Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.

In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.

L'ingloriosa fine di Mitsuyo Seo


Lo scorso mese sono stati dieci anni dalla scomparsa di Mitsuyo Seo, padre di uno dei più importanti film d'animazione giapponese della prima metà del XX secolo, quel Momotaro che sconvolse il bambino Osamu Tezuka pur nel suo dichiarato e palese intento propagandistico. Formatosi sotto la guida di Kenzo Masaoka, uno dei più importanti animatori dell'epoca, Seo fu segnato dalla fine delle sponsorizzazione militari e i cambiamenti del dopoguerra. Riuscito con estrema fatica a realizzare il suo film dei sogni, Osama no Shippo, si vide l'opera rifiutata dal produttore Toho che non la ritenne commerciabile. Perso ogni entusiasmo, Seo abbandonò il mondo dell'animazione e la sua compagnia Nippon manga eigasha dichiarò bancarotta, per venire ristrutturata nella nuova Nichido eiga... soltanto quattro anni più tardi, essa avrebbe nuovamente cambiato nome in Toei doga per dare inizio ad una nuova era per l'animazione giapponese.
 

Fonti consultate:
- Nascita di una nazione (di animatori) (Toei Animation - I primi passi del cinema animato giapponese di Mario A. Rumor)
- Il dopoguerra e la nascita dell'animazione industriale 1946 - 1963 (Storia dell'animazione giapponese
di Guido Tavassi)

All'origine degli anime sulla musica


Nel 1971 usciva in Giappone Sole vagabondo (Jane e Micci / Che segreto in Italia), un anime incentrato sulla rivalità tra due ragazze che sognano di diventare cantanti. Mostrando le difficoltà di entrare nel mondo dello spettacolo ed anche le derive più oscure di tale industria, l'anime è considerato il capostipite di quel filone di anime incentrati sulla musica, da Nodame Cantabile a Beck, il primo ad affrontare tali tematiche e a mostrare questo mondo. Lo stesso manga originale aveva tratto ispirazione dalla cantante Keiko Fuji (madre della celebre Hikaru Utada) ed un'altra cantante esordiente, Junko Fujiyama, fu scelta per doppiare la protagonista Nozomi e cantare la sigla di chiusura.
 

Fonte consultata:
Nozomi in the Sun (mushi-pro.co.jp)

Un manga quotidiano


Sebbene solitamente i manga vengano pubblicati su riviste tematiche, vi sono casi in cui le cose vanno diversamente. Tra questi uno dei più particolari fu La regina dei 1000 anni di Leiji Matsumoto, pubblicato sul quotidiano Sankei Shinbun. Per andare incontro alla periodicità del giornale in ogni uscita veniva pubblicata una sola pagina del manga: 1000 pagine, per 1000 giorni di pubblicazione. Non si trattava tuttavia di strisce autoconclusive ma di una vera e propria epopea con una forte trama orizzontale. Per adattarsi alla pubblicazione di una pagina per volta fu necessario organizzare la narrazione in modo che praticamente in ogni pagina succedesse qualcosa di importante o significativo, senza punti morti: per esempio, le celebri illustrazioni a doppia tavola tanto usate da Matsumoto non poterono qui venire utilizzate.
 
La regina dei 1000 anni

Fonte consultata:
In principio era la regina di Federico Colpi (La regina dei 1000 anni vol.1 di Leiji Matsumoto, edizione d/books)

Un film per riportare l'animazione alle sue radici


Se Nausicaa è un film per un pubblico più maturo, allora Pazu* si rivolge principalmente a studenti delle elementari. Se Nausicaa era stato pensato per essere figo e memorabile, allora Pazu punterà ad essere un divertente ed appassionante classico film d'azione.
Pazu sarà un film che i giovani possano davvero apprezzare. Pazu avrà risate e lacrime ed uno spirito sentimentalmente onesto, parlerà di legami emozionali e sacrificio personale - cose verso cui il giovane pubblico è oggi scettico ma che, senza rendersene conto, in realtà brama. Racconterà l'onesto inseguimento dei propri sogni di un giovane ragazzo tramite un linguaggio che gli spettatori moderni possano comprendere.
Ad eccezione di Doraemon, la maggior parte dell'animazione di oggi è basata su gekiga seri e drammatici; Pazu invece punterà a riportare in vita l'intrattenimento tradizionale dei manga e film animati. Concentrandosi principalmente su studenti di quarta elementare (l'età in cui il numero di cellule del cervello raggiunge lo stesso numero che negli adulti), il film potrà raggiungere un pubblico di bambini persino più giovani, espandendo ulteriormente il proprio target di riferimento. Sono certo che centinaia di migliaia di appassionati più adulti andranno comunque a vedere questo film, per cui non c'è motivo per interessarci particolarmente ai loro gusti. C'è inoltre anche un'ampia, silente, parte di adulti che brama un film da poter apprezzare in una maniera più semplice e infantile. Il futuro dell'animazione è minacciato dal fatto che il target della maggior parte dei film prodotti al giorno d'oggi sta gradualmente avanzando verso l'alto. Sempre più film animati vengono fatti per andare incontri ai gusti delle nicchie, e stanno sempre più aumentando le sottocategorizzazioni e diversificazioni. Nel mezzo di tutto questo, è importante non dimenticare che l'animazione dovrebbe appartenere in primo luogo ai bambini e che i lavori realmente onesti che funzionano per i bambini avranno successo anche tra gli adulti.
Pazu è un progetto per riportare l'animazione indietro alle sue radici.

 
Hayao Miyazaki, 7 dicembre 1984

* uno dei titoli proposti originariamente per Laputa era Il giovane Pazu e il mistero del cristallo levitante
 

Fonte consultata:
- Original Proposal for Castle in the Sky - Goal of Project (Starting Point 1979 - 1996 di Hayao Miyazaki)

Moe3

Nella prima metà degli anni '90, nei primi ritrovi online di appassionati di manga e anime iniziò a diffondersi il termine moe per indicare la bruciante sensazione d'affetto nei confronti di un personaggio fittizio. Seppur non sia chiaro con esattezza come il termine sia nato, esso ottenne un'improvvisa esplosione di popolarità grazie a tre personaggi molto apprezzati all'epoca che ne condividevano il nome: Moe, protagonista dell'anime Kyoryu wakusei (1993), Takatsu Moe, dal manga Taiyo ni Smash! (1993) e, soprattutto, Hotaru Tomoe da Sailor Moon S (1994).
 
Moe

Fonte consultata:
Interview with Ka'ichiro Morikawa: Learning from Akihabara - How Moè Transformed a Neighborhood (The Moè Manifesto: An Insider Look at the Worlds of Manga, Anime, and Gaming di Patrick W. Galbraith)