Malevolent Spirits: Mononogatari
"Malevolent Spirits: Monogatari" è una serie seinen tratta dall’omonimo manga tuttora in corso. Ambientato nel Giappone moderno, prende in prestito una divinità del folklore giapponese intorno alla quale la storia è costruita.
Gli tsukumogami (lett. “Kami degli oggetti”) sono yokai originati da oggetti inanimati che acquisiscono una volontà propria. Può infatti capitare che un Marebito (entità che giunge in mezzo ai vivi dal mondo dei morti) possegga un vecchio oggetto e assuma una forma fisica umanoide. Per gestire gli tsukumogami esistono i Saenome, tre famiglie al servizio del governo ciascuna addetta alla protezione di un’area.
Il protagonista della storia è Hyoma Kunato, prossimo erede della famiglia Kunato (una dei Saenome) che desta però la preoccupazione di suo nonno Zohei, attuale capofamiglia, per i suoi metodi aggressivi. I Marebito spesso diventano contro la loro volontà tsukumogami, e quindi una soluzione pacifica è facilmente attuabile. Ma Hyoma porta ancora con sé un vecchio trauma e odia così profondamente gli tsukumogami, da escludere a priori ogni approccio pacifico.
Zohei, preoccupato per il suo futuro, si vede costretto a adottare una terapia d’urto. Se Hyoma intende succedergli come capofamiglia, dovrà vivere per un anno con la famiglia Nagatsuki, composta da sei tsukumogami e dalla loro padrona umana Botan, un’universitaria dolce e introversa. Hyoma, con il suo carattere diretto e franco, farà scintille sin da subito con la famiglia Nagatsuki, ma il suo approccio onesto gli permetterà di avvicinarsi col tempo a capire la natura degli tsukumogami e a costruire un rapporto di fiducia.
Il caracter design è molto buono e i personaggi principali sono approfonditi gradualmente, donando loro spessore. L’affetto che lega la famiglia Nagatsuki è molto profondo, un legame forte costruito intorno a Botan, il cui passato nasconde molte più difficoltà di quante Hyoma possa immaginare. Gli tsukumogami e i loro poteri, legati all’oggetto posseduto, sono molto interessanti, anche se il loro potenziale in questa prima serie è rimasto un po’ defilato.
Le animazioni sono ben fatte e i combattimenti coinvolgenti, con i poteri degli tsukumogami che ravvivano gli scontri.
Il finale è ovviamente aperto, visto il manga in prosecuzione e la seconda serie già annunciata per l’estate 2023. Questa prima serie si presenta come un punto di partenza per un’opera più lunga, e lo stesso finale si pone come start line per la crescita di Hyoma e Botan. Per ora voto 7, ma con alte aspettative per il prosieguo.
Gli tsukumogami (lett. “Kami degli oggetti”) sono yokai originati da oggetti inanimati che acquisiscono una volontà propria. Può infatti capitare che un Marebito (entità che giunge in mezzo ai vivi dal mondo dei morti) possegga un vecchio oggetto e assuma una forma fisica umanoide. Per gestire gli tsukumogami esistono i Saenome, tre famiglie al servizio del governo ciascuna addetta alla protezione di un’area.
Il protagonista della storia è Hyoma Kunato, prossimo erede della famiglia Kunato (una dei Saenome) che desta però la preoccupazione di suo nonno Zohei, attuale capofamiglia, per i suoi metodi aggressivi. I Marebito spesso diventano contro la loro volontà tsukumogami, e quindi una soluzione pacifica è facilmente attuabile. Ma Hyoma porta ancora con sé un vecchio trauma e odia così profondamente gli tsukumogami, da escludere a priori ogni approccio pacifico.
Zohei, preoccupato per il suo futuro, si vede costretto a adottare una terapia d’urto. Se Hyoma intende succedergli come capofamiglia, dovrà vivere per un anno con la famiglia Nagatsuki, composta da sei tsukumogami e dalla loro padrona umana Botan, un’universitaria dolce e introversa. Hyoma, con il suo carattere diretto e franco, farà scintille sin da subito con la famiglia Nagatsuki, ma il suo approccio onesto gli permetterà di avvicinarsi col tempo a capire la natura degli tsukumogami e a costruire un rapporto di fiducia.
Il caracter design è molto buono e i personaggi principali sono approfonditi gradualmente, donando loro spessore. L’affetto che lega la famiglia Nagatsuki è molto profondo, un legame forte costruito intorno a Botan, il cui passato nasconde molte più difficoltà di quante Hyoma possa immaginare. Gli tsukumogami e i loro poteri, legati all’oggetto posseduto, sono molto interessanti, anche se il loro potenziale in questa prima serie è rimasto un po’ defilato.
Le animazioni sono ben fatte e i combattimenti coinvolgenti, con i poteri degli tsukumogami che ravvivano gli scontri.
Il finale è ovviamente aperto, visto il manga in prosecuzione e la seconda serie già annunciata per l’estate 2023. Questa prima serie si presenta come un punto di partenza per un’opera più lunga, e lo stesso finale si pone come start line per la crescita di Hyoma e Botan. Per ora voto 7, ma con alte aspettative per il prosieguo.