5 Samurai - OAV 2
"I cinque samurai" sono un anime pieno di limiti, illogicità eccetera? No problem, creiamo una serie di tre OAV per complessivi undici episodi canonici, per dare maggiore maturità alla storia. Tale deve essere stato il pensiero degli autori, ma tra il dire e il fare...
Il primo, come già detto nella recensione, è una storia a sé stante, che non aggiunge e non toglie nulla. Il secondo e il terzo, invece, formano una serie volta a riprendere e concludere la saga.
Strani eventi accadono a Tokyo, con animali e immagini della savana che si materializzano, portando il caos. Ovviamente Vampa investiga assieme alla fidata Fiamma bianca, e si imbatte in un feroce guerriero nero come l'ebano armato di un boomerang gigantesco, e va bene. Ma il nostro si rivela un guerriero invincibile, dato che, pur non indossando nulla, abbatte Vampa che indossa l'armatura, distrugge edifici con un boomerang al cui confronto l'Hiraikotsu visto in "Inuyasha" sembra solo uno stuzzicadenti. Poi viene morso al polso da Fiamma bianca, ma non fa una piega, manco fosse stato il gatto del Kitekat. Dopo una simile scena ci sarebbe stato da chiudere il DVD in un cassetto e non aprirlo mai più, ma, in nome della ricerca del senso dei cinque samurai, ho proseguito ugualmente. La grande intuizione dell'OAV non è quella di mostrare l'imperatore splendente, di cui non sappiamo nulla, ma, al contrario, di mostrare un'armatura gemella, custodita in Africa, in Uganda, e il nostro invincibile guerriero che vorrà affrontare l'armatura di luce per sconfiggerla. Vampa e Nimbo si lanciano all'inseguimento in Uganda, seguiti a breve dagli altri, faranno amicizia con la fidanzata del guerriero che, ovviamente, non vuole la lotta, ma lui non l'ascolta, sopraffatto dalla volontà dell'armatura.
Altra 'genialata' dell'OAV è la svolta a centottanta gradi sul tema della caduta nel lato oscuro. Se nella serie i nostri erano riusciti a superare la tentazione di combattere lasciandosi sopraffare dalla violenza, dalla lotta per la lotta, ora si giunge all'estremo opposto, per cui l'uso delle armature è sempre sbagliato: esse devono essere eliminate, specialmente quella dell'imperatore splendente e la sua gemella, le più assatanate di tutte. Tutto qui.
Questo è l'unico messaggio vero dell'opera, nonché premessa per l'ultimo, sconcertante OAV. Decisamente non è il primo anime in cui viene annunciato questo pacifismo a oltranza, un messaggio condivisibile o meno, ma non sarà certo questo a salvare la saga de "I cinque samurai".
La regia e la grafica sono molto buone e gli scontri adrenalinici riescono ad alzare un po' la situazione, ma non tanto, per cui l'OAV merita un sei per il contenuto grafico, più che per il contenuto qualitativo.
Il primo, come già detto nella recensione, è una storia a sé stante, che non aggiunge e non toglie nulla. Il secondo e il terzo, invece, formano una serie volta a riprendere e concludere la saga.
Strani eventi accadono a Tokyo, con animali e immagini della savana che si materializzano, portando il caos. Ovviamente Vampa investiga assieme alla fidata Fiamma bianca, e si imbatte in un feroce guerriero nero come l'ebano armato di un boomerang gigantesco, e va bene. Ma il nostro si rivela un guerriero invincibile, dato che, pur non indossando nulla, abbatte Vampa che indossa l'armatura, distrugge edifici con un boomerang al cui confronto l'Hiraikotsu visto in "Inuyasha" sembra solo uno stuzzicadenti. Poi viene morso al polso da Fiamma bianca, ma non fa una piega, manco fosse stato il gatto del Kitekat. Dopo una simile scena ci sarebbe stato da chiudere il DVD in un cassetto e non aprirlo mai più, ma, in nome della ricerca del senso dei cinque samurai, ho proseguito ugualmente. La grande intuizione dell'OAV non è quella di mostrare l'imperatore splendente, di cui non sappiamo nulla, ma, al contrario, di mostrare un'armatura gemella, custodita in Africa, in Uganda, e il nostro invincibile guerriero che vorrà affrontare l'armatura di luce per sconfiggerla. Vampa e Nimbo si lanciano all'inseguimento in Uganda, seguiti a breve dagli altri, faranno amicizia con la fidanzata del guerriero che, ovviamente, non vuole la lotta, ma lui non l'ascolta, sopraffatto dalla volontà dell'armatura.
Altra 'genialata' dell'OAV è la svolta a centottanta gradi sul tema della caduta nel lato oscuro. Se nella serie i nostri erano riusciti a superare la tentazione di combattere lasciandosi sopraffare dalla violenza, dalla lotta per la lotta, ora si giunge all'estremo opposto, per cui l'uso delle armature è sempre sbagliato: esse devono essere eliminate, specialmente quella dell'imperatore splendente e la sua gemella, le più assatanate di tutte. Tutto qui.
Questo è l'unico messaggio vero dell'opera, nonché premessa per l'ultimo, sconcertante OAV. Decisamente non è il primo anime in cui viene annunciato questo pacifismo a oltranza, un messaggio condivisibile o meno, ma non sarà certo questo a salvare la saga de "I cinque samurai".
La regia e la grafica sono molto buone e gli scontri adrenalinici riescono ad alzare un po' la situazione, ma non tanto, per cui l'OAV merita un sei per il contenuto grafico, più che per il contenuto qualitativo.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Questo è il secondo OAV dei "Samurai Troopers", conosciuti in Italia come "I 5 Samurai", anime prodotto dalla Toei e andato in onda su diverse reti televisive. La storia inizia con i protagonisti che si godono un po' di riposo dopo le recenti battaglie nel bel mezzo di una torrida estate, quando improvvisamente a Tokyo fa la comparsa un misterioso guerriero di origini africane che sconfigge in pochi minuti i Samurai, nonostante non indossi nessuna armatura e addirittura riesca a catturarne due. Mentre Ryo e Sami capiscono di trovarsi in Africa, gli altri Samurai dopo vari dissidi tra loro partono alla volta del continente nero alla ricerca degli amici. Giunti sul posto, trovano i compagni legati a dei pali per essere offerti in sacrificio all'armatura nera (che esteticamente è uguale all'armatura dell'Imperatore Splendente, a parte il colore) che la popolazione locale venera come un dio. Indossate le corazze, Shido e Kimo devono vedersela con lo strano guerriero che riesce a sconfiggerli con estrema facilità indossando l'armatura nera. Soltanto l'intervento di Simo riesce a salvare gli amici, che capiscono che la loro voglia di lottare è frutto dell'armatura bianca, che esiste grazie all'unione delle cinque armature dei Samurai che una volta facevano parte di un unica armatura, quella di Arago. Così i ragazzi decidono di indossare l'armatura dell'Imperatore Splendente per l'ultima volta, per distruggere entrambe le armature (sia bianca che nera).
Quello che mi è piaciuto di più di questo OAV sono state le battute ironiche di Shido, le splendide musiche e le introspezioni dei personaggi, soprattutto quelle. Quindi direi che un 7 ci sta bene.
Questo è il secondo OAV dei "Samurai Troopers", conosciuti in Italia come "I 5 Samurai", anime prodotto dalla Toei e andato in onda su diverse reti televisive. La storia inizia con i protagonisti che si godono un po' di riposo dopo le recenti battaglie nel bel mezzo di una torrida estate, quando improvvisamente a Tokyo fa la comparsa un misterioso guerriero di origini africane che sconfigge in pochi minuti i Samurai, nonostante non indossi nessuna armatura e addirittura riesca a catturarne due. Mentre Ryo e Sami capiscono di trovarsi in Africa, gli altri Samurai dopo vari dissidi tra loro partono alla volta del continente nero alla ricerca degli amici. Giunti sul posto, trovano i compagni legati a dei pali per essere offerti in sacrificio all'armatura nera (che esteticamente è uguale all'armatura dell'Imperatore Splendente, a parte il colore) che la popolazione locale venera come un dio. Indossate le corazze, Shido e Kimo devono vedersela con lo strano guerriero che riesce a sconfiggerli con estrema facilità indossando l'armatura nera. Soltanto l'intervento di Simo riesce a salvare gli amici, che capiscono che la loro voglia di lottare è frutto dell'armatura bianca, che esiste grazie all'unione delle cinque armature dei Samurai che una volta facevano parte di un unica armatura, quella di Arago. Così i ragazzi decidono di indossare l'armatura dell'Imperatore Splendente per l'ultima volta, per distruggere entrambe le armature (sia bianca che nera).
Quello che mi è piaciuto di più di questo OAV sono state le battute ironiche di Shido, le splendide musiche e le introspezioni dei personaggi, soprattutto quelle. Quindi direi che un 7 ci sta bene.
Secondo film della serie di tre OAV riguardanti i "5 samurai", questo è decisamente il migliore, non per grandi meriti propri, ma perché gli altri due erano proprio inguardabili.
Trama: si parte con un ragazzo di colore che arriva a Tokyo e di punto in bianco inizia a crescere foresta ovunque. Così i nostri vanno per combatterlo e dopo aver preso belle mazzate Ryu e Sami spariscono (portati via dal ragazzo) e gli altri tre così iniziano le loro ricerche. Scoperto che gli amici si trovano in Africa decidono di andare lì. Non è finita qua perché il personaggio più patetico di tutti, cioè Simo, decide che non vuole essere più un samurai.
Molto bella la storia sulle armature, ben raccontata e piacevole da seguire. Pessima l'ambientazione, ma che concetto avevano gli ideatori dell'Africa? Il ragazzo e la compagna hanno gli occhi chiari, lui anche i capelli bianchi, combattimenti con il boomerang, riti con balli attorno a falò... Ma dai, è una rappresentazione che fa schifo, se un africano vedesse quest'opera potrebbe esserne offeso, dallo stereotipo che ne viene fuori.
Il resto (doppiaggio, disegni e il resto della parte tecnica) è nella norma, più o meno al livello di serie TV e degli altri OAV.
Il finale è molto affrettato, con il prevedibile combattimento "finale" tra armatura bianca e armatura nera. Diciamo quindi che ai fan della serie TV - io sono tra questi - piacerà, mentre tutti gli altri lo troveranno noioso in molte sue parti, anche se credo che, non avendo visto o non essendo loro piaciuta la serie TV, nemmeno si avvicineranno a questa serie di OAV.
Trama: si parte con un ragazzo di colore che arriva a Tokyo e di punto in bianco inizia a crescere foresta ovunque. Così i nostri vanno per combatterlo e dopo aver preso belle mazzate Ryu e Sami spariscono (portati via dal ragazzo) e gli altri tre così iniziano le loro ricerche. Scoperto che gli amici si trovano in Africa decidono di andare lì. Non è finita qua perché il personaggio più patetico di tutti, cioè Simo, decide che non vuole essere più un samurai.
Molto bella la storia sulle armature, ben raccontata e piacevole da seguire. Pessima l'ambientazione, ma che concetto avevano gli ideatori dell'Africa? Il ragazzo e la compagna hanno gli occhi chiari, lui anche i capelli bianchi, combattimenti con il boomerang, riti con balli attorno a falò... Ma dai, è una rappresentazione che fa schifo, se un africano vedesse quest'opera potrebbe esserne offeso, dallo stereotipo che ne viene fuori.
Il resto (doppiaggio, disegni e il resto della parte tecnica) è nella norma, più o meno al livello di serie TV e degli altri OAV.
Il finale è molto affrettato, con il prevedibile combattimento "finale" tra armatura bianca e armatura nera. Diciamo quindi che ai fan della serie TV - io sono tra questi - piacerà, mentre tutti gli altri lo troveranno noioso in molte sue parti, anche se credo che, non avendo visto o non essendo loro piaciuta la serie TV, nemmeno si avvicineranno a questa serie di OAV.
Il secondo OAV di Samurai Troopers è una miniserie di quattro episodi dal titolo “La Leggenda dell’Imperatore Splendente”.
Nel corso della serie, e nel precedente OAV, durante le battaglie, Ryo e compagni, unendo i loro spiriti, sono diventati in grado d'invocare un’armatura di forza superiore, l’armatura bianca dell’Imperatore Splendente. E’ grazie a quest’armatura che hanno vinto tutti gli scontri affrontati, ma il mistero della natura di quest’armatura non è mai stato svelato finora. E nonostante il titolo dell’OAV, neanche qui verrà svelato nulla, tranne qualcosa di poca importanza.
La miniserie inizia con Ryo e i suoi amici che passano i giorni divertendosi come ragazzi della loro età, lontani finalmente dalle battaglie affrontate in passato, quando a Shinjuku iniziano a verificarsi dei misteriosi miraggi che mostrano la savana africana con tanto di elefanti, giraffe, e leoni. Con il caos che si viene a creare, la zona viene chiusa, e Ryo decide di andare a verificare. Arrivato a Shinjuku, compare dinanzi a lui saltellando (davvero) un guerriero che lo attacca. Nonostante Ryo abbia l’armatura è impotente davanti alla forza dell’avversario, e, come se non bastasse, il misterioso guerriero, Mukala, evoca un’armatura uguale a quella dell’Imperatore Splendente, ma di colore nero. La sconfitta è inevitabile.
Questa miniserie ha delle premesse interessanti, il tema del dualismo, il bianco e nero delle due armature, il bene e il male, seppur molto sfruttate, sono sempre d’effetto inserite nel modo giusto in una storia.
Nel corso della vecchia serie è sempre stato detto che le armature hanno una volontà propria, una volontà sanguinaria che le spinge a cercare la battaglia, e corrompe il cuore dei suoi possessori. In questi OAV è questo il punto centrale delle vicende. Ryo e compagni capiranno finalmente la vera natura delle armature e decidono di combatterla.
Purtroppo tutto questo fa passare in secondo piano la storia delle armature nera e bianca, che si risolve in uno scontro finale molto semplice, e a tarallucci e vino.
Le armature nera e bianca sono destinate a combattersi, e Mukala è guidato dalla volontà dell’armatura, che l’ha spinto fino in Giappone. Peccato che, forse per via della brevità della miniserie, non venga approfondita la storia delle armature che rimangono avvolte nel mistero, cioè, perché un’armatura da Samurai si trova in Tanzania?
C’è però un miglioramento nel carattere dei personaggi, che finalmente dimostrano di potere fare qualcosa anche da soli, senza dovere contare sulla forza delle armature, e finalmente mostrano dei dubbi e delle incertezze, e una nuova risolutezza alla fine della battaglia.
I nuovi personaggi introdotti, Mukala e Nalia, la sua promessa sposa, sono piuttosto piatti. Mukala non dice mai una parola, se non la formula che serve a evocare l’armatura, e a menare fendenti con il suo enorme boomerang, mentre Nalia ha la classica parte della ragazza che cerca di convincere Mukala a non combattere e finisce poi per trovarsi in mezzo allo scontro.
I disegni sono come quelli del precedente OAV, migliorati nei volti, e nelle animazioni degli scontri, che finalmente sono un po’ più movimentati.
La colonna sonora utilizza pezzi presi dalla serie tv, insieme ad altri nuovi, dal ritmo tribale, con tamburi e simili, che accompagnano le scene in cui è coinvolto Mukala.
Come brano d’apertura viene usata l’opening originale della serie, “Stardust Eyes”, e come finale la seconda opening, ovvero “Kokoro no Samurai”.
Il doppiaggio italiano è uguale a quello del precedente OAV, dato che quello, questo, e il successivo, sono stati editati come fossero una miniserie di undici episodi. Continuo a ritenere Luigi Rosa inadatto su Ryo, mentre quello che se la cava meglio secondo me è Iacono sul personaggio di Shu.
Da questo’OAV mi aspettavo qualcosa in più della serie. Conoscevo la trama ancora prima d'iniziare a guardare l’anime, ed ero molto incuriosito dalla parte sulle due armature. Posso dire quasi che ho guardato i quarantuno episodi precedenti per arrivare a quest’OAV. Alla fine, posso affermare che ritengo che sia effettivamente la parte meglio riuscita della storia di "Samurai Troopers". Non mi sono annoiato per tutti i quattro episodi, e, fino alla fine del terzo, ero convinto della buona riuscita della miniserie. Purtroppo, con la visione dell’ultimo episodio, dove gli eventi si svolgono fin troppo velocemente, e a causa un finale un po’ così, in cui non viene spiegato nulla e tutto rimane invariato, devo ridimensionare il mio giudizio.
"5 Samurai - OAV 2" rimane una buona miniserie, ma solo per chi è arrivato fin qui, paragonato agli episodi che lo precedono è sicuramente migliore, ma valutato come anime a sé, è comunque insufficiente sotto vari aspetti.
Nel corso della serie, e nel precedente OAV, durante le battaglie, Ryo e compagni, unendo i loro spiriti, sono diventati in grado d'invocare un’armatura di forza superiore, l’armatura bianca dell’Imperatore Splendente. E’ grazie a quest’armatura che hanno vinto tutti gli scontri affrontati, ma il mistero della natura di quest’armatura non è mai stato svelato finora. E nonostante il titolo dell’OAV, neanche qui verrà svelato nulla, tranne qualcosa di poca importanza.
La miniserie inizia con Ryo e i suoi amici che passano i giorni divertendosi come ragazzi della loro età, lontani finalmente dalle battaglie affrontate in passato, quando a Shinjuku iniziano a verificarsi dei misteriosi miraggi che mostrano la savana africana con tanto di elefanti, giraffe, e leoni. Con il caos che si viene a creare, la zona viene chiusa, e Ryo decide di andare a verificare. Arrivato a Shinjuku, compare dinanzi a lui saltellando (davvero) un guerriero che lo attacca. Nonostante Ryo abbia l’armatura è impotente davanti alla forza dell’avversario, e, come se non bastasse, il misterioso guerriero, Mukala, evoca un’armatura uguale a quella dell’Imperatore Splendente, ma di colore nero. La sconfitta è inevitabile.
Questa miniserie ha delle premesse interessanti, il tema del dualismo, il bianco e nero delle due armature, il bene e il male, seppur molto sfruttate, sono sempre d’effetto inserite nel modo giusto in una storia.
Nel corso della vecchia serie è sempre stato detto che le armature hanno una volontà propria, una volontà sanguinaria che le spinge a cercare la battaglia, e corrompe il cuore dei suoi possessori. In questi OAV è questo il punto centrale delle vicende. Ryo e compagni capiranno finalmente la vera natura delle armature e decidono di combatterla.
Purtroppo tutto questo fa passare in secondo piano la storia delle armature nera e bianca, che si risolve in uno scontro finale molto semplice, e a tarallucci e vino.
Le armature nera e bianca sono destinate a combattersi, e Mukala è guidato dalla volontà dell’armatura, che l’ha spinto fino in Giappone. Peccato che, forse per via della brevità della miniserie, non venga approfondita la storia delle armature che rimangono avvolte nel mistero, cioè, perché un’armatura da Samurai si trova in Tanzania?
C’è però un miglioramento nel carattere dei personaggi, che finalmente dimostrano di potere fare qualcosa anche da soli, senza dovere contare sulla forza delle armature, e finalmente mostrano dei dubbi e delle incertezze, e una nuova risolutezza alla fine della battaglia.
I nuovi personaggi introdotti, Mukala e Nalia, la sua promessa sposa, sono piuttosto piatti. Mukala non dice mai una parola, se non la formula che serve a evocare l’armatura, e a menare fendenti con il suo enorme boomerang, mentre Nalia ha la classica parte della ragazza che cerca di convincere Mukala a non combattere e finisce poi per trovarsi in mezzo allo scontro.
I disegni sono come quelli del precedente OAV, migliorati nei volti, e nelle animazioni degli scontri, che finalmente sono un po’ più movimentati.
La colonna sonora utilizza pezzi presi dalla serie tv, insieme ad altri nuovi, dal ritmo tribale, con tamburi e simili, che accompagnano le scene in cui è coinvolto Mukala.
Come brano d’apertura viene usata l’opening originale della serie, “Stardust Eyes”, e come finale la seconda opening, ovvero “Kokoro no Samurai”.
Il doppiaggio italiano è uguale a quello del precedente OAV, dato che quello, questo, e il successivo, sono stati editati come fossero una miniserie di undici episodi. Continuo a ritenere Luigi Rosa inadatto su Ryo, mentre quello che se la cava meglio secondo me è Iacono sul personaggio di Shu.
Da questo’OAV mi aspettavo qualcosa in più della serie. Conoscevo la trama ancora prima d'iniziare a guardare l’anime, ed ero molto incuriosito dalla parte sulle due armature. Posso dire quasi che ho guardato i quarantuno episodi precedenti per arrivare a quest’OAV. Alla fine, posso affermare che ritengo che sia effettivamente la parte meglio riuscita della storia di "Samurai Troopers". Non mi sono annoiato per tutti i quattro episodi, e, fino alla fine del terzo, ero convinto della buona riuscita della miniserie. Purtroppo, con la visione dell’ultimo episodio, dove gli eventi si svolgono fin troppo velocemente, e a causa un finale un po’ così, in cui non viene spiegato nulla e tutto rimane invariato, devo ridimensionare il mio giudizio.
"5 Samurai - OAV 2" rimane una buona miniserie, ma solo per chi è arrivato fin qui, paragonato agli episodi che lo precedono è sicuramente migliore, ma valutato come anime a sé, è comunque insufficiente sotto vari aspetti.
Il secondo OAV dei 5 Samurai è diviso in quattro episodi, e questa volta i nostri eroi tornano in una veste meno commerciale, tornano nella loro versione classica, infatti quest'anime è molto profondo, o almeno cosi sembra essere all’inizio; gli autori cercano di tracciare un profilo psicologico di alcuni personaggi, ad esempio Simo decide di non combattere perché la giustizia non si difende con la violenza, altrimenti non sarebbe diverso da chi combatte.
Tra pensieri profondi e riflessioni acute i combattimenti spettacolari hanno però la meglio, il cattivo di turno non è nient’altro che una marionetta comandata dall’alter ego della nostra cara armatura bianca, e sotto un certo punto di vista mi sembra che si sia voluto tirare in ballo la teoria dello “Yin & Yang”.
Questa teoria a sfondo mistico, infatti, propria del taoismo e del confucianesimo, la riscontro nella scelta dell’armatura nera che combatte contro l’armatura bianca, come scontro tra il bene e il male, come il giorno e la notte.
Tornando alla trama si può notare come l’impostazione non sia assolutamente diversa dal solito, arriva il nuovo nemico, primo combattimento con il nuovo nemico dove i protagonisti hanno la peggio, momento di riflessione e scontro finale.
I disegni non sono male e le armature sono sempre ben disegnate (da piccolo avrei desiderato di averne una vera ovviamente), il doppiaggio e le colonne sonore sono belli come sempre.
Sicuramente questo secondo OAV è più bello del primo, o meglio è più simile alla serie tv, irraggiungibile a mio avviso poiché la serie tv stessa aveva già dato tutto ciò che poteva dare.
Tra pensieri profondi e riflessioni acute i combattimenti spettacolari hanno però la meglio, il cattivo di turno non è nient’altro che una marionetta comandata dall’alter ego della nostra cara armatura bianca, e sotto un certo punto di vista mi sembra che si sia voluto tirare in ballo la teoria dello “Yin & Yang”.
Questa teoria a sfondo mistico, infatti, propria del taoismo e del confucianesimo, la riscontro nella scelta dell’armatura nera che combatte contro l’armatura bianca, come scontro tra il bene e il male, come il giorno e la notte.
Tornando alla trama si può notare come l’impostazione non sia assolutamente diversa dal solito, arriva il nuovo nemico, primo combattimento con il nuovo nemico dove i protagonisti hanno la peggio, momento di riflessione e scontro finale.
I disegni non sono male e le armature sono sempre ben disegnate (da piccolo avrei desiderato di averne una vera ovviamente), il doppiaggio e le colonne sonore sono belli come sempre.
Sicuramente questo secondo OAV è più bello del primo, o meglio è più simile alla serie tv, irraggiungibile a mio avviso poiché la serie tv stessa aveva già dato tutto ciò che poteva dare.
Destino, un nemico fortissimo e silenzioso, dubbi, timori, rimpianti, forza, istinto, amicizia…No! non ho sbagliato recensione sto proprio parlando de “i 5 samurai”. Lo so è difficile associare queste parole così forti ad una serie che non sempre ha fatto della profondità il suo elemento di maggior spicco. In realtà, questo secondo OAV a mio parere ha una maggiore forza espressiva richiamata dalle suddette parole chiave.
L’incremento qualitativo già notato nel primo OAV si ripete anche in questo, dove abbiamo un miglioramento sostanziale rispetto la serie animata.
La storia inizia in maniera abbastanza intrigante con un nemico fortissimo che si presenta nel centro di Tokyo in cerca di Ryo; i giovani compagni raggiungeranno la Vampa di lì a poco ma senza successo visto che il nemico, uomo africano di origine, si presenterà con una forza nettamente superiore a quella dei samurai riuscendo anche ad evocare un’armatura in tutto simile all’”Imperatore Splendente”(a.k.a. armatura bianca) ma di color nero.
La trama parte subito forte con un elemento parecchio innovativo per la saga dei samurai troopers. Scordiamoci i nemici della prima serie TV molto poco interessanti, impegnati più in soliloqui fini a se stessi che in azioni efficaci vere e proprie. Non dimenticherò mai gli inutili sproloqui di Arago, gli stessi demoni avevano una lingua molto più capace della loro spada.
Il nemico che si presenterà qui, vuoi per la lingua, è infatti africano, vuoi perché non si perde in chiacchiere, parlerà molto poco. Le parole nei 4 episodi dell’OAV dette dal giovane nemico si possono contare sulle dita. Questo non va a discapito della sua personalità e del suo carattere comunque rappresentato abbastanza bene. Il bello è che le sue intenzioni verranno comprese solo nel terzo episodio contribuendo a creare un piacevole senso di mistero.
La storia proseguirà in una parte del mondo diversa dal Giappone, se infatti il primo OAV ci aveva trasportato a New York questo invece ci porterà diritti in Africa nera. Anche in questo caso le atmosfere saranno rievocate abbastanza bene, permettendo attraverso suoni, colori e immagini di viaggiare insieme agli eroi. Se le caratteristiche geografiche del paese africano sono state ricreate ottimamente, si è invece fatto peggio con gli abitanti autoctoni rappresentati attraverso una sfilza di luoghi comuni.
Altro elemento che mi ha piacevolmente sorpreso è la caratterizzazione dei personaggi; anche in questo caso decisamente superiore a quella della serie animata dove i samurai erano piatti come le loro spade. In particolare acquisterà maggiore profondità Shin del Torrente, la cui personalità verrà fuori mostrandone la sensibilità e la bassa propensione alla lotta. Sarà infatti lo stesso a mettere per prima in dubbio il potere delle armature. Mostrerà anche incertezza nel primo scontro e rilevanti conflitti interiori che caratterizzeranno poi questo OAV.
Saranno infatti proprio i dubbi ad animare i 5 samurai, in particolare è sottolineato in maniera molto forte un concetto ripreso dalla seri animata; la necessita di forza e cuore. Le armature come qualsiasi altro potere devono essere utilizzate con la forza della propria anima. Senza di questa si cede al pure istinto ed è proprio l’istinto ad istigare il male. Il male inteso quindi in maniera relativa è parecchio interessante perché fa comprendere che l’uomo deve stare attento in primis a se stesso. Le armature dal canto loro rappresentano una forza intensa la cui natura sarà determinata dalla forza di volontà del possessore. Le stesse non hanno un potere buono a prescindere ma sarà l’uomo ad indirizzarle a seconda dei proprio obiettivi. Da ciò infatti l’armatura nera non sarà altro che la rappresentazione del potere più puro, al contrario dell’armatura bianca a rappresentare il potere limitato dalla forza del cuore.
Non a caso si è scelto di ambientare l’OAV in Africa paese che forse più di tutti ha un forte connotato di istintività e animalità. Il nemico infatti non è altro che un semplice animale assuefatto alla propria volontà di combattere. Il concetto di forza e cuore è d’altronde abbastanza presente nella filosofia orientale, essendo il primo elemento che distingue un uomo dall’animale.
Il contrasto tra forza e anima sarà presente in tutta la durata dell’OAV, sottraendo parecchio spazio ai combattimenti molto più limitati in termini di numerosità e lunghezza. È questo il terzo elemento peculiare, l’OAV cerca di raggiungere una maggiore profondità filosofica lasciando da parte l’anima puramente shonen della serie. Certo non sarà la filosofia di Aristotele ma ho comunque piacevolmente apprezzato questa volontà degli autori di arricchire la storia di spunti filosofici rendendola più fruibile.
Tuttavia come già successo nel primo OAV se la prima parte è ottima la seconda si perde, in particolare l’ultimo episodio dei 4 sembra affrettare un po’ le conclusioni, ma in questi casi il peggior nemico è sempre il tempo limitato.
In conclusioni dopo aver apprezzato il primo OAV do un voto positivo anche al secondo. Rivedendo infatti recentemente la prima serie non sono annebbiato dallo spettro dei ricordi e della nostalgia che tende ad idealizzare tutto. Posso più razionalmente dire che si sono fatti parecchi passi avanti nello sfruttare il potenziale dei samurai troopers non pienamente utilizzato nella serie storica.
LightLife
L’incremento qualitativo già notato nel primo OAV si ripete anche in questo, dove abbiamo un miglioramento sostanziale rispetto la serie animata.
La storia inizia in maniera abbastanza intrigante con un nemico fortissimo che si presenta nel centro di Tokyo in cerca di Ryo; i giovani compagni raggiungeranno la Vampa di lì a poco ma senza successo visto che il nemico, uomo africano di origine, si presenterà con una forza nettamente superiore a quella dei samurai riuscendo anche ad evocare un’armatura in tutto simile all’”Imperatore Splendente”(a.k.a. armatura bianca) ma di color nero.
La trama parte subito forte con un elemento parecchio innovativo per la saga dei samurai troopers. Scordiamoci i nemici della prima serie TV molto poco interessanti, impegnati più in soliloqui fini a se stessi che in azioni efficaci vere e proprie. Non dimenticherò mai gli inutili sproloqui di Arago, gli stessi demoni avevano una lingua molto più capace della loro spada.
Il nemico che si presenterà qui, vuoi per la lingua, è infatti africano, vuoi perché non si perde in chiacchiere, parlerà molto poco. Le parole nei 4 episodi dell’OAV dette dal giovane nemico si possono contare sulle dita. Questo non va a discapito della sua personalità e del suo carattere comunque rappresentato abbastanza bene. Il bello è che le sue intenzioni verranno comprese solo nel terzo episodio contribuendo a creare un piacevole senso di mistero.
La storia proseguirà in una parte del mondo diversa dal Giappone, se infatti il primo OAV ci aveva trasportato a New York questo invece ci porterà diritti in Africa nera. Anche in questo caso le atmosfere saranno rievocate abbastanza bene, permettendo attraverso suoni, colori e immagini di viaggiare insieme agli eroi. Se le caratteristiche geografiche del paese africano sono state ricreate ottimamente, si è invece fatto peggio con gli abitanti autoctoni rappresentati attraverso una sfilza di luoghi comuni.
Altro elemento che mi ha piacevolmente sorpreso è la caratterizzazione dei personaggi; anche in questo caso decisamente superiore a quella della serie animata dove i samurai erano piatti come le loro spade. In particolare acquisterà maggiore profondità Shin del Torrente, la cui personalità verrà fuori mostrandone la sensibilità e la bassa propensione alla lotta. Sarà infatti lo stesso a mettere per prima in dubbio il potere delle armature. Mostrerà anche incertezza nel primo scontro e rilevanti conflitti interiori che caratterizzeranno poi questo OAV.
Saranno infatti proprio i dubbi ad animare i 5 samurai, in particolare è sottolineato in maniera molto forte un concetto ripreso dalla seri animata; la necessita di forza e cuore. Le armature come qualsiasi altro potere devono essere utilizzate con la forza della propria anima. Senza di questa si cede al pure istinto ed è proprio l’istinto ad istigare il male. Il male inteso quindi in maniera relativa è parecchio interessante perché fa comprendere che l’uomo deve stare attento in primis a se stesso. Le armature dal canto loro rappresentano una forza intensa la cui natura sarà determinata dalla forza di volontà del possessore. Le stesse non hanno un potere buono a prescindere ma sarà l’uomo ad indirizzarle a seconda dei proprio obiettivi. Da ciò infatti l’armatura nera non sarà altro che la rappresentazione del potere più puro, al contrario dell’armatura bianca a rappresentare il potere limitato dalla forza del cuore.
Non a caso si è scelto di ambientare l’OAV in Africa paese che forse più di tutti ha un forte connotato di istintività e animalità. Il nemico infatti non è altro che un semplice animale assuefatto alla propria volontà di combattere. Il concetto di forza e cuore è d’altronde abbastanza presente nella filosofia orientale, essendo il primo elemento che distingue un uomo dall’animale.
Il contrasto tra forza e anima sarà presente in tutta la durata dell’OAV, sottraendo parecchio spazio ai combattimenti molto più limitati in termini di numerosità e lunghezza. È questo il terzo elemento peculiare, l’OAV cerca di raggiungere una maggiore profondità filosofica lasciando da parte l’anima puramente shonen della serie. Certo non sarà la filosofia di Aristotele ma ho comunque piacevolmente apprezzato questa volontà degli autori di arricchire la storia di spunti filosofici rendendola più fruibile.
Tuttavia come già successo nel primo OAV se la prima parte è ottima la seconda si perde, in particolare l’ultimo episodio dei 4 sembra affrettare un po’ le conclusioni, ma in questi casi il peggior nemico è sempre il tempo limitato.
In conclusioni dopo aver apprezzato il primo OAV do un voto positivo anche al secondo. Rivedendo infatti recentemente la prima serie non sono annebbiato dallo spettro dei ricordi e della nostalgia che tende ad idealizzare tutto. Posso più razionalmente dire che si sono fatti parecchi passi avanti nello sfruttare il potenziale dei samurai troopers non pienamente utilizzato nella serie storica.
LightLife
Questo secondo oav rispetto agli altri risulta essere il migliore, e la sufficienza che gli do rende l'idea di come siano gli altri, specialmente l'ultimo... L'idea dell'armatura nera non è male. Si bada troppo all'introspezione dei personaggi, sull'armatura bianca (cosa che era già stata presentata nella serie animata) e i combattimenti ne risentono un po'. Con gli oav, come ho sempre detto, si perde un po' nella qualità, cercando di mettere un'accozzaglia di cose senza approfondirne uno. Qui il discorso sulle armature raggiunge nel terzo oav il suo culmine. Se già con il primo e il secondo si ci lamenta, è meglio che il terzo non lo si compri. L'ho preso solo perché sono un fan della serie ma son pentito dell'acquisto.
Nulla di eccezionale, ma questo riguarda tutta la serie dei 5 OAV. Il doppiaggio non è entusiasmante, anzi...
Di solito io preferisco i nomi originali, il nome delle armi/attacchi in originale ecc. ma se le cose le devi dire senza enfasi è meglio tradurle in italiano.
Se Haran Benjio quando chiama Daitarn 3 non strilla un quarto d'ora, non è la stessa cosa, spero di aver reso l'idea.
In più sono molto deluso dalle varie trame.
Sarebbe stato meglio lasciare il corso, decente peraltro, dell'anime degli anni '80.
Secondo me non vale la pena spenderci né soldi né tempo, però se proprio siete fan sfegatati dei samurai fatelo pure, ma credo che neanche voi riuscirete ad apprezzarlo specialmente per il doppiaggio come già ho detto.
Di solito io preferisco i nomi originali, il nome delle armi/attacchi in originale ecc. ma se le cose le devi dire senza enfasi è meglio tradurle in italiano.
Se Haran Benjio quando chiama Daitarn 3 non strilla un quarto d'ora, non è la stessa cosa, spero di aver reso l'idea.
In più sono molto deluso dalle varie trame.
Sarebbe stato meglio lasciare il corso, decente peraltro, dell'anime degli anni '80.
Secondo me non vale la pena spenderci né soldi né tempo, però se proprio siete fan sfegatati dei samurai fatelo pure, ma credo che neanche voi riuscirete ad apprezzarlo specialmente per il doppiaggio come già ho detto.
Dei tre OAV è il più guardabile, nonostante non sia nulla di particolare. L'inizio è accattivante, vi ricorderà la serie TV con le improvvise apparizioni del Regno del male sulla città indifesa, arrivo dei samurai, scontro, ecc. Peccato che poi si scivoli nel banale. Non scontata l'ipotesi sull'essenza delle armature: si tratta di...