È senza dubbio una primavera piuttosto inusuale, questa. Le strade semi deserte, le file ai supermercati, la quarantena... Ma se c'è una cosa che non è cambiata rispetto all'anno scorso è la magia portata dalle nostre serie animate preferite, che ci tengono compagnia per tutta la stagione. Ma oggi facciamo un passo indietro nel tempo, nell'aprile di qualche anno fa, alla scoperta dei luoghi che compaiono nella serie di Bugie d'Aprile, già disponibile su Netflix.
Impossibile non apprezzare la qualità degli sfondi e del coloring di questa serie dai caldi toni pastello.
Cominciamo il viaggio nel luogo da cui ha avvio la serie, la Towa Hall (Nerima Culture Center nella realtà). L'edificio è poco lontano dalla stazione di Nerima, nella zona ovest di Tokyo.
Nel primo episodio, Kosei dovrebbe vedersi con Tsubaki alla Towa Hall, un appuntamento che era in realtà pensato per Ryota.
Ma mentre Kosei aspetta gli amici, la sua attenzione viene catturata da una ragazza che suona una melodica, mentre bambini, uccelli e petali di ciliegio sembrano danzare attorno a lei. L'edificio nel parco a forma di igloo non esiste in realtà.
Anche lo scivolo a forma di elefante sembra mancare.
Il ponte Doryo (ponte Maedori nella realtà) è pittosto difficile da raggiungere, dato che si trova a circa mezz'ora di camminata dalla stazione più vicina di Hibarigaoke.
Il ponte compare più volte nello sceneggiato e si può vedere sia nella sigla iniziale che in quella finale.
SI tratta dello stesso punto sul quale Kosei incontra casualmente Kaori dopo che è stata dimessa dall'ospedale.
Il viaggio per ora termina qui, ma non riposate troppo perché a breve riprenderemo la camminata!
Fonte Consultata:
Crunchyroll
“Conobbi una ragazza sotto un ciliegio in piena fioritura e il mio fato cominciò a cambiare.” “Fermi tutti... com’è che chiamano questa sensazione...? com’è che chiamano questo sentimento...? è come essere... nel pieno della primavera. Durante la primavera del mio 14esimo anno di vita, ho cominciato a correre verso il futuro con te.” Queste le parole di Kousei Arima, un pianista prodigio, almeno fino alla morte della madre, a seguito della quale divenne incapace di suonare, come se avesse una voce che gli sussura all'orecchio, e che gli impedisse si sentire le note del piano. L'incontro con la violinista Kawori Miyazono porterà una nuova luce nella sua vita. La ragazza ha una personalità audace e dirompente, a differenza del protagonista, chiuso e tormentato dalla paura di suonare il piano, che rimane affascinato del modo come Kawori trasforma la musica. Ma dietro tutto questo, c'è qualcosa che Arima ancora non sa.
Impossibile non apprezzare la qualità degli sfondi e del coloring di questa serie dai caldi toni pastello.
Cominciamo il viaggio nel luogo da cui ha avvio la serie, la Towa Hall (Nerima Culture Center nella realtà). L'edificio è poco lontano dalla stazione di Nerima, nella zona ovest di Tokyo.
Nel primo episodio, Kosei dovrebbe vedersi con Tsubaki alla Towa Hall, un appuntamento che era in realtà pensato per Ryota.
Ma mentre Kosei aspetta gli amici, la sua attenzione viene catturata da una ragazza che suona una melodica, mentre bambini, uccelli e petali di ciliegio sembrano danzare attorno a lei. L'edificio nel parco a forma di igloo non esiste in realtà.
Anche lo scivolo a forma di elefante sembra mancare.
Il ponte Doryo (ponte Maedori nella realtà) è pittosto difficile da raggiungere, dato che si trova a circa mezz'ora di camminata dalla stazione più vicina di Hibarigaoke.
Il ponte compare più volte nello sceneggiato e si può vedere sia nella sigla iniziale che in quella finale.
SI tratta dello stesso punto sul quale Kosei incontra casualmente Kaori dopo che è stata dimessa dall'ospedale.
Il viaggio per ora termina qui, ma non riposate troppo perché a breve riprenderemo la camminata!
Fonte Consultata:
Crunchyroll
Massì, rispolveriamo la memoria, facciamoci del male!
Secondo me il valore di quest'opera risiede tutto negli ultimi minuti finali, ossia nella lettera lasciata da Kaori a Kosei; senza sarebbe stato un anime "qualsiasi".
Condividete?
Ma scherzi? non ha senso quello che dici, se togli le parti importanti ad un anime farebbero tutti schifo allora..un anime è bello nella sua interezza e se è nato cosi cosi deve restare, togli le parti tristi a clannad allora xD
Per questi motivi la lettera finale di Kaori ha pesato come un macigno sul finale dell'anime ma comunque anche senza rimane un ottimo anime, la lettera è stata la ciliegina..
Ma personalmente è la costruzione di tutta la storia che ti rimane davvero impressa. L’introspezione dei personaggi, come evolvono, le paure e le insicurezze. La forza di chi capisce il valore della sua vita quando sente di perderla e come vuole enfatizzarne ogni singolo attimo.
C’è tanto, ti colpisce in modi diversi, perciò non direi che senza il suo finale sarebbe stato un anime qualsiasi.
No, io avrei conservato lo stesso giudizio se non anche migliore, perchè a me il finale reale non piace, ma proprio per niente, l'ho dovuto accettare e metabolizzare nell'ottica della serie ma avrei voluto tutt'altro, e personalmente non l'avrei comunque ritenuto un anime qualsiasi. Però è andato così e va bene, il suo scopo l'ha raggiunto.
No, perché osservi gli eventi da un punto di vista sbagliato.
È il senso di abbandono di cui soffre Arima il perno su cui ruota tutto, personaggi compresi.
È, in soldoni, una storia che descrive la crescita umana e musicale di una persona che è rimasta traumatizzata durante l'infanzia.
Avrei preferito anche io un finale diverso, ma, forse, andando per altre vie non avremmo avuto lo stesso risultato finale.
Di conseguenza immagino che io sia anche l'unico a pensare che Kaori abbia agito in maniera egoista.
Ah dimenticavo, l'anime mi è piaciuto per intenderci.
Anche senza lettera il triangolo, Kaori-Kosei-Tsubaki si era formato tempo prima ed era ovvio che non poteva esserci un lieto fine per tutti.
Per anni ho sperato che qualcuno decidesse di doppiarlo, ma la serie ahimè è ormai vecchia e non avrebbe molto senso farlo. Da un annetto sta su netflix e la visibilità può solo far bene, ma se avessero voluto doppiarla l'avrebbero già fatto.
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