Koi sento
"Koi Sento" è un OAV di 25 minuti, realizzato dallo studio Sunrise.
La storia è semplice, ma abbastanza carina per quello che mostra nella breve durata. La vicenda è ambientata nel futuro, nel 2710, e la capitale del Giappone è diventata Nara. In questa città si mescolano il presente (ovvero il futuro) e il passato del Giappone. Infatti la città è diventata una grande località turistica, piena di elementi culturali e religiosi, quali statue di Buddha, demoni, deva e quant'altro. Mascotte o icona di questa città è una bellissima ragazza, che ogni giorno partecipa a una parata per intrattenere i turisti.
Protagonista della storia è Shinichi, un liceale in gita, che dopo essersi fatto rubare lo zaino da un cervo, incontra la ragazza in fuga da alcuni loschi individui, e che si presenta a lui con il nome di Toto.
La breve durata dell'OAV non permette una narrazione molto articolata, e molte cose sono accennate, e non ben spiegate. La vera natura di Toto, il perché quelle persone la inseguono, il cervo bianco che ruba lo zaino al protagonista. Viene tutto lasciato all'immaginazione dello spettatore.
La realizzazione tecnica è più che buona, e mescola animazione in 3D e molta CG con l'animazione tradizionale, ma i personaggi principali sono disegnati in una sorta di cell shading molto velato, che quasi sembra animazione normale, ma in alcune scene si nota il risalto dei contorni sugli sfondi in 2D.
Per passare solo 25 minuti, "Koi Sento" non è male. Ha una storia carina, è ben disegnato e molto colorato. Scorre molto velocemente e mentre lo si guarda le varie mancanze a livello narrativo passano in secondo piano, anche se alla fine della visione la sensazione di qualcosa di mancante rimane. Non è un capolavoro, ma vale bene una visione.
La storia è semplice, ma abbastanza carina per quello che mostra nella breve durata. La vicenda è ambientata nel futuro, nel 2710, e la capitale del Giappone è diventata Nara. In questa città si mescolano il presente (ovvero il futuro) e il passato del Giappone. Infatti la città è diventata una grande località turistica, piena di elementi culturali e religiosi, quali statue di Buddha, demoni, deva e quant'altro. Mascotte o icona di questa città è una bellissima ragazza, che ogni giorno partecipa a una parata per intrattenere i turisti.
Protagonista della storia è Shinichi, un liceale in gita, che dopo essersi fatto rubare lo zaino da un cervo, incontra la ragazza in fuga da alcuni loschi individui, e che si presenta a lui con il nome di Toto.
La breve durata dell'OAV non permette una narrazione molto articolata, e molte cose sono accennate, e non ben spiegate. La vera natura di Toto, il perché quelle persone la inseguono, il cervo bianco che ruba lo zaino al protagonista. Viene tutto lasciato all'immaginazione dello spettatore.
La realizzazione tecnica è più che buona, e mescola animazione in 3D e molta CG con l'animazione tradizionale, ma i personaggi principali sono disegnati in una sorta di cell shading molto velato, che quasi sembra animazione normale, ma in alcune scene si nota il risalto dei contorni sugli sfondi in 2D.
Per passare solo 25 minuti, "Koi Sento" non è male. Ha una storia carina, è ben disegnato e molto colorato. Scorre molto velocemente e mentre lo si guarda le varie mancanze a livello narrativo passano in secondo piano, anche se alla fine della visione la sensazione di qualcosa di mancante rimane. Non è un capolavoro, ma vale bene una visione.
"Koi sento" è un episodio unico della Sunrise, della durata di 25' circa, in cui la trama si basa sull'incontro di un ragazzo e di una ragazza nella moderna città di Nara. Nonostante la trama sia lineare, viene fatto sfoggio di una tecnica d'animazione del tipo Flash (a metà tra animazione classica in 2d e fluidità 3d) che, pur seguendo le dinamiche anime, risulta più attenuata e dolce, e questo consente senz'altro di godere delle scene dell'OAV (che peraltro si concedono di attingere da più filoni diversi, come l'iper-tecnologia di una Nara del futuro, i personaggi scolastici, le azioni in bullet-time alla Matrix, la simbologia tradizionale religiosa rivisitata per l'occasione) nonché di apprezzare quello che, pur essendo semplice, è un finale emozionante. Voto: 7. Bello.
Realizzare una storia interessante nell'arco di una serie breve il più delle volte risulta parecchio difficile; suscitare il coinvolgimento dello spettatore con un solo filmato di 25-30 minuti lo giudico davvero un'impresa. Da vero appassionato d'animazione giapponese, nonché uomo dotato di parecchia curiosità, non nego di approcciarmi spesso alla visione di singoli OAV con molto interesse, come un pescatore davanti ad un ostrica in cui non sa se troverà una perla oppure se resterà a bocca asciutta. "Koi Sento" è un'ostrica senza perla purtroppo.
Siamo nel 2710 e la capitale del Giappone è stata trasferita nella città di Nara insieme a tutti i monumenti culturali e religiosi della nazione. Siamo nel futuro, ma subito si deve annotare che il prototipo del liceale sfigatello non cambia, infatti la storia vede come protagonista Shinichi, giovane liceale in gita scolastica con il sogno di riuscire finalmente ad approcciarsi con l'altro sesso. Attraverso una serie di peripezie causate da un misterioso ma simpatico cervo bianco, conoscerà una ragazza della sua età di nome Toto con cui condividerà il giro per la capitale; ma non sarà tutto rose e fiori dato che la ragazza nasconde numerosi segreti a cominciare dal fatto che stravaganti individui sono sulle sue tracce.
La trama di base di per sé non sarebbe affatto male, ma purtroppo risente in pieno del limite dei 25 minuti, perché tanto dura questo titolo. Non so se siamo di fronte a un episodio pilota, da cui magari trarre una serie, ma stando solo a quello che ho visto dire che la storia è piuttosto monca è dire poco. Non viene spiegato quasi nulla dei molti misteri che circondano Toto a cominciare dalla connessione con il cervo bianco per finire all'origine e ai motivi dei "cattivi" di turno. Poca cosa quindi senza un reale nerbo, un misto di romanticismo, azione, mistero, paranormale frullato e servito a un disorientato spettatore che non troverà di meglio che sorridere a un lieto fine forzato e poco convincente.
A livello tecnico siamo di fonte a un massiccio uso della computer grafica 3D, con sfondi nella media come lo è il chara design dei personaggi con l'eccezione della protagonista, un po' retro' e sicuramente originale rispetto al moe dilagante di oggi. Anche i cattivi sono disegnati con una cura diversa, forse un timido tentativo di renderli simili ai tratti dello studio Ghibli.
La colonna sonora è piuttosto banale, come le canzoni inserite all'inizio e verso la fine dell'episodio. Non ci siamo insomma, nessuna piccola gemma trovata nel mare della banalità generale: "Koi Sento" va preso per quello che è, un passatempo di 25 minuti per chi ama la commistione tra vari generi e quello sentimentale, ma da vedere così com'è, senza farsi troppe domande.
Siamo nel 2710 e la capitale del Giappone è stata trasferita nella città di Nara insieme a tutti i monumenti culturali e religiosi della nazione. Siamo nel futuro, ma subito si deve annotare che il prototipo del liceale sfigatello non cambia, infatti la storia vede come protagonista Shinichi, giovane liceale in gita scolastica con il sogno di riuscire finalmente ad approcciarsi con l'altro sesso. Attraverso una serie di peripezie causate da un misterioso ma simpatico cervo bianco, conoscerà una ragazza della sua età di nome Toto con cui condividerà il giro per la capitale; ma non sarà tutto rose e fiori dato che la ragazza nasconde numerosi segreti a cominciare dal fatto che stravaganti individui sono sulle sue tracce.
La trama di base di per sé non sarebbe affatto male, ma purtroppo risente in pieno del limite dei 25 minuti, perché tanto dura questo titolo. Non so se siamo di fronte a un episodio pilota, da cui magari trarre una serie, ma stando solo a quello che ho visto dire che la storia è piuttosto monca è dire poco. Non viene spiegato quasi nulla dei molti misteri che circondano Toto a cominciare dalla connessione con il cervo bianco per finire all'origine e ai motivi dei "cattivi" di turno. Poca cosa quindi senza un reale nerbo, un misto di romanticismo, azione, mistero, paranormale frullato e servito a un disorientato spettatore che non troverà di meglio che sorridere a un lieto fine forzato e poco convincente.
A livello tecnico siamo di fonte a un massiccio uso della computer grafica 3D, con sfondi nella media come lo è il chara design dei personaggi con l'eccezione della protagonista, un po' retro' e sicuramente originale rispetto al moe dilagante di oggi. Anche i cattivi sono disegnati con una cura diversa, forse un timido tentativo di renderli simili ai tratti dello studio Ghibli.
La colonna sonora è piuttosto banale, come le canzoni inserite all'inizio e verso la fine dell'episodio. Non ci siamo insomma, nessuna piccola gemma trovata nel mare della banalità generale: "Koi Sento" va preso per quello che è, un passatempo di 25 minuti per chi ama la commistione tra vari generi e quello sentimentale, ma da vedere così com'è, senza farsi troppe domande.