In occasione della 25° edizione del Far East Film Festival, la kermesse udinese dedicata al cinema asiatico a tutto tondo, abbiamo avuto la possibilità di partecipare agli incontri organizzati per la stampa con gli autori, registi ed attori di determinate pellicole.
Di seguito Vi proponiamo l'intervista realizzata con il pluri-acclamato regista Keishi Otomo: nel suo portfolio troviamo la pentalogia dedicata a Rurouni Kenshin, ma anche le pellicole tratte dai manga Un Marzo da leoni, Museum, Himitsu the Top Secret e dal romanzo Platina Data.
A Udine Otomo è giunto assieme al produttore Ryusuke Imoto per presentare la sua più recente pellicola The Legend & Butterfly, incentrata sulle figure storiche di Nobunaga Oda e dell'intraprendente moglie Ohime detta anche Kicho ("farfalla" di Ki, per l'appunto): i due protagonisti sono stati interpretati da Takuya Kimura e Haruka Ayase (Heaven & Hell: Soul Exchange).
Dopo la proiezione in anteprima al Far East Film Festival, disponibile anche nella selezione online della rassegna, il film è stato rilasciato in esclusiva mondiale, Italia compresa, su Amazon Prime Video dal 12 maggio 2023.
Come considera il rapporto degli spettatori con il cinema moderno, data la recente possibilità di fruire dei film anche tramite le piattaforme di streaming?
Ritiene che i giovani in particolare ci si possano avvicinare più facilmente, cioè che attraverso lo streaming possano incuriosirsi anche al cinema tradizionale?
Keishi Otomo: sì, mi auguro proprio che possa essere questo il caso, cioè che i giovani possono essere interessati da questo nuovo approccio proposto. Dovete sapere che subito prima del rilascio del quinto e più recente capitolo di Rurouni Kenshin, una delle precedenti opere in cui mi sono cimentato come regista, i cinema sono stati chiusi a causa del Coronavirus, pertanto solo in pochi sono potuti andare alla proiezione e questo ha lasciato anche a me una certa frustrazione. La soluzione di quel momento era data soprattutto dai siti di streaming, un fenomeno che sembra prendere sempre più piede. L’idea che forse in un futuro non così prossimo i cinema non sarebbero stati più utilizzati come luoghi fisici iniziava a divenire una realtà, anche perché la gente mostra sempre più interesse verso l’innovazione delle piattaforme di streaming.
Ho iniziato dunque a pensare che forse il cinema, per come lo conosciamo, sarebbe andata a finire male. E in quel momento ho pensato di voler riproporre l’analogico, far riscoprire la forza del lavorare in maniera analogica, e che con la mia opera successiva io avrei voluto far sì che quanta più gente possibile potesse recarsi al cinema; dunque, cercare di creare un'opera che fosse attrattiva, e che nonostante trattasse argomenti storici, potesse piacere anche ai giovani. Ebbene, dovete sapere che dopo appunto che il film è giunto nelle sale cinematografiche, molti giovani si sono recati a vederlo. Quindi da questo punto di vista secondo me c'è stato un effetto positivo.
K. O.: e poi un'altra cosa che vorrei far notare: in questo caso ho fatto molta attenzione a realizzare un film come The Legend & Butterfly che potesse mostrare il massimo della sua attrattiva grazie al grande schermo. Adesso i giovani utilizzano tutti quanti molto spesso i siti di streaming e questo fa sì che spesso non si rechino più nei cine-teatri, ma quello che volevo far capire loro è che se ci reca in teatro, il modo in cui ci si immerge e l'esperienza che si può vivere è completamente diversa rispetto a quella che si può vivere su una piattaforma di streaming.
Volevo che questa fosse l'attrattiva del film, di modo che loro fossero stimolati a venire a vederlo nelle sale cinematografiche. Per venire nella fattispecie alla sala di Udine, e qui vi ringrazio per avermi chiamato, io mi sono davvero molto emozionato grazie al vostro schermo che c'è qui e soprattutto alla qualità della sorgente audio. Per The Legend & Butterfly noi abbiamo davvero fatto il massimo possibile per creare una pianificazione della gestione dell'audio, cioè della tecnica e della tecnologia utilizzate per il suono, e qui sono state magnificamente ricreate, ci tenevo davvero a dirvelo.
Cosa le piace di più del suo lavoro come regista, quando è all'opera su un film storico? Quale sente essere il suo contributo più personale al cosiddetto filone del jidaigeki (opere a sfondo storico) moderno?
K. O.: va detto che al momento in Giappone tutti i drama e i film storici, e in generale le opere a sfondo storico, secondo me stanno passando un momento poco positivo a livello di ricezione nelle sale cinematografiche, perché a volte trattano temi che non arrivano con facilità al cuore e alla mente dello spettatore.
Nel mio caso, voglio creare film storici che in qualche modo possano risuonare in ciascuno di noi, grazie a quello che è l'elemento emotivo dell'essere umano. Chiunque, in qualsiasi epoca del mondo, ha provato amore e ha provato odio, e questo è qualcosa che è condiviso da tutti gli essere umani in tutte le epoche del mondo: è precisamente l'emozione e l'emotività che io voglio appunto cercare di trasmettere. In pratica, grazie all'utilizzo dell'emozione, riesco a far sì che un argomento "antico" possa essere percepito come nuovo, perché utilizzo questo elemento condiviso dalle persone; operando in questo modo, faccio sì anche che si crei anche una sorta di affetto nei confronti dei personaggi e della storia.
Come creatore, come realizzatore e come essere umano, io stesso cerco per l'appunto di provare qualcosa che risuoni dentro di me quando realizzo il film, e lo faccio con questo approccio. Ciò che spero è che quindi quanto risuona dentro di me, risuoni anche nel cuore dello spettatore.
Qual possa essere il mio contributo in tale filone, io ritengo sia questo. Se poi il film riesce a superare i confini del Giappone e arrivare fino all'estero, ecco, io davvero ne sono molto felice e molto soddisfatto. Questo è l'approccio che utilizzo nei miei lavori quando realizzo i jidaigeki.
Sia in Rurouni Kenshin (capitolo di Kyoto) che in Legend & Butterfly ci è parso inoltre di notare una certa affezione per i maestosi vascelli d'epoca...
K. O.: (ride) per quanto riguarda i vascelli, bisogna pensare che in quelle epoche erano un mezzo di trasporto estremamente importante, ma al tempo stesso possono anche essere percepiti come metafora dell'ignoto, nel senso che davano la possibilità di immaginare e pensare che grazie ad essi si sarebbe potuto raggiungere l'ignoto e anche qualcosa di sconosciuto, qualcosa che si ammirava, sempre appunto pur non conoscendolo.
Da questo punto di vista quindi i vascelli, ovvero le navi, possiamo chiamarli dei dispositivi molto effettivi, molto efficaci.
Ecco, io li utilizzo in una maniera proattiva proprio per questo, per dare l'idea che si allarghi qualcosa nel mondo della storia che sto raccontando.
A suo gusto personale, le da' più soddisfazione lavorare su film storici oppure su opere con tematiche thriller come Platina Data o Museum? Nel suo futuro quale vedrebbe più plausibile come nuovo progetto, al di là di eventuali trasposizioni dal manga di Rurouni Kenshin Hokkaido o romanzi del maestro Keigo Higashino?
K. O.: dunque, c'è il fatto che adesso ci sono varie cose in movimento, però... non posso ancora rivelare nulla.
Diciamo che per quanto riguarda me, vorrei cercare di cimentarmi in un genere che non ho ancora trattato, quindi magari un'opera di fantascienza. Oppure... beh, dovete pensare che molti dei film storici che ho realizzato sono tutti del periodo Edo o Meiji, ovvero ambientati circa 200 o 300 anni fa. Invece magari sarebbe bello cimentarsi anche in un'opera storica di n un'epoca un po' più moderna, oppure, perché no, un musical che metta insieme vari generi. Quindi adesso le idee sono un po' varie, però sto cominciando un po' alla volta una certa pianificazione, sto cominciando a fare alcuni preparativi. E poi c'è anche uno dei miei pallini, che è quello di mostrare un film d'azione, dove l'azione stessa sia un tipo di azione evoluta.
La ringraziamo sentitamente per il tempo e la disponibilità dedicateci.
Fonti consultate:
Si ringrazia l'ufficio stampa del Far East Film Festival per la disponibilità
Di seguito Vi proponiamo l'intervista realizzata con il pluri-acclamato regista Keishi Otomo: nel suo portfolio troviamo la pentalogia dedicata a Rurouni Kenshin, ma anche le pellicole tratte dai manga Un Marzo da leoni, Museum, Himitsu the Top Secret e dal romanzo Platina Data.
A Udine Otomo è giunto assieme al produttore Ryusuke Imoto per presentare la sua più recente pellicola The Legend & Butterfly, incentrata sulle figure storiche di Nobunaga Oda e dell'intraprendente moglie Ohime detta anche Kicho ("farfalla" di Ki, per l'appunto): i due protagonisti sono stati interpretati da Takuya Kimura e Haruka Ayase (Heaven & Hell: Soul Exchange).
Dopo la proiezione in anteprima al Far East Film Festival, disponibile anche nella selezione online della rassegna, il film è stato rilasciato in esclusiva mondiale, Italia compresa, su Amazon Prime Video dal 12 maggio 2023.
The Legend & Butterfly ~ Trailer completo
Come considera il rapporto degli spettatori con il cinema moderno, data la recente possibilità di fruire dei film anche tramite le piattaforme di streaming?
Ritiene che i giovani in particolare ci si possano avvicinare più facilmente, cioè che attraverso lo streaming possano incuriosirsi anche al cinema tradizionale?
Keishi Otomo: sì, mi auguro proprio che possa essere questo il caso, cioè che i giovani possono essere interessati da questo nuovo approccio proposto. Dovete sapere che subito prima del rilascio del quinto e più recente capitolo di Rurouni Kenshin, una delle precedenti opere in cui mi sono cimentato come regista, i cinema sono stati chiusi a causa del Coronavirus, pertanto solo in pochi sono potuti andare alla proiezione e questo ha lasciato anche a me una certa frustrazione. La soluzione di quel momento era data soprattutto dai siti di streaming, un fenomeno che sembra prendere sempre più piede. L’idea che forse in un futuro non così prossimo i cinema non sarebbero stati più utilizzati come luoghi fisici iniziava a divenire una realtà, anche perché la gente mostra sempre più interesse verso l’innovazione delle piattaforme di streaming.
Ho iniziato dunque a pensare che forse il cinema, per come lo conosciamo, sarebbe andata a finire male. E in quel momento ho pensato di voler riproporre l’analogico, far riscoprire la forza del lavorare in maniera analogica, e che con la mia opera successiva io avrei voluto far sì che quanta più gente possibile potesse recarsi al cinema; dunque, cercare di creare un'opera che fosse attrattiva, e che nonostante trattasse argomenti storici, potesse piacere anche ai giovani. Ebbene, dovete sapere che dopo appunto che il film è giunto nelle sale cinematografiche, molti giovani si sono recati a vederlo. Quindi da questo punto di vista secondo me c'è stato un effetto positivo.
K. O.: e poi un'altra cosa che vorrei far notare: in questo caso ho fatto molta attenzione a realizzare un film come The Legend & Butterfly che potesse mostrare il massimo della sua attrattiva grazie al grande schermo. Adesso i giovani utilizzano tutti quanti molto spesso i siti di streaming e questo fa sì che spesso non si rechino più nei cine-teatri, ma quello che volevo far capire loro è che se ci reca in teatro, il modo in cui ci si immerge e l'esperienza che si può vivere è completamente diversa rispetto a quella che si può vivere su una piattaforma di streaming.
Volevo che questa fosse l'attrattiva del film, di modo che loro fossero stimolati a venire a vederlo nelle sale cinematografiche. Per venire nella fattispecie alla sala di Udine, e qui vi ringrazio per avermi chiamato, io mi sono davvero molto emozionato grazie al vostro schermo che c'è qui e soprattutto alla qualità della sorgente audio. Per The Legend & Butterfly noi abbiamo davvero fatto il massimo possibile per creare una pianificazione della gestione dell'audio, cioè della tecnica e della tecnologia utilizzate per il suono, e qui sono state magnificamente ricreate, ci tenevo davvero a dirvelo.
Cosa le piace di più del suo lavoro come regista, quando è all'opera su un film storico? Quale sente essere il suo contributo più personale al cosiddetto filone del jidaigeki (opere a sfondo storico) moderno?
K. O.: va detto che al momento in Giappone tutti i drama e i film storici, e in generale le opere a sfondo storico, secondo me stanno passando un momento poco positivo a livello di ricezione nelle sale cinematografiche, perché a volte trattano temi che non arrivano con facilità al cuore e alla mente dello spettatore.
Nel mio caso, voglio creare film storici che in qualche modo possano risuonare in ciascuno di noi, grazie a quello che è l'elemento emotivo dell'essere umano. Chiunque, in qualsiasi epoca del mondo, ha provato amore e ha provato odio, e questo è qualcosa che è condiviso da tutti gli essere umani in tutte le epoche del mondo: è precisamente l'emozione e l'emotività che io voglio appunto cercare di trasmettere. In pratica, grazie all'utilizzo dell'emozione, riesco a far sì che un argomento "antico" possa essere percepito come nuovo, perché utilizzo questo elemento condiviso dalle persone; operando in questo modo, faccio sì anche che si crei anche una sorta di affetto nei confronti dei personaggi e della storia.
Come creatore, come realizzatore e come essere umano, io stesso cerco per l'appunto di provare qualcosa che risuoni dentro di me quando realizzo il film, e lo faccio con questo approccio. Ciò che spero è che quindi quanto risuona dentro di me, risuoni anche nel cuore dello spettatore.
Qual possa essere il mio contributo in tale filone, io ritengo sia questo. Se poi il film riesce a superare i confini del Giappone e arrivare fino all'estero, ecco, io davvero ne sono molto felice e molto soddisfatto. Questo è l'approccio che utilizzo nei miei lavori quando realizzo i jidaigeki.
Sia in Rurouni Kenshin (capitolo di Kyoto) che in Legend & Butterfly ci è parso inoltre di notare una certa affezione per i maestosi vascelli d'epoca...
K. O.: (ride) per quanto riguarda i vascelli, bisogna pensare che in quelle epoche erano un mezzo di trasporto estremamente importante, ma al tempo stesso possono anche essere percepiti come metafora dell'ignoto, nel senso che davano la possibilità di immaginare e pensare che grazie ad essi si sarebbe potuto raggiungere l'ignoto e anche qualcosa di sconosciuto, qualcosa che si ammirava, sempre appunto pur non conoscendolo.
Da questo punto di vista quindi i vascelli, ovvero le navi, possiamo chiamarli dei dispositivi molto effettivi, molto efficaci.
Ecco, io li utilizzo in una maniera proattiva proprio per questo, per dare l'idea che si allarghi qualcosa nel mondo della storia che sto raccontando.
"I was more interested in replicating the flow and facets of life, starting with the foolishness of youth and progressing into the more mature adulthood, when destiny forces the main character to become an adult".
— Udine Far East Film (@fareastfilm) April 29, 2023
Director OTOMO KEISHI here at #FEFFTALKS.#FEFF25 pic.twitter.com/nGh3ZJsfXa
A suo gusto personale, le da' più soddisfazione lavorare su film storici oppure su opere con tematiche thriller come Platina Data o Museum? Nel suo futuro quale vedrebbe più plausibile come nuovo progetto, al di là di eventuali trasposizioni dal manga di Rurouni Kenshin Hokkaido o romanzi del maestro Keigo Higashino?
K. O.: dunque, c'è il fatto che adesso ci sono varie cose in movimento, però... non posso ancora rivelare nulla.
Diciamo che per quanto riguarda me, vorrei cercare di cimentarmi in un genere che non ho ancora trattato, quindi magari un'opera di fantascienza. Oppure... beh, dovete pensare che molti dei film storici che ho realizzato sono tutti del periodo Edo o Meiji, ovvero ambientati circa 200 o 300 anni fa. Invece magari sarebbe bello cimentarsi anche in un'opera storica di n un'epoca un po' più moderna, oppure, perché no, un musical che metta insieme vari generi. Quindi adesso le idee sono un po' varie, però sto cominciando un po' alla volta una certa pianificazione, sto cominciando a fare alcuni preparativi. E poi c'è anche uno dei miei pallini, che è quello di mostrare un film d'azione, dove l'azione stessa sia un tipo di azione evoluta.
La ringraziamo sentitamente per il tempo e la disponibilità dedicateci.
Fonti consultate:
Si ringrazia l'ufficio stampa del Far East Film Festival per la disponibilità
Questo regista ha cose parecchie cose da dire, indipendentemente dal genere nel quale si ciimenta.
Sapere che il cinema di Udine lo ha soddisfatto appieno, da uomo estremamente puntiglioso e rigoroso qual si capisce lui essere, beh, non ha prezzo *_*
Per non parlare del vederlo ridere o sogghignare sornione alla domanda dei vascelli e dei suoi prossimi progetti, ehehehe ♥
Ma non abbia timore, maestro, aspetteremo con gioia *O*
Grazie mille
sul serio??
Le domande le ho strutturate io, ma sono state poste attraverso lo staff del Far East, dato che il maestro Otomo è venuto come ospite al FEFF solo il 29 aprile. La video intervista è avvenuta quindi a distanza in questo caso, però l'emozione è stata palpabile ugualmente XD
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