Difficile giudicare se quando si menziona "Rossana" si evochi di più il ricordo della serie animata o quello della sua sigla cantata da Cristina d'Avena.
Di certo in entrambi i casi si tratta di qualcosa che ha impresso un segno forte, nell'ambito di quell'animazione nipponica giunta nel nostro Paese agli inizi degli anni 2000.
Kodomo no Omocha, affettuosamente contratto in Kodocha, è un anime di 102 episodi che traspone l'omonimo manga shōjo di Miho Obana serializzato in patria tra il 1994 e il 1998 sulla rivista Ribon di Shūeisha.
La serie animata è una produzione congiunta tra Studio Gallop e Nas, trasmessa in Giappone su TV Tokyo tra l'aprile 1996 e il marzo 1998 e mandata in onda in Italia sulla rete Italia 1 in orario pomeridiano dal luglio al novembre 2000 con il titolo "Rossana".
Nel raccontare le vicende di una giovanissima idol, l'undicenne protagonista Sana Kurata divenuta Rossana "Sana" Smith, la storia mescola i temi della commedia ironica e sentimentale di ragazzi alle prese con l'avvio dell'adolescenza nell'ambito del mondo della scuola, dello spettacolo, e di famiglie dal contesto poco ordinario; l'esuberante Sana fa ben presto la 'scontrosa' conoscenza del ruvido teppista Akito Hayama, che assume nella versione italiana il nome Heric mentre 'Akito' ne diviene il cognome, e la percezione dell'universo da parte di entrambi va lentamente ed irrimediabilmente ad allargarsi, mano a mano che la conoscenza tra i ragazzi si fa più profonda e complessa.
Un po' per queste variegate sfumature di storia di formazione, un po' per l'elemento del ragazzo sbandato, e un po' perché il concetto del lavoro di idol della protagonista non si è saputo, potuto o voluto renderlo al meglio, nel Kodocha/Rossana pervenuto in Italia i tagli, le censure e i dialoghi modificati non vengono lesinati.
In linea con gli adattamenti operati all'epoca sugli anime nipponici, anche in Kodocha/Rossana si adotta una incoerente mescolanza di termini originali giapponesi e inglesi inventati per i nomi dei personaggi, partendo dai già citati protagonisti e coinvolgendo tutto il restante cast; i tanti riferimenti alla cultura nipponica, quindi, inizialmente sono stati eliminati nei primi cinquanta episodi, per poi apparire nei successivi episodi, pur se risultando dunque poco accessibili in un mix non meglio contestualizzato.
Se da un lato è poi comprensibile la scelta di far parlare il personaggio di Fuka/Funny con un accento inglese per restituire la particolarità di una figura che in originale proviene da Osaka e si esprime con un marcato accento Kansaiben, dall'altro i dialoghi dell'intera serie si presentano comunque variamente modificati e in certi casi stravolti.
La cura della serie è da parte di Mediaset, che lo trasmette in prima visione sull'emittente televisiva Italia 1 all'interno dello storico contenitore "Bim Bum Bam" con un adattamento pesantemente censurato e, a volte, un ordinamento di episodi diverso dall'originale.
Il grande successo della serie fa sì che in seguito l'anime venga ripetutamente replicato, e che addirittura Mediaset decida di ri-editare il minutaggio degli episodi dai canonici 20 minuti ai 33 minuti, accorpando i 102 episodi in un complessivo di 70 totali. In un momento ancora successivo, la ri-trasmissione ritorna ai consueti 102 episodi in versione televisiva senza che però vi sia mai la possibilità di godere di una versione dialogata originale integrale dell'opera.
L'anime viene proposto interamente anche da De Agostini in VHS con 2 episodi per ogni cassetta, quindi da Yamato Video in DVD con 5 episodi per volumetto, interrompendosi tuttavia alla quinta uscita al 25° episodio; anche in questi due casi l'adattamento e il doppiaggio sono i medesimi di quello televisivo, che riprende le stesse censure audio e video.
A livello di contenuti extra, tuttavia, è da segnalare la presenza dell'audio giapponese con i sottotitoli e delle sigle originali nipponiche, in italiano rimpiazzate interamente dall'accattivante sigla "Rossana" di Cristina D'Avena e Giorgio Vanni, utilizzata sia in apertura che in chiusura. Come di consueto per le sigle italiane utilizzate per gli anime di Mediaset, la melodia presenta un arrangiamento completamente ex novo ad opera di Max Longhi e reca i testi di Alessandra Valeri Manera su una musica di Franco Fasano.
La popolarità crescente della sigla in Italia va di pari passo con quella della serie, al punto che si tratta di un pezzo immancabile nei concerti che la D'Avena tiene da vent'anni a questa parte in svariate piazze d'Italia.
Dei temi canori nipponici non vanno tuttavia dimenticati quantomeno le due celeberrime sigle di apertura "19-ji no news" (7 O'Clock News) dei TOKIO, trasmessa dal primo al 44° episodio, e "Ultra relax" di Tomoe Shinohara che l'ha seguita fino all'episodio conclusivo numero 102.
Quest'ultima in particolare è un folgorato e folle riflesso del forte senso caricaturale di cui è impregnato l'anime, ben più dell'originale manga cartaceo: è sufficiente ascoltarlo un'unica volta, infatti, per ritrovarsi catapultati d'un tratto nel tragicomico universo di Kodocha/Rossana con il forte desiderio di non volerlo abbandonare tanto presto. Non casuale, peraltro, è il fatto che nel corso degli anni proprio questa sigla è stata oggetto di diverse cover animate e non... compresa una versione Evangelion: cliccare per credere!
Non meno importante è la valenza della 'rockettara' "19-ji no news" nella terra del Sol Levante per la carriera della boyband che l'ha interpretata: i TOKIO infatti sono uno dei gruppi j-pop/rock dell'agenzia Johnny's Entertainment che hanno visto il debutto ufficiale 1994, ma proprio con l'arrivo del terzo album 'Blowing' contenente la sopracitata sigla di Kodocha hanno visto iniziare un legame sempre più frequente e solido tra le loro canzoni e l'impiego delle stesse in spettacoli e drama televisivi di successo. Gli esponenti del gruppo, pertanto, tra i quali citiamo il vocalist Tomoya Nagase, il popolare attore e batterista Masahiro Matsuoka e il presentatore televisivo Taichi Kokubun, caratterizzano con la loro presenza il mondo dell'intrattenimento nipponico da oltre vent'anni a questa parte.
Kodocha/Rossana non ha quindi contribuito solo alla fama della mangaka Miho Obana, che grazie a quest'opera nel 1998 si aggiudica il Kodansha Manga Award per la categoria shōjo; sulla scia del successo tanto in Giappone quanto in Italia della serie animata, il manga arriva anche nel nostro Paese tramite Dynit, che ne pubblica i 10 tankōbon da gennaio 2002 ad agosto 2003, oltre al volume speciale La Villa dell'Acqua (Mizu no yakata).
Seppure manga ed anime differiscano notevolmente l'uno dall'altro da un certo punto della storia in avanti, e la serie animata si caratterizzi anche per la presenza di diversi episodi riempitivi non presenti nel manga, in ambo le versioni dell'opera è presente quella medesima e vivace miscela di ingredienti che ha reso Kodocha un titolo d'impatto: in primis una protagonista dal carattere allegro ed esuberante, felice di vivere la propria vita al massimo ogni giorno e di contagiare con il proprio entusiasmo chiunque si ritrovi nel suo raggio d'azione. Perfettamente contrapposta a Sana è la figura di Akito, tanto scontroso quanto attirato suo malgrado dalla positività della protagonista, a dispetto di tutta l'ostilità che persevera nel mandarle contro. Accanto a loro vi è poi un vero e proprio teatrino composto da tanti personaggi secondari, dai compagni di scuola dei due ragazzi alla bizzarra madre adottiva di Sana e al manager della ragazzina, fino alle figure di Charles/Naozumi e Fuka/Funny che fanno la loro comparsa solo in seguito: tutti sono ben delineati e caratterizzati, capaci di mostrare tanto il meglio quanto il peggio di sé, e per questo assai più realistici di molti altri.
Il manga presenta un arco narrativo finale dai risvolti ben più drammatici di quanto la serie all'inizio non intenda essere, e che fra i lettori nel nostro Paese ha ricevuto un apprezzamento decisamente eterogeneo.
L'anime, a differenza del manga, come sopra citato si avvia su percorsi narrativi che permangono sul fronte sentimentalistico con toni più leggeri riprendendo abusati cliché già visti altrove; grande forza della serie animata è tuttavia il comparto musicale, che sfrutta la professione di idol di Sana per sfoggiare una colonna sonora di tutto rispetto. In Giappone si conta una raccolta di almeno quattro CD musicali al riguardo.
A riguardo della serie animata la Obana ha rivelato di non aver preso parte direttamente alla produzione dell'anime, supervisionandone però l'impostazione dei personaggi, la sceneggiatura ed altri dettagli.
La mangaka si è detta piuttosto lieta di come la serie sia riuscita a cogliere perfettamente lo spirito umoristico dell'opera originale e a farne risaltare le gag e i toni commedia tra i vari personaggi.
Precedente all'anime, inoltre, in Giappone era stato creato una sorta di 'episodio zero' di Kodomo no Omocha attraverso un OVA pilota di J.C. Staff per celebrare il 40º anniversario della rivista Ribon: in questo episodio della durata di 30 minuti, rimasto inedito nel nostro Paese, Sana reca una capigliatura bionda anziché castana, con un cast di doppiatori diverso da quello poi adottato per la serie principale.
Curiosità vuole che la sigla di chiusura dell'OVA, la theme "Kodomo no kimochi" interpretata da Chisa Yokoyama, doppiatrice di Sana, sia stata composta dalla stessa Miho Obana.
Nella serie animata di Kodocha alla Yokoyama subentra Shizue Oda, che in originale interpreta anche la theme d'intermezzo "Good-bye love", mentre in italiano è la brava Marcella Silvestri (Crilin in Dragon Ball) a caratterizzare la verve di Sana, affiancata da Renata Bertolas al canto.
Accanto a lei ritroviamo un cast di doppiatori di ottimo livello, dalla compianta Monica Bonetto e da Irene Scalzo su Akito a Simone d'Andrea su Robbie/Rei, Patrizia Scianca su Terence/Tsuyoshi, Alessandra Karpoff su Alyssa/Aya, Debora Magnaghi su Fuka/Funny, Stefania Patruno sulla madre di Sana e alla speciale menzione da farsi per la figura di Babbit/Bab cui presta la voce il bravo Luca Bottale: si tratta di una sorta di buffo animale con lo scopo di narratore, a metà tra un coniglio e un pipistrello, presente solo nell'anime, che in un certo senso richiama le creature magiche che fungono da mascotte nelle serie animate con protagoniste le 'maghette idol' dello Studio Pierrot e non solo.
Dato il lavoro come idol di Sana, la connessione è palese ma non scontata, dato che purtroppo neppure per una serie giunta da noi ben vent'anni più tardi dell'arrivo di L'Incantevole Creamy o Magica Magica Emi, si è saputo portare a piena luce una figura come quella complessa delle idol giapponesi, che implicano e rappresentano ben più dell'essere semplici cantanti o presentatrici come l'adattamento nella nostra lingua fa supporre.
In lingua italiana si è smarrito anche il fil rouge che connette il titolo dell'opera "Il giocattolo dei bambini" al suo significato: in originale il 'Kodomo no Omocha' altri non è infatti che il titolo del programma televisivo cui Sana presenzia, e che nella versione italiana è divenuto invece con un più semplice 'Evviva l'Allegria'.
Si tratta di una perdita che indubbiamente si può ritenere meno grave di quella di altri elementi più seri della storia: dallo stretto ed intimo rapporto di Sana e Rei all'abbandono della ragazzina da parte della madre naturale alla nascita, dall'utilizzo del coltello in maniera leggera di Akito, del sangue che ne scorre al rifiuto di accettazione come fratello da parte della sorella maggiore di Akito, fino alle gag che talora serbano allusioni sessuali da parte di adolescenti in erba, vi è molto della storia originale che a noi in Italia non è giunto, se non attraverso il manga.
Anche così, però, Kodocha/Rossana è entrato dritto dritto nell'animo di un numero smisurato di telespettatori più o meno giovani, che hanno visto in questa serie un'opera corale e divertente ma non priva di spunti di riflessione, volutamente eccessiva sul fronte umoristico, musicale quanto basta e drammatica il giusto.
Un mix, insomma, che ha saputo coinvolgere appieno e centrare così l'obiettivo di farsi ricordare a lungo.
Di certo in entrambi i casi si tratta di qualcosa che ha impresso un segno forte, nell'ambito di quell'animazione nipponica giunta nel nostro Paese agli inizi degli anni 2000.
Kodomo no Omocha, affettuosamente contratto in Kodocha, è un anime di 102 episodi che traspone l'omonimo manga shōjo di Miho Obana serializzato in patria tra il 1994 e il 1998 sulla rivista Ribon di Shūeisha.
La serie animata è una produzione congiunta tra Studio Gallop e Nas, trasmessa in Giappone su TV Tokyo tra l'aprile 1996 e il marzo 1998 e mandata in onda in Italia sulla rete Italia 1 in orario pomeridiano dal luglio al novembre 2000 con il titolo "Rossana".
Nel raccontare le vicende di una giovanissima idol, l'undicenne protagonista Sana Kurata divenuta Rossana "Sana" Smith, la storia mescola i temi della commedia ironica e sentimentale di ragazzi alle prese con l'avvio dell'adolescenza nell'ambito del mondo della scuola, dello spettacolo, e di famiglie dal contesto poco ordinario; l'esuberante Sana fa ben presto la 'scontrosa' conoscenza del ruvido teppista Akito Hayama, che assume nella versione italiana il nome Heric mentre 'Akito' ne diviene il cognome, e la percezione dell'universo da parte di entrambi va lentamente ed irrimediabilmente ad allargarsi, mano a mano che la conoscenza tra i ragazzi si fa più profonda e complessa.
Un po' per queste variegate sfumature di storia di formazione, un po' per l'elemento del ragazzo sbandato, e un po' perché il concetto del lavoro di idol della protagonista non si è saputo, potuto o voluto renderlo al meglio, nel Kodocha/Rossana pervenuto in Italia i tagli, le censure e i dialoghi modificati non vengono lesinati.
In linea con gli adattamenti operati all'epoca sugli anime nipponici, anche in Kodocha/Rossana si adotta una incoerente mescolanza di termini originali giapponesi e inglesi inventati per i nomi dei personaggi, partendo dai già citati protagonisti e coinvolgendo tutto il restante cast; i tanti riferimenti alla cultura nipponica, quindi, inizialmente sono stati eliminati nei primi cinquanta episodi, per poi apparire nei successivi episodi, pur se risultando dunque poco accessibili in un mix non meglio contestualizzato.
Se da un lato è poi comprensibile la scelta di far parlare il personaggio di Fuka/Funny con un accento inglese per restituire la particolarità di una figura che in originale proviene da Osaka e si esprime con un marcato accento Kansaiben, dall'altro i dialoghi dell'intera serie si presentano comunque variamente modificati e in certi casi stravolti.
La cura della serie è da parte di Mediaset, che lo trasmette in prima visione sull'emittente televisiva Italia 1 all'interno dello storico contenitore "Bim Bum Bam" con un adattamento pesantemente censurato e, a volte, un ordinamento di episodi diverso dall'originale.
Il grande successo della serie fa sì che in seguito l'anime venga ripetutamente replicato, e che addirittura Mediaset decida di ri-editare il minutaggio degli episodi dai canonici 20 minuti ai 33 minuti, accorpando i 102 episodi in un complessivo di 70 totali. In un momento ancora successivo, la ri-trasmissione ritorna ai consueti 102 episodi in versione televisiva senza che però vi sia mai la possibilità di godere di una versione dialogata originale integrale dell'opera.
L'anime viene proposto interamente anche da De Agostini in VHS con 2 episodi per ogni cassetta, quindi da Yamato Video in DVD con 5 episodi per volumetto, interrompendosi tuttavia alla quinta uscita al 25° episodio; anche in questi due casi l'adattamento e il doppiaggio sono i medesimi di quello televisivo, che riprende le stesse censure audio e video.
A livello di contenuti extra, tuttavia, è da segnalare la presenza dell'audio giapponese con i sottotitoli e delle sigle originali nipponiche, in italiano rimpiazzate interamente dall'accattivante sigla "Rossana" di Cristina D'Avena e Giorgio Vanni, utilizzata sia in apertura che in chiusura. Come di consueto per le sigle italiane utilizzate per gli anime di Mediaset, la melodia presenta un arrangiamento completamente ex novo ad opera di Max Longhi e reca i testi di Alessandra Valeri Manera su una musica di Franco Fasano.
La popolarità crescente della sigla in Italia va di pari passo con quella della serie, al punto che si tratta di un pezzo immancabile nei concerti che la D'Avena tiene da vent'anni a questa parte in svariate piazze d'Italia.
Rossana ~ Sigla italiana completa
Dei temi canori nipponici non vanno tuttavia dimenticati quantomeno le due celeberrime sigle di apertura "19-ji no news" (7 O'Clock News) dei TOKIO, trasmessa dal primo al 44° episodio, e "Ultra relax" di Tomoe Shinohara che l'ha seguita fino all'episodio conclusivo numero 102.
Quest'ultima in particolare è un folgorato e folle riflesso del forte senso caricaturale di cui è impregnato l'anime, ben più dell'originale manga cartaceo: è sufficiente ascoltarlo un'unica volta, infatti, per ritrovarsi catapultati d'un tratto nel tragicomico universo di Kodocha/Rossana con il forte desiderio di non volerlo abbandonare tanto presto. Non casuale, peraltro, è il fatto che nel corso degli anni proprio questa sigla è stata oggetto di diverse cover animate e non... compresa una versione Evangelion: cliccare per credere!
Kodomo no Omocha ~ Ultra Relax (Tomoe Shinohara)
Kodocha/Evangelion ~ Ultra Relax
Kodocha/Evangelion ~ Ultra Relax
Non meno importante è la valenza della 'rockettara' "19-ji no news" nella terra del Sol Levante per la carriera della boyband che l'ha interpretata: i TOKIO infatti sono uno dei gruppi j-pop/rock dell'agenzia Johnny's Entertainment che hanno visto il debutto ufficiale 1994, ma proprio con l'arrivo del terzo album 'Blowing' contenente la sopracitata sigla di Kodocha hanno visto iniziare un legame sempre più frequente e solido tra le loro canzoni e l'impiego delle stesse in spettacoli e drama televisivi di successo. Gli esponenti del gruppo, pertanto, tra i quali citiamo il vocalist Tomoya Nagase, il popolare attore e batterista Masahiro Matsuoka e il presentatore televisivo Taichi Kokubun, caratterizzano con la loro presenza il mondo dell'intrattenimento nipponico da oltre vent'anni a questa parte.
Kodomo no Omocha ~ 19-ji no news (TOKIO)
Kodocha/Rossana non ha quindi contribuito solo alla fama della mangaka Miho Obana, che grazie a quest'opera nel 1998 si aggiudica il Kodansha Manga Award per la categoria shōjo; sulla scia del successo tanto in Giappone quanto in Italia della serie animata, il manga arriva anche nel nostro Paese tramite Dynit, che ne pubblica i 10 tankōbon da gennaio 2002 ad agosto 2003, oltre al volume speciale La Villa dell'Acqua (Mizu no yakata).
Seppure manga ed anime differiscano notevolmente l'uno dall'altro da un certo punto della storia in avanti, e la serie animata si caratterizzi anche per la presenza di diversi episodi riempitivi non presenti nel manga, in ambo le versioni dell'opera è presente quella medesima e vivace miscela di ingredienti che ha reso Kodocha un titolo d'impatto: in primis una protagonista dal carattere allegro ed esuberante, felice di vivere la propria vita al massimo ogni giorno e di contagiare con il proprio entusiasmo chiunque si ritrovi nel suo raggio d'azione. Perfettamente contrapposta a Sana è la figura di Akito, tanto scontroso quanto attirato suo malgrado dalla positività della protagonista, a dispetto di tutta l'ostilità che persevera nel mandarle contro. Accanto a loro vi è poi un vero e proprio teatrino composto da tanti personaggi secondari, dai compagni di scuola dei due ragazzi alla bizzarra madre adottiva di Sana e al manager della ragazzina, fino alle figure di Charles/Naozumi e Fuka/Funny che fanno la loro comparsa solo in seguito: tutti sono ben delineati e caratterizzati, capaci di mostrare tanto il meglio quanto il peggio di sé, e per questo assai più realistici di molti altri.
Il manga presenta un arco narrativo finale dai risvolti ben più drammatici di quanto la serie all'inizio non intenda essere, e che fra i lettori nel nostro Paese ha ricevuto un apprezzamento decisamente eterogeneo.
L'anime, a differenza del manga, come sopra citato si avvia su percorsi narrativi che permangono sul fronte sentimentalistico con toni più leggeri riprendendo abusati cliché già visti altrove; grande forza della serie animata è tuttavia il comparto musicale, che sfrutta la professione di idol di Sana per sfoggiare una colonna sonora di tutto rispetto. In Giappone si conta una raccolta di almeno quattro CD musicali al riguardo.
Kodocha ~ Always be with you
A riguardo della serie animata la Obana ha rivelato di non aver preso parte direttamente alla produzione dell'anime, supervisionandone però l'impostazione dei personaggi, la sceneggiatura ed altri dettagli.
La mangaka si è detta piuttosto lieta di come la serie sia riuscita a cogliere perfettamente lo spirito umoristico dell'opera originale e a farne risaltare le gag e i toni commedia tra i vari personaggi.
Precedente all'anime, inoltre, in Giappone era stato creato una sorta di 'episodio zero' di Kodomo no Omocha attraverso un OVA pilota di J.C. Staff per celebrare il 40º anniversario della rivista Ribon: in questo episodio della durata di 30 minuti, rimasto inedito nel nostro Paese, Sana reca una capigliatura bionda anziché castana, con un cast di doppiatori diverso da quello poi adottato per la serie principale.
Curiosità vuole che la sigla di chiusura dell'OVA, la theme "Kodomo no kimochi" interpretata da Chisa Yokoyama, doppiatrice di Sana, sia stata composta dalla stessa Miho Obana.
Nella serie animata di Kodocha alla Yokoyama subentra Shizue Oda, che in originale interpreta anche la theme d'intermezzo "Good-bye love", mentre in italiano è la brava Marcella Silvestri (Crilin in Dragon Ball) a caratterizzare la verve di Sana, affiancata da Renata Bertolas al canto.
Accanto a lei ritroviamo un cast di doppiatori di ottimo livello, dalla compianta Monica Bonetto e da Irene Scalzo su Akito a Simone d'Andrea su Robbie/Rei, Patrizia Scianca su Terence/Tsuyoshi, Alessandra Karpoff su Alyssa/Aya, Debora Magnaghi su Fuka/Funny, Stefania Patruno sulla madre di Sana e alla speciale menzione da farsi per la figura di Babbit/Bab cui presta la voce il bravo Luca Bottale: si tratta di una sorta di buffo animale con lo scopo di narratore, a metà tra un coniglio e un pipistrello, presente solo nell'anime, che in un certo senso richiama le creature magiche che fungono da mascotte nelle serie animate con protagoniste le 'maghette idol' dello Studio Pierrot e non solo.
Dato il lavoro come idol di Sana, la connessione è palese ma non scontata, dato che purtroppo neppure per una serie giunta da noi ben vent'anni più tardi dell'arrivo di L'Incantevole Creamy o Magica Magica Emi, si è saputo portare a piena luce una figura come quella complessa delle idol giapponesi, che implicano e rappresentano ben più dell'essere semplici cantanti o presentatrici come l'adattamento nella nostra lingua fa supporre.
In lingua italiana si è smarrito anche il fil rouge che connette il titolo dell'opera "Il giocattolo dei bambini" al suo significato: in originale il 'Kodomo no Omocha' altri non è infatti che il titolo del programma televisivo cui Sana presenzia, e che nella versione italiana è divenuto invece con un più semplice 'Evviva l'Allegria'.
Si tratta di una perdita che indubbiamente si può ritenere meno grave di quella di altri elementi più seri della storia: dallo stretto ed intimo rapporto di Sana e Rei all'abbandono della ragazzina da parte della madre naturale alla nascita, dall'utilizzo del coltello in maniera leggera di Akito, del sangue che ne scorre al rifiuto di accettazione come fratello da parte della sorella maggiore di Akito, fino alle gag che talora serbano allusioni sessuali da parte di adolescenti in erba, vi è molto della storia originale che a noi in Italia non è giunto, se non attraverso il manga.
Anche così, però, Kodocha/Rossana è entrato dritto dritto nell'animo di un numero smisurato di telespettatori più o meno giovani, che hanno visto in questa serie un'opera corale e divertente ma non priva di spunti di riflessione, volutamente eccessiva sul fronte umoristico, musicale quanto basta e drammatica il giusto.
Un mix, insomma, che ha saputo coinvolgere appieno e centrare così l'obiettivo di farsi ricordare a lungo.
Dopo aver comprato il manga, sono rimasta sorpresa su quanto l'ultima parte della storia fosse diversa; peccato che l'anime sia stato allungato e abbia preso un'altra strada perché il manga è su un altro livello e la fine è molto più soddisfacente!
"si tratta di una sorta di buffo animale con lo scopo di narratore, a metà tra un coniglio e un pappagallo"
si dovrebbe correggere pappagallo con pipistrello!
Tornando al tema della notizia, amo Rossana specie nella sua versione manga. Purtroppo l'edizione italiana dell'anime è davvero tanto censurata, peccato perché i doppiatori erano anche bravi! (Marcella Silvestri su tutti, ma anche la mamma di Sana!)
Mi scuso per il refuso, corretto subito
Cmq, la sigla, tuttora la trovo carina, e di Cristina D'Avena ne sono grande fan, però date un po' di credito anche a Giorgio Vanni, che la cantavano insieme e hanno fatto entrambi un ottimo lavoro. Poi anche lui, ai tempi, era diventato famosissimo grazie ai Pokemon e Dragon Ball.
Poi la colonna sonora ç_ç
Per la versione italiana, mettendo da parte parte l'adattamento, la Silvestri pareva cucita addosso a Sana, e avendolo praticamente visto tutto anche in originale posso confermare l'incredibile somiglianza con la doppiatrice originale anche a livello caratteriale.
Anche la Patruno sulla madre XDXD
Non mi dispiacque affatto anche se preferivo altre storie sul genere. Mi piaceva però il pipistrello narratore!
Ho pure preso la nuova edizione del manga per leggere la storia originale ma devo ancora iniziarla.
Beh attenzione l'anime non è definibile incompleto, prende proprio un'altra via e si conclude con un arco finale differente (più aperto rispetto al cartaceo) che però aveva diverse analogie con quello del manga, almeno per quanto riguarda i personaggi di Nakao e il ragazzo del manga di cui non ricordo il nome.
Difficile spiegare senza fare spoiler ahah.
Diciamo che con "incompleto" mi riferisco a cose che non vengono portate a termine alla fine (e non aggiungo altro) e quindi non al suo "non andar di pari passo con il manga".
Va benissimo prendere una strada differente, ma diciamo che il finale, piú che aperto, a mio parere é proprio monco (pur essendo consapevole di come la mia sia una considerazione a posteriori, avendo letto il manga).
Avevo 8 anni quando l'anime venne trasmesso per la prima volta su Italia 1 nel tardo pomeriggio e mi aveva preso tantissimo, non solo per la parte sentimentale ed il triangolo amoroso tra Sana/Rossana con gli altri personaggi maschili, ma anche perché riusciva a passare in maniera estremamente credibile dalle situazioni più comiche (la madre di Sana con la casetta del criceto in testa! ) a quelle più tragiche (ricordo in particolare...
Poi va beh, all’epoca chiaramente quasi nessuno di noi poteva saperlo ma anche quest’anime purtroppo venne massacrato tantissimo da Mediaset che finì per censurare ed edulcorare tantissime scene (se non completamente stravolte da cima a fondo).
In effetti credo che l’anime di Rossana (anzi no, Kodomo no Omocha) meriterebbe ECCOME un nuovo doppiaggio integrale e fedele all'originale per ripristinare tutti gli scempi che ebbe al suo primo passaggio televisivo (come poi è stato fatto ad esempio per Orange Road e Nadia), peccato solo però che sia un anime con un numero consistente di episodi, quindi temo sia improbabile che Dynit o la Yamato Video (quest’ultima meno che meno) possano correre quest’azzardo purtroppo
Comunque, nonostante questo, Rossana è sicuramente uno degli anime che ha caratterizzato moltissimo la mia infanzia, diciamo uno dei tanti motivi che mi ha poi portato ad essere l’appassionato che sono oggi
Ho recuperato la Big Edition del manga pochi anni fa e dovrei mettermi a leggerla prima o poi, almeno per sapere finalmente com’è in realtà la “vera” storia senza stravolgimenti e tagli assurdi
Per fortuna c'era il manga.
Ho seguito anche il manga che è molto bello, ma purtroppo brucerei gli ultimi due volumi con l'ammorbo della malattia della bambola e un finale poco soddisfacente, quindi non posso biasimare l'anime che ha preso un'altra strada.
E' appena cominciata una nuova replica su Italia1, quindi Mediaset i diritti li ha eccome!
Sarebbe bellissima un'edizione integrale di quest'anime, magari ridoppiata...
Grazie per questo excursus!
Un appunto: Charles è Naozumi in originale, non Naoyama.
Recuperatevi il manga chi non l'ha ancora letto, è d'obbligo *-*
Io l'ho preso quando avevo sui 15 anni, ogni qualche anno lo leggo e mi sembra di farlo per la prima volta ogni volta.
Con il passare degli anni acquisto conoscenze, consapevolezze ed esperienze che mi permettono di vedere le situazioni ed i temi trattati nei volumi in maniera diversa.
Molto profondo, tanti spunti di riflessione...
Per me è LO shojo manga.
Qua su Animeclick però segna Yamato Video...
Come scritto nell'articolo, Yamato ha iniziato a pubblicare la serie in home video ma poi l'ha interrotta. I diritti tv sono Mediaset, infatti è ancora in onda alle 7:45 su Italia1
Un anime davvero travolgente, peccato l'adattamento mediaset e lo sbrodolamento di trama (parte sul padre ma soprattutto quella in America) ho nettamente preferito il manga anche per il mix più dosato di comicità e momenti romantici, certe volte nell'anime mi pareva tutto troppo esagerato
Ho pure il DVD coi primi episodi (un acquisto di prova, mi ero illusa che magari ci fossero i sottotitoli corretti ) e il CD con la colonna sonora, a pensarci adesso mi rendo conto di aver avuto un vero periodo di fissa per questa serie XD.
Il manga rimane tuttora uno dei miei shoujo preferiti di sempre.
Altra scena dell'anime, fra l'altro inserita in un lunghissimo filler, che viene ripetuta tante volte da dare sui nervi:
Comunque hanno da poco iniziato le repliche su Italia1, di mattina. Quando non devo lavorare di mattina lo riguardo volentieri.
Quello "spettacolo" di Sana e Naozumi ripetuto all'infinito era un delirio... XDXDXD
cioè ma seriamente 'sta roba doveva approdare a Broadway?
Ai tempi ogni tanto davo una mano ad un amico che faceva assistenze sui pc. Per un periodo è capitato che ci si recasse alla casa/studio di un musicista/compositore che sosteneva di essere autore, tra gli altri, dell'arrangiamento per la sigla di Rossana e ogni volta che andavamo là ci suonava e cantava la sigla. Sinceramente l'ho sempre trovata una cosa un po' strana ma simpatica
Ahimé scoperto il manga in età più matura l'ho trovato di una pesantezza inaudita, con personaggi fin troppi maturi per la loro età...pratica dei vecchi
L'anime uscì quando io andavo ancora alle elementari. A me piacque molto ma non più di altri e in generale all'epoca guardavo qualsiasi cosa passasse Italia1.
A 15 anni partecipai al mio primo ComiCon (all'epoca era da sfigati quindi fui costretta ad andare con i miei genitori, gli unici che vollero accompagnarmi) e comprai il cofanetto contenente l'intera serie manga. La storia è veramente bella, con picchi magnifici nella prima metà per poi calare un po' verso la fine in quanto l'autrice non sembra ben gestire il dramma privo di lati comici.
Quello che mi impedisce un bel rewatch dell'anime non sono tanto le censure, mi basterebbe guardarlo sottotitolato, quanto piuttosto il finale monco con quei due poracci che non riescono a mettersi insieme. Non so cosa si fumassero all'epoca gli autori per pensare che fosse una buona idea...
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.