Heartcatch PreCure! Un lupo mannaro a Parigi
Tratto dalla serie più inusuale della saga, anche il film ispirato a "Heartcatch Pretty Cure" si discosta dagli altri film cinematografici precedenti. Ciò che colpisce subito è, in primis, lo spostamento dell'ambientazione, che non è più il Giappone o qualche fantastico mondo parallelo, ma Parigi, la "città dei fiori".
Quando sei una Pretty Cure, però, non c'è proprio modo di stare lontana dai guai, anche spostandoti all'estero, ed ecco che anche ai piedi della Torre Eiffel saltano fuori dei malvagi da combattere per le variopinte eroine.
A differenza dei precedenti film, la trama non è incentrata su nuovi folletti provenienti da un mondo parallelo in pericolo, ma su Olivier, un ragazzino misterioso affetto da licantropia, e sul malvagio conte Salamander.
La parte più cospicua (e migliore) del lungometraggio vede le quattro eroine intente a fare amicizia con Olivier dopo averlo salvato dagli attacchi dei mostri, e insegnare a lui, che ha sempre vissuto nella solitudine e nella tristezza, la gioia di vivere. In numerosi momenti slice of life, fra il divertente e il toccante, si riuscirà ad avere un quadro, persino più chiaro rispetto alle oltre quaranta puntate della serie tv, delle personalità e dei sogni delle quattro protagoniste, con un occhio di riguardo nei confronti di Tsubomi, che finalmente (ed è paradossale che si debba aspettare il film perché la serie delude sotto questo aspetto) assume il suo ruolo da protagonista, mostrando una chiara crescita psicologica e una discreta determinazione nella vita e in battaglia.
L'ultima parte del film, incentrata sul combattimento con il perfido conte, è assai poco cinematografica e deludente. Salamander, oltre a essere praticamente identico al cattivo del film di "Pretty Cure Splash Star" e dal carisma nullo, si trasforma in un enorme drago - ben poca cosa, rispetto alle trasformazioni viste nei film precedenti - che le eroine sconfiggono con il loro normalissimo colpo già visto nella serie tv, invece di ottenere un potenziamento esclusivo per il lungometraggio (cosa che invece accadeva nei film precedenti), in uno scontro ben poco cinematografico rispetto a quelli che hanno avuto luogo sul grande schermo prima di lui.
Essendo il film di "Heartcatch Pretty Cure", si sa che il disegno sarà sì curato, più della serie tv, ma non particolarmente bello, e che il doppiaggio (che, oltre agli interpreti della serie tv, vanta anche la partecipazione di una certa Ikue Ohtani come voce di Olivier) andrà bene finché Erika non aprirà bocca, mentre invece le musiche sono molto belle e d'atmosfera.
E' una piacevole variazione sui classici temi dei film delle Pretty Cure, ma personalmente non amo molto l'artificio narrativo del ragazzino amorfo/solitario/scazzato/emo Kishimoto-style che ha dentro di sé un enorme potere e dunque non ho gradito più di tanto il personaggio di Olivier, per quanto fosse ben inserito all'interno della storia. Va detto che "Heartcatch Pretty Cure" è la serie che mi è piaciuta di meno, ma ho apprezzato il quadro psicologico delle protagoniste che il lungometraggio ha rappresentato nella sua prima parte. Avrei, tuttavia, preferito un combattimento finale più spettacolare e cinematografico.
E' un film carino, che ben integra la serie a cui si riferisce, da cui mutua gran parte dei difetti, tra cui disegni e doppiaggio, correggendone alcuni: i personaggi sono, vuoi perché qui li vedi e senti solo per un'ora invece che per cinquanta puntate, più simpatici e meglio caratterizzati. I personaggi di Olivier e del conte Salamander sono stati mostrati di sfuggita e inspiegabilmente anche in una puntata della serie tv, rendendo di fatto il film canonico, dunque una visione è obbligata, per chi ha visto "Heartcatch Pretty Cure", anche per via di un quadro psicologico dei personaggi più curato rispetto alla serie televisiva che porta a dei bei momenti dal punto di vista emotivo, nella loro semplicità e nel loro dirigersi a un pubblico infantile.
Quando sei una Pretty Cure, però, non c'è proprio modo di stare lontana dai guai, anche spostandoti all'estero, ed ecco che anche ai piedi della Torre Eiffel saltano fuori dei malvagi da combattere per le variopinte eroine.
A differenza dei precedenti film, la trama non è incentrata su nuovi folletti provenienti da un mondo parallelo in pericolo, ma su Olivier, un ragazzino misterioso affetto da licantropia, e sul malvagio conte Salamander.
La parte più cospicua (e migliore) del lungometraggio vede le quattro eroine intente a fare amicizia con Olivier dopo averlo salvato dagli attacchi dei mostri, e insegnare a lui, che ha sempre vissuto nella solitudine e nella tristezza, la gioia di vivere. In numerosi momenti slice of life, fra il divertente e il toccante, si riuscirà ad avere un quadro, persino più chiaro rispetto alle oltre quaranta puntate della serie tv, delle personalità e dei sogni delle quattro protagoniste, con un occhio di riguardo nei confronti di Tsubomi, che finalmente (ed è paradossale che si debba aspettare il film perché la serie delude sotto questo aspetto) assume il suo ruolo da protagonista, mostrando una chiara crescita psicologica e una discreta determinazione nella vita e in battaglia.
L'ultima parte del film, incentrata sul combattimento con il perfido conte, è assai poco cinematografica e deludente. Salamander, oltre a essere praticamente identico al cattivo del film di "Pretty Cure Splash Star" e dal carisma nullo, si trasforma in un enorme drago - ben poca cosa, rispetto alle trasformazioni viste nei film precedenti - che le eroine sconfiggono con il loro normalissimo colpo già visto nella serie tv, invece di ottenere un potenziamento esclusivo per il lungometraggio (cosa che invece accadeva nei film precedenti), in uno scontro ben poco cinematografico rispetto a quelli che hanno avuto luogo sul grande schermo prima di lui.
Essendo il film di "Heartcatch Pretty Cure", si sa che il disegno sarà sì curato, più della serie tv, ma non particolarmente bello, e che il doppiaggio (che, oltre agli interpreti della serie tv, vanta anche la partecipazione di una certa Ikue Ohtani come voce di Olivier) andrà bene finché Erika non aprirà bocca, mentre invece le musiche sono molto belle e d'atmosfera.
E' una piacevole variazione sui classici temi dei film delle Pretty Cure, ma personalmente non amo molto l'artificio narrativo del ragazzino amorfo/solitario/scazzato/emo Kishimoto-style che ha dentro di sé un enorme potere e dunque non ho gradito più di tanto il personaggio di Olivier, per quanto fosse ben inserito all'interno della storia. Va detto che "Heartcatch Pretty Cure" è la serie che mi è piaciuta di meno, ma ho apprezzato il quadro psicologico delle protagoniste che il lungometraggio ha rappresentato nella sua prima parte. Avrei, tuttavia, preferito un combattimento finale più spettacolare e cinematografico.
E' un film carino, che ben integra la serie a cui si riferisce, da cui mutua gran parte dei difetti, tra cui disegni e doppiaggio, correggendone alcuni: i personaggi sono, vuoi perché qui li vedi e senti solo per un'ora invece che per cinquanta puntate, più simpatici e meglio caratterizzati. I personaggi di Olivier e del conte Salamander sono stati mostrati di sfuggita e inspiegabilmente anche in una puntata della serie tv, rendendo di fatto il film canonico, dunque una visione è obbligata, per chi ha visto "Heartcatch Pretty Cure", anche per via di un quadro psicologico dei personaggi più curato rispetto alla serie televisiva che porta a dei bei momenti dal punto di vista emotivo, nella loro semplicità e nel loro dirigersi a un pubblico infantile.