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alis89

Episodi visti: 8/8 --- Voto 9,5
“Moonlight Chicken” è un drama del 2023 che con solo otto episodi riesce a toccare tantissimi temi importanti e profondi, trattandoli con estrema delicatezza: difficoltà economiche, la morte di una persona cara, il tradimento, una gravidanza inattesa, la disabilità, il linguaggio dei segni.
In mezzo a tutto questo, vengono presentate più relazioni omosessuali, tutte emozionanti, alcune tenerissime e dolci, altre tristi, ma tutte diverse fra loro.

La storia parla di Jim, il proprietario di una tavola calda che serve riso al pollo di Hainan; lui cerca di mantenere i prezzi più bassi possibile, in modo da rendere i suoi piatti accessibili a tutti. Questa sua generosità è il motivo per cui in molti lo hanno soprannominato “Zio Jim”.
Una sera Jim incontra Wen, un cliente così ubriaco da addormentarsi in uno dei tavoli del suo ristorante e i due ragazzi finiscono per passare la notte insieme.
Mi raccomando, non fatevi ingannare dalla velocità con cui i personaggi vengono travolti dalle emozioni: il primo episodio non descrive l’intera serie, ma è solo l’incipit di un rapporto che si svilupperà in maniera molto più lenta e dolce.
All’interno del locale di Jim troveremo tanti altri personaggi e grazie a loro verranno affrontati tutti i temi che ho elencato inizialmente: suo nipote Li Ming, l'amico Saleng e Kaipa, amico e fornitore, per cui ogni scusa è buona pur di vedere il proprietario.

I protagonisti sono realistici e imperfetti; si portano dietro un bagaglio emotivo pesante, di storie non sempre finite nel migliore dei modi. È proprio questo aspetto che ce li fa sentire più vicini e per cui ci affezioniamo subito a ogni personaggio.
Tutti gli attori sono stati straordinari nel proprio ruolo.
Conoscevo già la coppia Earth-Mix e avevo apprezzato entrambi nel commuovente drama “A Tale of Thousand Stars” dove erano stati davvero coinvolgenti. Mi piacciono molto insieme soprattutto perché i progetti in cui scelgono di recitare portano con loro grandi messaggi e tanta dolcezza (e poco fan-service).
La chimica fra loro è come sempre talmente tangibile da sembrare quasi reale.
Conoscendo, inoltre, sia First che Khaotung non mi aspettavo niente di diverso da loro: sempre bravissimi, tanto da emozionare con un semplice sguardo.
Quelli che per me, invece, sono stati una piacevole scoperta sono stati Gemini e Fourth.
In questo drama hanno una bravura che non è nemmeno comparabile al loro drama di debutto, “My School President”; sarà anche perché qui interpretano ruoli più maturi, ma sono riusciti a trasmettere tantissimo, diventando quasi coprotagonisti con la coppia principale.
Fourth interpreta Li Ming, il nipote di Jim, mentre Gemini lo troviamo nei panni di Heart: lui è un ragazzo che a causa di un incidente ha perso l’udito e, non essendo compreso dai genitori che, anzi, lo barricano in casa per l’imbarazzo e la difficoltà, ha chiuso il suo cuore al resto del mondo.
Coincidenza vuole che, qualche anno dopo, Gemini interpreterà Kongthap/Ida nella versione thailandese di My Love Mix-up, ruolo che nella versione giapponese è rivestito da Ren Meguro che ha interpretato anche lui le vesti di un ragazzo che ha perso l’udito in “Silent”.
I nomi di Li Ming e Heart non sono per niente casuali: infatti, sarà proprio Li Ming (che significa “alba”, “rinascita”, “illuminare nuovamente”), con il suo fare piuttosto irruento, ma solare allo stesso tempo, che riuscirà ad abbattere il muro che Heart si era creato intorno a sé.

Li Ming, come si può immaginare, non è un nome tipico thailandese; non sono pochi, d’altro canto, gli elementi cinesi (e dei paesi limitrofi) presenti in questo drama e molti di loro sono fattori che riportano alla luna.

Oltre a nomi e lanterne rosse per la Festa di Metà Autunno (festività cinese in cui è usanza ammirare la luna piena con la propria dolce metà), la prima cosa che balza subito all’occhio, anzi all’orecchio, è proprio la opening.
Interpretata dai sei attori che recitano nei personaggi principali, la romanticissima canzone “The Moon Represents My Heart”, che ci accompagnerà in tutto il drama, è cantata in lingua cinese ed è una cover della canzone di Teresa Teng, famosa cantante taiwanese.
Non era sicuramente un’impresa semplice. Per prima cosa loro sei hanno voci molto diverse.
Oltre a ciò, questa canzone è stata interpretata da celebri cantanti, primo fra tutti Leslie Cheung che l’ha trasformata quasi in un simbolo iconico per la comunità LGBTQ+, avendola dedicata, durante un suo concerto nel 1997, al suo amico d’infanzia e compagno Tong, ammettendo così la sua relazione omosessuale.
Bisogna riconoscere, però, che la versione usata per questo drama è veramente magnifica, più moderna, ma comunque tenerissima.
I riferimenti non finiscono qui e Teresa Teng è un elemento che ritorna anche grazie a un altro aspetto: il DVD presente a casa di Jim è del film, made in Hong Kong, “Comrades: Almost a Love Story” del 1996 le cui colonne sonore sono tutte appunto di questa artista, ritrovando tra le altre canzoni anche “The Moon Represents My Heart”.
E, non a caso, i protagonisti di questo film hanno più di qualche punto in comune con Jim e Wen e con la loro storia.

Durante la visione, non pochi sono i commenti, più o meno diretti, verso la società thailandese. Un esempio lampante, che mi è rimasto impresso anche a distanza di anni, è il dibattito dei due protagonisti sulla società di oggi.
Jim è preoccupato per il nipote e queste preoccupazioni riflettono semplicemente le sue insicurezze: a causa della società, lui continua a sentirsi in colpa per la sua omosessualità, considerando anche il fatto che, in Thailandia, i matrimoni con persone dello stesso sesso non sono riconosciuti (o almeno non lo erano quando è uscito questo drama). Wen cerca di confortarlo affermando che se le cose non cambieranno, può semplicemente diventare deputato e scrivere una bozza di legge.
Sarà stata forse questa minaccia a far cambiare idea a qualche “dinosauro conservatore”, come li definisce Wen, e far approvare il disegno di legge per i matrimoni egualitari?
La Thailandia diventa così il terzo paese asiatico, dopo Taiwan e Nepal, che legalizza le nozze tra persone dello stesso sesso.