Kingdom
«Kingdom» è un anime le cui animazioni sono a cura dello Studio Pierrot, trasposizione del manga scritto e disegnato da Yasuhisa Hara che, raccontando la prima parte delle avventure di Xin, personaggio dell'antica Cina, intriga e appassiona, anche con animazioni spesso in computer grafica non all'altezza dell'opera.
Nell'antica Cina (siamo nel terzo secolo avanti Cristo) Xin, insieme al suo amico di infanzia, ha un sogno in comune: diventare il più grande generale di tutti i tempi. Un fortuito incontro sembra dare speranza a tali sogni. Inizia così una storia ambientata nella Cina nel periodo in cui ancora non era stata unificata e i vari regni combattevano fra di loro per la supremazia.
Molti dei personaggi che si vedono nell'opera sono esistiti realmente e fanno parte di quella storia incredibile che ha portato alla nascita di una grande nazione. La parte storica è stata ricostruita fedelmente, si vive quell'epoca attraverso gli occhi di un ragazzo normale, la sua carriera è solo all'inizio, ma il tutto, per come viene raccontato, fa crescere quella voglia di approfondimento nello spettatore.
Le caratterizzazioni dei personaggi è notevole, fra quelle meglio riuscite il giovane Yíng Zhèng e il generale Wang Qi (Wang Jian). Simpatia susciterà Teng, il braccio destro di Wang, più un comico che un guerriero.
Le animazioni, a cura dello studio Pierrot, sono il punto debole dell'opera: un marcato uso della computer grafica soprattutto nelle battaglie ne sminuisce il fascino, non favorendo il coinvolgimento che ci dovrebbe essere in quei momenti; non a caso nelle varie scene che rimarranno più impresse nello spettatore non si farà uso di tale scelta. Quello che potrebbe sembrare un parere personale trova spiegazione convincente in alcune scelte accessorie di tali animazioni, come ad esempio l'assenza di sangue (nella controparte cartacea era giustamente abbondante) nella varie scene di guerra create in computer grafica. Una guerra senza sangue è un sogno che non trova storicamente corrispondenza, nella guerra si muore, si soffre, ma la crudeltà di una guerra non viene trasmessa allo spettatore. I disegni sono nella norma.
L'opening, le cui immagini in parte cambiano a seconda del periodo storico che viene raccontato, non spicca così come l'ending. Il comparto musicale non esprime al meglio le potenzialità delle scene drammatiche. La qualità dei dialoghi è altalenante, i migliori scambi di battute sono quelli con Yíng Zhèng, che rendono al meglio il personaggio (Jun Fukuyama, che fa sorridere ricordarlo come doppiatore del Panda di «Shirokuma Café», saprà dargli un tono nobile, regale). Il buon Rikiya Koyama (Coyote Starrk, Mozgus) darà a Wang Qi il dovuto carisma.
La serie la si consiglia agli appassionati di storia, a coloro a cui piace vedere strategia e azione nelle battaglie, e, se vi dovesse piacere, vi consiglio caldamente il manga.
Nell'antica Cina (siamo nel terzo secolo avanti Cristo) Xin, insieme al suo amico di infanzia, ha un sogno in comune: diventare il più grande generale di tutti i tempi. Un fortuito incontro sembra dare speranza a tali sogni. Inizia così una storia ambientata nella Cina nel periodo in cui ancora non era stata unificata e i vari regni combattevano fra di loro per la supremazia.
Molti dei personaggi che si vedono nell'opera sono esistiti realmente e fanno parte di quella storia incredibile che ha portato alla nascita di una grande nazione. La parte storica è stata ricostruita fedelmente, si vive quell'epoca attraverso gli occhi di un ragazzo normale, la sua carriera è solo all'inizio, ma il tutto, per come viene raccontato, fa crescere quella voglia di approfondimento nello spettatore.
Le caratterizzazioni dei personaggi è notevole, fra quelle meglio riuscite il giovane Yíng Zhèng e il generale Wang Qi (Wang Jian). Simpatia susciterà Teng, il braccio destro di Wang, più un comico che un guerriero.
Le animazioni, a cura dello studio Pierrot, sono il punto debole dell'opera: un marcato uso della computer grafica soprattutto nelle battaglie ne sminuisce il fascino, non favorendo il coinvolgimento che ci dovrebbe essere in quei momenti; non a caso nelle varie scene che rimarranno più impresse nello spettatore non si farà uso di tale scelta. Quello che potrebbe sembrare un parere personale trova spiegazione convincente in alcune scelte accessorie di tali animazioni, come ad esempio l'assenza di sangue (nella controparte cartacea era giustamente abbondante) nella varie scene di guerra create in computer grafica. Una guerra senza sangue è un sogno che non trova storicamente corrispondenza, nella guerra si muore, si soffre, ma la crudeltà di una guerra non viene trasmessa allo spettatore. I disegni sono nella norma.
L'opening, le cui immagini in parte cambiano a seconda del periodo storico che viene raccontato, non spicca così come l'ending. Il comparto musicale non esprime al meglio le potenzialità delle scene drammatiche. La qualità dei dialoghi è altalenante, i migliori scambi di battute sono quelli con Yíng Zhèng, che rendono al meglio il personaggio (Jun Fukuyama, che fa sorridere ricordarlo come doppiatore del Panda di «Shirokuma Café», saprà dargli un tono nobile, regale). Il buon Rikiya Koyama (Coyote Starrk, Mozgus) darà a Wang Qi il dovuto carisma.
La serie la si consiglia agli appassionati di storia, a coloro a cui piace vedere strategia e azione nelle battaglie, e, se vi dovesse piacere, vi consiglio caldamente il manga.
Se in alcuni casi ci siamo avvicinati a determinati manga, magari è proprio grazie alla loro trasposizione in anime, un vero spot per il cartaceo; alcune volte, invece, purtroppo questo è solo una brutta o bruttissima (come in questo caso) pubblicità.
La prima cosa che salta all'occhio già dalla prima puntata è la grafica computerizzata a dir poco imbarazzante, che ricorda molto quella della ormai datata console nipponica Playstation 1, che appare sullo schermo come un gigantesco pugno in occhio. La trama dell'anime segue fedelmente quella del manga, ma perdendo totalmente di pathos sia nell'introspezione dei personaggi, quasi inesistente, sia nelle feroci guerre gestite in maniera pessima, dove tutto si capisce poco o nulla, e non c'è un vero trasporto emotivo in esso.
Non fatevi ingannare dall'anime, che purtroppo è la peggiore pubblicità del manga.
La prima cosa che salta all'occhio già dalla prima puntata è la grafica computerizzata a dir poco imbarazzante, che ricorda molto quella della ormai datata console nipponica Playstation 1, che appare sullo schermo come un gigantesco pugno in occhio. La trama dell'anime segue fedelmente quella del manga, ma perdendo totalmente di pathos sia nell'introspezione dei personaggi, quasi inesistente, sia nelle feroci guerre gestite in maniera pessima, dove tutto si capisce poco o nulla, e non c'è un vero trasporto emotivo in esso.
Non fatevi ingannare dall'anime, che purtroppo è la peggiore pubblicità del manga.
"Kingdom" è la storia di Xin, un orfano il cui obiettivo è diventare il più grande generale che sia mai esistito. Per raggiungere il suo scopo combatterà tra le fila dell'esercito di Zheng, re del territori Qin, nel tentativo di scalare i ranghi dell'esercito e raggiungere l'agognato grado di generale. L'ambientazione è la Cina della guerra dei 500 anni, periodo caratterizzato dall'eterna guerra tra gli stati che frammentano l'odierna Cina, senza che uno di questi abbia preso il sopravvento sugli altri. Quindi il protagonista si ritroverà in un periodo turbolento dove la guerra domina, si tessono alleanze e si spezzano, dove i generali da lui tanto ammirati sono personaggi fondamentali e in grado di decidere con le loro scelte in battaglia il futuro dei Paesi.
Nello svolgimento della trama le battaglie non mancheranno, anzi saranno una costante fissa e colonna portante della storia. La loro realizzazione è ottima, sono coinvolgenti, non ci si riesce ad annoiare durante i continui capovolgimenti di fronte, con sorprese e scontri il cui esito raramente è scontato. Xin non sarà solo nel suo tentativo di diventare generale, ma sarà aiutato dai numerosi compagni che combatteranno al suo fianco e con i quali creerà un rapporto di assoluta fiducia e amicizia indissolubile, grazie ai numerosi scontri che si troveranno ad affrontare assieme.
L'elemento negativo che non mi permette di dare il voto massimo che quest'anime meriterebbe è la grafica, che sinceramente è un pugno nell'occhio. I personaggi sono rappresentati con tratti a volte fastidiosi, i movimenti poco fluidi rendono la visione a volte faticosa, ed è un vero peccato. Ritengo "Kingdom" uno dei migliori anime ad ambientazione storica che ci siano e ne consiglio vivamente la visione agli amanti del genere e non.
Nello svolgimento della trama le battaglie non mancheranno, anzi saranno una costante fissa e colonna portante della storia. La loro realizzazione è ottima, sono coinvolgenti, non ci si riesce ad annoiare durante i continui capovolgimenti di fronte, con sorprese e scontri il cui esito raramente è scontato. Xin non sarà solo nel suo tentativo di diventare generale, ma sarà aiutato dai numerosi compagni che combatteranno al suo fianco e con i quali creerà un rapporto di assoluta fiducia e amicizia indissolubile, grazie ai numerosi scontri che si troveranno ad affrontare assieme.
L'elemento negativo che non mi permette di dare il voto massimo che quest'anime meriterebbe è la grafica, che sinceramente è un pugno nell'occhio. I personaggi sono rappresentati con tratti a volte fastidiosi, i movimenti poco fluidi rendono la visione a volte faticosa, ed è un vero peccato. Ritengo "Kingdom" uno dei migliori anime ad ambientazione storica che ci siano e ne consiglio vivamente la visione agli amanti del genere e non.