Nuove regole si prospettano all'orizzonte per chi ha intenzione di andare in Giappone a frequentare una scuola per imparare la lingua. Nell'ultimo decennio infatti nel Sol Levante c'è stata un'impennata nel numero di scuole che insegnano il giapponese: secondo il Ministero della Giustizia, il paese ora ha 711 scuole dedicate solo a questo (non si contano quindi le università o le scuole commerciali che offrono anche lezioni di giapponese), cioè 1,8 volte in più rispetto al 2008.
Quello che il governo vuole ora appurare è se tutti gli iscritti a questi corsi sono davvero lì per imparare la lingua o se è solo un "trucco" per risiedere nel paese con il visto per gli studenti.
Fino ad oggi infatti gli stranieri in possesso di un visto per studenti possono lavorare fino a 28 ore a settimana, con un tetto massimo di 8 ore al giorno durante le vacanze. Inoltre per poter mantenere il visto, occorre frequentare almeno 760 unità nel corso di un anno (dove con un'unità si intendono lezioni di 45 minuti).
Ma esistono scuole che offrono corsi molto intensivi, con un numero particolarmente alto di ore di lezione ogni settimana; iscrivendosi a questi programmi, alcuni studenti raggiungono le 760 unità in soli sei mesi. Nel tempo che gli resta prima della scadenza del visto, possono lavorare tranquillamente 8 ore al giorno, senza frequentare perciò nessun corso.
Si crea così una sorta di zona d'ombra, con lavoratori stranieri che non riescono ad essere definiti: sono lavoratori o sono studenti? Per fare chiarezza, il governo ha approntato una serie di nuove regole che saranno applicate a partire da ottobre, fra cui l'obbligo di frequentare una scuola per almeno 35 settimane all'anno.
Il Ministero della Giustizia vuole anche tenere sotto controllo le scuole che promuovono i loro programmi intensivi, sia apertamente che implicitamente, come un modo per avere un lavoro a tempo pieno in Giappone senza avere però un visto lavorativo. Inoltre sono previste anche regole più severe per gli operatori scolastici, per evitare ad esempio che una singola persona possa fare il direttore di più scuole, obbligando perciò ad assumere più personale competente.
Fonte consultata:
SoraNews
Quello che il governo vuole ora appurare è se tutti gli iscritti a questi corsi sono davvero lì per imparare la lingua o se è solo un "trucco" per risiedere nel paese con il visto per gli studenti.
Fino ad oggi infatti gli stranieri in possesso di un visto per studenti possono lavorare fino a 28 ore a settimana, con un tetto massimo di 8 ore al giorno durante le vacanze. Inoltre per poter mantenere il visto, occorre frequentare almeno 760 unità nel corso di un anno (dove con un'unità si intendono lezioni di 45 minuti).
Ma esistono scuole che offrono corsi molto intensivi, con un numero particolarmente alto di ore di lezione ogni settimana; iscrivendosi a questi programmi, alcuni studenti raggiungono le 760 unità in soli sei mesi. Nel tempo che gli resta prima della scadenza del visto, possono lavorare tranquillamente 8 ore al giorno, senza frequentare perciò nessun corso.
Si crea così una sorta di zona d'ombra, con lavoratori stranieri che non riescono ad essere definiti: sono lavoratori o sono studenti? Per fare chiarezza, il governo ha approntato una serie di nuove regole che saranno applicate a partire da ottobre, fra cui l'obbligo di frequentare una scuola per almeno 35 settimane all'anno.
Il Ministero della Giustizia vuole anche tenere sotto controllo le scuole che promuovono i loro programmi intensivi, sia apertamente che implicitamente, come un modo per avere un lavoro a tempo pieno in Giappone senza avere però un visto lavorativo. Inoltre sono previste anche regole più severe per gli operatori scolastici, per evitare ad esempio che una singola persona possa fare il direttore di più scuole, obbligando perciò ad assumere più personale competente.
Fonte consultata:
SoraNews
Anyway, sento di capire in parte i provvedimenti presi dal governo... non posso dire che siano giusti, ma nemmeno sbagliati, dipende da come uno vede la cosa. Secondo questo loro ragionamento per imparare una lingua bene o male serve tempo, quindi sti corsi intensivi dai termini ridotti lasciano molte perplessità, penso. Pare che spesso sfruttino il visto da studente per crearsi dei contatti lavorativi cosicchè al termine di questo riescano a passare al visto per lavoro. Forse lavorando a tempo quasi pieno per pochi mesi che siano si riesca ad acquisire un posto di lavoro con effetti più producenti...? Se visto cosi' sembra quasi che il governo emmetta il segnale che non vogliono troppi stranieri nel Paese... non lo so...
Infatti! Solo in Italia entri senza alcun documento e vieni mantenuto per anni
Pertanto o mi dai un visto valido anche come lavoratore o proibisci lo studio del giapponese agli stranieri in Giappone.
Non so……….non vorrei pensare male, ma mi sa di mossa un po’ subdola del governo giapponese, del tipo “finchè vieni qui in Giappone come turista desideroso di spendere tempo (e denaro) sei il benvenuto; se invece miri a trovare un’occupazione e a mettere radici, alloraaa…….”
Posso capirlo. Hanno paura che gli stranieri gli rubino i lavori e non vogliono che il paese sia occupato dagli 'immigranti'. Molti paesi sono così, ad esempio Australia in cui abito. Se il governo ha voglia di deviare l'ideologia, sarebbe molto facile suscitare l'odio contro gli immigranti, facendo così gli scemi nativi e locali possono essere protetti dal discorso pubblico. Molto spiacevole ma anche troppo normale....
No beh, sai com'è, ci sono delle regole un po' in tutti i paesi del mondo, e cercano solo di farle rispettare...
perchè alla fine la lingua JP serve solo sè si vuol vivere li, ci sono lingue più utili da studiare come l'inglese e il mandarino (cinese).
O fai come Canada, Australia, Nuova Zelanda e compagnia bella...
Fammi vedere che hai i soldi prima di entrare per mantenerti, altrimenti torni a casa tua.
A mio parere, avrei rispedito a casa tutte quelle persone che, nel corso di 3 anni, non avessero avuto ALMENO o un N5 in giapponese o un B1 in inglese (fornendo incentivi gratuiti; siamo nell'era degli smartphone, degli ebook/eaudiobook e degli hotspot gratuiti disseminati ovunque, quindi non avrebbe quasi nessun impatto sulla spesa pubblica, a meno che qualcuno non ci voglia speculare sopra; fornire gratuitamente audiolibri/materiale didattico in formato digitale è altamente fattibile e ad infimo costo per lo stato).
In Italia, avrei fatto altrettanto: o B1 in inglese o B1 in italiano, altrimenti esiliato con urgenza.
Non puoi rispettare la cultura di un paese se non sei neanche in grado di relazionarti minimamente con nessuno. Creeresti dei ghetti e delle vere proprie emergenze etniche che difficilmente si riusciranno a risolvere in futuro.
B1 e N5 sono livelli decisamente bassi sulla conoscenza di una lingua. Chi non li passa, dopo 3 anni, è ai livelli di un analfabeta funzionale cronico. Per chi vive da anni nel paese, avere un B2 o N4 dovrebbe essere un obbligo morale.
Il che è giusto, dato che sono loro ad avermelo dato allo scopo di studiare e sono sempre loro che hanno giudicato la mia situazione e deciso che ero meritevole dell'allungamento della durata del visto.
Poi in realtà, a parte le lezioni del mattino, ero sempre libero dalle due/tre del pomeriggio, e avevo diverse vacanze qua e là durante l'anno, quindi potevo lavorare, girare, fare tutte le esperienze che volevo per impratichire la lingua anche sul campo a mia discrezione.
Ma se uno va là per studiare, deve studiare. Soprattutto considerando che, se non sai fare qualcosa di pratico (se non sei un cuoco/ingegnere/quant'altro professionista) se non hai almeno l'N2 di giapponese ti guardano schifati ai colloqui di lavoro, quindi comunque studiare e imparare la lingua ti serve.
E ti danno pure 30 euro per comprarti tutti i fumetti che vuoi vergognaa!1!1!
Neanche in Italia siamo cosi' bravi a raggirare le nostre stesse leggi.
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