Wai… fu… Telefono… Casa… Insomma, qualcosa del genere: Moonlight Invader è tipo E.T. l’extraterrestre, solo che al posto di E.T. abbiamo una bellissima ragazza aliena che ama i dolcetti e andare in giro a piedi nudi e senza indumenti intimi sotto la gonna. Sappiamo che è una cosa difficile da credere, ma fidatevi che è così. Non potevamo trovare un modo migliore per descrivervi, in pochissime parole, questa nuova miniserie che è appena stata pubblicata in Italia dalla casa editrice J-POP Manga, la quale racconta, appunto, una strana storia d’amore fra esseri appartenenti a due mondi diversi che dovranno imparare a conoscersi l’uno con l’altro… in qualche modo. In più, ve l’avevamo già detto che si vedono molti piedini?
Va bene, va bene, ora cercheremo di fare un po’ più di mente locale e di parlare in maniera più seria a riguardo di Moonlight Invader (Tsukiiro no Invader), sperando che le tematiche presentate qui sopra siano state di vostro interesse. Ad ogni modo, il manga in questione è stato scritto e disegnato da Ran Yamano dal 2018 al 2020 su Ultra Jump, rivista seinen di Shueisha; la serie è composta da due soli volumi, raccolti nell’edizione italiana in unico cofanetto uscito in questi ultimi giorni. Sarà bello? Sarà brutto? Parlerà di una un’intesa e complessa relazione sentimentale con un profondo messaggio finale? Ci saranno mutandine volanti non identificate? Queste e tante altre domande riceveranno una risposta all’interno di questa recensione del terzo tipo, che andrà a svelare in pieno stile Roberto Giacobbo i misteri che avvolgono le civiltà provenienti da galassie lontane. O forse no.
Anno 20XX, pianeta Terra, Giappone, città di Subaru. Qui vive un giovane liceale di nome Sakuma, un ragazzo che è innamorato perso della sua compagnia di classe Minamochi, alla quale, però, non è mai riuscito a confessare i suoi veri sentimenti. L’occasione che stava aspettando è, però, adesso finalmente arrivata: i due sono entrambi membri del club di astronomia e poco prima della fine delle vacanze estive hanno deciso di andare al mare per osservare la "Apple Moon", un fenomeno lunare estremamente raro che si ripete solo una volta ogni trecento anni. Purtroppo per loro, una frana improvvisa metterà in pericolo le loro vite, in particolare quella di Minamochi che fra i due subirà le ferite maggiori perdendo conoscenza. Fra lacrime di sconforto e disperazione, poco prima di perdere i sensi, Sakuma scorge una strana creatura volteggiare sulla riva del mare. Appena risvegliatosi su un letto di ospedale, il ragazzo apprenderà una dal personale medico, secondo cui Minamochi è in stato di coma e pare che non si risveglierà a breve. Qualcosa però non torna, perché Sakuma intravede la stessa ragazza salire su per le scale e raggiungere il tetto, decidendo così di inseguirla per scoprire cosa le è veramente successo.
Si scoprirà che il corpo di Minamochi è viva, ma è stato invaso da un parassita alieno che ne ha preso il controllo. In sintesi, la creatura misteriosa avvistata da Sakuma sulla spiaggia altro non è che un'extraterrestre appartenente ad una specie assai rara in grado di impossessarsi dei cervelli altrui. Inoltre, queste creature hanno poteri curativi che permettono di rimettere in sesto i corpi ospitanti con lo scorrere del tempo: questo significa che, se l’alieno lasciasse il controllo di Minamochi, la ragazza non riuscirebbe a risvegliarsi a causa dai traumi subiti in seguito alla caduta. A Sakuma rimarrà solamente un’opzione, ossia quella di badare a Lunar, così come è stata soprannominata l’aliena, e a farla vivere a contatto con gli altri esseri umani fino a quando Minamochi non si sarà ripresa, allo stesso tempo nascondendola dai cacciatori di taglia spaziali in cerca della sua testa. E come se non bastasse, egli dovrà anche insegnarle tutti i comportamenti e i modi fare tipici di un terrestre, cose completamente estranee ad un extraterrestre che nulla sa della civiltà umana. Un'impresa più facile a dirsi, che a farsi.
La trama di Moonlight Invader si piazza metà strada fra lo sci-fi e la commedia romantica, facendo osservare da vicino al lettore la nuova vita da "terrestre" di Lunar che stravolgerà notevolmente la routine quotidiana del povero Sakuta, costretto a fare i conti con i suoi atteggiamenti eccentrici e fuori dal comune che daranno vita a tanti equivoci e siparietti. La formula è la solita che si basa su ammiccamenti alla sfera sessuale, fraintendimenti di varia natura e scenette in cui viene messo in risalto il "gap moe" della protagonista femminile, ossia il suo inconsapevole fascino da ragazza carina che fa cose carine in maniera goffa e strampalata. Lunar è infatti una tipina che, in quanto aliena, non conosce la definizione di pudore coniata dagli umani e perciò non sarà raro vederla in giro senza calze oppure mentre si sfila le mutandine da sotto la gonna senza motivi apparenti. A dispetto di quanto si possa dedurre ad un primo impatto, c'è da dire che si tratta di un ecchi in realtà molto leggero e non esageratamente accentuato, il quale fa da sfondo ad una narrazione che per buona parte di questi due volumi è molto spensierata e con ritmi distesi.
Considerati tutti questi elementi, però, non ci sono molte note positive da trarre in merito alla loro esecuzione. Di certo, questo non è un manga che brilla per originalità e, inoltre, non riesce a proporre in modo compiutamente riuscito le sue battute, le sue situazioni e i suoi sviluppi, i quali, bisogna purtroppo dirlo, sono avvolti da un velo di mediocrità e per questo motivo non riescono sempre a ottenere l’effetto voluto. L’interesse sul lato slice of life è tenuto vivo principalmente dal già citato carisma di Lunar, ma che, tolto quello, rimane piuttosto blando e privo di spunti degni di nota. La brevità di questo manga non permette neanche ai personaggi secondari di esprimersi al meglio: fra questi, troviamo due alieni che vogliono mettere le proprie mani sull’ambita taglia che grava sulla testa della protagonista, i quali vengono principalmente relegati ad un ruolo di comparse comiche, e l’amica d’infanzia di Sakuta, tale Hinami, che avrebbe dovuto essere la rivale in amore di Minamochi/Lunar all’interno della storia, ma che per motivi di tempo e spazio non lo è mai diventato.
L’altro aspetto fondamentale di Moonlight Invader che bisogna mettere sotto i riflettori è il suo finale prematuro. La storia si chiude infatti con un repentino e raffazzonato arco conclusivo che copre la seconda metà dell’ultimo volume, nel quale il mangaka ha dovuto, nei limiti del possibile, mettere una pietra sopra a quel poco di trama che si era vista in precedenza, lasciando però aperto il finale vero e proprio. Parliamo di una chiusura prematura quasi certamente dettata da scelte non direttamente imputabili all’autore, ma rimane il fatto che non ci troviamo davanti ad un finale soddisfacente, che nell’insieme si somma ad altri capitoli che già in precedenza non erano riusciti a convincere a pieno. Un po’ di amaro in bocca rimane, perché un minimo di potenziale per costruire qualcosa di più concreto c’era e sul lungo andare avrebbe potuto anche trascinare la serie su binari migliori.
Va bene, va bene, ora cercheremo di fare un po’ più di mente locale e di parlare in maniera più seria a riguardo di Moonlight Invader (Tsukiiro no Invader), sperando che le tematiche presentate qui sopra siano state di vostro interesse. Ad ogni modo, il manga in questione è stato scritto e disegnato da Ran Yamano dal 2018 al 2020 su Ultra Jump, rivista seinen di Shueisha; la serie è composta da due soli volumi, raccolti nell’edizione italiana in unico cofanetto uscito in questi ultimi giorni. Sarà bello? Sarà brutto? Parlerà di una un’intesa e complessa relazione sentimentale con un profondo messaggio finale? Ci saranno mutandine volanti non identificate? Queste e tante altre domande riceveranno una risposta all’interno di questa recensione del terzo tipo, che andrà a svelare in pieno stile Roberto Giacobbo i misteri che avvolgono le civiltà provenienti da galassie lontane. O forse no.
Anno 20XX, pianeta Terra, Giappone, città di Subaru. Qui vive un giovane liceale di nome Sakuma, un ragazzo che è innamorato perso della sua compagnia di classe Minamochi, alla quale, però, non è mai riuscito a confessare i suoi veri sentimenti. L’occasione che stava aspettando è, però, adesso finalmente arrivata: i due sono entrambi membri del club di astronomia e poco prima della fine delle vacanze estive hanno deciso di andare al mare per osservare la "Apple Moon", un fenomeno lunare estremamente raro che si ripete solo una volta ogni trecento anni. Purtroppo per loro, una frana improvvisa metterà in pericolo le loro vite, in particolare quella di Minamochi che fra i due subirà le ferite maggiori perdendo conoscenza. Fra lacrime di sconforto e disperazione, poco prima di perdere i sensi, Sakuma scorge una strana creatura volteggiare sulla riva del mare. Appena risvegliatosi su un letto di ospedale, il ragazzo apprenderà una dal personale medico, secondo cui Minamochi è in stato di coma e pare che non si risveglierà a breve. Qualcosa però non torna, perché Sakuma intravede la stessa ragazza salire su per le scale e raggiungere il tetto, decidendo così di inseguirla per scoprire cosa le è veramente successo.
Si scoprirà che il corpo di Minamochi è viva, ma è stato invaso da un parassita alieno che ne ha preso il controllo. In sintesi, la creatura misteriosa avvistata da Sakuma sulla spiaggia altro non è che un'extraterrestre appartenente ad una specie assai rara in grado di impossessarsi dei cervelli altrui. Inoltre, queste creature hanno poteri curativi che permettono di rimettere in sesto i corpi ospitanti con lo scorrere del tempo: questo significa che, se l’alieno lasciasse il controllo di Minamochi, la ragazza non riuscirebbe a risvegliarsi a causa dai traumi subiti in seguito alla caduta. A Sakuma rimarrà solamente un’opzione, ossia quella di badare a Lunar, così come è stata soprannominata l’aliena, e a farla vivere a contatto con gli altri esseri umani fino a quando Minamochi non si sarà ripresa, allo stesso tempo nascondendola dai cacciatori di taglia spaziali in cerca della sua testa. E come se non bastasse, egli dovrà anche insegnarle tutti i comportamenti e i modi fare tipici di un terrestre, cose completamente estranee ad un extraterrestre che nulla sa della civiltà umana. Un'impresa più facile a dirsi, che a farsi.
La trama di Moonlight Invader si piazza metà strada fra lo sci-fi e la commedia romantica, facendo osservare da vicino al lettore la nuova vita da "terrestre" di Lunar che stravolgerà notevolmente la routine quotidiana del povero Sakuta, costretto a fare i conti con i suoi atteggiamenti eccentrici e fuori dal comune che daranno vita a tanti equivoci e siparietti. La formula è la solita che si basa su ammiccamenti alla sfera sessuale, fraintendimenti di varia natura e scenette in cui viene messo in risalto il "gap moe" della protagonista femminile, ossia il suo inconsapevole fascino da ragazza carina che fa cose carine in maniera goffa e strampalata. Lunar è infatti una tipina che, in quanto aliena, non conosce la definizione di pudore coniata dagli umani e perciò non sarà raro vederla in giro senza calze oppure mentre si sfila le mutandine da sotto la gonna senza motivi apparenti. A dispetto di quanto si possa dedurre ad un primo impatto, c'è da dire che si tratta di un ecchi in realtà molto leggero e non esageratamente accentuato, il quale fa da sfondo ad una narrazione che per buona parte di questi due volumi è molto spensierata e con ritmi distesi.
Considerati tutti questi elementi, però, non ci sono molte note positive da trarre in merito alla loro esecuzione. Di certo, questo non è un manga che brilla per originalità e, inoltre, non riesce a proporre in modo compiutamente riuscito le sue battute, le sue situazioni e i suoi sviluppi, i quali, bisogna purtroppo dirlo, sono avvolti da un velo di mediocrità e per questo motivo non riescono sempre a ottenere l’effetto voluto. L’interesse sul lato slice of life è tenuto vivo principalmente dal già citato carisma di Lunar, ma che, tolto quello, rimane piuttosto blando e privo di spunti degni di nota. La brevità di questo manga non permette neanche ai personaggi secondari di esprimersi al meglio: fra questi, troviamo due alieni che vogliono mettere le proprie mani sull’ambita taglia che grava sulla testa della protagonista, i quali vengono principalmente relegati ad un ruolo di comparse comiche, e l’amica d’infanzia di Sakuta, tale Hinami, che avrebbe dovuto essere la rivale in amore di Minamochi/Lunar all’interno della storia, ma che per motivi di tempo e spazio non lo è mai diventato.
L’altro aspetto fondamentale di Moonlight Invader che bisogna mettere sotto i riflettori è il suo finale prematuro. La storia si chiude infatti con un repentino e raffazzonato arco conclusivo che copre la seconda metà dell’ultimo volume, nel quale il mangaka ha dovuto, nei limiti del possibile, mettere una pietra sopra a quel poco di trama che si era vista in precedenza, lasciando però aperto il finale vero e proprio. Parliamo di una chiusura prematura quasi certamente dettata da scelte non direttamente imputabili all’autore, ma rimane il fatto che non ci troviamo davanti ad un finale soddisfacente, che nell’insieme si somma ad altri capitoli che già in precedenza non erano riusciti a convincere a pieno. Un po’ di amaro in bocca rimane, perché un minimo di potenziale per costruire qualcosa di più concreto c’era e sul lungo andare avrebbe potuto anche trascinare la serie su binari migliori.
Cosa ci rimarrà dunque di questo Moonlight Invader? Probabilmente molto poco, ad eccezione di un'ottima protagonista e di un buono stile di disegno, semplice ed efficace. Per quanto Lunar ci abbia provato, non è bastata a reggere da sola questa commedia sentimentale fra esseri di pianeti lontani anni luce fra di loro, la quale ha sofferto di un’esecuzione piuttosto deludente e di un finale arrivato troppo presto che ha stroncato sul nascere quel poco di buono che lentamente si stava andando a costruire. Tuttavia, in quanto miniserie, non è affatto una lettura malvagia e potrebbe bastare a chi riesce mandare giù qualsiasi tipo di romcom che mischia lo slice of life con l’elemento fantastico. Non ci resta nulla da fare, se non consolarci con questi fantastici piedini.
Dopo aver letto nella recensione che il finale è frettoloso e soprattutto aperto, mi sa che resta in fumetteria...
Non e' certo un capolavoro ne' particolarmente originale ma ha tutto quello che serve
L'ho letto con piacere
Eh?
Molti sottovalutano le serie brevi, pensando che non abbiano molto valore perché magari sono state cancellate a causa di vendite non troppo brillanti, ma ci sono comunque un sacco di serie medio-lunghe molto mediocri (cough Sky Violation cough), mentre manga come Demokratia in 5 volumi comunicano più di quello che un manga qualsiasi potrebbe dire in 30 volumi. O La Ragazza Bruciata (4 volumi), per citare uno dei box della Jpop.
Cosa "eh?"? Mi vuoi dire che quando un giapponese maschio fa un fumetto con una protagonista femminile non è tutto incentrato sulla "fregnaggine" della stessa? Il 99% delle volte non c'è nemmeno un tentativo di creare una trama, ma solo di mostrare qualche piedino qua e là. Beh mi sembra esattamente questo il caso, quindi farò a meno di sprecare i miei soldi
Ah, i soliti pregiudizi...fermo restando che questo manga non è nulla di imperdibile, rimane comunque piuttosto divertente e con dei disegni "migliori" di tanti altri manga.
Guarda, al di là di quello che alcuni vorrebbero far credere - e di quello che hai erroneamente inteso - a noi maschi dei "piedini" non frega una beneamata mazza; francamente non so neanche come diamine questa cosa possa essere montata a tal punto.
Scusa ma mi sembra una cavolata questo discorso.
Innanzituto non mi pare che normalmente i personaggi maschili siano dei mostri orrendi, e questo indipendentemente che l’autore sia uomo o donna… poi in quanti fumetti disegnati da donne il personaggio femminile è brutto?
Se prendiamo per buono il tuo ragionamento allora il 99% dei fumetti non hanno trama…
E questo indipendentemente da questa opera specifica, che magari una gran trama non l’avrà davvero… io senza averlo letto non posso dirlo comunque…
Hai sollevato un punto corretto: vogliamo parlare di come sono resi i personaggi maschili nel manga medio? Escludendo personaggi che abbiano volutamente caratteristiche particolari, il 95% dei protagonisti sono giovani, alti, magri, con capelli folti, viso impeccabile e sguardo da seduttore cinematografico.
Io non credo che le donne possano lamentarsi, essù...
Quello che ho detto è che siccome nella maggior parte dei fumetti disegnati da maschi con protagoniste femmine, l'unico motivo per leggerlo è la "fregnaggine" della protagonista e questo mi sembra esattamente il caso, eviterò di acquistare questa opera.
a noi maschi dei "piedini" non frega una beneamata mazza[/quote] Menti a te stesso oppure non hai la minima idea di come gira il mondo in cui vivi.
non mi pare che normalmente i personaggi maschili siano dei mostri orrendi[/quote] Questo penso sia l'apice del fuorviare. Non so da dove hai tirato fuori questo concetto e non ho nemmeno intenzione di rispondere
Eh certo, perchè quando passa per strada Diletta Leotta tutti gli uomini stanno a guardarle i piedi...seeee ciaone, non ha manco senso risponderti, visto che a quanto pare sei il detentore della verità assoluta.
Naturalmente quando parlo di "piedini" intendo tutto l'insieme del fisico, espressioni, posture.
Mi sembrava così evidente che ho preferito racchiudere il tutto in una parola, anche se all'inizio ho usato la parola "design".
Non ho la verità assoluta, ma certe cose è assurdo non notarle.
non mi pare che normalmente i personaggi maschili siano dei mostri orrendi[/quote] Questo penso sia l'apice del fuorviare. Non so da dove hai tirato fuori questo concetto e non ho nemmeno intenzione di rispondere[/quote]
Ma visto che per te sono tutti così non avrai problemi a fare milioni di esempi, giusto? E gli ecchi non valgono, grazie al caxxo in quel caso. Vai, iiluminaci. Certo devi averne letta di spazzatura se pensi che l'intero panorama manga giri intorno all'aspetto femminile fregandosene della trama, ti devi essere perso tante serie belle.
E proseguiamo con la sfilza di persone che non riescono a capire ciò che scrivo.
Parlo di manga scritti da maschi con protagoniste femmine. Come ho scritto nel mio primo commento, ne conosco diversi, ma essendo discretamente apprezzati non mi andava di creare faide.
Se proprio ci tenete posso citare Uzaki-chan, Nagatoro, Rent A Girlfriend, Dragon Maiden, Kaguya-sama.
Piacere o meno un'opera è un gusto personale, ma tutte queste serie sono esattamente ciò che intendo io, salvando forse un po' Kaguya, che comunque non mi è piaciuto per niente.
Poi oh, è normale che ne esistono diversi che non reputo estremamente spazzatura, ma anche nel caso di "Il Convento Dei Dannati", per dirne uno dove la trama esiste (ma che non mi è piaciuto), viene fatta molta attenzione al design della protagonista.
Ho capito che ti riferivi a quelli e continuo a non capire il problema. Già che citi Kaguya dove il fanservice rasenta lo zero mi lascia perplesso. Un mangaka maschio non può creare un manga con una ragazza come protagonista? O deve farle cozze? (Hai mai visto una serie tv o un film con attrici poco avvenenti, se non richiesto esattamente dalla trama?) o le deve far vestire come monache in convento? Polemica sul nulla e nel nulla deve tornare.
A parte che l’italiano non è una lingua molto complicata, forse se nessuno ti capisce dovresti farti due domande…
Continui a dire che manga scritti da uomini con protagonisti donne non hanno trama ma si basano tutti sul fanservice … e citi tra gli altri kaguya, mi viene da chiedermi se l’hai letto o meno visto che fanservice non centra nulla con quest’opera, e dragon maid, che per informazione è scritto da una donna…
Comunque per darti due titoli a caso claymore, akame ga kill, jojo stone ocean…
Dici che piacere o meno è gusto personale e ci cacci dentro kaguya… perché non ti è piaciuto… forse semplicemente non ti piace il genere romcom e simili?
E comunque, come già detto io e anche altri, in quasi tutti i manga, autore uomo, donna o sconosciuto che i sia, le donne , gli uomini, i cani , i gatti, tutti sono belli, se non sono personaggi particolari funzionali alla storia.
Strano, anche in "Arte" (manga disegnato da una donna) viene fatta molta attenzione al design della protagonista...E quindi? Quale sarebbe il problema?
Oddio ma che due palle, non sto assolutamente dicendo che non si possa creare un equilibrio tra bellezza delle protagoniste e storia, non sto dicendo che SOLO le protagoniste femmine siano estremizzate, non sto dicendo che bisogna creare personaggi fisicamente brutti, non sto dicendo che i maschi creati da autrici femmine siano brutti, non sto dicendo che gli uomini guardano soprattutto i piedi, non sto dicendo che le romcom siano a priori brutte, non sto dicendo che il mio gusto debba essere quello degli altri, non sto dicendo di avere la verità in mano e non sto dicendo tante altre cose che non ho capito come abbiano fatto ad uscire fuori.
Quello che dico io è che quando un autore maschio crea opere con protagoniste femmine e le vuole vendere ad un pubblico prettamente maschile, moltissime volte (NON TUTTE LE VOLTE) la storia viene meno mentre il design accattivante della protagonista (espressioni, geometria del corpo, pose, frasi ed avvenimenti) viene messo in primo piano, creando monnezze come (PER ME, NON PER FORZA PER TUTTI) le serie da me citate in precedenza.
Ma sul serio devo fare tutto sto spiegone per farmi capire?
No, più che altro non c'era bisogno di alzare tutto 'sto polverone per un'opera che a quanto pare non hai letto.
MA QUANDO MAI L'HO DETTO.
Il fanservice è altro, è mostrare una chiappa durante uno scontro.
Io sto parlando di creare un'opera incentrata sull'aspetto fisico della protagonista, dandole una personalità "ingiustificata" solo per renderla accattivante, senza crearle una storia credibile intorno, senza alimentare la trama ma lasciando che siano le situazioni in cui lei è coinvolta a trascinare l'opera.
Questo per me (PER ME, MIO DIO) funziona in "La Via Del Grembiule" perché si riesce a tirare fuori l'aspetto comico del protagonista, rendendolo (seppur inverosimilmente) simpatico, creando un'opera originale e mai banale.
Al contrario di Kaguya-sama dove le situazioni iniziali mi hanno stufato al terzo episodio, scendendo nella banalità e rendendo il tutto troppo bambinesco.
Vabbe ma fate i seri oh, è dal primo commento che dico che non lo compro per questo motivo. Il polverone non l'ho alzato io; ho semplicemente risposto al tuo "eh?" cercando di spiegare meglio cosa intendevo dire. Da lì sono partite cose che non ho mai detto, mai insinuato e mai nemmeno pensato. Se rileggi tutti i messaggi che ho scritto non ce n'è uno solo dove dico altro rispetto a quanto detto fin dall'inizio.
Ed io è dall'inizio che ripeto che i tuoi sono tutti preconcetti.
Su questo manga assolutamente si, l'ho detto fin dall'inizio.
Sul resto assolutamente no, a meno ché tu non mi riesca a spiegare la trama di Nagatoro, Uzaki-chan e Dragon Maiden
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