L'argomento degli stipendi dei mangaka giapponesi è da sempre un tema alquanto spinoso all'interno del panorama dei manga. Le case editrici in Giappone pagano adeguatamente i loro disegnatori, i quali, molto spesso, si fanno carico anche di lavori quasi opprimenti? Questa volta una risposta è stata data da chi forse meno di aspetti: un eromangaka specializzato nel genere lolicon.
Rito Kimi, ricercatore ed esperto di manga erotici, ha pubblicato sul suo profilo Twitter un'immagine presa dalla sezione domande e risposte dell'ultimo numero di Comic LO, un'importante rivista hentai a tema lolicon pubblicata dall'editore Akane Shinsha.
Un lettore ha posto ad un mangaka la seguente domanda: "Perché le riviste pagano così poco gli autori? Gli editori li stanno sfruttando, non è vero?" Il disegnatore ha quindi così: risposto:
"Semplicemente perché le riviste costano poco. Un'uscita di Comic LO costa solo 1.000 yen (circa 7,60 euro). Una doujinshi auto-pubblicata di trenta pagine costa invece 500 yen (circa 3,80 euro). Se facessimo il rapporto, Comic LO costerebbe ben 5.000 yen (circa 37,90 euro). Un prezzo così alto è improponibile per il mercato, nessun lettore comprerebbe riviste a quel costo."
La seconda domanda chiede perché i mangaka di Comic LO non scelgano invece di auto-prodursi piuttosto che disegnare per una rivista, visto che grazie alle doujinshi guadagnerebbero di più. Anche qua c'è stata una risposta secca: "Non tutti gli artisti sono in grado di auto-promuoversi e vendere doujinshi. C'è sempre da stare dietro alle varie tendenze e quindi bisogna anche sforzarsi ulteriormente. Chi invece vuole solamente disegnare manga e avere uno stipendio stabile ha come migliore opzione quella di lavorare per una rivista del settore."
Non conosciamo il nome di chi ha voluto coraggiosamente parlare senza fronzoli della dura realtà che lega la maggior parte dei mangaka giapponesi, ma le sue risposte ci offrono spunti di riflessione importanti riguardanti lo stato del mercato dei manga, che comprende anche la sfera delle produzioni a sfondo erotico.
Fonte Consultata:
kudasai.
Rito Kimi, ricercatore ed esperto di manga erotici, ha pubblicato sul suo profilo Twitter un'immagine presa dalla sezione domande e risposte dell'ultimo numero di Comic LO, un'importante rivista hentai a tema lolicon pubblicata dall'editore Akane Shinsha.
『COMIC LO』の Q&A が大変正直すぎる件について… pic.twitter.com/gr12J9IZ78
— 稀見理都@(The History of Hentai Manga) On Sale! (@kimirito) February 1, 2022
Un lettore ha posto ad un mangaka la seguente domanda: "Perché le riviste pagano così poco gli autori? Gli editori li stanno sfruttando, non è vero?" Il disegnatore ha quindi così: risposto:
"Semplicemente perché le riviste costano poco. Un'uscita di Comic LO costa solo 1.000 yen (circa 7,60 euro). Una doujinshi auto-pubblicata di trenta pagine costa invece 500 yen (circa 3,80 euro). Se facessimo il rapporto, Comic LO costerebbe ben 5.000 yen (circa 37,90 euro). Un prezzo così alto è improponibile per il mercato, nessun lettore comprerebbe riviste a quel costo."
La seconda domanda chiede perché i mangaka di Comic LO non scelgano invece di auto-prodursi piuttosto che disegnare per una rivista, visto che grazie alle doujinshi guadagnerebbero di più. Anche qua c'è stata una risposta secca: "Non tutti gli artisti sono in grado di auto-promuoversi e vendere doujinshi. C'è sempre da stare dietro alle varie tendenze e quindi bisogna anche sforzarsi ulteriormente. Chi invece vuole solamente disegnare manga e avere uno stipendio stabile ha come migliore opzione quella di lavorare per una rivista del settore."
Non conosciamo il nome di chi ha voluto coraggiosamente parlare senza fronzoli della dura realtà che lega la maggior parte dei mangaka giapponesi, ma le sue risposte ci offrono spunti di riflessione importanti riguardanti lo stato del mercato dei manga, che comprende anche la sfera delle produzioni a sfondo erotico.
Fonte Consultata:
kudasai.
Rileggendo il mio commento volevo specificare una cosa: sarebbe ipocrita dire che il genere/target hentai non é per me, mi riferivo in particolare al "tag" Lolicon. Ripeto, non voglio assolutamente giudicare nessuno dicendo questo, semplicemente le storie "Lolicon" non sono per me. ^^
OK si parte sempre da una rivista, ma è assurdo che i disegnatori prendano poco mentre poi gli editori e tutto ciò che gira loro attorno si arricchiscano. Oppure arrivati a un certo livello le cose cambiano anche per i disegnatori?
P.S. Grazie per la notizia.
Non rido per niente.
In qualunque campo il lavoro va retribuito in modo giusto e che permetta a chi lavora di campare dignitosamente.
Dire che un artista deve fare la fame perché tanto "fa un lavoro artistico" vuol dire perpetuare questa situazione.
Di sicuro è un lavoro pesante che ti costringe tantissime ore seduto, andando oltre le normali 8 ore
Cosa si intende con"se facessimo il rapporto"?
Paragonato a cosa?
Il problema non è quello, altrimenti sei tu che non capisci l'arte,se la paragoni a incarichi burocratici.
Il problema è che i sindacati in Giappone non hanno preso piede, sono malvisti perché si ritiene che i finanziatori si tirerebbero indietro.
Anche chi si rivolge ai sindacati lo fa senza crederci troppo, pensando che tanto non cambia niente: bisogna cambiare la cultura dello sfruttamento con una cultura del lavoro.
Esempio non del cazzo, di più.
Non sono io che paragona l'arte a un lavoro burocratico, ma che pretende che ci siano dei salari. Semplicemente non è così, come ho detto è folle pretendere uno stipendio standardizzato per i lavori artistici, non ha senso logico. Se scrivi un libro e non vende o una canzone che non ascolta nessuno che senso ha lamentarsi che non si guadagna e richiedere un salario? Non ti sta bene il rapporto del tuo lavoro con l'apprezzamento del pubblico e di conseguenza con i guadagni? Cambi lavoro.
I sindacati non c'entrano nulla in questo caso specifico, ma anche in generale, in Giappone non c'erano nemmeno 30 anni fa eppure l'economia tirava e gli stipendi reali medi erano tra i più alti al mondo, se oggi l'economia giapponese è in stagnazione non è colpa della presenza o meno dei sindacati.
I sindacati non hanno preso piede nemmeno negli USA eppure hanno livelli di disoccupazione ai minimi per il corretto funzionamento dell'economia e stipendi reali che sono aumentati del 30% dagli anni novanta, al contrario in Italia, per esempio, abbiamo moltissimi sindacati e con molto potere eppure gli stipendi reali sono fermi da un 20 anni, quindi la presenza dei sindacati non è una variabile rilevante per quanto riguarda gli stipendi in generale;
se Giappone->no sindacati->stipendi reali fermi
USA->no sindacati->stipendi reali in aumento costante, anche considerevole negli ultimi anni
Italia->sì sindacati->stipendi reali fermi
https://stats.oecd.org/Index.aspx?DatasetCode=AV_AN_WAGE#
Per quanto riguarda lo sfruttamento in Giappone parliamone, stiamo parlando in questo settore specifico o in generale? Perchè se stiamo parlando in generale è semplicemente falso. https://ourworldindata.org/grapher/annual-working-hours-per-worker?country=JPN~ITA~FRA~POL
La ricchezza di un paese e lo stipendio di un singolo sono due cose diverse.
È vero che la disoccupazione si è ridotta,ma che lavoro fa la gente?
Il Raider a cinquant'anni?
L'operaio in acciaieria a diciotto?
Poi scusa, questa Idea che se non c'è niente che produci non è lavoro è proprio balzana.
Per me, è lavoro qualunque attività che comporta fatica fisica e mentale (penso d'esser l'unica persona che si scandalizza a vedere le live su internet, sapendo che ci guadagnano dei soldi).
Sono all'antica,ma il tuo discorso che se non c'è gente a cui vendere il tuo lavoro non è colpa di nessuno, che fai bene a cercarne un altro,mi ricorda il racconto verista"Nedda": quando pioveva,le raccoglitrici di olive stavano senza stipendio, dicendo fra loro che non è colpa del padrone, che lui non controlla il tempo (e così riproducevano spontaneamente le condizioni di sfruttamento in cui si trovavano).
N.B.
Negli ultimi anni si è adottato come metro di giudizio della ricchezza,la casa di proprietà.
Una volta ce l'avevano solo i ricchi.
D'accordo,ma nel caso di molti la casa è l'unica loro ricchezza,a parte il proprio lavoro.
No flame, ma la tua risposta non ha senso.
1. "È vero che la disoccupazione si è ridotta, ma che lavoro fa la gente - Il Raider a cinquant'anni - L'operaio in acciaieria a diciotto?" -> gli stipendi reali sono aumentati, in particolare è aumentata la richiesta e la paga dei lavori che richiedono competenze oltre la laurea. Quindi queste tue tre affermazioni sono false. Io mi sto riferendo agli usa, come detto l'economia giapponese come quella italiana hanno gravi problemi.
2. "Poi scusa, questa Idea che se non c'è niente che produci non è lavoro è proprio balzana" dove l'ho scritto? Da nessuna parte quindi non inventare cose che non ho detto, anzi ho affermato il contrario. L'arte è produzione di qualcosa e infatti ha un valore altissimo, gli artisti apprezzati sono pieni di soldi non a caso, che essi siano cantanti, scrittori o mangaka. Il problema è pretendere un salario, quindi uno stipendio standardizzato in questo campo, non può funzionare così perchè se produci qualcosa che la gente acquista fai i soldi altrimenti è giusto che il mercato faccio il suo corso, che senso avrebbe pagare un artista per fare qualcosa che non interessa a nessuno? Puoi farlo, ma non pretendere i soldi delle persone.
3. "Negli ultimi anni si è adottato come metro di giudizio della ricchezza, la casa di proprietà."-> questa frase dimostra che non hai aperto i link e non hai capito quello che sto dicendo. Io non ho mai parlato di ricchezza. ma di stipendi reali, sono due cose molto diverse.
No flame, peace and love.
Gli animatori e i mangaka sono artisti,ma lavorano per compagnie e case editrici, con orari e scadenze,se il fatto di essere creativi deve diventare una scusa per farli lavorare a cottimo (o per dire: avete fatto un ottimo lavoro,ma l'acquirente si è ritirato, perciò tiriamo la cinghia fino al mese prossimo)non sono d'accordo.
Nello specifico,io non ho una soluzione al problema, dovrei accumulare determinate competenze.
Però so che il problema esiste.
Sindacati,io ho riferito quello che si pensa in generale, non credo che si guadagni di meno o che si trovino meno sponsor per colpa dei sindacati.
Casa,io mi riferivo appunto all'Italia.
Fine dell'Off Topic.
Alla doujinshi che costa 500yen per 30pag
La rivista di 300 pag dovrebbe costare 5000 non 1000 yen
(ops, intedevo pedopornografia "artistica", sorry)
Purtroppo nel campo dell'arte (e anche in altri campi, lo sport per esempio) non può essere diverso, se vai forte puoi anche fare i milioni, ma se vai male quello che fai sarà al massimo un hobby, altrimenti sarebbe come se i calciatori della promozione chiedessero lo stipendio per giocare, invece lo fanno la sera dopo il lavoro
Qui è un discorso diverso.
Gli artisti sono sempre stati al di"fuori"della società, proprio perché il loro lavoro è"non indispensabile", hanno margini di libertà di espressione che i calciatori non hanno.
Una volta gli artisti avevano dei mecenati, anche se il rapporto con loro poteva essere difficile.
Oggi mi sembra che il semplice sostentamento dipende dal pubblico, è ancora più problematico.
Se non hai idea di cosa faccia un infermiere, delle loro responabilità, del loro impegno, della loro preparazione ed in generale del culo che si fanno, STAI ZITTO.
PS non sono un infermiere, sono un medico.
Chiedo scusa allo staff, ma quando ce vo' ce vo'
Non è che un artista deve fare la fame, il problema è che se gli artisti non sono molto famosi o non hanno successo fanno la fame proprio per il fatto che non vendono abbastanza. Quelle riviste su cui publicano non sono certo Shounen Jump che vendono milioni di copie ogni settimana, quindi vengono pagati in proporzione alle vendite, poco da fare. Ci sono un sacco di lavori in cui o ci si accaparra un sacco di clienti (in questo caso lettori), o si può chiudere la baracca perché non si guadagna abbastanza.
Il digitale offre la possibilità di pubblicare a basso costo e ampliare l'offerta. A me ultimemente incuriosice get backers, ma nessuno pubblicherebbe un manga di due tizi sgangherati anni 90' che vanno in giro a cercare oggetti. Con il digitale potrei sperare di trovarlo a pochi euro a volume. C'è sempre il rischio che il livello qualitativo sia pessimo: traduzioni dall'inglese o addirittura prese pari pari dalle scan...
Tralasciando che rimango molto dubbioso dal metodo usato dall'OECD quando altre metriche danno risultati piuttosto diversi (vedi ad esempio qui) considerando anche che per anni ci si è chiesto come mai gli stipendi reali in occidente non seguissero l'aumento della produttività (che in Italia comunque non c'è mai stato giusto per chiarire i dubbi), non è certo perché si sistemano dei casi di sfruttamento che aumenti il salario medio di una nazione con milioni di dipendenti.
Di fatto stai rispondendo come se chi quoti abbia detto che i sindacati salvano l'economia di una nazione, cosa palesemente falsa e che nessuno in buona fede possa onestamente sostenere.
Parliamone, perché credi che uno stato dove più del 30% dei lavoratori fanno >48 ore e più del 10% >60 non ci sia ancora una cultura dello sfruttamento (e mi sembra onestamente utopico pensare che gli interventi che ci sono stati a partire dagli anni '80 possano aver già normalizzato la situazione)?
Se vuoi guardare i dati facciamolo bene però, non mostrando una media che scende per lo più per via dell'aumento di lavoratori con <35 ore a settimana.
Per altro mi sfugge perché secondo te chi pubblica mensilmente un capitolo su una rivista non abbia diritto a uno stipendio decente solo perché non popolare come i colleghi.
Devo pensare che per te sarebbe giusto se un dipendente venisse pagato 800€ al mese perché è meno bravo e quindi produce meno dei colleghi che ne guadagnano 1300?
Se la rivista pubblica le sue storie un disegnatore ha diritto a un compenso adeguato, se non è abbastanza bravo per gli standard non deve essere pubblicato, essere pubblicato per un tozzo di pane è svilente e non mi sembra il caso di giustificare una simile pratica.
Grazie per il testo sul Giappone, molto interessante.
Per quanto riguarda i sindacati è letteralmente quanto detto dalla persona che ho quotato "Il problema è che i sindacati in Giappone non hanno preso piede", che ovviamente non è il problema dell'economia giapponese o delle troppe ore di lavoro, ma evidentemente una quantità di persone non indifferente la pensa così ed è giusto farlo notare.
Per il numero di ore lavorative, chiaramente il Giappone non è il paradiso e hanno molto da migliorare, ma la situazione dagli anni '80 è cambiata drasticamente e piano piano continua ancora oggi, se la media scende per lo più per via dell'aumento di lavoratori con <35 ore a settimana vuol dire che le cose migliorano. Soprattutto quando qui in Italia abbiamo probabilmente problemi peggiori tra caporalato e lavoro nero alle stelle, in moltissimi settori, eppure non c'è il luogo comune dei lavoratori italiani sfruttati, anzi. Il mio commento non era sminuire le problematiche delle condizioni di lavoro, ma combattere lo stereotipo del Giapponese che lavora a morte e il tasso di suicidi è alto per quello, quando non è così e mi sono stufato di vederlo ripetere a pappagallo ogni volta esce una news sul lavoro in Giappone.
In ultimo, sì è proprio quello che penso, te l'hai estremizzato con gli 800 euro al mese, ma un sistema di bonus e incentivi meritocratici fanno molto bene sul posto di lavoro e sono funzionali. Nel caso specifico non sappiamo le cifre, quindi non possiamo sapere se già percepiscono uno stipendio "decente" e vogliono un aumento oppure sono veramente sfruttati, in linea di massima continuo a trovare folle uno stipendio fisso per questo tipo di lavori.
Sì e no, i sindacati svolgono un lavoro importante di tutela del lavoratore da casi di sfruttamento.
Un lavoro che era ancora più importante nel passato, quando era molto più facile per i datori di lavoro nascondere trattamenti iniqui e minore era la consapevolezza del lavoratore.
Non è un mistero d'altronde che almeno in occidente la percentuale di lavoratori iscritti ai sindacati sia in calo da decenni (poi vabbè, in Italia abbiamo storture tipo che più della metà degli iscritti alla CGIL sono pensionati, ma in tante cose l'Italia è un pessimo metro di paragone).
Detto questo in alcuni settori il contributo dei sindacati è importante, anche solo come minaccia per poter spuntare condizioni di lavoro migliori (uno degli ultimi casi che mi era capitato di leggere era la volontà del reparto di QA di Raven Software di aderire a un sindacato, con ovvie resistenze da parte di Activision).
Una debolezza dei sindacati tende a pesare sui lavori marginali e sulle "ultime ruote del carro".
Beh, bisogna concedere che il governo ha varato diverse politiche per diminuire la tendenza a fare straordinari, ma essendo un fatto culturale non è possibile passare da una moltitudine di persone che facevano anche 80-100 ore a settimana finendo per rovinarsi la saluta a dipendenti che fanno 40 ore e staccano.
Di fatto culturalmente è ancora visto positivamente il fare un sacco di ore di lavoro al di là del proprio orario, sintomo che comunque il problema non è ancora del tutto risolto (ma come dicevo è impossibile, sono cambiamenti che richiedono intere generazioni).
Non è che sia contro la meritocrazia, chi lavora di più è meglio ovviamente merita una retribuzione superiore, non mi pare una cosa in discussione.
Però ogni lavoratore deve comunque aver diritto a una retribuzione che gli permetta di poter vivere del proprio lavoro, mentre mi pare di capire che la situazione di chi pubblica su queste riviste e basta non sia dissimile, per dire, agli animatori alle prime armi che magari sono costretti a fare lavoretti part-time per pagarsi l'affitto.
Trovo che un settore non sia veramente sostenibile se non c'è un minimo di redistribuzione tale da permettere anche agli autori meno conosciuti di vivere del proprio lavoro (alla fine non si tratta di self-publishing, è comunque un lavoro fatto verso editori che lo sfruttano per pubblicazioni seriali).
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