Quando, nel marzo 2001, si concluse Digimon Adventure 02, il finale della serie lasciava ben pochi spiragli per una prosecuzione della vicenda (una quindicina d'anni dopo, in realtà, la avremo, ma questa è un'altra storia...). Le "Avventure Digimon" di Taichi, Yamato, Takeru, Daisuke, Ken e compagni avevano ormai concluso tutte le loro parentesi narrative. Nondimeno, il 1 aprile 2001, comparve sugli schermi giapponesi una terza serie televisiva dei Digimon, Digimon Tamers.
A differenza del "collega" Pokemon, cui bastò, per far proseguire la storia, far spostare i suoi personaggi in un nuovo universo da esplorare, Digimon seguì invece una linea già avviata con Gundam e i telefilm supereroistici, e che ancora al giorno d'oggi continua a trovare suoi esponenti nell'animazione nipponica (si pensi alla saga delle Pretty Cure), ossia quella di narrare serie completamente slegate dalle precedenti, con nuove ambientazioni e personaggi, ma facenti parte dello stesso filone e dunque aventi caratteristiche ricorrenti ben precise (nel nostro caso, i mostri che vengono da un mondo digitale e sono capaci di evolvere tramite il rapporto con bambini umani).
In questa nuova serie, i Digimon sono dei personaggi di successo, protagonisti di videogiochi, giocattoli e carte collezionabili che infiammano l'animo e la fantasia di Takato Matsuda (Takato Matsuki nella versione italiana), il giovanissimo protagonista di questa terza serie, ambientata nel mondo reale, nel quartiere di Shinjuku del 2001.
Takato è un ragazzino allegro e con la testa piena di sogni, che ama così tanto fantasticare con le avventure dei Digimon al punto da inventarsene uno tutto suo, Guilmon. Ciò che però Takato non sa è che in realtà i Digimon non sono soltanto personaggi di fantasia, ma esiste davvero un fantomatico mondo digitale, parallelo a quello degli umani e abitato da queste fantastiche creature, che, di tanto in tanto, per motivi ignoti, penetrano nel mondo umano.
E' il caso di Kurumon (Calumon nella versione italiana), piccolo e tenero esserino bianco dotato di miracolose facoltà, che si ritrova, spaesato, nel mondo umano. L'incontro di Takato con questo tenero mostriciattolo darà il via ad una grande avventura, in cui il ragazzo sarà affiancato proprio da Guilmon, il dinosauro rosso da lui inventato a cui i misteriosi poteri di Kurumon hanno dato magicamente vita.
Per Takato, il poter avere finalmente un Digimon reale tutto per sé è una gran gioia e vorrebbe poter giocare con lui per sempre. Tuttavia, vi sono numerosi misteri riguardanti i Digimon da scoprire e pericolose battaglie da affrontare.
Al ragazzo si affiancano l'amichevole e prudente Jiangliang Lee (Henry Wong in Italia) col suo Terriermon e la fredda e scostante Ruki Makino (Rika Nonaka in Italia) con Renamon. Tre personalità differenti e spesso in contrasto fra loro, che dovranno imparare a conoscersi e a collaborare per venire a capo di innumerevoli misteri. Perché i Digimon giungono nel mondo reale? Qual è la loro vera natura? Perché una misteriosa organizzazione del mondo umano è a conoscenza del mondo digitale?
Digimon Tamers, 51 episodi trasmessi in tv dalla primavera del 2001 a quella del 2002, è un grandissimo punto di svolta nella saga Digimon.
Non vi sono punti di contatto con le serie precedenti (eccezion fatta per Ryo Akiyama, "guest star" proveniente dai videogiochi per Wonderswan che compariva di sfuggita anche in Adventure 02). Cambiano i personaggi, cambia l'universo narrativo, cambiano i ritmi, cambiano le atmosfere.
Digimon Tamers è lento, misterioso, maturo, cupo, forte, da scoprire a tasselli, volta per volta. Un thriller urbano, ambientato in un Giappone realistico e inquietante che si contamina con elementi fantascientifici e tocca tematiche piuttosto mature per una serie per bambini (il rapporto dell'uomo con la tecnologia o la divinità, i sogni dei bambini e il ruolo che questi assumono una volta entrati nell'età adulta...). Una storia affascinante che si distacca quasi completamente da ciò che Digimon era stato sino a quel momento, riuscendo a portare il franchise al suo estremo.
Un Digimon forse meno spettacolare, ma più realistico (non si contano i luoghi della serie realmente esistenti nel quartiere di Shinjuku), intimistico e riflessivo, in cui per i primi episodi, piuttosto che trasformarsi, i mostri vengono potenziati dai loro partner umani mediante l'uso di speciali carte da gioco (le stesse commercializzate dalla Bandai) che gli donano facoltà particolari. Gli stadi evolutivi sono più difficili da raggiungere, si conquistano con molti sacrifici, le battaglie sono più spietate e i Digimon emergono, sin dai codici binari in computer grafica che accompagnano le loro evoluzioni, come delle creature fatte di numeri e perciò facilmente riproducibili e cancellabili. Questo porta la storia verso nuovi temi e sviluppi, creando una vicenda matura dove la tematica dei sogni dei bambini, da sempre caratteristica della serie, si mescola con tinte più inquietanti e riflessive, citazioni a Neon Genesis Evangelion e momenti di grande intensità e drammaticità.
La svolta si deve a Chiaki J. Konaka (Serial Experiments Lain, Texhnolyze), lo scrittore di questa terza serie, che ha donato una sua personale e inquietante visione dell'universo Digimon, diversa dalle precedenti.
Un'ulteriore innovazione viene introdotta sul lato delle evoluzioni dei Digimon. Se le serie precedenti avevano mostrato cosa succedeva quando due Digimon si fondevano tra loro, Tamers mostra invece, tramite l'evoluzione Matrix, una fusione tra il Digimon e il suo partner umano. I tre protagonisti possono fondersi coi loro mostri, donandogli la possibilità di trasformarsi in dei Digimon molto più potenti e di aspetto umanoide, all'interno dei quali sono contenuti i corpi dei ragazzi (in maniera simile a quanto visto coi Managuerrieri di Magic Knight Rayearth).
Parte dello staff è lo stesso che aveva dato vita alle serie precedenti, ma cambia la regia, ora affidata a Yukio Kaizawa (One Piece, Ring ni kakero).
I tre protagonisti Takato, Jiangliang e Ruki hanno rispettivamente le voci di Makoto Tsumura (Tsutsui in Hikaru no go), Mayumi Yamaguchi (Envy in Full Metal Alchemist, nonché Gabumon nelle serie precedenti) e Fumiko Orikasa (Rukia in Bleach). Fra i molti doppiatori importanti che hanno preso parte alla serie spicca senza dubbio Masako Nozawa, la storica voce di Son Goku, figli e cloni vari in Dragon Ball, che qui interpreta Guilmon.
Rispetto alle serie precedenti, la grafica è molto migliorata, e con lei anche la colonna sonora. Digimon Tamers presenta infatti un gran numero di brani cantati, dai collaudati Kouji Wada e Ai Maeda (doppiatrice di Mimi nelle serie precedenti, che metteva spesso e volentieri la sua voce al servizio della colonna sonora), ma anche da nuove voci come i Wild Child Bound (interpreti di "Evo", la canzone che accompagna le evoluzioni di primo e secondo livello), Michihiko Ohta (interprete di "Slash", canzone che accompagna le scene in cui i Digimon vengono potenziati con le carte piuttosto che fatti evolvere), Takayoshi Tanimoto (interprete di "One Vision", canzone che accompagna le evoluzioni Matrix nelle sue tre versioni differenti per Dukemon/Gallantmon, SaintGargomon/MegaGargomon e Sakuyamon) e i doppiatori dei protagonisti, che ci regalano come al solito brani eseguiti in solitaria, in gruppo, in coppia coi doppiatori dei Digimon, raccolti in svariati dischi.
La sigla d'apertura, "The biggest dreamer", è il perfetto simbolo della serie, col suo testo che parla della vita e dei sogni di un bambino, ricordandoci che, ancora una volta, il tema dei sogni infantili e la metafora del passaggio dall'infanzia all'adolescenza fanno da perno alla serie Digimon. Questa terza serie porta infatti questi temi all'eccesso, facendone in gran parte i propri cardini (anche e soprattutto nell'emblematico e metaforico finale), grazie ad un protagonista, Takato, che è molto meno coraggioso, sportivo e impulsivo rispetto ai suoi predecessori, ma ha un carattere più dolce, fantasioso e sognatore.
Digimon Tamers ha diviso i suoi spettatori: c'è chi è rimasto deluso dalla lentezza della serie e dalla sua deriva più matura e psicologica e chi, invece, l'ha molto apprezzata. La serie, infatti, si dimostrò seguita anche da un cospicuo pubblico di fans adulti.
Da Digimon Tamers, come di consueto, sono stati tratti giocattoli, videogiochi, drama cd e persino un prequel in forma di racconto. Digimon Tamers 1984, scritto da Chiaki J. Konaka e illustrato da Kenji Watanabe, fu pubblicato nel 2002 su SF Japan, una rivista di fantascienza, e si focalizza sui personaggi dei Pionieri Digitali, coloro che nella serie sono i creatori dei Digimon.
Anche per la terza serie, uscirono, inoltre, due film cinematografici.
Digimon Tamers: The Adventurers' Battle (Dejimon Teimāzu: Bōkensha-tachi no Tatakai), uscito nel Luglio 2001, si concentra su un'avventura in solitario di Takato (successivamente raggiunto dagli amici) ambientata a Okinawa. Il ragazzo, ospite da un parente, dovrà vedersela con il malvagio Mephistomon, che vuole sfruttare a suo vantaggio il successo degli animaletti virtuali V-Pet presso gli umani. Nella sua battaglia sarà aiutato dalla giovanissima Minami, figlia del creatore dei V-Pet e legata al buon Shisamon.
Fra i grandi nomi coinvolti nel progetto ricordiamo i doppiatori Juurouta Kosugi (Kintoresky in Pretty Cure Splash Star) nel ruolo di Mephistomon e Kotono Mitsuishi (Usagi in Sailor Moon, Misato in Evangelion) in quello di Minami.
Il secondo film, Digimon Tamers: Runaway Digimon Express (Dejimon Teimāzu: Bōsō no Dejimon Tokkyū), proiettato nei cinema nel Marzo 2002 e situato cronologicamente dopo la fine della serie, è invece incentrato sul personaggio di Ruki, del quale vengono esplorate la psicologia, il passato e le relazioni familiari. Chiaki J. Konaka, lo sceneggiatore della serie tv, non è stato coinvolto in questo progetto, ma è rimasto ugualmente soddisfatto della buona resa del film, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione psicologica di Ruki e gli aspetti della sua vita familiare.
Fulcro del film è un Digimon dall'aspetto di un treno. Curiosamente, di lì a poco, altri Digimon a forma di treno avrebbero cominciato la loro corsa, ma di questo ne riparleremo il prossimo anno...
In Italia, Digimon Tamers viene trasmesso sulla Rai fra Dicembre 2002 e Febbraio 2003, passato un po' in sordina salvo qualche promo nei giorni immediatamente precedenti la trasmissione.
Anche in questo caso l'adattamento è stato realizzato in maniera decisamente buona, nonostante qualche censura (famoso fu il taglio di alcuni incubi deliranti mostrati nella preview del giorno precedente ma eliminati dall'episodio in questione) e i sempre presenti nomi americani dei Digimon e di qualche personaggio. La colonna sonora originale è stata mantenuta, con tanto di canzoni eseguite in giapponese di quando in quando, e anche la sigla della serie è stata eseguita cantandola sulla base della opening originale "The biggest dreamer".
In linea con le serie precedenti anche il doppiaggio, che schiera rispettivamente Gaia Bolognesi (Rin in Yes! Pretty Cure 5, Kaolla in Love Hina), Lorenzo De Angelis (Natsu in Yes! Pretty Cure 5, Mark Evans in Inazuma Eleven) e Perla Liberatori (Kaname in Full Metal Panic, Nagisa in Pretty Cure) nel ruolo dei tre protagonisti Takato, Jiangliang e Ruki, aiutati da Paolo Marchese (Uraganos in Pretty Cure Max Heart, Murasaki in Dragon Ball), Leonardo Graziano (Ikki in Medarot, Naruto nell'omonima serie) e Monica Gravina (Desparaia in Yes! Pretty Cure 5) nel ruolo dei loro ripettivi Digimon. Nel cast anche Alessio Cigliano, Fabrizio Vidale, Oliviero Dinelli e altri grandi del doppiaggio romano.
La trasmissione della serie, purtroppo, è passata piuttosto inosservata al grande pubblico e ha riscontrato diversi problemi, venendo interrotta spesso e volentieri senza preavviso per tribune politiche o eventi sportivi (già lo stesso secondo episodio saltò per un motivo del genere, e la Rai dedicò alla serie un appuntamento di un'ora il giorno successivo, replicando il primo episodio e trasmettendo il secondo in coda). Non si registra praticamente nessun oggetto di merchandising relativo alla serie, salvo un paio di videogiochi per Game Boy Advance e, dopo un'unica replica nell'estate 2003, di Digimon Tamers in Italia non s'ebbe più traccia. Anche i due film relativi non sono mai stati importati, facendo sì che, complice anche il distacco dai personaggi delle serie precedenti, la struttura più lenta e riflessiva e le tematiche più per adulti che per bambini, questa terza serie non sia particolarmente conosciuta e amata nel nostro paese.
A differenza del "collega" Pokemon, cui bastò, per far proseguire la storia, far spostare i suoi personaggi in un nuovo universo da esplorare, Digimon seguì invece una linea già avviata con Gundam e i telefilm supereroistici, e che ancora al giorno d'oggi continua a trovare suoi esponenti nell'animazione nipponica (si pensi alla saga delle Pretty Cure), ossia quella di narrare serie completamente slegate dalle precedenti, con nuove ambientazioni e personaggi, ma facenti parte dello stesso filone e dunque aventi caratteristiche ricorrenti ben precise (nel nostro caso, i mostri che vengono da un mondo digitale e sono capaci di evolvere tramite il rapporto con bambini umani).
In questa nuova serie, i Digimon sono dei personaggi di successo, protagonisti di videogiochi, giocattoli e carte collezionabili che infiammano l'animo e la fantasia di Takato Matsuda (Takato Matsuki nella versione italiana), il giovanissimo protagonista di questa terza serie, ambientata nel mondo reale, nel quartiere di Shinjuku del 2001.
Takato è un ragazzino allegro e con la testa piena di sogni, che ama così tanto fantasticare con le avventure dei Digimon al punto da inventarsene uno tutto suo, Guilmon. Ciò che però Takato non sa è che in realtà i Digimon non sono soltanto personaggi di fantasia, ma esiste davvero un fantomatico mondo digitale, parallelo a quello degli umani e abitato da queste fantastiche creature, che, di tanto in tanto, per motivi ignoti, penetrano nel mondo umano.
E' il caso di Kurumon (Calumon nella versione italiana), piccolo e tenero esserino bianco dotato di miracolose facoltà, che si ritrova, spaesato, nel mondo umano. L'incontro di Takato con questo tenero mostriciattolo darà il via ad una grande avventura, in cui il ragazzo sarà affiancato proprio da Guilmon, il dinosauro rosso da lui inventato a cui i misteriosi poteri di Kurumon hanno dato magicamente vita.
Per Takato, il poter avere finalmente un Digimon reale tutto per sé è una gran gioia e vorrebbe poter giocare con lui per sempre. Tuttavia, vi sono numerosi misteri riguardanti i Digimon da scoprire e pericolose battaglie da affrontare.
Al ragazzo si affiancano l'amichevole e prudente Jiangliang Lee (Henry Wong in Italia) col suo Terriermon e la fredda e scostante Ruki Makino (Rika Nonaka in Italia) con Renamon. Tre personalità differenti e spesso in contrasto fra loro, che dovranno imparare a conoscersi e a collaborare per venire a capo di innumerevoli misteri. Perché i Digimon giungono nel mondo reale? Qual è la loro vera natura? Perché una misteriosa organizzazione del mondo umano è a conoscenza del mondo digitale?
Digimon Tamers, 51 episodi trasmessi in tv dalla primavera del 2001 a quella del 2002, è un grandissimo punto di svolta nella saga Digimon.
Non vi sono punti di contatto con le serie precedenti (eccezion fatta per Ryo Akiyama, "guest star" proveniente dai videogiochi per Wonderswan che compariva di sfuggita anche in Adventure 02). Cambiano i personaggi, cambia l'universo narrativo, cambiano i ritmi, cambiano le atmosfere.
Digimon Tamers è lento, misterioso, maturo, cupo, forte, da scoprire a tasselli, volta per volta. Un thriller urbano, ambientato in un Giappone realistico e inquietante che si contamina con elementi fantascientifici e tocca tematiche piuttosto mature per una serie per bambini (il rapporto dell'uomo con la tecnologia o la divinità, i sogni dei bambini e il ruolo che questi assumono una volta entrati nell'età adulta...). Una storia affascinante che si distacca quasi completamente da ciò che Digimon era stato sino a quel momento, riuscendo a portare il franchise al suo estremo.
Un Digimon forse meno spettacolare, ma più realistico (non si contano i luoghi della serie realmente esistenti nel quartiere di Shinjuku), intimistico e riflessivo, in cui per i primi episodi, piuttosto che trasformarsi, i mostri vengono potenziati dai loro partner umani mediante l'uso di speciali carte da gioco (le stesse commercializzate dalla Bandai) che gli donano facoltà particolari. Gli stadi evolutivi sono più difficili da raggiungere, si conquistano con molti sacrifici, le battaglie sono più spietate e i Digimon emergono, sin dai codici binari in computer grafica che accompagnano le loro evoluzioni, come delle creature fatte di numeri e perciò facilmente riproducibili e cancellabili. Questo porta la storia verso nuovi temi e sviluppi, creando una vicenda matura dove la tematica dei sogni dei bambini, da sempre caratteristica della serie, si mescola con tinte più inquietanti e riflessive, citazioni a Neon Genesis Evangelion e momenti di grande intensità e drammaticità.
La svolta si deve a Chiaki J. Konaka (Serial Experiments Lain, Texhnolyze), lo scrittore di questa terza serie, che ha donato una sua personale e inquietante visione dell'universo Digimon, diversa dalle precedenti.
Un'ulteriore innovazione viene introdotta sul lato delle evoluzioni dei Digimon. Se le serie precedenti avevano mostrato cosa succedeva quando due Digimon si fondevano tra loro, Tamers mostra invece, tramite l'evoluzione Matrix, una fusione tra il Digimon e il suo partner umano. I tre protagonisti possono fondersi coi loro mostri, donandogli la possibilità di trasformarsi in dei Digimon molto più potenti e di aspetto umanoide, all'interno dei quali sono contenuti i corpi dei ragazzi (in maniera simile a quanto visto coi Managuerrieri di Magic Knight Rayearth).
Parte dello staff è lo stesso che aveva dato vita alle serie precedenti, ma cambia la regia, ora affidata a Yukio Kaizawa (One Piece, Ring ni kakero).
I tre protagonisti Takato, Jiangliang e Ruki hanno rispettivamente le voci di Makoto Tsumura (Tsutsui in Hikaru no go), Mayumi Yamaguchi (Envy in Full Metal Alchemist, nonché Gabumon nelle serie precedenti) e Fumiko Orikasa (Rukia in Bleach). Fra i molti doppiatori importanti che hanno preso parte alla serie spicca senza dubbio Masako Nozawa, la storica voce di Son Goku, figli e cloni vari in Dragon Ball, che qui interpreta Guilmon.
Rispetto alle serie precedenti, la grafica è molto migliorata, e con lei anche la colonna sonora. Digimon Tamers presenta infatti un gran numero di brani cantati, dai collaudati Kouji Wada e Ai Maeda (doppiatrice di Mimi nelle serie precedenti, che metteva spesso e volentieri la sua voce al servizio della colonna sonora), ma anche da nuove voci come i Wild Child Bound (interpreti di "Evo", la canzone che accompagna le evoluzioni di primo e secondo livello), Michihiko Ohta (interprete di "Slash", canzone che accompagna le scene in cui i Digimon vengono potenziati con le carte piuttosto che fatti evolvere), Takayoshi Tanimoto (interprete di "One Vision", canzone che accompagna le evoluzioni Matrix nelle sue tre versioni differenti per Dukemon/Gallantmon, SaintGargomon/MegaGargomon e Sakuyamon) e i doppiatori dei protagonisti, che ci regalano come al solito brani eseguiti in solitaria, in gruppo, in coppia coi doppiatori dei Digimon, raccolti in svariati dischi.
La sigla d'apertura, "The biggest dreamer", è il perfetto simbolo della serie, col suo testo che parla della vita e dei sogni di un bambino, ricordandoci che, ancora una volta, il tema dei sogni infantili e la metafora del passaggio dall'infanzia all'adolescenza fanno da perno alla serie Digimon. Questa terza serie porta infatti questi temi all'eccesso, facendone in gran parte i propri cardini (anche e soprattutto nell'emblematico e metaforico finale), grazie ad un protagonista, Takato, che è molto meno coraggioso, sportivo e impulsivo rispetto ai suoi predecessori, ma ha un carattere più dolce, fantasioso e sognatore.
Digimon Tamers ha diviso i suoi spettatori: c'è chi è rimasto deluso dalla lentezza della serie e dalla sua deriva più matura e psicologica e chi, invece, l'ha molto apprezzata. La serie, infatti, si dimostrò seguita anche da un cospicuo pubblico di fans adulti.
Da Digimon Tamers, come di consueto, sono stati tratti giocattoli, videogiochi, drama cd e persino un prequel in forma di racconto. Digimon Tamers 1984, scritto da Chiaki J. Konaka e illustrato da Kenji Watanabe, fu pubblicato nel 2002 su SF Japan, una rivista di fantascienza, e si focalizza sui personaggi dei Pionieri Digitali, coloro che nella serie sono i creatori dei Digimon.
Anche per la terza serie, uscirono, inoltre, due film cinematografici.
Digimon Tamers: The Adventurers' Battle (Dejimon Teimāzu: Bōkensha-tachi no Tatakai), uscito nel Luglio 2001, si concentra su un'avventura in solitario di Takato (successivamente raggiunto dagli amici) ambientata a Okinawa. Il ragazzo, ospite da un parente, dovrà vedersela con il malvagio Mephistomon, che vuole sfruttare a suo vantaggio il successo degli animaletti virtuali V-Pet presso gli umani. Nella sua battaglia sarà aiutato dalla giovanissima Minami, figlia del creatore dei V-Pet e legata al buon Shisamon.
Fra i grandi nomi coinvolti nel progetto ricordiamo i doppiatori Juurouta Kosugi (Kintoresky in Pretty Cure Splash Star) nel ruolo di Mephistomon e Kotono Mitsuishi (Usagi in Sailor Moon, Misato in Evangelion) in quello di Minami.
Il secondo film, Digimon Tamers: Runaway Digimon Express (Dejimon Teimāzu: Bōsō no Dejimon Tokkyū), proiettato nei cinema nel Marzo 2002 e situato cronologicamente dopo la fine della serie, è invece incentrato sul personaggio di Ruki, del quale vengono esplorate la psicologia, il passato e le relazioni familiari. Chiaki J. Konaka, lo sceneggiatore della serie tv, non è stato coinvolto in questo progetto, ma è rimasto ugualmente soddisfatto della buona resa del film, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione psicologica di Ruki e gli aspetti della sua vita familiare.
Fulcro del film è un Digimon dall'aspetto di un treno. Curiosamente, di lì a poco, altri Digimon a forma di treno avrebbero cominciato la loro corsa, ma di questo ne riparleremo il prossimo anno...
In Italia, Digimon Tamers viene trasmesso sulla Rai fra Dicembre 2002 e Febbraio 2003, passato un po' in sordina salvo qualche promo nei giorni immediatamente precedenti la trasmissione.
Anche in questo caso l'adattamento è stato realizzato in maniera decisamente buona, nonostante qualche censura (famoso fu il taglio di alcuni incubi deliranti mostrati nella preview del giorno precedente ma eliminati dall'episodio in questione) e i sempre presenti nomi americani dei Digimon e di qualche personaggio. La colonna sonora originale è stata mantenuta, con tanto di canzoni eseguite in giapponese di quando in quando, e anche la sigla della serie è stata eseguita cantandola sulla base della opening originale "The biggest dreamer".
In linea con le serie precedenti anche il doppiaggio, che schiera rispettivamente Gaia Bolognesi (Rin in Yes! Pretty Cure 5, Kaolla in Love Hina), Lorenzo De Angelis (Natsu in Yes! Pretty Cure 5, Mark Evans in Inazuma Eleven) e Perla Liberatori (Kaname in Full Metal Panic, Nagisa in Pretty Cure) nel ruolo dei tre protagonisti Takato, Jiangliang e Ruki, aiutati da Paolo Marchese (Uraganos in Pretty Cure Max Heart, Murasaki in Dragon Ball), Leonardo Graziano (Ikki in Medarot, Naruto nell'omonima serie) e Monica Gravina (Desparaia in Yes! Pretty Cure 5) nel ruolo dei loro ripettivi Digimon. Nel cast anche Alessio Cigliano, Fabrizio Vidale, Oliviero Dinelli e altri grandi del doppiaggio romano.
La trasmissione della serie, purtroppo, è passata piuttosto inosservata al grande pubblico e ha riscontrato diversi problemi, venendo interrotta spesso e volentieri senza preavviso per tribune politiche o eventi sportivi (già lo stesso secondo episodio saltò per un motivo del genere, e la Rai dedicò alla serie un appuntamento di un'ora il giorno successivo, replicando il primo episodio e trasmettendo il secondo in coda). Non si registra praticamente nessun oggetto di merchandising relativo alla serie, salvo un paio di videogiochi per Game Boy Advance e, dopo un'unica replica nell'estate 2003, di Digimon Tamers in Italia non s'ebbe più traccia. Anche i due film relativi non sono mai stati importati, facendo sì che, complice anche il distacco dai personaggi delle serie precedenti, la struttura più lenta e riflessiva e le tematiche più per adulti che per bambini, questa terza serie non sia particolarmente conosciuta e amata nel nostro paese.
Segnalo solo che nell'articolo non si parla abbastanza del personaggio che ha uno dei migliori archi di sviluppo dell'intero franchise, ovvero Impmon/Beelzemon u.ù
Digievolve Gilmon, è la realtà, Terriermon trasformerà e si materializza Renamon".
Lo amavo da bambina, ne ho un ottimo ricordo *_* infatti credo che sia la serie dei Digimon a cui sono più affezionata
Un pò come quando Lady Oscar finì le repliche e il giorno dopo trasmisero la prima assoluta di Pokémon; anche se io poi ho amato Pokémon alla follia (e tutt'oggi seguo sia videogame che anime), quel giorno la delusione fu tale che mi rifutai di vedere l'episodio 2 e 3 xD
Alla fine poi da adulta ho rimediato, ma credo di capire perché Tamers all'epoca ebbe un'accoglienza 'freddina'. Non tutti i bambini accolgono bene il cambiamento
Peccato oggi sia godibile solo per vie traverse e con un audio italiano pessimo.
Concordo pienamente! Io amo anche le prime due serie, tanto che fra le tre è veramente difficile dire quale sia la mia preferita, ma Tamers mi è veramente rimasto nel cuore.
Nasce infatti come serie per pubblicizzare il gioco di carte (i primi episodi sono difatti abbastanza standard, un po' sottotono), ad un certo punto si ci rende conto che la cosa è fallita infatti di carte non si parla più e gli episodi iniziano ad migliorare sempre di più con una storia che prende davvero... poi, di punto in bianco, si capisce che il budget è finito... la storia che sembrava dover durare parecchio viene di botto praticamente tagliata (nell'episodio della prima mega corrotta è abbastanza evidente il cambio di passo per cercare di andare al finale molto prima di quel che era il ritmo fino a quel momento).
Alcune scelte poi fanno un po' storcere il naso in quella stessa parte (in particolare l'ultimo episodio, la scelta di sceneggiatura fatta per far piangere un po' sembra forzata proprio all'ultimo, non c'è nulla che la preannunci. Ma anche la parte centrale di quella stessa saga in cui sembra andar tutto per il meglio fino ad un certo punto ma poi peggiora tutto di colpo senza evidente motivo).
Adventure 1 è la serie più coerente, le regole che si da vengono sempre rispettate e qualsiasi cosa esuli dalle stesse viene sempre spiegata.
Adventure 2 già si prende un po' più di libertà sotto questo punto di vista.
Tamers si svolge ovviamente in un altro universo ma contraddizioni ne ha parecchie (poi si sente un po' la mancanza dello stupendo design di Digiworld della prima serie).
Diciamo che avendole riviste di recente pare chiaro come il sole perché Tamers abbia avuto meno seguito delle precedenti.
Rimane comunque un'ottima serie che merita approfondimenti e anche una visione da parte di tutti, e capisco anche chi la ritiene la migliore (alla fin fine dipende dai punti di vista... io son sempre stato più sognatore e l'avventura di Adventure 01 sull'isola deserta mi era piaciuta da matti).
All'epoca rimasi un po' deluso dall'assenza dei protagonisti della prima serie ma tutto sommato riuscii a divertirmi anche con questa. Poi con la quarta (che vidi solo molto più in la) mi resi conto del perché sia stata l'ultima trasmessa in italia... è stata l'ultima serie che valeva la pena trasmettere, almeno fino alla sesta (che è stata poi trasmessa).
Sotto quel punto di vista la rai le ha azzeccate tutte.
Tamers ha sicuramente i suoi meriti e delle soluzioni interessanti ma sforzandomi di essere oggettiva (per quanto oggettivi si possa essere quando si esprime un giudizio su un prodotto di intrattenimento) non riesco a trovarla più adulta, ma solo diversa, e che entrambe le serie possano essere apprezzate in egual modo per motivi diversi.
L'articolo è molto bello, è sempre sorprendente vedere quanti nomi importanti possano celarsi dietro alla lavorazione di prodotti che noi abbiamo vissuto prevalentemente come serie per bambini.
Grazie mille
Per me è la notizia della giornata
Per chi viene dalle precedenti, Tamers non è una serie facile, ci vuole un po' ad affezionarcisi e non è detto che lo faccia. Decisamente, e i giapponesi lo hanno capito, una serie che si apprezza più da grandi che da bambini. Io l'ho vista (a nastro continuo) tra i sedici e i diciassette anni, non ero più bambino e nonostante tutto, pur avendo amato visceralmente 02 e sentendone la mancanza, mi sono goduto Tamers in un modo unico, che non ho più riprovato per nessun'altra serie Digimon, e avendola rivista a 23 in lingua originale l'ho amata ancora di più, con le canzoni e l'assenza di censure. E' una serie straordinaria che fortunatamente funziona perfettamente da sola (non si deve vedere nessun'altra serie Digimon né prima né dopo, per capirla) e quindi è consigliabile anche agli adulti, che probabilmente la apprezzeranno pure.
Dopo Tamers, nessun'altra è riuscita a raggiungere lo stesso livello, pur essendo carine: Frontier perde tutta la parte nel mondo reale che era una parte importante per la caratterizzazione dei personaggi e infatti manco ci prova a caratterizzarli, abbandonandoli a se stessi per parlare solo del protagonista rosso e del rivale blu; Savers è bellina e si segue con gran piacere ma le manca quel "qualcosa" che la faccia spiccare e non è valorizzata per niente dal lato musicale; Xros Wars è molto piacevole da seguire (anche se l'ultima parte è ripetitiva e noiosetta) e compensa dei personaggi non epocali con decine di canzoni fighissime, ma pur avendo i suoi momenti resta solo "carina"; Appmon è molto moderna nelle tematiche e sarebbe anche una bella serie, ma i combattimenti in cgi totalmente privi di canzoni in sottofondo non sono per niente belli da vedere; Tri, Kizuna e il remake di Adventure sono solo fanservice non necessario, che ci fanno ben capire come mai all'epoca svoltarono pagina per dedicarsi a Tamers.
E' una serie che ho visto e rivisto un sacco di volte, sfruttando le registrazioni fatte dalla trasmissione tv all'epoca, che ho seguito soffrendo tutte le volte che saltava per tribune politiche o eventi sportivi o vacanze varie, ma le emozioni che mi ha regalato me le porto nel cuore per sempre, in primis l'imbarazzantissima mia prima performance di karaoke in assoluto, proprio su "The biggest dreamer", cantata in giapponese maccheronico durante una vacanza studio, poi il concerto di Takayoshi Tanimoto al Cavacon dove mi ha cantato "One Vision" a pochi metri da me e io ero l'unico ad andargli dietro. La mia canzone preferita della serie è "Slash", ma in realtà le amo tutte, così come amo tutto di questa serie, ancora oggi attualissima e interessante e perciò consigliata a tutti.
Ma è una notizia stupenda... vedo che la data negli episodi di rilascio dice 21 gennaio quindi può darsi che siano usciti già da un po' ma non me n'ero assolutamente accorto se è così.
In ogni caso grazie davvero per averlo scritto! Vado subito a farmi una maratona.
Nel resto d'Europa, sì, da noi, oggi.
In pratica ci mettono circa due-tre mesi per confermare una licenza Toei per il territorio Italiano (è successo anche con Kira Kira Pretty Cure).
Da superfan innamoratissima della prima stagione di Adventure l'ho spammato ovunque ahah, figurati
Quando hanno annunciato l'acquisizione europea cinque minuti dopo ero su facebook a tartassare il team italiano di crunchy "allora quando lo rilasciate?" Neanche il tempo di fargli arrivare la notizia xDD
Mi fa piacere pensare che le persone possano ri-scoprire il primo Digimon così com'era in originale. Il doppiaggio era buono va detto, sicuramente migliore di certe robe che girano in quegli anni, tuttavia concettualmente il primo Digimon era una bomba. L'opening Butterfly è qualcosa che rimane nel cuore, e non dimentichiamo che Mamoru Hosoda ha curato il film prequel e la famosa puntata 21 - che io paragono tutt'oggi per atmosfere e contenuto a Evangelion e lo dico senza esagerazioni.
Si il doppiaggio in italiano di Digimon 01 è davvero di buona qualità... ma l'ho visto così tante volte che ho proprio voglia di vedermelo in giapponese per cambiare un po'.
Come non essere d'accordo sull'episodio 21... ricordo che tra gli episodi subito precedenti e quello c'è anche una differenza enorme in termini di qualità nelle animazioni e nei disegni... qualcosa che lascia decisamente il segno in un episodio che è quasi di passaggio (il che rende ancora più magistrale il lavoro fatto visto che è così memorabile).
Frontier è stata doppiata,quella non doppiata è Savers che è la quinta
ah già me l'ero dimenticata o rimossa!
vabbè è un errore di poco conto
è comunque un vero peccato che non sia mai stata doppiata in italiano,è una bella serie,fu sottotitolata anni fa in italiano da un gruppo di fansubber,quindi ce la siamo vista lo stesso,ma credo che forse doppiata in italiano avrebbe subito tagli e censure tremendi
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