Toriton, in originale Umi no Triton ovvero Triton del mare, è una serie TV andata in onda in Giappone tra l'aprile e il settembre 1972 e arrivata in Italia dieci anni dopo. Rientra a pieno titolo tra le serie cult dell'epoca della prima invasione degli anime e la sua sigla, cantata dai Rocking Horse di Douglas Meakin, è rimasta nella memoria collettiva.
In questo scritto mi soffermerò sulla versione giapponese di Toriton e sul manga originale di Osamu Tezuka, di recente edito anche in Italia. Di Toriton esiste anche un film diviso in due parti di cui la prima, uscita nei cinema giapponesi nel 1979, non ebbe il successo sperato. Sconsiglio di vedere il film visto che si tratta semplicemente di un riciclo di scene della serie.
La qualità tecnica di Toriton è molto alta. Il chara design (opera del veterano Yukiyoshi Hane) è bellissimo e i colori davvero brillanti sembrano dieci anni avanti rispetto a quelli di serie andate in onda solo un anno prima (ricordo che Tiger Mask, Attack No 1, Sasurai no Taiyo andavano ancora in onda nel 1971) o contemporanee, come La maga Chappy. A parte la serie coeva dei Gatchaman (la qualità Tatsunoko era fuori misura) sono poche le serie di quel periodo che possono battere Toriton. Le animazioni della Toei sono anche molto apprezzabili, per lo meno da parte degli amanti degli anime vintage.
Lo schema della serie è quello tipico del mostro della settimana, a cui però si accompagna una trama orizzontale che progredisce lentamente da oceano ad oceano nel lungo viaggio dal Mar del Giappone all'oceano Atlantico.
Lo storia inizia con Toriton tredicenne che gioca con dei bambini in un villaggio di pescatori. Si scopre in un flashback che Toriton è un trovatello: abbandonato in fasce in una grotta collegata al mare, è stato allevato da un vecchio pescatore. Nel primo episodio Toriton incontra una delfina bianca, Ruka, che gli rivela la verità: lui è l'ultimo discendente maschile della stirpe dei Tritoni, i guardiani della pace sugli Oceani e unica difesa contro lo strapotere della stirpe dei Poseidoni. Il suo scopo dev'essere quello di ritrovare l'ultimo discendente femminile, la sirenetta Pippi, e di sconfiggere l'oscuro re dei mari Poseidone. E così Toriton parte, sempre inseguito dagli sgherri di Poseidone, che ha scoperto la sua esistenza grazie alle odiose meduse spia.
La serie di Toriton è un vero paradiso per i cultori degli anime vintage, presentando tutte le caratteristiche tipiche dei primi anni settanta: quindi puntate strappalacrime, sangue che scorre liberamente e morti in quantità. Ricorderò per esempio la puntata con la vampira Carmilla, adattata come "Kamila", seguendo la pronuncia giapponese, ma il nome è evidentemente un omaggio alla Carmilla di Sheridan Le Fanu. La puntata sembra uscita da Bem il mostro umano e la resa grafica di Karmilla è davvero spettacolare. Oppure la puntata "La perdita di un amico", che racconta la tristissima storia di un dinosauro risvegliatosi dopo milioni di anni e che si trova solo in un mondo che non gli appartiene più. Oppure la storia di Taros, gigantesca statua gresca a cui Poseidone ha dato vita, amica dei pinguini della Terra del Fuoco. O anche una puntata ispirata a Moby Dick, in cui Toriton è aiutato da una coppia di umani, padre e figlio, nel combattimento contro una balena bianca rediviva. Sono episodi davvero notevoli e che raccomando. Sono anche apprezzabili i vari episodi dedicati ai battibecchi tra Toriton e Pippi, che in teoria dovrebbero andare d'amore e d'accordo come predica in continuazione la delfina Ruka, ma che in realtà non si sopportano, come realistico per ragazzini di quell'età. È solo quando le cose si fanno veramente drammatiche, dopo l'inabissarsi dell'isola dei delfini che i due iniziano davvero a collaborare.
Toriton aveva uno zoccolo duro di appassionati in Giappone e ne esisteva un fan club: questo in un'epoca agli albori della cultura otaku, quando i fan club di anime erano rarissimi. Mari Kitani, parlando dell'origine del fenomeno del cosplay, cita Toriton in un interessante video.
Secondo la Kitani, il Clan dei Tritoni, come si chiamava il fan club, contava un numero incredibile di fan, incluse molte ragazze, attratte anche dalla bella presenza di Toriton.
Del resto l'idea che i tritoni siano la versione maschile delle sirene è relativamente moderna: nelle fonti greche originali sono descritti con testa umana, capelli e occhi verdastri, bocca larga dotata di zanne, corpo equino squamoso e coda di delfino. Secondo l'anime invece i tritoni hanno forma completamente umana e le sirene hanno la coda solo durante lo stadio infantile, assumendo poi forma completamente umana da adulte. Questa è una differenza dal manga di Tezuka dove le sirene mantengono la coda per tutta la vita.
Parlando di differenze, è da notare che nel manga la delfina Ruka non è bianca bensì dorata e circondata da un alone luminoso. Invece nell'anime Ruka ha solo una striscia dorata sulla fronte e sulla pinna dorsale, essendo per il resto bianca. Io ci vedo un'influenza di Zum il Delfino Bianco, serie animata franco-giapponese del 1971. La serie venne importata in Italia nel 1978.
Pensate a un'arma, che può essere un pugnale in una serie fantasy o un robot gigante in una serie mecha, che inizialmente sembra abbastanza ordinaria (un normalissimo pugnale, o un normale robot addirittura privo di armi) ma che ha un'origine antica e leggendaria. Immaginate che fin dalla prima puntata quest'arma, apparentemente di poco conto, venga temuta da nemici potentissimi che ne sanno molto più del protagonista, sia il nemico un impero sottomarino padrone dei sette mari o un impero alieno padrone di mezza galassia. Immaginate che, lentamente, episodio dopo episodio, si scoprano nuovi e misteriosi poteri di quest'arma. Che siano il potere di tagliare un iceberg o di disintegrare uno squalo nel caso del pugnale, oppure il potere di distruggere flotte spaziali o interi pianeti nel caso del robot gigante, immaginate che con il proseguo degli episodi si lasci intendere che quest'arma misteriosa sia stata all'origine di disastri immani nel remoto passato, come la caduta di Atlantide oppure la caduta della misteriosa Sesta Civiltà galattica. Immaginate infine che nell'ultimo episodio si scopra che quest'arma, inizialmente pensata come uno strumento al servizio dei buoni sia un realtà qualcosa di molto diverso e di moralmente ambiguo, con un lato oscuro ed inquietante: ed ecco che ho descritto contemporaneamente sia Toriton del 1972 e il capolavoro di Tomino del 1980, Ideon.
Nell'ultima puntata si scopre che Tritoni e Poseidoni facevano orginariamente parte dello stesso popolo, gli Atlantidi: quindi Toriton è stato coinvolto in una guerra fratricida. L'origine della faida risale a prima della caduta di Atlantide, quando un gruppo di scienziati scopre il siero dell'immortalità e si rifiuta di condividere il segreto, causando una guerra tra i Poseidoni (ovvero gli Atlandidi immortali) e i Tritoni (gli Atlantidi mortali). Per difendersi dai Tritoni, i Poseidoni si isolano nel sottosuolo, proteggendo l'ingresso con la statua di Poseidone che può essere spostata solo grazie al potere del pugnale di Oricalco. Messi al sicuro causano lo sprofondamento di Atlantide. Sfortunatamente per loro, però, prima del cataclisma un tritone fa in tempo a rubare il pugnale, e i Poseidoni rimangono imprigionati per millenni. Nondimeno la loro influenza si fa sentire per tutti i mari, perché sono in grado di dare ordini tramite la statua di Poseidone; da allora iniziano il genocidio dei Tritoni allo scopo di recuperare il pugnale di Oricalco. Apparentemente l'isolamento millenario ha reso i Poseidoni incapaci di vivere nel mare inquinato dei nostri giorni, motivo per cui spostare la statua ed esporli all'acqua del ventesimo secolo sarebbe morte certa per loro. Ed è proprio quello che succede, perché Toriton si rifiuta di rinfoderare il pugnale di Oricalco, causando lo spostamento della statua e la conseguente morte di tutta la stirpe dei Poseidoni, incluse donne e bambini. Ma di questo non ne fa un dramma: "non è così: io ho lottato per la pace dei mari contro la vostra malvagità!" dice ai Poseidoni morenti.
Insomma il finale giapponese è molto più drammatico di quello italiano, dato che non c'è nessun ravvedimento dei presunti malvagi che si ritengono delle vittime. Anche Toriton si vede come una vittima e nessuna delle due parti cede sulle sue posizioni, in uno stallo tragico eppure intensamente realistico. Va ammesso però che la visione dei Poseidoni è sicuramente di parte, dato che per i 26 episodi precedenti sono stati dei feroci oppressori degli oceani, tanto è vero che nell'ultimo episodio tutti i pesci dei mari si alleano a Toriton in una vera e propria rivoluzione. Il finale di Toriton non può non fare venire in mente il discorso finale di Koros in Daitarn 3, che pretendeva che i Meganoidi volessero soltanto la pace quando per i 39 episodi precedenti non avevano fatto altro che mettere a rischio la Terra.
Al contrario della serie TV, il manga di Tezuka ebbe un grosso successo e venne ristampato più volte in Giappone. Nei *free talks* di una delle ristampe, Tezuka si dissocia del tutto dalla serie televisiva. Sorprende un po' che Tezuka si sia sentito in dovere di sconfessare la serie, ma è anche vero che lo spirito del manga è completamente diverso. Negli anni settanta era piuttosto normale per le serie televisive presentare delle differenze significative rispetto al manga di riferimento, ma nel caso di Triton non si parla solo di differenze di trama e personaggi, ma anche di morale della storia e messaggi veicolati completamente diversi. È opportuno quindi considerarle come opere indipendenti, che non condividono neppure il titolo.
Il manga originale si intitolava infatti Aoi Toriton, Il tritone blu, ed è una tipica storia tezukiana basata sull'idea del cerchio della vita, alla Kimba, tanto è vero che nel penultimo capitolo Toriton muore e lo scettro passa a suo figlio Blue, il che giustifica il titolo.
Le atmosfere della serie televisiva sono molto più drammatiche e l'umorismo demenziale di Tezuka è del tutto assente. La trama è estremamente semplificata e mancano quasi tutti i personaggi del manga; i pochi che ci sono, sono spesso stravolti. Stravolti non solo a livello di chara design (Toriton è abbastanza diverso, Pippi completamente diversa) ma anche a livello di background e storia, tanto che si può dire che dal manga siano stati preso solo nomi.
Nel manga il re Poseidone è una macchietta, un ridicolo monarca sottomarino che ricorda un incrocio tra un toro e un cinghiale e parla un linguaggio incomprensibile. Nell'anime Poseidone è una gigantesca statua demoniaca alata, davvero spaventosa e inquietante. Che il boss finale fosse una statua non è infrequente negli anime d'epoca; lo si era visto nel film Cyborg 009 Kaijuu Sensou del 1967 e lo si vedrà in altre serie posteriori a Toriton, come per esempio in Raideen del 1975 o in Combattler del 1976.
Il manga venne inizialmente pubblicato su un quotidiano al ritmo di una pagina al giorno, a partire dal settembre 1979. Probabilmente anche in seguito al tipo di pubblicazione è evidente che la trama è stata abbozzata e adattata in corso d'opera. Inizialmente il protagonista è Kazuya, un giovane ragazzo che trova Toriton nella grotta marina e lo porta a casa dalla sua famiglia che lo adotta. Kazuya non esiste nella serie TV mentre nel manga è il personaggio principale di tutto il primo volume. A un certo punto Kazuya scompare e Toriton diventa il protagonista; poi ritorna per poche pagine, ma ridotto a un cieco muto; nel finale torna ancora, riacquista una certa importanza e senza un buon motivo anche vista e parola ("miracolo").
Un altro personaggio stravolto è quello di Heptapoda, nel manga è una figlia di Poseidone, inizialmente malvagia che viene salvata da Toriton e portata a casa sua, passando dalla sua parte. Nell'anime lo stesso nome è assegnato a una prigioniera della stirpe dei Poseidoni che aiuta Toriton. La storia è completamente diversa e anche il chara è diverso: in particolare l'Heptapoda della serie TV ha dei bellissimi capelli.
Il manga dedica ampio spazio alla prima figlia di Poseidone, Dorothea, che è una donna calva che si finge uomo; tale personaggio non esiste affatto nella serie TV, ma lo stesso nome (pronunciato Doritea) viene assegnato ad una strega dei mari.
Mi fermo qui: per fare una lista delle differenze tra manga e anime servirebbe un'enciclopedia. Il manga è comunque interessante e si fa leggere. In certe scene è particolarmente crudo; Toriton non ha il pugnale di Oricalco ma è un lanciatore di coltelli e non si fa scrupolo ad usarli, come quando in una scena pugnala un soldato dei Poseidoni in testa per obbligarlo a condurlo all'infermeria. Per gli standard di violenza attuali il manga andrebbe vietato ai minori di 18 anni, ma all'epoca non c'era nulla di strano.
La versione italiana
La versione italiana è fedelissima ai nomi giapponesi, perfino negli errori di pronuncia, e il nome Toriton deriva proprio dalla pronuncia giapponese dell'inglese Triton. La decisione di usare la pronuncia giapponese e non tradurre in Tritone è condivisibile, perché in italiano tritone non è un nome proprio, bensì il nome di una specie di creature mitologiche, e questo causerebbe solo confusione. Del resto la pronuncia giapponese è più semplice per noi italiani ed ha un precedente illustre proprio di quegli anni: Mazinga in luogo di Mazinger. Il doppiaggio è ottimo, le voci non sono solo molto buone ma anche azzeccate e vicine a quelle originali, incluse le vocette stridule di personaggi come le meduse spia e i cavallucci marini. La voce di Toriton è di Georgia Lepore, celebre per tante sigle di anime storici, che adesso doppia personaggi del calibro di Penelope Cruz e Cameron Diaz, tanto per intenderci. Suggerisco di vedere la versione italiana tranne che per l'ultima puntata in cui l'adattamento italiano purtroppo stravolge completamente il significato dell'originale. Nel 1982 (prima dell'epoca di Alessandra Valeri Manera) era raro vedere stravolgimenti del genere e non ricordo nessun altro caso così grave, di cui non so darmi spiegazione, visto in quegli anni non c'erano censure sugli anime in onda sulle TV private.In questo scritto mi soffermerò sulla versione giapponese di Toriton e sul manga originale di Osamu Tezuka, di recente edito anche in Italia. Di Toriton esiste anche un film diviso in due parti di cui la prima, uscita nei cinema giapponesi nel 1979, non ebbe il successo sperato. Sconsiglio di vedere il film visto che si tratta semplicemente di un riciclo di scene della serie.
La produzione
Il 1972 fu un anno difficile per la Mushi Productions, ormai sull'orlo del fallimento, che avverrà l'anno seguente. Per questo motivo Toriton non venne seguito direttamente da Osamu Tezuka, avendone già realizzato un breve pilot di 8 minuti. Invece venne affidato dall'Animation Staff Room di Yoshinobu Nishizaki, uno studio fondato appositamente per l'occasione, in teoria indipendente ma in che pratica usava personale della Mushi (anche se poi le animazioni di Toriton vennero appaltate alla Toei). A dirigere la serie Nishizaki chiamò un giovane e promettente regista, un certo Yoshiyuki Tomino, che all'epoca non aveva mai diretto un'intera serie anche se aveva parecchi anni di esperienza avendo iniziato ai tempi di Astroboy. Nishizaki decise di lasciare carta bianca a Tomino che stravolgerà completamente il manga di Tezuka e creerà una serie interamente sua, in cui possiamo vedere abbozzi di idee che verranno portate poi a compimento in serie come Gundam o Ideon. Incidentalmente, vale la pena ricordare che Nishizaki vorrà Tomino con sé anche due anni dopo, nella Corazzata Yamato (agli storyboard) e questo nonostante Toriton fosse stato un fiasco dal punto di vista degli ascolti, tanto da venire sospeso prematuramente dopo soli 27 episodi, quando normalmente in quegli anni una serie durava 52 episodi. Evidentemente gli ascolti non contavano così tanto ed un regista poteva permettersi di avere quattro serie sospese prematuramente (Toriton, Zambot, Gundam, Ideon) e ciò nonostante continuare a trovare lavoro!La qualità tecnica di Toriton è molto alta. Il chara design (opera del veterano Yukiyoshi Hane) è bellissimo e i colori davvero brillanti sembrano dieci anni avanti rispetto a quelli di serie andate in onda solo un anno prima (ricordo che Tiger Mask, Attack No 1, Sasurai no Taiyo andavano ancora in onda nel 1971) o contemporanee, come La maga Chappy. A parte la serie coeva dei Gatchaman (la qualità Tatsunoko era fuori misura) sono poche le serie di quel periodo che possono battere Toriton. Le animazioni della Toei sono anche molto apprezzabili, per lo meno da parte degli amanti degli anime vintage.
La storia
Toriton è l'ultimo discendende della stirpe dei Tritoni, gli originali abitanti di Atlantide, continente sprofondato nel mezzo dell'oceano Atlantico cinquemila anni fa in seguito ad una guerra con la razza dei Poisedoni. I motivi dell'odio tra Tritoni e Poseidoni non saranno completamente chiari fino all'ultima puntata, caratterizzata da una rivelazione sorprendente, una vera "tominata" che il regista dichiarò essere una reazione alla cancellazione delle serie. Alla discussione del finale dedicherò comunque un'intera sezione.Lo schema della serie è quello tipico del mostro della settimana, a cui però si accompagna una trama orizzontale che progredisce lentamente da oceano ad oceano nel lungo viaggio dal Mar del Giappone all'oceano Atlantico.
Lo storia inizia con Toriton tredicenne che gioca con dei bambini in un villaggio di pescatori. Si scopre in un flashback che Toriton è un trovatello: abbandonato in fasce in una grotta collegata al mare, è stato allevato da un vecchio pescatore. Nel primo episodio Toriton incontra una delfina bianca, Ruka, che gli rivela la verità: lui è l'ultimo discendente maschile della stirpe dei Tritoni, i guardiani della pace sugli Oceani e unica difesa contro lo strapotere della stirpe dei Poseidoni. Il suo scopo dev'essere quello di ritrovare l'ultimo discendente femminile, la sirenetta Pippi, e di sconfiggere l'oscuro re dei mari Poseidone. E così Toriton parte, sempre inseguito dagli sgherri di Poseidone, che ha scoperto la sua esistenza grazie alle odiose meduse spia.
La serie di Toriton è un vero paradiso per i cultori degli anime vintage, presentando tutte le caratteristiche tipiche dei primi anni settanta: quindi puntate strappalacrime, sangue che scorre liberamente e morti in quantità. Ricorderò per esempio la puntata con la vampira Carmilla, adattata come "Kamila", seguendo la pronuncia giapponese, ma il nome è evidentemente un omaggio alla Carmilla di Sheridan Le Fanu. La puntata sembra uscita da Bem il mostro umano e la resa grafica di Karmilla è davvero spettacolare. Oppure la puntata "La perdita di un amico", che racconta la tristissima storia di un dinosauro risvegliatosi dopo milioni di anni e che si trova solo in un mondo che non gli appartiene più. Oppure la storia di Taros, gigantesca statua gresca a cui Poseidone ha dato vita, amica dei pinguini della Terra del Fuoco. O anche una puntata ispirata a Moby Dick, in cui Toriton è aiutato da una coppia di umani, padre e figlio, nel combattimento contro una balena bianca rediviva. Sono episodi davvero notevoli e che raccomando. Sono anche apprezzabili i vari episodi dedicati ai battibecchi tra Toriton e Pippi, che in teoria dovrebbero andare d'amore e d'accordo come predica in continuazione la delfina Ruka, ma che in realtà non si sopportano, come realistico per ragazzini di quell'età. È solo quando le cose si fanno veramente drammatiche, dopo l'inabissarsi dell'isola dei delfini che i due iniziano davvero a collaborare.
La ricezione
Non mi capacito di come Toriton potesse essere stato un fiasco all'epoca. Non credo molto alla teoria secondo quale la serie fosse troppo complessa per i bambini (è vero per le serie successive di Tomino ma non per Toriton): lo schema a mostro della settimana e le molte battaglie lo rendono a mio avviso adattissimo a un pubblico giovane e infatti io lo apprezzavo molto da bambino. Inoltre non era più tragica di tante altre serie di quegli anni; tanto per citarne una, Hutch ovvero l'ape Magà, andava alla grande. Forse su un canale concorrente andava in onda un tokusatsu di grande successo alla stessa ora o forse è semplicemente falso che gli ascolti fossero bassi e il vero motivo per la cancellazione fu un altro.Toriton aveva uno zoccolo duro di appassionati in Giappone e ne esisteva un fan club: questo in un'epoca agli albori della cultura otaku, quando i fan club di anime erano rarissimi. Mari Kitani, parlando dell'origine del fenomeno del cosplay, cita Toriton in un interessante video.
Secondo la Kitani, il Clan dei Tritoni, come si chiamava il fan club, contava un numero incredibile di fan, incluse molte ragazze, attratte anche dalla bella presenza di Toriton.
Il mito di Atlantide
Toriton è liberamente ispirato alla leggenda di Atlantide, famosissima in occidente fin dai tempi di Platone che ne parlò nei dialoghi Timeo e Crizia (li potete facilmente trovare online tradotti in italiano). Dalla leggenda, Tezuka e Tomino traggono varie idee; per esempio Platone dice espressamente che il continente di Atlantide era governato dal dio Poseidone e parla anche dell'oricalco, metallo leggendario di colore rosso, con cui è fatto il pugnale di Toriton. Altre cose sono diverse, per esempio secondo Platone l'Atlantide è sprofondata 9000 anni prima dei tempi di Solone (quindi 11,600 anni fa) secondo l'anime solo 5000 anni fa. Secondo Platone gli abitanti di Atlantide erano normalissimi umani e non tritoni e sirene.Del resto l'idea che i tritoni siano la versione maschile delle sirene è relativamente moderna: nelle fonti greche originali sono descritti con testa umana, capelli e occhi verdastri, bocca larga dotata di zanne, corpo equino squamoso e coda di delfino. Secondo l'anime invece i tritoni hanno forma completamente umana e le sirene hanno la coda solo durante lo stadio infantile, assumendo poi forma completamente umana da adulte. Questa è una differenza dal manga di Tezuka dove le sirene mantengono la coda per tutta la vita.
Parlando di differenze, è da notare che nel manga la delfina Ruka non è bianca bensì dorata e circondata da un alone luminoso. Invece nell'anime Ruka ha solo una striscia dorata sulla fronte e sulla pinna dorsale, essendo per il resto bianca. Io ci vedo un'influenza di Zum il Delfino Bianco, serie animata franco-giapponese del 1971. La serie venne importata in Italia nel 1978.
"Toriton è stato il mio lavoro migliore"
Yoshiyuki Tomino è famoso per le sue esternazioni provocatorie, ma nel caso di Toriton mi sento di credergli: Toriton contiene in nuce molte tematiche tominiane tipiche che poi l'autore svilupperà in opere successive e pare plausibile la sua soddisfazione nell'essere riuscite a esprimerle per la prima volta. Prendiamo per esempio il personaggio di Toriton: a 13 anni gli viene detto che è un Tritone e che il suo destino è quello di combattere contro i Poseidoni e lui come reagisce? Con un rifiuto, naturalmente, perché dovrebbe combattere una guerra che sente come non sua? Si intravede qualcosa di Amuro Rei in questo rifiuto di Toriton. Oppure prendiamo il personaggio di Pippi, che per una buona metà delle puntate si comporta da bambina viziata: non solo è una visione realistica, ma è anche consistente con i molti personaggi femminili negativi che Tomino ci mostrerà in opere future. Ma l'idea più tominiana di tutte è quella del pugnale di Oricalco (Olihalkon nella pronuncia giapponese usata nel doppiaggio italiano). Il pugnale - completamente assente nel manga di Tezuka - è una rappresentazione simbolica di un tema caro a Tomino, quello del potere senza controllo.Pensate a un'arma, che può essere un pugnale in una serie fantasy o un robot gigante in una serie mecha, che inizialmente sembra abbastanza ordinaria (un normalissimo pugnale, o un normale robot addirittura privo di armi) ma che ha un'origine antica e leggendaria. Immaginate che fin dalla prima puntata quest'arma, apparentemente di poco conto, venga temuta da nemici potentissimi che ne sanno molto più del protagonista, sia il nemico un impero sottomarino padrone dei sette mari o un impero alieno padrone di mezza galassia. Immaginate che, lentamente, episodio dopo episodio, si scoprano nuovi e misteriosi poteri di quest'arma. Che siano il potere di tagliare un iceberg o di disintegrare uno squalo nel caso del pugnale, oppure il potere di distruggere flotte spaziali o interi pianeti nel caso del robot gigante, immaginate che con il proseguo degli episodi si lasci intendere che quest'arma misteriosa sia stata all'origine di disastri immani nel remoto passato, come la caduta di Atlantide oppure la caduta della misteriosa Sesta Civiltà galattica. Immaginate infine che nell'ultimo episodio si scopra che quest'arma, inizialmente pensata come uno strumento al servizio dei buoni sia un realtà qualcosa di molto diverso e di moralmente ambiguo, con un lato oscuro ed inquietante: ed ecco che ho descritto contemporaneamente sia Toriton del 1972 e il capolavoro di Tomino del 1980, Ideon.
Il finale italiano [SPOILER]
Come si è detto la serie venne cancellata prematuramente e Tomino decise di concluderla con un finale di quelli che piacevano a lui, non bianco e nero, ma uno moralmente problematico, che ricorda molto il finale di Daitarn 3.Nell'ultima puntata si scopre che Tritoni e Poseidoni facevano orginariamente parte dello stesso popolo, gli Atlantidi: quindi Toriton è stato coinvolto in una guerra fratricida. L'origine della faida risale a prima della caduta di Atlantide, quando un gruppo di scienziati scopre il siero dell'immortalità e si rifiuta di condividere il segreto, causando una guerra tra i Poseidoni (ovvero gli Atlandidi immortali) e i Tritoni (gli Atlantidi mortali). Per difendersi dai Tritoni, i Poseidoni si isolano nel sottosuolo, proteggendo l'ingresso con la statua di Poseidone che può essere spostata solo grazie al potere del pugnale di Oricalco. Messi al sicuro causano lo sprofondamento di Atlantide. Sfortunatamente per loro, però, prima del cataclisma un tritone fa in tempo a rubare il pugnale, e i Poseidoni rimangono imprigionati per millenni. Nondimeno la loro influenza si fa sentire per tutti i mari, perché sono in grado di dare ordini tramite la statua di Poseidone; da allora iniziano il genocidio dei Tritoni allo scopo di recuperare il pugnale di Oricalco. Apparentemente l'isolamento millenario ha reso i Poseidoni incapaci di vivere nel mare inquinato dei nostri giorni, motivo per cui spostare la statua ed esporli all'acqua del ventesimo secolo sarebbe morte certa per loro. Ed è proprio quello che succede, perché Toriton si rifiuta di rinfoderare il pugnale di Oricalco, causando lo spostamento della statua e la conseguente morte di tutta la stirpe dei Poseidoni, incluse donne e bambini. Ma di questo non ne fa un dramma: "non è così: io ho lottato per la pace dei mari contro la vostra malvagità!" dice ai Poseidoni morenti.
Il vero finale [SPOILER]
Il finale giapponese è ben diverso da quello italiano. Tomino infatti ci spiega che i Poseidoni sono vittime dei Tritoni e non viceversa: sono stati imprigionati nel sottosuolo dai Tritoni e offerti in sacrificio alla statua di Poseidone. Tuttavia alcuni di loro, meno di diecimila, sono riusciti a sopravvivere grazie all'energia positiva della statua, che può essere distrutta solo dall'energia negativa del pugnale di Oricalco. I Poseidoni (secondo da loro proclamato) volevano solo la pace e per questo hanno dovuto eliminare i malvagi Tritoni. Nel finale italiano riconoscono le proprie colpe e danno anche dei consigli a Toriton su come distruggere la statua, ma in originale non si pentono affatto, anzi addossano tutte le colpe a Toriton che condannano come loro carnefice. Toriton comunque rifiuta di addossarsi la responsabilità morale anche nell'originale. Il problema del mare inquinato non esiste: i Poseidoni muoiono semplicemente perché Toriton ha spostato la statua e bloccato la loro fonte di energia vitale. Mentre nella versione italiana si dice che un Tritone ha rubato il pugnale di Oricalco per ricattare i Poseidoni e ottenere il siero dell'immortalità, nella versione giapponese il siero dell'immortalità non esiste affatto e il pugnale non è stato rubato, ma creato dai Tritoni come arma finale per di distruggere la statua, solo che Atlandide si inabissa prima che possa venire usato. Insomma, la versione italiana inventa varie cose di sana pianta e rende i Poseidoni più malvagi di quanto non siano, rovinando il colpo di scena tominiano.Insomma il finale giapponese è molto più drammatico di quello italiano, dato che non c'è nessun ravvedimento dei presunti malvagi che si ritengono delle vittime. Anche Toriton si vede come una vittima e nessuna delle due parti cede sulle sue posizioni, in uno stallo tragico eppure intensamente realistico. Va ammesso però che la visione dei Poseidoni è sicuramente di parte, dato che per i 26 episodi precedenti sono stati dei feroci oppressori degli oceani, tanto è vero che nell'ultimo episodio tutti i pesci dei mari si alleano a Toriton in una vera e propria rivoluzione. Il finale di Toriton non può non fare venire in mente il discorso finale di Koros in Daitarn 3, che pretendeva che i Meganoidi volessero soltanto la pace quando per i 39 episodi precedenti non avevano fatto altro che mettere a rischio la Terra.
Il manga di Tezuka
Al contrario della serie TV, il manga di Tezuka ebbe un grosso successo e venne ristampato più volte in Giappone. Nei *free talks* di una delle ristampe, Tezuka si dissocia del tutto dalla serie televisiva. Sorprende un po' che Tezuka si sia sentito in dovere di sconfessare la serie, ma è anche vero che lo spirito del manga è completamente diverso. Negli anni settanta era piuttosto normale per le serie televisive presentare delle differenze significative rispetto al manga di riferimento, ma nel caso di Triton non si parla solo di differenze di trama e personaggi, ma anche di morale della storia e messaggi veicolati completamente diversi. È opportuno quindi considerarle come opere indipendenti, che non condividono neppure il titolo.
Il manga originale si intitolava infatti Aoi Toriton, Il tritone blu, ed è una tipica storia tezukiana basata sull'idea del cerchio della vita, alla Kimba, tanto è vero che nel penultimo capitolo Toriton muore e lo scettro passa a suo figlio Blue, il che giustifica il titolo.
Le atmosfere della serie televisiva sono molto più drammatiche e l'umorismo demenziale di Tezuka è del tutto assente. La trama è estremamente semplificata e mancano quasi tutti i personaggi del manga; i pochi che ci sono, sono spesso stravolti. Stravolti non solo a livello di chara design (Toriton è abbastanza diverso, Pippi completamente diversa) ma anche a livello di background e storia, tanto che si può dire che dal manga siano stati preso solo nomi.
Nel manga il re Poseidone è una macchietta, un ridicolo monarca sottomarino che ricorda un incrocio tra un toro e un cinghiale e parla un linguaggio incomprensibile. Nell'anime Poseidone è una gigantesca statua demoniaca alata, davvero spaventosa e inquietante. Che il boss finale fosse una statua non è infrequente negli anime d'epoca; lo si era visto nel film Cyborg 009 Kaijuu Sensou del 1967 e lo si vedrà in altre serie posteriori a Toriton, come per esempio in Raideen del 1975 o in Combattler del 1976.
Il manga venne inizialmente pubblicato su un quotidiano al ritmo di una pagina al giorno, a partire dal settembre 1979. Probabilmente anche in seguito al tipo di pubblicazione è evidente che la trama è stata abbozzata e adattata in corso d'opera. Inizialmente il protagonista è Kazuya, un giovane ragazzo che trova Toriton nella grotta marina e lo porta a casa dalla sua famiglia che lo adotta. Kazuya non esiste nella serie TV mentre nel manga è il personaggio principale di tutto il primo volume. A un certo punto Kazuya scompare e Toriton diventa il protagonista; poi ritorna per poche pagine, ma ridotto a un cieco muto; nel finale torna ancora, riacquista una certa importanza e senza un buon motivo anche vista e parola ("miracolo").
Un altro personaggio stravolto è quello di Heptapoda, nel manga è una figlia di Poseidone, inizialmente malvagia che viene salvata da Toriton e portata a casa sua, passando dalla sua parte. Nell'anime lo stesso nome è assegnato a una prigioniera della stirpe dei Poseidoni che aiuta Toriton. La storia è completamente diversa e anche il chara è diverso: in particolare l'Heptapoda della serie TV ha dei bellissimi capelli.
Il manga dedica ampio spazio alla prima figlia di Poseidone, Dorothea, che è una donna calva che si finge uomo; tale personaggio non esiste affatto nella serie TV, ma lo stesso nome (pronunciato Doritea) viene assegnato ad una strega dei mari.
Mi fermo qui: per fare una lista delle differenze tra manga e anime servirebbe un'enciclopedia. Il manga è comunque interessante e si fa leggere. In certe scene è particolarmente crudo; Toriton non ha il pugnale di Oricalco ma è un lanciatore di coltelli e non si fa scrupolo ad usarli, come quando in una scena pugnala un soldato dei Poseidoni in testa per obbligarlo a condurlo all'infermeria. Per gli standard di violenza attuali il manga andrebbe vietato ai minori di 18 anni, ma all'epoca non c'era nulla di strano.
Quasi quasi recupero sia il manga e la, serie TV edita da yamato video
Io personalmente condivido l'opinione che Tomino ha dato della sua stessa opera. In Toriton ci sono già molti elementi riproposti nelle più famose opere tominiane. Soprattutto la tematica del conflitto in cui è difficile, se non impossibile, elaborare un giudizio manicheo.
Così come il tema dell'infanzia tradita, messa in trincea per continuare un massacro ereditario. Toriton è un pasdaran che deve fare genocidi per volontà di fantasmi guerrafondai.
Un Peter Pan che lotta contro "il male" perché non ha altro. Dimenticato, ripudiato in quanto non conforme, come Il ragazzo dai capelli verdi.
Tomino non ha solo messo in nuce tutte le sue tematiche migliori, ma le ha sommate in un cocktail potente, abilmente celato (e ampiamente sottovalutato) dal tono della "favola".
Per l'epoca era tecnicamente ineccepibile, e il concept era basato su un manga di Tezuka.
Opera che meriterebbe maggior considerazione, non fosse altro per i pregi esposti qui sopra.
Complimenti a @micheles per questo doveroso tributo.
"...un lampo nell'immensità!"
E l’opera beh meravigliosa.
Te la consiglio, prima che sparisca. Io l'ho recuperata messi fa, 35 euro.
Il manga lo prenderò sicuramente. Di Tezuka non si butta via niente, figuriamoci Toriton...
La serie tv la vidi quando ero veramente piccolo, e non ricordo praticamente nulla, ma all’epoca ero preso dai robottoni 😅, tranne la sigla che mi era sempre piaciuta.
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