Fin dalla più tenera età ci viene insegnato che i bambini e le bambine sono due cose diverse, due squadre opposte, se non due pianeti. I rosa e i blu, i pantaloni e le gonne. Queste differenze da bimbi di per sé non le comprendiamo totalmente, ma c'è quel sottotesto che ci accompagna ogni singolo attimo sottolineando delle differenze reali e presunte, spingendoci ad agire di conseguenza. Un giorno, magari alle medie o magari al liceo, diventa però tutto ridicolmente palese e non possiamo più sfuggire alla nostra nuova realtà. Ed è tutto a causa di quella cosa.
Araburu Kisetsu no Otome domo yo. (Oh Fanciulle Nella Vostra Stagione Selvaggia) è un anime della Lay-duce, slice of life/commedia romantica di 12 episodi trasmesso nella stagione estiva del 2019, trasposizione dell'omonimo manga (appena conclusosi) disegnato da Nao Emoto e sceneggiato da Mari Okada, celebre sceneggiatrice di AnoHana e di Toradora!, e oramai anche regista (Maquia il suo debutto).
Sesso. Scandiamolo chiaramente, diciamolo subito: qui si parla di sesso. Cinque ragazzine di un club di letteratura liceale che nel mezzo delle loro sessioni si ritrovano a scoprire, nel senso più teorico possibile, il sesso. Il quale non è più un semplice tabù ma una riflessione degna di essere portata avanti. La dolce e ingenua Kazusa lo vive con la curiosità di chi non ha mai considerato la sua esistenza; Sonezaki, la severissima presidentessa del club, lo vive con il terrore (mascherato da odio) di chi non ha la benché minima idea di cosa sia; Momo lo vive con i tantissimi dubbi di chi non si conosce abbastanza; Hongō, piccola scrittrice intraprendente, lo vive come la sfida che ha bisogno di superare, anche alla faccia della società; e infine abbiamo la bellissima Niina, la quale lo vive con la consapevolezza che il sesso è un passo fondamentale della propria vita e che cambierà per sempre il suo animo.
Curiosità. Quasi come un concetto innato noi non possiamo che essere curiosi riguardo al sesso, da quando nasciamo a quanto comprendiamo il suo valore e il potere che può avere. Kazusa tra le cinque è la ragazza più normale, potremmo anche scambiarla per un personaggio secondario di uno shojo, ma il tocco della Okada è capace di rendere "veri" anche personaggi all'apparenza banali. La sua storia si intreccia con quella del bel Izumi, amico d'infanzia e vicino di casa, popolarissimo sia alle medie che al liceo. Sapete come funziona... le ragazze invidiose della loro amicizia cominciano a sparlare e lei, una ragazza che non spicca di certo per forza d'animo, vive il tutto isolandosi e soffrendo per le punzecchiature perfide di chi non sa nemmeno il suo nome. Kazusa, come da copione, capirà di provare anche lei dei sentimenti per l'amico, e la domanda è presto posta: Izumi ci pensa al sesso? Quel piccolo bambino col quale hai passato tutta la vita, che hai visto crescere, che hai visto anche nudo, pensa davvero al sesso? Kazusa lo troverà a masturbarsi di fronte a un video porno (una delle scene più divertenti e più riuscite del 2019), quindi... la risposta è ovvia. Ma qui la curiosità diventa questione di vita o di morte: perché tutti pensano al sesso? Dovrei pensare anche io al sesso? Lui ha mai pensato di fare sesso con me?
Terrore. È normale temere cosa non conosciamo, magari in casa o in TV ne abbiamo pure sentito parlare in un modo che ci ha fatto rivoltare le budella, quindi si può solo urlare: io non sarò mai così! O almeno è quello che ha di certo pensato la presidentessa Sonezaki-shi (-shi è un onorifico usato nel mondo della letteratura), che non vuole sentire parlare di sesso se non in forma puramente letteraria, pronta a insultare ed etichettare tutte le ragazze che già hanno avuto esperienze. Invita le sue compagne a trovare un nome alternativo al sesso, così sporco, arrivando a parlare de' "La Sofferenza dell'Esperienza Erotica", il quale acronimo sarebbe S-E e una X per censurare la parola "erotica"... poi cambiato in S-E-BATSU ("sbaglio" che solitamente viene identificato con una X). La piccola Sonezaki non ha idea di cosa siano davvero gli uomini, andando ben oltre il già citato teorema "maschi e femmine sono due pianeti" aggiungendo un "sono due pianeti in guerra". Potrei sottolineare diversi aspetti del suo cammino ma preferisco parlarvi della sua amicizia con Jujo, proprio una di "quelle ragazze", una gyaru che parla tranquillamente di sesso in classe e che, non colpita dai suoi insulti, stringe con lei un dolce rapporto di amicizia, che la porta a maturare e a rivalutare non solo i maschi ma anche le donne stesse.
Dubbi. Notate bene: i dubbi non sono sul sesso (quello entra nella curiosità) ma su di sé, chi si è. Momo è l'unica delle cinque ragazze la cui storia non viene sviluppata a dovere (unico grande difetto della serie), ma la sua tematica è interessante tanto quanto tutte le altre: ma io con chi farei sesso? Non puoi pensare con chiarezza al sesso se prima non comprendi te stessa, le tue inclinazioni, ciò che vuoi e ciò che non vuoi. Un argomento tanto semplice, quanto spoiler, vi invito a vedere l'anime per seguire il suo percorso.
Sfida. Un elemento che potrebbe sembrare decisamente inusuale ma mettetevi nei panni di Hongō: una giovanissima scrittrice pronta per il debutto editoriale alla quale viene detto, in modo molto offensivo, che non sa parlare di sesso e che il suo futuro professionale potrebbe dipendere da questo. "Muori!", l'esclamazione con la quale giustamente chiude la telefonata con il suo editor. Il sesso viene fin troppo spesso ritratto dalla società come un oggetto vuoto, tralasciando discorsi sulla libido che possono ancora essere accettabili, il corpo diventa un'arma (o ben peggio) e quindi se non sai sfruttarlo sei solo una bimbetta. Hongō non ha tempo per essere una bambina, molte ragazze come lei vedono il sesso come una forma di emancipazione, per lei è addirittura anche una questione professionale. Successivamente la sfida non sarà solo nei confronti della società ma anche nei confronti di se stessa, per dimostrare di poter essere apprezzata, voluta, desiderata.
Consapevolezza. E alla fine arriviamo a lei, la bellissima Niina Sugawara. Ex attrice bambina, traviata da un rapporto malsano (ma non sessuale) con il suo insegnante di recitazione dichiaratamente pedofilo, che ahinoi continua ad abusare psicologicamente di lei ancora ora al liceo. Lei, così sicura di sé, sembra fuori posto nel club di letteratura, pieno di ragazzine che sembrano disperse nel loro percorso. Niina ha apparentemente le idee chiare, anzi, è lei a introdurre in modo pesante il tema del sesso nelle loro vite; il suo vecchio maestro le ha insegnato che nel momento in cui una ragazza fa sesso perde la parte di sé più pura, si trasforma. Come vive il sesso una ragazza che ha sempre avuto la consapevolezza di essere desiderata? Una bellezza da lasciare a bocca aperta che sa di essere stata considerata un oggetto, odiata dalle donne invidiose e che quindi non riesce a trovare la sua vera dimensione. Nel club troverà le sue prime amiche, ma le sue consapevolezze macchiate dal veleno di quell'uomo renderanno questo viaggio molto turbolento.
Araburu tratta un argomento delicato parlando a noi in un modo semplice che chiunque potrebbe comprendere e far suo, tenendoci e stringendoci la mano, mostrandoci ogni paura e incertezza di queste ragazze. Non voglio però fare un errore grossolano, rimane il fatto che questa è un'opera che parla prima di tutto al cuore delle ragazze; io comunque rimango un uomo e per quanto io abbia adorato questa serie vi sono determinate tematiche che posso giudicare solo in modo superficiale. Ho quindi intervistato diverse ragazze, ventenni circa, per confrontare insieme i temi dell'anime e della scoperta sessuale, per comprendere se (barriere culturali, fittissime, a parte) davvero questa opera ha centrato nel segno (di seguito solo un breve estratto).
Le nostre protagoniste, tranne Niina e in minor parte Hongō, sembrano cadere dal pero quando la questione morale della sessualità si insinua nella loro vita. Il "perché tutti vogliono sapere di quella cosa?" chiesto da Kazusa con un tono scocciato quasi come se si chiedesse se non fosse meglio che tutti si facciano gli affari propri, viene vissuto invece non come un problema ma come un passo fondamentale della nostra vita dalle ragazze intervistate, anche solo per la curiosità che vi è attorno a un argomento ancora trattato come un tabù.
Le ragazze del club di letteratura, prima del liceo (come al solito tranne Niina) non avevano alcuna idea di come fossero davvero i maschi, di cosa pensassero del sesso e di come lo vivessero. In Italia già questi pensieri vengono fuori alle medie, come confermato dai dati ricevuti, in maniera a volte anche abbastanza aggressiva con tentativi di approccio oltremodo ingiustificabili. Quasi tutte le ragazze hanno risposto positivamente sull'avere avuto una mano, nel comprendere la sessualità, da fattori esteriori quali libri, fumetti o videogames. Una ragazza in particolare è riuscita a comprendere maggiormente la sua natura sessuale grazie a manga come Strawberry Panic e Maria-sama ga Miteru, questo elemento è un qualcosa che possiamo vivere fortemente nell'anime, ovvero come agenti esterni possano risvegliare qualcosa che non pensavi avere.
La scoperta della sessualità ha influenzato tutte in modo differente, tuttavia non è stata segnalata quasi mai la baraonda di emozioni che ha coinvolto le protagoniste dell'anime, il che mi potrebbe far pensare che forse il tutto è stato romanzato un po' all'eccesso, senza togliere nulla all'incisività del messaggio. In conclusione possiamo dire che alla domanda: "cosa vuoi fare prima di morire?" a 15 anni nessuno di loro avrebbe risposto come Niina, ma sappiamo bene quanto lei stia fuori da ogni canone.
Anche le ragazze ci pensano? Sicuramente, che sia perché attratte da un tabù o perché un manga risvegli qualcosa in loro, a mio avviso non vi sono dubbi; si sentiva la necessità di avere un'opera che sapesse parlare di questi argomenti, e questo, ribadisco, sono tenuto a sottolinearlo dal mio punto di vista maschile, non avendo mai potuto avere modo di vivere certe esperienze e di provare certe emozioni ritengo essenziale anche questo passo in più. Quindi un grazie a chi mi ha aiutato a comprendere ancora di più i punti salienti di quest'opera.
Come un treno che entra in galleria
È indubbio, quindi, che la grande forza di quest'opera sia quella di mostrarci in quale modo una ragazza possa comprendere se stessa, la sua sessualità e anche quella maschile. Il suo valore didascalico non sfocia nel morboso e non allenta mai i ritmi (una critica che magari si potrebbe fare a Maquia). L'anime rimane divertente e interessante per tutta la sua durata, seppur rischiando di divagare con qualche eccesso di troppo nel finale, il quale comprensibilmente potrebbe far storcere il naso ma, a mio modo di vedere, ha anche il potere di farci apprezzare ancor di più come è stata ritratta la vita di queste ragazze; quel che viene fuori dal suo epilogo, difatti, è un forte contrasto che ci aiuta a comprendere quanto la Okada fosse stata cauta fino a quel momento nel mostrarci spaccati di vita perlopiù realistici. Un eccesso che in qualche modo riesce a essere coerente con la "più selvaggia delle stagioni", arrivata al suo culmine.
Araburu è l'ennesima opera di Mari Okada che cerca di scandagliare sulle turbolenze della gioventù; in un percorso che passa da AnoHana fino ad arrivare al recente Maquia, l'abbiamo vista più volte guidarci nel mondo degli adolescenti. Parliamo di un'autrice che non ha avuto una gioventù particolarmente felice; a 13 anni è stata minacciata da sua madre con un coltello, è stata vittima di bullismo ai tempi delle medie e ha per questo passato diversi anni da reclusa in casa, accompagnata solo dai videogames e i manga. Un periodo, l'adolescenza, che non ha potuto, quindi, vivere al meglio in prima persona ma che sta rivivendo grazie alle sue opere, con quelle gioie, quelle follie e quelle delusioni che rendono questo periodo così prezioso. Un'autrice che rivive una seconda giovinezza ogni volta che si mette a lavoro, un piccolo riscatto personale che ci fa comprendere come mai sia così prolifica.
Mari Okada riesce a mostrarci nuovamente tutta la sua bravura nel leggere nel cuore dei giovani, ma questa volta fa un passo in avanti con un soggetto quasi esclusivamente volto all'universo femminile, elemento che lei vedeva come una grande falla nel suo percorso artistico; infatti, in un'intervista su Animage nel 2011, la Okada asserisce come fino a quel momento non fosse mai riuscita a provare totale empatia con i suoi personaggi femminili ma anche per questo sempre più persone le avessero chiesto di creare un'opera che rappresentasse i conflitti interiori di una ragazza. Su internet vi è anche la certezza tra certi utenti che Hongō, una ragazza talentuosa incapace di scrivere determinate cose e con uno stile a volte troppo artefatto, non sia altro che la prima Okada, così come pare che ogni ragazza abbia in sé un po' dell'autrice; in tal caso sarebbe un'altra bella chicca, soprattutto pensando alla frase di Niina: "sarebbe interessante vedere se, invecchiando, gli autori tendono a scrivere di argomenti giovanili e sessualità". In un certo senso potremmo definire questo suo lavoro come un passo fondamentale nella maturazione artistica di un'autrice capace di mettersi continuamente in gioco, offrendo il suo cuore e le sue esperienze allo spettatore cercando di trarne sempre qualcosa di nuovo e di positivo, al contrario di quel che ha vissuto lei in maniera diretta.
Delle ragazze che vanno avanti come un treno che non ha freni, così come la storia che avanza, sempre più velocemente, fino a perdere il controllo in un epilogo frenetico. Che vanno avanti come un treno presente, sicuramente, nei sogni di Izumi, coi suoi fetish particolari. Magari proprio come un treno descritto dal gruppo punk rock giapponese The Blue Hearts, più volte presenti in varie insert song dell'anime. Oppure...
Araburu Kisetsu no Otome domo yo. (Oh Fanciulle Nella Vostra Stagione Selvaggia) è un anime della Lay-duce, slice of life/commedia romantica di 12 episodi trasmesso nella stagione estiva del 2019, trasposizione dell'omonimo manga (appena conclusosi) disegnato da Nao Emoto e sceneggiato da Mari Okada, celebre sceneggiatrice di AnoHana e di Toradora!, e oramai anche regista (Maquia il suo debutto).
La sofferenza dell'esperienza erotica
Sesso. Scandiamolo chiaramente, diciamolo subito: qui si parla di sesso. Cinque ragazzine di un club di letteratura liceale che nel mezzo delle loro sessioni si ritrovano a scoprire, nel senso più teorico possibile, il sesso. Il quale non è più un semplice tabù ma una riflessione degna di essere portata avanti. La dolce e ingenua Kazusa lo vive con la curiosità di chi non ha mai considerato la sua esistenza; Sonezaki, la severissima presidentessa del club, lo vive con il terrore (mascherato da odio) di chi non ha la benché minima idea di cosa sia; Momo lo vive con i tantissimi dubbi di chi non si conosce abbastanza; Hongō, piccola scrittrice intraprendente, lo vive come la sfida che ha bisogno di superare, anche alla faccia della società; e infine abbiamo la bellissima Niina, la quale lo vive con la consapevolezza che il sesso è un passo fondamentale della propria vita e che cambierà per sempre il suo animo.
Curiosità. Quasi come un concetto innato noi non possiamo che essere curiosi riguardo al sesso, da quando nasciamo a quanto comprendiamo il suo valore e il potere che può avere. Kazusa tra le cinque è la ragazza più normale, potremmo anche scambiarla per un personaggio secondario di uno shojo, ma il tocco della Okada è capace di rendere "veri" anche personaggi all'apparenza banali. La sua storia si intreccia con quella del bel Izumi, amico d'infanzia e vicino di casa, popolarissimo sia alle medie che al liceo. Sapete come funziona... le ragazze invidiose della loro amicizia cominciano a sparlare e lei, una ragazza che non spicca di certo per forza d'animo, vive il tutto isolandosi e soffrendo per le punzecchiature perfide di chi non sa nemmeno il suo nome. Kazusa, come da copione, capirà di provare anche lei dei sentimenti per l'amico, e la domanda è presto posta: Izumi ci pensa al sesso? Quel piccolo bambino col quale hai passato tutta la vita, che hai visto crescere, che hai visto anche nudo, pensa davvero al sesso? Kazusa lo troverà a masturbarsi di fronte a un video porno (una delle scene più divertenti e più riuscite del 2019), quindi... la risposta è ovvia. Ma qui la curiosità diventa questione di vita o di morte: perché tutti pensano al sesso? Dovrei pensare anche io al sesso? Lui ha mai pensato di fare sesso con me?
Terrore. È normale temere cosa non conosciamo, magari in casa o in TV ne abbiamo pure sentito parlare in un modo che ci ha fatto rivoltare le budella, quindi si può solo urlare: io non sarò mai così! O almeno è quello che ha di certo pensato la presidentessa Sonezaki-shi (-shi è un onorifico usato nel mondo della letteratura), che non vuole sentire parlare di sesso se non in forma puramente letteraria, pronta a insultare ed etichettare tutte le ragazze che già hanno avuto esperienze. Invita le sue compagne a trovare un nome alternativo al sesso, così sporco, arrivando a parlare de' "La Sofferenza dell'Esperienza Erotica", il quale acronimo sarebbe S-E e una X per censurare la parola "erotica"... poi cambiato in S-E-BATSU ("sbaglio" che solitamente viene identificato con una X). La piccola Sonezaki non ha idea di cosa siano davvero gli uomini, andando ben oltre il già citato teorema "maschi e femmine sono due pianeti" aggiungendo un "sono due pianeti in guerra". Potrei sottolineare diversi aspetti del suo cammino ma preferisco parlarvi della sua amicizia con Jujo, proprio una di "quelle ragazze", una gyaru che parla tranquillamente di sesso in classe e che, non colpita dai suoi insulti, stringe con lei un dolce rapporto di amicizia, che la porta a maturare e a rivalutare non solo i maschi ma anche le donne stesse.
Dubbi. Notate bene: i dubbi non sono sul sesso (quello entra nella curiosità) ma su di sé, chi si è. Momo è l'unica delle cinque ragazze la cui storia non viene sviluppata a dovere (unico grande difetto della serie), ma la sua tematica è interessante tanto quanto tutte le altre: ma io con chi farei sesso? Non puoi pensare con chiarezza al sesso se prima non comprendi te stessa, le tue inclinazioni, ciò che vuoi e ciò che non vuoi. Un argomento tanto semplice, quanto spoiler, vi invito a vedere l'anime per seguire il suo percorso.
Sfida. Un elemento che potrebbe sembrare decisamente inusuale ma mettetevi nei panni di Hongō: una giovanissima scrittrice pronta per il debutto editoriale alla quale viene detto, in modo molto offensivo, che non sa parlare di sesso e che il suo futuro professionale potrebbe dipendere da questo. "Muori!", l'esclamazione con la quale giustamente chiude la telefonata con il suo editor. Il sesso viene fin troppo spesso ritratto dalla società come un oggetto vuoto, tralasciando discorsi sulla libido che possono ancora essere accettabili, il corpo diventa un'arma (o ben peggio) e quindi se non sai sfruttarlo sei solo una bimbetta. Hongō non ha tempo per essere una bambina, molte ragazze come lei vedono il sesso come una forma di emancipazione, per lei è addirittura anche una questione professionale. Successivamente la sfida non sarà solo nei confronti della società ma anche nei confronti di se stessa, per dimostrare di poter essere apprezzata, voluta, desiderata.
Consapevolezza. E alla fine arriviamo a lei, la bellissima Niina Sugawara. Ex attrice bambina, traviata da un rapporto malsano (ma non sessuale) con il suo insegnante di recitazione dichiaratamente pedofilo, che ahinoi continua ad abusare psicologicamente di lei ancora ora al liceo. Lei, così sicura di sé, sembra fuori posto nel club di letteratura, pieno di ragazzine che sembrano disperse nel loro percorso. Niina ha apparentemente le idee chiare, anzi, è lei a introdurre in modo pesante il tema del sesso nelle loro vite; il suo vecchio maestro le ha insegnato che nel momento in cui una ragazza fa sesso perde la parte di sé più pura, si trasforma. Come vive il sesso una ragazza che ha sempre avuto la consapevolezza di essere desiderata? Una bellezza da lasciare a bocca aperta che sa di essere stata considerata un oggetto, odiata dalle donne invidiose e che quindi non riesce a trovare la sua vera dimensione. Nel club troverà le sue prime amiche, ma le sue consapevolezze macchiate dal veleno di quell'uomo renderanno questo viaggio molto turbolento.
Anche le ragazze ci pensano
Araburu tratta un argomento delicato parlando a noi in un modo semplice che chiunque potrebbe comprendere e far suo, tenendoci e stringendoci la mano, mostrandoci ogni paura e incertezza di queste ragazze. Non voglio però fare un errore grossolano, rimane il fatto che questa è un'opera che parla prima di tutto al cuore delle ragazze; io comunque rimango un uomo e per quanto io abbia adorato questa serie vi sono determinate tematiche che posso giudicare solo in modo superficiale. Ho quindi intervistato diverse ragazze, ventenni circa, per confrontare insieme i temi dell'anime e della scoperta sessuale, per comprendere se (barriere culturali, fittissime, a parte) davvero questa opera ha centrato nel segno (di seguito solo un breve estratto).
Le nostre protagoniste, tranne Niina e in minor parte Hongō, sembrano cadere dal pero quando la questione morale della sessualità si insinua nella loro vita. Il "perché tutti vogliono sapere di quella cosa?" chiesto da Kazusa con un tono scocciato quasi come se si chiedesse se non fosse meglio che tutti si facciano gli affari propri, viene vissuto invece non come un problema ma come un passo fondamentale della nostra vita dalle ragazze intervistate, anche solo per la curiosità che vi è attorno a un argomento ancora trattato come un tabù.
Le ragazze del club di letteratura, prima del liceo (come al solito tranne Niina) non avevano alcuna idea di come fossero davvero i maschi, di cosa pensassero del sesso e di come lo vivessero. In Italia già questi pensieri vengono fuori alle medie, come confermato dai dati ricevuti, in maniera a volte anche abbastanza aggressiva con tentativi di approccio oltremodo ingiustificabili. Quasi tutte le ragazze hanno risposto positivamente sull'avere avuto una mano, nel comprendere la sessualità, da fattori esteriori quali libri, fumetti o videogames. Una ragazza in particolare è riuscita a comprendere maggiormente la sua natura sessuale grazie a manga come Strawberry Panic e Maria-sama ga Miteru, questo elemento è un qualcosa che possiamo vivere fortemente nell'anime, ovvero come agenti esterni possano risvegliare qualcosa che non pensavi avere.
La scoperta della sessualità ha influenzato tutte in modo differente, tuttavia non è stata segnalata quasi mai la baraonda di emozioni che ha coinvolto le protagoniste dell'anime, il che mi potrebbe far pensare che forse il tutto è stato romanzato un po' all'eccesso, senza togliere nulla all'incisività del messaggio. In conclusione possiamo dire che alla domanda: "cosa vuoi fare prima di morire?" a 15 anni nessuno di loro avrebbe risposto come Niina, ma sappiamo bene quanto lei stia fuori da ogni canone.
Anche le ragazze ci pensano? Sicuramente, che sia perché attratte da un tabù o perché un manga risvegli qualcosa in loro, a mio avviso non vi sono dubbi; si sentiva la necessità di avere un'opera che sapesse parlare di questi argomenti, e questo, ribadisco, sono tenuto a sottolinearlo dal mio punto di vista maschile, non avendo mai potuto avere modo di vivere certe esperienze e di provare certe emozioni ritengo essenziale anche questo passo in più. Quindi un grazie a chi mi ha aiutato a comprendere ancora di più i punti salienti di quest'opera.
Come un treno che entra in galleria
Araburu è l'ennesima opera di Mari Okada che cerca di scandagliare sulle turbolenze della gioventù; in un percorso che passa da AnoHana fino ad arrivare al recente Maquia, l'abbiamo vista più volte guidarci nel mondo degli adolescenti. Parliamo di un'autrice che non ha avuto una gioventù particolarmente felice; a 13 anni è stata minacciata da sua madre con un coltello, è stata vittima di bullismo ai tempi delle medie e ha per questo passato diversi anni da reclusa in casa, accompagnata solo dai videogames e i manga. Un periodo, l'adolescenza, che non ha potuto, quindi, vivere al meglio in prima persona ma che sta rivivendo grazie alle sue opere, con quelle gioie, quelle follie e quelle delusioni che rendono questo periodo così prezioso. Un'autrice che rivive una seconda giovinezza ogni volta che si mette a lavoro, un piccolo riscatto personale che ci fa comprendere come mai sia così prolifica.
Mari Okada riesce a mostrarci nuovamente tutta la sua bravura nel leggere nel cuore dei giovani, ma questa volta fa un passo in avanti con un soggetto quasi esclusivamente volto all'universo femminile, elemento che lei vedeva come una grande falla nel suo percorso artistico; infatti, in un'intervista su Animage nel 2011, la Okada asserisce come fino a quel momento non fosse mai riuscita a provare totale empatia con i suoi personaggi femminili ma anche per questo sempre più persone le avessero chiesto di creare un'opera che rappresentasse i conflitti interiori di una ragazza. Su internet vi è anche la certezza tra certi utenti che Hongō, una ragazza talentuosa incapace di scrivere determinate cose e con uno stile a volte troppo artefatto, non sia altro che la prima Okada, così come pare che ogni ragazza abbia in sé un po' dell'autrice; in tal caso sarebbe un'altra bella chicca, soprattutto pensando alla frase di Niina: "sarebbe interessante vedere se, invecchiando, gli autori tendono a scrivere di argomenti giovanili e sessualità". In un certo senso potremmo definire questo suo lavoro come un passo fondamentale nella maturazione artistica di un'autrice capace di mettersi continuamente in gioco, offrendo il suo cuore e le sue esperienze allo spettatore cercando di trarne sempre qualcosa di nuovo e di positivo, al contrario di quel che ha vissuto lei in maniera diretta.
"Le stagioni passano. E così anche l'adorata stagione in cui ero tanto sciocca e ridicola. Ho un presentimento, nella prossima stagione cercherò di essere più intelligente e forse qualcuno che non sei tu poserà la mano sulla mia guancia. In quel momento mi ricorderò la sensazione delle tue dita impacciate sulla mia pelle... i ricordi di quella stagione così impacciata e sgraziata continueranno a ripetersi nella mia mente, all'infinito".
Le ragazze si liberano dal bianco della purezza, si tingono da diversi colori che rappresentano la loro natura selvaggia, vanno avanti nel loro viaggio... dritte come un treno...Delle ragazze che vanno avanti come un treno che non ha freni, così come la storia che avanza, sempre più velocemente, fino a perdere il controllo in un epilogo frenetico. Che vanno avanti come un treno presente, sicuramente, nei sogni di Izumi, coi suoi fetish particolari. Magari proprio come un treno descritto dal gruppo punk rock giapponese The Blue Hearts, più volte presenti in varie insert song dell'anime. Oppure...
Pro
- Tutte le protagoniste sono trattate meravigliosamente
- Insegna senza risultare borioso e pedante
- Storia che riesce a trovare la sua quadra in 12 episodi senza lasciare rammarichi
- Buono il comparto musicale, ottima la scelta delle canzoni punk rock dei Blue Hearts
- Una Mari Okada sfavillante alla scrittura
Contro
- ... tranne Momo, la sua tematica è trattata in modo superficiale
- Animazioni a volte decisamente mediocri
Mari Okada si sta sempre di più confermando una grande autrice con delle belle idee, Araburu mi è piaciuto molto perchè si parla seriamente di sessualità, vista dalle giovani ragazze, e non con le solite scenette dove anche solo tenersi per mano è un qualcosa di sessuale.
Spero vivamente che il manga venga portato in Italia, perchè mi piacerebbe molto averlo e leggerlo.
Continua così Mari Okada
Scherzi a parte anche a me è piaciuta molto, ha una bella idea originale di fondo, ottimi personaggi tutti sfruttati secondo le loro potenzialità (da questo punto di vista anche Momo credo che abbia avuto il giusto sviluppo considerando le sue circostanze), riesce a districarsi bene sia come commedia (gli episodi iniziali soprattutto sono micidiali in alcuni momenti) sia come serie riflessiva e di crescita, e con una componente grafica deliziosa che tutto sommato regge bene i 12 episodi che dura, solo il finale forse può lasciare interdetti perchè sembra un po' troppo sbrigativo ma, nel mio caso almeno, mi è sembrata una soluzione ugualmente accettabile. Un'ottima serie insomma che ora gode anche di un'ottima recensione (davvero bella anche per le divagazioni presentate oltre la semplice sfera della serie) per spingere chi l'aveva scartata a dargli una chance, nella buona ma non grandissima offerta di serie estive penso si sia ritagliata una sua importanza con merito.
Mi e dispiaciuto sapere, leggendo la recensione, che Mari Okada ha avuto una giovinezza tremenda al punto da farla isolare ma il fatto che ora e una dei nomi di punta degli anime recenti mi fa piacere; la potrei considerare la sua rivincita sulla sua gioventù privata.
No, il manga è finito come l'anime, è già tutto concluso. L'Okada ha fatto sia il manga che l'anime, li ha fatti finire in contemporanea praticamente.
Ah e ne approfitto per ringraziarvi tutti dei vostri complimenti!!
E ora dimmi chi è la tua preferita?
Anche io sono rimasto un po' deluso dalla mancata caratterizzazione approfondita di Momo che di fatto in un club di protagoniste si ritrova a vestire il ruolo di personaggio secondario.
Le mie preferite sono sicuramente Niina e Kazusa, le due ragazze più "unite" tra di loro dagli eventi della storia. Niina ha un percorso più turbolento mentre Kazusa è più lineare, lei si mette d'impegno e cerca di maturare mentre Niina ha di fronte a sé un tragitto terribilmente angusto che la vede sbandare tante volte, ma proprio per questo ho una leggerissima predilezione per lei, ad un certo punto stai a lì a chiederti "e mo' questa che fa?", la sua imprevedibilità e le sue lacune mi hanno dato modo di sentirmi partecipe al suo percorso in modo unico.
Ma comunque, ripeto, ahimé la sola Momo non ha avuto quel meritava. La crescita di Sonezaki è interessantissima e a regola d'arte, nulla da dire; Hongo l'ho sentita vicina sotto certi aspetti e infatti voglio bene anche a lei, però tra tutte le storie la sua è quella con più eccessi e quindi questo elemento personalmente me l'allontana dall'apprezzarla più di altre... ma sono considerazioni mie che possono essere ribaltate da chiunque
E... ancora grazie a tutti!
Bastava anche pochetto di più tutto sommato, bastava qualche monologo interiore in più, bastava il mostrare che lei (come dice nell'ultimo episodio) non riesce a dormire la notte perché pensa a Niina, bastava qualche riflessione personale sulla sua vita e magari sul suo passato.
Invece è quasi passiva, lei subisce le azioni degli altri (tranne lo sfanculare il roscio). Nell'ultimo episodio ha sicuramente il suo momento, come tutte, ma solo lì, non sembra mai artefice del suo destino, come se non avesse mai in mano la situazione a differenza delle altre... e sai ci potrebbe anche stare se solo i suoi pensieri fossero palesati meglio e più spesso
1 - l'aver trattato i temi centrali con realismo, anche in modo crudo (nel senso positivo del termine);
2 - l'averlo fatto senza troppi fronzoli e senza troppi cliché tipici che spesso mi tengono lontano dal genere.
Però il finale mi ha fatto un po' storcere il naso
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