Il gatto con gli stivali in giro per il mondo
Ultimo capitolo della trilogia che la Toei ha dedicato alla sua mascotte, questo film è datato 1976 ed è secondo me il migliore della serie. Lasciato indietro il mondo delle favole (primo capitolo) e il western (secondo capitolo), ci troviamo in un Paese non meglio specificato nel 1880 e troviamo lo stimolo di uno dei grandi libri di Julius Verne: il giro del mondo in ottanta giorni... meravigliosamente sviluppato e trasformato per diventare un successo in video.
La trama penso la conosciate tutti: in questo caso il gatto Pero scommette con Lord Porcon di riuscire nell’impresa di fare il giro del mondo in ottanta giorni: se vince, otterrà la ricchezza del suo rivale, se perde, rinuncerà alla sua libertà per diventarne schiavo.
Non vado oltre con la trama.
Il film è una gioia per gli occhi, e la trilogia migliora di episodio in episodio, ma purtroppo in quest’ultimo episodio c’è un elemento che mi rincresce: i nomi vengono italianizzati! Quindi, a iniziare dal protagonista (non più Pero ma Biagio), troveremo solo personaggi con i nomi nella nostra lingua.
Altre differenze con i precedenti film? In questo episodio i personaggi sono tutti animali e non ci sono esseri umani.
Terza e ultima differenza? Se il primo episodio si era ispirato ai capolavori Disney, e dunque c’erano canzoni, in questo episodio non ne troverete neanche mezza, ma ciò non danneggia minimamente lo sviluppo della storia, anzi!
La trama penso la conosciate tutti: in questo caso il gatto Pero scommette con Lord Porcon di riuscire nell’impresa di fare il giro del mondo in ottanta giorni: se vince, otterrà la ricchezza del suo rivale, se perde, rinuncerà alla sua libertà per diventarne schiavo.
Non vado oltre con la trama.
Il film è una gioia per gli occhi, e la trilogia migliora di episodio in episodio, ma purtroppo in quest’ultimo episodio c’è un elemento che mi rincresce: i nomi vengono italianizzati! Quindi, a iniziare dal protagonista (non più Pero ma Biagio), troveremo solo personaggi con i nomi nella nostra lingua.
Altre differenze con i precedenti film? In questo episodio i personaggi sono tutti animali e non ci sono esseri umani.
Terza e ultima differenza? Se il primo episodio si era ispirato ai capolavori Disney, e dunque c’erano canzoni, in questo episodio non ne troverete neanche mezza, ma ciò non danneggia minimamente lo sviluppo della storia, anzi!
Pero (alias Biagio), eroico gatto dal cuore d'oro, conduce ormai una vita tranquilla come cuoco in un ristorante, insieme a una nuova famiglia di topi, sempre presenti nelle sue avventure, e al bonario amico Teodoro. A guastare l'armonia ci pensa però il tronfio Lord Porkon, un ricco e prepotente suino che vuole fare valere sempre le sue ragioni, anche in merito alla notizia del momento, ovvero l'apertura del canale di Suez che permette di compiere il giro del mondo in molto meno tempo. Lord Porkon si mostra scettico in merito e Pero per rispondere a tono alla sua arroganza, dopo averlo innervosito per bene, sostiene di potere compiere l'impresa in soli 80 giorni. Di fronte a un'affermazione tanto forte l'affarista senza scrupoli gli propone una scommessa, mettendo in gioco tutta la sua fortuna contro la libertà di Pero. Il gatto non ci pensa due volte e accettando comincia il suo girovagare insieme ai suoi fidati amici, sfuggendo nel frattempo a insidiose macchinazioni, messi in atto da Porkon, e ai tre storici e instancabili Gattolieri, che anni fa gli vennero messi alle calcagna dal re dei gatti per avere stretto disonoratamente una fratellanza con i topi.
Questo fu il terzo e ultimo lavoro della Toei con protagonista il leggendario gatto Pero, simbolo della casa stessa. Tra tutte, questa serie è quella a cui mi sento maggiormente legato, essendo stata, durante la mia infanzia, la più facile da reperire, contrariamente alla prima avventura, recuperata solo grazie al meticoloso lavoro della scomparsa Art of Grace, e al secondo capitolo, visto fortuitamente solo un paio di volte in tv sui canali locali.
Contrariamente al passato, dove Pero e il clan topesco di turno erano gli unici animali parlanti, in questa nuova sfida vediamo per la prima volta l gatto in un'ambientazione costituita da soli animali antropomorfi, e l'ambientazione risulta generalmente più spensierata. Nel primo capitolo infatti Pero doveva sfidare il perfido (e trasformista) Re Lucifero nel suo tetro castello; nel secondo capitolo addirittura veniva sottolineata la morte grazie a un legame familiare con la classica damigella indifesa del selvaggio West, terra dove oltretutto la prepotenza e le pallottole finali, come da copione, non negavano le loro vittime. In questa versione liberamente ispirata al romanzo di Jules Verne, invece, tutto è più scanzonato e la cosa più spaventosa è la brutta faccia di Lord Porkon quando è arrabbiato.
Insomma, il terzo è un capitolo con una rispettata atmosfera avventurosa ma più leggera. Ciò non significa che sia un prodotto meno curato: forte dell'essere l'ultimo capitolo risulta il più gradevole dal punto di vista grafico. Il problema e che a causa dei cambiamenti potrebbe attirare un pubblico meno vasto. Dispiace inoltre che gli autori non abbiano approfondito maggiormente le località visitate dalla banda di animali, anche solo di sfuggita. Noi comunque non possiamo rammaricarci troppo visto che il canal grande di Venezia e la torre di Pisa, seppur di passaggio, sono comparse.
Pensandoci bene oggi, le affermazioni di Pero alla fine dell'anime potrebbero suonare in effetti come un addio, anche se in passato pochi di noi se ne potrebbero essere pienamente resi conto. Rimane infatti il dubbio del perché si siano interrotte le sue amate avventure che, anche se più costose di una produzione normale, potevano tranquillamente uscire a buona distanza di tempo. E' pur vero che risultava bizzarro il lasso temporale intercorso tra il primo cavalleresco capitolo e i seguiti ottocenteschi, ma gli spunti per le trame, favola-film-romanzo, non avevano alcun nesso, quindi di nuove valide fonti ispiratrici se ne potevano trovare ancora a iosa. Oggi un'ultima grande produzione senza troppa tecnologia (tipo Ponyo) sarebbe un vero sogno, magari, volendo sognare, con un'ambientazione spaziale, in un mix tra Spazio-1999 e 1982 di Orwell, con il ritorno degli umani e dei momenti tristi.
Fantasticherie a parte, posso concludere solo dicendovi che vale davvero la pena recuperare la trilogia, localizzazioni italiote comprese.
Questo fu il terzo e ultimo lavoro della Toei con protagonista il leggendario gatto Pero, simbolo della casa stessa. Tra tutte, questa serie è quella a cui mi sento maggiormente legato, essendo stata, durante la mia infanzia, la più facile da reperire, contrariamente alla prima avventura, recuperata solo grazie al meticoloso lavoro della scomparsa Art of Grace, e al secondo capitolo, visto fortuitamente solo un paio di volte in tv sui canali locali.
Contrariamente al passato, dove Pero e il clan topesco di turno erano gli unici animali parlanti, in questa nuova sfida vediamo per la prima volta l gatto in un'ambientazione costituita da soli animali antropomorfi, e l'ambientazione risulta generalmente più spensierata. Nel primo capitolo infatti Pero doveva sfidare il perfido (e trasformista) Re Lucifero nel suo tetro castello; nel secondo capitolo addirittura veniva sottolineata la morte grazie a un legame familiare con la classica damigella indifesa del selvaggio West, terra dove oltretutto la prepotenza e le pallottole finali, come da copione, non negavano le loro vittime. In questa versione liberamente ispirata al romanzo di Jules Verne, invece, tutto è più scanzonato e la cosa più spaventosa è la brutta faccia di Lord Porkon quando è arrabbiato.
Insomma, il terzo è un capitolo con una rispettata atmosfera avventurosa ma più leggera. Ciò non significa che sia un prodotto meno curato: forte dell'essere l'ultimo capitolo risulta il più gradevole dal punto di vista grafico. Il problema e che a causa dei cambiamenti potrebbe attirare un pubblico meno vasto. Dispiace inoltre che gli autori non abbiano approfondito maggiormente le località visitate dalla banda di animali, anche solo di sfuggita. Noi comunque non possiamo rammaricarci troppo visto che il canal grande di Venezia e la torre di Pisa, seppur di passaggio, sono comparse.
Pensandoci bene oggi, le affermazioni di Pero alla fine dell'anime potrebbero suonare in effetti come un addio, anche se in passato pochi di noi se ne potrebbero essere pienamente resi conto. Rimane infatti il dubbio del perché si siano interrotte le sue amate avventure che, anche se più costose di una produzione normale, potevano tranquillamente uscire a buona distanza di tempo. E' pur vero che risultava bizzarro il lasso temporale intercorso tra il primo cavalleresco capitolo e i seguiti ottocenteschi, ma gli spunti per le trame, favola-film-romanzo, non avevano alcun nesso, quindi di nuove valide fonti ispiratrici se ne potevano trovare ancora a iosa. Oggi un'ultima grande produzione senza troppa tecnologia (tipo Ponyo) sarebbe un vero sogno, magari, volendo sognare, con un'ambientazione spaziale, in un mix tra Spazio-1999 e 1982 di Orwell, con il ritorno degli umani e dei momenti tristi.
Fantasticherie a parte, posso concludere solo dicendovi che vale davvero la pena recuperare la trilogia, localizzazioni italiote comprese.