L'adolescenza, ci rammenta l'autore, è un periodo piuttosto transitorio della vita.
Non si è bambini, non si è adulti, ma si è già, in potenza, ciò che saremo una volta cresciuti.
Man mano che passerà il tempo, il nostro carattere potrà cambiare, e determinati sentimenti che proviamo potranno modificarsi.
L'adolescente, lo studente delle scuole superiori, è quindi soltanto una versione incompleta dell'uomo che sarà, un blocco di pietra ancora ruvido in attesa di trasformarsi in una bellissima scultura, la bozza di un bellissimo quadro.
C'è una parola che descrive alla perfezione tutto questo, e questa parola è "rough".
Ruvido, abbozzato, incompleto.
Il nostro protagonista, Keisuke Yamato, ex campione di nuoto, si iscrive alle scuole superiori e comincia una nuova vita assieme a un simpatico gruppo di coinquilini.
Tra le nuove conoscenze liceali, però, c'è anche lei, Ami Ninomiya, bellissima tuffatrice e oggetto dei desideri di tutta la scuola.
Mentre entra subito in confidenza con gli amici del ragazzo, Ami sembra invece detestare Keisuke dal profondo del cuore.
La ragione di tanto astio sta nell'appartenenza di Keisuke agli Yamato, storica famiglia di pasticcieri che da generazioni rivaleggia nella professione con i Ninomiya.
Se, da un lato, Ami è cresciuta nell'odio per qualsiasi appartenente alla famiglia Yamato, dall'altro a Keisuke invece interessa poco e niente della pasticceria e delle faide familiari, e, anzi, si sente attratto dalla ragazza.
Una serie fin troppo fortuita di coincidenze e giochi del destino porteranno i due ragazzi ad avvicinarsi sempre più l'un l'altro, cosicché dall'odio iniziale nasca un'amicizia, una bella intesa, e poi, chissà...
Subito dopo la conclusione del bellissimo Touch, nel 1986, Mitsuru Adachi si mette al lavoro ad una nuova, intensa, storia di sentimenti e di sport: Rough, pubblicata sulle pagine di Weekly Shounen Sunday della casa editrice Shogakukan e poi raccolta in 12 volumi.
Messo momentaneamente da parte l'amato baseball (che però troverà il modo di fare una breve ma intensa comparsata anche tra queste pagine), Adachi mette in scena la storia di un nuotatore e di una tuffatrice, ma lo sport rimarrà unicamente sullo sfondo, limitandosi a fornire, di tanto in tanto, lo spunto per una gag, per un deus ex machina, per un'analisi psicologica dei personaggi.
Rough, ad una prima occhiata, non ha l'intensità psicologica del precedente Touch, fatta di drammi, destini e sogni da realizzare, e si presenta, anzi, come una normale storia d'amore e d'amicizia: un affiatato gruppo di amici, una scuola, una piscina, e la vita da studenti di liceo con tutto ciò che questo comporta.
Eppure, nella sua apparente semplicità, Rough riesce a coinvolgere il lettore, cui regala una storia bellissima, i cui personaggi sono tanti, tratteggiati in maniera semplicissima, sia dal lato grafico, sia dal lato caratteriale, al punto che chiunque di noi potrebbe dire di averne incontrato almeno uno per strada, di averne almeno uno tra la cerchia delle proprie amicizie.
Semplici, ma anche piacevolmente umani, veri, inaspettatamente profondi, riusciranno a toccare con straordinaria facilità il cuore del lettore, che finirà per affezionarsi a questa coppia di moderni Romeo e Giulietta liceali, alle loro strambe famiglie, ai loro rivali nello sport e nell'amore e ai loro simpaticissimi amici e compagni di scuola.
Un vero e proprio inno all'adolescenza e ai sentimenti, Rough: la storia di un amore che nasce lentamente, sviluppandosi a poco a poco a partire da tutt'altro tipo di sentimenti, perché, in fondo, l'adolescente è ancora "rough" e i suoi sentimenti possono cambiare dall'oggi al domani.
Ma anche la storia di un'amicizia, del legame all'apparenza spensierato eppur molto profondo e sincero che ci lega ai nostri compagni di vita, la goliardia e la spensieratezza del gruppo di amici del liceo, all'interno del quale ci si confronta, si fanno esperienze, si sviluppano amori e legami, si cresce insieme e si impara a vivere, condividendo gioie e dolori.
Quel che colpisce di Rough è la naturalezza della narrazione, il realismo con cui sono dipinti i suoi personaggi, il delicato umorismo e la poesia degli eventi, l'atmosfera dell'adolescenza che riesce a ricreare, riuscendo a farci sentire proprio lì, a riscaldarci in una piscina al coperto mentre fuori soffia il gelido vento dell'inverno, o a passeggiare in spiaggia sotto il caldo sole estivo.
A ritrarre tutto questo, l'ormai consolidato stile dell'autore, fatto di disegni semplici ma allo stesso tempo belli, espressivi e dettagliati, di silenzi, di frasi interrotte a metà, di detti e non detti, di una rappresentazione dei sentimenti che riesce a farsi apprezzare senza artifici, senza baci, senza sesso, senza gesti eclatanti, ma solo con la forza della sua poesia, delle sue passeggiate sotto i ciliegi in fiore, delle sue timide dichiarazioni d'amore registrate su audiocassetta...
E' il 1995 quando Rough fa il suo debutto in Italia per la casa editrice Star Comics, che lo sceglie per la collana Starlight, la quale, sino a quel momento, aveva ospitato con grande successo gli shounen sentimentali di Izumi Matsumoto: Kimagure Orange Road, bestseller da cui è stata tratta la serie animata nota in Italia come E' quasi magia Johnny, e l'incompiuto Sesame Street che ha goduto della sua fioca luce riflessa. Rough, sprovvisto di una serie animata che gli faccia da traino e perciò sconosciuto ai più, rappresenta l'esordio italiano per i manga di Mitsuru Adachi, autore noto per le versioni animate di alcuni dei suoi lavori, che si erano fatte notare sui canali Fininvest e qualche rete regionale.
Rough è stato scelto al posto del più famoso e richiesto Touch (da cui è stata tratta la serie animata nota in Italia come Prendi il mondo e vai), che avrebbe (e, in effetti, così sarà, quando sarà pubblicato qualche anno dopo) riscosso sicuramente maggior successo, per un motivo più pratico che ideologico: il ribaltamento delle tavole all'occidentale, consuetudine di quegli anni, avrebbe reso impossibile la comprensione delle partite di baseball, che in Touch sono parte integrante dell'opera.
Il mercato manga, nell'Italia del 1995, è ancora acerbo e diversissimo da quello attuale, al punto da sembrare quasi un'epoca preistorica a chi ha cominciato a leggere manga solo di recente. Rough venne pubblicato in volumi di piccolo formato, di circa 120 pagine l'uno, con impaginazione all'occidentale, lettering fatto a mano, una tavola mancante (pubblicata sulle pagine di un'altra testata) e un adattamento mirato a semplificarne quanto più i dialoghi e gli elementi più specificatamente giapponesi, per renderlo comprensibile ad un pubblico che, ancora, del Giappone sa poco e niente.
Molti riferimenti a personaggi famosi nipponici o molte gags dove l'autore prendeva in giro o citava se stesso, i suoi lavori, il suo editore sono stati modificati e sostituiti con rimandi alla casa editrice Star Comics e al suo Kappa Magazine, a Kim Basinger, a Eros Ramazzotti, ai Take That, a Lorella Cuccarini, al da poco scomparso Raul Julia.
Rough non ha un cartone animato famoso alle spalle e non ha mirabolanti effetti speciali con cui stupire i suoi lettori, quindi le vendite sono basse e l'editore è costretto a sospendere la pubblicazione dopo nove volumetti.
Leggenda vuole, dunque, che, quando la situazione di Rough sembrava ormai segnata, la redazione della Star Comics fu subissata di lettere e telefonate da parte dei lettori, pochi ma estremamente affezionati, che pregarono la casa editrice di continuare a pubblicare quella storia che tanto li aveva appassionati.
L'editore esaudì il loro desiderio, spostando Rough nella collana Storie di Kappa e portandolo a conclusione con altri cinque volumi, di grande formato e usciti a cadenza irregolare. Per tanti anni, dunque, Rough rimase lì, racconto bellissimo e quasi mitologico conosciuto solo da pochissimi fortunati che però lo hanno amato con tutto il cuore: le lettere nelle rubriche della posta di Touch, qualche anno dopo, parleranno chiaro, raccontando le toccanti esperienze di adolescenti, di ragazzi che, durante il servizio militare, si sono divertiti, si sono emozionati, si sono innamorati insieme ai personaggi del fumetto.
Questo finché la fortunata pubblicazione di Touch, qualche anno dopo, portò alla costruzione di uno zoccolo duro di appassionati dell'autore, alla pubblicazione di praticamente tutte le sue opere e alla riscoperta della storia di Ami e Keisuke da parte di sempre più lettori che lo hanno recuperato in arretrato.
Richiesta a gran voce per tanti anni, nel 2016 è stata pubblicata una nuova edizione del manga sempre per la Star Comics, in sei volumi di lusso di grande formato, con copertina ruvida con alette e un nuovo adattamento dei dialoghi, che ripristina tutti quei nomi, quei riferimenti, quei giochi di parole e quegli elementi più tipicamente giapponesi che ci si era persi tanti anni prima, pur rimanendo abbastanza fedele, tutto sommato, alla linea generale dei dialoghi dell'epoca.
Sicuramente un ottimo punto di partenza per chi vuole imparare a conoscere questo autore, capace di incantare i suoi lettori con storie semplici ma poetiche, che ci toccano il cuore e non sappiamo bene dire perché, ma la sensazione che ci lasceranno, durante e dopo la lettura (e le vicendevoli riletture), sarà bellissima, ed è una sensazione che qualsiasi lettore dovrebbe poter provare, almeno una volta nella vita.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Rough 1 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 2 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 3 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 4 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 5 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 6 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 7 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 8 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 9 | € 1.90 | Star Comics |
Rough 10 | € 2.60 | Star Comics |
Rough 11 | € 2.60 | Star Comics |
Rough 12 | € 2.60 | Star Comics |
Rough 13 | € 3.50 | Star Comics |
Rough 14 | € 3.50 | Star Comics |
Rough New Edition 1 | € 7.00 | Star Comics |
Rough New Edition 2 | € 7.00 | Star Comics |
Rough New Edition 3 | € 7.00 | Star Comics |
Rough New Edition 4 | € 7.00 | Star Comics |
Rough New Edition 5 | € 7.00 | Star Comics |
Rough New Edition 6 | € 7.00 | Star Comics |
Pro
- Una bellissima storia d'amore, ma anche e soprattutto di amicizia
- L'irresistibile atmosfera tipica delle storie di Mitsuru Adachi
Una storia che sa emozionare, in cui tutti gli "ingredienti" sono dosati perfettamente, dai disegni, alla regia, all'uso dei silenzi (caratteristica di Adachi che adoro e che qui è portata ai massimi livelli, secondo me...), alla trama e soprattutto ai personaggi, Keisuke in particolare.
L'ho trovato abbastanza, anzi, molto diverso dai protagonisti soliti dell'autore, meno immaturo e "scemo", più riflessivo, pacato. Ho apprezzato veramente, ma veramente tantissimo la sua crescita.
Chiudo qui perché sia perché altrimenti andrei avanti fino alla settimana prossima, sia soprattutto perché la recensione di Kotaro dice già tutto quello che bisognerebbe sapere su Rough.
Da leggere, consigliata anche a chi Adachi non lo può proprio sopportare e a chi non vuol neppure sentire parlare di sport e affini
Non che faccia schifo eh, semplicemente è lungi dall'essere un manga da punteggio massimo per tutta una serie di motivi che ben si vedono nel corso della lettura, finale compreso (motivi su cui però non posso dilungarmi qui perchè tutti a rischio spoiler, ma se mi scrivete in privato sono sempre disponibile a delucidarvi >_>). L'ho comprato e letto proprio spinto dai quei fan sfegatati dell'autore che lo idolatravano come un capolavoro e purtroppo mi ha confermato di come questo autore sia come sempre molto sopravvalutato, soprattutto grazie alla sua componente nostalgica che fa leva sui ricordi delle vecchie generazioni. E questo vedo che è il caso anche del nostro recensore e mi spiace (se almeno lo avesse specificato nel testo la valutazione sarebbe stata contestualizzata e comprensibile, ma così proprio no, oggettivamente Rough è ben lungi dall'essere un capolavoro del fumetto giapponese).
Mi dispiace ma quello ad esprimere giudizi soggettivi sei tu (per altro io trovo molti dei particolari del finale geniali, tanto per dire).
Non è che Adachi debba piacere a tutti, ma dire che è sopravvalutato solo perché non ti piace mi sembra veramente il colmo.
E no, io da piccolo gli anime tratti dai manga di Adachi li ho sempre schifati, ho conosciuto l'autore comprando Rough quando già andavo all'università e ho poi proseguito recuperando diverse sue opere.
E ce ne sono di belle e di meno belle (H2 ad esempio, ma anche l'osannatissimo Miyuki a me non fa impazzire perché trovo che lì Adachi sia ancora un po' acerbo).
Rough lo considero ancora oggi il suo capolavoro massimo e sì, credo che sia uno di quei manga che non sia scandaloso premiare con un 100.
Morte agli Yamatoooooo!
Chibi mi hai frainteso. Non sono uno suo fan, ma neanche un suo hater, tant'è che l'opera non mi ha fatto schifo e secondo me un buon 8 se lo merita tutto.. ma appunto, un 8 non un 10. E quando parlavo di fattore nostalgico non mi stavo certo riferendo alla visione degli anime ma proprio all'accostamento alla lettura dell'opera in sè. Kotaro questo lo ha contestualizzato molto bene: ai tempi di quando è uscito in Italia Rough era un'opera unica con una narrazione molto particolare che ha colpito i primi manga fan che ne sono rimasti letteralmente stregati, base che si è poi ampliata con il successivo Touch, e non aveva una grande concorrenza alle spalle (nel senso che alla fine l'offerta era poca ed i buoni autori si centellinavano) per cui il suo successo ci stava. Ora però che di acqua ne è passata sotto i ponti ed il pubblico di lettori manga ha potuto leggere molto altro (tra cui anche le opere precedenti del suddetto Adachi) i suoi limiti sono palesi ed il trasformarlo nel capolavoro di tutti i tempi, cosa che non è, mi sembra sbagliato. Ancora più ora che è stato ristampato Maison Ikkoku (e te lo dice uno che non è un fan della Takahashi), giusto per fare un esempio rimanendo nell'ambito delle commedie romantiche.
Ammetto però che l'opera in questione non è tra le mie preferite di Adachi, un pò perché lo preferisco quando parla di baseball (mi son sempre piaciute le dinamiche che crea tra i componenti della squadra) e un pò perché Ami mi sta davvero antipatica.
Onestamente se è per questo Rough per me dà tipo tre piste a Maison Ikkoku, che trovo un'opera bella (di gran lunga la migliore della Takahashi tolte le serie brevi) ma che non trovo giustifichi in pieno la sua lunghezza.
Detto questo comunque non sono per niente due opere simili, Maison Ikkokun è un seinen e in generale un'opera che tratta temi più adulti, Rough è uno shounen sportivo sentimentale e lì finisce, per quanto tratti l'argomento in modo piuttosto maturo.
Un paragone sensato dovrebbe essere come shounen dello stesso tipo, per esempio Suzuka di Koji Seo.
E lì il confronto inizierebbe ad essere abbastanza imbarazzante visto che un volume di Rough vale più di tutta quella pappardella ridicola in salsa harem di Suzuka.
Onestamente non trovo davvero manga di genere assimilabile che abbiano fatto meglio, quindi il voto massimo continua a sembrarmi accettabile, per quanto poi uno possa preferire altro.
P.S. Per completezza aggiungo che troverei ugualmente accettabile dare 10 a Maison Ikkoku sebbene io non gli darei un voto così alto. Parliamo comunque del picco narrativo di una delle autrici che ha fatto la storia dei manga.
In poche parole, a un lettore che conosce discretamente l'opera di Adachi verrà abbastanza semplice indovinare sviluppi e conclusione dell'intero canovaccio.
Diciamo che arrivare da noi per primo ha fatto sì che questo problema, in Rough, affiorasse con minore rilevanza agli occhi del lettore italiano.
Ovvio che se uno apprezza l'autore troverà facilmente perdonabile questo difetto.
Io non faccio parte di questa schiera, pur riconoscendo Rough come la migliore opera di Adachi che m'è capitato di leggere.
Concordo con Darcia per il resto.
p.s. in Giappone ho obbligato i miei compagni di viaggio a fare una visita all'Hanshin Koshien Stadium, dove mi sono fatto le foto con la mia copia di Touch in mano. Sono stato pure fortunato perchè era in corso proprio una giornata del torneo studentesco che Adachi ha descritto in tanti suoi manga. Avevo il cuore che palpitava a mille e poco ci mancava che mi mettessi a gridare "Vai Uesugi" e "Vai Kunimi". E' proprio come Adachi descrive: i cori, i sostenitori vestiti con i colori della squadra, i tamburi... Per me è stata una cosa bellissima!
Curiosità: l'annuario delle partite che vendevano nel negozio dello stadio aveva la copertina disegnata proprio da Adachi.
Quando nel lontano 1996 ho acquistato la prima edizione della star comics, non riuscivo a credere che non avesse avuto successo, per me è sembrato sin da subito un'opera romantica davvero toccante e ben raccontata. I personaggi sono ben caratterizzati, e la commedia e lo sport si alternano al romanticismo, rendendo questa opera poetica ma non smielata. Sarà che a me piace tantissimo il nuoto, fatto sta che Keisuke Yamato è un gran bel personaggio, un ragazzo molto umile e semplice dal gran cuore, con i suoi occhioni puliti e sinceri che non si pavoneggia per la sua abilità nel nuoto. Come si fa a non adorarlo? E poi non muore nessuno XD
Ti rispondo sotto spoiler
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