In un'intervista su Yahoo! News del 5 aprile, l'ex produttore e cofondatore dello Studio Ghibli ha parlato della sua mentalità verso il merchandising e l'attuale tendenza del settore, spiegando perchè lo studio di Miyazaki non ha mai rincorso l'obiettivo della crescita continua.
"Non so se i conti finanziari dello Studio Ghibli siano pubblici", ha detto Suzuki, "ma quando confronti i risultati degli anni passati e dai un'occhiata ai numeri, la crescita è sparsa qua e là, non è continuativa. Appena pensi di aver portato a casa un grande fatturato, l'anno successivo ti ritrovi solo con un decimo di quella cifra."
"Oggi le società mirano tutte a una crescita per l'anno successivo di almeno il 10% rispetto al precedente, ma io non riesco a pensare in questo modo: perché dobbiamo per forza crescere?" continua il produttore, e ricorda che anche quando inizialmente entrò alla Tokuma Shoten, nel 1972, nemmeno il presidente conosceva i dati di vendita complessivi annuali della sua casa editrice. "Quando mi unii allo Studio Ghibli, la prima cosa che pensai fu di non voler far ingrandire troppo la società, perché quando una compagnia diventa grande, le cose si fanno opprimenti."
"Spesso mi è stato chiesto perché i film di Studio Ghibli non siano distribuiti su Netflix e altri siti di streaming. Il motivo è che non voglio che i nostri film siano trattati come merce a buon mercato."
Sul merchandising, Suzuki ha spiegato che le figure di Totoro furono prodotte solo dopo due anni dalla pubblicazione del film. Il produttore dei peluche, Sun Arrow, aveva presentato dei prototipi di fattura talmente elevata che perfino Miyazaki, che era stato categorico contro la produzione di merchandise sul film, dovette riconoscerne la qualità.
"Sotto questo aspetto, abbiamo deciso di non superare i 10 miliardi di yen. Se ci fossimo spinti oltre, avremo riunito le consociate e rimproverato il responsabile di fronte a tutto il gruppo. Sul serio. Chiunque sapeva della decisione diceva che avremo dovuto vendere di più, e una persona in particolare ci disse che la sua società, da sola, avrebbe potuto raccogliere 200 miliardi di yen con il nostro merchandise. Ma penso che, se l'avessimo permesso, i personaggi dello Studio Ghibli sarebbero morti all'instante. Io voglio che i nostri personaggi abbiano lunga vita."
In una precedente intervista, datata 2002, il produttore aveva rivelato di aver rifiutato l'offerta di una partnership con Disney e Warner Bros. in seguito alla distribuzione de La città incantata.
Fonte consultata:
Anime News Network
Sul merchandising, Suzuki ha spiegato che le figure di Totoro furono prodotte solo dopo due anni dalla pubblicazione del film. Il produttore dei peluche, Sun Arrow, aveva presentato dei prototipi di fattura talmente elevata che perfino Miyazaki, che era stato categorico contro la produzione di merchandise sul film, dovette riconoscerne la qualità.
"Sotto questo aspetto, abbiamo deciso di non superare i 10 miliardi di yen. Se ci fossimo spinti oltre, avremo riunito le consociate e rimproverato il responsabile di fronte a tutto il gruppo. Sul serio. Chiunque sapeva della decisione diceva che avremo dovuto vendere di più, e una persona in particolare ci disse che la sua società, da sola, avrebbe potuto raccogliere 200 miliardi di yen con il nostro merchandise. Ma penso che, se l'avessimo permesso, i personaggi dello Studio Ghibli sarebbero morti all'instante. Io voglio che i nostri personaggi abbiano lunga vita."
"Qualche anno fa ho smesso di partecipare alle riunioni: avevano iniziato a superare i 10 milioni di yen e me lo avevano tenuto nascosto. Mi sono seriamente infuriato, non è bene far crescere la società. Tutti avevano iniziato a fare di testa loro. Non è uno scherzo…"
Per Suzuki due sono le cose importanti nell'editoria: non farsi vincolare dal sistema ed esprimere se stessi liberamente. "Quando hai queste due cose, puoi fare qualcosa di convincente. Lo stesso vale per i film."
In una precedente intervista, datata 2002, il produttore aveva rivelato di aver rifiutato l'offerta di una partnership con Disney e Warner Bros. in seguito alla distribuzione de La città incantata.
Fonte consultata:
Anime News Network
Ma La città incantata non è stata proprio distribuita dalla Disney? xD
(per fortuna non in Italia!!)
Fino a quando la situazione non diventerà ingestibile, ovvero finché riusciranno a mungere i fan di Miyazaki.
Mungere che? Se lo Studio Ghibli produce film nuovi la gente li andrà a vedere al cinema, altrimenti resta solo l'home video ed il merchandising...Quella che munge davvero è la Disney, che sta producendo i live action (discutibili) dei suoi classici animati!
Mungere che? Hanno richiamato Miyazaki dalla pensione per fargli tirare la carretta perché non sono riusciti a trovare sostituti degni. La Disney sta producendo live action E film nuovi. Oltre ad essersi accaparrata nuovi brand che ne aumentano il parco titoli e la diversità di contenuti, la Ghibli quando riuscirà ad avere contenuti creativi diversi dai dettami di Miyazaki?
Non vedo il problema se hanno richiamato Miyazaki, se dopo la sua definitiva dipartita (lavorativa e non lavorativa) lo studio Ghibli non sarà in grado di produrre nuovi film purtroppo chiuderà, o continuerà ad esistere solo di nome come dopo l'annuncio del pensionamento di Miyazaki.
La Disney produce live action per rinnovare i diritti d'autore e non farli scadere
Indifferente il motivo, è pura e semplice mungitura del proprio pubblico...
Dubito che ne siano al corrente.
Ancorarsi a tradizioni, usanze, idee e punti di vista preziosi/condivisibili/interessanti ma ormai appartenenti a tempi ormai lontani, secondo me, non giova a nessuna delle azioni che ho elencato più sopra!
Non dico che bisogna rinunciare a tutto ciò o a tutto ciò in cui si crede, ma almeno dico che ci si dovrebbe aggiornare un poco ai tempi odierni!
Al giorno d'oggi, purtroppo, lo streaming è un mezzo che si sta ergendo sul resto mietendo consensi e "seguaci" dovunque...rifiutare di appoggiarsi almeno parzialmente ad esso, secondo me, vuol dire condannare a lungo andare al dimenticatoio l'autorialità e le opere d'autore come i film dello Studio Ghibli...e lo dico da "detrattore" di Netflix e company!
Ok, anche se non ci appoggia a tale piattaforme essi riusciranno comunque è sopravvivere e a tirare avanti in quanto i fan che li seguono da anni li continueranno comunque a seguire, ma, sempre secondo me, così facendo non faranno altro che diminuire le loro possibilità di rimpolpare il loro pubblico con nuovi fan...alla fine, difficilmente, senza nuovi fan che li seguono i senza un adeguato numero di essi continueranno a portare i loro capolavori visto che ridurranno anche le possibilità di far girare al meglio le loro opere...il passaparola non sempre aiuta per lungo periodo e spesso può contribuire a non far comprendere appieno la natura o il significato di qualcosa(per passaparola mi riferisco al parlare a voce da parte di singole persone ad altre persone a riguardo delle opere di Miyazaki e dello Studio Ghibli)!
Family friendly non vuol dire niente, il Gobbo di Notre Dame ( che inizia con l'omicidio della mamma di Quasimodo) è catalogato come film per tutta la famiglia. Il problema è che questa categoria ( e non solo basti pensare a quanto sono diventati puritani i film sul tema sessuale ) sta perdendo tutte le sue scene d'impatto per non turbare la massa. Insomma, in Bohemian Rapsody han fatto passare Freddy Mercury per il buontempone che presenta il fidanzatino alla famiglia.
Ad oggi se un bambino vuole vedere qualcosa lo piazzi davanti a Netflix. Le nuove generazioni andando avanti non sapranno neanche che esistono altri modi di fruire i contenuti.
Indifferente il motivo, è solo una mossa legale per non perdere miliardi in diritti di fruizione del personaggio XD. Sì, sì, è proprio una mossa a caso per mungere i fan. Difatti le sale sono piene di bambini piccoli che notoriamente sono fan degli originali animati di più di cinquant'anni fa. Fai te che i live action di film più "recenti" ( Aladin, Il re leone) hanno quasi trentanni sul groppone.
Il problema è che non è Clint Eastwood o Sylvester Stallone che ad un'età da pensionati riescono a rinnovare il proprio linguaggio, Miyazaki è quello e quello è rimasto. Linguaggio e tematiche che non si sono rinnovate di un millimetro. Così attiri unicamente la fanbase affezionata, le nuove leve (o i fan non sfegatati) giustamente vanno verso altri lidi. Bisogna staccarsi da lui quando è ancora in vita altrimenti ad una sua dipartita ( o pensionamento irreversibile) sei completamente preso alla sprovvista.
Ricordati che quei contenuti non possono andare su quelle piattaforme se chi ne detiene i diritti sul nostro territorio non dispone dei diritti Streaming. Se li ha, vuol dire che per loro andava bene così, sennò gli vendevano solo i diritti TV, cinema e home video.
Il punto non è solo che si tira fuori nel marketing di tutto - e qualche volta l'abbiam visto anche sulle nostre pagine- puntando a "sfruculiare" ( termine dialettale) l'appetito dell'Otaku - o dell'appassionato di turno -ma che le opere, i film, le serie, sono "costruite" in funzione esclusiva del marketing che si deve vendere. Certamente come insegna l'egregio Tomino i "Giocattolai", li devi accontentare, ma negli ultimi 15 anni spesso la linea è stata dettata dagli uffici marketing, e non altrimenti. Ecco perchè abbiam avuto tantissimi progetti anime ma pochissimi originali.E la competizione si è spostata sui costi con effetti inevitabili a cascata.
Vi è un evidente problema, è stato detto, devi garantire il ricambio generazionale, in questo Studio Ghibli è stata un pò sfortunato, Mamoru Hosoda è uno dei registi che avrebbe potuto esser la fortuna dello Studio Ghibli, non si fossero, probabilmente in modo inevitabile, cozzati "corna contro corna" con Miyazaki. Altri sono morti sono stati vittima di aspettative troppo alte.
Grande verità. Quando capiranno che far conoscere i propri prodotti a più gente possibile non è il male faranno un passo avanti nel nostro secolo.
Chissà se al pubblico occasione gli frega poi tanto dei film dello studio Ghibli, specie quelli piu' vecchi? Qualcosa mi dice che il pubblico occasionale che guarda gli anime in CG su Netflix non sarebbe manco capace di apprezzare opere come Nausicaa...
Certo che finché neanche ci provano a mettere qualcosa dei loro prodotti su Netflix o altre piattaforme di streaming recenti non si saprà mai se effettivamente TUTTO il pubblico ignorerà tali opere!
Magari molte persone ignoreranno il tutto, ma magari altre si affezioneranno...certo che evitare a priori di puntare su tali piattaforme vuol dire precludersi nuovo pubblico e nuovi fan...e non è che si campa tanto a lungo puntando solamente sui soliti aficionados!
Sinceramente, secondo me, pensare in quel modo come hai scritto vuole semplicemente dire mettere le mani avanti dando la precedenza a idee ormai vetuste o a pregiudizi...facendo anche un pò la figura degli elitaristi! >. <'
Occorre saper presentare le cose.
I giapponesi comunque sono elitari, e pure estremamente conservatori, si veda ad esempio il fatto che per poter pubblicare My Hero Academia la Dynit ha dovuto prima trovare un accordo con Mediaset per farlo trasmettere in tv...
Verissimo, sono molto meno chi guarda anime ma non sono tanto interessati a vedersi anime che hanno più di 10/20 anni.
Lo sai che chi guarda gli anime in CG su Netflix sono più i fan vero? Una serie come Ultraman è più probabile che attiri più chi è interessato al nome che porta rispetto ad uno che ci capita a caso sulla serie.
Questo non è essere elitari visto che i prodotti comunque escono ma essere anni indietro come promozione dei priori prodotti. Fortunatamente molte aziende giapponesi hanno capito che Netflix può fare solo che bene al mercato.
A proposito di Ultraman, i giappo non hanno capito una fava in realtà di cosa può fare bene al mercato, visto che fanno bloccare automaticamente tutti i video che fanno recensioni delle serie di Ultraman, che abbiano spezzoni video o perfino immagini statiche, non importa...Così uno che non conosce il franchise e potrebbe potenzialmente interessarsene grazie a qualche youtuber (occidentale, si intende), non lo fa.
Davvero non capisci ?
Pensi che chi si sbatte anni a realizzare qualcosa di un certo valore, faccia piacere vederlo venduto un tanto al chilo come le salcicce ?
Sabattuto in mezzo a centinaia di titoli a pochi euro come fosse un offerta da cestone del supermercato ?
Anche la Disney aveva questa mentalità, prima che arrivasse la pirateria di Internet a svalutare tutto.
Perché qui si parla di svalutare prodotti come fossero noccioline.
Cosa cambierà quando Miyazaki morirà ?
Che vedremo Nausicaa 2, 3 , Totoro 4, Kiki 7 ( MIyazaki ha sempre rifiutato di fare sequel di un suo film ) e merchandising a profusione, che trasformeranno i film Gibli in vaccate commerciali senza anima.
Un pò come i vari film Pixar , Disney, Fox ecc...
Finalmente qualcuno che ha capito la storia
quindi facciamo conoscere i titoli della Ghibli a meno gente possibile?
come dicevo "quanto andranno avanti cosi?" fino a quanto vengono totalmente dimenticati loro e i loro film? niente resiste con il tempo se non viene tramandato ai posteri, questo ragionamento elitario ormai è roba di un'altro mondo e per fortuna molti che ragionano cosi sono solo la gente anziana.
Quanto meno i film della Ghibli si trovano ancora in home video, a differenza di molti classici giapponesi, che in larga parte sono introvabili!
Ma che gli frega a Suzuki di far conoscere i film Ghibli a gente che non spende un euro per essi ?
Meglio creargli un tono di esclusivo e far si che chi li vuole vedere cacci fuori i soldi.
Insomma, pochi ma buoni.
La Sunrise, che si è sempre rivolta alla danarosa nicchia degli otaku, ha creato immense fortune.
Ripeto, la Disney aveva questa mentalità e i suoi film li vedevi solo al cinema o in vhs.
E non,li ristampava prima di 7 anni.
Ed erano più popolari che mai , e ogni volta che uscivano in video, vendevano milioni di pezzi , perché erano un evento.
Avete una visione molto particolare del commercio.
Beh grazie tante, lo streaming neanche esisteva. Ma sei serio?
Infatti i film Disney erano un evento,ora sono solo grandi blockbuster (per non dire cafonate) ,film vuoti,dove solo l'occhio vuole la sua parte. Preferisco vedere fallire il Ghibli che vedergli fare la fine della Disney. Qui si parla di arte e l'arte non ha prezzo.
i film vuoti senz'anima lo sono solo quanto pare a voi. Quante volte ho letto tali commenti da risultare noiosi. L'arte esiste anche nei blockbuster e nelle saghe cinematografiche tipo da quando esiste il cinema.
però per fare questa arte di sicuro non è gratis
semmai sugli anime, sulle anime fa capire un'altra cosa.
Ora che lo hai detto ora dici quali sono questi investimenti discutibili, sempre che non sia il solito lanciare il sasso e ritirare la mano.
Ma sei serio te ?
Ai tempi c'era la Tv, perché non vendevano i film alla tv, a parte roba vecchia come il cucco e di poco conto ?
A loro non fregava nulla di essere diffusi aggratuis , a loro fregava di fare soldi: e non c'è nulla di meglio di fare i preziosi.
Peraltro non credo che andare su Netflix porti chissà che guadagni : a guadagnare è Netflix stesa, ma chi mette i suoi titoli sulla piattaforma, mi sa che ricava solo briciole.
Io di Netflix ho visto solo Devilman e Hi Score Girl , e sono due roba fatte al risparmio (specie il seocondo con l'animazione al PC da videogico dei primi 2000 ).
Anche i loro telefilm e film sono la fiera del risparmio.
Non sappiamo neppure quante visualizzazioni facciano gli anime su Netflix…
Secondo me non molte. Lo dico sempre piattaforme come Netflix seppur moderne non portano nulla al mercato italiano.
la conta la devi fare totale nel mondo, non contando solo il mercato italiano.
Riguardo il mercato italiano è l'home video a essere in crisi.
Sinceramente non mi interessa granché del mercato estero, mi interessa il nostro mercato che ormai vedo in un compiaciuto ridimensionamento ormai già conclamato.
Come ho sempre detto preferisco supportare le aziende italiane del settore.
Meno prodotti giapponesi arrivano su Netflix più sono contento.
Arrivano lo stesso tra televisione, cinema e home video.
Certo che se multinazionali come Netflix si prendono tutto… Il movimento rischia di isolarsi ancora di più ognuno può pensarla come vuole per me Netflix è il male assoluto, anzi tutte le aziende americane che hanno operato in Italia nel settore anime sono state dannose!
Non aggiungo altro per evitare di uscire troppo fuori topic.
Concludo dicendo che condivido quanto dice Toshio Suzuki mi fido di una persona esperta che lavora nel settore.
Non li vendevano alla tv perché avevano già una loro rete dove li trasmettevano a un paio d'anni dall'uscita nei cinema.
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