Beastars
In una società formata da animali antropomorfi, esiste la suddivisione netta tra carnivori ed erbivori, dove entrambe le parti provano rancore e paura.
Per far sì che la popolazione possa convivere pacificamente viene eletto un Beastar, che ha il compito di guidare la popolazione e far convivere pacificamente carnivori ed erbivori. Tuttavia, nella classe di teatro della scuola Cherrynton la divisione tra carnivori ed erbivori è stata eliminata. Tuttavia, proprio in questa classe si è compiuto un terribile misfatto: un alpaca è stato divorato da un carnivoro. Ciò ha portato scompiglio nella scuola e all'interno della società. Ora gli erbivori vivono costantemente l'incubo di poter essere divorati in qualsiasi momento. Qui si intreccia la storia di Legoshi, un lupo grigio asociale e timido. Dopo aver incontrato incontrato il cervo Louis, il ragazzo più popolare della scuola, decide di incontrarsi con lui di notte e di fargli da palo per evitare che venga scoperto mentre tiene delle ripetizioni di teatro clandestine nel teatro della scuola. Durante questa notte sente il profumo della coniglietta nana Haru, che passava di lì per caso, e il suo istinto di cacciatore prende il sopravvento: con un balzo salta addosso alla coniglietta e la ferisce ad un braccio, prima di riuscire a riacquistare il senno e lasciarla scappare. Nei giorni successivi continua a pensare ad Haru, finendo così per innamorarsene. Amore che è destinato ad essere intralciato dalla natura dei due ragazzi, in quanto Legoshi è un carnivoro e Haru è un'erbivora.
La storia è abbastanza noiosa, allungata di diversi episodi che dovrebbero cercare di far empatizzare con i personaggi e mostrare la loro evoluzione. Peccato che i personaggi non si evolvano affatto, praticamente ogni personaggio continua a portare avanti la propria ideologia dall'inizio alla fine. L'unica eccezione è Louis, che negli ultimi episodi sembra rendersi conto della natura del suo rancore verso i carnivori, e sembra cambiare atteggiamento. Il resto dei personaggi secondari restano delle macchiette stereotipate di cui ci si dimentica abbastanza facilmente.
Durante la storia sono presenti episodi completamente privi di senso e logica. Per fare un esempio: durante la notte che Legoshi e Haru passano insieme, quando il lupo prova a baciare la compagna, lei gli mette un braccio in bocca dicendo: "Il mio istinto di preda fa sì che il mio corpo salti nella tua bocca per farsi mangiare". Ora, non so io quali prede abbia visto chi ha avuto quest'idea brillante, ma non mi sembra che, per esempio, la gazzella quando incontra un leone, al posto di scappare, le si butta in bocca, magari dopo essersi fatta un tuffo nel burro e in qualche spezia per insaporire un po' la propria carne. Ma magari mi sbaglio io, e le prede davvero cercano di rendere la vita facile ai propri carnefici, e, di conseguenza, l'istinto di una preda davanti alla vista delle fauci di un predatore è davvero quello di buttarsi dentro e morire.
Io non ne capisco molto di tecniche di animazione, ma persino io mi sono reso conto che qualcosa qui non ha funzionato. I movimenti in CGI risultano quasi tutti rallentati, come se si stesse vedendo a velocita 0,5X. Io proprio non sono riuscito ad abituarmi, con il risultato che mi veniva da ridere anche in momenti tristi
Nota positiva per il doppiaggio italiano, che mi sembra ben fatto, e anche le voci si adattano bene ai personaggi.
In conclusione, io lo consiglierei solo per mostrare alle persone che criticano sempre le animazioni di qualsiasi anime, per far capire loro cosa siano delle brutte animazioni.
Per far sì che la popolazione possa convivere pacificamente viene eletto un Beastar, che ha il compito di guidare la popolazione e far convivere pacificamente carnivori ed erbivori. Tuttavia, nella classe di teatro della scuola Cherrynton la divisione tra carnivori ed erbivori è stata eliminata. Tuttavia, proprio in questa classe si è compiuto un terribile misfatto: un alpaca è stato divorato da un carnivoro. Ciò ha portato scompiglio nella scuola e all'interno della società. Ora gli erbivori vivono costantemente l'incubo di poter essere divorati in qualsiasi momento. Qui si intreccia la storia di Legoshi, un lupo grigio asociale e timido. Dopo aver incontrato incontrato il cervo Louis, il ragazzo più popolare della scuola, decide di incontrarsi con lui di notte e di fargli da palo per evitare che venga scoperto mentre tiene delle ripetizioni di teatro clandestine nel teatro della scuola. Durante questa notte sente il profumo della coniglietta nana Haru, che passava di lì per caso, e il suo istinto di cacciatore prende il sopravvento: con un balzo salta addosso alla coniglietta e la ferisce ad un braccio, prima di riuscire a riacquistare il senno e lasciarla scappare. Nei giorni successivi continua a pensare ad Haru, finendo così per innamorarsene. Amore che è destinato ad essere intralciato dalla natura dei due ragazzi, in quanto Legoshi è un carnivoro e Haru è un'erbivora.
La storia è abbastanza noiosa, allungata di diversi episodi che dovrebbero cercare di far empatizzare con i personaggi e mostrare la loro evoluzione. Peccato che i personaggi non si evolvano affatto, praticamente ogni personaggio continua a portare avanti la propria ideologia dall'inizio alla fine. L'unica eccezione è Louis, che negli ultimi episodi sembra rendersi conto della natura del suo rancore verso i carnivori, e sembra cambiare atteggiamento. Il resto dei personaggi secondari restano delle macchiette stereotipate di cui ci si dimentica abbastanza facilmente.
Durante la storia sono presenti episodi completamente privi di senso e logica. Per fare un esempio: durante la notte che Legoshi e Haru passano insieme, quando il lupo prova a baciare la compagna, lei gli mette un braccio in bocca dicendo: "Il mio istinto di preda fa sì che il mio corpo salti nella tua bocca per farsi mangiare". Ora, non so io quali prede abbia visto chi ha avuto quest'idea brillante, ma non mi sembra che, per esempio, la gazzella quando incontra un leone, al posto di scappare, le si butta in bocca, magari dopo essersi fatta un tuffo nel burro e in qualche spezia per insaporire un po' la propria carne. Ma magari mi sbaglio io, e le prede davvero cercano di rendere la vita facile ai propri carnefici, e, di conseguenza, l'istinto di una preda davanti alla vista delle fauci di un predatore è davvero quello di buttarsi dentro e morire.
Io non ne capisco molto di tecniche di animazione, ma persino io mi sono reso conto che qualcosa qui non ha funzionato. I movimenti in CGI risultano quasi tutti rallentati, come se si stesse vedendo a velocita 0,5X. Io proprio non sono riuscito ad abituarmi, con il risultato che mi veniva da ridere anche in momenti tristi
Nota positiva per il doppiaggio italiano, che mi sembra ben fatto, e anche le voci si adattano bene ai personaggi.
In conclusione, io lo consiglierei solo per mostrare alle persone che criticano sempre le animazioni di qualsiasi anime, per far capire loro cosa siano delle brutte animazioni.
Ciò che rende interessante "Beastars" è indubbiamente l'ambientazione e i personaggi "caratteristici": una società civilizzata di animali antropomorfi che vivono in un'apparente armonia tra erbivori e carnivori.
Il protagonista Legoshi è un solitario lupo grigio, che come altri carnivori deve fare i conti con il proprio corpo da predatore, e l'impressione che suscita in altri animali erbivori, le sue "prede" naturali, e i classici problemi adolescenziali che lo attanagliano.
La storia ha inizio con l'omicidio di un alpaca di nome Tem, frequentante la stessa scuola di Legoshi, la Cherryton Academy. Si pone quindi fin dal principio il quesito se una società governata da leggi che inibiscono gli istinti naturali dei carnivori possa effettivamente esistere. In questo, "Beastars" è in grado di generare fin da subito un certo clima di tensione nello spettatore, il che rende quest'anime interessante da guardare fin dai primi episodi. Lo spettatore si immedesima presto in Legoshi così come in altri personaggi, e si coglie facilmente il tema portante dell'opera: la lotta interiore tra i propri impulsi e le leggi morali (o scritte che siano). E questo risulta ancora più evidente se il protagonista dell'opera è per l'appunto un lupo adolescente, che fin da quando è nato si ritrova a fare i conti con la sua personale realtà, e che cerca in ogni modo di mitigare la sua natura, adottando un atteggiamento quanto più repressivo nei suoi stessi confronti, andando così a riempire goccia dopo goccia un vaso che a un certo punto non potrà che traboccare. Se Legoshi cerca quanto più possibile di vivere defilato dai riflettori, Louis è invece un cervo, frequentante il terzo anno della Cherryton, lo studente modello si può dire, il più popolare della scuola, destinato a diventare il prossimo "Beastar". Eppure anche lui deve fare i conti con la sua natura di preda, con la sua debolezza fisica rispetto ai carnivori.
I due, che frequentano lo stesso club di teatro, si troveranno ad essere sempre più rivali, via via che Legoshi inizierà ad uscire dal proprio guscio, ritagliando pian piano la propria personalità. La loro rivalità, che non è mai del tutto esplicita e viene cucita episodio dopo episodio in maniera non del tutto convenzionale, è intrigante da guardare, e si incrocia nell'interesse di entrambi per il terzo personaggio principale della serie: Haru.
Haru è una coniglietta nana, di bell'aspetto, ma che gode di una cattiva reputazione per via del fatto che si concede facilmente a molti. Proprio per questa coniglietta Legoshi inizia a provare sentimenti di affetto/amore, che si confondono tuttavia con i suoi impulsi in quanto carnivoro, e arricchiscono l'anime di un ulteriore tema relativo alla natura del desiderio di Legoshi nei confronti di Haru.
Forse Haru è il personaggio meno riuscito dei tre. Non vengono mai spiegate del tutto le ragioni che stanno dietro al suo vissuto, e non ha una vera e propria evoluzione nel corso della prima così come durante la seconda stagione, in cui il suo ruolo diventa molto più marginale. Difficile immedesimarsi in lei.
Se il rapporto con Haru è quindi il tema principale attorno a cui ruota la prima stagione, la seconda stagione si concentra invece più sui misteri che avvolgono questa società di animali in generale, ripartendo proprio dall'omicidio dell'alpaca Tem, non più menzionato dal primo episodio della serie. In questo ho trovato la seconda stagione ancora più avvincente, dal momento che va a riprendere molti dei fili di trama lasciati in sospeso nella prima stagione, e di maggiore interesse per lo spettatore, e riesce a mio avviso a farlo in maniera se non altro intrigante e non noiosa.
La caratterizzazione dei personaggi secondo me è ben realizzata pur nella semplicità con cui vengono presentati. D'altronde trattandosi di adolescenti, non lo reputerei un vero e proprio difetto. Certo, il focus dell'opera è quasi esclusivamente sui protagonisti, e avrei quindi gradito che anche alcuni personaggi secondari che pure prendono parte alla trama fossero un po' meno stereotipati, arricchiti di un qualche background, e confido che alcuni di questi abbiano un qualche risvolto nel futuro della serie.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, penso sia uno dei migliori anime realizzati con la CGI e riesce nell'intento di risultare finora "unico" nel suo genere. Ammetto che l'impatto iniziale non è stato entusiasmante, neppure del tutto negativo, ma ci si abitua dopo poco, e col passare degli episodi si riesce sempre più ad apprezzare l'animazione. L'espressività dei personaggi viene ben resa e ho apprezzato anche le scene di combattimento.
Particolarmente belle le opening di entrambe le stagioni (in particolare la prima, Wild side di ALI, realizzata in stop motion, ma anche Kaibutsu di YOASOBI, penso una delle migliori opening del 2021).
Ammetto di aver iniziato quest'anime con non poche perplessità, ma mi sono ricreduto dopo pochi episodi. Mi è risultato assai godibile, e si lascia vedere tutto d'un fiato, per via del perenne clima di tensione e suspense che lascia tra un'episodio e l'altro. Non è di certo un anime pesante, anzi, non so se volontariamente o meno, riesce spesso a strappare un sorriso, con scene dal contenuto abbastanza "cringe" ma al punto giusto, come quella di Legom la gallina, e i suoi sandwich di uova!
Non è un anime esente da difetti, ma l'ho trovato indubbiamente coraggioso, e credo che già solo per le premesse che stanno alla base della trama, e per l'unicità della sua animazione, meriti di esser visto.
Voto: 8/10
Il protagonista Legoshi è un solitario lupo grigio, che come altri carnivori deve fare i conti con il proprio corpo da predatore, e l'impressione che suscita in altri animali erbivori, le sue "prede" naturali, e i classici problemi adolescenziali che lo attanagliano.
La storia ha inizio con l'omicidio di un alpaca di nome Tem, frequentante la stessa scuola di Legoshi, la Cherryton Academy. Si pone quindi fin dal principio il quesito se una società governata da leggi che inibiscono gli istinti naturali dei carnivori possa effettivamente esistere. In questo, "Beastars" è in grado di generare fin da subito un certo clima di tensione nello spettatore, il che rende quest'anime interessante da guardare fin dai primi episodi. Lo spettatore si immedesima presto in Legoshi così come in altri personaggi, e si coglie facilmente il tema portante dell'opera: la lotta interiore tra i propri impulsi e le leggi morali (o scritte che siano). E questo risulta ancora più evidente se il protagonista dell'opera è per l'appunto un lupo adolescente, che fin da quando è nato si ritrova a fare i conti con la sua personale realtà, e che cerca in ogni modo di mitigare la sua natura, adottando un atteggiamento quanto più repressivo nei suoi stessi confronti, andando così a riempire goccia dopo goccia un vaso che a un certo punto non potrà che traboccare. Se Legoshi cerca quanto più possibile di vivere defilato dai riflettori, Louis è invece un cervo, frequentante il terzo anno della Cherryton, lo studente modello si può dire, il più popolare della scuola, destinato a diventare il prossimo "Beastar". Eppure anche lui deve fare i conti con la sua natura di preda, con la sua debolezza fisica rispetto ai carnivori.
I due, che frequentano lo stesso club di teatro, si troveranno ad essere sempre più rivali, via via che Legoshi inizierà ad uscire dal proprio guscio, ritagliando pian piano la propria personalità. La loro rivalità, che non è mai del tutto esplicita e viene cucita episodio dopo episodio in maniera non del tutto convenzionale, è intrigante da guardare, e si incrocia nell'interesse di entrambi per il terzo personaggio principale della serie: Haru.
Haru è una coniglietta nana, di bell'aspetto, ma che gode di una cattiva reputazione per via del fatto che si concede facilmente a molti. Proprio per questa coniglietta Legoshi inizia a provare sentimenti di affetto/amore, che si confondono tuttavia con i suoi impulsi in quanto carnivoro, e arricchiscono l'anime di un ulteriore tema relativo alla natura del desiderio di Legoshi nei confronti di Haru.
Forse Haru è il personaggio meno riuscito dei tre. Non vengono mai spiegate del tutto le ragioni che stanno dietro al suo vissuto, e non ha una vera e propria evoluzione nel corso della prima così come durante la seconda stagione, in cui il suo ruolo diventa molto più marginale. Difficile immedesimarsi in lei.
Se il rapporto con Haru è quindi il tema principale attorno a cui ruota la prima stagione, la seconda stagione si concentra invece più sui misteri che avvolgono questa società di animali in generale, ripartendo proprio dall'omicidio dell'alpaca Tem, non più menzionato dal primo episodio della serie. In questo ho trovato la seconda stagione ancora più avvincente, dal momento che va a riprendere molti dei fili di trama lasciati in sospeso nella prima stagione, e di maggiore interesse per lo spettatore, e riesce a mio avviso a farlo in maniera se non altro intrigante e non noiosa.
La caratterizzazione dei personaggi secondo me è ben realizzata pur nella semplicità con cui vengono presentati. D'altronde trattandosi di adolescenti, non lo reputerei un vero e proprio difetto. Certo, il focus dell'opera è quasi esclusivamente sui protagonisti, e avrei quindi gradito che anche alcuni personaggi secondari che pure prendono parte alla trama fossero un po' meno stereotipati, arricchiti di un qualche background, e confido che alcuni di questi abbiano un qualche risvolto nel futuro della serie.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, penso sia uno dei migliori anime realizzati con la CGI e riesce nell'intento di risultare finora "unico" nel suo genere. Ammetto che l'impatto iniziale non è stato entusiasmante, neppure del tutto negativo, ma ci si abitua dopo poco, e col passare degli episodi si riesce sempre più ad apprezzare l'animazione. L'espressività dei personaggi viene ben resa e ho apprezzato anche le scene di combattimento.
Particolarmente belle le opening di entrambe le stagioni (in particolare la prima, Wild side di ALI, realizzata in stop motion, ma anche Kaibutsu di YOASOBI, penso una delle migliori opening del 2021).
Ammetto di aver iniziato quest'anime con non poche perplessità, ma mi sono ricreduto dopo pochi episodi. Mi è risultato assai godibile, e si lascia vedere tutto d'un fiato, per via del perenne clima di tensione e suspense che lascia tra un'episodio e l'altro. Non è di certo un anime pesante, anzi, non so se volontariamente o meno, riesce spesso a strappare un sorriso, con scene dal contenuto abbastanza "cringe" ma al punto giusto, come quella di Legom la gallina, e i suoi sandwich di uova!
Non è un anime esente da difetti, ma l'ho trovato indubbiamente coraggioso, e credo che già solo per le premesse che stanno alla base della trama, e per l'unicità della sua animazione, meriti di esser visto.
Voto: 8/10
Do un 4 a questo anime, con infinito dispiacere, dato che, pur non avendo apprezzato la maggior parte degli episodi, durante la visione di essi c'è sempre stata una strana sensazione che mi ha accompagnata, come se, sotto sotto, qualcosa stesse per entusiasmarmi da un momento all'altro. Purtroppo, questo momento non è mai arrivato e "Beastars" si propone non solo come uno degli anime più deludenti che io abbia mai visto, ma anche come uno dei più confusi, ambigui, distanti da qualsiasi tipo di rapporto verosimile con la realtà o perlomeno con la coerenza. Difatti, "Beastars" non riesce ad essere coerente neanche con sé stesso.
La prima stagione di "Beastars" si apre con una deliziosa sigla in stop motion che, per me, rimane l'unico elemento decente di tutta la serie. Forse è proprio questa sigla il motivo per cui ho apprezzato la prima stagione decisamente più della seconda.
L'incipit della serie è piuttosto accattivante: un mondo di animali antropomorfi. A differenza di serie animate come "Bojack Horseman", dove il fatto che alcuni personaggi siano animali è irrilevante per la trama (ma non per la serie stessa), in questo caso, "Beastars" gioca la sue carte proprio sul fatto che ogni animale ha diversa taglia, istinto, alimentazione e così via. Apparentemente, l'anime sembra riuscire a far conciliare molto bene estetica e carattere dei personaggi: ad esempio, Legoshi è un lupo relativamente trasandato, che per la maggior parte del tempo se ne sta per le sue, come farebbe un vero lupo solitario antropomorfo. Sfortunatamente, però, durante il corso degli episodi la maggior parte dei personaggi diventa totalmente inutile e non necessaria al proseguimento della trama e anche l'introduzione di nuovi personaggi diviene fine a sé stessa.
Non è che "Beastars" abbia una vera e propria trama, poi. Inizialmente pensavo che parlasse di un semplice club di teatro e che quindi fosse uno slice of life con diversi contenuti di tipo drammatico/psicologico/thriller, data l'uccisione dello studente che si vede nei primi minuti dell'episodio pilota. Il problema è che da metà stagione in poi l'anime presenterà un susseguirsi di eventi assurdi e incredibilmente ridicoli: basti notare quelli legati alla Shishigumi (chi ha visto l'anime, capirà), che sono a dir poco imbarazzanti.
Inoltre, mi permetto di dire come sia quasi comico il fatto che venga citato un mercato nero che nella serie viene visivamente rappresentato come una stradina un po' nascosta piena di bancarelle con articoli illegali di diverso tipo. Non so se l'intento degli autori fosse quello di fare una scelta grottesca, ma a me sembra solo demenziale, quasi come se fosse scritta da un bambino innocente.
La seconda stagione di "Beastars" è pessima. Aumentano i dialoghi strani o futili, proseguono le scelte e le azioni insensate dei personaggi e la maggior parte di questi diventa inutile, insieme a quelli che vengono introdotti proprio in questa stagione. Perfino Haru stessa, che nella prima stagione rappresentava un elemento chiave della storia, in questa seconda serie è come se non esistesse, o comunque diventa un elemento a parte rispetto alla vita di Legoshi.
Il ruolo di Louis nella seconda stagione è idem con patate per quanto riguarda la storia del mercato nero: demenziale, ridicolo, quasi come se fosse stato scritto da un bambino. Una scelta imbarazzante, non necessaria, pretenziosa: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, da lì ho capito come questo anime giochi sull'intelligenza dei suoi spettatori.
Il finale è deludente e lascia con l'amaro in bocca, rivelando l'inutilità del percorso che Legoshi decide di intraprendere dal primo all'ultimo episodio e l'assenza di una crescita del personaggio.
Infine, ho notato come lo stesso concetto di Beastar diventi irrilevante all'interno della serie, nonostante sia ciò che dà il nome alla serie stessa. Questo per me è un piccolo dettaglio che ci consente di capire come l'intento degli autori non sia mai stato chiaro, neanche a loro.
Per concludere, invito chiunque guardi questa serie a cercare di immaginarsi questi personaggi come fossero normali esseri umani e sfido chiunque a non ammettere la bizzarria e l'assenza di logica che guida questi eventi.
Ho sentito gente parlare di elementi significativi, messaggi potenti e chiavi di lettura in tutta la serie. Okay, ma non basta.
Per realizzare un prodotto, con intento profondo o moraleggiante che sia, è necessario fornire allo spettatore qualcosa di concreto da osservare, di coerente con sé stesso e con una struttura ben precisa. Sì, perché la struttura di "Beastars" viene decisa man mano il suo proseguimento, il che non sempre è una cosa negativa, ma deve essere per lo meno graduale. Ad esempio, l' "Attacco dei Giganti" parte come un manga d'azione per poi trasformarsi, man mano, in un fantapolitico: questo avviene inevitabilmente per spiegare la natura di determinati eventi e per permettere ai personaggi di agire in base ad essi. Dall'essere uno slice of life, sembra che "Beastars" diventi una cosa a parte da tutto, come se gli autori non ci dessero la possibilità di comprendere i meccanismi psicologici dei personaggi, cosa cambia in loro e in ciò che li circonda.
Si può dire che "Beastars" sia come una poesia decadente, per lo più auto-comunicativa. Le animazioni sono davvero molto belle e ho trovato efficace e interessante la scelta di inserire la rappresentazione visiva delle sensazioni di istinto, fiuto e appetito, un po' come faceva "Fantasia" nel 1940 con la musica. Trovo ben curato il character design, che ci propone una vasta gamma di animali da osservare, ma è evidente come l'attenzione per questi personaggi vada via via scemando man mano che proseguono gli episodi, dato che gli animali dei primi episodi saranno sempre meno presenti.
Per il resto, si tratta di un anime poco chiaro nell'intreccio e che che non sfrutta correttamente il proprio potenziale. Tuttavia, acquisterò il manga perché, come detto all'inizio, c'è qualcosa di questa serie che in qualche modo mi affascina e voglio andare fino in fondo. Se il manga si dovesse rivelare un prodotto migliore, ne sarei più che contenta.
Paradossalmente, tutto sommato mi è piaciuto.
Ma è ancora da capire perché.
La prima stagione di "Beastars" si apre con una deliziosa sigla in stop motion che, per me, rimane l'unico elemento decente di tutta la serie. Forse è proprio questa sigla il motivo per cui ho apprezzato la prima stagione decisamente più della seconda.
L'incipit della serie è piuttosto accattivante: un mondo di animali antropomorfi. A differenza di serie animate come "Bojack Horseman", dove il fatto che alcuni personaggi siano animali è irrilevante per la trama (ma non per la serie stessa), in questo caso, "Beastars" gioca la sue carte proprio sul fatto che ogni animale ha diversa taglia, istinto, alimentazione e così via. Apparentemente, l'anime sembra riuscire a far conciliare molto bene estetica e carattere dei personaggi: ad esempio, Legoshi è un lupo relativamente trasandato, che per la maggior parte del tempo se ne sta per le sue, come farebbe un vero lupo solitario antropomorfo. Sfortunatamente, però, durante il corso degli episodi la maggior parte dei personaggi diventa totalmente inutile e non necessaria al proseguimento della trama e anche l'introduzione di nuovi personaggi diviene fine a sé stessa.
Non è che "Beastars" abbia una vera e propria trama, poi. Inizialmente pensavo che parlasse di un semplice club di teatro e che quindi fosse uno slice of life con diversi contenuti di tipo drammatico/psicologico/thriller, data l'uccisione dello studente che si vede nei primi minuti dell'episodio pilota. Il problema è che da metà stagione in poi l'anime presenterà un susseguirsi di eventi assurdi e incredibilmente ridicoli: basti notare quelli legati alla Shishigumi (chi ha visto l'anime, capirà), che sono a dir poco imbarazzanti.
Inoltre, mi permetto di dire come sia quasi comico il fatto che venga citato un mercato nero che nella serie viene visivamente rappresentato come una stradina un po' nascosta piena di bancarelle con articoli illegali di diverso tipo. Non so se l'intento degli autori fosse quello di fare una scelta grottesca, ma a me sembra solo demenziale, quasi come se fosse scritta da un bambino innocente.
La seconda stagione di "Beastars" è pessima. Aumentano i dialoghi strani o futili, proseguono le scelte e le azioni insensate dei personaggi e la maggior parte di questi diventa inutile, insieme a quelli che vengono introdotti proprio in questa stagione. Perfino Haru stessa, che nella prima stagione rappresentava un elemento chiave della storia, in questa seconda serie è come se non esistesse, o comunque diventa un elemento a parte rispetto alla vita di Legoshi.
Il ruolo di Louis nella seconda stagione è idem con patate per quanto riguarda la storia del mercato nero: demenziale, ridicolo, quasi come se fosse stato scritto da un bambino. Una scelta imbarazzante, non necessaria, pretenziosa: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, da lì ho capito come questo anime giochi sull'intelligenza dei suoi spettatori.
Il finale è deludente e lascia con l'amaro in bocca, rivelando l'inutilità del percorso che Legoshi decide di intraprendere dal primo all'ultimo episodio e l'assenza di una crescita del personaggio.
Infine, ho notato come lo stesso concetto di Beastar diventi irrilevante all'interno della serie, nonostante sia ciò che dà il nome alla serie stessa. Questo per me è un piccolo dettaglio che ci consente di capire come l'intento degli autori non sia mai stato chiaro, neanche a loro.
Per concludere, invito chiunque guardi questa serie a cercare di immaginarsi questi personaggi come fossero normali esseri umani e sfido chiunque a non ammettere la bizzarria e l'assenza di logica che guida questi eventi.
Ho sentito gente parlare di elementi significativi, messaggi potenti e chiavi di lettura in tutta la serie. Okay, ma non basta.
Per realizzare un prodotto, con intento profondo o moraleggiante che sia, è necessario fornire allo spettatore qualcosa di concreto da osservare, di coerente con sé stesso e con una struttura ben precisa. Sì, perché la struttura di "Beastars" viene decisa man mano il suo proseguimento, il che non sempre è una cosa negativa, ma deve essere per lo meno graduale. Ad esempio, l' "Attacco dei Giganti" parte come un manga d'azione per poi trasformarsi, man mano, in un fantapolitico: questo avviene inevitabilmente per spiegare la natura di determinati eventi e per permettere ai personaggi di agire in base ad essi. Dall'essere uno slice of life, sembra che "Beastars" diventi una cosa a parte da tutto, come se gli autori non ci dessero la possibilità di comprendere i meccanismi psicologici dei personaggi, cosa cambia in loro e in ciò che li circonda.
Si può dire che "Beastars" sia come una poesia decadente, per lo più auto-comunicativa. Le animazioni sono davvero molto belle e ho trovato efficace e interessante la scelta di inserire la rappresentazione visiva delle sensazioni di istinto, fiuto e appetito, un po' come faceva "Fantasia" nel 1940 con la musica. Trovo ben curato il character design, che ci propone una vasta gamma di animali da osservare, ma è evidente come l'attenzione per questi personaggi vada via via scemando man mano che proseguono gli episodi, dato che gli animali dei primi episodi saranno sempre meno presenti.
Per il resto, si tratta di un anime poco chiaro nell'intreccio e che che non sfrutta correttamente il proprio potenziale. Tuttavia, acquisterò il manga perché, come detto all'inizio, c'è qualcosa di questa serie che in qualche modo mi affascina e voglio andare fino in fondo. Se il manga si dovesse rivelare un prodotto migliore, ne sarei più che contenta.
Paradossalmente, tutto sommato mi è piaciuto.
Ma è ancora da capire perché.
In buona parte, ottimo livello narrativo per questa storia, che in qualche modo riesce a tenerti incollato allo schermo per tutto il tempo, visto che praticamente in ogni episodio succede qualcosa di importante per la trama o per lo sviluppo dei personaggi, il tutto unito a riflessioni piuttosto interessanti che permeano tutto il racconto. Non ci sono molte scene d'azione nonostante la sottotrama dell'omicidio, ma la tensione donata da questo elemento rimane sempre aleggiante: ottimo lavoro da quel lato.
Assolutamente sorpreso dal fatto che il contesto di un mondo d'animali antropizzati abbia un'impronta così pesante nella trama e che non sia solo una scusa per fare un po' di buon vecchio fanservice furry (anche se ovviamente in un paio di scene non manca, ma nulla di clamoroso).
Sorprendente anche come la CGI abbia reso bene moltissimi volti, con poche eccezioni. Scelta rischiosa che probabilmente non è stata vincente visto che avrei apprezzato, se non preferito, i metodi più classici di animazione. Ma non hanno fatto disastri usando una tecnologia al momento ancora imperfetta, il che rimane pur sempre un merito. Alcune scelte saranno dunque state discutibili ma l'impegno nel realizzarle penso si noti bene, e per me tanto basta.
Parlando di comparto audio, devo dire che mi è piaciuta molto l'intro della prima stagione. Soprattutto per la curiosa decisione di usare nella sigla lo stop-motion, tecnica che non vedevo da una vita in questo tipo di storie. Di sicuro il coraggio di sperimentare non è mancato ai creatori.
Nella seconda stagione si nota una virata abbastanza netta verso la sottotrama più "dark" e si toglie spazio al lato "sentimentale", scelta secondo me azzeccatissima per evitare di rendere il tutto troppo ripetitivo e alla lunga stancante.
Ci sono poche imperfezioni, come un paio di personaggi che compaiono e poi finiscono immediatamente nel dimenticatoio senza un perché ed un paio di eventi un po' forzati per far andare avanti la trama, ma rispetto ai pregi di questa sorprendente serie, questo non è nulla.
E, a chi si lamenta del finale, ricordo che probabilmente ci sarà almeno una terza stagione vista la mole di materiale narrativo disponibile dal manga, quindi non disperate perché difficilmente questa sarà la fine. In caso contrario abbasserei il voto di mezzo punto poiché c'è ancora troppa carne al fuoco e abbandonare così il tutto sarebbe un vero peccato, ma ho fiducia nei creatori che ormai mi hanno già sorpreso più volte.
P.S.: Legoshi "beast girl", non accetto reclami.
Assolutamente sorpreso dal fatto che il contesto di un mondo d'animali antropizzati abbia un'impronta così pesante nella trama e che non sia solo una scusa per fare un po' di buon vecchio fanservice furry (anche se ovviamente in un paio di scene non manca, ma nulla di clamoroso).
Sorprendente anche come la CGI abbia reso bene moltissimi volti, con poche eccezioni. Scelta rischiosa che probabilmente non è stata vincente visto che avrei apprezzato, se non preferito, i metodi più classici di animazione. Ma non hanno fatto disastri usando una tecnologia al momento ancora imperfetta, il che rimane pur sempre un merito. Alcune scelte saranno dunque state discutibili ma l'impegno nel realizzarle penso si noti bene, e per me tanto basta.
Parlando di comparto audio, devo dire che mi è piaciuta molto l'intro della prima stagione. Soprattutto per la curiosa decisione di usare nella sigla lo stop-motion, tecnica che non vedevo da una vita in questo tipo di storie. Di sicuro il coraggio di sperimentare non è mancato ai creatori.
Nella seconda stagione si nota una virata abbastanza netta verso la sottotrama più "dark" e si toglie spazio al lato "sentimentale", scelta secondo me azzeccatissima per evitare di rendere il tutto troppo ripetitivo e alla lunga stancante.
Ci sono poche imperfezioni, come un paio di personaggi che compaiono e poi finiscono immediatamente nel dimenticatoio senza un perché ed un paio di eventi un po' forzati per far andare avanti la trama, ma rispetto ai pregi di questa sorprendente serie, questo non è nulla.
E, a chi si lamenta del finale, ricordo che probabilmente ci sarà almeno una terza stagione vista la mole di materiale narrativo disponibile dal manga, quindi non disperate perché difficilmente questa sarà la fine. In caso contrario abbasserei il voto di mezzo punto poiché c'è ancora troppa carne al fuoco e abbandonare così il tutto sarebbe un vero peccato, ma ho fiducia nei creatori che ormai mi hanno già sorpreso più volte.
P.S.: Legoshi "beast girl", non accetto reclami.
Quando è uscita la notizia che il manga di Beastars, edito da noi da Panini, sarebbe stato trasposto in un anime, ho avuto sentimenti contrastanti. Se da un lato ero contenta perché credo che sia un'opera scritta davvero bene e quindi vorrei che la conoscessero molte più persone, dall'altro ero anche timorosa di vedere il risultato, conscia che spesso vige la regola non scritta che "L'anime è bello ma il manga è meglio".
Quando quindi finalmente la serie realizzata dallo Studio Orange ed uscita ad ottobre sul contenitore +Ultra di Fuji TV è approdata alla metà di marzo su Netflix Italia, mi sono approcciata alla sua visione con tanta trepidazione e curiosità. E in pochi giorni ho letteralmente "divorato" i 12 episodi che compongono la serie e che coprono i primi 47 capitoli del manga. E mi sono innamorata per la seconda volta di questa incredibile storia.
Di cosa parla infatti Beastars? In un mondo popolato da animali antropomorfi, erbivori e carnivori coesistono gli uni con gli altri. Per gli studenti della scuola di Cherryton la vita quotidiana è piena di speranze ed amori ma anche di disagio e timore. Il protagonista, il lupo grigio Legoshi, è un membro del club di teatro.
Nonostante l'aspetto minaccioso, il giovane è in realtà dotato di un animo buono e gentile; per tutta la sua vita è però stato temuto ed odiato dagli altri animali a causa dei pregiudizi, a tal punto da esserci ormai abituato. Ma un evento gravissimo stravolge la sua vita e quella dei suoi compagni, mandando in frantumi il fragile equilibrio fra le specie.
Attraverso lo scontro fra carnivori ed erbivori, Paru Itagaki riesce a raccontare gli istinti più profondi del genere umano e a criticare le ipocrisie della società moderna. La storia mette in luce le paure nei confronti di ciò che è diverso da noi e smantella uno ad uno i pregiudizi e le ovvietà. I carnivori sono mostri assetati di sangue mentre gli erbivori sono creature indifese pronte solo per essere mangiate. Niente di più falso: qui abbiamo un trio di personaggi che scardina questa affermazione. Legoshi è un grosso lupo grigio, emblema perfetto di forza e voracità con le sue spalle larghe e le sue zanne possenti; in realtà è timidissimo, adora gli insetti, è educato e premuroso.
Haru è una coniglietta nana dal pelo completamente bianco, ma è tutto fuorché remissiva e timida: nonostante sia vittima di bullismo da parte delle altre compagne, reagisce e non si sottomette, facendo della sua bellezza un'arma per sentirsi viva e non essere compatita.
Louis è un cervo rosso, leader indiscusso della scuola, fiero, elegante e adorato da tutte le femmine dell'Istituto Cherryton. In realtà si porta dietro un doloroso passato, una ferita aperta che gli fa mettere in discussione tutta la sua vita. Non è un caso che sia l'attore principale del club di teatro: Louis recita davanti a tutti, anche a se stesso e l'incontro con Legoshi gli permetterà di affrontare i suoi demoni.
Da un lato abbiamo quindi erbivori che odiano la loro debolezza e non vogliono sentirsi prede nemmeno di fronte al carnivoro più temibile. Dall'altro lato invece c'è Legoshi che odia la sua forza, perché teme di non riuscire a controllarla soccombendo ai propri istinti e trasformandosi così in un mostro assetato di sangue.
Sarà il confronto fra di loro a far capire che può esistere una convivenza pacifica solo se prima si accetta la propria natura e se si riescono a trasformare i punti deboli in punti di forza. Solo aiutandosi a vicenda si possono apprezzare le peculiarità di ognuno.
Le vite di questi tre giovani si intersecheranno in maniera imprevedibile, dando vita ad una serie di colpi di scena magistrali. Ma tutto questo si può tranquillamente leggere nel manga, quindi perché vedere la serie animata?
Perché lo Studio Orange è stato incredibilmente intelligente: ha preso i disegni e la storia creati da Paru Itagaki e l'ha esaltata, aggiungendo esattamente le uniche cose che mancavano e cioè i colori, le luci, le musiche e i suoni. Sono riusciti così nell'impresa di confutare l'assioma enunciato all'inizio del "l'anime è bello ma il manga è meglio".
L'anime è bello tanto quanto il manga. Pur essendo specializzato in produzioni 3DCG, lo Studio Orange fonde le tecniche più innovative con quelle più tradizionali, prendendo il meglio di entrambe.
Shinichi Matsumi (Pom Poko, Porco Rosso, Shingeki no Bahamut: Genesis) è il regista, Nao Ootsu (Saga of Tanya the Evil, Banana Fish) si è occupato del design dei personaggi, Eiji Inomoto (Ghost in the Shell Arise) ha diretto la computer grafica e Satoru Kousaki (Wake Up, Girls!, Oreimo, Monogatari Series: Second Season) ha composto la colonna sonora. Abbiamo poi Ken Hashimoto come color designer e Shiori Furusho come direttore della fotografia.
Anche chi come me è sempre un po' diffidente verso la CG, qui non potrà che ammirare la bellezza delle immagini. Pur non essendo perfette, siamo a livelli molto alti.
La fluidità dei movimenti è dovuta al fatto che lo Studio usa una motion capture separata per le espressioni del corpo e del viso, ed anche in una sequenza breve come questa gli animatori si sono serviti di una ballerina professionista per avere tutti i dati e rendere convincente anche una sequenza di pochi minuti.
Nao Ootsu ha dato solidità e profondità ai disegni su carta di Paru Itagaki. Sono animali ma si muovono come gli umani, e allo stesso tempo sono usate caratteristiche tipiche degli animali per farci capire le loro emozioni senza bisogno di parole. Le orecchie di Legoshi e la sua coda sono più espressive di qualsiasi discorso.
Molto importante inoltre è forse un aspetto che non tutti notano ad una prima visione: tutti i personaggi si muovono, non solo quelli in primo piano, ma anche quelli che restano sullo sfondo, dando un senso di pienezza e autenticità.
Il motivo per cui l'animazione di questa serie soddisfa anche gli spettatori più esigenti e tradizionalisti è che fonde intelligentemente la tecnologia moderna con quella più classica. Se le tecniche tradizionali si adattano meglio alle esigenze di quella scena specifica, lo staff dello Studio Orange non ha paura ad usarle.
Gli animatori hanno ripetutamente ribadito che non considerano l'animazione 3D intrinsecamente superiore al 2D ma piuttosto complementare, e i risultati si vedono. Movimenti, luci e colori sono studiati per avvolgerci in questa storia e farci trascinare in un turbinio di emozioni, empatizzando fortemente con tutti i personaggi.
Ma non ci sono solo le immagini: una parte fondamentale della buona riuscita di questo anime sono senza dubbio le musiche e i suoni. La colonna sonora è stata realizzata da Satoru Kōsaki, autore da molti anni di musica per videogiochi e anime: basti citare Lucky Star e La malinconia di Haruhi Suzumiya.
Per Beastars ha dichiarato che quando ha pensato a quale tipo di musica poteva adattarsi a questa storia, gli è venuta in mente la musica gitana, perché ha influenzato la musica classica fondendosi con le culture locali. Nostalgia, vitalità ed esotismo sono tutte unite in questo genere; il tema della serie è un valzer, ma se suonato da strumenti musicali dal vivo, sembrerebbe un'esibizione di strada e se suonato su un pianoforte sembrerebbe Chopin. Ha la capacità di trasformarsi completamente a seconda degli arrangiamenti.
Inoltre Kōsaki ha pensato che sarebbe stato interessante associare uno strumento ad ogni specie: ai carnivori gli ottoni e agli erbivori gli strumenti a fiato. Inoltre, la dimensione degli strumenti corrisponde alla dimensione degli animali, quindi per Legoshi si è usato il trombone mentre per Haru un flauto.
La cantante YURiKA ha realizzato le canzoni "Le zoo", "Sleeping instinct", "Marble" e "Floating Story on the Moon". L'opening "Wild Side" eseguita da ALI è invece realizzata interamente in stop motion, con un dispendio cospicuo di budget e di lavoro.
Beastars è disponibile su Netflix sia con il doppiaggio originale sottotitolato che doppiato in italiano. Sebbene io veda quasi sempre gli anime nella versione giapponese, questa volta ho voluto sentire anche la versione italiana soprattutto perché volevo concentrarmi sulle immagini, senza essere distratta dalla lettura dei sottotitoli.
E non mi sono pentita di questa scelta: confrontandole con quelle nipponiche, ho trovato le voci italiane azzeccate. Manuel Meli è Legoshi, Flavio Aquilone è Louis e Giulia Franceschetti è Haru, giusto per citare i ruoli principali. L'adattamento dialoghi è stato curato da Marco Liguori, mentre la direzione del doppiaggio è stata affidata a Daniela Inserra.
A conti fatti Beastars è davvero un anime ben riuscito, grazie ad una trama solida e ad uno studio come Orange che ha capito cosa doveva essere fatto per esaltare al massimo le qualità del manga. Quindi nessun difetto? Se vogliamo essere pignoli, si può notare in alcune sequenze una leggera legnosità nei movimenti, ma sono davvero brevi attimi che non inficiano la qualità generale della serie.
Forse mi sarebbe piaciuto vedere maggiormente la potenza fisica di Legoshi che rispetto al manga appare più magrolino e con le spalle più piccole. Ma vedergli agitare la grossa coda o muovere le orecchie a seconda dei suoi stati d'animo è stato un colpo al cuore. Per non parlare delle musiche, soprattutto quelle strumentali che accompagnano perfettamente i sussulti emotivi di attori e spettatori.
Attendiamo quindi fiduciosi la seconda stagione.
Quando quindi finalmente la serie realizzata dallo Studio Orange ed uscita ad ottobre sul contenitore +Ultra di Fuji TV è approdata alla metà di marzo su Netflix Italia, mi sono approcciata alla sua visione con tanta trepidazione e curiosità. E in pochi giorni ho letteralmente "divorato" i 12 episodi che compongono la serie e che coprono i primi 47 capitoli del manga. E mi sono innamorata per la seconda volta di questa incredibile storia.
Di cosa parla infatti Beastars? In un mondo popolato da animali antropomorfi, erbivori e carnivori coesistono gli uni con gli altri. Per gli studenti della scuola di Cherryton la vita quotidiana è piena di speranze ed amori ma anche di disagio e timore. Il protagonista, il lupo grigio Legoshi, è un membro del club di teatro.
Nonostante l'aspetto minaccioso, il giovane è in realtà dotato di un animo buono e gentile; per tutta la sua vita è però stato temuto ed odiato dagli altri animali a causa dei pregiudizi, a tal punto da esserci ormai abituato. Ma un evento gravissimo stravolge la sua vita e quella dei suoi compagni, mandando in frantumi il fragile equilibrio fra le specie.
Attraverso lo scontro fra carnivori ed erbivori, Paru Itagaki riesce a raccontare gli istinti più profondi del genere umano e a criticare le ipocrisie della società moderna. La storia mette in luce le paure nei confronti di ciò che è diverso da noi e smantella uno ad uno i pregiudizi e le ovvietà. I carnivori sono mostri assetati di sangue mentre gli erbivori sono creature indifese pronte solo per essere mangiate. Niente di più falso: qui abbiamo un trio di personaggi che scardina questa affermazione. Legoshi è un grosso lupo grigio, emblema perfetto di forza e voracità con le sue spalle larghe e le sue zanne possenti; in realtà è timidissimo, adora gli insetti, è educato e premuroso.
Haru è una coniglietta nana dal pelo completamente bianco, ma è tutto fuorché remissiva e timida: nonostante sia vittima di bullismo da parte delle altre compagne, reagisce e non si sottomette, facendo della sua bellezza un'arma per sentirsi viva e non essere compatita.
Louis è un cervo rosso, leader indiscusso della scuola, fiero, elegante e adorato da tutte le femmine dell'Istituto Cherryton. In realtà si porta dietro un doloroso passato, una ferita aperta che gli fa mettere in discussione tutta la sua vita. Non è un caso che sia l'attore principale del club di teatro: Louis recita davanti a tutti, anche a se stesso e l'incontro con Legoshi gli permetterà di affrontare i suoi demoni.
Da un lato abbiamo quindi erbivori che odiano la loro debolezza e non vogliono sentirsi prede nemmeno di fronte al carnivoro più temibile. Dall'altro lato invece c'è Legoshi che odia la sua forza, perché teme di non riuscire a controllarla soccombendo ai propri istinti e trasformandosi così in un mostro assetato di sangue.
Sarà il confronto fra di loro a far capire che può esistere una convivenza pacifica solo se prima si accetta la propria natura e se si riescono a trasformare i punti deboli in punti di forza. Solo aiutandosi a vicenda si possono apprezzare le peculiarità di ognuno.
Le vite di questi tre giovani si intersecheranno in maniera imprevedibile, dando vita ad una serie di colpi di scena magistrali. Ma tutto questo si può tranquillamente leggere nel manga, quindi perché vedere la serie animata?
Perché lo Studio Orange è stato incredibilmente intelligente: ha preso i disegni e la storia creati da Paru Itagaki e l'ha esaltata, aggiungendo esattamente le uniche cose che mancavano e cioè i colori, le luci, le musiche e i suoni. Sono riusciti così nell'impresa di confutare l'assioma enunciato all'inizio del "l'anime è bello ma il manga è meglio".
L'anime è bello tanto quanto il manga. Pur essendo specializzato in produzioni 3DCG, lo Studio Orange fonde le tecniche più innovative con quelle più tradizionali, prendendo il meglio di entrambe.
Shinichi Matsumi (Pom Poko, Porco Rosso, Shingeki no Bahamut: Genesis) è il regista, Nao Ootsu (Saga of Tanya the Evil, Banana Fish) si è occupato del design dei personaggi, Eiji Inomoto (Ghost in the Shell Arise) ha diretto la computer grafica e Satoru Kousaki (Wake Up, Girls!, Oreimo, Monogatari Series: Second Season) ha composto la colonna sonora. Abbiamo poi Ken Hashimoto come color designer e Shiori Furusho come direttore della fotografia.
Anche chi come me è sempre un po' diffidente verso la CG, qui non potrà che ammirare la bellezza delle immagini. Pur non essendo perfette, siamo a livelli molto alti.
La fluidità dei movimenti è dovuta al fatto che lo Studio usa una motion capture separata per le espressioni del corpo e del viso, ed anche in una sequenza breve come questa gli animatori si sono serviti di una ballerina professionista per avere tutti i dati e rendere convincente anche una sequenza di pochi minuti.
Nao Ootsu ha dato solidità e profondità ai disegni su carta di Paru Itagaki. Sono animali ma si muovono come gli umani, e allo stesso tempo sono usate caratteristiche tipiche degli animali per farci capire le loro emozioni senza bisogno di parole. Le orecchie di Legoshi e la sua coda sono più espressive di qualsiasi discorso.
Molto importante inoltre è forse un aspetto che non tutti notano ad una prima visione: tutti i personaggi si muovono, non solo quelli in primo piano, ma anche quelli che restano sullo sfondo, dando un senso di pienezza e autenticità.
Il motivo per cui l'animazione di questa serie soddisfa anche gli spettatori più esigenti e tradizionalisti è che fonde intelligentemente la tecnologia moderna con quella più classica. Se le tecniche tradizionali si adattano meglio alle esigenze di quella scena specifica, lo staff dello Studio Orange non ha paura ad usarle.
Gli animatori hanno ripetutamente ribadito che non considerano l'animazione 3D intrinsecamente superiore al 2D ma piuttosto complementare, e i risultati si vedono. Movimenti, luci e colori sono studiati per avvolgerci in questa storia e farci trascinare in un turbinio di emozioni, empatizzando fortemente con tutti i personaggi.
Ma non ci sono solo le immagini: una parte fondamentale della buona riuscita di questo anime sono senza dubbio le musiche e i suoni. La colonna sonora è stata realizzata da Satoru Kōsaki, autore da molti anni di musica per videogiochi e anime: basti citare Lucky Star e La malinconia di Haruhi Suzumiya.
Per Beastars ha dichiarato che quando ha pensato a quale tipo di musica poteva adattarsi a questa storia, gli è venuta in mente la musica gitana, perché ha influenzato la musica classica fondendosi con le culture locali. Nostalgia, vitalità ed esotismo sono tutte unite in questo genere; il tema della serie è un valzer, ma se suonato da strumenti musicali dal vivo, sembrerebbe un'esibizione di strada e se suonato su un pianoforte sembrerebbe Chopin. Ha la capacità di trasformarsi completamente a seconda degli arrangiamenti.
Inoltre Kōsaki ha pensato che sarebbe stato interessante associare uno strumento ad ogni specie: ai carnivori gli ottoni e agli erbivori gli strumenti a fiato. Inoltre, la dimensione degli strumenti corrisponde alla dimensione degli animali, quindi per Legoshi si è usato il trombone mentre per Haru un flauto.
La cantante YURiKA ha realizzato le canzoni "Le zoo", "Sleeping instinct", "Marble" e "Floating Story on the Moon". L'opening "Wild Side" eseguita da ALI è invece realizzata interamente in stop motion, con un dispendio cospicuo di budget e di lavoro.
Beastars è disponibile su Netflix sia con il doppiaggio originale sottotitolato che doppiato in italiano. Sebbene io veda quasi sempre gli anime nella versione giapponese, questa volta ho voluto sentire anche la versione italiana soprattutto perché volevo concentrarmi sulle immagini, senza essere distratta dalla lettura dei sottotitoli.
E non mi sono pentita di questa scelta: confrontandole con quelle nipponiche, ho trovato le voci italiane azzeccate. Manuel Meli è Legoshi, Flavio Aquilone è Louis e Giulia Franceschetti è Haru, giusto per citare i ruoli principali. L'adattamento dialoghi è stato curato da Marco Liguori, mentre la direzione del doppiaggio è stata affidata a Daniela Inserra.
A conti fatti Beastars è davvero un anime ben riuscito, grazie ad una trama solida e ad uno studio come Orange che ha capito cosa doveva essere fatto per esaltare al massimo le qualità del manga. Quindi nessun difetto? Se vogliamo essere pignoli, si può notare in alcune sequenze una leggera legnosità nei movimenti, ma sono davvero brevi attimi che non inficiano la qualità generale della serie.
Forse mi sarebbe piaciuto vedere maggiormente la potenza fisica di Legoshi che rispetto al manga appare più magrolino e con le spalle più piccole. Ma vedergli agitare la grossa coda o muovere le orecchie a seconda dei suoi stati d'animo è stato un colpo al cuore. Per non parlare delle musiche, soprattutto quelle strumentali che accompagnano perfettamente i sussulti emotivi di attori e spettatori.
Attendiamo quindi fiduciosi la seconda stagione.
"Beastars" è un anime tratto dal manga omonimo di Paru Itagaki. La storia è ambientata in un mondo simile al nostro con l'unica differenza che i personaggi non sono umani ma bensì animali antropomorfi, che si distinguono tra moltissime specie (gatti, conigli, cani, lupi, cervi ecc), ma la fondamentale distinzione è quella fra "carnivori" e "erbivori".
L'anime tratta molte tematiche della società odierna e problemi adolescenziali (droga, amore, ambizioni, rivalità, solitudine, sesso, pregiudizi, repressione...), ma ciò che rende unico l'anime è la presenza degli istinti animali, come le capre che mangiano i fogli, i canidi che scodinzolano e l'istinto predatore dei carnivori.
Il personaggio principale Legoshi è un lupo grigio e fa parte dei carnivori, visto male per la sua specie di appartenenza e il concetto globale che persiste in questo mondo "i carnivori minacciano la tranquillità degli erbivori". Legoshi man mano che la trama progredisce dovrà affrontare molte problematiche a scuola, inserimento nella società dei grandi, un amore proibito e i suoi istinti da predatore. L'anime è realizzato in grafica CGI e con alcune scene in pastello, molti anime in CGI sono pessimi ma "Beastars" no: anche se alcuni movimenti sembrano troppo forzati. Anime che merita tutta la sua fama.
Pro:
-Grafica spettacolare.
-OST carine
-Raffigurazione dei problemi umani attraverso animali.
-Ambientazione veramente ben definita.
-Character design lodevole.
-Storia abbastanza dark.
Contro:
-Alcuni movimenti troppo forzati.
-Assenza di un background totale o non approfondito di quasi tutti i personaggi.
-Alcuni personaggi tralasciati.
-Troppo sopravvalutato dalla maggior parte della utenza.
-Ricorda assai Zootropolis.
Voto: 7,5/10
Anime abbastanza carino, assolutamente da vedere! Anche se penso sia un po' troppo sopravvalutato. Aspettiamo la seconda stagione per vedere come va.
L'anime tratta molte tematiche della società odierna e problemi adolescenziali (droga, amore, ambizioni, rivalità, solitudine, sesso, pregiudizi, repressione...), ma ciò che rende unico l'anime è la presenza degli istinti animali, come le capre che mangiano i fogli, i canidi che scodinzolano e l'istinto predatore dei carnivori.
Il personaggio principale Legoshi è un lupo grigio e fa parte dei carnivori, visto male per la sua specie di appartenenza e il concetto globale che persiste in questo mondo "i carnivori minacciano la tranquillità degli erbivori". Legoshi man mano che la trama progredisce dovrà affrontare molte problematiche a scuola, inserimento nella società dei grandi, un amore proibito e i suoi istinti da predatore. L'anime è realizzato in grafica CGI e con alcune scene in pastello, molti anime in CGI sono pessimi ma "Beastars" no: anche se alcuni movimenti sembrano troppo forzati. Anime che merita tutta la sua fama.
Pro:
-Grafica spettacolare.
-OST carine
-Raffigurazione dei problemi umani attraverso animali.
-Ambientazione veramente ben definita.
-Character design lodevole.
-Storia abbastanza dark.
Contro:
-Alcuni movimenti troppo forzati.
-Assenza di un background totale o non approfondito di quasi tutti i personaggi.
-Alcuni personaggi tralasciati.
-Troppo sopravvalutato dalla maggior parte della utenza.
-Ricorda assai Zootropolis.
Voto: 7,5/10
Anime abbastanza carino, assolutamente da vedere! Anche se penso sia un po' troppo sopravvalutato. Aspettiamo la seconda stagione per vedere come va.
Consigliare un prodotto di animazione giapponese in CGi è sempre una missione piuttosto complessa: da un lato abbiamo opere che, grazie a studi competenti e budget stratosferici, ne fanno un uso oculato e fantasioso, con esempi lampanti come le varie iterazioni seriali e non di “Ghost in the Shell”, il più recente “Promare” o molti robotici dell’ultimo ventennio (“Mobile Suit GUNDAM – Unicorn” rappresenta ancora un traguardo quasi mai raggiunto da altri prodotti dello stesso genere); d’altra parte CGi è ad oggi anche e soprattutto sinonimo di mezzo per risparmiare tempo, soldi e forza lavoro, con risultati orribili tendenti all’inguardabile (presumo che stiamo tutti pensando a “Berserk [2016]” in questo momento) che tradiscono la natura low-budget dei prodotti che ne fanno uso e contribuiscono ad affossare la popolarità della tecnica. Dopo questa lunga premessa, direi di presentare in nostri salvatori nonché future promesse dell’animazione orientale: Studio ORANGE, che si è preso la briga di adattare su pellicola (si fa per dire) il manga “Beastars” del 2016 di Paru Itagaki col supporto produttivo di un colosso come NETFLIX (su cui si può reperire la serie doppiata e/o sottotitolata in italiano). Ebbene sì, prima di passare a cose più importanti avrete ormai capito che l’anime è per il 95% del tempo animato tramite l’uso della Computer Grafica, ma c’è poco da temere, poiché Studio ORANGE si è già fatto le ossa qualche anno fa con “Land of Lustrous”, con risultati ammirevoli e qui per nostra fortuna replicati, ma ne parleremo più diffusamente a breve.
Le premesse di questo “Beastars” sono decisamente intriganti: la sensazione è quella di trovarsi di fronte a uno “Zootropolis” per adulti, complice anche l’ottimo worldbuilding che, pezzo per pezzo, ci svela tutte le contraddizioni e le problematiche di un mondo diviso eticamente e socialmente tra carnivori ed erbivori antropomorfi con tutte le complicazioni che ne seguono, quali sospetti, pregiudizi e soppressione degli istinti da parte di entrambi. Diversamente da molte opere che prendono in prestito animali parlanti e amenità simili, “Beastars” costruisce tutto il suo dramma sulle dinamiche delle differenze inter-specie, coi tratti caratteriali dei vari attori modellati sulle caratteristiche dell’animale del quale rivestono il ruolo; proprio da questo contesto promettente prende le mosse la vicenda personale del giovane lupo grigio Legoshi, tecnico delle luci del club di teatro dell’Istituto Cherryton e follemente innamorato della coniglietta nana Haru, ma dilaniato dal proprio istinto animale che la percepisce come una semplice preda. Sebbene possa dare l’idea di una storia leggera o addirittura comica la serie trasporta un peso emotivo non indifferente e -anche grazie a una trama lineare semplice ma solida- riesce a caratterizzare alla perfezione quasi tutti i personaggi: il timido Legoshi è occupato a sopprimere i propri istinti di cacciatore, il cervo Rouis buca la scena più volte grazie al suo enorme carisma ricoprendo tanto il ruolo di antagonista quanto di insostituibile contraltare per il nostro, e ultima ma non ultima Haru riesce a farsi tanto amare quanto odiare per le motivazioni dietro il suo particolare atteggiamento. Il peso dato agli istinti naturali e limitazioni fisiche dei singoli è lodevole e conferisce un pathos che sarebbe difficilmente pensabile in un contesto di personaggi umani; è quasi ironico come una serie trainata da animali riesca a essere molto più umana e realistica nei rapporti inter-personali di moltissimi altri teen-drama (un traguardo non da poco). Un plauso va soprattutto fatto alla storia d’amore tra il lupo e la coniglietta, sinceramente tenera e mai forzata, che regala grandi emozioni e più di qualche sorriso (per fare un esempio la chiacchierata tra i due in mensa, tanto angosciante quanto esilarante per le ovvie differenze tra i due). Sebbene il cast brilli come una stella non è esente da alcune critiche, principalmente legate alla natura breve della serie, come alcuni personaggi secondari appena accennati e che scompaiono praticamente subito (molto probabilmente avranno un ruolo nella seconda stagione, come la gallina Legom) e sporadici discorsi che paiono un po’ campati per aria quasi di sicuro per via di tagli alla materia d’origine.
È bene fare presente che tutto questo ben di Dio contenutistico non avrebbe minimamente lo stesso impatto se non fosse per l’ottimo lavoro fatto da Studio ORANGE e dal regista Shinichi Matsumi, qui alla sua opera prima. “Beastars” è visivamente piacevole? Sì, la risposta è un convintissimo sì, anzi probabilmente l’adattamento non sarebbe uscito ugualmente bene se fosse stato fatto con animazione tradizionale. Il cell-shading utilizzato è fantastico e dona vita ai modelli dei corpi, permettendo di creare piccoli dettagli per ognuno che li caratterizzano e li rendono credibili (ferite, tick, dettagli dei vestiti); stupisce ancora di più il lavoro svolto sul linguaggio del corpo di personaggi in primo e in secondo piano realistico sia per quanto riguarda il lato umano o animale (scodinzolii, gesti, movimento e texture del pelo, piccole smorfie non a caso evidenziati dalle inquadrature, così come pesantezza di corpi e movimenti), piccoli dettagli che contribuiscono a dare carattere e credibilità a un mondo fittizio inaspettatamente credibile. La qualità tecnica è squisita, certo, ma che dire della regia? Le tecniche volute da Matsumi hanno un gusto tanto cinematografico quanto sorprendente, frequenti sono close-up su piccoli dettagli notevoli, primi piani, split-screen dinamici a profusione, tutte strategie di montaggio che donano un piglio mai banale a tutta l’opera. Dosate con maestria sono anche le tecniche di animazione alternativa, tra i momenti più alti di tutta la produzione, come la fenomenale, fenomenale sigla in stop-motion e il viaggio nella mente di Haru all’inizio dell’episodio 7 interamente disegnato a pastell. Nonostante alcuni scivoloni in corso d’opera che risultano in scene troppo esagerate o poco credibili, per la maggior parte la visione si muove su binari ottimi, magistralmente accompagnati da una colonna sonora jazz che fa la sua porca figura sia nei momenti rilassati che in quelli più concitati.
Insomma, “Beastars” intrattiene e intrattiene veramente alla grande, ed è una vera montagna russa emotiva per lo spettatore. Studio ORANGE riesce a mettere a tacere tutti i pregiudizi legati a una produzione tanto particolare, rendendo la sua creatura nonostante i difetti una piccola gemma, di quelle che riescono nell’ingrata opera di ricordare al pubblico (o quantomeno al sottoscritto) le potenzialità dell’animazione giapponese. Attendo spasmodicamente la seconda stagione, nella speranza che eguagli o superi questa.
Le premesse di questo “Beastars” sono decisamente intriganti: la sensazione è quella di trovarsi di fronte a uno “Zootropolis” per adulti, complice anche l’ottimo worldbuilding che, pezzo per pezzo, ci svela tutte le contraddizioni e le problematiche di un mondo diviso eticamente e socialmente tra carnivori ed erbivori antropomorfi con tutte le complicazioni che ne seguono, quali sospetti, pregiudizi e soppressione degli istinti da parte di entrambi. Diversamente da molte opere che prendono in prestito animali parlanti e amenità simili, “Beastars” costruisce tutto il suo dramma sulle dinamiche delle differenze inter-specie, coi tratti caratteriali dei vari attori modellati sulle caratteristiche dell’animale del quale rivestono il ruolo; proprio da questo contesto promettente prende le mosse la vicenda personale del giovane lupo grigio Legoshi, tecnico delle luci del club di teatro dell’Istituto Cherryton e follemente innamorato della coniglietta nana Haru, ma dilaniato dal proprio istinto animale che la percepisce come una semplice preda. Sebbene possa dare l’idea di una storia leggera o addirittura comica la serie trasporta un peso emotivo non indifferente e -anche grazie a una trama lineare semplice ma solida- riesce a caratterizzare alla perfezione quasi tutti i personaggi: il timido Legoshi è occupato a sopprimere i propri istinti di cacciatore, il cervo Rouis buca la scena più volte grazie al suo enorme carisma ricoprendo tanto il ruolo di antagonista quanto di insostituibile contraltare per il nostro, e ultima ma non ultima Haru riesce a farsi tanto amare quanto odiare per le motivazioni dietro il suo particolare atteggiamento. Il peso dato agli istinti naturali e limitazioni fisiche dei singoli è lodevole e conferisce un pathos che sarebbe difficilmente pensabile in un contesto di personaggi umani; è quasi ironico come una serie trainata da animali riesca a essere molto più umana e realistica nei rapporti inter-personali di moltissimi altri teen-drama (un traguardo non da poco). Un plauso va soprattutto fatto alla storia d’amore tra il lupo e la coniglietta, sinceramente tenera e mai forzata, che regala grandi emozioni e più di qualche sorriso (per fare un esempio la chiacchierata tra i due in mensa, tanto angosciante quanto esilarante per le ovvie differenze tra i due). Sebbene il cast brilli come una stella non è esente da alcune critiche, principalmente legate alla natura breve della serie, come alcuni personaggi secondari appena accennati e che scompaiono praticamente subito (molto probabilmente avranno un ruolo nella seconda stagione, come la gallina Legom) e sporadici discorsi che paiono un po’ campati per aria quasi di sicuro per via di tagli alla materia d’origine.
È bene fare presente che tutto questo ben di Dio contenutistico non avrebbe minimamente lo stesso impatto se non fosse per l’ottimo lavoro fatto da Studio ORANGE e dal regista Shinichi Matsumi, qui alla sua opera prima. “Beastars” è visivamente piacevole? Sì, la risposta è un convintissimo sì, anzi probabilmente l’adattamento non sarebbe uscito ugualmente bene se fosse stato fatto con animazione tradizionale. Il cell-shading utilizzato è fantastico e dona vita ai modelli dei corpi, permettendo di creare piccoli dettagli per ognuno che li caratterizzano e li rendono credibili (ferite, tick, dettagli dei vestiti); stupisce ancora di più il lavoro svolto sul linguaggio del corpo di personaggi in primo e in secondo piano realistico sia per quanto riguarda il lato umano o animale (scodinzolii, gesti, movimento e texture del pelo, piccole smorfie non a caso evidenziati dalle inquadrature, così come pesantezza di corpi e movimenti), piccoli dettagli che contribuiscono a dare carattere e credibilità a un mondo fittizio inaspettatamente credibile. La qualità tecnica è squisita, certo, ma che dire della regia? Le tecniche volute da Matsumi hanno un gusto tanto cinematografico quanto sorprendente, frequenti sono close-up su piccoli dettagli notevoli, primi piani, split-screen dinamici a profusione, tutte strategie di montaggio che donano un piglio mai banale a tutta l’opera. Dosate con maestria sono anche le tecniche di animazione alternativa, tra i momenti più alti di tutta la produzione, come la fenomenale, fenomenale sigla in stop-motion e il viaggio nella mente di Haru all’inizio dell’episodio 7 interamente disegnato a pastell. Nonostante alcuni scivoloni in corso d’opera che risultano in scene troppo esagerate o poco credibili, per la maggior parte la visione si muove su binari ottimi, magistralmente accompagnati da una colonna sonora jazz che fa la sua porca figura sia nei momenti rilassati che in quelli più concitati.
Insomma, “Beastars” intrattiene e intrattiene veramente alla grande, ed è una vera montagna russa emotiva per lo spettatore. Studio ORANGE riesce a mettere a tacere tutti i pregiudizi legati a una produzione tanto particolare, rendendo la sua creatura nonostante i difetti una piccola gemma, di quelle che riescono nell’ingrata opera di ricordare al pubblico (o quantomeno al sottoscritto) le potenzialità dell’animazione giapponese. Attendo spasmodicamente la seconda stagione, nella speranza che eguagli o superi questa.
Premessa super interessante, sebbene certamente non nuova, però dal momento che non stiamo parlando di un prodotto Disney, pensavo che non mi sarei trovato davanti ad uno "Zootropolis" versione anime.
L'opera parte benissimo: l'intro è un brevissimo capolavoro, stop motion e sigla fantastiche. Le buone sensazioni proseguono per buona parte degli episodi.
Sono tanti i problemi sociali, più che mai attuali, che vengono toccati, alcuni approfonditi più o meglio di altri, come la discriminazione o la xenofobia in generale, in chiave animalesca semplificando il tutto nelle due categorie degli erbivori e dei carnivori.
Sensazioni piacevoli derivano anche dalla caratterizzazione dei protagonisti, che consente di percepire pregi e difetti e la ragione di alcune scelte e comportamenti.
Ciononostante la serie appare un po' frettolosa probabilmente dovuta allo spazio stretto (sebbene non così tanto in verità) dei 12 episodi. Ad un certo punto il problema: la ridondanza. Molte situazioni e dialoghi si ripetono, lasciando un sapore di insoddisfazione che rimane invariato e si acuisce una volta raggiunto il finale.
Finale che getta chiaramente l'amo per la prossima stagione, nei confronti della quale le aspettative sono sicuramente più alte, ma allo stesso tempo l'hype notevolmente inferiore rispetto a questa prima stagione.
L'opera parte benissimo: l'intro è un brevissimo capolavoro, stop motion e sigla fantastiche. Le buone sensazioni proseguono per buona parte degli episodi.
Sono tanti i problemi sociali, più che mai attuali, che vengono toccati, alcuni approfonditi più o meglio di altri, come la discriminazione o la xenofobia in generale, in chiave animalesca semplificando il tutto nelle due categorie degli erbivori e dei carnivori.
Sensazioni piacevoli derivano anche dalla caratterizzazione dei protagonisti, che consente di percepire pregi e difetti e la ragione di alcune scelte e comportamenti.
Ciononostante la serie appare un po' frettolosa probabilmente dovuta allo spazio stretto (sebbene non così tanto in verità) dei 12 episodi. Ad un certo punto il problema: la ridondanza. Molte situazioni e dialoghi si ripetono, lasciando un sapore di insoddisfazione che rimane invariato e si acuisce una volta raggiunto il finale.
Finale che getta chiaramente l'amo per la prossima stagione, nei confronti della quale le aspettative sono sicuramente più alte, ma allo stesso tempo l'hype notevolmente inferiore rispetto a questa prima stagione.
Questo anime è ambientato in un mondo di animali suddivisi tra carnivori e erbivori. Legosi, il protagonista lupo, fa parte del gruppo di teatro della propria scuola. Un giorno mentre si trova fuori dalla struttura in via notturna, vede passare questa piccola coniglietta di nome Haru, preso dall'istinto predatorio dei carnivori tenterà di mangiarla. Nel susseguirsi degli episodi potremo vedere sia come mai Haru è stata isolata e come mai Legosi, nonostante il suo istinto animale, non accetti la sua natura e tenti di combatterla.
Inizialmente ero molto incerto sulle animazioni, ci ho messo un po' ad abituarmi a vederle perché sono veramente particolari. Ottima prima season che annuncia una seconda. Propone cose molto interessanti come la natura degli animali e alcune sfumature sentimentali molti particolari. La storia è molto bella e intrattiene molto bene. Non contiene molte parti morte per questo ha una scorrevolezza abbastanza costante. Tutto basato sugli istinti animali che in questo complesso scolastico mostra la convivenza tra le due parti. Unica pecca, le musiche di accompagnamento, nonostante siano belle, non si addicono granché. Consigliato nel complesso! Una delle sorprese di questa stagione invernale.
Inizialmente ero molto incerto sulle animazioni, ci ho messo un po' ad abituarmi a vederle perché sono veramente particolari. Ottima prima season che annuncia una seconda. Propone cose molto interessanti come la natura degli animali e alcune sfumature sentimentali molti particolari. La storia è molto bella e intrattiene molto bene. Non contiene molte parti morte per questo ha una scorrevolezza abbastanza costante. Tutto basato sugli istinti animali che in questo complesso scolastico mostra la convivenza tra le due parti. Unica pecca, le musiche di accompagnamento, nonostante siano belle, non si addicono granché. Consigliato nel complesso! Una delle sorprese di questa stagione invernale.
Mentirei se dicessi che quando sento parlare di CGI non parto prevenuta immaginando i peggiori scenari possibili e immagino che questo non riguardi soltanto me. Le animazioni tradizionali stanno venendo lentamente abbandonate in favore della CGI, dato che quest'ultima permette di risparmiare molto tempo durante la fase di produzione e richiede anche un minor numero di animatori. Non dover ricreare ogni volta un'immagine da zero è sicuramente utile, tuttavia, il risultato finale spesso non è dei migliori, specie se paragonato ai disegni tradizionali. A volte queste scene possono costituire un valore aggiunto come nel caso dei mostri di "Ajin", ma spesso creano molto contrasto a causa soprattutto dei movimenti "legnosi", come nel caso di "Berserk" o degli altri personaggi del già citato "Ajin" in cui la "compattezza" dei modelli in 3D li rende delle bambole con capelli di cemento. Fortunatamente non tutte le serie ricevono questo trattamento. Infatti, quando fu annunciato "Beastars", il termine CGI passò subito in secondo piano in favore della presenza dello studio Orange, già lodato in precedenza per la cura che riservò alla serie "Houseki no Kuni". Ovviamente stiamo parlando di una CGI neanche lontanamente paragonabile a quella che siamo soliti vedere nei film della Disney o della Dreamworks, tuttavia, la differenza rispetto agli altri studi di animazione giapponese è notevole. In particolare, il risultato ottenuto in "Beastars" è addirittura migliore di quello del già citato "Houseki no Kuni". Non a caso, la serie si è recentemente aggiudicata il premio di miglior anime in computer grafica del 2019.
In questo caso, la storia prende piede in un mondo simile al nostro, ma abitato da una forma più evoluta e civilizzata degli animali che già conosciamo. La loro postura eretta ricorda in parte quella umana, tuttavia, ognuno di loro ma niente le proprie caratteristiche distintive originarie, come per esempio i denti da carnivoro, il colore del pelo e le corna. Inoltre, al di là dell'aspetto fisico, ogni animale mantiene anche i suoi istinti. Infatti, nonostante l'elevato livello di civilizzazione, talvolta può capitare che gli istinti primordiali prendano il sopravvento, dando luogo a casi di predazione come quello recentemente avvenuto in una scuola superiore in cui un Alpaca di nome Tem è stato ucciso all'interno dell'istituto, il che lascia intendere che il colpevole è molto probabilmente uno degli studenti. Questo fatto ha contribuito a rendere ancora più alto il muro che separa le due categorie di animali, spingendo gli erbivori ad evitare e dubitare in qualsiasi momento delle intenzioni dei loro compagni carnivori. Detto questo, la serie non si concentra solo sulle interazioni tra queste due categorie, ma anche sui rapporti sentimentali di alcuni studenti. Il protagonista di questa serie, infatti, è un lupo silenzioso di nome Legoshi che viene evitato da molti animali a causa del suo aspetto spaventoso. Lo studente in questione, ha un po' di problemi a controllare i suoi istinti da carnivoro, ma superata questa fase si innamorerà di un erbivoro e farà di tutto per proteggerla, anche a costo della sua stessa vita. Da questo punto in poi, infatti, la serie si concentra molto sul rapporto tra questi due personaggi, amalgamandolo bene con i problemi derivanti dall'interazione tra le loro specie. La storia di fatto prenderà una piega romantica molto simile alle storie d'amore per adolescenti che vedono come protagonisti una ragazza e il vampiro tormentato che fa di tutto per proteggerla.
La storia si concentra su quattro protagonisti molti diversi tra loro, ma quasi mai stereotipati o esagerati. Ho voluto aggiungere quel quasi perchè purtroppo l'eccezione è la coniglietta nana di nome Haru. Quest'ultima ha un carattere molto forte, ma allo stesso tempo fragile in determinate situazioni e le giustificazioni da lei utilizzate in questi casi sembrano spesso campate in aria. Questa impressione purtroppo va via via aumentando con l'avanzare degli episodi, specialmente verso la fine in cui diventano veramente esagerate. Gli altri personaggi fortunatamente mantengono una loro coerenza. Legoshi è un personaggio che fa paura non solo per il suo aspetto, ma anche perchè è troppo riflessivo e questa sua continua abitudine di fermarsi a riflettere e fissare il vuoto spesso dà l'impressione sbagliata alle persone che gli stanno attorno. Louis, invece, è un cervo con le idee chiare e per questo molto determinato e sempre pronto a passare ai fatti. Non a caso è il prossimo candidato per il titolo di Beastars, una carica di prestigio che viene riconosciuta a pochissimi animali.
La serie è molto interessante e a tratti anche divertente grazie ad alcune stramberie di Legoshi e alle reazioni del suo amico Jack. Oltre a questo, però, l'anime è molto bello anche esteticamente proprio grazie alle animazioni in 3D di cui parlavo inizialmente. Sia i personaggi che l'ambiente attorno a loro sono molto curati. Hanno colori accesi e molte ombre che li rendono molto simili a dei disegni fatti a mano. Inoltre, anche i loro movimenti sono molto dettagliati, specialmente le loro espressioni del viso. Finora credo di non aver mai visto un tale livello di precisione in un anime giapponese. Le figure in 3D possono essere modellate a proprio piacimento, ma solitamente i movimenti che vengono impartiti ai personaggi sono molto limitati, spesso riguardano addirittura solo le articolazioni principali. Una delle poche scene che mi hanno fatto storcere il naso è l'introduzione presente nel primo episodio in cui la caduta di Tem sembra effettivamente un po' strana, ma a parte questo non ci si rende nemmeno conto di essere di fronte ad un anime realizzato esclusivamente in CG, il che significa che è stato fatto un buon lavoro. Personalmente non potevo chiedere di meglio e non credo che sarebbe stato possibile fare altrimenti, perchè da quello che si dice sembra che ormai siano veramente pochi gli animatori in grado di rappresentare decentemente i movimenti degli animali.
Animazioni a parte, un'altra nota di merito va alla sigla di apertura unica nel suo genere composta da un'ottima performance sonora della band "Ali" e da un video realizzato quasi unicamente in stop motion. A mio parere si tratta di una delle opening più belle della stagione corrente.
Ciò che penalizza "Beastars" è sicuramente il comportamento un po' discutibile di Haru che nel mio caso non mi ha consentito di godermi appieno la serie, tuttavia, resta un anime molto godibile che consiglierei anche solo per dimostrare che esistono ottime serie realizzate in CG. Nonostante sia stato già annunciato un seguito, la serie al momento conta solo dodici episodi, tuttavia, il manga è molto più avanti ed è edito in Italia da Planet Manga, quindi, non è impossibile recuperare il seguito se qualcuno è curioso di scoprire come si evolve la storia.
In questo caso, la storia prende piede in un mondo simile al nostro, ma abitato da una forma più evoluta e civilizzata degli animali che già conosciamo. La loro postura eretta ricorda in parte quella umana, tuttavia, ognuno di loro ma niente le proprie caratteristiche distintive originarie, come per esempio i denti da carnivoro, il colore del pelo e le corna. Inoltre, al di là dell'aspetto fisico, ogni animale mantiene anche i suoi istinti. Infatti, nonostante l'elevato livello di civilizzazione, talvolta può capitare che gli istinti primordiali prendano il sopravvento, dando luogo a casi di predazione come quello recentemente avvenuto in una scuola superiore in cui un Alpaca di nome Tem è stato ucciso all'interno dell'istituto, il che lascia intendere che il colpevole è molto probabilmente uno degli studenti. Questo fatto ha contribuito a rendere ancora più alto il muro che separa le due categorie di animali, spingendo gli erbivori ad evitare e dubitare in qualsiasi momento delle intenzioni dei loro compagni carnivori. Detto questo, la serie non si concentra solo sulle interazioni tra queste due categorie, ma anche sui rapporti sentimentali di alcuni studenti. Il protagonista di questa serie, infatti, è un lupo silenzioso di nome Legoshi che viene evitato da molti animali a causa del suo aspetto spaventoso. Lo studente in questione, ha un po' di problemi a controllare i suoi istinti da carnivoro, ma superata questa fase si innamorerà di un erbivoro e farà di tutto per proteggerla, anche a costo della sua stessa vita. Da questo punto in poi, infatti, la serie si concentra molto sul rapporto tra questi due personaggi, amalgamandolo bene con i problemi derivanti dall'interazione tra le loro specie. La storia di fatto prenderà una piega romantica molto simile alle storie d'amore per adolescenti che vedono come protagonisti una ragazza e il vampiro tormentato che fa di tutto per proteggerla.
La storia si concentra su quattro protagonisti molti diversi tra loro, ma quasi mai stereotipati o esagerati. Ho voluto aggiungere quel quasi perchè purtroppo l'eccezione è la coniglietta nana di nome Haru. Quest'ultima ha un carattere molto forte, ma allo stesso tempo fragile in determinate situazioni e le giustificazioni da lei utilizzate in questi casi sembrano spesso campate in aria. Questa impressione purtroppo va via via aumentando con l'avanzare degli episodi, specialmente verso la fine in cui diventano veramente esagerate. Gli altri personaggi fortunatamente mantengono una loro coerenza. Legoshi è un personaggio che fa paura non solo per il suo aspetto, ma anche perchè è troppo riflessivo e questa sua continua abitudine di fermarsi a riflettere e fissare il vuoto spesso dà l'impressione sbagliata alle persone che gli stanno attorno. Louis, invece, è un cervo con le idee chiare e per questo molto determinato e sempre pronto a passare ai fatti. Non a caso è il prossimo candidato per il titolo di Beastars, una carica di prestigio che viene riconosciuta a pochissimi animali.
La serie è molto interessante e a tratti anche divertente grazie ad alcune stramberie di Legoshi e alle reazioni del suo amico Jack. Oltre a questo, però, l'anime è molto bello anche esteticamente proprio grazie alle animazioni in 3D di cui parlavo inizialmente. Sia i personaggi che l'ambiente attorno a loro sono molto curati. Hanno colori accesi e molte ombre che li rendono molto simili a dei disegni fatti a mano. Inoltre, anche i loro movimenti sono molto dettagliati, specialmente le loro espressioni del viso. Finora credo di non aver mai visto un tale livello di precisione in un anime giapponese. Le figure in 3D possono essere modellate a proprio piacimento, ma solitamente i movimenti che vengono impartiti ai personaggi sono molto limitati, spesso riguardano addirittura solo le articolazioni principali. Una delle poche scene che mi hanno fatto storcere il naso è l'introduzione presente nel primo episodio in cui la caduta di Tem sembra effettivamente un po' strana, ma a parte questo non ci si rende nemmeno conto di essere di fronte ad un anime realizzato esclusivamente in CG, il che significa che è stato fatto un buon lavoro. Personalmente non potevo chiedere di meglio e non credo che sarebbe stato possibile fare altrimenti, perchè da quello che si dice sembra che ormai siano veramente pochi gli animatori in grado di rappresentare decentemente i movimenti degli animali.
Animazioni a parte, un'altra nota di merito va alla sigla di apertura unica nel suo genere composta da un'ottima performance sonora della band "Ali" e da un video realizzato quasi unicamente in stop motion. A mio parere si tratta di una delle opening più belle della stagione corrente.
Ciò che penalizza "Beastars" è sicuramente il comportamento un po' discutibile di Haru che nel mio caso non mi ha consentito di godermi appieno la serie, tuttavia, resta un anime molto godibile che consiglierei anche solo per dimostrare che esistono ottime serie realizzate in CG. Nonostante sia stato già annunciato un seguito, la serie al momento conta solo dodici episodi, tuttavia, il manga è molto più avanti ed è edito in Italia da Planet Manga, quindi, non è impossibile recuperare il seguito se qualcuno è curioso di scoprire come si evolve la storia.