Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian
Sinceramente, faccio fatica a comprendere tutto l'entusiasmo che circonda “Roshidere”.
Quando ho iniziato a guardarlo, i primi due episodi mi avevano dato l'impressione di trovarmi di fronte a uno dei migliori anime romantici degli ultimi anni: la premessa era intrigante, i personaggi sembravano ben caratterizzati e l'umorismo funzionava. Tuttavia, già a partire dal terzo episodio, il ritmo subisce un brusco cambiamento, e la narrazione si sposta su un argomento piuttosto banale: le elezioni del presidente del consiglio studentesco.
Questa sotto-trama, che poteva essere risolta in tre episodi al massimo, viene invece trattata con un'enfasi esagerata, quasi fosse una questione di stato, allungando il brodo fino quasi alla fine della stagione. Il problema principale è che questo focus eccessivo lascia poco spazio agli elementi più interessanti dell’anime, ovvero le gag romantiche e i momenti divertenti. La commedia e il romanticismo, che inizialmente sembravano il punto di forza della serie, vengono messi in secondo piano, per lasciare spazio a dialoghi prolissi e situazioni che non riescono davvero a coinvolgere lo spettatore.
Il concept di base non è malvagio: l’idea di una ragazza che parla russo e interagisce con il protagonista poteva essere un elemento originale e caratterizzante. Tuttavia, la resa è piuttosto deludente. Se il "punto di forza" della protagonista è proprio la sua conoscenza della lingua russa, almeno il doppiaggio avrebbe dovuto essere curato meglio. Nella versione giapponese, il russo parlato risulta tutt'altro che convincente, tanto che persino il doppiaggio inglese riesce a fare un lavoro migliore. Questo dettaglio potrebbe sembrare secondario, ma incide molto sulla credibilità del personaggio e sulle sue interazioni con il protagonista.
Un altro grande difetto della serie è la gestione del cast femminile. Se amate le ragazze 2D e vi piace ilcliché dell’harem, allora “Roshidere” potrebbe fare al caso vostro. Ogni due episodi viene introdotta una nuova ragazza, ciascuna con la personalità di una sedia, il cui unico scopo sembra essere quello di corteggiare il protagonista senza una reale costruzione narrativa dietro. Questo continuo inserimento di nuove ragazze finisce per diluire ulteriormente la storia principale e rendere ancora più evidente la mancanza di un vero sviluppo relazionale tra i personaggi.
Nel complesso, questo anime parte bene, ma si perde rapidamente per strada. Lo svolgimento è fiacco e dimenticabile, con una narrazione eccessivamente diluita e dialoghi spesso superflui. Solo verso il finale l'anime sembra riprendersi leggermente, ma non abbastanza da salvare l'intera esperienza.
In definitiva, lo boccio senza troppi rimpianti: ci sono anime romantici decisamente migliori, sia in termini di scrittura che di coinvolgimento emotivo. Speriamo che con la seconda stagione riescano a rendere gli episodi più interessanti e meno pieni di chiacchiere inutili.
Quando ho iniziato a guardarlo, i primi due episodi mi avevano dato l'impressione di trovarmi di fronte a uno dei migliori anime romantici degli ultimi anni: la premessa era intrigante, i personaggi sembravano ben caratterizzati e l'umorismo funzionava. Tuttavia, già a partire dal terzo episodio, il ritmo subisce un brusco cambiamento, e la narrazione si sposta su un argomento piuttosto banale: le elezioni del presidente del consiglio studentesco.
Questa sotto-trama, che poteva essere risolta in tre episodi al massimo, viene invece trattata con un'enfasi esagerata, quasi fosse una questione di stato, allungando il brodo fino quasi alla fine della stagione. Il problema principale è che questo focus eccessivo lascia poco spazio agli elementi più interessanti dell’anime, ovvero le gag romantiche e i momenti divertenti. La commedia e il romanticismo, che inizialmente sembravano il punto di forza della serie, vengono messi in secondo piano, per lasciare spazio a dialoghi prolissi e situazioni che non riescono davvero a coinvolgere lo spettatore.
Il concept di base non è malvagio: l’idea di una ragazza che parla russo e interagisce con il protagonista poteva essere un elemento originale e caratterizzante. Tuttavia, la resa è piuttosto deludente. Se il "punto di forza" della protagonista è proprio la sua conoscenza della lingua russa, almeno il doppiaggio avrebbe dovuto essere curato meglio. Nella versione giapponese, il russo parlato risulta tutt'altro che convincente, tanto che persino il doppiaggio inglese riesce a fare un lavoro migliore. Questo dettaglio potrebbe sembrare secondario, ma incide molto sulla credibilità del personaggio e sulle sue interazioni con il protagonista.
Un altro grande difetto della serie è la gestione del cast femminile. Se amate le ragazze 2D e vi piace ilcliché dell’harem, allora “Roshidere” potrebbe fare al caso vostro. Ogni due episodi viene introdotta una nuova ragazza, ciascuna con la personalità di una sedia, il cui unico scopo sembra essere quello di corteggiare il protagonista senza una reale costruzione narrativa dietro. Questo continuo inserimento di nuove ragazze finisce per diluire ulteriormente la storia principale e rendere ancora più evidente la mancanza di un vero sviluppo relazionale tra i personaggi.
Nel complesso, questo anime parte bene, ma si perde rapidamente per strada. Lo svolgimento è fiacco e dimenticabile, con una narrazione eccessivamente diluita e dialoghi spesso superflui. Solo verso il finale l'anime sembra riprendersi leggermente, ma non abbastanza da salvare l'intera esperienza.
In definitiva, lo boccio senza troppi rimpianti: ci sono anime romantici decisamente migliori, sia in termini di scrittura che di coinvolgimento emotivo. Speriamo che con la seconda stagione riescano a rendere gli episodi più interessanti e meno pieni di chiacchiere inutili.
Mi sento come se mi fossi risvegliato da un sonno iniziato a luglio dell'anno scorso.
Sarà una sensazione.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" è... un titolo internazionale fuorviante, siccome quello originale giapponese si traduce in qualcosa come "Alya, che siede al mio fianco, ogni tanto mormora affettuosamente in russo". Nessun indizio sul fatto che il motore narrativo sia esclusivamente dedicato ai sentimenti, e che si debba utilizzare questo elemento ricorsivamente per creare una commedia degli equivoci.
Quindi, se lo avete criticato per questo motivo, siete stati un po' ingenui, ma non è neanche del tutto colpa vostra. Citando la bambola Ononoki, "Peace peace".
Partiamo da un assunto.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" non è un'opera perfetta, e neanche eccelsa. Ha un paio di elementi narrativi molto borderline a livello di sospensione dell'incredulità, e una struttura che, specie nella seconda metà, dilata un paio di eventi un po' troppo, e non li nobilita come dovrebbe. A questo si unisce un comparto tecnico che, per quanto non davvero brutto, ha vari difetti: oltre gli sbrilluccichii ormai insostenibili degli anime moderni (basta patinare le cose! Basta!), ha un paio di ambienti in grafica 3D che non sono amalgamati al meglio con l'animazione, e una fotografia (non so se dovrei usare questo termine in animazione, ma lo userò lo stesso) che, specie all'interno della scuola, è alquanto monocromatica, piena di tinte beige e bianco latte, come un cappuccino annacquato.
Detto ciò, credo che l'anime non diventi mai davvero insufficiente. Prima di tutto perché, a differenza di quanto si potrebbe credere, in realtà l'elemento di Alya che ogni tanto mormora in russo è parte funzionale non solo della sua caratterizzazione, ma anche della storia. Viene utilizzato nella maniera giusta, ovvero per rendere interessante e peculiare il rapporto tra Alya e Masachika, e anche per mettere in luce, a livello narrativo, le qualità di quest'ultimo.
Credo che Masachika, e le dinamiche che ha con Alya, siano il punto di forza di questo anime, che mi porta a dire che merita un po' più di un 6. Questo protagonista, oltre a non essere un 'sottone' (grazie a Dio), è un personaggio sorprendentemente positivo. Rispettoso di Alya e delle sue scelte, nonché ammiratore della sua personalità, che decide di non usare il fatto che lui in realtà sa il russo per i suoi scopi, poiché crede nella necessità di Alya di compiere determinati passi da sola. Eppure, è pronto a supportarla, aiutandola per genuino affetto nei suoi confronti.
Tutti i personaggi più importanti di questo anime in realtà sono interessanti a livello di caratterizzazione. Non che siano personaggi "umani", e neanche unici nel loro genere (non è né la Harada, né Nisioisin l'autore di quest'opera), ma sono tra il buono e il carino. A partire da Masachika, che riesce a essere non solo una figura positiva, come detto prima, ma un personaggio genuinamente simpatico, affabile ma non invadente, e con delle passioni peculiari che non riesce a condividere con le persone "normali"; ma, soprattutto, non è uno 'sfigato'.
Alya non è un love interest comune, poiché oltre ad avere dei guizzi propri rispetto alle classiche tsundere, paradossalmente ha degli elementi che di solito sono dei protagonisti maschili delle romcom, ovvero il bisogno di superare determinate timidezze e ansie per riuscire ad esprimersi al meglio (e in una lingua che non sia il russo).
Yuki è un colpo di genio, poiché unisce tre stereotipi degli anime in uno, creando un personaggio stranamente riconoscibile, creatore di gag molto divertenti, e che viene anche utilizzato in maniera interessante, siccome viene fatto risaltare il suo lato manipolatore, e sfruttato nella seconda metà dell'opera.
Masha e Ayano sono semplicemente molto gradevoli, e svolgono bene i loro ruoli, pur se non preponderanti.
Credo che "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" sia davvero un'opera con una sua dignità, una visione ben più che gradevole, e che soprattutto si ricorda di cosa deve raccontare.
Che dovrebbe essere scontato, ma dopo aver visto l'apprezzamento per "Oshi no Ko" e "Dandadan", non ne sono più sicuro.
Ne parleremo in futuro.
Nicola ist zurück.
Auf wiedersehen!
Sarà una sensazione.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" è... un titolo internazionale fuorviante, siccome quello originale giapponese si traduce in qualcosa come "Alya, che siede al mio fianco, ogni tanto mormora affettuosamente in russo". Nessun indizio sul fatto che il motore narrativo sia esclusivamente dedicato ai sentimenti, e che si debba utilizzare questo elemento ricorsivamente per creare una commedia degli equivoci.
Quindi, se lo avete criticato per questo motivo, siete stati un po' ingenui, ma non è neanche del tutto colpa vostra. Citando la bambola Ononoki, "Peace peace".
Partiamo da un assunto.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" non è un'opera perfetta, e neanche eccelsa. Ha un paio di elementi narrativi molto borderline a livello di sospensione dell'incredulità, e una struttura che, specie nella seconda metà, dilata un paio di eventi un po' troppo, e non li nobilita come dovrebbe. A questo si unisce un comparto tecnico che, per quanto non davvero brutto, ha vari difetti: oltre gli sbrilluccichii ormai insostenibili degli anime moderni (basta patinare le cose! Basta!), ha un paio di ambienti in grafica 3D che non sono amalgamati al meglio con l'animazione, e una fotografia (non so se dovrei usare questo termine in animazione, ma lo userò lo stesso) che, specie all'interno della scuola, è alquanto monocromatica, piena di tinte beige e bianco latte, come un cappuccino annacquato.
Detto ciò, credo che l'anime non diventi mai davvero insufficiente. Prima di tutto perché, a differenza di quanto si potrebbe credere, in realtà l'elemento di Alya che ogni tanto mormora in russo è parte funzionale non solo della sua caratterizzazione, ma anche della storia. Viene utilizzato nella maniera giusta, ovvero per rendere interessante e peculiare il rapporto tra Alya e Masachika, e anche per mettere in luce, a livello narrativo, le qualità di quest'ultimo.
Credo che Masachika, e le dinamiche che ha con Alya, siano il punto di forza di questo anime, che mi porta a dire che merita un po' più di un 6. Questo protagonista, oltre a non essere un 'sottone' (grazie a Dio), è un personaggio sorprendentemente positivo. Rispettoso di Alya e delle sue scelte, nonché ammiratore della sua personalità, che decide di non usare il fatto che lui in realtà sa il russo per i suoi scopi, poiché crede nella necessità di Alya di compiere determinati passi da sola. Eppure, è pronto a supportarla, aiutandola per genuino affetto nei suoi confronti.
Tutti i personaggi più importanti di questo anime in realtà sono interessanti a livello di caratterizzazione. Non che siano personaggi "umani", e neanche unici nel loro genere (non è né la Harada, né Nisioisin l'autore di quest'opera), ma sono tra il buono e il carino. A partire da Masachika, che riesce a essere non solo una figura positiva, come detto prima, ma un personaggio genuinamente simpatico, affabile ma non invadente, e con delle passioni peculiari che non riesce a condividere con le persone "normali"; ma, soprattutto, non è uno 'sfigato'.
Alya non è un love interest comune, poiché oltre ad avere dei guizzi propri rispetto alle classiche tsundere, paradossalmente ha degli elementi che di solito sono dei protagonisti maschili delle romcom, ovvero il bisogno di superare determinate timidezze e ansie per riuscire ad esprimersi al meglio (e in una lingua che non sia il russo).
Yuki è un colpo di genio, poiché unisce tre stereotipi degli anime in uno, creando un personaggio stranamente riconoscibile, creatore di gag molto divertenti, e che viene anche utilizzato in maniera interessante, siccome viene fatto risaltare il suo lato manipolatore, e sfruttato nella seconda metà dell'opera.
Masha e Ayano sono semplicemente molto gradevoli, e svolgono bene i loro ruoli, pur se non preponderanti.
Credo che "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" sia davvero un'opera con una sua dignità, una visione ben più che gradevole, e che soprattutto si ricorda di cosa deve raccontare.
Che dovrebbe essere scontato, ma dopo aver visto l'apprezzamento per "Oshi no Ko" e "Dandadan", non ne sono più sicuro.
Ne parleremo in futuro.
Nicola ist zurück.
Auf wiedersehen!
La stagione estiva ha presentato un discreto numero di rom-com (con ambientazione scolastica), e con "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" ha cercato, almeno inizialmente in questo primo cour, l'ennesimo stratagemma per portare un po' di freschezza a un genere che ormai credo abbia dato fondo alla fantasia, per proporre un quid novi che possa perlomeno ravvivare l'interesse degli spettatori verso questo tipo di opere.
Premesso che nutro un discreto interesse verso le commedie romantiche, sebbene ultimamente le abbia percepite come molto "ripetitive", l'idea che la solita protagonista belloccia e per certi versi popolare e inarrivabile (Alya) si esprimesse in lingua russa per manifestare i propri pensieri e sentimenti verso il solito studente intelligente, svogliato ma a suo modo brillante e straordinariamente comprensivo, dotato di una generosità e altruismo sopra la media (Kuze), pensando di non essere compresa, rappresentava un escamotage carino e un po' malizioso, per creare quella classica tensione da equivoco sentimentale su cui si basano prevalentemente le rom-com a sfondo da scuola superiore.
Tuttavia, lo sviluppo della trama di questi primi dodici episodi (già annunciata la seconda serie) mi ha lasciato un po' il sapore del "neither fish nor flesh", perché la serie fino ad un certo punto si poteva tranquillamente riconoscere nelle tante commedie scolastiche con i primi amori tra studenti, con i classici cliché del genere, cui si aggiunge una spruzzata neanche tanto morigerata di fanservice, dato che un po' tutte le ragazze introdotte nella trama, ad iniziare proprio dalla bella e introversa protagonista, sono tutte, ma proprio tutte, parecchio avvenenti.
In questo contesto piuttosto "classico", con la novità dell'idioma russo, la serie vira dopo qualche episodio in ambiti che sembrerebbero ambire a dare alla serie quel tocco di profondità e tridimensionalità ai personaggi, che troppo spesso mancano in opere dello stesso genere.
Alludo in particolare alla questione delle candidature alla presidenza del consiglio studentesco che assorbe due terzi di questi primi dodici episodi e che, intrecciata alla questione tenuta segreta a tutti della circostanza che Kuze (che ha deciso di candidarsi con Alya) è il fratello di Yuki, aspirante come Alya a diventare presidente, tende a trasformare l'opera in una specie di copia mal realizzata e contorta di "Classroom of the Elite", senza riuscire a raggiungere (per fortuna!) il livello grottesco e surreale.
Non posso nascondere un minimo di disappunto per tale scelta di enfatizzare in questi dodici episodi l'aspetto della lotta (non senza qualche bassezza durante i preparativi) della "campagna elettorale". Tale scelta a mio avviso ha snaturato un po' le premesse iniziali: come in "Classroom of the Elite", abbiamo un protagonista maschile in apparenza "underdog" che fa dell'understatement il suo credo, che, tuttavia, è dotato di grandi doti, tra le quali quelle di strategia, intuito e di capacità di comunicazione, e che risulta essere un abile manipolatore, affinché possa ottenere ciò che si prefigge. Tali qualità sono utilizzate come grimaldello per far venire a galla i sentimenti di Alya, facendola passare sostanzialmente per una sorta di incapace rispetto al ruolo cui ambisce, ossia farsi eleggere come presidente del consiglio studentesco. Aggiungiamo poi il rapporto che sembra un po' equivoco (più a causa della sorella) tra Kuze e Yuki, ed ecco servito un bel "papocchio" in cui la parte romance scema per divagazioni più o meno irreali e stucchevoli sulle interazioni tra ragazzi liceali, il cui unico obiettivo e far eleggere il candidato che appoggiano, con una "polarizzazione" simil-guerra tra Guelfi e Ghibellini, che fa stranire parecchio, visto il contesto da cui era iniziata la serie.
Non nascondo che non mancano momenti più da rom-com, ma sono via via sempre più diluiti (assieme alle frasi in russo di Alya), tanto da portarmi a pensare che in fondo la serie abbia voluto più dare risalto alla contesa neppure tanto dissimulata tra i due fratelli, accentuata dalla circostanza che non vivono assieme e che sembra esistere un forte senso di competizione e di sopraffazione reciproca legata alla separazione dei due genitori.
Di sicuro i dodici episodi documentano solo una parte iniziale della storia della light novel da cui è tratta la serie, e pertanto, per capire dove voglia andare a parare, sarà necessario attendere il o i sequel, a meno di volersi leggere le light novel o il successivo adattamento a manga.
Dal punto di vista tecnico la serie è invece una garanzia a livello qualitativo grafico e sonoro. Il chara design è molto classico ma curato nei dettagli, e salvo qualche pecca anche i fondali sono spesso qualitativamente apprezzabili.
Non resta pertanto che auspicare che "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" ("Tokidoki Bosotto Roshiago de Dereru Tonari no Ārya-san") proceda e possa tornare al significato letterale del titolo dell'opera, ossia "Alya, la ragazza del banco accanto, che a volte mormora in russo tra sé e sé", e utilizzare al meglio le finte situazioni equivoche e comiche generate dall'utilizzo dell'idioma non giapponese, per tornare un po' allo spirito e alla leggerezza iniziale della serie.
Premesso che nutro un discreto interesse verso le commedie romantiche, sebbene ultimamente le abbia percepite come molto "ripetitive", l'idea che la solita protagonista belloccia e per certi versi popolare e inarrivabile (Alya) si esprimesse in lingua russa per manifestare i propri pensieri e sentimenti verso il solito studente intelligente, svogliato ma a suo modo brillante e straordinariamente comprensivo, dotato di una generosità e altruismo sopra la media (Kuze), pensando di non essere compresa, rappresentava un escamotage carino e un po' malizioso, per creare quella classica tensione da equivoco sentimentale su cui si basano prevalentemente le rom-com a sfondo da scuola superiore.
Tuttavia, lo sviluppo della trama di questi primi dodici episodi (già annunciata la seconda serie) mi ha lasciato un po' il sapore del "neither fish nor flesh", perché la serie fino ad un certo punto si poteva tranquillamente riconoscere nelle tante commedie scolastiche con i primi amori tra studenti, con i classici cliché del genere, cui si aggiunge una spruzzata neanche tanto morigerata di fanservice, dato che un po' tutte le ragazze introdotte nella trama, ad iniziare proprio dalla bella e introversa protagonista, sono tutte, ma proprio tutte, parecchio avvenenti.
In questo contesto piuttosto "classico", con la novità dell'idioma russo, la serie vira dopo qualche episodio in ambiti che sembrerebbero ambire a dare alla serie quel tocco di profondità e tridimensionalità ai personaggi, che troppo spesso mancano in opere dello stesso genere.
Alludo in particolare alla questione delle candidature alla presidenza del consiglio studentesco che assorbe due terzi di questi primi dodici episodi e che, intrecciata alla questione tenuta segreta a tutti della circostanza che Kuze (che ha deciso di candidarsi con Alya) è il fratello di Yuki, aspirante come Alya a diventare presidente, tende a trasformare l'opera in una specie di copia mal realizzata e contorta di "Classroom of the Elite", senza riuscire a raggiungere (per fortuna!) il livello grottesco e surreale.
Non posso nascondere un minimo di disappunto per tale scelta di enfatizzare in questi dodici episodi l'aspetto della lotta (non senza qualche bassezza durante i preparativi) della "campagna elettorale". Tale scelta a mio avviso ha snaturato un po' le premesse iniziali: come in "Classroom of the Elite", abbiamo un protagonista maschile in apparenza "underdog" che fa dell'understatement il suo credo, che, tuttavia, è dotato di grandi doti, tra le quali quelle di strategia, intuito e di capacità di comunicazione, e che risulta essere un abile manipolatore, affinché possa ottenere ciò che si prefigge. Tali qualità sono utilizzate come grimaldello per far venire a galla i sentimenti di Alya, facendola passare sostanzialmente per una sorta di incapace rispetto al ruolo cui ambisce, ossia farsi eleggere come presidente del consiglio studentesco. Aggiungiamo poi il rapporto che sembra un po' equivoco (più a causa della sorella) tra Kuze e Yuki, ed ecco servito un bel "papocchio" in cui la parte romance scema per divagazioni più o meno irreali e stucchevoli sulle interazioni tra ragazzi liceali, il cui unico obiettivo e far eleggere il candidato che appoggiano, con una "polarizzazione" simil-guerra tra Guelfi e Ghibellini, che fa stranire parecchio, visto il contesto da cui era iniziata la serie.
Non nascondo che non mancano momenti più da rom-com, ma sono via via sempre più diluiti (assieme alle frasi in russo di Alya), tanto da portarmi a pensare che in fondo la serie abbia voluto più dare risalto alla contesa neppure tanto dissimulata tra i due fratelli, accentuata dalla circostanza che non vivono assieme e che sembra esistere un forte senso di competizione e di sopraffazione reciproca legata alla separazione dei due genitori.
Di sicuro i dodici episodi documentano solo una parte iniziale della storia della light novel da cui è tratta la serie, e pertanto, per capire dove voglia andare a parare, sarà necessario attendere il o i sequel, a meno di volersi leggere le light novel o il successivo adattamento a manga.
Dal punto di vista tecnico la serie è invece una garanzia a livello qualitativo grafico e sonoro. Il chara design è molto classico ma curato nei dettagli, e salvo qualche pecca anche i fondali sono spesso qualitativamente apprezzabili.
Non resta pertanto che auspicare che "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" ("Tokidoki Bosotto Roshiago de Dereru Tonari no Ārya-san") proceda e possa tornare al significato letterale del titolo dell'opera, ossia "Alya, la ragazza del banco accanto, che a volte mormora in russo tra sé e sé", e utilizzare al meglio le finte situazioni equivoche e comiche generate dall'utilizzo dell'idioma non giapponese, per tornare un po' allo spirito e alla leggerezza iniziale della serie.
Finita ora con non poche difficoltà questa serie, una delle più gettonate della stagione estiva.
Ci si aspettava una rom-com abbastanza classica al limite del noioso... ma magari fosse stato così!
L'incipit è molto interessante, una ragazza che esprime i suoi più intimi pensieri in russo, con il classico protagonista finto tonto nel non dirle che capisce benissimo la sua lingua, il tutto accompagnato dalla classica ambientazione liceale e vari personaggi comprimari.
Purtroppo, dopo qualche episodio tutto ha iniziato a naufragare...
Partiamo per l'appunto dal problema più grosso, la sceneggiatura.
Inizialmente bella, frizzante, simpatica. Le gag, non troppo esagerate, sono molto divertenti. Oltre ai protagonisti entrano in scena vari personaggi secondari, di cui solo pochi avranno un vero peso nella storia, però. Andando avanti, però, la serie perde quella verve che l'ha contraddistinta, perdendosi in situazioni più serie e mettendoci una qualità dei dialoghi non sempre all'altezza. Praticamente, è crollata (in parte) sotto il peso della stessa idea che l'aveva resa una gran bella opera inizialmente.
La regia non è stata molto d'aiuto, tenendo il passo della trama senza dare un aiuto extra nei momenti più difficili. Questo lo si vede più che altro nella seconda metà, più noiosa, visto che nella prima poteva giocare su varie situazioni già di per sé divertenti e interessanti.
Continuando con i difetti (sì, ce ne sono tanti), parliamo pure dei personaggi.
Alya è stata caratterizzata, purtroppo, come la classica ragazza che si tiene dentro tutto e oltremodo sicura delle sue idee, tanto da allontanarsi dagli altri, risultando un po' una principessa scontrosa. Ovviamente, ai fini della trama si aprirà in quattro e quattr'otto al protagonista, che non se la filava granché, senza alcun vero motivo. Mah! Per fortuna, grazie al coprotagonista Masachika, avrà un pochino di evoluzione, rendendosi più sicura delle sue idee, ma sempre rimanendo un po' goffa e, a sensazione, inutile.
Lui al contrario è il classico ragazzo sopra la media, intelligente ma svogliato, ovviamente un po' nerd. Per vari motivi conosce il russo (ma dai?!), e da qui le gag iniziali. Personaggio interessante per il suo passato che poco alla volta verrà svelato, ma per il resto molto cliché.
Passando all'unica attrice degna di nota in quest'opera, Yuki è la mattatrice della serie, praticamente l'unica che con il suo carattere energico, variopinto e tanta simpatia riesce a tenere in piedi la baracca nei momenti più bui. Decisamente più interessante della protagonista, non ha sfortunatamente gli stessi spazi.
Ci sono poi una serie di altri personaggi messi lì più per creare possibili dubbi sulla trama rom-com principale o per ravvivare certe scene, ma niente di più.
Il punto forte della serie (sì, ce n'è uno!) è il lato tecnico, dove si è visto un grande impegno. Graficamente classico, ma comunque disegnato e animato molto bene, è davvero un piacere guardare quest'opera.
Certo, qualche difettuccio riguardo fondali e dettagli vari lo si può trovare, ma è la classica opera in cui i personaggi sono veramente "belli" da vedere. Ottima cosa anche ai fini del fanservice (non molto presente, però).
Il lato sonoro è da un lato interessante per le varie ending e un'opening carina, mentre l'OST poteva essere curata meglio. Forse anche questo è il motivo della mancanza di emozioni in alcune scene, non saprei.
Concludiamo con i voti: regia 6; sceneggiatura 5; design 9; caratterizzazione dei personaggi 6; sonoro 7.
Lo consiglierei? Boh, vedendo i voti dati da vari utenti, direi di no, guardando invece i singoli commenti, c'è anche a chi è piaciuto fino alla fine.
Anche i voti su varie pagine hanno promosso la serie e i personaggi a livello non trascurabile, anche se in verità la concorrenza estiva è stata molto blanda (a parte i decisamente migliori "Makeine: Too Many Losing Heroines!" e "Oshi no Ko").
Purtroppo, inizialmente crea premesse che svaniscono dopo qualche episodio, quindi non posso dire: "Se siete amanti delle rom-com, guardatelo", perché non è questo a cui va a parare più di tanto, sappiatelo.
Per il resto, posso dire che non guarderò sicuramente la stagione 2.
Ci si aspettava una rom-com abbastanza classica al limite del noioso... ma magari fosse stato così!
L'incipit è molto interessante, una ragazza che esprime i suoi più intimi pensieri in russo, con il classico protagonista finto tonto nel non dirle che capisce benissimo la sua lingua, il tutto accompagnato dalla classica ambientazione liceale e vari personaggi comprimari.
Purtroppo, dopo qualche episodio tutto ha iniziato a naufragare...
Partiamo per l'appunto dal problema più grosso, la sceneggiatura.
Inizialmente bella, frizzante, simpatica. Le gag, non troppo esagerate, sono molto divertenti. Oltre ai protagonisti entrano in scena vari personaggi secondari, di cui solo pochi avranno un vero peso nella storia, però. Andando avanti, però, la serie perde quella verve che l'ha contraddistinta, perdendosi in situazioni più serie e mettendoci una qualità dei dialoghi non sempre all'altezza. Praticamente, è crollata (in parte) sotto il peso della stessa idea che l'aveva resa una gran bella opera inizialmente.
La regia non è stata molto d'aiuto, tenendo il passo della trama senza dare un aiuto extra nei momenti più difficili. Questo lo si vede più che altro nella seconda metà, più noiosa, visto che nella prima poteva giocare su varie situazioni già di per sé divertenti e interessanti.
Continuando con i difetti (sì, ce ne sono tanti), parliamo pure dei personaggi.
Alya è stata caratterizzata, purtroppo, come la classica ragazza che si tiene dentro tutto e oltremodo sicura delle sue idee, tanto da allontanarsi dagli altri, risultando un po' una principessa scontrosa. Ovviamente, ai fini della trama si aprirà in quattro e quattr'otto al protagonista, che non se la filava granché, senza alcun vero motivo. Mah! Per fortuna, grazie al coprotagonista Masachika, avrà un pochino di evoluzione, rendendosi più sicura delle sue idee, ma sempre rimanendo un po' goffa e, a sensazione, inutile.
Lui al contrario è il classico ragazzo sopra la media, intelligente ma svogliato, ovviamente un po' nerd. Per vari motivi conosce il russo (ma dai?!), e da qui le gag iniziali. Personaggio interessante per il suo passato che poco alla volta verrà svelato, ma per il resto molto cliché.
Passando all'unica attrice degna di nota in quest'opera, Yuki è la mattatrice della serie, praticamente l'unica che con il suo carattere energico, variopinto e tanta simpatia riesce a tenere in piedi la baracca nei momenti più bui. Decisamente più interessante della protagonista, non ha sfortunatamente gli stessi spazi.
Ci sono poi una serie di altri personaggi messi lì più per creare possibili dubbi sulla trama rom-com principale o per ravvivare certe scene, ma niente di più.
Il punto forte della serie (sì, ce n'è uno!) è il lato tecnico, dove si è visto un grande impegno. Graficamente classico, ma comunque disegnato e animato molto bene, è davvero un piacere guardare quest'opera.
Certo, qualche difettuccio riguardo fondali e dettagli vari lo si può trovare, ma è la classica opera in cui i personaggi sono veramente "belli" da vedere. Ottima cosa anche ai fini del fanservice (non molto presente, però).
Il lato sonoro è da un lato interessante per le varie ending e un'opening carina, mentre l'OST poteva essere curata meglio. Forse anche questo è il motivo della mancanza di emozioni in alcune scene, non saprei.
Concludiamo con i voti: regia 6; sceneggiatura 5; design 9; caratterizzazione dei personaggi 6; sonoro 7.
Lo consiglierei? Boh, vedendo i voti dati da vari utenti, direi di no, guardando invece i singoli commenti, c'è anche a chi è piaciuto fino alla fine.
Anche i voti su varie pagine hanno promosso la serie e i personaggi a livello non trascurabile, anche se in verità la concorrenza estiva è stata molto blanda (a parte i decisamente migliori "Makeine: Too Many Losing Heroines!" e "Oshi no Ko").
Purtroppo, inizialmente crea premesse che svaniscono dopo qualche episodio, quindi non posso dire: "Se siete amanti delle rom-com, guardatelo", perché non è questo a cui va a parare più di tanto, sappiatelo.
Per il resto, posso dire che non guarderò sicuramente la stagione 2.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" è una commedia romantica che si inserisce perfettamente tra le classiche storie scolastiche, combinando momenti di dolcezza con un tocco di umorismo. Il protagonista, Kuze, è facilmente riconoscibile per molti spettatori, specialmente per chi si identifica con la sua figura nerd e introversa, ma al tempo stesso appare come una figura ideale e irraggiungibile.
L'anime utilizza frequentemente incomprensioni tra i personaggi come meccanismo narrativo, un espediente che funziona bene inizialmente, ma che viene forse usato un po' troppo nel corso della storia. Alcuni elementi risultano particolarmente paranormali, come il fatto che Kuze e Yuki siano segretamente fratelli, un dettaglio che aggiunge una nota surreale alla narrazione. Nella seconda parte della serie, l’attenzione si sposta sulla competizione per la presidenza del consiglio studentesco, una trama sorprendentemente interessante, anche se avrei preferito che venisse dato più spazio agli sviluppi romantici. Il lato romantico tra Kuze e Alya è molto carino, con momenti di timidezza classica che ricordano altre storie d'amore anime, ma che riescono comunque a intrattenere.
Il finale è intrigante e lascia molto hype per una possibile seconda stagione. Ci sono diversi fili narrativi che restano in sospeso, alimentando l'aspettativa. La backstory di Kuze e della sorella di Alya è interessante, anche se gli effetti di questa sul presente risultano meno efficaci. La loro dinamica attuale non riesce a sfruttare appieno il potenziale del loro passato condiviso. Un altro aspetto che colpisce lo spettatore è la famiglia di Kuze e Yuki, che incute un certo timore, ma che per ora non è stata esplorata a sufficienza. Sarebbe interessante vedere un'analisi più approfondita di questa dinamica, poiché per ora appare solo accennata.
Sebbene alcuni personaggi secondari siano piuttosto piatti e privi di una vera caratterizzazione, la coppia principale riesce comunque a sostenere l'intera serie. Kuze e Alya, con la loro dolce timidezza e i malintesi, offrono momenti teneri e divertenti, anche se già visti in molte altre serie. Alla fine, non è un prodotto innovativo, ma riesce a intrattenere e non annoia mai lo spettatore. Il mix di romanticismo e umorismo, insieme alla buona chimica tra i protagonisti, rende la visione piacevole, pur restando una storia abbastanza prevedibile che promette però sviluppi interessanti in futuro.
L'anime utilizza frequentemente incomprensioni tra i personaggi come meccanismo narrativo, un espediente che funziona bene inizialmente, ma che viene forse usato un po' troppo nel corso della storia. Alcuni elementi risultano particolarmente paranormali, come il fatto che Kuze e Yuki siano segretamente fratelli, un dettaglio che aggiunge una nota surreale alla narrazione. Nella seconda parte della serie, l’attenzione si sposta sulla competizione per la presidenza del consiglio studentesco, una trama sorprendentemente interessante, anche se avrei preferito che venisse dato più spazio agli sviluppi romantici. Il lato romantico tra Kuze e Alya è molto carino, con momenti di timidezza classica che ricordano altre storie d'amore anime, ma che riescono comunque a intrattenere.
Il finale è intrigante e lascia molto hype per una possibile seconda stagione. Ci sono diversi fili narrativi che restano in sospeso, alimentando l'aspettativa. La backstory di Kuze e della sorella di Alya è interessante, anche se gli effetti di questa sul presente risultano meno efficaci. La loro dinamica attuale non riesce a sfruttare appieno il potenziale del loro passato condiviso. Un altro aspetto che colpisce lo spettatore è la famiglia di Kuze e Yuki, che incute un certo timore, ma che per ora non è stata esplorata a sufficienza. Sarebbe interessante vedere un'analisi più approfondita di questa dinamica, poiché per ora appare solo accennata.
Sebbene alcuni personaggi secondari siano piuttosto piatti e privi di una vera caratterizzazione, la coppia principale riesce comunque a sostenere l'intera serie. Kuze e Alya, con la loro dolce timidezza e i malintesi, offrono momenti teneri e divertenti, anche se già visti in molte altre serie. Alla fine, non è un prodotto innovativo, ma riesce a intrattenere e non annoia mai lo spettatore. Il mix di romanticismo e umorismo, insieme alla buona chimica tra i protagonisti, rende la visione piacevole, pur restando una storia abbastanza prevedibile che promette però sviluppi interessanti in futuro.