Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Il 1974 fu un anno fondamentale per l'animazione giapponese, anche grazie al successo e all'impatto avuto dalla trasposizione animata che Isao Takahata e Zuiyo Eizo realizzarono a partire dal classico letterario di Johanna Spyri: Heidi. Una serie apprezzatissima, famosissima ed estremamente seminale, tanto da dare origine al World Masterpiece Theater e all'esplosione dell'animazione meisaku tratta dai classici della letteratura occidentale. Molto meno nota della versione di Takahata, tuttavia, è la breve trasposizione operata da TCJ ben sette anni prima, nel 1967, dallo stesso produttore Shigeto Takahashi ma diverso staff. In questo corto di pochi minuti vengono riassunti alcuni degli eventi principali della storia.
Fonte consultata:
- Osamu Dezaki - Il richiamo del vento di Mario A. Rumor
Ricordo la fortissima opposizione che incontrai da parte dell'editore e dei redattori, che spesso si espressero con termini che trovai sgradevoli, come "alle bambine non importa nulla della storia", o addirittura "che senso ha raccontare cose del passato?" Ricordo anche che queste critiche mi resero ancora più risoluta a portare il mio fumetto al successo, per dimostrare che anche alle "bambine" interessa la storia, quando la si racconta in modo interessante e coinvolgente. Cominciai comunque a disegnare sotto la minaccia che, se il fumetto non fosse entrato nei primi posti delle classifiche di gradimento che i lettori inviavano settimanalmente alla rivista, sarebbe stato immediatamente interrotto. Per fortuna fin dal primo numero il pubblico mostrò di apprezzarlo, però, episodio dopo episodio continuavo a temere che quello che disegnavo potesse essere l'ultimo...
ATTENZIONE!! SPOILER SUL FINALE DI LADY OSCAR / LE ROSE DI VERSAILLES!!
Alla fine mi fu comunque imposto di concludere la serie al massimo entro dieci settimane dalla morte di Oscar, e fu quello che fedelmente feci, lesinando un po' sugli ultimi momento di vita di Maria Antonietta.
Fonte consultata:
Intervista a Riyoko Ikeda - parte prima - (Le rose di Versailles vol.1, edizione d/books)
Nel 1959 Yoshihiro Tatsumi, stanco delle polemiche riguardo alle storie che lui e i suoi compagni disegnavano e desideroso di creare una distinzione che facesse capire la differenza della loro narrativa rispetto al manga tradizionale per bambini, scrisse una lettera a numerosi editori, distributori e mangaka in cui spiegare cosa fosse il gekiga e perchè fosse importante la creazione di una distinzione. Il gekiga, secondo Tatsumi, era caratterizzato non solo da tematiche più adulte e meno umoristiche e da un maggior realismo nella caratterizzazione psicologica, ma soprattutto da un target d'età di adolescenti e giovani adulti, non più solo i bambini che erano il target primario dei manga. Tra i destinatari della lettera ci fu anche Osamu Tezuka, all'epoca ancora specializzato in storie per bambini (i suoi drammi adulti ancora dovevano arrivare) che decise di tenere d'occhio questo movimento. A quanto ci racconta Tatsumi, quando il futuro Dio del manga scoprì il successo commerciale di queste storie gekiga fu talmente invidioso da cadere dalle scale!
- Quando Tezuka cadde dalle scale (fumettologica.it)
Fin dalle prime riunioni di lavoro, organizzate per raccogliere idee circa il progetto "City Hunter", io e Hojo ci siamo sempre trovati d'accordo su quella che avrebbe dovuto essere la personalità di Ryo, il protagonista del manga. Volevamo che somigliasse un po' al ladro Masato Kamiya, che fa la sua prima comparsa nel secondo volume di "Cat's Eye". Questo personaggio si è poi come animato di vita propria, e, durante le riunioni di sviluppo di "Cat's Eye", è stato lo spunto di interminabili risate tra noi. Era da tempo che desideravo creare un nuovo racconto con un personaggio del genere come protagonista. È stata una circostanza davvero fortunata, quella di imbattersi durante l'elaborazione di un fumetto nel protagonista del fumetto successivo.
Fonte consultata:
- Il caporedattore responsabile del progetto racconta... I SEGRETI DELLA NASCITA DI CITY HUNTER (City Hunter Complete Edition vol.1, edizione Planet Manga)
Nella lavorazione della coproduzione nippo-francese Ulysses 31, Kawamori si trovò a collaborare con lavoratori e aziende francesi. Se il lavoro quotidiano a suo avviso non cambiò in modo significativo rispetto al solito, rimase particolarmente colpito da una richiesta di una ditta di produzione di giocattoli, che chiese di realizzare il minor numero possibile di parti affilate nei mezzi. Dal momento che si trattava di una produzione per bambini, eventuali giocattoli troppo affilati avrebbero potuto risultare pericolosi... Kawamori non aveva mai ricevuto una richiesta simile da parte di aziende giapponesi.
Fonte consultata:
Interview – 40 Years of Shoji Kawamori (fullfrontial.moe)
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
L'Heidi della TCJ
Il 1974 fu un anno fondamentale per l'animazione giapponese, anche grazie al successo e all'impatto avuto dalla trasposizione animata che Isao Takahata e Zuiyo Eizo realizzarono a partire dal classico letterario di Johanna Spyri: Heidi. Una serie apprezzatissima, famosissima ed estremamente seminale, tanto da dare origine al World Masterpiece Theater e all'esplosione dell'animazione meisaku tratta dai classici della letteratura occidentale. Molto meno nota della versione di Takahata, tuttavia, è la breve trasposizione operata da TCJ ben sette anni prima, nel 1967, dallo stesso produttore Shigeto Takahashi ma diverso staff. In questo corto di pochi minuti vengono riassunti alcuni degli eventi principali della storia.
Fonte consultata:
- Osamu Dezaki - Il richiamo del vento di Mario A. Rumor
Alle bambine non importa nulla della storia
Ricordo la fortissima opposizione che incontrai da parte dell'editore e dei redattori, che spesso si espressero con termini che trovai sgradevoli, come "alle bambine non importa nulla della storia", o addirittura "che senso ha raccontare cose del passato?" Ricordo anche che queste critiche mi resero ancora più risoluta a portare il mio fumetto al successo, per dimostrare che anche alle "bambine" interessa la storia, quando la si racconta in modo interessante e coinvolgente. Cominciai comunque a disegnare sotto la minaccia che, se il fumetto non fosse entrato nei primi posti delle classifiche di gradimento che i lettori inviavano settimanalmente alla rivista, sarebbe stato immediatamente interrotto. Per fortuna fin dal primo numero il pubblico mostrò di apprezzarlo, però, episodio dopo episodio continuavo a temere che quello che disegnavo potesse essere l'ultimo...
ATTENZIONE!! SPOILER SUL FINALE DI LADY OSCAR / LE ROSE DI VERSAILLES!!
Alla fine mi fu comunque imposto di concludere la serie al massimo entro dieci settimane dalla morte di Oscar, e fu quello che fedelmente feci, lesinando un po' sugli ultimi momento di vita di Maria Antonietta.
Fonte consultata:
Intervista a Riyoko Ikeda - parte prima - (Le rose di Versailles vol.1, edizione d/books)
Il manifesto del gekiga e la caduta di Tezuka
Nel 1959 Yoshihiro Tatsumi, stanco delle polemiche riguardo alle storie che lui e i suoi compagni disegnavano e desideroso di creare una distinzione che facesse capire la differenza della loro narrativa rispetto al manga tradizionale per bambini, scrisse una lettera a numerosi editori, distributori e mangaka in cui spiegare cosa fosse il gekiga e perchè fosse importante la creazione di una distinzione. Il gekiga, secondo Tatsumi, era caratterizzato non solo da tematiche più adulte e meno umoristiche e da un maggior realismo nella caratterizzazione psicologica, ma soprattutto da un target d'età di adolescenti e giovani adulti, non più solo i bambini che erano il target primario dei manga. Tra i destinatari della lettera ci fu anche Osamu Tezuka, all'epoca ancora specializzato in storie per bambini (i suoi drammi adulti ancora dovevano arrivare) che decise di tenere d'occhio questo movimento. A quanto ci racconta Tatsumi, quando il futuro Dio del manga scoprì il successo commerciale di queste storie gekiga fu talmente invidioso da cadere dalle scale!
Fonti consultate:
- Una vita tra i margini di Yoshihiro Tatsumi- Quando Tezuka cadde dalle scale (fumettologica.it)
La nascita di Ryo Saeba
Fin dalle prime riunioni di lavoro, organizzate per raccogliere idee circa il progetto "City Hunter", io e Hojo ci siamo sempre trovati d'accordo su quella che avrebbe dovuto essere la personalità di Ryo, il protagonista del manga. Volevamo che somigliasse un po' al ladro Masato Kamiya, che fa la sua prima comparsa nel secondo volume di "Cat's Eye". Questo personaggio si è poi come animato di vita propria, e, durante le riunioni di sviluppo di "Cat's Eye", è stato lo spunto di interminabili risate tra noi. Era da tempo che desideravo creare un nuovo racconto con un personaggio del genere come protagonista. È stata una circostanza davvero fortunata, quella di imbattersi durante l'elaborazione di un fumetto nel protagonista del fumetto successivo.
Caporedattore responsabile del progetto: Nobuhiko Horie, direttore della Coamix
Fonte consultata:
- Il caporedattore responsabile del progetto racconta... I SEGRETI DELLA NASCITA DI CITY HUNTER (City Hunter Complete Edition vol.1, edizione Planet Manga)
Poche parti affilate per Ulysses 31
Nella lavorazione della coproduzione nippo-francese Ulysses 31, Kawamori si trovò a collaborare con lavoratori e aziende francesi. Se il lavoro quotidiano a suo avviso non cambiò in modo significativo rispetto al solito, rimase particolarmente colpito da una richiesta di una ditta di produzione di giocattoli, che chiese di realizzare il minor numero possibile di parti affilate nei mezzi. Dal momento che si trattava di una produzione per bambini, eventuali giocattoli troppo affilati avrebbero potuto risultare pericolosi... Kawamori non aveva mai ricevuto una richiesta simile da parte di aziende giapponesi.
Fonte consultata:
Interview – 40 Years of Shoji Kawamori (fullfrontial.moe)
Questa frase è vomitevole.
Purtroppo ancora oggi ci sono troppe persone che considerano la storia un qualcosa di inutile.
Ma basta guardare il mondo per capire quanto questa frase sia pericolosa.
Interessante anche la curiosità su City Hunter.
Vi ringrazio
Mi ricordo da bambino come fu proprio Lady Oscar a fammi scoprire ed appassionare a quel momento storico.
Controvoglia forse, ma ne ha beneficiato enormemente anche il suo lavoro.
Curiosa la dinamica/nascita di Ryo Saeba, sinceramente vedo anche una somiglianza con Matthew oltre a Masato.
Ed è pazzesco che quello che sarebbe diventato il più grande classico degli shoujo è stato sempre a rischio cancellazione.
Quando ho visto quel personaggio in Occhi di gatto ho pensato subito a Ryo: anche se fisicamente Ryo somiglia più a Toshio il carattere è quello del ladro pervertito.
Articolo particolarmente interessante questo di oggi!
Concordo ^^
E Heidi magrolina e in pantaloni è piuttosto strana, ma tutto sommato gli elementi fondamentali della storia c'erano tutti. Il taglio della trama tendeva un po' al comico, mi pare, però..tipo cartoons americani.
Sono troppo lunghi per trasmetterli integralmente nelle scuole e poi rispetto al libro da cui sono tratte sono spesso molto rimaneggiate...
Vero, per esempio nel romanzo c’è una forte impronta religiosa che è stata epurata dall’anime , o come non ci fosse nessuna Flo nel romanzo the swiss Robinson( e manco si chiamavano Robinson)
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