Prison School: Mad Wax
In poche parole, questo OAD è ufficiosamente il tredicesimo episodio della serie regolare di "Prison School", con gli stessi pregi e difetti della prima (e unica) stagione dell'anime: tante gag ecchi, buonissimo doppiaggio, animazioni buone ed è sempre un piacere vedere animati alcuni personaggi del manga non ancora apparsi negli episodi regolari.
Probabilmente le vendite di questo OAD non sono andate bene, e insieme alla parabola discendente del manga ha decretato quindi la cancellazione di una eventuale seconda stagione.
Probabilmente le vendite di questo OAD non sono andate bene, e insieme alla parabola discendente del manga ha decretato quindi la cancellazione di una eventuale seconda stagione.
L’OAV inizia nello stesso momento in cui la serie si conclude, con le tre torturatrici gettate in carcere e i nostri cinque eroi che possono godersi finalmente la vita scolastica. L’attenzione, poi, si concentra sul più ignorato dei cinque, ovvero Joe. Il poveraccio non riesce ad abituarsi alla libertà e vorrebbe tornare dietro le sbarre, ritenendo quella vita preferibile alla libertà. Che ne sarà di lui? E André riuscirà a trovarsi la ragazza? Un episodio assai breve e divertente che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto abbiamo visto. Grafica, sigle e regia sono le stesse che abbiamo visto nella serie regolare. Un’opera che non ha molto da dire, ma come si può non rituffarsi ancora una volta nel mondo demenziale di “Prison School”?
Voto: 7
Voto: 7
Dopo essere finalmente usciti dal carcere scolastico, ce la faranno i nostri eroi a trovare la felicità?
Domanda interessante, e anche piuttosto accattivante, che trova un suo sviluppo in questo episodio speciale di “Prison School”. Dopo la conclusione della serie principale, ecco allora un divertentissimo OAV, che ci mostrerà le giornate più o meno tranquille di Kiyoshi e compagni, soprattutto in relazione a una progressiva scoperta del misterioso universo femminile.
I vari protagonisti, che fino a quel momento avevano vissuto in una sorta di sacrale isolamento, si trovano catapultati in un mondo nuovo ed entusiasmante, ricco di possibilità e avventure. Alcuni avevano già trovato in passato una possibile compagna, mentre altri riescono a identificarne una proprio in questo lasso di tempo. Sarà il caso di Gakuto...
Tuttavia non bisogna pensare che la situazione fili sempre liscia, perché, in questo mondo stravolto al limite del demenziale, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Una cosa che si era già notata nella serie principale era l’attento studio caratteriale dei vari personaggi. O meglio, i monologhi interiori che i protagonisti svolgono nel corso della storia. Questo è senza dubbio un elemento tipico di “Prison School”, ciò che riesce a rendere interessante e travolgente tutto l’impianto circostante. Situazioni normalissime vengono ribaltate e analizzate da un punto di vista tale da rendere il tutto stranissimo e irriverente. Come non ridere di fronte alle congetture complottistiche di Gakuto? Oppure di fronte ai tormenti esistenziali di Jouji? A mio avviso è impossibile resistere.
Eppure, in fin dei conti, non è successo poi chissà cosa. La trama è semplice e concentra l’attenzione laddove sa di colpire tranquillamente il bersaglio; ovvero un fanservice molto spinto e una buona dose di ecchi.
La grafica non cambia rispetto l’esperienza passata, mantenendo quel contrasto piuttosto forte tra luci e ombre. L’intento è sicuramente quello di trasmettere nel migliore dei modi lo stile originale del manga. Forse alcune situazioni perdono di pathos, ma tutto sommato il lavoro risulta ben svolto e piacevole.
Buone le musiche e discreto anche il lavoro di doppiaggio, che, d’altra parte, aveva già mostrato i suoi aspetti positivi nel corso della serie principale.
“Prison School” divide il pubblico a seconda dei gusti personali, ma, per quanto mi riguarda, non posso che amare quest’opera così stramba, quasi parodica nei confronti delle altre commedie scolastiche. Non è né troppo seria né troppo demenziale... un equilibrio studiato, che sfiora la volgarità, senza mai raggiungerla.
L’OAV è un ottimo intermezzo, ma ciò che si aspetta veramente è l’annuncio di una seconda stagione. La storia prosegue e tutti coloro che hanno letto il manga ben sanno come la trama si faccia sempre più interessante ed emozionante.
Staremo a vedere...
Voto finale: 7 più
Domanda interessante, e anche piuttosto accattivante, che trova un suo sviluppo in questo episodio speciale di “Prison School”. Dopo la conclusione della serie principale, ecco allora un divertentissimo OAV, che ci mostrerà le giornate più o meno tranquille di Kiyoshi e compagni, soprattutto in relazione a una progressiva scoperta del misterioso universo femminile.
I vari protagonisti, che fino a quel momento avevano vissuto in una sorta di sacrale isolamento, si trovano catapultati in un mondo nuovo ed entusiasmante, ricco di possibilità e avventure. Alcuni avevano già trovato in passato una possibile compagna, mentre altri riescono a identificarne una proprio in questo lasso di tempo. Sarà il caso di Gakuto...
Tuttavia non bisogna pensare che la situazione fili sempre liscia, perché, in questo mondo stravolto al limite del demenziale, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Una cosa che si era già notata nella serie principale era l’attento studio caratteriale dei vari personaggi. O meglio, i monologhi interiori che i protagonisti svolgono nel corso della storia. Questo è senza dubbio un elemento tipico di “Prison School”, ciò che riesce a rendere interessante e travolgente tutto l’impianto circostante. Situazioni normalissime vengono ribaltate e analizzate da un punto di vista tale da rendere il tutto stranissimo e irriverente. Come non ridere di fronte alle congetture complottistiche di Gakuto? Oppure di fronte ai tormenti esistenziali di Jouji? A mio avviso è impossibile resistere.
Eppure, in fin dei conti, non è successo poi chissà cosa. La trama è semplice e concentra l’attenzione laddove sa di colpire tranquillamente il bersaglio; ovvero un fanservice molto spinto e una buona dose di ecchi.
La grafica non cambia rispetto l’esperienza passata, mantenendo quel contrasto piuttosto forte tra luci e ombre. L’intento è sicuramente quello di trasmettere nel migliore dei modi lo stile originale del manga. Forse alcune situazioni perdono di pathos, ma tutto sommato il lavoro risulta ben svolto e piacevole.
Buone le musiche e discreto anche il lavoro di doppiaggio, che, d’altra parte, aveva già mostrato i suoi aspetti positivi nel corso della serie principale.
“Prison School” divide il pubblico a seconda dei gusti personali, ma, per quanto mi riguarda, non posso che amare quest’opera così stramba, quasi parodica nei confronti delle altre commedie scolastiche. Non è né troppo seria né troppo demenziale... un equilibrio studiato, che sfiora la volgarità, senza mai raggiungerla.
L’OAV è un ottimo intermezzo, ma ciò che si aspetta veramente è l’annuncio di una seconda stagione. La storia prosegue e tutti coloro che hanno letto il manga ben sanno come la trama si faccia sempre più interessante ed emozionante.
Staremo a vedere...
Voto finale: 7 più