Wedding Peach - I Tanti Segreti di un Cuore Innamorato
Quando certi anime sono molto simili fra loro, o ricordano un altro titolo, è per un fatto molto semplice: prendono ispirazione da un anime che inventò un genere o sviluppò nuovissime tematiche, e prendono gli elementi innovativi di tale serie per creare qualcosa con una propria identità. “Mazinga Z” ideò il genere mecha, “Dragonball” diede la nascita ai battle shonen, “Captain Tsubasa” (“Holly e Benji”) diede il via al fenomeno delle serie sportive, ma in particolare vi fu l’avvento della mangaka Naoko Takeuchi, che creò un nuovo genere maho shoujo di “ragazze combattenti” con la saga di “Sailor Moon”, unendo i componenti di un anime shoujo con quelli di un anime shonen.
Con una tale innovazione a portata di mano, molti autori hanno cominciato a creare le loro saghe di ragazze combattenti, ma quale fu la prima opera che si lanciò coraggiosamente come serie ispirata dall’opera della Takeuchi? Fu una serie manga che venne poi adattata in una serie anime, con, anche in questo caso, varie divergenze narrative fra le versioni, ma che permise di far scendere in campo un nuovo team di ragazze combattenti, il cui obbiettivo è proteggere il sentimento che permette di esaltare al massimo la vita di qualunque individuo e che permette al mondo di continuare a vivere: l’amore.
Loro sono gli “Angeli dell’amore”, le “Wedding Peach”.
Protagoniste della storia sono tre amiche, nonché membri di un club scolastico di giornalismo: Momoko Hanasaki (da noi SunRose), ragazza molto esuberante e allegra ma anche molto irritabile e a volte pasticciona, Yuri Tanima (Lily), dal carattere molto elegante e signorile, e Hinagiku Tamano (Daisy), ragazza maschiaccio molto attiva e temeraria. Nonostante le tre sono molto amiche, ultimamente non fanno altro che bisticciare, dal momento che tutte e tre si sono prese una bella sbandata per il capitano della squadra di calcio scolastica, Kazuya Yanagiba (Nicholas).
La loro vita cambia quando verranno coinvolte nel secolare conflitto fra Angeli e Demoni, la cui posta in gioco è il sentimento dell’amore; i primi sono comandati dalla sovrana Aphrodite, che ha dalla sua parte l’arcangelo Limone (Aaron), mentre i secondi sono comandati Reine Devila, spietata regina dei Demoni che vuole cancellare per sempre il sentimento dell’amore, e quindi manda puntualmente i suoi sottoposti sulla Terra in modo da poter architettare piani in grado di cancellare tale sentimento. Le uniche che possono fermare tale pandemonio sono le tre ragazze, le quali sono in realtà degli Angeli dell’amore, le guerriere che da sempre combattono i Demoni, e che quindi decidono di usare i loro poteri, consistenti in due fasi, Sposa e Guerriera, per fermare i loro piani: Momoko diventa “Angel Peach”, Yuri assume i panni di “Angel Lily” e Hinagiku ricopre il ruolo di “Angel Daisy”.
Con tali poteri le ragazze dovranno fermare i piani dei Demoni, aiutati quando serve dell’arcangelo Limone, e, nel frattempo, cercare i quattro artefatti magici chiamati “Saint Something Four”, i cui poteri sarebbero capaci di debellare per sempre la minaccia dei Demoni. Una intensa avventura ha inizio.
Nonostante il semplice incipit, la trama di “Wedding Peach” si rivelerà molto più profonda e matura di quanto non sembri, dal momento che riserverà continui colpi di scena; è vero il fatto che l’adattamento italiano della serie ha trasformato la vicenda in un modo più fantascientifico, ma ciò non compromette la comprensibilità della vicenda.
Veniamo ai personaggi: a differenza del precedente, e fonte d’ispirazione, “Sailor Moon”, le protagoniste non si conoscono appena, ma si conoscono da molto tempo, e quindi il loro legame di amicizia è già bello che tosto, ma ciò non compromette la loro interazione come gruppo, dal momento che in quasi ogni puntata arrivano sempre a bisticciare, per poi darsi una mano nel momento del bisogno, quando l’azione chiama, rendendo più palese che mai il fatto che (mio punto di vista) un’amicizia non si può definire profonda e speciale senza qualche scaramuccia, in modo da comprendere appieno il carattere di un’amica e quindi migliorare un rapporto. Inoltre la componente romantica è molto più forte, dal momento che ben tre figure maschili arriveranno a farsi avanti, ovvero: il sopracitato Kazuya, Yosuke Fuuma (Alex), portiere della squadra di calcio della scuola, che ha l’abitudine di punzecchiare Momoko, e Takuro Amano (Terence), cervello della scuola dal carattere insicuro, nonché amico d’infanzia di Hinagiku; tre figure maschili a cui verranno dedicate molte puntate e che verranno coinvolte in modi molto allucinanti nella vicenda.
Ovviamente non può mancare la mascotte della serie, in questo caso il buffo Jama-Pi.
Ma anche gli avversari non scherzano in fatto di caratterizzazione, dal momento che si alternano in carattere, e spesso hanno anche dei momenti comici in alcuni frangenti, e gradualmente verranno coinvolti dai sentimenti umani con destini alterni. Ma anche nel lato angelico non mancheranno le sorprese, tra cui una quarta guerriera.
Passiamo ai poteri delle guerriere, che, come anticipato, sono divisi in due fasi: quelli della Sposa, capaci di purificare Demoni minori o persone possedute, e quelli della Guerriera, in cui passano all'attacco contro demoni più forti, che vengono puntualmente purificati dai poteri delle protagoniste, perdendo ogni traccia di malvagità.
E aspettate di vedere quando entreranno in scena i “Saint Something Four”, composti dal “Old” (l’oggetto vecchio), “Blue” (l’oggetto blu), “Borrowed” (l’oggetto prestato) e il “New” (l’oggetto nuovo), che permetteranno alle protagoniste di acquisire nuovi poteri; non è un caso l’introduzione di tali elementi, dal momento che, secondo una leggenda, se si danno a una sposa un oggetto vecchio, un oggetto nuovo, un oggetto prestato e un oggetto vecchio, il matrimonio venturo sarà perfetto.
Passiamo al lato sonoro, che in ambito di OST riesce ad esprimere tutte le atmosfere, così come nelle interpretazioni, che includono seiyuu e doppiatori di prima scelta, mentre in ambito musicale le opening ed ending sono veramente orecchiabili, in particolare la prima accoppiata, le mie preferite.
In ambito grafico si riesce nell'intento, con animazioni molto fluide che in alcuni frangenti mi hanno fatto pensare a un budget da OAV.
Difficile dire di più, ma a mio parere “Wedding Peach” centra il bersaglio, con un cast di personaggi molto riuscito e una narrativa capace di far provare i brividi quando si raggiungono i punti cruciali.
Come primo tentativo di una nuova squadra di “ragazze combattenti”, l’obiettivo è riuscito.
Con una tale innovazione a portata di mano, molti autori hanno cominciato a creare le loro saghe di ragazze combattenti, ma quale fu la prima opera che si lanciò coraggiosamente come serie ispirata dall’opera della Takeuchi? Fu una serie manga che venne poi adattata in una serie anime, con, anche in questo caso, varie divergenze narrative fra le versioni, ma che permise di far scendere in campo un nuovo team di ragazze combattenti, il cui obbiettivo è proteggere il sentimento che permette di esaltare al massimo la vita di qualunque individuo e che permette al mondo di continuare a vivere: l’amore.
Loro sono gli “Angeli dell’amore”, le “Wedding Peach”.
Protagoniste della storia sono tre amiche, nonché membri di un club scolastico di giornalismo: Momoko Hanasaki (da noi SunRose), ragazza molto esuberante e allegra ma anche molto irritabile e a volte pasticciona, Yuri Tanima (Lily), dal carattere molto elegante e signorile, e Hinagiku Tamano (Daisy), ragazza maschiaccio molto attiva e temeraria. Nonostante le tre sono molto amiche, ultimamente non fanno altro che bisticciare, dal momento che tutte e tre si sono prese una bella sbandata per il capitano della squadra di calcio scolastica, Kazuya Yanagiba (Nicholas).
La loro vita cambia quando verranno coinvolte nel secolare conflitto fra Angeli e Demoni, la cui posta in gioco è il sentimento dell’amore; i primi sono comandati dalla sovrana Aphrodite, che ha dalla sua parte l’arcangelo Limone (Aaron), mentre i secondi sono comandati Reine Devila, spietata regina dei Demoni che vuole cancellare per sempre il sentimento dell’amore, e quindi manda puntualmente i suoi sottoposti sulla Terra in modo da poter architettare piani in grado di cancellare tale sentimento. Le uniche che possono fermare tale pandemonio sono le tre ragazze, le quali sono in realtà degli Angeli dell’amore, le guerriere che da sempre combattono i Demoni, e che quindi decidono di usare i loro poteri, consistenti in due fasi, Sposa e Guerriera, per fermare i loro piani: Momoko diventa “Angel Peach”, Yuri assume i panni di “Angel Lily” e Hinagiku ricopre il ruolo di “Angel Daisy”.
Con tali poteri le ragazze dovranno fermare i piani dei Demoni, aiutati quando serve dell’arcangelo Limone, e, nel frattempo, cercare i quattro artefatti magici chiamati “Saint Something Four”, i cui poteri sarebbero capaci di debellare per sempre la minaccia dei Demoni. Una intensa avventura ha inizio.
Nonostante il semplice incipit, la trama di “Wedding Peach” si rivelerà molto più profonda e matura di quanto non sembri, dal momento che riserverà continui colpi di scena; è vero il fatto che l’adattamento italiano della serie ha trasformato la vicenda in un modo più fantascientifico, ma ciò non compromette la comprensibilità della vicenda.
Veniamo ai personaggi: a differenza del precedente, e fonte d’ispirazione, “Sailor Moon”, le protagoniste non si conoscono appena, ma si conoscono da molto tempo, e quindi il loro legame di amicizia è già bello che tosto, ma ciò non compromette la loro interazione come gruppo, dal momento che in quasi ogni puntata arrivano sempre a bisticciare, per poi darsi una mano nel momento del bisogno, quando l’azione chiama, rendendo più palese che mai il fatto che (mio punto di vista) un’amicizia non si può definire profonda e speciale senza qualche scaramuccia, in modo da comprendere appieno il carattere di un’amica e quindi migliorare un rapporto. Inoltre la componente romantica è molto più forte, dal momento che ben tre figure maschili arriveranno a farsi avanti, ovvero: il sopracitato Kazuya, Yosuke Fuuma (Alex), portiere della squadra di calcio della scuola, che ha l’abitudine di punzecchiare Momoko, e Takuro Amano (Terence), cervello della scuola dal carattere insicuro, nonché amico d’infanzia di Hinagiku; tre figure maschili a cui verranno dedicate molte puntate e che verranno coinvolte in modi molto allucinanti nella vicenda.
Ovviamente non può mancare la mascotte della serie, in questo caso il buffo Jama-Pi.
Ma anche gli avversari non scherzano in fatto di caratterizzazione, dal momento che si alternano in carattere, e spesso hanno anche dei momenti comici in alcuni frangenti, e gradualmente verranno coinvolti dai sentimenti umani con destini alterni. Ma anche nel lato angelico non mancheranno le sorprese, tra cui una quarta guerriera.
Passiamo ai poteri delle guerriere, che, come anticipato, sono divisi in due fasi: quelli della Sposa, capaci di purificare Demoni minori o persone possedute, e quelli della Guerriera, in cui passano all'attacco contro demoni più forti, che vengono puntualmente purificati dai poteri delle protagoniste, perdendo ogni traccia di malvagità.
E aspettate di vedere quando entreranno in scena i “Saint Something Four”, composti dal “Old” (l’oggetto vecchio), “Blue” (l’oggetto blu), “Borrowed” (l’oggetto prestato) e il “New” (l’oggetto nuovo), che permetteranno alle protagoniste di acquisire nuovi poteri; non è un caso l’introduzione di tali elementi, dal momento che, secondo una leggenda, se si danno a una sposa un oggetto vecchio, un oggetto nuovo, un oggetto prestato e un oggetto vecchio, il matrimonio venturo sarà perfetto.
Passiamo al lato sonoro, che in ambito di OST riesce ad esprimere tutte le atmosfere, così come nelle interpretazioni, che includono seiyuu e doppiatori di prima scelta, mentre in ambito musicale le opening ed ending sono veramente orecchiabili, in particolare la prima accoppiata, le mie preferite.
In ambito grafico si riesce nell'intento, con animazioni molto fluide che in alcuni frangenti mi hanno fatto pensare a un budget da OAV.
Difficile dire di più, ma a mio parere “Wedding Peach” centra il bersaglio, con un cast di personaggi molto riuscito e una narrativa capace di far provare i brividi quando si raggiungono i punti cruciali.
Come primo tentativo di una nuova squadra di “ragazze combattenti”, l’obiettivo è riuscito.
Wedding Peach è un anime di genere majokko sentai, simile come impostazione al più famoso Sailor Moon. Come in quest’ultimo le protagoniste sono delle ragazze che grazie a dei magici poteri possono trasformarsi in guerriere e combattere le forze del male.
Nel caso specifico di Wedding Peach la storia è incentrata sulla guerra tra il mondo degli angeli e quello dei diavoli. La protagonista della storia è Momoko, una bella ragazza rimasta orfana di madre, di cui ha per ricordo un prezioso anello che indossa tutti i giorni. Una mattina viene attaccata da un diavolo che vuole sottrarglielo convinto che sia un potente artefatto magico, uno dei quattro Saint Something Four. Per proteggere la ragazza arriva l’angelo Limone, che le dona il potere di trasformarsi nell’angelo guerriero Wedding Peach.
Momoko dopo la prima battaglia riceverà l’incarico di recuperare tutti i quattro oggetti, e nel mentre dovrà anche combattere i diavoli. Nella battaglia non sarà sola, com’è tradizione di questo genere di anime, le sue amiche più vicine, Yuri e Hinagiku, diventeranno sue alleate nella lotta.
Elemento cardine della narrazione sono i sentimenti, sotto forma di amicizia e amore. Nel corso degli episodi le ragazze passano attraverso momenti belli e altri tristi, incomprensioni, riappacificazioni. Momoko e Yuri s’innamoreranno, ma le cose non saranno semplici né per una né per l’altra.
Gli episodi seguono uno schema fisso, dove le ragazze affrontano un nemico per episodio, e a far da contorno a questo ci sono le loro vicende quotidiane e i già citati problemi di cuore.
Le battaglie non sono mai combattute sul piano fisico, ma solo con attacchi “magici” da ambo le parti, con i diavoli che lanciano fulmini, fiamme e simili, e gli angeli in abito da sposa che rispondo con scettri, nastri e altro. Questo è forse il difetto peggiore, tutta la sequenza di trasformazione e degli attacchi ripetuta per tutti gli episodi è un po’ stancante da vedere.
La serie comunque presenta ogni tanto dei colpi di scena niente male, che cambiano un po’ le carte in tavola e riescono a non fare stagnare la storia.
I personaggi sono ben caratterizzati, a partire dalle tre protagoniste principali, le controparti maschili, fino ad alcuni nemici degni di nota.
La parte grafica è buona, nonostante gli anni passati, Wedding Peach è un anime che non sfigura. Bei disegni, buone animazioni, bei colori.
Il doppiaggio giapponese è molto ben fatto, le voci sono azzeccate ai personaggi e svolgono un’ottima interpretazione, alcune scene in particolare sono ottimamente recitate.
Le musiche sono molto belle e coinvolgenti, a partire dai brani usati come sigle, che si sentono anche durante gli episodi in versioni strumentali e non.
Questa serie è stata pesantemente censurata in versione italiana, e per questo io ho guardato la versione giapponese sottotitolata in inglese.
Wedding Peach è un anime abbastanza leggero, pieno di buoni sentimenti, ma che ha le carte in regola per piacere a chi apprezza il genere, in cui non sfigura affatto. Nel mio caso, nonostante sia un po’ grandicello, è riuscito a emozionarmi, commuovermi, farmi arrabbiare, ecc.
Un’opera molto piacevole, sicuramente dedicata a un pubblico femminile, che sogna il principe azzurro e l’abito da sposa, ma che può piacere a tutti i romantici.
Nel caso specifico di Wedding Peach la storia è incentrata sulla guerra tra il mondo degli angeli e quello dei diavoli. La protagonista della storia è Momoko, una bella ragazza rimasta orfana di madre, di cui ha per ricordo un prezioso anello che indossa tutti i giorni. Una mattina viene attaccata da un diavolo che vuole sottrarglielo convinto che sia un potente artefatto magico, uno dei quattro Saint Something Four. Per proteggere la ragazza arriva l’angelo Limone, che le dona il potere di trasformarsi nell’angelo guerriero Wedding Peach.
Momoko dopo la prima battaglia riceverà l’incarico di recuperare tutti i quattro oggetti, e nel mentre dovrà anche combattere i diavoli. Nella battaglia non sarà sola, com’è tradizione di questo genere di anime, le sue amiche più vicine, Yuri e Hinagiku, diventeranno sue alleate nella lotta.
Elemento cardine della narrazione sono i sentimenti, sotto forma di amicizia e amore. Nel corso degli episodi le ragazze passano attraverso momenti belli e altri tristi, incomprensioni, riappacificazioni. Momoko e Yuri s’innamoreranno, ma le cose non saranno semplici né per una né per l’altra.
Gli episodi seguono uno schema fisso, dove le ragazze affrontano un nemico per episodio, e a far da contorno a questo ci sono le loro vicende quotidiane e i già citati problemi di cuore.
Le battaglie non sono mai combattute sul piano fisico, ma solo con attacchi “magici” da ambo le parti, con i diavoli che lanciano fulmini, fiamme e simili, e gli angeli in abito da sposa che rispondo con scettri, nastri e altro. Questo è forse il difetto peggiore, tutta la sequenza di trasformazione e degli attacchi ripetuta per tutti gli episodi è un po’ stancante da vedere.
La serie comunque presenta ogni tanto dei colpi di scena niente male, che cambiano un po’ le carte in tavola e riescono a non fare stagnare la storia.
I personaggi sono ben caratterizzati, a partire dalle tre protagoniste principali, le controparti maschili, fino ad alcuni nemici degni di nota.
La parte grafica è buona, nonostante gli anni passati, Wedding Peach è un anime che non sfigura. Bei disegni, buone animazioni, bei colori.
Il doppiaggio giapponese è molto ben fatto, le voci sono azzeccate ai personaggi e svolgono un’ottima interpretazione, alcune scene in particolare sono ottimamente recitate.
Le musiche sono molto belle e coinvolgenti, a partire dai brani usati come sigle, che si sentono anche durante gli episodi in versioni strumentali e non.
Questa serie è stata pesantemente censurata in versione italiana, e per questo io ho guardato la versione giapponese sottotitolata in inglese.
Wedding Peach è un anime abbastanza leggero, pieno di buoni sentimenti, ma che ha le carte in regola per piacere a chi apprezza il genere, in cui non sfigura affatto. Nel mio caso, nonostante sia un po’ grandicello, è riuscito a emozionarmi, commuovermi, farmi arrabbiare, ecc.
Un’opera molto piacevole, sicuramente dedicata a un pubblico femminile, che sogna il principe azzurro e l’abito da sposa, ma che può piacere a tutti i romantici.
Premessa: la recensione si riferisce alla versione giapponese, dunque non farò menzione delle innumerevoli censure di quella nostrana
Il fulcro della nostra storia è la guerra fra due fazioni opposte: quella dei demoni, che vuole distruggere l’amore, e quella degli angeli, che invece vuole preservarlo.
L’ago della bilancia sarà rappresentato dagli uomini, nel cui mondo il conflitto si espanderà, e in particolare da tre ragazze: l’allegra Momoko Hanasaki, l’aggraziata Yuri Tanima e la mascolina Hinagiku Tamano, cui sarà donato il potere di trasformarsi nei tre Angeli dell’amore, Wedding Peach, Angel Lily e Angel Daisy. Loro compito sarà quello di fermare i loschi piani dei demoni, ma dovranno anche fare i conti con la vita di tutti i giorni, le problematiche scolastiche e, soprattutto, con i loro problemi adolescenzial-sentimentali.
Nato sulla scia del successo di Sailor Moon per mano di uno staff competente e preparato, che aveva peraltro precedentemente avuto esperienza col majokko-sentai proprio lavorando alla serie di Sailor Moon (ad esempio lo sceneggiatore Sukehiro Tomita e l’illustratrice Kazuko Tadano), Wedding Peach è una serie commerciale che sfrutta tutti gli elementi di successo della storia di Usagi rielaborandoli però ben presto in maniera personale. Si presenta dunque come un majokko-sentai di ottima fattura, la cui visione risulta ben più piacevole rispetto a molti altri esponenti del genere usciti successivamente.
La storia, di base, è molto semplice. C’è il bene, e c’è il male. Eppure, col proseguire della vicenda, scopriremo che il bianco non sarà sempre bianco, che il nero non sarà sempre nero e che anzi fra i due schieramenti le cose si complicheranno, portando spesso a colpi di scena che magari oggi possono sembrare prevedibili, ma nel complesso si rivelano essere ottimamente gestiti e molto coinvolgenti.
Punto di forza di Wedding Peach è infatti il grande coinvolgimento emotivo che riesce a creare, presentando un manipolo di personaggi tutti ben caratterizzati e in continua evoluzione caratteriale nel corso della storia, che lo spettatore godrà nel vedere coinvolti in sottotrame amorose o confronti tra bene e male non solo sul piano dei combattimenti ma anche in quello ideologico.
A ben guardare, Wedding Peach altro non è che un gigantesco inno all’amore, a quel gran bel sentimento che muove un po’ tutti gli uomini (e che non mancherà di coinvolgere anche i demoni, creando ottimi risvolti per la trama) e che è responsabile delle azioni di un po’ tutti i personaggi della storia. È una grande favola moderna, romantica e avvincente, che riesce a far appassionare lo spettatore sia alla lotta fra angeli e demoni, raccontata secondo i migliori dettami del majokko-sentai ma ugualmente avvincente, sia alle vicende amorose dei personaggi, in particolare alla love story fra la protagonista Momoko e il coprotagonista Yousuke, che nascerà come una litigiosa amicizia e si svilupperà poi in un tormentato amore degno di Romeo e Giulietta.
Qualcuno sicuramente lamenterà la gran somiglianza di Wedding Peach con Sailor Moon, che comunque è facilmente spiegabile dato che ai due anime ha lavorato quasi lo stesso staff, inoltre non è necessariamente un peso, dato che Wedding Peach riesce a camminare con le sue gambe e a distaccarsi da Sailor Moon presentando una trama più concisa e serrata e una diversità di temi: laddove Sailor Moon presentava diversi elementi culturali, Wedding Peach pone invece l’accento sull’amore, imbastendo ottime sottotrame amorose per ogni personaggio e non solo per la protagonista, anche se la sua storia sarà comunque l’ossatura di base della trama.
È un anime creato appositamente per avere successo e si pone in perfetta complementarità con il manga da cui è tratto, di cui migliora il character design di diversi personaggi mentre altri li differenzia completamente (e a livello personale per alcuni preferivo la versione cartacea) e amplia il carattere dei personaggi grazie a molti episodi riempitivi che possono approfondirne la quotidianità. Purtroppo, di contro, vi sono lievi modifiche alla scorrevolissima trama di base del manga, che rendono certi punti meno dettagliati o meno belli nella loro diversità rispetto alla narrazione cartacea, compreso lo stesso finale dell’opera. Vi sono inoltre diversi personaggi e archi narrativi assenti nel manga che faranno la gioia dei suoi lettori poiché molto simpatici e ottimamente incastonati nella trama principale.
Nonostante qualche piccolissima defezione (che personalmente, da fan del manga passato a guardare l’anime con grandi aspettative, mi ha deluso un po’), Wedding Peach è una serie splendidamente costruita, grazie anche a un comparto tecnico di tutto rispetto.
Le animazioni sono fluidissime, i colori vividi, in puro stile anni ’90. Il design dei personaggi è garbatissimo, capace di donare un grandissimo sex appeal ai personaggi femminili e una certa bellezza (pur senza esagerare) a quelli maschili, inoltre le scene di combattimento e trasformazione sono corredate da ottime animazioni ed effetti speciali molto particolari.
Ottima la prova dei doppiatori giapponesi. Vi sono moltissimi grandi nomi, ognuno capace di donare una particolare inflessione al suo personaggio. Menzione d’onore va a Kyoko Hikami, che doppia Momoko con una voce ora dolcissima ora decisa a seconda delle situazioni, e alla “guest star” Kotono Mitsuishi, che si toglie per un attimo la divisa alla marinaretta per caratterizzare in maniera mirabile una delle avversarie.
Un elogio a parte va poi alla colonna sonora, frizzante e ottimamente curata in gran parte dalle stesse doppiatrici delle protagoniste. Le quattro belle sigle che compongono la serie vengono riprese in diverse versioni, ora strumentali ora cantate, per gli eyecatch e in sottofondo alle scene di trasformazioni e attacchi, con risultati davvero pregevoli, soprattutto nel caso della coinvolgente prima ending “21seiki no Juliet”.
Concludendo, Wedding Peach è una serie molto, molto gradevole, che appassiona lo spettatore e lo conduce in una vicenda avvincente, ricca di ottimi risvolti e colpi di scena ben narrati, con degli ottimi personaggi e una superba realizzazione tecnica. Sarà banale, sarà infantile, sarà sdolcinato, ma credo che sia un ottimo sostituto di Sailor Moon, se si è interessati a proseguire nella visione del genere majokko-sentai, di cui questa serie è un degnissimo esponente. Una favola romantica che consiglio indubbiamente in primis a un pubblico femminile, ma che può stupire e coinvolgere anche i romanticoni di sesso maschile, grazie a un cast molto simpatico, a degli ottimi disegni e ad una trama ben narrata che miscela sapientemente sentimento e azione.
Da guardare se si è in cerca di una storia molto, molto romantica, e magari, se l’anime piace, consiglio di affiancargli la lettura del manga, che offrirà agli spettatori una diversa visione di quel che è Wedding Peach, completando l’esperienza televisiva.
Il fulcro della nostra storia è la guerra fra due fazioni opposte: quella dei demoni, che vuole distruggere l’amore, e quella degli angeli, che invece vuole preservarlo.
L’ago della bilancia sarà rappresentato dagli uomini, nel cui mondo il conflitto si espanderà, e in particolare da tre ragazze: l’allegra Momoko Hanasaki, l’aggraziata Yuri Tanima e la mascolina Hinagiku Tamano, cui sarà donato il potere di trasformarsi nei tre Angeli dell’amore, Wedding Peach, Angel Lily e Angel Daisy. Loro compito sarà quello di fermare i loschi piani dei demoni, ma dovranno anche fare i conti con la vita di tutti i giorni, le problematiche scolastiche e, soprattutto, con i loro problemi adolescenzial-sentimentali.
Nato sulla scia del successo di Sailor Moon per mano di uno staff competente e preparato, che aveva peraltro precedentemente avuto esperienza col majokko-sentai proprio lavorando alla serie di Sailor Moon (ad esempio lo sceneggiatore Sukehiro Tomita e l’illustratrice Kazuko Tadano), Wedding Peach è una serie commerciale che sfrutta tutti gli elementi di successo della storia di Usagi rielaborandoli però ben presto in maniera personale. Si presenta dunque come un majokko-sentai di ottima fattura, la cui visione risulta ben più piacevole rispetto a molti altri esponenti del genere usciti successivamente.
La storia, di base, è molto semplice. C’è il bene, e c’è il male. Eppure, col proseguire della vicenda, scopriremo che il bianco non sarà sempre bianco, che il nero non sarà sempre nero e che anzi fra i due schieramenti le cose si complicheranno, portando spesso a colpi di scena che magari oggi possono sembrare prevedibili, ma nel complesso si rivelano essere ottimamente gestiti e molto coinvolgenti.
Punto di forza di Wedding Peach è infatti il grande coinvolgimento emotivo che riesce a creare, presentando un manipolo di personaggi tutti ben caratterizzati e in continua evoluzione caratteriale nel corso della storia, che lo spettatore godrà nel vedere coinvolti in sottotrame amorose o confronti tra bene e male non solo sul piano dei combattimenti ma anche in quello ideologico.
A ben guardare, Wedding Peach altro non è che un gigantesco inno all’amore, a quel gran bel sentimento che muove un po’ tutti gli uomini (e che non mancherà di coinvolgere anche i demoni, creando ottimi risvolti per la trama) e che è responsabile delle azioni di un po’ tutti i personaggi della storia. È una grande favola moderna, romantica e avvincente, che riesce a far appassionare lo spettatore sia alla lotta fra angeli e demoni, raccontata secondo i migliori dettami del majokko-sentai ma ugualmente avvincente, sia alle vicende amorose dei personaggi, in particolare alla love story fra la protagonista Momoko e il coprotagonista Yousuke, che nascerà come una litigiosa amicizia e si svilupperà poi in un tormentato amore degno di Romeo e Giulietta.
Qualcuno sicuramente lamenterà la gran somiglianza di Wedding Peach con Sailor Moon, che comunque è facilmente spiegabile dato che ai due anime ha lavorato quasi lo stesso staff, inoltre non è necessariamente un peso, dato che Wedding Peach riesce a camminare con le sue gambe e a distaccarsi da Sailor Moon presentando una trama più concisa e serrata e una diversità di temi: laddove Sailor Moon presentava diversi elementi culturali, Wedding Peach pone invece l’accento sull’amore, imbastendo ottime sottotrame amorose per ogni personaggio e non solo per la protagonista, anche se la sua storia sarà comunque l’ossatura di base della trama.
È un anime creato appositamente per avere successo e si pone in perfetta complementarità con il manga da cui è tratto, di cui migliora il character design di diversi personaggi mentre altri li differenzia completamente (e a livello personale per alcuni preferivo la versione cartacea) e amplia il carattere dei personaggi grazie a molti episodi riempitivi che possono approfondirne la quotidianità. Purtroppo, di contro, vi sono lievi modifiche alla scorrevolissima trama di base del manga, che rendono certi punti meno dettagliati o meno belli nella loro diversità rispetto alla narrazione cartacea, compreso lo stesso finale dell’opera. Vi sono inoltre diversi personaggi e archi narrativi assenti nel manga che faranno la gioia dei suoi lettori poiché molto simpatici e ottimamente incastonati nella trama principale.
Nonostante qualche piccolissima defezione (che personalmente, da fan del manga passato a guardare l’anime con grandi aspettative, mi ha deluso un po’), Wedding Peach è una serie splendidamente costruita, grazie anche a un comparto tecnico di tutto rispetto.
Le animazioni sono fluidissime, i colori vividi, in puro stile anni ’90. Il design dei personaggi è garbatissimo, capace di donare un grandissimo sex appeal ai personaggi femminili e una certa bellezza (pur senza esagerare) a quelli maschili, inoltre le scene di combattimento e trasformazione sono corredate da ottime animazioni ed effetti speciali molto particolari.
Ottima la prova dei doppiatori giapponesi. Vi sono moltissimi grandi nomi, ognuno capace di donare una particolare inflessione al suo personaggio. Menzione d’onore va a Kyoko Hikami, che doppia Momoko con una voce ora dolcissima ora decisa a seconda delle situazioni, e alla “guest star” Kotono Mitsuishi, che si toglie per un attimo la divisa alla marinaretta per caratterizzare in maniera mirabile una delle avversarie.
Un elogio a parte va poi alla colonna sonora, frizzante e ottimamente curata in gran parte dalle stesse doppiatrici delle protagoniste. Le quattro belle sigle che compongono la serie vengono riprese in diverse versioni, ora strumentali ora cantate, per gli eyecatch e in sottofondo alle scene di trasformazioni e attacchi, con risultati davvero pregevoli, soprattutto nel caso della coinvolgente prima ending “21seiki no Juliet”.
Concludendo, Wedding Peach è una serie molto, molto gradevole, che appassiona lo spettatore e lo conduce in una vicenda avvincente, ricca di ottimi risvolti e colpi di scena ben narrati, con degli ottimi personaggi e una superba realizzazione tecnica. Sarà banale, sarà infantile, sarà sdolcinato, ma credo che sia un ottimo sostituto di Sailor Moon, se si è interessati a proseguire nella visione del genere majokko-sentai, di cui questa serie è un degnissimo esponente. Una favola romantica che consiglio indubbiamente in primis a un pubblico femminile, ma che può stupire e coinvolgere anche i romanticoni di sesso maschile, grazie a un cast molto simpatico, a degli ottimi disegni e ad una trama ben narrata che miscela sapientemente sentimento e azione.
Da guardare se si è in cerca di una storia molto, molto romantica, e magari, se l’anime piace, consiglio di affiancargli la lettura del manga, che offrirà agli spettatori una diversa visione di quel che è Wedding Peach, completando l’esperienza televisiva.