Ao Hagane no Boutokusha (Novel)
"Ao Hagane no Boutokusha" (o Bluesteel Blasphemer in inglese) è una light novel di quattro volumi scritta da Ichirō Sakaki, già autore di altre serie conosciute come "Outbreak Company" e “Hitsugi no Chaika".
La trama è quella di un tipico isekai: Yukinari Amano, un giovane ragazzo con la passione per le armi, a causa di un incendio perde la vita, ma la sua anima viene richiamata in vita da Jirina Urban, un'alchimista di un altro mondo (in stile medioevale), che gli dona un nuovo corpo con particolari abilità. A causa di alcune circostanze, è costretto a fuggire dalla capitale del regno insieme a Dasa, sorella di Jirina, iniziando una vita da fuggiasco. Ma quando, alla frontiera, si trova davanti a quello che sembra essere un rito sacrificale in onore della divinità locale, decide di lottare contro di essa con ciò che ha creato lui stesso: una gunblade basata su un fucile Winchester.
L'autore cerca in tutti i volumi di integrare l'uso di armi da sparo in combattimenti che generalmente prevedono l'uso di armi bianche: il tentativo riesce solo in parte, perchè se è vero che i combattimenti sono articolati e non frettolosi, d'altra parte si ha spesso un senso di "hanno già la vittoria in pugno", per l'ovvia differenza di capacità di armi del genere in un mondo fantasy che prevede però solo l'uso di spade, scudi e alabarde e molto poco della magia. Inoltre, salvo lo scontro con Ulrike del secondo volume, i poteri del protagonista appaiono così onnipotenti da togliere un po' di suspense alle vicende.
Altra nota dolente è la lunghezza: come chiarito dallo stesso autore nel quarto ed ultimo volume, la serie è stata di molto accorciata, potremmo dire interrotta, a causa delle scarse vendite. Questo porta la storia ad un finale frettoloso, con alcune questioni rimaste aperte e personaggi importanti che vengono fatti uscire brutalmente di scena per poi venir a malapena nominati.
Un peccato perchè l'ambientazione, con il culto degli Erdgod e il contrasto con la chiesa di Harris, promettevano molto bene e sono sicuramente uno dei punti di forza e originalità della serie.
I personaggi, forse per il poco tempo o per semplice rispetto di standard e cliché, non sono poi particolarmente originali, alcuni non hanno un minimo di sviluppo nei quattro volumi, altri come Ulrike e Berta si salvano per l'essere almeno divertenti e con segni di crescita individuale.
In definitiva, è una serie senza infamia e senza lode, di qui il 6 come voto. Non è brutta da leggere, ma terminata non lascia poi molto se non la sensazione che il mondo che l'autore aveva creato avrebbe meritato uno sviluppo e sfruttamento migliore. Dovendola consigliare lo farei solo ad un accanito lettore di Light Novel, che cerchi una serie isekai comunque breve e poco impegnativa.
La trama è quella di un tipico isekai: Yukinari Amano, un giovane ragazzo con la passione per le armi, a causa di un incendio perde la vita, ma la sua anima viene richiamata in vita da Jirina Urban, un'alchimista di un altro mondo (in stile medioevale), che gli dona un nuovo corpo con particolari abilità. A causa di alcune circostanze, è costretto a fuggire dalla capitale del regno insieme a Dasa, sorella di Jirina, iniziando una vita da fuggiasco. Ma quando, alla frontiera, si trova davanti a quello che sembra essere un rito sacrificale in onore della divinità locale, decide di lottare contro di essa con ciò che ha creato lui stesso: una gunblade basata su un fucile Winchester.
L'autore cerca in tutti i volumi di integrare l'uso di armi da sparo in combattimenti che generalmente prevedono l'uso di armi bianche: il tentativo riesce solo in parte, perchè se è vero che i combattimenti sono articolati e non frettolosi, d'altra parte si ha spesso un senso di "hanno già la vittoria in pugno", per l'ovvia differenza di capacità di armi del genere in un mondo fantasy che prevede però solo l'uso di spade, scudi e alabarde e molto poco della magia. Inoltre, salvo lo scontro con Ulrike del secondo volume, i poteri del protagonista appaiono così onnipotenti da togliere un po' di suspense alle vicende.
Altra nota dolente è la lunghezza: come chiarito dallo stesso autore nel quarto ed ultimo volume, la serie è stata di molto accorciata, potremmo dire interrotta, a causa delle scarse vendite. Questo porta la storia ad un finale frettoloso, con alcune questioni rimaste aperte e personaggi importanti che vengono fatti uscire brutalmente di scena per poi venir a malapena nominati.
Un peccato perchè l'ambientazione, con il culto degli Erdgod e il contrasto con la chiesa di Harris, promettevano molto bene e sono sicuramente uno dei punti di forza e originalità della serie.
I personaggi, forse per il poco tempo o per semplice rispetto di standard e cliché, non sono poi particolarmente originali, alcuni non hanno un minimo di sviluppo nei quattro volumi, altri come Ulrike e Berta si salvano per l'essere almeno divertenti e con segni di crescita individuale.
In definitiva, è una serie senza infamia e senza lode, di qui il 6 come voto. Non è brutta da leggere, ma terminata non lascia poi molto se non la sensazione che il mondo che l'autore aveva creato avrebbe meritato uno sviluppo e sfruttamento migliore. Dovendola consigliare lo farei solo ad un accanito lettore di Light Novel, che cerchi una serie isekai comunque breve e poco impegnativa.