Una cosa che hanno in comune le cucine giapponese e italiana è vivere il momento dello stare a tavola come un'occasione per stare assieme: che sia con i propri familiari o con il gruppo di amici o colleghi, mangiare tutti assieme ha lo stesso significato agli estremi opposti del pianeta.
Alcuni piatti poi si prestano particolarmente allo scopo proprio per come devono essere preparati. Vi ho già parlato dello shabu shabu e dell'okonomiyaki e oggi voglio aggiungere un nuovo tassello: lo yakiniku.
Purtroppo qui si parlerà quasi esclusivamente di carne, quindi gli amici vegetariani e vegani dovranno portare pazienza (ed eventualmente rifarsi il palato con l'articolo dedicato al tofu).
 

Pur essendo molto diffuso, lo yakiniku è entrato a far parte delle cultura culinaria nipponica da circa un secolo. In Giappone infatti la possibilità di nutrirsi di piatti a base di carne è stata legalizzata nel 1871 a seguito del Rinnovamento Meiji: prima era ufficialmente vietata perché stando ai precetti buddisti, la carne era ritenuta impura (per questo motivo tutti coloro che in un qualche modo dovevano lavorare con la carne erano discriminati e diventavano burakumin).
Per accelerare il processo di occidentalizzazione e di modernizzazione, nel 1873 fu addirittura promosso l’uso del barbecue con una maxi grigliata reale. Risale al 1931 invece la prima menzione scritta dello yakiniku, che fino alla seconda guerra mondiale era chiamato jinjisukan, traslitterazione giapponese di Gengis Khan, forse perché ispirati dai piatti di montone grigliato tipici della Manciuria, a lungo sotto il dominio coloniale giapponese.
 

In realtà l'origine più accreditata dello yakinuku è il bulgogi, cioè il barbecue coreano: gli Zainichi, i coreani trasferitisi in Giappone al tempo della colonizzazione giapponese della penisola coreana lo avrebbero importato nell'arcipelago, coniando così il nome yakiniku per indicare il barbecue giapponese, dove fette di manzo o maiale vengono grigliate su una piastra di ferro o su una griglia a maglie.
Si è affermato così tanto, che nel 1993 la All Japan Yakiniku Association ha proclamato il 29 agosto come "il giorno dello yakiniku": infatti questa data (in giapponese 8/29) può essere letta ya(tsu)-ki-ni-ku (8 = ya, 2 = ni, 9 = ku).
 

La particolarità dei ristoranti di yakiniku è che i clienti si cucinano la carne da soli. Nei tavoli sono installate speciali piastre di ferro o griglie a rete con sotto il fuoco in modo che i commensali possano grigliare in tutta tranquillità. I camerieri portano i piatti con le carni scelte già tagliate a fette, oltre a salse e verdure con cui condire e guarnire i piatti. Ma quali sono i tagli più apprezzati e di solito disponibili sul menù?
 

Di solito si trova la lingua, il lombo (la parte che va dalla spalla dell'animale alla parte bassa della schiena), il kalbi (la carne che circonda la gabbia toracica, molto apprezzata e a volte servita già condita), il lombatello piccolo (l'area muscolare del diaframma, tenera e grassa) e le frattaglie.
La cosa importante è aspettare che la piastra o la griglia si riscaldino completamente, altrimenti la carne non cuocerà bene e non potrete apprezzarne pienamente il sapore. Inoltre si consiglia di iniziare a cuocere prima la carne non condita in alcun modo e conservare quella marinata per ultima. In questo modo si mantiene pulita la griglia o la piastra e si impedisce alle salse di influenzare il sapore degli altri ingredienti. Se nonostante tutto la griglia o la piastra si dovessero rovinare, nessun problema: basterà chiamare lo staff del ristorante e farsela cambiare.
 

Assieme alla carne verrano servite anche delle verdure: il sanchu (la lattuga coreana) è certamente quella che non può mai mancare. Si avvolge attorno alle fette di carne e si fa un unico boccone!
Carne e verdure sono poi accompagnati da varie salse: la più famosa è la salsa tare, preparata mischiando salsa di soia, mirin, sake, zucchero, sesamo e aglio. Essendo un piatto di origine coreana, spesso nel menù dei ristoranti di yakiniku potete trovare disponibili piatti di verdure come il kimchi e il namul, il popolare piatto di pasta coreana "reimen" e il bibimbap, dove il riso viene servito con carne e altri condimenti in una ciotola di pietra calda.
 

E voi? Avete mai provato lo yakinuku? Vi è piaciuto? Ditelo come sempre nei commenti!

Fonte consultata:
SavorJapan