Made in Abyss The Movie: Dawn of the deep soul
Mi è così difficile iniziare in modo appropriato questa recensione, quindi lo farò partendo da un'ovvietà.
La visione di "Made in Abyss The Movie: Dawn of the Deep Soul" regala una grande quantità di emozioni, e può sconvolgere coloro che vi si avventurano impreparati (bisogna dire che, se lo fate, mostrate una certa penuria di acume, essendo questo film il sequel di una prima serie che avreste dovuto vedere prima, e che vi avrà già presentato la poca innocenza di "Made in Abyss").
Eppure, "Dawn of the Deep Soul" non è dozzinale, ed è quanto di più bello gli si possa dire. Sono in tanti che, dovendo trattare argomenti cosiddetti "al limite" fingono spregiudicatezza con la maleducazione, mettendo su scena quante più cose discutibili possibili, senza limiti, senza criterio.
(Un piccolo addendum: "Redo of Healer" non è di queste opere, leggetevi la mia recensione al riguardo)
Questo non accade in questo film, dove non solo tutto ha una contestualizzazione eccelsa, anche nei momenti più graficamente disturbanti, che, una volta venuti a patto con le proprie viscere, si rendono apprezzabili, apparendo come immagini suggestive provenienti da correnti artistiche underground, quasi questo film piantasse le sue radici al di sotto della cultura comune, portando nel mainstream frutti nuovi dal sapere enigmatico. Ma, soprattutto, tutto ciò è accompagnato da una scrittura di una qualità così alta, che siamo al gradino sotto il divino.
Non è un'iperbole, e non è il parere di un uomo povero culturalmente o accecato dai propri bias.
Sono una persona che si è estromessa dall'opera per vederne lo schema, ho analizzato tutti gli ingranaggi narrativi nella più totale lucidità e calma, e vi ho trovato così poche imperfezioni, da sentirmi il più mediocre degli artisti al confronto. Mai avrei creduto che, in quest'epoca di vuoto culturale, dominata dai film Marvel e da "L'attacco dei giganti", potesse ancora esistere uomo con tali abilità narrative.
Stiamo parlando di un film che, in un'ora e mezza, riesce a gestire una trama in cui falliscono intere saghe letterarie e serie televisive da ventiquattro episodi. In questo lasso di tempo, "Dawn of the Deep Soul" ti presenta un cattivo (già introdotto nella serie, ma presentato ufficialmente solo qui), un problema, e ti offre uno sviluppo verso la risoluzione finale così naturale, così ben gestito e così semplicemente bello che, davvero, non riesco a capire come venga dalle mani di un autore che scrive un'opera seriale.
Non che io faccia discrimine contro la serialità, Dumas è uno dei miei autori preferiti, ma non era nelle mie aspettative che un arco narrativo potesse essere scritto così bene, da essere trasposto a questo modo.
Aggiungendo a ciò, oltre i personaggi che abbiamo già imparato a conoscere e apprezzare, la simpatica aggiunta di Prushka al "party" di protagonisti (ammetto che ho sogghignato mentre lo scrivevo. Capirete vedendo il film). Personaggio, questo, incredibile, ma che è quasi un peccato impallidisca al confronto con Bondrewd, l'antagonista della storia.
Ma non è colpa sua.
Bondrewd, qui lo dico e non lo nego, è il miglior antagonista esistente in un'opera contemporanea dall'inizio del secolo (e non metto i secoli precedenti, perché sarebbe ingiusto. Senza di loro, probabilmente non saremmo arrivati a Bondrewd, ma sappiate che se la batte tranquillamente).
Ripeto, un'opera contemporanea, non un manga. Sto inserendo nella discussione libri, videogiochi, film, serie TV, fumetti non orientali e, volendo, anche testi religiosi e cartelle esattoriali (perché, come diceva, mi pare, Franco Franchi "Il 730 è l'unico libro dove l'antagonista è il lettore").
Date le premesse del suo personaggio, Bondrewd poteva assorbire dentro di sé le caratteristiche di centinaia, se non migliaia di altri archetipi diversi, invece riesce a mostrare un'identità così tanto personale che, semplicemente, qualsiasi tentativo di ricreare qualcosa di simile significherebbe copiare da lui.
Stiamo parlando di uno scienziato che crede solo nella scienza, nel metodo scientifico e nella necessità di ottenere risultati alle sue ricerche; eppure, questo personaggio riesce a non richiamare stereotipi come lo scienziato pazzo, lo scienziato nazista, o simili.
Perché Bondrewd non è un personaggio che ha sacrificato la sua moralità per i suoi scopi, ma ha reso le emozioni stesse parte dell'equazione. È l'incarnazione di una scienza così pura, che ogni cosa ne diventa parte, ogni cosa diventa un numero in un'equazione di rara complessità.
Bondrewd è l'artefice di uno dei discorsi ("discorso" in senso figurato) decostruttivi sul ruolo e il significato dell'amore più belli che siano mai stati concepiti, un discorso di un'inquietante e profonda razionalità, che non cede mai nel becero cinismo.
Volontariamente o meno, tutto ciò è rappresentato dalla scelta narrativa di rendere Bondrewd una mente che fa uso di più corpi diversi. Quasi come se lui fosse ormai un tutt'uno con la sua scienza, che abbraccia ogni cosa, ogni persona, senza limiti alcuni.
Come se Bondrewd stesso fosse un concetto. Maestoso.
Ho pianto, e non per la disperazione o la commozione, ma perché ho avuto la sindrome di Stendhal quando ho provato a concepire di cosa avessi fatto esperienza.
Detto ciò, ho detto "così poche imperfezioni" e "un gradino sotto il divino".
Ci sono almeno due piccole, ma piccole davvero, macchie in quest'opera meravigliosa.
La prima, la meno grave, è che forse non ha poi così tanto senso che dei bambini riescano a primeggiare su un uomo adulto così intelligente e pericoloso. Qui però interviene la sospensione dell'incredulità: dopotutto, non ha del tutto senso neanche che dei bambini, pur con tutta la preparazione del caso, riescano a sopravvivere in un posto infernale come l'Abisso.
Possiamo tranquillamente soprassedere, probabilmente non è neanche un vero difetto.
Il secondo è che papà Tsukushi ci ha messo di nuovo lo zampino.
Le scene discutibili con personaggi minorenni, seppur mai esplicite, non sono scomparse. Anzi, credo che in questo film ce ne siano anche di più, vuoi perché il rapporto tra Bondrewd e Prushka, per quanto gestito benissimo, si aprisse a determinate battute, vuoi per altro.
A quanto pare io e Tsukushi apprezziamo lo stesso tipo di hentai. Solo che, mentre io ho la decenza di non mettere i miei kink nelle mie opere, Tsukushi ha ogni tanto queste mancanze.
Credetemi, io vorrei, vorrei davvero abbassare il mio voto per mettere il 9 e mezzo che ho messo alla prima serie, ma non sarebbe giusto. Significherebbe invadere con la mia persona il mio spirito critico.
Non posso punire un'opera così ben fatta per qualcosa che rappresenta, volendo esagerare, il 5% di essa e non ha diretti collegamenti con il fluire della storia. Sarebbe un'ingiustizia verso quanto di buono è stato fatto, e verso l'arte stessa.
Volendo riutilizzare in un contesto diverso, ma con maggiore cognizione di causa, una similitudine fatta da uno youtuber: "Made in Abyss The Movie: Dawn of the Deep Soul" è come Maradona.
Maradona nella vita privata aveva tanti difetti e mancanze, ma sul campo era semplicemente il miglior giocatore del mondo; "Dawn of the Deep Soul", nei riguardi dei suoi autori, mostra la sua umana imperfezione, ma nel meccanismo dell'arte è semplicemente uno dei migliori film di animazione dall'inizio del secolo.
Pochi possono ambire a superarlo, e per meriti che non riguardano la sceneggiatura, ma la qualità delle animazioni.
Ho detto tutto. Auf widersehen!
La visione di "Made in Abyss The Movie: Dawn of the Deep Soul" regala una grande quantità di emozioni, e può sconvolgere coloro che vi si avventurano impreparati (bisogna dire che, se lo fate, mostrate una certa penuria di acume, essendo questo film il sequel di una prima serie che avreste dovuto vedere prima, e che vi avrà già presentato la poca innocenza di "Made in Abyss").
Eppure, "Dawn of the Deep Soul" non è dozzinale, ed è quanto di più bello gli si possa dire. Sono in tanti che, dovendo trattare argomenti cosiddetti "al limite" fingono spregiudicatezza con la maleducazione, mettendo su scena quante più cose discutibili possibili, senza limiti, senza criterio.
(Un piccolo addendum: "Redo of Healer" non è di queste opere, leggetevi la mia recensione al riguardo)
Questo non accade in questo film, dove non solo tutto ha una contestualizzazione eccelsa, anche nei momenti più graficamente disturbanti, che, una volta venuti a patto con le proprie viscere, si rendono apprezzabili, apparendo come immagini suggestive provenienti da correnti artistiche underground, quasi questo film piantasse le sue radici al di sotto della cultura comune, portando nel mainstream frutti nuovi dal sapere enigmatico. Ma, soprattutto, tutto ciò è accompagnato da una scrittura di una qualità così alta, che siamo al gradino sotto il divino.
Non è un'iperbole, e non è il parere di un uomo povero culturalmente o accecato dai propri bias.
Sono una persona che si è estromessa dall'opera per vederne lo schema, ho analizzato tutti gli ingranaggi narrativi nella più totale lucidità e calma, e vi ho trovato così poche imperfezioni, da sentirmi il più mediocre degli artisti al confronto. Mai avrei creduto che, in quest'epoca di vuoto culturale, dominata dai film Marvel e da "L'attacco dei giganti", potesse ancora esistere uomo con tali abilità narrative.
Stiamo parlando di un film che, in un'ora e mezza, riesce a gestire una trama in cui falliscono intere saghe letterarie e serie televisive da ventiquattro episodi. In questo lasso di tempo, "Dawn of the Deep Soul" ti presenta un cattivo (già introdotto nella serie, ma presentato ufficialmente solo qui), un problema, e ti offre uno sviluppo verso la risoluzione finale così naturale, così ben gestito e così semplicemente bello che, davvero, non riesco a capire come venga dalle mani di un autore che scrive un'opera seriale.
Non che io faccia discrimine contro la serialità, Dumas è uno dei miei autori preferiti, ma non era nelle mie aspettative che un arco narrativo potesse essere scritto così bene, da essere trasposto a questo modo.
Aggiungendo a ciò, oltre i personaggi che abbiamo già imparato a conoscere e apprezzare, la simpatica aggiunta di Prushka al "party" di protagonisti (ammetto che ho sogghignato mentre lo scrivevo. Capirete vedendo il film). Personaggio, questo, incredibile, ma che è quasi un peccato impallidisca al confronto con Bondrewd, l'antagonista della storia.
Ma non è colpa sua.
Bondrewd, qui lo dico e non lo nego, è il miglior antagonista esistente in un'opera contemporanea dall'inizio del secolo (e non metto i secoli precedenti, perché sarebbe ingiusto. Senza di loro, probabilmente non saremmo arrivati a Bondrewd, ma sappiate che se la batte tranquillamente).
Ripeto, un'opera contemporanea, non un manga. Sto inserendo nella discussione libri, videogiochi, film, serie TV, fumetti non orientali e, volendo, anche testi religiosi e cartelle esattoriali (perché, come diceva, mi pare, Franco Franchi "Il 730 è l'unico libro dove l'antagonista è il lettore").
Date le premesse del suo personaggio, Bondrewd poteva assorbire dentro di sé le caratteristiche di centinaia, se non migliaia di altri archetipi diversi, invece riesce a mostrare un'identità così tanto personale che, semplicemente, qualsiasi tentativo di ricreare qualcosa di simile significherebbe copiare da lui.
Stiamo parlando di uno scienziato che crede solo nella scienza, nel metodo scientifico e nella necessità di ottenere risultati alle sue ricerche; eppure, questo personaggio riesce a non richiamare stereotipi come lo scienziato pazzo, lo scienziato nazista, o simili.
Perché Bondrewd non è un personaggio che ha sacrificato la sua moralità per i suoi scopi, ma ha reso le emozioni stesse parte dell'equazione. È l'incarnazione di una scienza così pura, che ogni cosa ne diventa parte, ogni cosa diventa un numero in un'equazione di rara complessità.
Bondrewd è l'artefice di uno dei discorsi ("discorso" in senso figurato) decostruttivi sul ruolo e il significato dell'amore più belli che siano mai stati concepiti, un discorso di un'inquietante e profonda razionalità, che non cede mai nel becero cinismo.
Volontariamente o meno, tutto ciò è rappresentato dalla scelta narrativa di rendere Bondrewd una mente che fa uso di più corpi diversi. Quasi come se lui fosse ormai un tutt'uno con la sua scienza, che abbraccia ogni cosa, ogni persona, senza limiti alcuni.
Come se Bondrewd stesso fosse un concetto. Maestoso.
Ho pianto, e non per la disperazione o la commozione, ma perché ho avuto la sindrome di Stendhal quando ho provato a concepire di cosa avessi fatto esperienza.
Detto ciò, ho detto "così poche imperfezioni" e "un gradino sotto il divino".
Ci sono almeno due piccole, ma piccole davvero, macchie in quest'opera meravigliosa.
La prima, la meno grave, è che forse non ha poi così tanto senso che dei bambini riescano a primeggiare su un uomo adulto così intelligente e pericoloso. Qui però interviene la sospensione dell'incredulità: dopotutto, non ha del tutto senso neanche che dei bambini, pur con tutta la preparazione del caso, riescano a sopravvivere in un posto infernale come l'Abisso.
Possiamo tranquillamente soprassedere, probabilmente non è neanche un vero difetto.
Il secondo è che papà Tsukushi ci ha messo di nuovo lo zampino.
Le scene discutibili con personaggi minorenni, seppur mai esplicite, non sono scomparse. Anzi, credo che in questo film ce ne siano anche di più, vuoi perché il rapporto tra Bondrewd e Prushka, per quanto gestito benissimo, si aprisse a determinate battute, vuoi per altro.
A quanto pare io e Tsukushi apprezziamo lo stesso tipo di hentai. Solo che, mentre io ho la decenza di non mettere i miei kink nelle mie opere, Tsukushi ha ogni tanto queste mancanze.
Credetemi, io vorrei, vorrei davvero abbassare il mio voto per mettere il 9 e mezzo che ho messo alla prima serie, ma non sarebbe giusto. Significherebbe invadere con la mia persona il mio spirito critico.
Non posso punire un'opera così ben fatta per qualcosa che rappresenta, volendo esagerare, il 5% di essa e non ha diretti collegamenti con il fluire della storia. Sarebbe un'ingiustizia verso quanto di buono è stato fatto, e verso l'arte stessa.
Volendo riutilizzare in un contesto diverso, ma con maggiore cognizione di causa, una similitudine fatta da uno youtuber: "Made in Abyss The Movie: Dawn of the Deep Soul" è come Maradona.
Maradona nella vita privata aveva tanti difetti e mancanze, ma sul campo era semplicemente il miglior giocatore del mondo; "Dawn of the Deep Soul", nei riguardi dei suoi autori, mostra la sua umana imperfezione, ma nel meccanismo dell'arte è semplicemente uno dei migliori film di animazione dall'inizio del secolo.
Pochi possono ambire a superarlo, e per meriti che non riguardano la sceneggiatura, ma la qualità delle animazioni.
Ho detto tutto. Auf widersehen!
Il film segue perfettamente la serie, stesse atmosfere e sensazioni. Graficamente mancano i meravigliosi paesaggi a cui eravamo stati abituati, ma c'è da dire che l'ambientazione in cui si svolge tutto per la maggior parte del tempo non si presta proprio a grandi scenari, eccetto che per gli amanti del genere. La trama regge e il film è abbastanza avvincente, non ho avvertito alcuna stanchezza/noia nel vederlo.
Ci sono però due punti di demerito che comunque devo sottolineare: sinceramente mi aspettavo di più sulla crescita psicologica ed emotiva dei due personaggi principali, Reg e Riko, che invece restano identici al primo episodio, con eccessi di affettività che sinceramente non capisco bene da dove arrivino, ma amo pensare che, leggendo il manga, avrei risposta a queste mie domande... e poi, il fanservice: passi per le scenette comiche, ma in un paio di battute è davvero di cattivo gusto. Se lo potevano decisamente evitare.
Ci sono però due punti di demerito che comunque devo sottolineare: sinceramente mi aspettavo di più sulla crescita psicologica ed emotiva dei due personaggi principali, Reg e Riko, che invece restano identici al primo episodio, con eccessi di affettività che sinceramente non capisco bene da dove arrivino, ma amo pensare che, leggendo il manga, avrei risposta a queste mie domande... e poi, il fanservice: passi per le scenette comiche, ma in un paio di battute è davvero di cattivo gusto. Se lo potevano decisamente evitare.
Veramente esagerato come crudeltà e brutalità: non ho di certo uno stomaco debole, perciò sono riuscito a sopportare questo tipo di scene, però lo ritengo comunque un grave difetto. L'autore sa bene che elementi del genere suscitano nello spettatore emozioni forti, e l'otaku medio ci casca completamente, credendo sia un segno evidente di qualità elevata e se ne innamora, quando invece basta fermarsi ad analizzare con occhio critico per rendersi conto di quello che si nasconde sotto, ovvero una sottospecie di fanservice cupo e cruento atto ad ammaliare il pubblico. Inoltre, in non pochi punti la trama è illogica o poco chiara, e mi è toccato trarre conclusioni sulla spiegazione più plausibile di queste parti, cosa che un anime dovrebbe assolutamente evitare.
Passando ai personaggi: i tre protagonisti, bambini dal design moe, creano questo paradosso con i temi dell'opera, che non fa che appesantirla ancora di più, e Bondrewd, l'antagonista, anche se la sua caratterizzazione è veramente ben fatta, è il principale complice di questa estrema eccessività del film.
Per me è bocciato, voto 4.
Passando ai personaggi: i tre protagonisti, bambini dal design moe, creano questo paradosso con i temi dell'opera, che non fa che appesantirla ancora di più, e Bondrewd, l'antagonista, anche se la sua caratterizzazione è veramente ben fatta, è il principale complice di questa estrema eccessività del film.
Per me è bocciato, voto 4.
Si sapeva che tra i nostri due piccoli eroi, a cui si era recentemente unita la morbida Nanachi, e il fondo del misterioso Abisso, si interponesse l'enigmatico personaggio di Bondrewd. Si sapeva anche di ciò che di terribile accadeva nei meandri più profondi della voragine, almeno in parte. Ciò che ancora era da scoprire era a cosa avrebbe portato l'inevitabile incontro tra l'avventuroso trio e il maledetto Fischietto Bianco. Soprattutto Nanachi, che già aveva avuto il dispiacere di conoscerlo, avrebbe emotivamente risentito, in un modo o nell'altro, della visita alla sua vecchia nemesi, che tanto odio aveva maturato nella piccola incarnazione della Benedizione dell'Abisso.
Per la prima volta, se si esclude il repentino scambio di battute con Ozen, i bambini si trovano di fronte a colui che più di ogni altro incarna il concetto di ambizione nel suo stato primordiale. Bondrewd fa da tramite tra Riko & Co. e l'Abisso stesso, lasciando intendere che, se ancora non si fosse capito, non si torna indietro. Il messaggio vuole essere forte e chiaro. Tuttavia, sembra che solo in parte tale messaggio riesca a giungere alle orecchie degli spettatori principali. Difatti, nonostante il collante creato nel personaggio della dolce Prushka, che, ancor più di Nanachi a suo tempo, va a sbattere in faccia ai bambini la cruda realtà dell'Abisso, questi sembrano reagire fin troppo passivamente alla notizia che, quando metti in gioco tutto, la vita, che sia tua o degli altri, non fa eccezione. L'Abisso reclama il suo sacrificio, e non ci sono sconti. Bondrewd sembra aver abbracciato a cuor leggero tale verità; ed è proprio questo a fare del suo personaggio qualcosa di concettualmente sublime. L'amore che egli prova nei confronti della scoperta, della volontà, dell'ambizione, è l'unica cosa che pare contare davvero per lui; tutto il resto, egli stesso compreso, non è altro che una serie di pedoni facilmente sacrificabili. Dal canto loro, Riko, Reg e Nanachi sembrano titubare di fronte a questa verità, che, almeno per ora, pare scalfirli solo in parte.
Personalmente mi trovo a dover descrivere i difetti, purtroppo evidenti, di questa trasposizione, con sentimenti contrastanti. L'impatto emotivo che scaturisce dal susseguirsi delle vicende è forte, fortissimo. Tuttavia, a intervallare lo scorrere degli eventi sono nientemeno che siparietti comico-'fanserveschi' di dubbia contestualizzazione che fin troppo spesso vedono protagonisti il pene di Reg e i piagnistei striduli delle bambine. Seppur fuori contesto, però, mi sono trovato a pensare a come sarebbe stata la visione se privata di questi spezzoni dalla dubbia qualità. Una botta allo stomaco difficile da digerire. Mi vien da dire che non tutto il male venga per nuocere, ma forse no.
Ciò che però davvero danneggia questa affascinante storia di misteri è ciò che di più importante, a mio modo di vedere, ci possa essere. L'impatto emotivo che scaturisce dalla discesa nell'Abisso, protagonista indiscusso ancora una volta, lo abbiamo noi spettatori, lo ha Bondrewd, lo ha Nanachi, ma non lo hanno, almeno per ora, Riko e Reg. Sembra proprio che tra uno strato e l'altro si sia persa la maturazione dei due protagonisti, i quali più di ogni altro vorremmo vedere trasformati dalla discesa della misteriosa voragine. Di strada tanta ne è stata fatta e tanta ne manca da fare, l'Abisso reclama il suo sacrificio a chiunque; Riko e Reg, spero, non faranno eccezione.
Per la prima volta, se si esclude il repentino scambio di battute con Ozen, i bambini si trovano di fronte a colui che più di ogni altro incarna il concetto di ambizione nel suo stato primordiale. Bondrewd fa da tramite tra Riko & Co. e l'Abisso stesso, lasciando intendere che, se ancora non si fosse capito, non si torna indietro. Il messaggio vuole essere forte e chiaro. Tuttavia, sembra che solo in parte tale messaggio riesca a giungere alle orecchie degli spettatori principali. Difatti, nonostante il collante creato nel personaggio della dolce Prushka, che, ancor più di Nanachi a suo tempo, va a sbattere in faccia ai bambini la cruda realtà dell'Abisso, questi sembrano reagire fin troppo passivamente alla notizia che, quando metti in gioco tutto, la vita, che sia tua o degli altri, non fa eccezione. L'Abisso reclama il suo sacrificio, e non ci sono sconti. Bondrewd sembra aver abbracciato a cuor leggero tale verità; ed è proprio questo a fare del suo personaggio qualcosa di concettualmente sublime. L'amore che egli prova nei confronti della scoperta, della volontà, dell'ambizione, è l'unica cosa che pare contare davvero per lui; tutto il resto, egli stesso compreso, non è altro che una serie di pedoni facilmente sacrificabili. Dal canto loro, Riko, Reg e Nanachi sembrano titubare di fronte a questa verità, che, almeno per ora, pare scalfirli solo in parte.
Personalmente mi trovo a dover descrivere i difetti, purtroppo evidenti, di questa trasposizione, con sentimenti contrastanti. L'impatto emotivo che scaturisce dal susseguirsi delle vicende è forte, fortissimo. Tuttavia, a intervallare lo scorrere degli eventi sono nientemeno che siparietti comico-'fanserveschi' di dubbia contestualizzazione che fin troppo spesso vedono protagonisti il pene di Reg e i piagnistei striduli delle bambine. Seppur fuori contesto, però, mi sono trovato a pensare a come sarebbe stata la visione se privata di questi spezzoni dalla dubbia qualità. Una botta allo stomaco difficile da digerire. Mi vien da dire che non tutto il male venga per nuocere, ma forse no.
Ciò che però davvero danneggia questa affascinante storia di misteri è ciò che di più importante, a mio modo di vedere, ci possa essere. L'impatto emotivo che scaturisce dalla discesa nell'Abisso, protagonista indiscusso ancora una volta, lo abbiamo noi spettatori, lo ha Bondrewd, lo ha Nanachi, ma non lo hanno, almeno per ora, Riko e Reg. Sembra proprio che tra uno strato e l'altro si sia persa la maturazione dei due protagonisti, i quali più di ogni altro vorremmo vedere trasformati dalla discesa della misteriosa voragine. Di strada tanta ne è stata fatta e tanta ne manca da fare, l'Abisso reclama il suo sacrificio a chiunque; Riko e Reg, spero, non faranno eccezione.
Continua la serie "Made in Abyss" sotto forma di film. La discesa di Riko è sempre più motivata. Vengono accolti al sesto livello da Bondrewd, un'accoglienza non del tutto delle migliori.
"Made in Abyss" è uno degli anime che mi aveva veramente colpito per quella gran quantità di mistero e avventura miscelata davvero bene. Non mancano infatti, in questo film, i colpi di scena e le scene veramente brutali a cui ci aveva abituato già la serie. Le animazioni rimangono sempre qualitative e la storia scorre bene. Non posso di certo valutarlo come la prima serie, visto che si sposta estremamente sul combattimento tra Bondrewd e Riko, Rou e Nanachi. In genere i combattimenti mi piacciono, ma in questo caso avrei preferito un film molto incisivo sul piano psicologico, anche se in alcune scene colpisce bene ugualmente lo spettatore, creando disgusto e pressione mentale, e in alcuni casi pure paura. Bondrewd è un personaggio davvero ben fatto, nonostante la sua distorsione mentale sia al limite del pensabile, anche se non si capiscono pienamente le sue intenzioni nel finale. La storia non va avanti più di molto, nonostante un'ora e quarantacinque minuti siano tutti dedicati al proseguimento della serie. Avrei voluto vedere di più, infine. Musiche appropriate.
Nel complesso, consiglio la visione solo a un pubblico adulto.
"Made in Abyss" è uno degli anime che mi aveva veramente colpito per quella gran quantità di mistero e avventura miscelata davvero bene. Non mancano infatti, in questo film, i colpi di scena e le scene veramente brutali a cui ci aveva abituato già la serie. Le animazioni rimangono sempre qualitative e la storia scorre bene. Non posso di certo valutarlo come la prima serie, visto che si sposta estremamente sul combattimento tra Bondrewd e Riko, Rou e Nanachi. In genere i combattimenti mi piacciono, ma in questo caso avrei preferito un film molto incisivo sul piano psicologico, anche se in alcune scene colpisce bene ugualmente lo spettatore, creando disgusto e pressione mentale, e in alcuni casi pure paura. Bondrewd è un personaggio davvero ben fatto, nonostante la sua distorsione mentale sia al limite del pensabile, anche se non si capiscono pienamente le sue intenzioni nel finale. La storia non va avanti più di molto, nonostante un'ora e quarantacinque minuti siano tutti dedicati al proseguimento della serie. Avrei voluto vedere di più, infine. Musiche appropriate.
Nel complesso, consiglio la visione solo a un pubblico adulto.
Un po' per caso, un po' per pura fortuna, mi sono imbattuta nel secondo film di "Made in Abyss", continuazione diretta della prima serie del 2017; essendo io una fan della serie, in attesa di un seguito che non è mai arrivato, non ho potuto far a meno che vedermelo. Do un 7, ma temo per nostalgia, è un solido 6,5 a dire il vero, e saranno gli anni che sono passati, ma si sono dimenticati che, tecnicamente, i personaggi qualcosa dalla prima serie e dai primi cinque livelli dell'abisso dovevano aver imparato o comunque preso coscienza di enne cose.
Veniamo al perché del mio voto con qualche argomentazione in più. La trama di "Made in Abyss" ha un protagonista incredibile: l'abisso. Noi spettatori siamo lì per capire i suoi segreti e il suo funzionamento, molto più interessati a questo che alle sorti dei protagonisti, che sotto sotto sono solo il mezzo per visitare il benedetto luogo del mistero, e quindi sopportiamo le uscite fuori luogo, non coerenti con la situazione in scena, il buonismo ridicolo e le inconsistenze della sempliciotta protagonista (Riko). Tolleriamo il fanservice discutibile, dai risvolti anche più profondamente disturbanti, se si bada davvero ai dettagli (un abuso di minori senza confine), che i bimbetti dell'avventura tollerano e riescono a gestire con un pianto qua e là di tanto in tanto senza danni ulteriori.
Ebbene, l'abisso è ancora affascinante, le informazioni sono ancora inserite con il giusto intrigo, per cui, anche se ci siamo fermati ad ascoltare troppo bene qualche dialogo, qualche insinuazione disturbante, passiamo oltre in nome del "dobbiamo capire come funziona", "avanti il prossimo livello". Questo funziona assolutamente, ed è una nota di merito alla narrativa di trama.
A perdere purtroppo nella storia sono i personaggi, Riko è una protagonista debole, che non riesce ad agguantare l'animo dello spettatore. Troppo frescona, troppo piena d'amore per tutti gratuitamente, ma non abbastanza da mettere in discussione la sua missione. Amata da tutti, ma senza un reale motivo, capace di catturare ogni personalità, ma senza averne lei una, insomma il massimo del pressapochismo, una forzatura di narrazione che alla lunga stride, soprattutto se i famosi dialoghi li si legge davvero, facendo i due più due sottointesi del caso.
A seguire nella lista debolucci abbiamo Reg, il supporter, è lì per il fanservice e come utensile che permetta alla minorata protagonista di attraversare il mortale abisso. Ci permette di sentire l'eco della madre di Riko e intrigarci con i racconti dell'abisso, stralci di ricordi e memorie; a conti fatti, allo spettatore piace di più l'umano burattino dell'umana bambina in cerca del genitori, ma anche qui l'umanità di Reg viene 'angolizzata' a comando, cosa che non suona troppo bene.
Questo ci fa giungere al terzo elemento del trio, la non più umana Nanachi, che però ha un'umanità reale, spiccata, ipocrita e non ipocritica allo stesso tempo, ma soprattutto coerente con gli eventi. A lei viene lasciato l'unico ruolo di spessore, sia emotivo che mentale, finendo per guidare lo spettatore nelle scoperte e nelle scelte strategiche. Nanachi è un prigioniero che è stato carceriere, ha torturato e seviziato e ucciso mentre assisteva il Sovrano dell'Alba (Bondrewd), ma la storia ti spinge ad amare questa figura, a perdonarle tutto in nome della sua sofferenza: il fatto che abbracci le sue colpe e vi conviva, senza chiedere scusa per davvero, aiuta il processo di accettazione dello spettatore.
Tutto il film ruota intorno al fatto che il gruppo di eroi vuole proprio andare al sesto livello, per il loro last dive, consci che non si torna indietro, ma disposti a tutto per sapere chi li aspetta sul fondo dell'abisso. L'antagonista degli eventi è Bondrewd, malevolo fischietto bianco amante degli studi scientifici su minorenni rapiti, di cui abusa in modi molteplici e inenarrabili.
La sequenzialità con la fine della prima serie è impeccabile, il passato di Nanachi che torna in tutto il suo trauma con il re-incontro del Sovrano dell'Alba è incredibile, gli scambi tra vittima e carnefice sono raccapriccianti al punto giusto, molto ben congegnato l'effetto Sindrome di Stoccolma e l'intreccio di amore/odio verso questo soggetto spregevole che di fatto ha definito la personalità di Nanachi in tutto e per tutto e ne ha scolpito l'intelligenza. Insomma, la storia tiene ancora, l'abisso ci tiene ancora incollati al "Ma quindi?".
Il vero problema è la mancanza di evoluzione dei personaggi, lo zero nella crescita, lo zero mentale nell'affrontare tematiche drammatiche a livello esponenziale, la realizzazione di cosa è successo e succede ai bambini usati al quinto livello. Anche solo il problema di come si realizza un fischietto bianco viene gestito dai personaggi come una nota a margine e non un motivo di messa in discussione, uno scontro etico interiore su quanta umanità si vuole perdere dentro, prima ancora di perdere l'umanità esteriore nella discesa finale all'abisso. Niente, qui casca l'asino e non ce la si fa. Peccato.
Il profilo tecnico del film mantiene gli standard della serie; ovviamente, non affrontando una discesa multilivello, non vediamo più un susseguirsi di spettacolari fondali e paesaggi, ma il tratto rimane pulito e da favola. Anche i bambocceschi personaggi sono rimasti tali e non sono cambiati certo ora.
Le musiche non sono male, mi è mancato in questo film il motivo principe della prima serie, che accompagnava i momenti epici, lo si sente ma meno e solo di contorno, ma direi che va bene così, soprattutto perché qui ci sono più che altro pezzi di infanti infilati circa ovunque, ed epico non è la parola giusta.
Che dire? Do un 7 nostalgico, ma penso che la mancanza di un po' di realismo di impatto sulle personalità e la psiche dei personaggi abbia un peso notevole. Assolutamente fastidioso il fanservice inserito a pedate, come nella prima serie, e la naturalezza con cui le bambine di questa serie convivono con abusi di varia natura senza che si perturbino minimamente; abbastanza agghiacciante che sia il cyborg il più toccato.
Mi sento di consigliare l'anime solo agli amanti della prima serie, i fan dell'Abisso. "Lui" è ancora il personaggio più affascinante della narrazione.
Veniamo al perché del mio voto con qualche argomentazione in più. La trama di "Made in Abyss" ha un protagonista incredibile: l'abisso. Noi spettatori siamo lì per capire i suoi segreti e il suo funzionamento, molto più interessati a questo che alle sorti dei protagonisti, che sotto sotto sono solo il mezzo per visitare il benedetto luogo del mistero, e quindi sopportiamo le uscite fuori luogo, non coerenti con la situazione in scena, il buonismo ridicolo e le inconsistenze della sempliciotta protagonista (Riko). Tolleriamo il fanservice discutibile, dai risvolti anche più profondamente disturbanti, se si bada davvero ai dettagli (un abuso di minori senza confine), che i bimbetti dell'avventura tollerano e riescono a gestire con un pianto qua e là di tanto in tanto senza danni ulteriori.
Ebbene, l'abisso è ancora affascinante, le informazioni sono ancora inserite con il giusto intrigo, per cui, anche se ci siamo fermati ad ascoltare troppo bene qualche dialogo, qualche insinuazione disturbante, passiamo oltre in nome del "dobbiamo capire come funziona", "avanti il prossimo livello". Questo funziona assolutamente, ed è una nota di merito alla narrativa di trama.
A perdere purtroppo nella storia sono i personaggi, Riko è una protagonista debole, che non riesce ad agguantare l'animo dello spettatore. Troppo frescona, troppo piena d'amore per tutti gratuitamente, ma non abbastanza da mettere in discussione la sua missione. Amata da tutti, ma senza un reale motivo, capace di catturare ogni personalità, ma senza averne lei una, insomma il massimo del pressapochismo, una forzatura di narrazione che alla lunga stride, soprattutto se i famosi dialoghi li si legge davvero, facendo i due più due sottointesi del caso.
A seguire nella lista debolucci abbiamo Reg, il supporter, è lì per il fanservice e come utensile che permetta alla minorata protagonista di attraversare il mortale abisso. Ci permette di sentire l'eco della madre di Riko e intrigarci con i racconti dell'abisso, stralci di ricordi e memorie; a conti fatti, allo spettatore piace di più l'umano burattino dell'umana bambina in cerca del genitori, ma anche qui l'umanità di Reg viene 'angolizzata' a comando, cosa che non suona troppo bene.
Questo ci fa giungere al terzo elemento del trio, la non più umana Nanachi, che però ha un'umanità reale, spiccata, ipocrita e non ipocritica allo stesso tempo, ma soprattutto coerente con gli eventi. A lei viene lasciato l'unico ruolo di spessore, sia emotivo che mentale, finendo per guidare lo spettatore nelle scoperte e nelle scelte strategiche. Nanachi è un prigioniero che è stato carceriere, ha torturato e seviziato e ucciso mentre assisteva il Sovrano dell'Alba (Bondrewd), ma la storia ti spinge ad amare questa figura, a perdonarle tutto in nome della sua sofferenza: il fatto che abbracci le sue colpe e vi conviva, senza chiedere scusa per davvero, aiuta il processo di accettazione dello spettatore.
Tutto il film ruota intorno al fatto che il gruppo di eroi vuole proprio andare al sesto livello, per il loro last dive, consci che non si torna indietro, ma disposti a tutto per sapere chi li aspetta sul fondo dell'abisso. L'antagonista degli eventi è Bondrewd, malevolo fischietto bianco amante degli studi scientifici su minorenni rapiti, di cui abusa in modi molteplici e inenarrabili.
La sequenzialità con la fine della prima serie è impeccabile, il passato di Nanachi che torna in tutto il suo trauma con il re-incontro del Sovrano dell'Alba è incredibile, gli scambi tra vittima e carnefice sono raccapriccianti al punto giusto, molto ben congegnato l'effetto Sindrome di Stoccolma e l'intreccio di amore/odio verso questo soggetto spregevole che di fatto ha definito la personalità di Nanachi in tutto e per tutto e ne ha scolpito l'intelligenza. Insomma, la storia tiene ancora, l'abisso ci tiene ancora incollati al "Ma quindi?".
Il vero problema è la mancanza di evoluzione dei personaggi, lo zero nella crescita, lo zero mentale nell'affrontare tematiche drammatiche a livello esponenziale, la realizzazione di cosa è successo e succede ai bambini usati al quinto livello. Anche solo il problema di come si realizza un fischietto bianco viene gestito dai personaggi come una nota a margine e non un motivo di messa in discussione, uno scontro etico interiore su quanta umanità si vuole perdere dentro, prima ancora di perdere l'umanità esteriore nella discesa finale all'abisso. Niente, qui casca l'asino e non ce la si fa. Peccato.
Il profilo tecnico del film mantiene gli standard della serie; ovviamente, non affrontando una discesa multilivello, non vediamo più un susseguirsi di spettacolari fondali e paesaggi, ma il tratto rimane pulito e da favola. Anche i bambocceschi personaggi sono rimasti tali e non sono cambiati certo ora.
Le musiche non sono male, mi è mancato in questo film il motivo principe della prima serie, che accompagnava i momenti epici, lo si sente ma meno e solo di contorno, ma direi che va bene così, soprattutto perché qui ci sono più che altro pezzi di infanti infilati circa ovunque, ed epico non è la parola giusta.
Che dire? Do un 7 nostalgico, ma penso che la mancanza di un po' di realismo di impatto sulle personalità e la psiche dei personaggi abbia un peso notevole. Assolutamente fastidioso il fanservice inserito a pedate, come nella prima serie, e la naturalezza con cui le bambine di questa serie convivono con abusi di varia natura senza che si perturbino minimamente; abbastanza agghiacciante che sia il cyborg il più toccato.
Mi sento di consigliare l'anime solo agli amanti della prima serie, i fan dell'Abisso. "Lui" è ancora il personaggio più affascinante della narrazione.
Inizio questa recensione con una premessa: la prima stagione di "Made in Abyss" non mi fa impazzire, ma non mi dispiace nemmeno, dato che ha alcuni momenti apprezzabili tra i vari difetti; dunque non sono né un fan accanito né il più grande dispregiatore di questa serie. Di conseguenza, le mie aspettative prima di vedere il film erano nella media: immaginavo che non sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe cambiato la vita, ma allo stesso tempo non mi sarei aspettato un abominio del genere.
A livello contenutistico, questo film non presenta nulla di nuovo, anzi, ripete gli stessi "concetti" della prima stagione, con nessun momento memorabile, nessun panorama graficamente entusiasmante, nessun motivo per non dormire.
Vi starete chiedendo: "Per quale motivo il tuo voto è un 1?" Beh... le frasi di pessimo gusto con un sottotesto pedofilo. Queste erano presenti anche nella prima stagione, ma in una maniera meno invasiva e più ignorabile. Qui invece il limite dell'indecenza è stato raggiunto, con delle affermazioni che includono Riko stupirsi per le dimensioni crescenti del membro di Reg in determinate situazioni - siamo seri!? Tali spudorate parole sono totalmente fuori contesto e non hanno alcuno scopo. C'erano già riferimenti del genere nella prima stagione, a quanto pare l'autore li apprezza molto. Successivamente, Prushka, la nuova bambina introdotta, paragona ciò che è appena stato detto al cosiddetto "bastone di papà", una similitudine degna di un hentai lolicon. Prushka inoltre fa un chiaro riferimento all'autoerotismo, come motivazione per il quale aveva la porta chiusa. Come se non bastasse, in una scena seguente Nanachi cade sopra a Reg e il suo corpo reagisce con un'erezione che viene chiaramente mostrata.
Ho chiuso con "Made in Abyss". Non aspetto più una seconda stagione, "Kiss x Sis" è un anime più profondo e rispettabile. Non capisco le persone che difendono questo film, definendolo addirittura un capolavoro. Posso capire le persone che apprezzano molto la prima stagione, ma non questo scarto dell'umanità.
A livello contenutistico, questo film non presenta nulla di nuovo, anzi, ripete gli stessi "concetti" della prima stagione, con nessun momento memorabile, nessun panorama graficamente entusiasmante, nessun motivo per non dormire.
Vi starete chiedendo: "Per quale motivo il tuo voto è un 1?" Beh... le frasi di pessimo gusto con un sottotesto pedofilo. Queste erano presenti anche nella prima stagione, ma in una maniera meno invasiva e più ignorabile. Qui invece il limite dell'indecenza è stato raggiunto, con delle affermazioni che includono Riko stupirsi per le dimensioni crescenti del membro di Reg in determinate situazioni - siamo seri!? Tali spudorate parole sono totalmente fuori contesto e non hanno alcuno scopo. C'erano già riferimenti del genere nella prima stagione, a quanto pare l'autore li apprezza molto. Successivamente, Prushka, la nuova bambina introdotta, paragona ciò che è appena stato detto al cosiddetto "bastone di papà", una similitudine degna di un hentai lolicon. Prushka inoltre fa un chiaro riferimento all'autoerotismo, come motivazione per il quale aveva la porta chiusa. Come se non bastasse, in una scena seguente Nanachi cade sopra a Reg e il suo corpo reagisce con un'erezione che viene chiaramente mostrata.
Ho chiuso con "Made in Abyss". Non aspetto più una seconda stagione, "Kiss x Sis" è un anime più profondo e rispettabile. Non capisco le persone che difendono questo film, definendolo addirittura un capolavoro. Posso capire le persone che apprezzano molto la prima stagione, ma non questo scarto dell'umanità.