Non contenti del manga, della seconda serie animata prevista per la primavera, del lungometraggio live del prossimo 29 aprile e dei giochi in arrivo per smartphone e sale giochi, per Terraformars è previsto a brevissimo anche un prequel. Prima dei dettagli, vi lasciamo al video promozionale che riassume tutte le opere in corso di lavorazione sul franchise:
Il 24 aprile sarà il giorno di Terraformars: Aratanaru Kibō (Una nuova speranza), speciale televisivo dal vivo in onda via streaming tramite il servizio dTV di Docomo, appena qualche giorno prima del film in arrivo nelle sale nipponiche.
Hideaki Itou, Emi Takei, Mariko Shinoda, Rina Ōta, Rinko Kikuchi, Masaya Kato saranno presenti anche qui, oltre che nel film. Kiyohiko Shibukawa, Kōji Matoba, Ken Aoki, Takahiro Kuroishi, Kento Hayashi, Tetsuya Sugaya, Takemi Fujii e Saki Takaoka interpreteranno invece personaggi originali del film, diretto da Yoshitaka Yamaguchi per la supervisione alla produzione di Takashi Miike.
In calce alla notizia troverete una parte della gallery dedicata agli attori in foto di scena.
E se vi steste chiedendo anche perché per il cast sono stati scelti solo attori giapponesi, considerati invece i connotati multietnici dei personaggi originali del manga, proprio il regista Takashi Miike risponderà a tutti i vostri dubbi! Queste le risposte fornite al sito di cinema Eiga Natalie:
1. Perché solo attori giapponesi?
"la cosa migliore da fare col budget e il tempo a disposizione che ci è stato messo a disposizione era assegnare i ruoli a ottimi attori giapponesi. La regola generale dice che attori giapponesi di prim'ordine sono da preferire a stranieri mediocri".
Afferma poi che un film giapponese senza attori nazionali non avrebbe senso, comparando l'idea a un film di Hollywood con solo attori giapponesi, e che di contro un film giapponese con un cast multietnico avrebbe solo dato linfa agli stereotipi sulle diverse etnie umane.
2. Perché adattare solo il primo volume del manga?
"Ritengo che gli adattamenti che vanno a pescare solo le parti migliori di una serie molto lunga siano "deboli". Così, le differenze tra l'opera originale e il film saranno minime."
Nello stesso tempo, Miike si lamenta dei fan che in automatico considerano ogni minimo cambiamento un danno operato sul lavoro originale, e spera quindi che gli zelanti possano apprezzare le necessarie modifiche effettuate.
3. Focus on sugli attori
"Hanno avuto le loro pecche, ma spero di aver fatto di loro buon uso.
Hideaki Ito, nel personaggio di Komachi, da bimbo era malaticcio, cosa che lo ha reso particolarmente nervoso e costantemente all'erta sulla salute e questioni circa la mortalità degli uomini. Ha fatto buon uso del suo 'istinto animale'. Quanto a Emi Takei (Nanao), è determinata a fare del suo meglio, ma non credo che ciò derivi da un desiderio di essere una supereroina, quanto piuttosto di 'pressione da qualcosa'. Credo che sarebbe una moglie stressata, però come attrice è davvero affidabile", ha concluso.
Fonti consultate:
Anime News Network 1, 2, 3, 4
Terra Formars Project ~ PV
Il 24 aprile sarà il giorno di Terraformars: Aratanaru Kibō (Una nuova speranza), speciale televisivo dal vivo in onda via streaming tramite il servizio dTV di Docomo, appena qualche giorno prima del film in arrivo nelle sale nipponiche.
Si tratterà di un vero e proprio prequel ambientato nell'istituto di ricerca incaricato di selezionare i candidati alla missione su Marte. Ognuno dovrà mentire e ingannare gli altri in una battaglia mentale per essere scelti come parte dell'equipaggio: scopriremo quindi come e perché i 15 sono stati i prescelti.
Hideaki Itou, Emi Takei, Mariko Shinoda, Rina Ōta, Rinko Kikuchi, Masaya Kato saranno presenti anche qui, oltre che nel film. Kiyohiko Shibukawa, Kōji Matoba, Ken Aoki, Takahiro Kuroishi, Kento Hayashi, Tetsuya Sugaya, Takemi Fujii e Saki Takaoka interpreteranno invece personaggi originali del film, diretto da Yoshitaka Yamaguchi per la supervisione alla produzione di Takashi Miike.
In calce alla notizia troverete una parte della gallery dedicata agli attori in foto di scena.
1. Perché solo attori giapponesi?
"la cosa migliore da fare col budget e il tempo a disposizione che ci è stato messo a disposizione era assegnare i ruoli a ottimi attori giapponesi. La regola generale dice che attori giapponesi di prim'ordine sono da preferire a stranieri mediocri".
Afferma poi che un film giapponese senza attori nazionali non avrebbe senso, comparando l'idea a un film di Hollywood con solo attori giapponesi, e che di contro un film giapponese con un cast multietnico avrebbe solo dato linfa agli stereotipi sulle diverse etnie umane.
2. Perché adattare solo il primo volume del manga?
"Ritengo che gli adattamenti che vanno a pescare solo le parti migliori di una serie molto lunga siano "deboli". Così, le differenze tra l'opera originale e il film saranno minime."
Nello stesso tempo, Miike si lamenta dei fan che in automatico considerano ogni minimo cambiamento un danno operato sul lavoro originale, e spera quindi che gli zelanti possano apprezzare le necessarie modifiche effettuate.
3. Focus on sugli attori
"Hanno avuto le loro pecche, ma spero di aver fatto di loro buon uso.
Hideaki Ito, nel personaggio di Komachi, da bimbo era malaticcio, cosa che lo ha reso particolarmente nervoso e costantemente all'erta sulla salute e questioni circa la mortalità degli uomini. Ha fatto buon uso del suo 'istinto animale'. Quanto a Emi Takei (Nanao), è determinata a fare del suo meglio, ma non credo che ciò derivi da un desiderio di essere una supereroina, quanto piuttosto di 'pressione da qualcosa'. Credo che sarebbe una moglie stressata, però come attrice è davvero affidabile", ha concluso.
Fonti consultate:
Anime News Network 1, 2, 3, 4
cosa buona e giusta il film è un formato differente da un manga con le sue regole per funzionare. La fedeltà non è la regola per fare un bel film.
Il problema del live-action di Attack on Titan e la sua costruzione interna indipendentemente se fosse stato fedele o meno.
Ma i fan questo non lo capiscono.
Parlando per me Terraformars e una mezza fregatura, con qualsiasi stravolgimento ne uscirà meglio.
Il secondo grande problema dei live action e' la bassa qualita' della scrittura. Quando non urlano, i personaggi hanno dialoghi ridicoli. Infine, i live action svolgono una funzione importantissima per ogni amante della cultura giapponese perche' aiutano a capire che quello che funziona benissimo o semplicemente benino in un manga o in un anime, se trasposto in un live action fa caxare.
Non penso che ogni stravolgimento sarà sicuramente un bene, ma non mi spaventano le differenze dall'opera originale.
Una trasposizione a serie anime deve essere il più fedele possibile, un film, soprattutto live action, no.
Detto questo spero vivamente che tutto il resto del materiale prodotto per questa fantastica saga possa un giorno vedere la luce anche qui da noi in Italia.
Sotto quale punto di vista? No, perché altrimenti non si capirebbe perché un Clint Eastwood per il suo Lettere da Iwo Jima non sia andato a pescare un attore giapponese a caso, visto che tanto secondo qualcuno sono tutti uguali e recitano tutti allo stesso modo, ma abbia preferito un giovanissimo Kazunari Ninomiya, poi traslato anche in GANTZ e Platina Data (per citarne due famosi, peraltro nemmeno i suoi migliori).
Smettiamola di comparare sempre tutto quanto agli attori di Hollywood, perché se questo è il metro di giudizio, teniamo anche presente che pure noi come larghezza di vedute allora siamo come il cavallo che guarda sempre e soltanto diritto perché altro non sa fare.
La recitazione giapponese è diversa da una americana così come è diversa da quella di un attore italiano. Ma ci permettiamo mai di comparare un attore italiano a uno americano? Mai.
Il ritmo è altrettanto, senz'altro diverso. Diverso non significa "che faccia schifo".
Concordo che la sceneggiatura sia fondamentale, ma da qui al disastro ce ne corre. Un certo Koreeda non mi risulta abbia peccato nel trasporre Umimachi Diary, se l'hanno voluto a Cannes.
E ritengo straordinario il lavoro e i risultati che certi autori hanno, Miike compreso (si legga quanto sopra), tenendo presente la scarsità di mezzi con cui lavorano rispetto ai faraonici budget americani. Ma molto spesso di tutte queste "piccolezze" ce ne dimentichiamo, o forse preferiamo non vederle.
I live action e i film nipponici non sono certamente per tutti; è sufficiente non guardarli, se non piacciono; magari quella cosa molto semplicemente non fa per noi.
Ma se facessero veramente schifo, non ci sarebbero manifestazioni pregiatissime come il film festival di Rotterdam o Udine che sono prettamente dedicati alla cinematografia orientale, live action compresi.
In generale non è nei drama o nelle trasposizioni di manga che vanno cercate chissà quali grandi prove recitative o memorabili visioni, tuttavia non di rado è capitato che affidare un soggetto non originale ad un grande autore abbia prodotto esiti pregevoli (es. Himizu di Sono, Umimachi Diary di Koreeda, Ichi the Killer dello stesso Miike, Blue Spring di Toyoda) o addirittura pellicole passate alla storia del cinema (es. Old Boy di Park, Battle Royale di Fukasaku, Lady Snowblood di Fujita), e questo senza la necessità di dover fare copia-incolla dal materiale di riferimento.
Permettimi un'osservazione: ciò che nel manga o negli anime è facilmente permesso grazie all'assoluta libertà del mezzo espressivo, non può ovviamente essere ripetuto con la medesima facilità in un film dal vivo, e se stiamo qui ad aspettare che per un film giapponese mirato ai giapponesi stiano a chiamare un russo, un americano e un cinese per trasporre l'opera in fedeltà
Mi chiedo però perché di converso nessuno si scandalizzerà nel vedere un Light Yagami o una Misa Amane con facce americane quando uscirà la versione hollywoodiana, che magari sarà talmente splendida da far dimenticare questi "piccoli dettagli"...
Miike ha fornito qui delle risposte coerenti alle domande che gli sono state fatte, che poi a noi piacciano o meno o ci sarebbe piaciuto che il progetto fosse partito con premesse totalmente diverse, quello è un altro discorso.
Qui nessuno sta parlando del cinema giapponese come di una nuova frontiera della cinematografia mondiale, e io non ho alcuna intenzione di iniziare a farlo, quindi non si capisce perché all'emergere del tema "live action" si debba volerne discutere a tutti i costi.
Sottolineo piuttosto come per un appassionato delle arti d'intrattenimento del Giappone (e se siamo qui, con molta probabilità lo siamo tutti) possa non essere un'opzione così remota quella di provare e magari apprezzare anche i film live e/o trasposizioni di opere da anime e manga. Certamente hanno un codice espressivo diverso rispetto a quello cui siamo abituati, ma malgrado quelli che per noi sono difetti e agli occhi di un giapponese magari no (il che non significa che un giapponese stia sempre dalla parte della ragione, ma come dicevo sopra, si tratta di "contesti"), sono opere che non solo in via eccezionale possono essere fatte molto bene, indi apprezzate anche da chi è cresciuto con un valore di cinematografia totalmente diverso.
Ma come dicevo più su, se certe cose non piacciono, nessuno ci obbliga, è sufficiente voltarsi dall'altra parte, Giappone o non Giappone.
Nella mia giappominchiaggine (che scrivo per intero senza nasconderla dietro degli asterischi) preferisco comunque lasciar prevalere sempre una sana curiosità a un preventivo -e potenzialmente infondato- pessimismo.
Per lamentarsi di un pessimo risultato c'è tutto il tempo del mondo, poi.
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