamento occidentale.
Comunque in tutto questo stiamo andando un pò OT credo ahah
Nell'episodio 060 di Saint Seiya "La cuspide scarlatta" si nota tantissimo la differenza tra il suo tratto e quello del compianto sensei Araki.
WOW! Grande rispetto per il Maestro!
Bella Intervista
"Profondo rispetto per il suo lavoro, ma sinceramente, non era il mio disegnatore di sakkan preferito. "
Nemmeno il mio infatti, non che fosse tra i peggiori ma ve n'erano di sicuro di migliori nella serie tv classica tralasciando ovviamente l'irraggiungibile Shingo Araki (ancora non riesco a farmi una ragione della sua prematura scomparsa).
@ShinXela
"L'argomento potrebbe essere più interessante se discusso con un coetaneo, con cui si hanno i medesimi strumenti di comparazione. Senza offesa per Fma35. "
Hai proprio ragione, c'è una bella differenza tra chi le informazioni se le legge sul web o anche su carta e chi invece ha vissuto sulla pelle certi periodi. Senza considerare che su internet si prendono un fracco di cantonate, solo chi ha vissuto ed ha una memoria molto vivida di quegli anni può essere davvero credibile ed affidabile come fonte di conoscenza.
@Fma35
"Non prendiamoci in giro. Memole dolce memole, Magica Emi,Creamy e affini hanno 4/5 episodi ( su cinquanta e più ) che portano avanti la trama il resto sono filler,filler,filler,filler,filler e filler. Il 90% era formato da episodi slegati tra loro se non totalmente come Doraemon."
Ma li hai mai visti Rocky Joe, L'uomo tigre, Ken il guerriero, I cavalieri dello zodiaco, I 5 Samurai, Tommy la stella dei Giants, Lady Oscar, Candy Candy, F Motori in pista, Heidi, Remì, Jenny la tennista, Arrivano i Superboys, Capitan Harlock, Starzinger, Starblazers, Galaxy Express 999, La Regina dei 1000 anni, Georgie, Bun Bun, Kiss me Licia, Maison Ikkoku, Orange Road e tanti altri che potrei citarti che ignori totalmente?
Tutte serie dalle trame che si sviluppano e si evolvono, filler sono inesistenti o quelli che sono presenti sono una nettissima minoranza (oltretutto i filler di un tempo li facevano con maggior cura, vedesi la saga di Asgard de i cavalieri dello zodiaco).
Fatti na cultura prima di scrivere a vanvera e cerca di uscire del tuo guscio di illusione che gli anni 90 sono stati un decennio fenomenale, sono stati piuttosto l'inizio della decadenza anche se qualcosa ancora si salvava, peccato che media$et abbia rovinato quelle poche opere importate in quel periodo censurandole in modo vergognoso, è inutile citarti i titoli in questione, almeno quelli li dovresti conoscere SI SPERA!
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