Bello, popolare, principesco e gentile con tutte: Kai Ichinose è il perfetto stereotipo del protagonista maschile da shojo manga, quello per cui la tonta di turno perderà la testa. Ma cosa succede quando invece il figo di turno finisce suo malgrado per innamorarsi di quel "gorilla" della sua amica d’infanzia?
Nella sua mente, Riko Takanashi non è neanche lontanamente contemplata, una ragazza che si comporta da maschiaccio violento, specialmente nei confronti dello stesso Kai, costantemente punito per la sua frivolezza.
Ma l’amore, si sa, fa dei giri strani e arriva con la forma e nel momento in cui meno te lo aspetteresti, spazzando via tutto ciò in cui hai creduto fino a quel momento.
Hatsu Haru – La primavera del mio primo amore, nasce nel 2014 dalla matita di Shizuki Fujisawa, mangaka nata e cresciuta sulle pagine di Betsucomi, qui alle prese con la sua opera più lunga e di maggior successo.
Ma tra la miriade di shojo sentimentali ad ambientazione scolastica, cosa ci ha fatto innamorare di Hatsu Haru? I motivi sono tanti ma il principale si chiama Kai Ichinose, protagonista di questa storia fresca e tenerissima che racconta il primo amore dal punto di vista di un ragazzo tanto bello quanto… impacciato!
Conclusosi lo scorso febbraio con il tredicesimo volume, il manga è stato pubblicato in Italia da Edizioni Star Comics.
«Ichinose tu… sei debole… piangi spesso e sei sempre sincero con te stesso e con ciò che provi. Ciò nonostante sei gentile e determinato. La vera forza sta nell’accettare le proprie debolezze. Grazie a te ho trovato il coraggio di affrontare le mie.»
Nella sua mente, Riko Takanashi non è neanche lontanamente contemplata, una ragazza che si comporta da maschiaccio violento, specialmente nei confronti dello stesso Kai, costantemente punito per la sua frivolezza.
Ma l’amore, si sa, fa dei giri strani e arriva con la forma e nel momento in cui meno te lo aspetteresti, spazzando via tutto ciò in cui hai creduto fino a quel momento.
Hatsu Haru – La primavera del mio primo amore, nasce nel 2014 dalla matita di Shizuki Fujisawa, mangaka nata e cresciuta sulle pagine di Betsucomi, qui alle prese con la sua opera più lunga e di maggior successo.
Ma tra la miriade di shojo sentimentali ad ambientazione scolastica, cosa ci ha fatto innamorare di Hatsu Haru? I motivi sono tanti ma il principale si chiama Kai Ichinose, protagonista di questa storia fresca e tenerissima che racconta il primo amore dal punto di vista di un ragazzo tanto bello quanto… impacciato!
Conclusosi lo scorso febbraio con il tredicesimo volume, il manga è stato pubblicato in Italia da Edizioni Star Comics.
«La primavera della vita è breve e gli amori sono tanti quante sono le stelle nel cielo. Non ci avevo mai pensato… per me potrebbe essere una sola, la stella… che brilla più intensamente di tutte.»
La trama di Hatsu Haru parte in maniera estremamente semplice: Kai è bello e popolare, esce con qualunque ragazza carina glielo chieda e gli è totalmente estraneo il concetto di "amore". Per lui è importante divertirsi e godersi la giovinezza dividendosi tra le ragazze e i cari amici. Quando però per la prima volta vede l’amore negli occhi di qualcun altro, qualcosa dentro si lui si sveglia e la primavera si fa strada con forza nel suo cuore, senza bussare, senza chiedere il permesso. Improvvisa, irruente e bellissima. Da questo momento il ragazzo capisce che l’amore è qualcosa di estremamente complicato, dolce, triste, emozionante e contraddittorio, e farà di tutto per conquistare quell’unica stella che ora vede brillare lassù in alto nel cielo.
Le situazioni mostrate in Hatsu Haru sono le tipiche di tanti shojo scolastici ma la Fujisawa, che per sua stessa ammissione era preoccupata all’idea di usare un maschio come protagonista, sfrutta per bene la carta del personaggio principale maschile, regalandoci un inedito punto di vista sull’amore adolescenziale.
Kai si discosta da qualsiasi stereotipo e si mostra pagina dopo pagina in una marea di debolezze personali, dubbi e perplessità su qualunque stupidata; anche la "mascolinità" e la sicurezza di sé tanto sbandierate vengono a mancare nei momenti cruciali… insomma, il nostro protagonista, alle prese con quel mondo nuovo che è l’amore per la persona più insospettabile, è un perfetto inetto!
L’autrice stessa racconta in un free talk: «Ho trovato Kai così semplice da disegnare che ne sono rimasta sorpresa io stessa! In effetti gli idioti sono facili da disegnare». Al contempo però, Kai è uno dei personaggi più dolci, teneri e gentili che possiate trovare in uno shojo manga, tanto da farvi sobbalzare il cuore ad ogni azione carina che compierà per Riko, ad ogni suo imbarazzo e ogni volta che lo vedrete interagire con la sua famiglia. La Fujisawa spoglia quindi ben presto il suo protagonista dai panni del principe per vestirlo come un qualunque ragazzo della sua età, che in preda al vortice dei sentimenti, diventa insicuro e impacciato.
Le situazioni mostrate in Hatsu Haru sono le tipiche di tanti shojo scolastici ma la Fujisawa, che per sua stessa ammissione era preoccupata all’idea di usare un maschio come protagonista, sfrutta per bene la carta del personaggio principale maschile, regalandoci un inedito punto di vista sull’amore adolescenziale.
Kai si discosta da qualsiasi stereotipo e si mostra pagina dopo pagina in una marea di debolezze personali, dubbi e perplessità su qualunque stupidata; anche la "mascolinità" e la sicurezza di sé tanto sbandierate vengono a mancare nei momenti cruciali… insomma, il nostro protagonista, alle prese con quel mondo nuovo che è l’amore per la persona più insospettabile, è un perfetto inetto!
L’autrice stessa racconta in un free talk: «Ho trovato Kai così semplice da disegnare che ne sono rimasta sorpresa io stessa! In effetti gli idioti sono facili da disegnare». Al contempo però, Kai è uno dei personaggi più dolci, teneri e gentili che possiate trovare in uno shojo manga, tanto da farvi sobbalzare il cuore ad ogni azione carina che compierà per Riko, ad ogni suo imbarazzo e ogni volta che lo vedrete interagire con la sua famiglia. La Fujisawa spoglia quindi ben presto il suo protagonista dai panni del principe per vestirlo come un qualunque ragazzo della sua età, che in preda al vortice dei sentimenti, diventa insicuro e impacciato.
«Ichinose tu… sei debole… piangi spesso e sei sempre sincero con te stesso e con ciò che provi. Ciò nonostante sei gentile e determinato. La vera forza sta nell’accettare le proprie debolezze. Grazie a te ho trovato il coraggio di affrontare le mie.»
Uno dei punti di forza di del manga è quindi il suo protagonista fuori dagli schemi che senza vergogna di mostrare le sue debolezze esprime il suo amore senza alcun filtro, e si impegna al massimo per il bene delle persone che gli sono care. Kai fa degli errori nel corso della storia, molti errori, primo tra tutti quello di pensare di dover (e poter) "salvare" Riko da un amore non corrisposto che non darà mai frutti; è qui che l’autrice concede alla sua storia un’altra nota positiva, ossia, la stessa Riko. Non è il tipo di personaggio che si ama incondizionatamente, anzi, all'inizio la si prenderebbe a sberle per il essere così tonta, ma è una ragazza in verità forte, positiva, allegra e che riesce a salvarsi da sola, con il sostegno degli altri, sì, ma senza piangersi addosso e senza perdere mai la determinazione. Se è vero che tra i due sembra essere lei a portare i pantaloni (e non ci sarebbe comunque nulla di male), è anche vero che una coppia assortita in tale maniera non finisce mai di intenerire e far gioire il lettore, che finirà per amare ogni singola interazione di questi due ragazzi.
La Fujisawa non compie, fortunatamente, l’errore di molte colleghe e nel dipanarsi della storia raccontata nei tredici volumi trova il giusto spazio per dedicarsi anche alle vicende dei coprotagonisti, alcune più o meno stereotipate, altre un po’ strambe, ma anche in questo caso di una dolcezza e tenerezza indescrivibili. Le storie dei ragazzi di Hatsu Haru trasmettono nella loro semplicità e nei tanti momenti intensi e divertenti, quello che dovrebbe essere l’amore adolescenziale: qualcosa di forte, delicato, confuso, divertente, dolce e imprevedibile. Un sentimento che regala tanti momenti felici quanti tristi, ma che dopo aver superato un ostacolo rinasce più forte e vivo di prima.
La Fujisawa non compie, fortunatamente, l’errore di molte colleghe e nel dipanarsi della storia raccontata nei tredici volumi trova il giusto spazio per dedicarsi anche alle vicende dei coprotagonisti, alcune più o meno stereotipate, altre un po’ strambe, ma anche in questo caso di una dolcezza e tenerezza indescrivibili. Le storie dei ragazzi di Hatsu Haru trasmettono nella loro semplicità e nei tanti momenti intensi e divertenti, quello che dovrebbe essere l’amore adolescenziale: qualcosa di forte, delicato, confuso, divertente, dolce e imprevedibile. Un sentimento che regala tanti momenti felici quanti tristi, ma che dopo aver superato un ostacolo rinasce più forte e vivo di prima.
«All’opposto del sole del mattino che si levava in cielo, io mi sentivo sprofondare con tutto me stesso nel mare dell’amore»
Cose da manga, certo, storielle per adolescenti, sicuramente, favolette che illudono, probabilmente… ma la bellezza di una storia non sta necessariamente nel suo riscontro con la realtà o con l’esperienza di chi legge: la forza di un manga come Hatsu Haru sta nel trasmettere in modo semplice, diretto e bellissimo i sentimenti, regalando emozioni, sorrisi e lacrime a ogni pagina.
Kai, Riko e tutti i personaggi di questa storia hanno la capacità di far sentire al cuore del lettore la forza della primavera, che irrompe e spiazza cancellando ciò che eri fin a quel momento.
I cliché non mancano ma sono sapientemente dosati e mai portati all'eccesso; la mangaka sembra infatti sapere quando fermarsi per evitare di ingigantire le situazioni, evitando così di renderle troppo pesanti e oppressive.
Kai, Riko e tutti i personaggi di questa storia hanno la capacità di far sentire al cuore del lettore la forza della primavera, che irrompe e spiazza cancellando ciò che eri fin a quel momento.
I cliché non mancano ma sono sapientemente dosati e mai portati all'eccesso; la mangaka sembra infatti sapere quando fermarsi per evitare di ingigantire le situazioni, evitando così di renderle troppo pesanti e oppressive.
Il disegno della Fujisawa non è particolarmente ricco e dettagliato ma è morbido e dolce e si adatta perfettamente ai toni della narrazione. L'autrice, dal tratto delicato e tondeggiante, si concentra spesso sui primi piani e sulle mille espressioni del volto, ponendo particolare cura al disegno degli occhi, specialmente quelli di Kai, che con la loro forma a mandorla e le lunghe ciglia, donano profondità e bellezza allo sguardo del personaggio. Le illustrazioni sono sempre ricche, vivaci e dai colori tenui e acquerellati. Nota di merito ai nipotini di Kai, tondissimi e pucciosi.
Hatsu Haru è un classicissimo shojo scolastico/sentimentale, ma che grazie ad un protagonista fuori dagli schemi e una narrazione sempre vispa, tenera e divertentissima, riesce ad avere quel qualcosa in più che manca a molti altri manga dello stesso genere.
Una storia semplice ma che racconta con allegria e al contempo profondità le tribolazioni di un ragazzo innamorato, che per il bene dell'altra persona si lascia alle spalle un se stesso ormai passato, impegnandosi ogni giorno per crescere e migliorare. Kai è mostrato da subito, e per tutto il corso della storia, in tutte le sue debolezze ma anche e soprattutto nel suo modo di amare, senza limiti e senza filtri. Una dolcissima storia che regala tanta tenerezza e tanto batticuore, avvolta da un'atmosfera serena e gioiosa.
Hatsu Haru è la perfetta rappresentazione del primo amore, che come la primavera s'insinua in corpo e anima con forza e delicatezza, regalando ricordi preziosi che durano tutta la vita, e ci mostra senza troppi giri di parole che nonostante tutto l'amore è in realtà una cosa semplice. Semplice e bellissima, come questa storia.
Una storia semplice ma che racconta con allegria e al contempo profondità le tribolazioni di un ragazzo innamorato, che per il bene dell'altra persona si lascia alle spalle un se stesso ormai passato, impegnandosi ogni giorno per crescere e migliorare. Kai è mostrato da subito, e per tutto il corso della storia, in tutte le sue debolezze ma anche e soprattutto nel suo modo di amare, senza limiti e senza filtri. Una dolcissima storia che regala tanta tenerezza e tanto batticuore, avvolta da un'atmosfera serena e gioiosa.
Hatsu Haru è la perfetta rappresentazione del primo amore, che come la primavera s'insinua in corpo e anima con forza e delicatezza, regalando ricordi preziosi che durano tutta la vita, e ci mostra senza troppi giri di parole che nonostante tutto l'amore è in realtà una cosa semplice. Semplice e bellissima, come questa storia.
Pro
- Kai: protagonista maschile simpatico e tenero
- Narrazione tenera, dolce, delicata, emozionante e divertente
- Sfrutta per bene anche i classici cliché
- Disegno morbido e dolce, grande cura delle espressioni e degli occhi
- Cast ricco
Contro
- Alcuni personaggi avrebbero meritato un po' di spazio in più
Ricordo che la prima volta che vidi la copertina del primo volume del manga rimasi molto colpita dall'illustrazione, molto shojo, 'classicamente shojo', romantica ed eterea allo stesso tempo. Forse anche per questo non mi sentivo granché predisposta nei confronti del manga, illustrazioni belle sì, ma poi sarebbe stato 'uguale a tutti gli altri'?
Già solo con quel primo volume mi sono ricreduta: è una storia di stampo scolastico-romantico classico, questo sì, ma si presenta davvero vivace nell'essere raccontata, come ben sottolinea anche la recensione di Arashi, da parte di un ragazzo in prima persona. E quindi sì, sulle prime Kai si presenta figo, tutto sommato anche spaccone in un certo senso, fiducioso delle sue abilità seduttive oltre ogni limite, ma al tempo stesso molto sincero nel modo di raccontarsi. E ad ogni volume che segue, mano a mano che si conosce meglio lui, il suo mondo e le persone che lo circondano, Kai continua a stupire, a far sogghignare e sorridere, perché davvero è uno dei personaggi maschili che più mi hanno divertita e intenerita da molti anni a questa parte. Del suo personaggio, oltre al bellissimo taglio degli occhi, mi è molto piaciuta l'onestà che lo caratterizza, sia che stia facendo una sciocchezza o che si stia muovendo per cercare di 'approcciarsi meglio' alla ragazza che gli piace, Kai lo fa sempre e comunque con una sincerità che gli deriva, io credo anche, proprio dal suo essere un ragazzo. Le ragazze non si comportano così, mai XD
HatsuHaru però è molto piacevole da leggere anche per tutto il resto: i comprimari (mi ha stupito piacevolmente soprattutto Taka, uno di quei personaggi che di solito io non sopporto XD), le belle tavole, la freschezza di una storia che scorre 'serena' fino alla fine, senza mai 'scadere' né farsi ripetitiva, noiosa o altro. Al punto da farmi pensare che mi piacerebbe molto leggere quanto prima un nuovo manga di quest'autrice ^^
PS: i nipotini di Kai sono L'AMORE♥ ASSOLUTO♥ Una goduria ad ogni loro apparizione XD
Promosso!
Kai è quanto di più lontano da una ragazza possa esistere, tanto che al contrario del "collega" Natsuki di Rainbow Days, non viene considerato "un'eroina shojo", anzi, direi che soffre anche un po' troppo il suo volersi mostrare e dimostrare "maschio" a tutti i costi, come se dovesse difendere un qualche ruolo che in realtà non è sempre così nettamente delimitato. E Riko glielo fa capire pur senza volerlo, perché essere "uomo" non significa necessariamente salvare la propria amata come un cavalier servente, perché magari l'amata sa fare da sola e tu devi solo sostenerla (e consigliarla) nelle sue decisioni. Inoltre, in diverse occasioni si trova costretto a rendersi conto che per quanto voglia fare l'uomo, è pur sempre un ragazzino che non ha i mezzi per fare tutto quello che vorrebbe. Queste sue contraddizioni le trovo adorabili e lo avvicinano davvero ad un ragazzo della sua età che si dibatte tra il voler essere "grande" e la realtà che gli dice che è ancora solo un moccioso. E poi è di una tenerezza assurda.
Mi spiace solo che qualche coppia abbia avuto poco spazio, l'ultima presa in considerazione in particolare, per quanto fosse pilotata sin dall'inizio, si è formata nel suo arco in maniera un po' troppo svelta, come a dire che sono accoppiati tutti, accoppiamo anche questi. Ma è l'unico difetto che sono riuscita a trovare a questo adorabilissimo manga, di certo continuerò a seguire (in un modo o nell'altro) l'autrice.
Credo che non sia andata particolarmente bene la pubblicazione italiana (anche se fortunatamente, Star lo ha portato fino alla fine senza intoppi), sarei felice di essere smentita perché altrimenti è l'ennesima dimostrazione che lo shojo scolastico è ormai superato e la cosa mi dispiace perché al 99% credo sia colpa dell'ormai affermato giudizio che "gli shojo manga sono tutti uguali", quando invece, un Hatsu Haru stesso, nella sua semplicità, proponeva qualcosa di diverso (così come il sopraccitato Rainbow Days). Personalmente sono estremamente soddisfatta di questo manga, mi ha fatto ridere e piangere tantissimo, sono stati 13 volumi di dolcissime emozioni, sono veramente felice di aver avuto l'opportunità di leggerlo!
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