"Hai tredici anni e non sai che futuro troverai.
Sogni un domani che sia, così come te, tra i più belli.
Sprigioni tanta allegria, porti un fiocco tra i capelli
fiocco di speranza e di magia."
Sogni un domani che sia, così come te, tra i più belli.
Sprigioni tanta allegria, porti un fiocco tra i capelli
fiocco di speranza e di magia."
Il maestro Shichirō Kobayashi ci ha lasciato da poco, ma ci piace ricordare che tra i suoi tanti indimenticabili lavori ne figura uno che festeggia proprio oggi il trentennale, e che riporta ancora una volta alla ribalta il suo speciale tocco d'artista: registra infatti anche la sua peculiare firma grafica la serie animata Hime-chan no Ribbon (姫ちゃんのリボン), tratta dall'omonimo shōjo manga di Megumi Mizusawa e divenuta celebre in Italia con il titolo 'Un Fiocco per sognare, un Fiocco per cambiare'.
Quando il 2 ottobre 1992 l'anime dello Studio Gallop fa capolino sulla rete TV Tokyo con il primo dei suoi sessantuno episodi, si è nel bel mezzo di un momento estremamente felice per quelle storie che pescano tanto dalle riviste di shōjo manga in piena evoluzione, quanto dallo scintillante mito delle 'ragazze magiche', ancora ben lungi dal tramontare.
E' l'epoca, questa, in cui le majokko come Creamy Mami (L'Incantevole Creamy) cedono lentamente passo e spazio alle eroine di gruppo come Sailor Moon; è il momento in cui si gettano le basi per ulteriori esplorazioni ed espansioni sul tema, che persino il poliedrico gruppo osakense delle CLAMP non mancherà di sviluppare, attraverso icone come Magic Knight Rayearth e la popolarissima Cardcaptor Sakura. In un ambito che ribolle di tale fervore creativo, emergono anche storie che pur senza innovare alcunché del genere, grazie alla loro sciolta piacevolezza grafica e narrativa riescono a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto e ad imprimersi indelebili nella memoria degli spettatori, e questo sia in Giappone che parallelamente in Italia, ove approderanno con qualche anno di ritardo. Se bisognerà attendere il 1995 per ammirare ad esempio la leggiadria dei giochi di prestigio che Kobayashi ci mostra con la 'coda sacra' di Kaitō Saint Tail, in Italia divenuta Lisa e Seya - Un solo cuore per lo stesso segreto, Hime-chan no Ribbon l'anticipa con la freschezza di una protagonista tutto pepe, dal sorriso contagioso, un'esuberante voglia di vivere e, ovviamente, un fiocco fatato capace di mutarne le sembianze.
Nel raccontare della sua Himeko Nonohara, divenuta Hime-chan e in Italia 'Himi', la Mizusawa attinge appieno dalle caratteristiche del mahō shōjo, nonché del suo precursore Himitsu no Akko-chan (Lo Specchio magico) del lontano 1962, descrivendo tra le pagine della rivista Ribon di Shueisha una ragazza che vive l'adolescenza dei suoi tredici anni con tutta l'intensità di cui è capace, grazie anche alla possibilità di assumere l'aspetto fisico di altre persone a piacimento con l'oggetto magico donatole per esperimento di osservazione da Erika, principessa del Regno della Magia. Tanto identiche nell'aspetto quanto quasi agli opposti nel carattere, le due vivranno la loro neonata amicizia perlopiù a distanza, ma il legame che s'instaura per mezzo del fiocco magico consentirà a Hime-chan di conoscere meglio sè stessa, oltre che familiari, amici e conoscenti che fanno parte del suo -tranquillo ma non troppo- quotidiano. Osservare il mondo da punti di vista diversi e farsi responsabile dei propri sentimenti e delle inevitabili scelte che ciò comporta è, in effetti, il vero dono nascosto che l'utilizzo del fiocco reca con sé, che eleva la storia da mero divertissement a un tenero, delicato e divertente racconto di formazione.
Il manga viene serializzato a cadenza mensile in Giappone dall'agosto 1990 al gennaio 1994 e pertanto la serie non è ancora terminata quando si inizia a lavorare sul suo adattamento animato e lo si conclude nel 1993; il decorso dell'anime, in onda con episodi settimanali, da un certo momento in avanti dunque divergerà dai dieci tankōbon complessivi dell'opera originale con varie differenze di trama, finale compreso, e diversi episodi cosiddetti filler, o riempitivi. In alcuni di essi la protagonista utilizza ulteriori oggetti magici non presenti nel manga quali un astuccio, il diario, la penna ed un cuore magico, che non dispiacciono tuttavia né allo spettatore né alla Mizusawa, la quale accoglie con entusiasmo e talora stupore e ammirata invidia l'inventiva dello staff dell'anime.
Fin dal primo episodio, inoltre, il fiocco e i vari strumenti a disposizione di Himeko vengono delineati nella serie animata aggiungendo peculiari e preziosi dettagli: il fiocco stesso, ad esempio, presenta un bottone gioiello al centro in corrispondenza del nodo, il pendaglio che la ragazza indossa al collo muta da semplice fiocchetto rosso a ciondolo tondo con un fiocco sopra, e la stessa magia che la protagonista utilizza funziona solo se la ragazza al polso indossa un orologio decorato a tema.
Si tratta di particolari che oltre ad accrescere la cura del prodotto animato di per sé, sono anche parallelamente studiati per consentire lo sviluppo di merchandise di vario tipo: dai peluche a giocattoli più elaborati quali ciondoli, trousse e scettri tratti dalla serie, tutto passa dalla finzione dello schermo alla realtà, godendo di particolare fortuna sulla scia di quegli stessi simili oggetti tanto in voga per le bambine dell'epoca, fabbricati per l'appunto partendo dalle serie sulle majokko o Sailor Moon.
La Mizusawa racconta di come rinvenire gli stessi nelle vetrine dei negozi di Harajuku a Tokyo la rivesta di emozione ed incredulità, anche a distanza di tempo da quando l'anime fa la sua prima apparizione in televisione.
Rispetto al manga, di cui traspone comunque perfettamente l'atmosfera e la verve, l'anime assume in ogni caso un taglio che ne enfatizza gli aspetti di sitcom e l'elemento majokko, là dove nel manga invece prevale un nocciolo maggiormente romantico-sentimentale.
La fedeltà mostrata ai temi della storia rimane comunque estremamente forte, al punto che i primi dodici episodi animati sono uno specchio puntuale dei primi undici capitoli del manga; le variazioni successive, motivate come sopra citato, passano progressivamente dall'invertire situazioni in ordine di tempo tra manga e anime, all'inserimento di episodi necessariamente riempitivi, sino alla mancata trasposizione degli eventi narrati negli ultimi volumi del manga, all'epoca non ancora scritti al momento della produzione dell'anime.
Vi è poi una figura come quella della giovane idol Yuka, che nell'aspetto è caratterizzata dall'acconciatura cosiddetta 'twin tail', con un duplice e lungo alto codino, tanto di moda tra le idol degli anni '90: da un lato la somiglianza fisica pare quasi anticipare il futuro arrivo dell'esplosiva Sana Kurata, protagonista del celeberrimo Kodomo no Omocha (Rossana) di Miho Obana, dall'altro è forte il richiamo verso prodotti animati del medesimo contesto e periodo, quali Idol Densetsu Eriko (Ciao Sabrina) o Idol Angel Youkoso Yoko (Diventeremo famose) o la stessa eroina che veste alla marinara, Usagi Tsukino.
Nel manga la storia si impernia a lungo attorno alle vicende della giovane, conferendole implicitamente un ruolo non di poco conto circa la strizzata d'occhio della Mizusawa al mondo dello spettacolo; un interesse di cui nemmeno la mangaka era conscia appieno, quantomeno proprio fino alla trasposizione animata di Hime-chan no Ribbon e alla sua successiva versione in musical, e in seguito accresciuto nel tempo. Curiosamente, si tratta di una fascinazione che nella serie animata, in maniera pur del tutto imprevedibile, coincide con l'esplosione del successo della boyband degli SMAP, i cui cinque esponenti possono dirsi icone nazionali nipponiche anche a distanza di oltre venticinque anni dal loro debutto.
E' a loro che si deve infatti l'interpretazione di tutte le sigle di apertura e chiusura di Hime-chan no Ribbon, oltre all'intervento al doppiaggio nonché nei panni di speciali guest star animate.
Se infatti Himeko nel manga assume più volte le sembianze di vari idol maschili e femminili di finzione, nell'anime la ragazza muta aspetto assumendo non casualmente quello dei vari membri degli SMAP, quali ad esempio Shingo Katori (Kochikame) o il 'leggendario' Takuya Kimura (Howl ne Il castello errante di Howl, Space Battleship Yamato, Blade of the Immortal), all'epoca poco più che ventenne.
E' un singolare legame a doppio filo, quello che si instaura tra Hime-chan no Ribbon e gli SMAP: questi ultimi contribuiscono enormemente ad ampliare la risonanza della serie animata grazie al rilascio dei loro primi singoli, tra i quali rinveniamo per l'appunto le theme dell'anime, che scalano la Top Ten della classifica musicale Oricon. Si tratta della sigla di apertura 'Egao no Genki' (L'energia del tuo sorriso) popolarissima in patria, e delle melodie di chiusura 'Burabura sasete' (prima sigla per gli episodi 1-31), 'Hajimete no natsu' (seconda sigla, episodi 32-53) e 'Kimi wa kimi da yo' (terza sigla di chiusura, episodi 54-61), tutte rilasciate tra il 1992 e il 1994. Al contempo, dunque, è anche a Hime-chan e ad Akazukin Cha-Cha (L'adorabile Lily) che i cinque idol devono il decollo della loro carriera, da quel periodo in avanti straordinaria e inarrestabile.
"Egao no Genki" ~ SMAP
Il fortunato binomio si traduce infatti anche in un musical che vede la luce dal 3 al 26 dicembre 1993 al teatro Hakuhinkan di Tokyo, con protagonisti proprio gli SMAP e il gruppo dei TOKIO della medesima potente agenzia di talenti, la Johnny's & Associates; lo spettacolo viene successivamente trasmesso alla televisione a cadenza settimanale dal 10 a 24 dicembre dello stesso anno, in tre episodi intitolati 'Chigau watashi ni naretara', 'Himitsu no wana' e 'Zutto tomodachi da ne'.
Se al doppiaggio all'affezionato senpai Hasekura viene dunque prestata la voce del talentuoso Tsuyoshi Kusanagi (Midnight Swan), che la Mizusawa incontra assieme alla seiyuu Ikue 'Hime-chan' Ōtani a uno speciale evento organizzato da parte della rivista Ribon, la versione dal vivo di Hasekura ha le sembianze del versatile Tomoya Nagase, vocalist e frontman dei TOKIO per l'appunto, che trasforma pian piano l'allora già trentenne mangaka in una appassionata fan di ambo le boyband.
Com'è facilmente intuibile, nulla di tutto questo trapela in Italia per diversi anni, dal momento che nel nostro Paese l'anime viene localizzato con il doppiaggio in lingua italiana ed accompagnato da un'apposita sigla ad hoc, creata con un arrangiamento originale come da consuetudine dell'epoca: la delicata e briosa 'Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare' è scritta da Alessandra Valeri Manera con la musica di Franco Fasano, e per quanto non richiami alcunché delle sigle originali, essa ben si accosta comunque ai temi e ai toni della storia narrata, tanto nel testo quanto nella musicalità.
Interpretata da Cristina D'Avena, la sigla entra a far parte dell'esteso elenco di melodie tratte da serie animate giapponesi e non, che l'artista canta ai fan sul palco delle tante performance dal vivo della sua lunga carriera.
"Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" ~ sigla italiana
La prima messa in onda italiana avviene sull'emittente Canale 5 delle future reti Mediaset nell'estate del 1996, dall'8 luglio al 13 settembre.
Sul fronte dell'adattamento operato nel nostro Paese, vi è da segnalare quella tendenza all'epurazione della provenienza nipponica del prodotto che era abitudine tipica per la maggior parte degli anime seriali giapponesi giunti in Italia in quel periodo.
Viene così incidentalmente smarrito, anche se forse non di proposito in questo caso, il preciso riferimento dell'ambientazione della serie nella cittadina di Kunitachi: essa è localizzata nella sezione occidentale della conurbazione di Tokyo a ovest di Musashino e Mitaka, lungo l'estesa e pressoché orizzontale linea ferroviaria Chūō della JR Japan Railways. Diversi luoghi realmente esistenti sono stati ritratti con dovizia di particolari nella serie, benché alcuni ad oggi non esistano più nella medesima forma, come la stazione stessa, oggetto di un più ampio progetto di rinnovamento conclusosi nel 2020.
Quanto ai nomi dei personaggi, invece, si osserva un 'occultamento d'origine' meno invasivo rispetto a quello operato in anime quali Marmalade Boy (Piccoli problemi di cuore) o al già citato Kaitō Saint Tail, ma comunque poco rispettoso del prodotto originale e in ogni caso poco armonico e coerente con sé stesso.
Hime-chan diventa così un improbabile Himi, ma il co-protagonista maschile Daichi muta in Dai-Dai pur conservando il nome originale giapponese in alcune occasioni; il fratellino di lui Shintaro, invece, si trasforma in un italianissimo Stefano. Gli altri personaggi conservano di norma la prima lettera del nome originale mutato in lingua italiana o inglese: Sei Arisaka è Simone, Hikaru Hibino è Ilaria, le sorelle Aiko e Yumeko divengono poi rispettivamente Annie e Yucci, l'amica Manami è Monica, mentre l'educato senpai Hasekura è Hermes.
Stona non poco il motivo della derisione di Daichi sul nome di Hime-chan, in uno dei primi episodi della serie: Himeko viene infatti scritto in giapponese con i kanji 姫子 dal significato di 'piccola principessa', un'immagine molto lontana dal carattere da maschiaccio di Himeko. Nella versione italiana tuttavia, con il cambio del nome questa ed altre sfumature si perdono interamente, pur se nulla vi è da eccepire invece circa la qualità del doppiaggio proposto: voce ufficiale di Tony Tony Chopper in One Piece e del giovane Mitsuhiko Tsuburaya in Detective Conan, Ikue Ōtani ci regala una Himeko deliziosamente fresca e vivace nonché una Erika dolce ed aggraziata, ma Elisabetta Spinelli e Federica Valenti non sono decisamente da meno nei rispettivi ruoli in versione italiana. Accanto a Hime-chan udiamo il fedele leoncino di pezza Pokotà interpretato da Kazue Ikura (Kaori Makimura in City Hunter) nonché da uno straordinario Pietro Ubaldi, il pestifero Daichi di Claudio Ridolfo e il pacato Hasekura di Patrizio Prata, senza dimenticare i colleghi Marcella Silvestri, Lara Parmiani, Jasmine Laurenti, Veronica Pivetti, Nadia Biondini, Daniela Fava, Claudio Moneta, Monica Bonetto, Dania Cericola, Davide Garbolino, Patrizia Scianca, Mario Scarabelli e Donatella Fanfani sui tanti personaggi secondari, diretti dalla Pivetti e da Gabriele Calindri.
Prima di imprimere in maniera inconfutabile il proprio timbro in patria sulla figura di Conan Edogawa di Detective Conan inoltre, la voce della doppiatrice Minami Takayama si ode anche in Hime-chan no Ribbon attraverso il duplice ruolo dell'amica di Himeko, Ichiko "Icchan" Kamikura, e di Shintaro, fratellino di Daichi.
La Mizusawa rivela che proprio quest'ultimo è stato da lei così ribattezzato pensando all'ex nuotatore Daichi Suzuki, mentre per il nome di Pokotà attinge direttamente dai propri ricordi d'infanzia: esattamente come Himeko, infatti, anche il Pokotà della Mizusawa è un peluche dei suoi giochi di bambina.
Del tratto semplice e pulito della Mizusawa, la direzione artistica del compianto maestro Shichirō Kobayashi (Tommy, la stella dei Giants (2° e 3° serie), L'incantevole Creamy, Touch - Prendi il mondo e vai, Lisa e Seya un solo cuore per lo stesso segreto, Berserk, Utena - Apocalisse Adolescenziale, UFO Baby, Nodame Cantabile, Nabari) riesce a riprenderne alla perfezione l'efficacia, coadiuvato alla fotografia da Yasunori Hayama (Kiki consegne a domicilio) e alla regia da Hatsuki Tsuji (Kenshin Samurai Vagabondo - Requiem per gli Ishin-Shishi).
Nello stesso tempo, Hajime Watanabe (Rossana, Captain Tsubasa 2018) ha modo di sviluppare il proprio talento come character designer proprio grazie a Hime-chan no Ribbon, il suo primo progetto importante in tale ruolo e alla direzione delle animazioni.
In ambito musicale, la vivacità pop delle theme song sopra citate non oscura la pimpante colonna sonora di Kenji Kawai, ammantata di dolcezza ma anche di una sonorità che richiama immediatamente il gusto degli anni '90. E' un nome, quello di Kawai, al quale associamo apprezzate opere da lui musicate quali Ranma 1/2, Cara dolce Kyoko - Maison Ikkoku, Ghost in the Shell, Seirei no moribito o Eden of the East.
La piccola, grande serie della Mizusawa ottiene così un adattamento animato di tutto rispetto, ed un successo che prosegue con la raccolta in DVD in patria della serie completa, oltre che da una serie di light novel in sette volumi intitolati Romantic Story - Hime-chan no ribbon tra il 1993 e il 1994, una ristampa del manga in una speciale versione bunko in sei volumi editi nel 2003, ed infine il remake in quattro volumi Hime-chan no ribbon: Colorful affidato a Shiho Komiyuno nel biennio 2009-2010. Sul formato pocket del 2003 si basa anche l'unica edizione italiana del manga, proposta tardivamente da Planet Manga tra il 2011 e il 2012 e seguita dai volumi del Colorful.
In occasione del 60° anniversario della rivista Ribon avvenuta nel 2015, la Mizusawa ha poi ripreso in mano la sua ragazza dal fiocco magico per crearne un nuovo capitolo one-shot rimasto ad oggi inedito nel nostro Paese.
Non deve stupire dunque la popolarità mai del tutto tramontata di Himeko, che la rivista Famitsū cita nella sua classifica delle più celebri eroine collocandola al decimo posto nell'ambito degli anime degli anni novanta: impulsiva eppure matura, pasticciona e mascolina nei modi ma col desiderio di essere ben più femminile, fragile e determinata, volenterosa e sempre ben disposta nei confronti degli altri, chiunque essi siano, capace di guardarsi dentro e scoprirsi sempre diversa, ad ogni giorno che passa.
"Giorno per giorno vedrai
quante cose cambieranno.
Passo dopo passo crescerai."
quante cose cambieranno.
Passo dopo passo crescerai."
Difficile non rimanere soggiogati dalla freschezza di un'eroina come Hime-chan, tanto semplice e diretta nella sua personalità quanto capace di catturare immediatamente l'affezione anche del lettore o dello spettatore più casuale.
E' un racconto che vale dunque la pena rivedere o scoprire per la prima volta, godendo dell'impeccabile lavoro con cui lo staff traspone la delicatezza dell'opera originale di Megumi Mizusawa.
Dall'affetto per la famiglia e gli amici ai primi inequivocabili battiti del cuore di adolescente, Hime-chan si prepara inconsapevolmente a crescere, affrontando la vita al motto di 'ike ike go, jump', da noi tradotto in un dissimile ma altrettanto efficace 'hip hip hip hurrà!' e 'vai, vai, jump!'.
E' un piacevole viaggio attraverso le piccole scoperte quotidiane, le grandi gioie e le imprevedibili avventure che il fiocco regala a Himeko e in parallelo allo spettatore; e mentre la protagonista mai abbandona il suo inconfondibile e luminoso sorriso, chi la guarda non può far altro che farsene a sua volta contagiare.
"L'hai notato? Riesci a rendere felice chiunque ti stia attorno.
Mi piace vederti così energica, mi sembra quasi di stare sognando.
Il mio cuore sale fino in cielo.
Amo vederti così solare, non arrenderti mai alle lacrime.
Farò sempre il tifo per quel tuo sorriso."
- Egao no Genki -
SMAP
Mi piace vederti così energica, mi sembra quasi di stare sognando.
Il mio cuore sale fino in cielo.
Amo vederti così solare, non arrenderti mai alle lacrime.
Farò sempre il tifo per quel tuo sorriso."
- Egao no Genki -
SMAP
Fonti consultate:
Si ringrazia Grandebanzai per le fotografie relative al merchandise
Famitsu
Però non mi dispiacerebbe se lo rendessero disponibile in home video...
Vorrei tanto una nuova edizione del manga perché il formato bunko proposto infelicemente da PM lo trovo davvero bruttarello e non rende giustizia al bel tratto della Mizusawa. Uno dei miei anime/manga preferiti di sempre 💙
Ho amato tantissimo la serie e il manga (i disegni sono deliziosi, come la storia che raccontano). La complicità tra Himeko e Daichi (dovuta al rarissimo caso di "segreto condiviso") non l'ho ritrovata in altri majokko e mi ha subito conquistata. È proprio una bella storia di crescita. Consigliata a tutti, a prescindere dall'età.
Ho sempre amato questa serie per vari motivi ben descritti nella recensione: la freschezza della protagonista, il suo rapporto con Daichi, il suo percorso di crescita attraverso la trasformazione nelle persone più disparate che così Himeko riesce a comprendere... ok, devo rileggere il manga immediatamente
Ho visto la serie in giapponese nel 2008 e sono rimasto ben sorpreso dalla interpretazione di Ikue Ohtani, qui in un ruolo "normale", prima di votarsi a tanti Pika Pika, oltre ad aver amato le sigle ("Egao no genki" è facile da cantare, quindi ogni tanto la faccio al karaoke, sorprendendo eventuali compagne di karaoke appassionate di idol col fatto che io conosca gli SMAP ). Ovviamente ho comprato il manga della Panini e ho anche preso la raccolta di short stories uscita nel 2016 e inedita in Italia.
Mi è piaciuta molto la digressione musicale, che adesso mi fa unire i puntini e ricollegare varie cose: il percorso dello Studio Gallop che ha adattato di fila quattro grandi successi anni novanta di Ribbon (Himechan no ribbon, Akazukin Cha Cha, Nurse Angel Ririka SOS e Kodomo no omocha, e infatti qua e là i camei nelle varie serie si sprecavano); il fatto che anche Akazukin Cha Cha abbia una sigla degli SMAP; il fatto che in Kochikame, sempre dello Studio Gallop di quegli anni, ci siano varie puntate parodia degli shoujo che utilizzano senza ritegno la colonna sonora orchestrata di Nurse Angel Ririka SOS, che ci sia una sigla dei TOKIO, che ci sia un episodio speciale con guest star Shingo Katori e che poi quest'ultimo interpreterà il protagonista nella versione drama un decennio dopo.
Tornando a Himechan no ribbon, è uno dei migliori manga di questo genere: delicato, dolce, formativo, assolutamente privo di fanservice. Lo consiglio assolutamente.
È uno nella mia luuunga lista di recuperi… purtroppo rientra nella categoria dei semi introvabili, sembra quasi ne abbiano stampate 2 copie in croce… e sono abbastanza sicuro che non ne vedremo mai una riedizione da panini…
P.S. complimenti @zettaiLara per l’articolo, veramente bello
Sarebbe bello, se facessero edizione home
Tuttavia amo la colonna sonora dell'anime e ci sono un paio di momenti davvero emozionanti
La sigla italiana è la mia preferita in assoluto, per me ancora oggi rimane imbattibile!
Piccolo OT: A me non risulta che la Biondini sia deceduta, non ho trovato neppure nessuna notizia online...
Si chiedo scusa, refuso mio, corretto.
Ho visto l'anime per la prima volta quando avevo praticamente la stessa età della protagonista, e ogni volta che lei saltava col suo "hip hip hip hurrà" mi sentivo riempire io stessa di una grandissima, caldissima, esuberante energia.
Ogni volta che mi sentivo un po' giù ripensavo a lei e mi dicevo che non sarebbe stato giusto "sprecare" così il tempo in inutile tristezza. Himechan è stata per me uno sprone immenso, in tante occasioni, in mille modi diversi.
Adoravo tutto dell'anime (e il manga è ancora più immenso) e ovviamente adoravo (e adoro tuttora) Daichi, uno dei protagonisti maschili cui a tutt'oggi mi ritrovo a ripensare ogni volta che un personaggio di un manga attuale me lo ricorda per questo o quel motivo ♥
Perciò tanti auguri, Himechan. Tanti, tantissimi auguri *O*
In ogni caso auguroni per il trentennale!!
Passasse l'anime su qualche piattaforma ovviamente farebbero una new edition nel giro di pochi mesi😅
Sarebbe assai gradito un suo ritorno in TV al posto della millesima replica di Heidi e Lady Oscar.
Bellissimo articolo che mostra in maniera esaustiva l'anime e tanti particolari che non sapevo. Interessante. Buon compleanno dunque!
Sarebbe interessante tuttavia poter leggere il manga o magari recuperare qualche episodio sporadico per riaccendere meglio la stanzetta dei ricordi.
Approfondimento davvero interessante.. grazie
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