Masamune Sakaki, noto animatore specializzato nella CG che ha lavorato a vari giochi per smartphone e al progetto Vocaloid "Tohoku Zunko", è andato su Twitter per chiedere ai suoi follower di esprimere le loro idee su come affrontare i problemi nel settore dell'anime.
Ecco il suo messaggio su Twitter:
"È un argomento difficile, ma potreste rispondermi con le vostre idee su come migliorare l'industria degli anime? Sempre più aziende dichiarano bancarotta e le persone che lavorano lì sono probabilmente esauste. Voglio sentire le idee di persone normali, dei non addetti al lavoro, quindi per favore sentitevi liberi di parlare. Risponderò ai vostri messaggi".
Il suo tweet ha ricevuto oltre 2000 risposte che secondo Sakaki è incoraggiante. Di seguito alcuni dei migliori suggerimenti che ha ricevuto.
Da @ fis79517391: "Smetti di fare anime che assecondano i gusti degli otaku, non fare ricerche di mercato, fai solo quello che pensi sia buono."
Sakaki ha risposto: "Bene, sono d'accordo."
Da @oaoioaoio: "Sono uno spettatore occasionale: ci sono troppi anime per ogni stagione, purtroppo devo limitarmi a guardare tre anime per stagione. Anche se oggi abbiamo Internet, ho l'impressione che ci siano così tanti anime per la TV. Penso che dovrebbero ridurre l'output a 2/3 di quello che abbiamo attualmente. Inoltre è vero che questo vale per qualsiasi settore, ma penso che molti contenuti siano 'usa e getta' e mi piacerebbe che cambiassero in meglio".
Sakaki ha risposto: "Sentire che il contenuto è usa e getta mi rende triste come creatore, ho lavorato per sei anni su Tohoku Zunko e continuerò a lavorare sodo".
Da @aequitas1500: "Paga i lavoratori, regola le ore di straordinario in modo che le persone possano prendere un congedo prolungato... e questo non solo nell'industria degli anime".
Sakaki ha risposto: "Voglio fare una pausa ..."
Da @bakumakura: "Vendi più libri auto-pubblicati sull'animazione in modo che gli animatori possano aumentare le loro entrate".
Sakaki ha detto di aver sentito che vendere i propri libri al Comiket è una preziosa fonte di guadagno per gli animatori, e @bakumakura ha risposto che loro vorrebbero che questo accadesse durante tutto l'anno.
Rispondendo agli utenti di Twitter, Sakaki ha riscontrato alcune comuni lamentele sulle sue credenziali all'interno settore. Ha detto: "Ho ricevuto messaggi che dicevano 'Un creatore di CG non è un rappresentante dell'industria degli anime!' In questo caso qualcun altro dovrebbe rispondere a questi 2.000 tweet (lol). Inoltre ho familiarità sia come appaltatore sia con il modo di condurre un progetto. In ogni caso le opinioni di tutti sono state utili, quindi non ho rimpianti!".
Sakaki ha anche risposto su alcuni malintesi che riguardano i comitati di produzione degli anime. "Il comitato di produzione non è un'organizzazione malvagia, è solo un gruppo creato per contenere i rischi; non brama i diritti creativi di un individuo né cerca di rubarli. Loro vogliono solo massimizzare i profitti: investono solo la minima quantità di denaro necessaria, è un gruppo basato su questo tipo di compromessi".
In una risposta a un tweet, Sakaki ha chiarito che Zunda Horizon, un cortometraggio di 24 minuti creato per il progetto Anime Tamago, è costato 3 milioni di yen (24 mila Euro circa). "Oggi questo è il costo per fare un anime di quella lunghezza interamente all'interno del Giappone. Se lo fai all'estero, il prezzo di mercato si aggira tra i 18 (144mila Euro circa) e 25 milioni (200mila Euro circa), ma se lo affidi a un prestatore d'opera ti costa 8 milioni (64mila Euro circa). È possibile realizzare un anime in 3D di 3 minuti per 3 milioni, ma tutti oggi sono impegnati, quindi hai bisogno di agganci per farcela. "
Fonte consultata:
Anime News Network
Ecco il suo messaggio su Twitter:
"È un argomento difficile, ma potreste rispondermi con le vostre idee su come migliorare l'industria degli anime? Sempre più aziende dichiarano bancarotta e le persone che lavorano lì sono probabilmente esauste. Voglio sentire le idee di persone normali, dei non addetti al lavoro, quindi per favore sentitevi liberi di parlare. Risponderò ai vostri messaggi".
Il suo tweet ha ricevuto oltre 2000 risposte che secondo Sakaki è incoraggiante. Di seguito alcuni dei migliori suggerimenti che ha ricevuto.
Da @ fis79517391: "Smetti di fare anime che assecondano i gusti degli otaku, non fare ricerche di mercato, fai solo quello che pensi sia buono."
Sakaki ha risposto: "Bene, sono d'accordo."
Da @oaoioaoio: "Sono uno spettatore occasionale: ci sono troppi anime per ogni stagione, purtroppo devo limitarmi a guardare tre anime per stagione. Anche se oggi abbiamo Internet, ho l'impressione che ci siano così tanti anime per la TV. Penso che dovrebbero ridurre l'output a 2/3 di quello che abbiamo attualmente. Inoltre è vero che questo vale per qualsiasi settore, ma penso che molti contenuti siano 'usa e getta' e mi piacerebbe che cambiassero in meglio".
Sakaki ha risposto: "Sentire che il contenuto è usa e getta mi rende triste come creatore, ho lavorato per sei anni su Tohoku Zunko e continuerò a lavorare sodo".
Da @aequitas1500: "Paga i lavoratori, regola le ore di straordinario in modo che le persone possano prendere un congedo prolungato... e questo non solo nell'industria degli anime".
Sakaki ha risposto: "Voglio fare una pausa ..."
Da @bakumakura: "Vendi più libri auto-pubblicati sull'animazione in modo che gli animatori possano aumentare le loro entrate".
Sakaki ha detto di aver sentito che vendere i propri libri al Comiket è una preziosa fonte di guadagno per gli animatori, e @bakumakura ha risposto che loro vorrebbero che questo accadesse durante tutto l'anno.
Rispondendo agli utenti di Twitter, Sakaki ha riscontrato alcune comuni lamentele sulle sue credenziali all'interno settore. Ha detto: "Ho ricevuto messaggi che dicevano 'Un creatore di CG non è un rappresentante dell'industria degli anime!' In questo caso qualcun altro dovrebbe rispondere a questi 2.000 tweet (lol). Inoltre ho familiarità sia come appaltatore sia con il modo di condurre un progetto. In ogni caso le opinioni di tutti sono state utili, quindi non ho rimpianti!".
Sakaki ha anche risposto su alcuni malintesi che riguardano i comitati di produzione degli anime. "Il comitato di produzione non è un'organizzazione malvagia, è solo un gruppo creato per contenere i rischi; non brama i diritti creativi di un individuo né cerca di rubarli. Loro vogliono solo massimizzare i profitti: investono solo la minima quantità di denaro necessaria, è un gruppo basato su questo tipo di compromessi".
In una risposta a un tweet, Sakaki ha chiarito che Zunda Horizon, un cortometraggio di 24 minuti creato per il progetto Anime Tamago, è costato 3 milioni di yen (24 mila Euro circa). "Oggi questo è il costo per fare un anime di quella lunghezza interamente all'interno del Giappone. Se lo fai all'estero, il prezzo di mercato si aggira tra i 18 (144mila Euro circa) e 25 milioni (200mila Euro circa), ma se lo affidi a un prestatore d'opera ti costa 8 milioni (64mila Euro circa). È possibile realizzare un anime in 3D di 3 minuti per 3 milioni, ma tutti oggi sono impegnati, quindi hai bisogno di agganci per farcela. "
Fonte consultata:
Anime News Network
Ad ogni modo un commento ha praticamente sintetizzato il mio pensiero inerente l'industria dell'animazione nipponica attuale "Smetti di fare anime che assecondano i gusti degli otaku, non fare ricerche di mercato, fai solo quello che pensi sia buono"... ora il punto è che le aziende producono ciò che ha più probabilità di vendere (la maggior parte delle volte) fregandosene molto spesso della qualità, e lo vediamo in molte opere d'animazione.
Ci sono casi (parecchi) in cui interi eserciti di appassionati richiedono a gran voce dei seguiti per anime di valore, trasposizioni più curate e attinenti alle opere di partenza, azzeramento dell'uso della CG che spesso è abusata e utilizzata in maniera a dir poco incompetente, migliori condizioni di lavoro per animatori/disegnatori/staff e quindi stipendi adeguati alle ore lavorative.
Si è parlato spesso di temi del genere ma temo che difficilmente cambierà qualcosa nel breve termine, le aziende d'animazione così come quelle videoludiche devono vendere e gli otaku comprano TANTO merchandise spesso di opere scadenti per smania di collezionismo generale poco votato alla qualità reale del prodotto.
Tuttavia va anche detto che spesso si buttano soldi in opere che già sulla carta sarebbero da cestinare e mai più riprendere (Osama Game, Mayoiga, Happy Sugar Life e tanti altri), pertanto il discorso è complesso e di difficile interpretazione, non vi è un singolo elemento da poter prendere in considerazione per poter intavolare un piano di risoluzione.
Questi due tweet rappresentano esattamente il mio pensiero, non avrei saputo esprimerlo meglio.
Troppi anime, troppe serie identiche tra di loro, zero contenuti o quasi, e tutti per lo più rivolti ad una specifica tipologia di pubblico SOLO per la certezza del ritorno economico.
Poi è verissimo che molti degli anime di oggi sono "usa e getta", perchè vengono ideati per avere un successo esplosivo solo per un periodo di tempo limitato, ma che sul lungo periodo quasi mai verranno ricordati, e meno che meno creeranno nuovi appassionati (perchè chi guarda una certa tipologia di anime appartiene già a quel target specifico, non sono più prodotti che possono interessare più pubblici diversi in maniera trasversale).
L'unica via possibile da seguire per gli anime oggi è ripartire dalla sceneggiatura e dall'approfondimento dei personaggi, in altre parole con la qualità del soggetto preso in esame...........non è facile, soprattutto quando si ha a che fare con anime stagionali da 12 episodi e budget risicati, ma mi auguro che presto o tardi gli studi d'animazione giapponesi si rendano conto che, se vogliono avere entrate anche in futuro, avranno bisogno di puntare sulla qualità, non sulla quantità.
Certo, gli anime li divorano, ma il problema sta dietro la loro produzione. Gli studi d'animazione non riescono a stare dietro le spese perché a loro restano solo le briciole e i giovani non sono interessati ad approcciarsi a questo settore lavorativo perché la paga è da cani e gli orari ancora peggio.
Comunque dispiace dover assistere al calo di qualità e mi darebbe fastidio sapere che un anime che seguo è "made in china"
Ipotesi:
Se per fare 3 anime servono 3 studi con 10 dipendenti cad, se riduci ad 1 anime servirà 1 solo studio con solo 10 dipendenti.
Certo è facile dire che basta coinvolgere anche gli altri 2 studi senza anime da produrre, o al limite assorbirli e in ogni caso far si che i 30 dipendenti lavorino comunque al singolo anime, avendo così il vantaggio di tempi molto più umani o di una qualità di lavoro tre volte superiore.
Dimenticandosi però che questo significa avere 1 singolo anime con costi di produzione triplicati o quasi, costi che se non venissero assorbiti dal mercato porterebbero al fallimento e al ridimensionamento forzato.
Facile pensare che gli acquirenti al posto di spendere 100 per 3 serie spenderebbero volentieri anche 300 per una serie (dvd e marketing), ma non sta scritto da nessuna parte che le cose funzionino così con certezza assoluta.
Assorbire il flop di una produzione che costa x è meno complicato di una che costa 3 volte x.
Semmai gli studi d'animazione dovrebbero lavorare di più sui prodotti originali su cui hanno guadagni teoricamente maggiori di prodotti su licenza, ma anche qui evidentemente c'è molta paura di possibili flop difficili da sopportare.
Con un anime "sotto licenza" invece si va più sul sicuro, per quanto possa non essere un capolavoro avrà comunque un bacino di spettatori garantito.
Esattissimo.
Inoltre mentre all'estero il mercato anime va bene, il mercato interno Giapponese di anime è in serio calo percentuale, i dvd e bluray degli anime in Giappone stanno calando nelle vendite di anno in anno.
Se non sei Miyazaki o qualche altro raro regista/produttore che può fare letteralmente quello che vuole devi passare per forza passare per il comitato di produzione il quale decide cosa viene prodotto. Se tagli le serie da produrre a stagione ci si ritroverebbe solo con Shonen e adattamenti di LN che sono sicuri che venderebbero e potremmo tranquillamente dire addio a tutte quelle poche serie un attimo più di nicchia e sperimentali.
Intanto si dovrebbe aumentare i tempi di pre-produzione (ricerca, scrittura della sceneggiatura. dei personaggi ecc..), pagare di più i lavoratori mettendo delle rigide regole per quanto riguarda gli straordinari (cosa che dovrebbero fare per tutti i lavoratori giapponesi non solo per chi lavora nel mondo dell'animazione) e dare più spazio ai giovani. Questo sarebbe un primo passo ma è necessario un forte incentivo di tutta l'industria e anche dello stato Giapponese.
per questo ti parlo di un sistema completamente rinnovato, sicuro la situazione come è ora non va bene. non ci piove. i soldi ci stanno
No è proprio quello il problema. I soldi non ci stanno. Basta che guardi le cifre che ha riportato Sakaki.
Al contrario, riducendo l'ammontare di mondezza che viene ad ora propinata ogni stagione, ogni studio potrebbe concentrarsi sviluppando prodotti di qualità maggiore pagando meglio il personale.
Anche nel mio caso, ogni stagione cerco di vedere i primi episodi di ogni serie, ed ogni volta rimango a guardare 2/3 serie al massimo, avendo scartato il resto per quanto inutili, noiosi, stupidi e disgustosi siano questi prodotti di massa.
Il tuo commento ignora completamente la realtà del mercato. E' come dire che aumentando il numero di marche made in china, i lavoratori schiavizzati abbiano migliore qualità di vita.
Quanto più sconosciuto lo studio, quanto più inutile il prodotto, tanto meno saranno pagate le persone.
L'industria dovrebbe indubbiamente concentrarsi sul creare storie di pregio. Ma questo problema non è limitato agli anime; da decenni lo stesso accade per cinematografia, fumetti, letteratura.
Tutti i media sono stati degradati per incitare ad un consumo di massa tentando vanamente di sparare nel mucchio. E di questo paghiamo tutti le conseguenze.
l'industria sta andando bene, sta crescendo. i soldi finiscono nel posto sbagliato
Certo dati alla mano hai ragione.
Quello che intendevo è che il budget che viene dato agli studi è ridicolmente basso.
Concordo con te nel fatto che la ridistribuzione è completamente sbagliata. Il problema è che il business model non funziona. Non è possibile che nel 2019 per valutare se una serie ha successo si guardino ancora le vendite dei BD. E' esattamente quello che è successo nell'industria delle serie TV americane.
L'aumento degli introiti infatti deriva più che altro dal mercato internazionale (streaming, licenze). Se non erro infatti il mercato "locale" è stagnante. Dovrebbero puntare di più al mercato internazionale e meno al mercato degli otaku.
Scusa ma hai fatto una confusione ENORME, tra pre-produzione e produzione considerati come un'unica cosa, studi d'animazione trattati come stanziatori dei budget, per non parlare del "Quanto più sconosciuto lo studio, quanto più inutile il prodotto, tanto meno saranno pagate le persone" che può solo essere frutto della tua immaginazione. Le supposizioni non sono d'aiuto a nessuno e mettono ancora più confusione. Per me sono come coltellate, considerando che sono anni che tentiamo di chiarire almeno le basi
Infatti non c'azzecca un tubo...meglio continui a produrre solo giochini per smartphone, va!
Scusa se ti correggo ma la prima serie pensata specificatamente per gli otaku fu Macross del 1982.
la legge del mercato è semplice nella teoria ma ben più complicata all'atto pratico: un dipendente non riesce a portare a termine un lavoro? si assume un altro dipendente così da avere il doppio della forza lavoro. non ci si può permettere un altro dipendente? allora si riduce il carico di lavoro.
il problema è che ormai le pretese sono spesso inverosimili (e vale per tutto il mondo per ogni lavoro o quasi)
botte piena o moglie ubriaca. è questo che i datori di lavoro devono capire ma siccome questo significa rinunciare a un 20% annuo di guadagno netto tutti si tappano le orecchie e lasciano correre, fino appunto alla bancarotta.
purtroppo il Giappone non è nuovo a situazioni di questo tipo, per quel che ne so gli orari di lavoro sono durissimi, e quello dell'animazione è un discorso che secondo me si potrebbe tranquillamente estendere a molti altri settori di produzione. cambiare un intero sistema di produzione purtroppo è facile a dirsi ma a farsi è relativamente impossibile, soprattutto perché chi dovrebbe decidere sono quelle persone che andrebbero a rimetterci in termini di guadagno. un cane che si morde la coda in sostanza :/
I vari studi non si potranno mai mettere d'accordo sul da farsi perché sono tanti e ognuno cura solo il proprio orticello. Loro lo fanno per soldi e, finché fare anime di M genera introiti, loro continueranno a farlo.
A meno che non sia il governo giapponese a legiferare su tale argomento (difficile senza una forte protesta popolare), l'industria degli anime è propensa a peggiorare.
L'unico modo efficace al 100% è il boicottaggio degli anime spazzatura. (la vedo comunque una soluzione abbastanza difficile da concretizzarsi: ci vorrebbe un po' di terrorismo mediatico per concretizzarsi velocemente!)
Chi ci mette i soldi, vuole la massima resa col minimo investimento e a chi gli anime li produce, restano le briciole. Il problema è questo.
Ecco. Ovviamente non dico che tutti i problemi sono legati ai soldi,ma una buona parte di essi si risolverebbe se i budjet assegnati fossero almeno decenti
Ovviamente una migliore distribuzione dei soldi non risolverebbe tutti i problemi, ma sarebbe comunque un ottimo punto di partenza.
Ma guarda io penso che il numero di episodi in realtà,non sempre ma la maggior parte delle volte,siano problemi legati ai soldi. Giustamente leggere in scan non è molto corretto(io lo faccio e me ne assumo le responsabilità)ma realisticamente parlando purtroppo bisogna considerare che molte serie ,che meriterebbero, non vengono portate dai nostri editori,quindi,a meno che non si conosce il giapponese,(che personalmente parlando a me non interessa più di tanto)le scan sono necessarie. Ovviamente ciò potrebbe essere ridotto se giustamente le trasposizioni fossero all'altezza o quasi degli originali
Si appunto, ho detto "partendo dall'esempio di Gundam", non ho detto che è stata la prima.
L'unico vero problema dell'industria anime attuale è il trattamento dei suoi dipendenti, realmente.
Abbiamo una varietà di offerta e una qualità media più alta negli ultimi 5/10 anni che negli anni precedenti, una crescita continua del fatturato medio, una sempre più maggiore interazione con il resto del mondo che non sia solo il mercato interno, e sempre più contaminazione con altri mercati, quindi smettiamola con le scemenze al riguardo.
La soluzione è avere più KyoAni, come modello di studio di animazione: dipendenti pagati fissi e decentemente, scuola interna per crescere nuovi animatori sotto la guida di nomi che sono importanti nel settore, un ambiente che sia più familiare e meno asettico, e iniziare a scegliere solo titoli su cui si abbiano almeno una parte non irrilevante dei diritti per avere veramente una parte del guadagno.
Ma è difficile esserlo, il modello attuale fa troppo comodo alle grandi casi editoriali, come Shūeisha e Kadokawa, che tengono praticamente la maggioranza del potere (e dei rischi va anche detto) su che anime produrre.
Dal punto di vista animato la Cina è gia più o meno al livello del Giappone. Basti pensare che parte di alcuni anime Giapponesi già ora vengono prodotti in Cina o Korea, subappaltati.
Inoltre la Cina già ora produce serie animate simili a quelle Giapponesi, il fatto è che per ora non escono fuori dalla Cina per due motivi:
Il primo è che spesso in essi ci sono contaminazioni politiche.
Il secondo è che per ora i cinesi non sono interessati al mercato mondiale, è pensano solo al mercato Cinese, essendoci Giappone e America che smerciano molta animazione al livello mondiale. Ma le cose stanno cambiando, mi sa che tra un po' la Cina azzardera la mossa di invadere il mercato mondiale con nuovi prodotti animati realizzati made in Cina, è ad quel punto saranno ulteriori guai per gli anime Giapponesi
nice joke
Speriamo che la Cina si svegli ed inizi l'invasione il prima possibile a questo punto
Due _ ok i migliori salari, ma nona vete capito che se una nazione piccola come il Giappone produce cartoni superbi è perché ha sempre avuto gente di talento che ci lavorarava per una miseria.
Nel momento in cui si aumenteranno i salari e quindi i costi, l'animazione jap moriirà.
In USA certi cartoni costano anche un milione di dollari a puntata e non sono manco paragonabili a un qualsiasi anime, come qualità delle animazioni .
I Giappi non hanno certo tutti quei soldi da spendere , sarebbe un suicidio commerciale.
Molte cose giuste ma è improbabile che ci sia un tale cambiamento, ci vorrebbero un tale stravolgimento del mercato che è improbabilissimo che accada. Diciamolo pure, non accadrà.
L'animazione Giapponese sta andando verso un mercato dove sono previste moltissime serie corte, dove serie in CG come il remake di Saint Seiya o Regenesis sono ben vendute in USA e sud america e cina quindi ne verranno fatte sempre di più perché convenienti al livello di costi, dove si realizzano sempre nuove serie molte delle quali però resteranno interrotte, ect
Come ha detto il vice direttore della Toei, quibdi uno che è bel settore : "stiamo andando verso un mondo dove tutto è veloce, è dove tutto scorre in fretta, è non ci si sofferma più al passato, è il mondo dell'animazione è uguale, oggi c'è sempre qualcosa di nuovo, è il vecchio anche sé magari ha solo 1 o 2 anni di vita, è gia dimenticato"
Ti sarà anche duro digerire la realtà dei fatti, ma il mercato funziona in questo modo.
Solo individui completamente scevri di nozioni del settore possono pensare che ci sia rimasto qualcosa da chiarire.
Queste domande, oramai inutili, fatte anni fa e riproposte nel futuro avranno le medesime reazioni e commenti. Questo perchè il mercato è ben definibile.
Il mercato va male, ed i professionisti sono schiavizzati proprio perchè si cerca di ovviare con la massa ad un misero guadagno. Qualsiasi altro commento è fuffa.
Ma è abbastanza semplice, visto dagli occhi di un occidentale quale sono, smettere di produrli con compromessi per appagare un pubblico globale ed omogeneo ma pensarli più in ottica giapponese per giapponesi, culturalmente parlando. Fare anime per un mercato globale significa ridurre e comprimere le idee autolimitandosi e creando di conseguenza storie mediocri, stagnanti e di poco valore.
Ma ho notato il contrario, da 5 anni a questa parte anime che una volta osavano di più senza compromessi ora sono stati annacquati e molti il grande schermo nemmeno lo raggiungono più, e quelli che ci arrivano perchè sono opere famose, ci arrivano martoriati di censure, in ultimo Goblin Slayer e SAO sono due candidi esempi di questo nuovo trend. E se abbassi il tono il fan rimane deluso perchè rendi l'opera mediocre e meno appagante della sua controparte cartacea. Gli anime erano meglio quando non erano mainstream in occidente, poi quando lo sono diventati lo scontro culturale ha fatto e sta facendo vittime e chi ci perde alla fine siamo tutti noi, fans, mangaka e produttori.
Questa nuova massa d'utenza mal digerisce certe tematiche e questo non può che portare i publisher a snaturare l'opera e privarla di certi contenuti per renderla palatabile a un pò tutti.
http://www.siliconera.com/2018/12/03/kenichiro-takaki-talks-senran-kagura-7even-progress-censorship-and-regulations/
http://www.siliconera.com/2018/10/28/visual-novel-makers-light-talk-about-frustrations-with-sonys-new-policy/
Il problema è che la deriva censoria non riguarda più solo l'occidente, ma forza anche gli autori nipponici ad "adattarsi" per forza maggiore. Ecco perchè continuo a sostenere che la globalizzazione del media nipponico non porterà benefici ma un ridimensionamento di idee e creatività.
Le censure c'erano si anche prima ma mai come negli ultimi anni, Ken Kanemitsu, un traduttore che si occupa da sempre di questi temi, teme che molti politici e gruppi vari premono proprio usando la critica occidentale per porre freni alla libertà di espressione degli artisti nipponici, dove queste cose non sono un problema per l'opinione pubblica locale, non è una cosa da poco, c'è un'agenda ben precisa dietro. Le olimpiadi sono solo un'altro pretesto.
Non è mai giusto bloccare un'opera di fantasia (Nidome era l'anime), non importa i contenuti o a quali fatti ci si è ispirati, accettare questo significa creare precedenti da usare a comodato d'uso in cui bloccare xyz, usando lo stesso, diventa facile e arbitrario.
In ogni caso non intavolate discussioni con me se dovete fare apologia alla censura, è il male, quindi chiudiamo qua prima che mando a cagare qualcuno.
Ranma , City Hunter e Kenshiro ne sono degli esempi . ( se dite "no", allora non avete letto i manga )
Che anche così adattati fossero troppo "hard" per le tv occidentali è un altro discorso ( noi però siamo tra i pochi Paesi al Mondo ad averli visti tutti e 3 in tv col video integrale , alla faccia di chi dice che l'Italia è bigotta, mah )
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.