In tanti ci avete chiesto perché non c'è più spazio per gli anime sulla RAI, specie su RAI Gulp o comunque nella fascia ragazzi. Con lo sbarco di Sailor Moon Crystal nel 2016, proprio su questa rete, e il successivo recupero di Fairy Tail avevamo tutti sperato, se non a un ritorno ai mitici tempi anime di Rai4, in un rinnovato interesse del servizio pubblico verso l'animazione giapponese. Animazione che, ricordiamolo, contribuì essa stessa a portare in Italia con titoli come Heidi, Goldrake o Harlock che costituiscono l'inizio dell'espansione e dell'amore per gli anime qui da noi.
In molti hanno chiesto infatti le vecchie come le nuove serie del brand Pretty Cure. Ci sono speranze? Ne parliamo in questo video dove speriamo di fare chiarezza sulla situazione attuale.
In molti hanno chiesto infatti le vecchie come le nuove serie del brand Pretty Cure. Ci sono speranze? Ne parliamo in questo video dove speriamo di fare chiarezza sulla situazione attuale.
La televisione si è ritrovata con un'avversario molto imponente come internet. Ma al posto di creare una sinergia, molti all'inizio hanno preferito continuare con il vecchio modello di programmi per adulti, e così alla fine la tv l'ha dovuto inseguire. Ma questo solo in Italia, perchè altri paesi dell'Europa e non solo, ancora oggi continuano ad investire sui programmi di qualità, anime compresi. Invece qui abbiamo molteplici problemi: anime ancora visti come cartoni per bimbi, la tv pubblica gestita da vecchi che non investono molto sulla varietà di programmi (e dovrebbero, in quanto rappresenta tutti noi utenti e fruitori, anche se di recente la qualità si sta alzando), la tv privata che preferisce quantità a qualità (Mediaset soprattutto, che aveva un grande ruolo nell'animazione anni fa ma oggi solo a stento va avanti), alcune emittenti che trasmettono solo televendite, la pay-tv che sta morendo e le tv locali che fanno gli sforzi immensi per continuare a vivere. Le serie animate americane spopolano perchè hanno un costo minore e vendono molto merchandising. Per fortuna alcuni esperimenti, come Italia2 ma anche Ka-Boom su SuperSix, ma finchè si vive ancora in questa bolla dai mille problemi, gli anime non riusciranno a tornare nella televisione italiana con molto speldore... (e lo dice uno che frequenta il settore)
Complimenti per il video molto esaustivo! ?
Scusa, potresti approfondire questa tua affermazione?
Personalmente ho da sempre il forte sospetto che la Disney attui una strategia ostruzionistica verso la concorrenza, e penso che sia a causa loro se in tutti questi anni i film di Miyazaki e in generale i lungometraggi di animazione giapponese, che in molti casi hanno vinto prestigiosi premi alle più importanti rassegne cinematografiche mondiali, abbiano ricevuto pochissimi passaggi sulle principali emittenti televisive. Non mi stupirebbe affatto scoprire che la Disney, nei contratti che sigla con la Rai o la Mediaset, inserisca delle clausole che impediscono a queste emittenti di trasmettere prodotti di animazione diversi da quelli presenti nel loro catalogo.
Tornando alla domanda di partenza riguardante il futuro degli anime in TV, mi spiace leggere tanti commenti di utenti ormai rassegnati a vedere gli anime solo sulle piattaforme di streaming a pagamento. Come ho scritto nel mio precedente commento, penso che, scegliendo i titoli giusti, gli anime possano ottenere buoni ascolti anche sui canali generalisti della Rai. Tuttavia, pur ammettendo che nessuno in Rai abbia il coraggio di fare una scelta così controcorrente, volete farmi credere che la TV pubblica, che possiede una quindicina di canali sul digitale terrestre, non riesca a trovare su nessuno di questi una fascia oraria in cui trasmettere gli anime?!
Eh, vabbe'! Adesso non urliamo al "gomblotto", nemmeno le società segrete...
Condivido il tuo commento ma è evidente che ad oggi (come da molto tempo) è così...
Ah, beata ingenuità. Le grandi multinazionali statunitensi, tra cui la Disney, ricorrono a tutti i mezzi, leciti e non, per fare fuori la concorrenza. Pensi davvero che la Disney, in virtù del suo elevato potere contrattuale, non possa imporre clausole limitanti per la concorrenza negli accordi che sigla con le emittenti televisive?
Comunque anche la chiosa di Ironic74 lascia intendere che ci sia qualcosa di non troppo pulito, o quantomeno io così l'ho interpretata.
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