Denki-gai no Honya-san
“Denki-gai no Honya-san” (tradotto come “La libreria del distretto elettrico”) è un anime di dodici episodi prodotto nel 2014 dallo studio Shin-Ei Animation e basato sull’omonimo manga scritto e illustrato da Asato Mizu. L’opera segue le vicende di alcuni impiegati della fumetteria Umanohone, situata nel quartiere di Akihabara di Tokyo.
Questo breve stralcio che potremmo definire “trama” riesce, in soli due righi, a diventare un efficace specchietto per le allodole nei confronti di tutti gli appassionati di anime e manga. Questi ultimi, allettati dall’idea di poter esplorare più da vicino uno dei luoghi a loro più cari, andranno infatti a visionare il primo episodio con entusiasmo e trepidazione. Ma in questi casi, si sa, crearsi delle aspettative può essere letale: puntata dopo puntata, ciò che l’opera in questione ci offre si allontana sempre più dall’ambiente della fumetteria per concentrarsi, invece, sulle passioni e le scene di vita quotidiana dei suoi personaggi. Fin qui tutto bene, l’importante è che si parli almeno un po’ del tema per il quale si è iniziata la visione della serie. Questo accade certamente, peccato che si tratti di roba per otaku sfegatati. Ecco, allora, che il nostro commerciante di fiducia consiglierà solo ed esclusivamente manga hentai: questi ultimi, ovviamente, spazieranno dal boys’ love al lolicon in modo da soddisfare anche i palati più variegati. In vendita ci saranno anche molte figure che diverranno le waifu dei loro acquirenti, nonché le ultime edizioni degli eroge più popolari per passare il Natale in compagnia di bellezze 2D. Insomma, chi ha dato un’occhiata a “Denki-gai no Honya-san” nella speranza di trovare disquisizioni sui titoli più colti, o ascoltare le opinioni degli impiegati sul perché amino il loro lavoro e l’universo così variegato dei manga, resterà amaramente deluso.
Tale delusione si può parzialmente evitare se ci si approccia all’opera con lo spirito giusto, ovvero con la convinzione che si sta andando a guardare una commedia (un anime, dunque, che di serio dovrebbe avere poco o nulla). Purtroppo, anche in questo caso, la serie qui analizzata fa completamente cilecca: le gag proposte non suscitano la benché minima risata e il ritmo degli episodi risulta estremamente lento. L’effetto di noia e mal sopportazione si amplifica, poi, quando viene ripetuto sempre lo stesso tipo di sketch (si veda il “Girl Power” di Sensei, che a lungo andare diviene scocciante).
Come accennato prima, gran parte dell’opera si svolge fuori dal negozio e si focalizza sui suoi protagonisti. Questi ultimi, mio malgrado, sono uno peggio dell’altro e sembrano costruiti apposta per ricalcare gli stereotipi più popolari del mondo dell’animazione odierna. Per fare qualche esempio, abbiamo l’otaku occhialuto con la stanza piena di dakimakura e altri cuscini a forma di sedere, nel quale lo spettatore maschile si può facilmente riconoscere; l’aspirante mangaka (sempre munita di occhiali, per soddisfare i fetish del personaggio di cui sopra), nella quale la spettatrice femminile si può immedesimare; gli “oggetti del desiderio”, quali la ragazza col seno abbondante e la loli ammazza-zombie. L’unica nota positiva è rappresentata dalle relazioni sentimentali che si vanno ad instaurare tra tali soggetti e che, a dirla tutta, si fanno seguire abbastanza volentieri.
Il lato tecnico rispecchia egregiamente gli obiettivi con i quali il prodotto è stato creato. Il character design, infatti, è rigorosamente moe e ritrae con le fattezze di bambine di dodici anni ragazze che, probabilmente, dovrebbero averne circa una ventina. Le animazioni sono nella media, così come gli sfondi. Le OST sono alquanto anonime, mentre le sigle, come ci si poteva aspettare, sono kawaii all’ennesima potenza. Stessa cosa dicasi per il doppiaggio, che non fa a meno di qualche ultrasuono.
In conclusione, “Denki-gai no Honya-san” è un anime che ha profondamente deluso le mie aspettative. Le gag e le battute non sono per niente riuscite, mentre i personaggi sono uno più stereotipato dell’altro. Si salvano solamente il “lato romantico” della serie e la piccola Kameko, che fa tenerezza per la sua condizione di personaggio secondario relegato sullo sfondo. Per il resto, sarebbe stato più azzeccato se la trama avesse recitato “Tanta roba otaku, con tanti otaku, per voi otaku”. Voto: 5.
Questo breve stralcio che potremmo definire “trama” riesce, in soli due righi, a diventare un efficace specchietto per le allodole nei confronti di tutti gli appassionati di anime e manga. Questi ultimi, allettati dall’idea di poter esplorare più da vicino uno dei luoghi a loro più cari, andranno infatti a visionare il primo episodio con entusiasmo e trepidazione. Ma in questi casi, si sa, crearsi delle aspettative può essere letale: puntata dopo puntata, ciò che l’opera in questione ci offre si allontana sempre più dall’ambiente della fumetteria per concentrarsi, invece, sulle passioni e le scene di vita quotidiana dei suoi personaggi. Fin qui tutto bene, l’importante è che si parli almeno un po’ del tema per il quale si è iniziata la visione della serie. Questo accade certamente, peccato che si tratti di roba per otaku sfegatati. Ecco, allora, che il nostro commerciante di fiducia consiglierà solo ed esclusivamente manga hentai: questi ultimi, ovviamente, spazieranno dal boys’ love al lolicon in modo da soddisfare anche i palati più variegati. In vendita ci saranno anche molte figure che diverranno le waifu dei loro acquirenti, nonché le ultime edizioni degli eroge più popolari per passare il Natale in compagnia di bellezze 2D. Insomma, chi ha dato un’occhiata a “Denki-gai no Honya-san” nella speranza di trovare disquisizioni sui titoli più colti, o ascoltare le opinioni degli impiegati sul perché amino il loro lavoro e l’universo così variegato dei manga, resterà amaramente deluso.
Tale delusione si può parzialmente evitare se ci si approccia all’opera con lo spirito giusto, ovvero con la convinzione che si sta andando a guardare una commedia (un anime, dunque, che di serio dovrebbe avere poco o nulla). Purtroppo, anche in questo caso, la serie qui analizzata fa completamente cilecca: le gag proposte non suscitano la benché minima risata e il ritmo degli episodi risulta estremamente lento. L’effetto di noia e mal sopportazione si amplifica, poi, quando viene ripetuto sempre lo stesso tipo di sketch (si veda il “Girl Power” di Sensei, che a lungo andare diviene scocciante).
Come accennato prima, gran parte dell’opera si svolge fuori dal negozio e si focalizza sui suoi protagonisti. Questi ultimi, mio malgrado, sono uno peggio dell’altro e sembrano costruiti apposta per ricalcare gli stereotipi più popolari del mondo dell’animazione odierna. Per fare qualche esempio, abbiamo l’otaku occhialuto con la stanza piena di dakimakura e altri cuscini a forma di sedere, nel quale lo spettatore maschile si può facilmente riconoscere; l’aspirante mangaka (sempre munita di occhiali, per soddisfare i fetish del personaggio di cui sopra), nella quale la spettatrice femminile si può immedesimare; gli “oggetti del desiderio”, quali la ragazza col seno abbondante e la loli ammazza-zombie. L’unica nota positiva è rappresentata dalle relazioni sentimentali che si vanno ad instaurare tra tali soggetti e che, a dirla tutta, si fanno seguire abbastanza volentieri.
Il lato tecnico rispecchia egregiamente gli obiettivi con i quali il prodotto è stato creato. Il character design, infatti, è rigorosamente moe e ritrae con le fattezze di bambine di dodici anni ragazze che, probabilmente, dovrebbero averne circa una ventina. Le animazioni sono nella media, così come gli sfondi. Le OST sono alquanto anonime, mentre le sigle, come ci si poteva aspettare, sono kawaii all’ennesima potenza. Stessa cosa dicasi per il doppiaggio, che non fa a meno di qualche ultrasuono.
In conclusione, “Denki-gai no Honya-san” è un anime che ha profondamente deluso le mie aspettative. Le gag e le battute non sono per niente riuscite, mentre i personaggi sono uno più stereotipato dell’altro. Si salvano solamente il “lato romantico” della serie e la piccola Kameko, che fa tenerezza per la sua condizione di personaggio secondario relegato sullo sfondo. Per il resto, sarebbe stato più azzeccato se la trama avesse recitato “Tanta roba otaku, con tanti otaku, per voi otaku”. Voto: 5.
Denkigai no Hon'ya-san è un anime che susciterà probabilmente l'interesse del visore a prima vista poiché l'ambientazione, un negozio di manga, è di sicuro interessante per un amante degli anime. Perciò a un primo colpo d'occhio si può essere incuriosito da esso, sono molte le aspettative volte a quest'anime, e non sarà possibile realizzarle tutte, poiché troppe. Ma è di sicuro un anime che saprà divertire, anzi, far ridere a crepapelle, tramite i personaggi , i quali sono in origine stereotipi di diverse tipologie di otaku, ma le loro personalità e tutto ciò che faranno sarà portato al limite dell'assurdo. Così facendo renderanno tutte le vicende a modo loro interessanti.
Quindi per chi cercava in Denkigai un anime interessante ed appassionante verrà facilmente deluso, poiché il miglior pregio è la sua "stupidità".
Ciò non vuole dire che sia un anime completamente senza senso, voglio solo sottolineare il suo lato comico, la trama è ben fatta e l'interlacciamento dei personaggi con le varie storie amorose sa comunque travolgere ed appassionare. Per quanto riguarda il comparto visivo e sonoro è ben fatto, pur non essendo fondamentale per un anime di questa tipologia.
Lo consiglio a chiunque voglia farsi una risata in serenità e senza pensieri, rilassandosi sul suo divano.
Per questo il mio voto è 8, se non sarà di vostro gradimento sarà probabilmente poiché lo avete visto con una mentalità non idonea, o più semplicemente non nel momento adatto.
Quindi per chi cercava in Denkigai un anime interessante ed appassionante verrà facilmente deluso, poiché il miglior pregio è la sua "stupidità".
Ciò non vuole dire che sia un anime completamente senza senso, voglio solo sottolineare il suo lato comico, la trama è ben fatta e l'interlacciamento dei personaggi con le varie storie amorose sa comunque travolgere ed appassionare. Per quanto riguarda il comparto visivo e sonoro è ben fatto, pur non essendo fondamentale per un anime di questa tipologia.
Lo consiglio a chiunque voglia farsi una risata in serenità e senza pensieri, rilassandosi sul suo divano.
Per questo il mio voto è 8, se non sarà di vostro gradimento sarà probabilmente poiché lo avete visto con una mentalità non idonea, o più semplicemente non nel momento adatto.
Avevo molte aspettative su questa serie visto il luogo in cui è ambientata ma sono state in parte disattese, i personaggi sono una banda di schizzati, non saprei come definirli altrimenti, ognuno con delle idiosincrasie riguardo manga e anime che vanno dal classico otaku che si infervora a parlare delle sue serie preferite alla loli appassionata di zombi (...); la nota positiva è che si sviluppano vari intrecci sentimentali tra i protagonisti e quest'aspetto è ben gestito; quella negativa a mio parere è che è dedicato poco tempo al loro lavoro effettivo, che era la parte che più mi intrigava, e in più di quelle poche volte ci sono sketch che sfociano nella totale demenza.