Gantz
Survival-action fantascientifico, violento e adrenalinico, "Gantz" è oggettivamente un'opera iconica, conosciuta da molti, anche solo per sentito dire.
L'incipit è tra i più misteriosi e accattivanti che io abbia letto nell'ambito manga, con uno stile crudo, "realistico", veloce e cinematografico che rende scorrevole ogni volume, con alcuni picchi emozionali soprattutto nella prima metà.
I temi trattati sono diversi, con Hiroya Oku che mette in scena una storia sul valore della vita umana, sulla possibilità che non esista alcun Dio e che non ci sia nulla dopo la morte. "Gantz" è anche una storia sul pregiudizio, sull'atrocità di tutte le guerre e sul confine sottile che c'è tra "buoni" e "cattivi". E ancora: una storia sull'amore, sull'essere amati e amare, sul tenerci strette le persone che ci vogliono bene, sull'amicizia e l'altruismo.
Cosa influisce negativamente sul giudizio complessivo? Una gestione disastrosa di fatti, informazioni ed eventi che l'autore ci propina e che, troppo spesso, risultano incoerenti, lasciati al caso e mai più spiegati, chiaro segno di continui cambi di direzione e mancanza di idee. La sensazione di averla "sparata troppo grossa" e non essere in grado di gestire nella maniera più adeguata il tutto.
Resta comunque un'opera da consigliare per gli amanti dell'action adrenalinico cupo e violento, se non sono troppo esigenti sugli aspetti di coerenza interna.
Pro:
- Stile artistico e atmosfere iconiche
- Adrenalinico e cinematografico
- Azione e combattimenti ben orchestrati
- La componente survival è molto palpabile
- Incipit tra i più intriganti che io abbia letto
Contro:
- Gestione della trama a tratti disastrosa
- Troppe incoerenze e situazioni inspiegabili
- Palesi cambi di direzione in corso d'opera
- Nel "realismo" generale, alcune scelte risultano eccessivamente buoniste e convenienti
L'incipit è tra i più misteriosi e accattivanti che io abbia letto nell'ambito manga, con uno stile crudo, "realistico", veloce e cinematografico che rende scorrevole ogni volume, con alcuni picchi emozionali soprattutto nella prima metà.
I temi trattati sono diversi, con Hiroya Oku che mette in scena una storia sul valore della vita umana, sulla possibilità che non esista alcun Dio e che non ci sia nulla dopo la morte. "Gantz" è anche una storia sul pregiudizio, sull'atrocità di tutte le guerre e sul confine sottile che c'è tra "buoni" e "cattivi". E ancora: una storia sull'amore, sull'essere amati e amare, sul tenerci strette le persone che ci vogliono bene, sull'amicizia e l'altruismo.
Cosa influisce negativamente sul giudizio complessivo? Una gestione disastrosa di fatti, informazioni ed eventi che l'autore ci propina e che, troppo spesso, risultano incoerenti, lasciati al caso e mai più spiegati, chiaro segno di continui cambi di direzione e mancanza di idee. La sensazione di averla "sparata troppo grossa" e non essere in grado di gestire nella maniera più adeguata il tutto.
Resta comunque un'opera da consigliare per gli amanti dell'action adrenalinico cupo e violento, se non sono troppo esigenti sugli aspetti di coerenza interna.
Pro:
- Stile artistico e atmosfere iconiche
- Adrenalinico e cinematografico
- Azione e combattimenti ben orchestrati
- La componente survival è molto palpabile
- Incipit tra i più intriganti che io abbia letto
Contro:
- Gestione della trama a tratti disastrosa
- Troppe incoerenze e situazioni inspiegabili
- Palesi cambi di direzione in corso d'opera
- Nel "realismo" generale, alcune scelte risultano eccessivamente buoniste e convenienti
"Gantz" è un noto manga di Hiroya Oku pubblicato dal 2000 al 2013, e può contare su una delle trame più interessanti nelle quali ci si possa imbattere: dopo essere morte diverse persone si ritrovano radunate in una stanza senza alcuna spiegazione, e vengono poi mandate a combattere contro mostri e alieni dalla dubbia provenienza, causando una vera e propria carneficina. I generi principali sono azione, splatter, survival, a chi piace questo tipo di manga consiglio assolutamente di non perderselo.
La trama segue un filone abbastanza regolare: c'è un combattimento con le numerose perdite, pausa nel quale i personaggi cercano di capire da dove arrivano questi avversari e come superare il giorno seguente, altro combattimento e così via. L'attenzione e l'interesse però non diminuiscono grazie a numerose e spettacolari scene di azione, misteri che si accumulano, colpi di scena vari e ad un manipolo di giocatori che battaglia dopo battaglia sono ancora vivi e pertanto iniziano ad essere ben riconoscibili dal lettore.
I disegni sono molto buoni e, nonostante le tute uguali per tutti i personaggi, questi sono comunque immediatamente riconoscibili, quindi complimenti all'autore anche per questo.
L'unico lato negativo può essere individuato nell'arco finale, che da un certo punto di vista si prolunga un po' troppo (qui è presente l'unica battaglia che ho pensato fosse probabilmente di troppo) mentre da un altro lato alcune cose accadono troppo di fretta e non c'è tempo per elaborarle.
Nonostante un finale migliorabile l'opera rimane molto interessante, e senza dubbio consigliabile.
La trama segue un filone abbastanza regolare: c'è un combattimento con le numerose perdite, pausa nel quale i personaggi cercano di capire da dove arrivano questi avversari e come superare il giorno seguente, altro combattimento e così via. L'attenzione e l'interesse però non diminuiscono grazie a numerose e spettacolari scene di azione, misteri che si accumulano, colpi di scena vari e ad un manipolo di giocatori che battaglia dopo battaglia sono ancora vivi e pertanto iniziano ad essere ben riconoscibili dal lettore.
I disegni sono molto buoni e, nonostante le tute uguali per tutti i personaggi, questi sono comunque immediatamente riconoscibili, quindi complimenti all'autore anche per questo.
L'unico lato negativo può essere individuato nell'arco finale, che da un certo punto di vista si prolunga un po' troppo (qui è presente l'unica battaglia che ho pensato fosse probabilmente di troppo) mentre da un altro lato alcune cose accadono troppo di fretta e non c'è tempo per elaborarle.
Nonostante un finale migliorabile l'opera rimane molto interessante, e senza dubbio consigliabile.
Il manga si presenta come il giusto mix tra un Survival e un Action puro, l'ambientazione moderna maschera in realtà un mondo fantascientifico invisibile alla gente comune, teatro delle vicende di "Gantz".
L'autore, sin da subito, ci pone davanti a un mistero che riesce a tenerci incollati per decine se non centinaia di volumi: chi ha costruito il Gantz? che intenzioni ha? da dove vengono gli alieni?
Il cast di personaggi si presenta inizialmente vago, ma dopotutto come fare diversamente? Tutti i personaggi sono in bilico tra la vita e la morte e non sai mai quello che potrà succedere. Dopo un centinaio di capitoli la squadra Gantz trova uniformità, coesione e un vero motivo che li spinge a combattere: tornare a casa vivi.
Le relazioni interpersonali sono a tratti forzate e sviluppate troppo rapidamente, questo anche a causa di una sessualità esplicita molto prolissa che occupa interi capitoli, che alla lunga potrebbe risultare noiosa (non nel mio caso!)
Le cacce (ovvero i combattimenti del manga) ricoprono la stragrande maggioranza della storia. Ammiro particolarmente la cura nel disegno di questi momenti che risulta molto chiaro e comprensibile nonostante alcune battaglie corali molto caotiche.
Molti dicono che la storia ha degli alti e dei bassi, in realtà io ritengo che sia un continuo crescendo che trova il suo massimo splendore in chiusura della storia. Solo il finale si presenta titubante con un combattimento tranquillamente evitabile.
L'autore, sin da subito, ci pone davanti a un mistero che riesce a tenerci incollati per decine se non centinaia di volumi: chi ha costruito il Gantz? che intenzioni ha? da dove vengono gli alieni?
Il cast di personaggi si presenta inizialmente vago, ma dopotutto come fare diversamente? Tutti i personaggi sono in bilico tra la vita e la morte e non sai mai quello che potrà succedere. Dopo un centinaio di capitoli la squadra Gantz trova uniformità, coesione e un vero motivo che li spinge a combattere: tornare a casa vivi.
Le relazioni interpersonali sono a tratti forzate e sviluppate troppo rapidamente, questo anche a causa di una sessualità esplicita molto prolissa che occupa interi capitoli, che alla lunga potrebbe risultare noiosa (non nel mio caso!)
Le cacce (ovvero i combattimenti del manga) ricoprono la stragrande maggioranza della storia. Ammiro particolarmente la cura nel disegno di questi momenti che risulta molto chiaro e comprensibile nonostante alcune battaglie corali molto caotiche.
Molti dicono che la storia ha degli alti e dei bassi, in realtà io ritengo che sia un continuo crescendo che trova il suo massimo splendore in chiusura della storia. Solo il finale si presenta titubante con un combattimento tranquillamente evitabile.
Da grande appassionato del genere Death Game, non potevo lasciarmi scappare "Gantz".
Si tratta di uno dei manga seinen più famosi del suo genere e, già alla lettura dei primi volumi è chiaro il motivo. Una storia adrenalinica, in cui la morte è sempre ad un passo e i cui eventi tengono incollati pagina dopo pagina.
Partiamo subito col dire che "Gantz" non è un manga per tutti, anzi, è un manga adatto solo a chi ama un certo genere di storie. La violenza e la sessualità sono il perno delle vicende e tutti gli eventi sono permeati da una tragicità e un pessimismo che renderanno difficile la lettura per chi soffre ed empatizza troppo con i personaggi. Detto questo "Gantz" è un manga fondamentalmente riuscito, anche se con notevoli e pecche nel mezzo. Una storia di questo tipo, molto basata sull'azione e poco sulla narrazione, aveva forse bisogno di una maggior velocità e 37 volumi non sono pochi e in alcuni punti si vede che l'autore era in affanno nella ricerca di idee. Si nota subito, infatti, come la parola d'ordine di Oku sia stupire. Ogni capitolo ci lascia sempre con un colpo di scena, ogni nemico è preludio di quello dopo, i protagonisti non hanno mai un attimo di tregua e la situazione cambia sempre, passando dal senso di vittoria a quello di sconfitta in pochi istanti.
Se questo dà certamente una mano a tenere un ritmo praticamente perfetto, sul lato della narrativa e dello sviluppo dei personaggi a volta diventa inconsistente. Spesso manca il tempo per godersi e analizzare un determinato momento della psicologia di Kei, il protagonista, perché si è già impegnati nel costruire il passo successivo.
I personaggi sono difficili da inquadrare. Sono molti e alcuni meglio riusciti di altri. Un buon numero è carne da macello, anche ben presentata, altri invece saranno parte integrante della squadra del protagonista. La gran quantità e il continuo evolversi delle vicende non permette a tutti loro di brillare e alcuni riescono ad avere un percorso soddisfacente, altri meno.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Andando un pochino più nello specifico, Kei è un personaggio che ho apprezzato molto. Parte come un ragazzo normalmente sincero e attaccato alla sua vita da adolescente, contrapposto a Kato, che invece vorrebbe essere di suo un eroe da shonen, ma è chiara la sua costante paura nell'esserlo che lo rende un personaggio credibile. Il folto gruppo femminile è invece difficile da definire in quanto sono quasi tutti personaggi ancillari a quelli maschili. Reika credo quella alla fine più rotonda e sviluppata, mentre Kei l'ho trovata quella meno interessante e sono stato contento di levarmela.
Un discorso a parte merita la coppia Kei-Tae-chan. La loro storia d'amore, per tutta la prima parte, è stata una di quelle che più mi ha conquistato. L'idea che Kei alla fine trovi l'amore in una ragazza assolutamente ordinaria in un mondo di modelle super sexy e la sua difesa di quel sentimento, oltre che dai nemici soprattutto da sé stesso e i suoi desideri, l'ho trovata la parte più interessante dello sviluppo del personaggio. La sopravvivenza di Tae-chan mi ha sinceramente appassionato e credo sia stato l'unico personaggio che ho seriamente sperato sopravvivesse.
Tutto questo fino alla parte finale della storia, dove il salvataggio di Tae-chan diventa un escamotage costante per muovere il protagonista, esasperando un sentimento e una storia che aveva già dato tutto.
Intere scene al grido di "Tae-chan!" e "Kei-chan!" subisseranno il manga, ad un tale livello di romanticismo e tragedia da rendere il tutto stucchevole. Peccato.
Altro discorso va fatto per i vampiri. Personaggi inseriti a metà della storia e poi scomparsi nel nulla, portandosi via anche Izumi. Quest'ultimo meritava sicuramente un epilogo migliore di quello che ha avuto, che pare quasi essere un modo per troncare il personaggio per mancanza di idee. I vampiri stessi paiono un riempitivo in attesa di occuparci di cose più importanti, ma più che la mancanza del loro sviluppo, non ho sentito da principio il bisogno della loro presenza.
L'arco finale è il più controverso un po' per tutti. Sicuramente la scelta di andare verso una guerra aperta ha dato pregi e difetti. Il pregio è aver portato il manga in territori nuovi e ad una complessità maggiore, tirando fuori anche altri temi e imprevedibilità. I difetti sono una generale confusione che alla lunga stanca e rende difficile seguire gli eventi.
La conclusione della storia la trovo però soddisfacente, almeno sul lato misteri e la natura di Gantz.
Fine parte contenente spoiler
Il disegno è incredibilmente accurato, anche grazie alla computer grafica utilizzata per realizzarlo, anche se più fredda del disegno a mano. Un disegno sicuramente ricco e particolareggiato, ma che in alcune tale, in particolare sul finale, si fa anche troppo dettagliato. Ma genericamente un manga ottimamente disegnato.
L'ultimo aspetto, non di poca importanza, è quello dell'ecchi e del sesso in generale. La nudità gratuita è costante per tutta la narrazione, a volte con una certa intelligenza nell'inserirla, a volta al limite del ridicolo. é talmente gratuita che metà delle copertine sono, di fatto, immagini erotiche. Bisogna però dire che andando avanti si perde un poco la morbosità iniziale e si è più liberi di seguire la storia.
Il voto finale è quindi un 7,5, facendo media tra il suo valore oggettivo e il mio amore per il genere.
Per gli amanti di violenza, morte e sesso è però un'opera imperdibile, i cui difetti sono assolutamente secondari ai pregi.
Si tratta di uno dei manga seinen più famosi del suo genere e, già alla lettura dei primi volumi è chiaro il motivo. Una storia adrenalinica, in cui la morte è sempre ad un passo e i cui eventi tengono incollati pagina dopo pagina.
Partiamo subito col dire che "Gantz" non è un manga per tutti, anzi, è un manga adatto solo a chi ama un certo genere di storie. La violenza e la sessualità sono il perno delle vicende e tutti gli eventi sono permeati da una tragicità e un pessimismo che renderanno difficile la lettura per chi soffre ed empatizza troppo con i personaggi. Detto questo "Gantz" è un manga fondamentalmente riuscito, anche se con notevoli e pecche nel mezzo. Una storia di questo tipo, molto basata sull'azione e poco sulla narrazione, aveva forse bisogno di una maggior velocità e 37 volumi non sono pochi e in alcuni punti si vede che l'autore era in affanno nella ricerca di idee. Si nota subito, infatti, come la parola d'ordine di Oku sia stupire. Ogni capitolo ci lascia sempre con un colpo di scena, ogni nemico è preludio di quello dopo, i protagonisti non hanno mai un attimo di tregua e la situazione cambia sempre, passando dal senso di vittoria a quello di sconfitta in pochi istanti.
Se questo dà certamente una mano a tenere un ritmo praticamente perfetto, sul lato della narrativa e dello sviluppo dei personaggi a volta diventa inconsistente. Spesso manca il tempo per godersi e analizzare un determinato momento della psicologia di Kei, il protagonista, perché si è già impegnati nel costruire il passo successivo.
I personaggi sono difficili da inquadrare. Sono molti e alcuni meglio riusciti di altri. Un buon numero è carne da macello, anche ben presentata, altri invece saranno parte integrante della squadra del protagonista. La gran quantità e il continuo evolversi delle vicende non permette a tutti loro di brillare e alcuni riescono ad avere un percorso soddisfacente, altri meno.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Andando un pochino più nello specifico, Kei è un personaggio che ho apprezzato molto. Parte come un ragazzo normalmente sincero e attaccato alla sua vita da adolescente, contrapposto a Kato, che invece vorrebbe essere di suo un eroe da shonen, ma è chiara la sua costante paura nell'esserlo che lo rende un personaggio credibile. Il folto gruppo femminile è invece difficile da definire in quanto sono quasi tutti personaggi ancillari a quelli maschili. Reika credo quella alla fine più rotonda e sviluppata, mentre Kei l'ho trovata quella meno interessante e sono stato contento di levarmela.
Un discorso a parte merita la coppia Kei-Tae-chan. La loro storia d'amore, per tutta la prima parte, è stata una di quelle che più mi ha conquistato. L'idea che Kei alla fine trovi l'amore in una ragazza assolutamente ordinaria in un mondo di modelle super sexy e la sua difesa di quel sentimento, oltre che dai nemici soprattutto da sé stesso e i suoi desideri, l'ho trovata la parte più interessante dello sviluppo del personaggio. La sopravvivenza di Tae-chan mi ha sinceramente appassionato e credo sia stato l'unico personaggio che ho seriamente sperato sopravvivesse.
Tutto questo fino alla parte finale della storia, dove il salvataggio di Tae-chan diventa un escamotage costante per muovere il protagonista, esasperando un sentimento e una storia che aveva già dato tutto.
Intere scene al grido di "Tae-chan!" e "Kei-chan!" subisseranno il manga, ad un tale livello di romanticismo e tragedia da rendere il tutto stucchevole. Peccato.
Altro discorso va fatto per i vampiri. Personaggi inseriti a metà della storia e poi scomparsi nel nulla, portandosi via anche Izumi. Quest'ultimo meritava sicuramente un epilogo migliore di quello che ha avuto, che pare quasi essere un modo per troncare il personaggio per mancanza di idee. I vampiri stessi paiono un riempitivo in attesa di occuparci di cose più importanti, ma più che la mancanza del loro sviluppo, non ho sentito da principio il bisogno della loro presenza.
L'arco finale è il più controverso un po' per tutti. Sicuramente la scelta di andare verso una guerra aperta ha dato pregi e difetti. Il pregio è aver portato il manga in territori nuovi e ad una complessità maggiore, tirando fuori anche altri temi e imprevedibilità. I difetti sono una generale confusione che alla lunga stanca e rende difficile seguire gli eventi.
La conclusione della storia la trovo però soddisfacente, almeno sul lato misteri e la natura di Gantz.
Fine parte contenente spoiler
Il disegno è incredibilmente accurato, anche grazie alla computer grafica utilizzata per realizzarlo, anche se più fredda del disegno a mano. Un disegno sicuramente ricco e particolareggiato, ma che in alcune tale, in particolare sul finale, si fa anche troppo dettagliato. Ma genericamente un manga ottimamente disegnato.
L'ultimo aspetto, non di poca importanza, è quello dell'ecchi e del sesso in generale. La nudità gratuita è costante per tutta la narrazione, a volte con una certa intelligenza nell'inserirla, a volta al limite del ridicolo. é talmente gratuita che metà delle copertine sono, di fatto, immagini erotiche. Bisogna però dire che andando avanti si perde un poco la morbosità iniziale e si è più liberi di seguire la storia.
Il voto finale è quindi un 7,5, facendo media tra il suo valore oggettivo e il mio amore per il genere.
Per gli amanti di violenza, morte e sesso è però un'opera imperdibile, i cui difetti sono assolutamente secondari ai pregi.
«Gantz» è un’opera incredibile e interessante, la mia prima opera del maestro Hiroya Oku. Un manga seinen di fantascienza.
All'inizio si può rimanere travolti, ma appena si prende il ritmo sarete ammaliati da questo mondo.
È un manga dotato di un impatto grafico notevole e una grande versatilità nel gestire personaggi, situazioni e sa stupire il lettore con colpi di scena e rivelazioni come non ci fosse un domani.
Le tavole sono vive e pregne di elementi, sempre pulite, dove l'utilizzo della computer graphic dà un senso di profondità.
Il dettaglio di certe ambientazioni sfiora talvolta il foto-realismo e sempre le tavole risultano molto pulite e nitide; anche i personaggi sono disegnati con cura e c’è una grande attenzione ai volti e alle loro reazioni.
In un universo come quello proposto da «Gantz», in cui la vita umana sembra non avere valore e tutto si riduce alla sopravvivenza, l'epica posta sull’emotività dei personaggi diviene un contrasto per coinvolgere il lettore.
Con l’avanzare dell'opera si nota un certo miglioramento nei disegni sempre più maturi ed efficaci nei personaggi, umani o alieni, lo stile dell’autore è spettacolare.
Il lavoro dietro l'estetica degli alieni è molto particolare e questa risulta studiata e non lascia mai la sensazione di riciclo.
L’ottimo stile grafico nelle scene di lotta regala momenti di crudezza, veri massacri, e può non piacere.
Adesso arriviamo un punto fondamentale dell'opera e in generale, dello stile dell'autore: le scene di nudo, alcune sono motivate per saziare e normalizzare le devianze e lo sfogare le proprie depravazioni.
«Gantz» è quindi alla pari di un videogame, un gioco per divertire qualcuno.
La morte, lo splatter, il nudo proposti nel manga di Oku costituiscono un mix vincente di ordinarietà e di situazioni estreme, che rendono l'opera unica.
Grandi sono la violenza e la pressione che i protagonisti subiscono, obbligati a sopravvivere e a ottenere un certo punteggio al gioco nella stanza della sfera nera.
In questa situazione estrema i nostri protagonisti, pur sottoposti a grande tensione emotiva e alle pressioni causate dal gioco, riescono comunque a far emergere grande determinazione e voglia di vivere.
La Stanza della Verità (la sfera nera gigante) è il centro del gioco, un gioco di manipolazione e distruzione.
E gli alieni puntualmente sono pronti alla caccia.
Infine l'opera non delude mai e questo viaggio stravagante segnerà le nostre menti.
Un'opera che rimarrà nella storia.
Un capolavoro.
All'inizio si può rimanere travolti, ma appena si prende il ritmo sarete ammaliati da questo mondo.
È un manga dotato di un impatto grafico notevole e una grande versatilità nel gestire personaggi, situazioni e sa stupire il lettore con colpi di scena e rivelazioni come non ci fosse un domani.
Le tavole sono vive e pregne di elementi, sempre pulite, dove l'utilizzo della computer graphic dà un senso di profondità.
Il dettaglio di certe ambientazioni sfiora talvolta il foto-realismo e sempre le tavole risultano molto pulite e nitide; anche i personaggi sono disegnati con cura e c’è una grande attenzione ai volti e alle loro reazioni.
In un universo come quello proposto da «Gantz», in cui la vita umana sembra non avere valore e tutto si riduce alla sopravvivenza, l'epica posta sull’emotività dei personaggi diviene un contrasto per coinvolgere il lettore.
Con l’avanzare dell'opera si nota un certo miglioramento nei disegni sempre più maturi ed efficaci nei personaggi, umani o alieni, lo stile dell’autore è spettacolare.
Il lavoro dietro l'estetica degli alieni è molto particolare e questa risulta studiata e non lascia mai la sensazione di riciclo.
L’ottimo stile grafico nelle scene di lotta regala momenti di crudezza, veri massacri, e può non piacere.
Adesso arriviamo un punto fondamentale dell'opera e in generale, dello stile dell'autore: le scene di nudo, alcune sono motivate per saziare e normalizzare le devianze e lo sfogare le proprie depravazioni.
«Gantz» è quindi alla pari di un videogame, un gioco per divertire qualcuno.
La morte, lo splatter, il nudo proposti nel manga di Oku costituiscono un mix vincente di ordinarietà e di situazioni estreme, che rendono l'opera unica.
Grandi sono la violenza e la pressione che i protagonisti subiscono, obbligati a sopravvivere e a ottenere un certo punteggio al gioco nella stanza della sfera nera.
In questa situazione estrema i nostri protagonisti, pur sottoposti a grande tensione emotiva e alle pressioni causate dal gioco, riescono comunque a far emergere grande determinazione e voglia di vivere.
La Stanza della Verità (la sfera nera gigante) è il centro del gioco, un gioco di manipolazione e distruzione.
E gli alieni puntualmente sono pronti alla caccia.
Infine l'opera non delude mai e questo viaggio stravagante segnerà le nostre menti.
Un'opera che rimarrà nella storia.
Un capolavoro.
“Gantz” è un manga fantascientifico di 37 volumi, del maestro Hiroya Oku.
Tale manga mi fu consigliato nella mia fumetteria e, essendo io un appassionato di fantascienza, avendo già apprezzato altre opere del medesimo autore ho voluto dare a quest’opera un‘opportunità.
Sono stato contento di avere fatto questa scelta, in quanto il manga mi è piaciuto molto, tra i lati positivi dell'opera, c’è l'azione che è onnipresente, con scene assolutamente intense, sia per la forza e la violenza che trasmettono, sia per i sentimenti che suscitano. Quelle scene sono come vive, quei disegni sono forti e riescono a trasmettere emozioni molto forti.
Un altro punto positivo sono i disegni degli oggetti tecnologici, il disegno che è già assolutamente curatissimo è preciso in ogni aspetto, dai personaggi, alle case, fino agli sfondi, ottiene una cura nel dettaglio che possiamo definire maniacale quando ritrae gli oggetti tecnologici.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, premesso che ci sono moltissimi personaggi, ritengo che sia stato fatto veramente un ottimo lavoro, i personaggi sono assolutamente credibili, e l'autore riesce a fare affezionare il lettore ai personaggi, il lato umano e i sentimenti dei personaggi sono qualcosa di incredibile.
Per quanto riguarda la trama: non è perfetta, forse uno dei principali punti deboli dell'opera, considerando che c'è anche un filone che viene tolto in corso d'opera, ma non posso dire che sia tutto da buttare su questo punto.
In conclusione, è un manga molto particolare, che potrebbe non piacere a tutti, non dico che sia di nicchia, ma non è certo un’opera mainstream, ma se vi piacciono l'azione, lo splatter, la fantascienza, e siete attratti dallo stile dell'autore, ve lo consiglio assolutamente. Certo posso capire che 37 volumi, possano spaventare, dato che sono un numero notevole, ma secondo me vale assolutamente la pena di prenderli.
Voto finale 8-
Tale manga mi fu consigliato nella mia fumetteria e, essendo io un appassionato di fantascienza, avendo già apprezzato altre opere del medesimo autore ho voluto dare a quest’opera un‘opportunità.
Sono stato contento di avere fatto questa scelta, in quanto il manga mi è piaciuto molto, tra i lati positivi dell'opera, c’è l'azione che è onnipresente, con scene assolutamente intense, sia per la forza e la violenza che trasmettono, sia per i sentimenti che suscitano. Quelle scene sono come vive, quei disegni sono forti e riescono a trasmettere emozioni molto forti.
Un altro punto positivo sono i disegni degli oggetti tecnologici, il disegno che è già assolutamente curatissimo è preciso in ogni aspetto, dai personaggi, alle case, fino agli sfondi, ottiene una cura nel dettaglio che possiamo definire maniacale quando ritrae gli oggetti tecnologici.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, premesso che ci sono moltissimi personaggi, ritengo che sia stato fatto veramente un ottimo lavoro, i personaggi sono assolutamente credibili, e l'autore riesce a fare affezionare il lettore ai personaggi, il lato umano e i sentimenti dei personaggi sono qualcosa di incredibile.
Per quanto riguarda la trama: non è perfetta, forse uno dei principali punti deboli dell'opera, considerando che c'è anche un filone che viene tolto in corso d'opera, ma non posso dire che sia tutto da buttare su questo punto.
In conclusione, è un manga molto particolare, che potrebbe non piacere a tutti, non dico che sia di nicchia, ma non è certo un’opera mainstream, ma se vi piacciono l'azione, lo splatter, la fantascienza, e siete attratti dallo stile dell'autore, ve lo consiglio assolutamente. Certo posso capire che 37 volumi, possano spaventare, dato che sono un numero notevole, ma secondo me vale assolutamente la pena di prenderli.
Voto finale 8-
Hiroya Oku è diventato celebre grazie al fumetto “Gantz”, accolto molto bene dal pubblico nonostante, almeno per quanto mi riguarda, non avesse premesse così allettanti. Ammetto di aver visto l’anime anni e anni fa e, pur sapendo che fosse incompleto, è stato dopo tanto tempo che mi è salita la voglia di conoscerne la conclusione.
Oku ha iniziato come assistente di un mangaka specializzato in manga erotici, il che spiega l’enorme mole di scene di sesso e nudità nelle sue tavole. Oltre a questo, ad Oku vanno riconosciuti, in particolare, due meriti: il coraggio di osare, e l’incredibile abilità coi disegni.
Perché il coraggio? Gantz ha una trama che può mettere fin da subito sull’attenti il lettore: è probabile, viste le premesse e i primi capitoli, che tutto possa concludersi in tragedia, o che comunque la morte non venga risparmiata. Ma le scelte più incredibili di questo autore sono state introdurre, fin da subito, queste due tematiche, senza risparmiare neanche i personaggi principali.
La cosa che quindi colpisce maggiormente di questo titolo è la spietatezza, la realisticità del sentimento umano… i personaggi sono messi di fronte a situazioni assurde, inverosimili, e danno sfogo alle emozioni più vere, più intense. Non vengono risparmiate la crudeltà, la violenza (le scene splatter sono moltissime), la cattiveria dell’uomo e non, e l’impetuosità delle battaglie.
Proprio perché la morte viene introdotta fin dalle prime pagine, molti personaggi rimangano per pochi capitoli, ma nonostante ciò i protagonisti hanno una caratterizzazione e un’evoluzione pazzesca. In particolare Kei, che parte come un ragazzino egoista, freddo, che odia il mondo, che resta indifferente alle richieste d’aiuto, e che pensa solo a sé… pian piano matura. Anzi: il bello del suo personaggio è che la sua evoluzione non è sempre positiva. Se all’inizio, infatti, impara a fidarsi del suo compagno d’armi, e a innamorarsi della bella Kei, nel momento in cui si trova da solo, retrocede, e torna al suo stato iniziale. Non si fida di nessuno, tratta tutti con superiorità, mette la propria vita davanti a quella degli altri… e poi di nuovo impara a interagire con nuovi personaggi. La sua caratterizzazione è in continuo mutamento, e si mantiene sempre su livelli realistici.
Il manga, sostanzialmente, basa la propria sinossi su continui antipodi: bene e male, giusto e sbagliato, vita e morte. Oku riesce a creare una trama apparentemente lineare e ripetitiva, che in effetti è tutt’altro. Ogni volume aggiunge elementi o personaggi che cambiano le carte in gioco, rielaborando quanto visto nei volumi precedenti. E pur essendo elementi che, almeno all’apparenza, potrebbero stonare, questo mangaka riesce con maestria a ricollegarli, senza cadere nel banale o nel forzato.
L’unica parte che ho trovato un po’ deludente è stato il finale, forse perché me l’aspettavo ben diverso. Tuttavia, risulta un manga davvero maturo, e piacevole. Pur contando 37 volumi, cattura parecchio l’attenzione del lettore.
Oku ha iniziato come assistente di un mangaka specializzato in manga erotici, il che spiega l’enorme mole di scene di sesso e nudità nelle sue tavole. Oltre a questo, ad Oku vanno riconosciuti, in particolare, due meriti: il coraggio di osare, e l’incredibile abilità coi disegni.
Perché il coraggio? Gantz ha una trama che può mettere fin da subito sull’attenti il lettore: è probabile, viste le premesse e i primi capitoli, che tutto possa concludersi in tragedia, o che comunque la morte non venga risparmiata. Ma le scelte più incredibili di questo autore sono state introdurre, fin da subito, queste due tematiche, senza risparmiare neanche i personaggi principali.
La cosa che quindi colpisce maggiormente di questo titolo è la spietatezza, la realisticità del sentimento umano… i personaggi sono messi di fronte a situazioni assurde, inverosimili, e danno sfogo alle emozioni più vere, più intense. Non vengono risparmiate la crudeltà, la violenza (le scene splatter sono moltissime), la cattiveria dell’uomo e non, e l’impetuosità delle battaglie.
Proprio perché la morte viene introdotta fin dalle prime pagine, molti personaggi rimangano per pochi capitoli, ma nonostante ciò i protagonisti hanno una caratterizzazione e un’evoluzione pazzesca. In particolare Kei, che parte come un ragazzino egoista, freddo, che odia il mondo, che resta indifferente alle richieste d’aiuto, e che pensa solo a sé… pian piano matura. Anzi: il bello del suo personaggio è che la sua evoluzione non è sempre positiva. Se all’inizio, infatti, impara a fidarsi del suo compagno d’armi, e a innamorarsi della bella Kei, nel momento in cui si trova da solo, retrocede, e torna al suo stato iniziale. Non si fida di nessuno, tratta tutti con superiorità, mette la propria vita davanti a quella degli altri… e poi di nuovo impara a interagire con nuovi personaggi. La sua caratterizzazione è in continuo mutamento, e si mantiene sempre su livelli realistici.
Il manga, sostanzialmente, basa la propria sinossi su continui antipodi: bene e male, giusto e sbagliato, vita e morte. Oku riesce a creare una trama apparentemente lineare e ripetitiva, che in effetti è tutt’altro. Ogni volume aggiunge elementi o personaggi che cambiano le carte in gioco, rielaborando quanto visto nei volumi precedenti. E pur essendo elementi che, almeno all’apparenza, potrebbero stonare, questo mangaka riesce con maestria a ricollegarli, senza cadere nel banale o nel forzato.
L’unica parte che ho trovato un po’ deludente è stato il finale, forse perché me l’aspettavo ben diverso. Tuttavia, risulta un manga davvero maturo, e piacevole. Pur contando 37 volumi, cattura parecchio l’attenzione del lettore.
Il fattore principale che mi ha fatto apprezzare "Gantz" è la sua intensità; caratteristica che riesce a coprire diverse connotazioni, da quella stilistica e grafica a quella tematica e strutturale per finire con quella emozionale. D'altronde parliamoci chiaro: chi si avvicina ad un prodotto come questo, che vanta contaminazioni horror-splatter in un complesso fantascientifico, è proprio perchè segue le tracce di un'intensità che sia all-around e che sappia appagare ogni senso; è perchè leggendo si vogliono vivere emozioni forti, di qualunque tipo esse siano.
"Gantz" è intenso; è duro, cattivo, spietato, impetuoso, violento, senza vie di mezzo, arrivando a toccare anche il morboso ed il volgare. Ma è proprio questo il suo bello e la sua forza; perchè non stiamo leggendo di dolci liceali alle prese con i primi problemi di cuore, ma di un mondo sull'orlo del'apocalisse, un mondo marcio e corrotto, un mondo omertoso e pregno di intrighi sottintesi, un pianeta senza pietà e senza speranza che ti mangia, ti mastica e poi ti risputa senza essersi chiesto chi tu sia (come abbiamo modo di appurare nei volumi finali). Che sia devastante, sotto il punto di vista emozionale, è quindi letteralmente il minimo richiesto.
Le vicende della compagnia lasciano a bocca aperta, perchè pur essendo semplici diramazioni lungo l'asse principale dell'intero progetto aggiungono fin da subito carne al fuoco, facendo provare al lettore già dalle primissime battute quello sconforto e quella paura cosmica muta ed immobile che lo accompagneranno, seppur ingigantiti, fino alla fine. Le sensazioni dei protagonisti quindi si riversano completamente nel lettore con un'intensità tale da farlo sentire esso stesso al centro delle vicende, come se in gioco ci fosse la sua stessa vita. Capacità simili si faticano a trovare, oggigiorno.
Ed è piacevolmente macabro che questa proprietà sia enfatizzata dalle capacità artistiche di Oku, come la proverbiale quadratura del cerchio in ottica però più morbosa e malata. Sembra di trovarsi in uno scritto di H.P.Lovecraft, o in un dipinto di Zdzisław Beksiński: tutto concorre nell'aumentare il senso di inadeguatezza, di paura, di sconcerto e di panico dei personaggi. Esseri grotteschi, paesaggi di desolazione post-atomica, macchinari apocalittici la cui grandezza sembra frutto di un incubo; tutto ciò fa da perfetta cornice alle vicende della serie, ampliandone la qualità e fungendo da sfondo adatto per una migliore trasmissione delle emozioni.
Un insieme quindi che si auto-sostiene, in cui ogni aspetto è curato per dare il massimo. Piccola nota di colore: in termini artistici, pure la scelta di utilizzare voluttuosi personaggi femminili è corretta. Non tanto per il piacere che può provocare nel lettore, quanto perchè contribuisce nel dare profondità al personaggio di Kurono e ad altri con lui, fortemente legati alla sfera del piacere fisico.
Oku ha un unico difetto, a mio parere; ossia, sembra non avere fretta alcuna di completare l'opera. In tredici anni di tempo ha creato un universo vastissimo e trame intricate che, però, alle volte sembrano un po' tirate per le lunghe in maniera deliberata. Come se fosse ancora indeciso sul da farsi, come se non sapesse ancora come concludere la sua epopea. Alcune sotto-saghe sono un po' deboli rispetto ad altre, alcune questioni di vitale importanza per i protagonisti vengono insabbiate quasi fino alla fine delle vicende, alcune situazioni sembrano fuori luogo e superflue: l'intensità di cui parlavo inizialmente viene alle volte a mancare, in termini di trama. Sono situazioni isolate, per l'amor di Dio ne sono lieto, ma esistono, ci sono, e non si possono non considerare al netto del complesso.
In generale l'opera mi ha convinto davvero tanto. Penso sia un'importante mansione dell'autore riuscire a trasmettere certe emozioni al lettore, e con "Gantz" Oku ci è riuscito perfettamente. La presenza di falle ed incomprensioni nella trama ha un suo peso specifico, non trascurabile ma neanche iper-determinante; in complesso la sufficienza è più che guadagnata, ma c'è rammarico ugualmente per non essere riusciti ad ottenere la perfezione.
"Gantz" è intenso; è duro, cattivo, spietato, impetuoso, violento, senza vie di mezzo, arrivando a toccare anche il morboso ed il volgare. Ma è proprio questo il suo bello e la sua forza; perchè non stiamo leggendo di dolci liceali alle prese con i primi problemi di cuore, ma di un mondo sull'orlo del'apocalisse, un mondo marcio e corrotto, un mondo omertoso e pregno di intrighi sottintesi, un pianeta senza pietà e senza speranza che ti mangia, ti mastica e poi ti risputa senza essersi chiesto chi tu sia (come abbiamo modo di appurare nei volumi finali). Che sia devastante, sotto il punto di vista emozionale, è quindi letteralmente il minimo richiesto.
Le vicende della compagnia lasciano a bocca aperta, perchè pur essendo semplici diramazioni lungo l'asse principale dell'intero progetto aggiungono fin da subito carne al fuoco, facendo provare al lettore già dalle primissime battute quello sconforto e quella paura cosmica muta ed immobile che lo accompagneranno, seppur ingigantiti, fino alla fine. Le sensazioni dei protagonisti quindi si riversano completamente nel lettore con un'intensità tale da farlo sentire esso stesso al centro delle vicende, come se in gioco ci fosse la sua stessa vita. Capacità simili si faticano a trovare, oggigiorno.
Ed è piacevolmente macabro che questa proprietà sia enfatizzata dalle capacità artistiche di Oku, come la proverbiale quadratura del cerchio in ottica però più morbosa e malata. Sembra di trovarsi in uno scritto di H.P.Lovecraft, o in un dipinto di Zdzisław Beksiński: tutto concorre nell'aumentare il senso di inadeguatezza, di paura, di sconcerto e di panico dei personaggi. Esseri grotteschi, paesaggi di desolazione post-atomica, macchinari apocalittici la cui grandezza sembra frutto di un incubo; tutto ciò fa da perfetta cornice alle vicende della serie, ampliandone la qualità e fungendo da sfondo adatto per una migliore trasmissione delle emozioni.
Un insieme quindi che si auto-sostiene, in cui ogni aspetto è curato per dare il massimo. Piccola nota di colore: in termini artistici, pure la scelta di utilizzare voluttuosi personaggi femminili è corretta. Non tanto per il piacere che può provocare nel lettore, quanto perchè contribuisce nel dare profondità al personaggio di Kurono e ad altri con lui, fortemente legati alla sfera del piacere fisico.
Oku ha un unico difetto, a mio parere; ossia, sembra non avere fretta alcuna di completare l'opera. In tredici anni di tempo ha creato un universo vastissimo e trame intricate che, però, alle volte sembrano un po' tirate per le lunghe in maniera deliberata. Come se fosse ancora indeciso sul da farsi, come se non sapesse ancora come concludere la sua epopea. Alcune sotto-saghe sono un po' deboli rispetto ad altre, alcune questioni di vitale importanza per i protagonisti vengono insabbiate quasi fino alla fine delle vicende, alcune situazioni sembrano fuori luogo e superflue: l'intensità di cui parlavo inizialmente viene alle volte a mancare, in termini di trama. Sono situazioni isolate, per l'amor di Dio ne sono lieto, ma esistono, ci sono, e non si possono non considerare al netto del complesso.
In generale l'opera mi ha convinto davvero tanto. Penso sia un'importante mansione dell'autore riuscire a trasmettere certe emozioni al lettore, e con "Gantz" Oku ci è riuscito perfettamente. La presenza di falle ed incomprensioni nella trama ha un suo peso specifico, non trascurabile ma neanche iper-determinante; in complesso la sufficienza è più che guadagnata, ma c'è rammarico ugualmente per non essere riusciti ad ottenere la perfezione.
Letto tutto Gantz in tre giorni da un amico, quindi non ho fatto passare gli anni di pubblicazione che mi dicono siano stati molto lunghi.
Già nei primi volumi mi ha preso veramente tantissimo, infatti, la voglia di continuare a leggerlo, che anche nelle ore più tarde non smetteva di svanire. Ad un certo punto ogni volta che chiudevo un volume mi dicevo "Appena vado in fumetteria mi compro tutta la serie".
Ma, con il cuore in mano, devo ammettere che poteva finirlo in meno volumi... Inoltre superato il volume ventisette, le cose incominciano a diventare un pò ridicole: già a metà si incomincia a storcere il naso perchè succedono cose che non hanno né capo né coda, cose buttate lì senza una valida ragione... Ma sono poche e quindi ci passi sopra, però poi quando inizia il finale, Bang! A quel punto le cose inziano a cambiare, e la mia voglia di acquistare l'opera pian piano si è indebolita.
Fino a metà Gantz è veramente bello, i disegni sono fatti bene e, anche se le battaglie sono lunghe, a me che l'ho letto a collezione completa, non hanno disturbato. Sulla parte finale alcune tavole sono molto confuse, come la storia, e certe parti che dovrebbero suscitare euforia o dispiacere non riescono a rendere bene l'effetto, rovinando l'atmosfera e la carica iniziale. C'è azione, violenza, splatter, horror, sentimento e un pizzichino di umorismo (all'inizio).
La parte sentimentale è proprio ben fatta, ma verso la fine è ripetitiva e si sente che le idee mancano... La cosa non mi è piaciuta.
La storia è semplice: c'è una macchina, Gantz, che si attiva e richiama la gente che è morta il giorno della sua attivazione per affidarle una missione. In base ai punti ottenuti nel corso della stessa, la persona può tornare a casa e godersi la vita, ma ogni volta che la macchina si riattiva per una nuova missione sarà richiamata in azione in compagnia di nuove persone morte quel giorno.
ATTENZIONE SPOILER!
Ci sono delle cose che non sono riuscito a capire e per me non hanno alcun senso se non rompere la bellezza del manga come era strutturato all'inizio:
1) In un combattimento, Tae si ritrova nel campo di battaglia. Fa delle foto e dalle foto spuntano i guerrieri mandati da Gantz. Quindi Gantz ordina di ucciderla perchè li ha visti, ma anche distruggendo il rullino delle foto la missione non cambia e Tae muore. Da li in poi ogni scontro non viene più camuffato e tutti i cittadini possono vedere i guerrieri... ma quindi che senso ha?! Continua con la politica che nessuno vede i guerrieri, non cambiare le regole così senza una vera ragione!
2) Kei Kurono sceglie di adare via dai giochi e gli viene resettata la memoria, quindi non si ricorda più di nessuno. Quando muore lui non è nel gioco e quindi non potrebbe essere resuscitato, ma viene riportato in vita e ha la vecchia memoria di quando era giocatore... Perchè? Non era mai stato ucciso dentro al gioco e quindi Gantz non lo aveva in memoria...
3) I vampiri, ma chi sono? Alieni? Dal volume 27 non ci sono più: Perché? Non hanno alcun senso nella storia, servono solo a riempire senza dare spiegazioni.
4) In uno scontro a Roma ci sono moltissimi guerrieri di altre nazioni, che stanno affrontando gli Alieni. Questi sembrano super-tosti, infatti fanno una carneficina. C'è un malfunzionamento e Gantz riporta nella stanza i sopravvissuti. E quegli alieni che fine fanno? Rimangono in Italia? Inoltre la trama si sviluppa in modo che gli alieni che vogliono stare sulla Terra siano in ordine di forza dai più deboli ai più forti. E' stato un capitolo per scremare i personaggi? Sembra di si, ma almeno dai spiegazioni...
5) Hiroya Oku fa del suo manga un manga quasi "realistico" nel senso che non importa tanto se sei il protagonista o un elemento importante della storia, se ti va male muori! Ha basato i primi volumi sul fatto che non sai mai cosa ti aspetti dietro l'angolo, questo fino all'ultima parte della vicenda dove Tae sembra invulnerabile... tutti muoiono tranne lei! Che assurdità! Come del resto la morte di Reika e Kei, verso la fine era palese che Hiroya Oku volesse far morire Reika, ma la scena è talmente strutturata male e scontata che non sono riuscito a provare particolari emozioni.
6) Il finale: l'assalto di Nishi è patetico e non si capisce, come del resto l'entità che ha fornito Gantz... Oku poteva mettere una pezza con Reika e Kei, ma niente, ha rovinato anche il finale...
FINE SPOILER
Queste erano le mie note che hanno fatto scendere il voto in picchiata da un 9 tendente al 10 iniziale ad un 6 per il finale, che è un 6 solo perchè la prima parte è veramente bella.
Come detto, il finale è frettoloso, ci sono dimenticanze e incoerenze, e questa cosa a me ha dato parecchio fastidio. Inizio e fine sembrano due manga diversi.
Lo consiglio perchè è bello e ti prende ma, come detto e ridetto, amarezza per la parte finale.
Già nei primi volumi mi ha preso veramente tantissimo, infatti, la voglia di continuare a leggerlo, che anche nelle ore più tarde non smetteva di svanire. Ad un certo punto ogni volta che chiudevo un volume mi dicevo "Appena vado in fumetteria mi compro tutta la serie".
Ma, con il cuore in mano, devo ammettere che poteva finirlo in meno volumi... Inoltre superato il volume ventisette, le cose incominciano a diventare un pò ridicole: già a metà si incomincia a storcere il naso perchè succedono cose che non hanno né capo né coda, cose buttate lì senza una valida ragione... Ma sono poche e quindi ci passi sopra, però poi quando inizia il finale, Bang! A quel punto le cose inziano a cambiare, e la mia voglia di acquistare l'opera pian piano si è indebolita.
Fino a metà Gantz è veramente bello, i disegni sono fatti bene e, anche se le battaglie sono lunghe, a me che l'ho letto a collezione completa, non hanno disturbato. Sulla parte finale alcune tavole sono molto confuse, come la storia, e certe parti che dovrebbero suscitare euforia o dispiacere non riescono a rendere bene l'effetto, rovinando l'atmosfera e la carica iniziale. C'è azione, violenza, splatter, horror, sentimento e un pizzichino di umorismo (all'inizio).
La parte sentimentale è proprio ben fatta, ma verso la fine è ripetitiva e si sente che le idee mancano... La cosa non mi è piaciuta.
La storia è semplice: c'è una macchina, Gantz, che si attiva e richiama la gente che è morta il giorno della sua attivazione per affidarle una missione. In base ai punti ottenuti nel corso della stessa, la persona può tornare a casa e godersi la vita, ma ogni volta che la macchina si riattiva per una nuova missione sarà richiamata in azione in compagnia di nuove persone morte quel giorno.
ATTENZIONE SPOILER!
Ci sono delle cose che non sono riuscito a capire e per me non hanno alcun senso se non rompere la bellezza del manga come era strutturato all'inizio:
1) In un combattimento, Tae si ritrova nel campo di battaglia. Fa delle foto e dalle foto spuntano i guerrieri mandati da Gantz. Quindi Gantz ordina di ucciderla perchè li ha visti, ma anche distruggendo il rullino delle foto la missione non cambia e Tae muore. Da li in poi ogni scontro non viene più camuffato e tutti i cittadini possono vedere i guerrieri... ma quindi che senso ha?! Continua con la politica che nessuno vede i guerrieri, non cambiare le regole così senza una vera ragione!
2) Kei Kurono sceglie di adare via dai giochi e gli viene resettata la memoria, quindi non si ricorda più di nessuno. Quando muore lui non è nel gioco e quindi non potrebbe essere resuscitato, ma viene riportato in vita e ha la vecchia memoria di quando era giocatore... Perchè? Non era mai stato ucciso dentro al gioco e quindi Gantz non lo aveva in memoria...
3) I vampiri, ma chi sono? Alieni? Dal volume 27 non ci sono più: Perché? Non hanno alcun senso nella storia, servono solo a riempire senza dare spiegazioni.
4) In uno scontro a Roma ci sono moltissimi guerrieri di altre nazioni, che stanno affrontando gli Alieni. Questi sembrano super-tosti, infatti fanno una carneficina. C'è un malfunzionamento e Gantz riporta nella stanza i sopravvissuti. E quegli alieni che fine fanno? Rimangono in Italia? Inoltre la trama si sviluppa in modo che gli alieni che vogliono stare sulla Terra siano in ordine di forza dai più deboli ai più forti. E' stato un capitolo per scremare i personaggi? Sembra di si, ma almeno dai spiegazioni...
5) Hiroya Oku fa del suo manga un manga quasi "realistico" nel senso che non importa tanto se sei il protagonista o un elemento importante della storia, se ti va male muori! Ha basato i primi volumi sul fatto che non sai mai cosa ti aspetti dietro l'angolo, questo fino all'ultima parte della vicenda dove Tae sembra invulnerabile... tutti muoiono tranne lei! Che assurdità! Come del resto la morte di Reika e Kei, verso la fine era palese che Hiroya Oku volesse far morire Reika, ma la scena è talmente strutturata male e scontata che non sono riuscito a provare particolari emozioni.
6) Il finale: l'assalto di Nishi è patetico e non si capisce, come del resto l'entità che ha fornito Gantz... Oku poteva mettere una pezza con Reika e Kei, ma niente, ha rovinato anche il finale...
FINE SPOILER
Queste erano le mie note che hanno fatto scendere il voto in picchiata da un 9 tendente al 10 iniziale ad un 6 per il finale, che è un 6 solo perchè la prima parte è veramente bella.
Come detto, il finale è frettoloso, ci sono dimenticanze e incoerenze, e questa cosa a me ha dato parecchio fastidio. Inizio e fine sembrano due manga diversi.
Lo consiglio perchè è bello e ti prende ma, come detto e ridetto, amarezza per la parte finale.
Il manga in questione ha una trama che colpisce sin dal primo numero per la sua originalità e più si prosegue nella lettura più l'autore non si risparmia i colpi di scena e le "assurdità" (nell'accezione positiva del termine). Il disegno è molto bello e ben caratterizzato, la perfetta fusione tra mano umana e computer graphic.
Il ritmo è sempre costante ma anche la caratterizzazione dei personaggi e la loro psicologia sono ben curate.
Senza far spoiler, in più, nonostante sia un manga molto visionario e a tratti assurdo, nel finale tutti i nodi (o quasi tutti) vengono al pettine, senza lasciar troppe porte aperte o finali senza spiegazioni.
L'opera ha avuto una vita di quasi 13 anni e quando un manga viene scritto in un tempo così lungo è immancabile che abbia alcune piccole incoerenze al suo interno, essendo poi una serie composta da 37 volumi è anche vero che qualche parte un po' riempitiva e inutile ai fini della trama c'è (dico solo che, ad un certo punto, compaiono i vampiri...).
Le donne molto belle e formose nell'opera fanno piacere ma, dopo un po', risultano eccessive e messe li forse troppo per attirare adolescenti in overdose di ormoni o per sottolineare i gusti sessuali dell'autore.
Conclusione:
"Gantz" è un'opera di fantascienza che va assolutamente letta, un'opera che stupisce ad ogni numero e che sorprende con un buon finale. È un manga incentrato sull'azione ma che non tralascia la psiche dei personaggi e che solo in pochissimi punti fa storcere un po' il naso. Se avrete la voglia di concentrarvi e star dietro ad una trama che delle volte risulta un po' complessa ed "eccessivamente" visionaria rimarrete piacevolmente sorpresi.
Il ritmo è sempre costante ma anche la caratterizzazione dei personaggi e la loro psicologia sono ben curate.
Senza far spoiler, in più, nonostante sia un manga molto visionario e a tratti assurdo, nel finale tutti i nodi (o quasi tutti) vengono al pettine, senza lasciar troppe porte aperte o finali senza spiegazioni.
L'opera ha avuto una vita di quasi 13 anni e quando un manga viene scritto in un tempo così lungo è immancabile che abbia alcune piccole incoerenze al suo interno, essendo poi una serie composta da 37 volumi è anche vero che qualche parte un po' riempitiva e inutile ai fini della trama c'è (dico solo che, ad un certo punto, compaiono i vampiri...).
Le donne molto belle e formose nell'opera fanno piacere ma, dopo un po', risultano eccessive e messe li forse troppo per attirare adolescenti in overdose di ormoni o per sottolineare i gusti sessuali dell'autore.
Conclusione:
"Gantz" è un'opera di fantascienza che va assolutamente letta, un'opera che stupisce ad ogni numero e che sorprende con un buon finale. È un manga incentrato sull'azione ma che non tralascia la psiche dei personaggi e che solo in pochissimi punti fa storcere un po' il naso. Se avrete la voglia di concentrarvi e star dietro ad una trama che delle volte risulta un po' complessa ed "eccessivamente" visionaria rimarrete piacevolmente sorpresi.
Sinceramente non comprendo questo grido al "capolavoro" di cui si veste appunto Gantz. La trama è quanto di più banale si possa scrivere, ed è un peccato dato che i primi capitoli potevano aprire le porte ad un'opera profonda ed entusiasmante. Infatti l'avvio della storia è molto interessante e incolla il lettore, che viene catturato da questo mistero che aleggia su ciò che accade ad alcune persone morte. Forse questo è uno dei pochi aspetti positivi: la tensione di ciò che potrebbe accadere, la sopravvivenza ecc, tutte caratteristiche di questa tipologia di manga.
Per il resto direi dialoghi semplicistici, un protagonista anonimo che fino all'ultimo non sono riuscito a dargli un'identità caratteriale e molto meno simpatico di altri coprotagonisti, delle volte i suoi atteggiamenti risultano addirittura irritanti. Di personaggi che compariranno ce ne sono tanti, ma solo a pochi ci si potrà affezionare, di alcuni che sembrano importanti se ne perderanno le tracce senza un motivo valido. Se all'inizio sembra già pesantino data l'eccessiva ripetitività delle situazioni, andando avanti anziché migliorare è risultato ancor di più lento e grossolano, tanto che mi ha ricordato quelle americanate di serie b.
L'idea era ottima ma sviluppata in maniera mediocre: col senno del poi, alle verità che verranno fuori e ai misteri (alcuni verranno risolti) ci si sarebbe dovuti arrivare in maniera molto più soddisfacente, ed invece l'autore preferisce per trentasei volumi uno splatter inutile ai fini della trama, combattimenti che durano interi tankobon senza far scorrere il tutto più fluidamente.
Altra nota negativa sono i rapporti interpersonali che vedremo: senza una ragione specifica ci si innamorerà random e tutto avrà sempre quel famoso punto interrogativo di cui non vedremo mai risposta. Forzatamente si cerca di far emergere valori quali l'amicizia, la famiglia, ma in maniera del tutto fumosa e mai consistente.
La ciliegina sulla torta sono state poi la realizzazione di questi alieni e la presenza assolutamente inutile di vampiri, tanto che il tutto sembrava davvero una presa in giro di qualche tipo.
Do invece una menzione positiva ai disegni, meravigliosi, puliti, armi, corpi, volti realizzati stupendamente.
Alla fine si ha la sensazione di fumo negli occhi, di tanto rumore per nulla, e come ho detto in apertura mai avrei creduto che un manga dai voti così alti risultasse così povero di contenuti. Se avesse preso un'altra direzione, anziché concentrare tutto su azioni alla Rambo, il voto sarebbe stato nettamente migliore. Per me non raggiunge nemmeno la sufficienza.
Per il resto direi dialoghi semplicistici, un protagonista anonimo che fino all'ultimo non sono riuscito a dargli un'identità caratteriale e molto meno simpatico di altri coprotagonisti, delle volte i suoi atteggiamenti risultano addirittura irritanti. Di personaggi che compariranno ce ne sono tanti, ma solo a pochi ci si potrà affezionare, di alcuni che sembrano importanti se ne perderanno le tracce senza un motivo valido. Se all'inizio sembra già pesantino data l'eccessiva ripetitività delle situazioni, andando avanti anziché migliorare è risultato ancor di più lento e grossolano, tanto che mi ha ricordato quelle americanate di serie b.
L'idea era ottima ma sviluppata in maniera mediocre: col senno del poi, alle verità che verranno fuori e ai misteri (alcuni verranno risolti) ci si sarebbe dovuti arrivare in maniera molto più soddisfacente, ed invece l'autore preferisce per trentasei volumi uno splatter inutile ai fini della trama, combattimenti che durano interi tankobon senza far scorrere il tutto più fluidamente.
Altra nota negativa sono i rapporti interpersonali che vedremo: senza una ragione specifica ci si innamorerà random e tutto avrà sempre quel famoso punto interrogativo di cui non vedremo mai risposta. Forzatamente si cerca di far emergere valori quali l'amicizia, la famiglia, ma in maniera del tutto fumosa e mai consistente.
La ciliegina sulla torta sono state poi la realizzazione di questi alieni e la presenza assolutamente inutile di vampiri, tanto che il tutto sembrava davvero una presa in giro di qualche tipo.
Do invece una menzione positiva ai disegni, meravigliosi, puliti, armi, corpi, volti realizzati stupendamente.
Alla fine si ha la sensazione di fumo negli occhi, di tanto rumore per nulla, e come ho detto in apertura mai avrei creduto che un manga dai voti così alti risultasse così povero di contenuti. Se avesse preso un'altra direzione, anziché concentrare tutto su azioni alla Rambo, il voto sarebbe stato nettamente migliore. Per me non raggiunge nemmeno la sufficienza.
"Before the world was created, the word already existed. The word was the source of life, and this life brought light to mankind. The light shines in the darkness, and the darkness has never put it out".
Questa frase funge come apertura all'opera, ricorre infatti su ognuno degli albi pubblicati.
1) TRAMA E SVILUPPO DELLA STORIA
Kei Kurono, un ragazzo di prima superiore residente a Tokyo, mentre aspetta la metropolitana in stazione nota un barbone ubriaco cadere sui binari. Il protagonista è un giovane opportunista, asociale, a tratti ipocrita, nonché misantropo. Sulla base di questo, com'è facile immaginare, non pensa minimamente di prodigarsi nei confronti del malcapitato. Un altro ragazzo di nome Masaru Kato, vecchia conoscenza di Kei, decide invece, dopo qualche incertezza, di prestare soccorso al senza tetto. Sfortunatamente per il protagonista, i loro sguardi s'incrociano; Kato lo riconosce e gli rivolge una richiesta d'aiuto. Kei non sa cosa fare e, in preda all'indecisione, decide amaramente di unirsi ai soccorsi.
Si comincia ad udire lo sferragliare delle rotaie percosse dalle carrozze. Il treno emerge dalla galleria. Kei e Kato hanno appena messo in salvo il senza tetto. Iniziano a correre. Il treno si avvicina veloce. Loro, troppo lenti. È ormai a pochi metri… I transitanti vedono le loro teste volare. Morti.
Senza nessuna logica apparente, Kei e Kato si ritrovano sani, salvi e tutti interi, all'interno di una stanza anonima dalla quale si intravede la torre di Tokyo e, al cui centro, è posta una sfera nera dal diametro di circa un metro e mezzo. Altre persone sono presenti nella stanza e tutti, compresi i protagonisti, sostengono di essere morti. Ma la domanda è:"Perché sono stati riuniti in quel luogo?" Per compiere delle missioni la cui posta in gioco è la vita stessa. I nostri protagonisti si vedranno infatti catapultati in una realtà che non conosce regole, in un luogo dove la fantascienza è realtà, in cui loro sono solamente delle marionette manovrate da fili invisibili, private del libero arbitrio e manipolate per fini ancora indecifrabili.
"Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite".
Tra tute da combattimento avveniristiche, armi fantascientifiche che valicano i confini della scienza umana, tra speranza e disperazione, alieni e amici, dovranno riuscire a sopravvivere attraverso le proprie forze e la propria volontà.
L'opera è divisa in tre fasi: la prima e la seconda sono più lunghe rispetto alla terza e sono a parer mio le più belle e coinvolgenti. Le vicende sono ancora parzialmente avvolti nel mistero, si iniziano a vedere le prime evoluzioni dei personaggi e il ritmo narrativo è magnetico. La terza fase, quella finale e conclusiva, è pur sempre meritevole, ma forse è stata curata con meno perizia dall'autore. In ogni caso l'ho reputata comunque assai soddisfacente.
2) ASPETTO GRAFICO
Il mangaka, grazie al proprio staff, nonché alle proprie conoscenze, è in grado di rappresentare armi, personaggi, strutture architettoniche e paesaggi completamente proporzionati e definiti nel dettaglio. Per far ciò, non basta una grande abilità nel dipingere; per ottenere il risultato stilistico conquistato da Gantz, occorre l'ausilio della computer grafica, padroneggiata con destrezza dalla Hiroya Oku Works. Azioni di dinamicità e di movimento sono realizzate molto bene. Le emozioni dei personaggi: vere, reali.
Ovviamente, come son presenti aspetti positivi, se pur in minima parte trovano spazio anche quelli negativi. Infatti, tra il volto dei protagonisti e il loro corpo, si viene a verificare un "contrasto di chiaroscuro". Mi spiego meglio: i vestiti che indossano i personaggi sono molto curati, acquisiscono un forte volume attraverso la tecnica chiaroscurale, mentre, per quanto riguarda i volti, sono meno voluminosi, più "leggeri", "bianchi"; ed appunto questo dà adito alla discordanza sopra citata. Questo, però, è come voler trovare il pelo nell'uovo, perché i disegni, nel complesso, sono veramente ottimi.
3) PERSONAGGI
Sono quasi tutti ben caratterizzati. Vorrei dire che non sono presenti personaggi stereotipati ma, ahimè, non è così. Però, nel complesso, questi ultimi sono una minoranza, compensata in larga scala dagli altri. Primo tra essi, Kei Kurono, che conquista grazie alla propria umanità, grazie alle proprie paure e debolezze, in tutto e per tutto vere e giustificate. Non è il classico protagonista senza macchia, ma un personaggio umano e "dinamico": nel corso della trama, infatti, compirà una peculiare evoluzione. L'elemento affascinante nella maggior parte dei personaggi all'interno dell'universo di Gantz è che ognuno di essi ha i propri difetti che conferiscono allo stesso una profondità caratteriale unica e reale.
4) TEMATICHE
La frase citata all'inizio della recensione incarna le principali tematiche: speranza e disperazione, bene e male, Dio e la propria nemesi; tutte rappresentate attraverso i termini "luce" e "tenebre", eterne antitesi.
In Gantz il tema della speranza funge da affresco. I protagonisti si trovano costretti a combattere e a sopravvivere in una realtà sadica e ostile, senza appigli, senza scappatoie; come fossero bambini prelevati senza alcun apparente motivo dal proprio ambiente domestico e messi nella natura selvaggia. Non capiranno perché, non capiranno come, non riusciranno a trovare niente a cui aggrapparsi, se non alla speranza, la stessa che tiene unito l'uomo alla ragione dopo aver superato il confine con la disperazione.
"Anche quando si affronta la disperazione, la speranza è sempre presente".
5) CONCLUSIONE
In visione di quanto scritto finora il giudizio complessivo è più che buono. Gantz mi è piaciuto particolarmente per i temi trattati: marcati, maturi; per i personaggi reali, dotati di profondità. Mi ha coinvolto inoltre per la grande originalità della trama e dell'intreccio narrativo. Il mangaka ha infatti compiuto scelte inusuali, che a mio parere hanno impreziosito e reso unica quest'opera.
Consiglio questo manga a tutti coloro che vogliono cimentarsi in qualcosa di nuovo, a tutti quelli che sappiano apprezzare la fantascienza e l'originalità (nonché il seno prosperoso).
Questa frase funge come apertura all'opera, ricorre infatti su ognuno degli albi pubblicati.
1) TRAMA E SVILUPPO DELLA STORIA
Kei Kurono, un ragazzo di prima superiore residente a Tokyo, mentre aspetta la metropolitana in stazione nota un barbone ubriaco cadere sui binari. Il protagonista è un giovane opportunista, asociale, a tratti ipocrita, nonché misantropo. Sulla base di questo, com'è facile immaginare, non pensa minimamente di prodigarsi nei confronti del malcapitato. Un altro ragazzo di nome Masaru Kato, vecchia conoscenza di Kei, decide invece, dopo qualche incertezza, di prestare soccorso al senza tetto. Sfortunatamente per il protagonista, i loro sguardi s'incrociano; Kato lo riconosce e gli rivolge una richiesta d'aiuto. Kei non sa cosa fare e, in preda all'indecisione, decide amaramente di unirsi ai soccorsi.
Si comincia ad udire lo sferragliare delle rotaie percosse dalle carrozze. Il treno emerge dalla galleria. Kei e Kato hanno appena messo in salvo il senza tetto. Iniziano a correre. Il treno si avvicina veloce. Loro, troppo lenti. È ormai a pochi metri… I transitanti vedono le loro teste volare. Morti.
Senza nessuna logica apparente, Kei e Kato si ritrovano sani, salvi e tutti interi, all'interno di una stanza anonima dalla quale si intravede la torre di Tokyo e, al cui centro, è posta una sfera nera dal diametro di circa un metro e mezzo. Altre persone sono presenti nella stanza e tutti, compresi i protagonisti, sostengono di essere morti. Ma la domanda è:"Perché sono stati riuniti in quel luogo?" Per compiere delle missioni la cui posta in gioco è la vita stessa. I nostri protagonisti si vedranno infatti catapultati in una realtà che non conosce regole, in un luogo dove la fantascienza è realtà, in cui loro sono solamente delle marionette manovrate da fili invisibili, private del libero arbitrio e manipolate per fini ancora indecifrabili.
"Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite".
Tra tute da combattimento avveniristiche, armi fantascientifiche che valicano i confini della scienza umana, tra speranza e disperazione, alieni e amici, dovranno riuscire a sopravvivere attraverso le proprie forze e la propria volontà.
L'opera è divisa in tre fasi: la prima e la seconda sono più lunghe rispetto alla terza e sono a parer mio le più belle e coinvolgenti. Le vicende sono ancora parzialmente avvolti nel mistero, si iniziano a vedere le prime evoluzioni dei personaggi e il ritmo narrativo è magnetico. La terza fase, quella finale e conclusiva, è pur sempre meritevole, ma forse è stata curata con meno perizia dall'autore. In ogni caso l'ho reputata comunque assai soddisfacente.
2) ASPETTO GRAFICO
Il mangaka, grazie al proprio staff, nonché alle proprie conoscenze, è in grado di rappresentare armi, personaggi, strutture architettoniche e paesaggi completamente proporzionati e definiti nel dettaglio. Per far ciò, non basta una grande abilità nel dipingere; per ottenere il risultato stilistico conquistato da Gantz, occorre l'ausilio della computer grafica, padroneggiata con destrezza dalla Hiroya Oku Works. Azioni di dinamicità e di movimento sono realizzate molto bene. Le emozioni dei personaggi: vere, reali.
Ovviamente, come son presenti aspetti positivi, se pur in minima parte trovano spazio anche quelli negativi. Infatti, tra il volto dei protagonisti e il loro corpo, si viene a verificare un "contrasto di chiaroscuro". Mi spiego meglio: i vestiti che indossano i personaggi sono molto curati, acquisiscono un forte volume attraverso la tecnica chiaroscurale, mentre, per quanto riguarda i volti, sono meno voluminosi, più "leggeri", "bianchi"; ed appunto questo dà adito alla discordanza sopra citata. Questo, però, è come voler trovare il pelo nell'uovo, perché i disegni, nel complesso, sono veramente ottimi.
3) PERSONAGGI
Sono quasi tutti ben caratterizzati. Vorrei dire che non sono presenti personaggi stereotipati ma, ahimè, non è così. Però, nel complesso, questi ultimi sono una minoranza, compensata in larga scala dagli altri. Primo tra essi, Kei Kurono, che conquista grazie alla propria umanità, grazie alle proprie paure e debolezze, in tutto e per tutto vere e giustificate. Non è il classico protagonista senza macchia, ma un personaggio umano e "dinamico": nel corso della trama, infatti, compirà una peculiare evoluzione. L'elemento affascinante nella maggior parte dei personaggi all'interno dell'universo di Gantz è che ognuno di essi ha i propri difetti che conferiscono allo stesso una profondità caratteriale unica e reale.
4) TEMATICHE
La frase citata all'inizio della recensione incarna le principali tematiche: speranza e disperazione, bene e male, Dio e la propria nemesi; tutte rappresentate attraverso i termini "luce" e "tenebre", eterne antitesi.
In Gantz il tema della speranza funge da affresco. I protagonisti si trovano costretti a combattere e a sopravvivere in una realtà sadica e ostile, senza appigli, senza scappatoie; come fossero bambini prelevati senza alcun apparente motivo dal proprio ambiente domestico e messi nella natura selvaggia. Non capiranno perché, non capiranno come, non riusciranno a trovare niente a cui aggrapparsi, se non alla speranza, la stessa che tiene unito l'uomo alla ragione dopo aver superato il confine con la disperazione.
"Anche quando si affronta la disperazione, la speranza è sempre presente".
5) CONCLUSIONE
In visione di quanto scritto finora il giudizio complessivo è più che buono. Gantz mi è piaciuto particolarmente per i temi trattati: marcati, maturi; per i personaggi reali, dotati di profondità. Mi ha coinvolto inoltre per la grande originalità della trama e dell'intreccio narrativo. Il mangaka ha infatti compiuto scelte inusuali, che a mio parere hanno impreziosito e reso unica quest'opera.
Consiglio questo manga a tutti coloro che vogliono cimentarsi in qualcosa di nuovo, a tutti quelli che sappiano apprezzare la fantascienza e l'originalità (nonché il seno prosperoso).
<b>ATTENZIONE: presenza di lievi spoiler.</b>
Eccoci al manga seinen che ha reso famoso Hiroya Oku. La mente malata dell'autore ci porta in un mondo straziante che solo chi è stato scelto dal Gantz può percepire. Saremo subito catapultati in uno scenario da film horror fantascientifico, con alieni terrificanti ma di per se singolari come l'alieno cipolla, ad esempio, e una lunghissima serie di scene splatter ed erotiche.
L'autore riesce con quest'opera a spogliare completamente l'essenza di un uomo, porcelo nudo davanti a noi e farci riflettere su quanto noi possiamo fare schifo come esseri umani. Tanto di cappello per quest'opera terribilmente attraente sotto molti punti di vista, con una narrazione caotica che si adatta perfettamente con lo stile della storia.
Il punto debole di questo manga è la parte centrale, rimasta poi irrisolta e con dei personaggi poco caratterizzati e con delle sotto-trame interessanti che però non vedremo realizzarsi. Il finale è deludente sotto alcuni aspetti per il fatto che è un taglio netto, non sapremo gli altri personaggi che fine hanno fatto o come sono andate avanti le loro vite, ma avremo un finale istantaneo dopo uno degli scontri a mio parere più belli nella storia fumettistica non giapponese ma mondiale. Le emozioni che l'autore riesce a trasmetterti sono infinite: amore, odio, rabbia, pietà e voglia di vivere. Quest'ultima infatti sarà un punto cruciale nella descrizione del protagonista, che riuscirà ad andare avanti solo grazie alla voglia di sopravvivere e di avere un futuro.
Per quanto riguarda il disegno, un incredibile mix fra foto e fumetto. Infatti l'autore per la quasi totalità delle sue tavole userà foto di posti e persone realmente esistenti adattandoli a manga, creando giusto i personaggi principali che si muovono nell'ambiente. Stile particolare che comunque incuriosisce il lettore. Scene di combattimento fantastiche e corpi femminili... veramente ben fatti e che rasentano per la maggior parte dei casi la realtà.
Gantz sia per personaggi che per disegni sarà un'opera realistica sotto molti aspetti. Non ci saranno esagerazioni e il tutto ci farà godere ancora di più la storia. Consiglio assolutamente la lettura.
Voto: 8.2
Eccoci al manga seinen che ha reso famoso Hiroya Oku. La mente malata dell'autore ci porta in un mondo straziante che solo chi è stato scelto dal Gantz può percepire. Saremo subito catapultati in uno scenario da film horror fantascientifico, con alieni terrificanti ma di per se singolari come l'alieno cipolla, ad esempio, e una lunghissima serie di scene splatter ed erotiche.
L'autore riesce con quest'opera a spogliare completamente l'essenza di un uomo, porcelo nudo davanti a noi e farci riflettere su quanto noi possiamo fare schifo come esseri umani. Tanto di cappello per quest'opera terribilmente attraente sotto molti punti di vista, con una narrazione caotica che si adatta perfettamente con lo stile della storia.
Il punto debole di questo manga è la parte centrale, rimasta poi irrisolta e con dei personaggi poco caratterizzati e con delle sotto-trame interessanti che però non vedremo realizzarsi. Il finale è deludente sotto alcuni aspetti per il fatto che è un taglio netto, non sapremo gli altri personaggi che fine hanno fatto o come sono andate avanti le loro vite, ma avremo un finale istantaneo dopo uno degli scontri a mio parere più belli nella storia fumettistica non giapponese ma mondiale. Le emozioni che l'autore riesce a trasmetterti sono infinite: amore, odio, rabbia, pietà e voglia di vivere. Quest'ultima infatti sarà un punto cruciale nella descrizione del protagonista, che riuscirà ad andare avanti solo grazie alla voglia di sopravvivere e di avere un futuro.
Per quanto riguarda il disegno, un incredibile mix fra foto e fumetto. Infatti l'autore per la quasi totalità delle sue tavole userà foto di posti e persone realmente esistenti adattandoli a manga, creando giusto i personaggi principali che si muovono nell'ambiente. Stile particolare che comunque incuriosisce il lettore. Scene di combattimento fantastiche e corpi femminili... veramente ben fatti e che rasentano per la maggior parte dei casi la realtà.
Gantz sia per personaggi che per disegni sarà un'opera realistica sotto molti aspetti. Non ci saranno esagerazioni e il tutto ci farà godere ancora di più la storia. Consiglio assolutamente la lettura.
Voto: 8.2
Sarà pur vero che un libro non si giudica dalla copertina, ma è altresì vero che Gantz possiede uno dei capitoli introduttivi più memorabili di sempre, e questo non può che essere un buon auspicio. Gantz mostra fin da subito i suoi punti di forza, che saranno poi quelli che vi terranno incollati alle pagine e che dovrebbero in parte caratterizzare ogni manga ben fatto. In primo luogo è coinvolgente, il lettore si sente parte integrante della storia e questo grazie al grandissimo talento di Hiroya Oku. Questo è il perno principale intorno a cui ruotano intorno tutte quelle caratteristiche satellite che lo rendono una lettura unica. Una di queste, che personalmente mi fa impazzire, è il "prendi tot persone di varia estrazione sociale e falli interagire tra loro", spunto utilizzato in vari manga ma sempre valido se sfruttato nel modo giusto. Infine, gran parte del coinvolgimento è dato dalla componente "mistero": il non conoscere l'esatta natura dell'universo che ci viene mostrato, il sapere che questo universo era attivo già prima dell'inizio della storia raccontata, la precaria situazione dei protagonisti che rende il futuro di questo universo ancora più impalpabile, creano un appeal col lettore che continuerà la lettura perché vuole, anzi, pretende di scoprire come andrà a finire. Pura droga.
Il concetto di tempo di Gantz è ciò che rende interessante il tutto. I giocatori non sono che una pedina nel grande universo della vita, pedine che Hiroya ci fa conoscere, pedine a cui ci affezioniamo, pedine che l'autore fa sparire e ricomparire quando vuole alla faccia dei lettori. La sua abilità nel caratterizzare è tale che perfino certi personaggi secondari, spesso dalla vita breve, sono talmente vivi che un mangaka di seconda fascia pagherebbe per ottenere la stessa resa. Il concetto di tempo di Gantz è spiegato in uno dei primi volumi da un personaggio: "questa stanza esiste da molto prima che arrivassi io", e ancora dalla sequenza contenuta in prima pagina in tutti i volumi del manga, che rimaneggiando un po' il prologo del Vangelo di Giovanni recita: "Prima che fosse creato il mondo, il Verbo esisteva già. Il Verbo era la sorgente di vita, e questa vita portava luce al genere umano. La luce brilla nell'ombra e l'ombra non l'ha mai spenta.". In questa grande stazione che è la stanza di Gantz, i treni arrivano e partono senza lasciare traccia e questo sistema fa si che la più grande valuta in uso in quella stazione non siano i soldi ma le informazioni. Le informazioni sono vitali nel mondo di Gantz, vitali nel senso letterale del termine perchè da esse dipende spesso la differenza tra vita e morte e perchè queste vanno perse una volta che il suo possessore viene a mancare. Il tempo ha una concezione pavesiana, è infinito per Gantz ma istantaneo per ogni personaggio che è costretto ad averci a che fare.
Altra caratteristica di Gantz è il disegno, perché come spiegato dall'autore stesso il suo stile si basa in modo massiccio sull'uso di grafica computerizzata, che comunque non scalfisce il tratto molto personale di Hiroya ma anzi aiuta a dare un certo dinamismo alle scene d'azione, per nulla confusionarie ed efficaci visivamente. Ma ciò che fa secondo me la differenza sono le scene notturne, ma soprattutto gli sfondi. Grazie all'utilizzo della sopraccitata computer grafica, la resa visiva, le proporzioni e la prospettiva della giungla urbana protagonista della maggior parte delle scene d'azione aiuta a dare un importante realismo alle stesse che riescono così a far immergere ancor più il lettore. L'autore, parlando dell'utilizzo dei computer nel suo processo creativo, parlava nei primi volumi di "sperimentazione", sperimentazione che procede nel verso giusto data la grande miglioria tecnica riscontrabile volume dopo volume. Ultima caratteristica del disegno di Hiroya sono le inquadrature, l'uso sensato che ne fa l'autore riesce a risparmiarci irreali dialoghi e a farci comprendere emozioni e stati d'animo in modo indiretto ma efficace.
Inoltre, dietro alla patina da videogame, fantascientifica e tamarra di Gantz l'autore riesce a inserire, in modo non forzato e senza intento morale, argomenti come ad esempio la religione, l'incomunicabilità, lo specismo, l'alienazione e l'importanza dei legami, evidenziandone sia le caratteristiche positive che negative. Altro argomento molto importante, a cui si ricollega quello dell'incomunicabilità, è quello della volontà imposta dall'alto, affrontato sondando la colpevolezza o meno dei personaggi obbligati a uccidere e richiamando il famoso Esperimento Milgram, argomento che trova voce proprio attraverso uno dei personaggi che si ritroverà a chiedersi "perché sono qui e faccio questo?".
Andando verso il finale di quest'opera, poi, Hiroya riesce a cambiare registro regalandoci atmosfere che ricordano l'Eternauta di Oesterheld, riuscendo ad analizzare con paradossale oggettività le contraddizioni della società moderna, immortalandola in una fotografia da brividi. Gantz è un opera fantascientifica che parla della precarietà della vita e della fugacità del tempo, prosegue in un climax ascendente continuo, i personaggi sono ben caratterizzati e, seppure siano molti, sono ben gestiti dall'autore. Questa lettura vi coinvolgerà e secondo me è un cult, l'unica pecca è la mancanza di risposte che avrebbero potuto renderlo perfetto.
Il concetto di tempo di Gantz è ciò che rende interessante il tutto. I giocatori non sono che una pedina nel grande universo della vita, pedine che Hiroya ci fa conoscere, pedine a cui ci affezioniamo, pedine che l'autore fa sparire e ricomparire quando vuole alla faccia dei lettori. La sua abilità nel caratterizzare è tale che perfino certi personaggi secondari, spesso dalla vita breve, sono talmente vivi che un mangaka di seconda fascia pagherebbe per ottenere la stessa resa. Il concetto di tempo di Gantz è spiegato in uno dei primi volumi da un personaggio: "questa stanza esiste da molto prima che arrivassi io", e ancora dalla sequenza contenuta in prima pagina in tutti i volumi del manga, che rimaneggiando un po' il prologo del Vangelo di Giovanni recita: "Prima che fosse creato il mondo, il Verbo esisteva già. Il Verbo era la sorgente di vita, e questa vita portava luce al genere umano. La luce brilla nell'ombra e l'ombra non l'ha mai spenta.". In questa grande stazione che è la stanza di Gantz, i treni arrivano e partono senza lasciare traccia e questo sistema fa si che la più grande valuta in uso in quella stazione non siano i soldi ma le informazioni. Le informazioni sono vitali nel mondo di Gantz, vitali nel senso letterale del termine perchè da esse dipende spesso la differenza tra vita e morte e perchè queste vanno perse una volta che il suo possessore viene a mancare. Il tempo ha una concezione pavesiana, è infinito per Gantz ma istantaneo per ogni personaggio che è costretto ad averci a che fare.
Altra caratteristica di Gantz è il disegno, perché come spiegato dall'autore stesso il suo stile si basa in modo massiccio sull'uso di grafica computerizzata, che comunque non scalfisce il tratto molto personale di Hiroya ma anzi aiuta a dare un certo dinamismo alle scene d'azione, per nulla confusionarie ed efficaci visivamente. Ma ciò che fa secondo me la differenza sono le scene notturne, ma soprattutto gli sfondi. Grazie all'utilizzo della sopraccitata computer grafica, la resa visiva, le proporzioni e la prospettiva della giungla urbana protagonista della maggior parte delle scene d'azione aiuta a dare un importante realismo alle stesse che riescono così a far immergere ancor più il lettore. L'autore, parlando dell'utilizzo dei computer nel suo processo creativo, parlava nei primi volumi di "sperimentazione", sperimentazione che procede nel verso giusto data la grande miglioria tecnica riscontrabile volume dopo volume. Ultima caratteristica del disegno di Hiroya sono le inquadrature, l'uso sensato che ne fa l'autore riesce a risparmiarci irreali dialoghi e a farci comprendere emozioni e stati d'animo in modo indiretto ma efficace.
Inoltre, dietro alla patina da videogame, fantascientifica e tamarra di Gantz l'autore riesce a inserire, in modo non forzato e senza intento morale, argomenti come ad esempio la religione, l'incomunicabilità, lo specismo, l'alienazione e l'importanza dei legami, evidenziandone sia le caratteristiche positive che negative. Altro argomento molto importante, a cui si ricollega quello dell'incomunicabilità, è quello della volontà imposta dall'alto, affrontato sondando la colpevolezza o meno dei personaggi obbligati a uccidere e richiamando il famoso Esperimento Milgram, argomento che trova voce proprio attraverso uno dei personaggi che si ritroverà a chiedersi "perché sono qui e faccio questo?".
Andando verso il finale di quest'opera, poi, Hiroya riesce a cambiare registro regalandoci atmosfere che ricordano l'Eternauta di Oesterheld, riuscendo ad analizzare con paradossale oggettività le contraddizioni della società moderna, immortalandola in una fotografia da brividi. Gantz è un opera fantascientifica che parla della precarietà della vita e della fugacità del tempo, prosegue in un climax ascendente continuo, i personaggi sono ben caratterizzati e, seppure siano molti, sono ben gestiti dall'autore. Questa lettura vi coinvolgerà e secondo me è un cult, l'unica pecca è la mancanza di risposte che avrebbero potuto renderlo perfetto.
Gantz è un manga che poteva arrivare tra le pietre miliari della nuova generazione ma che invece fallisce miseramente l'obiettivo proprio nel suo rush finale. Il finale infatti sembra essere fatto alla come viene viene, in fretta e furia come a concludere velocemente il tutto, forse per ragioni di scadenza o chissà che altro.
L'inizio ti prende e molto, non trovi il classico protagonista belloccio, carismatico, buono e altruista ma un ragazzo egoista, sadico e introverso. A cui però si oppone un altro protagonista che più o meno ha tutto quello descritto prima del protagonista perfetto, altruista, gentile, buono, belloccio, ecc. I due sono vecchi amici d'infanzia ma non si riconoscono inizialmente, mentre aspettano l'arrivo del treno per andare a casa. Un ubriaco inciampa e cade sulle rotarie e qui il nostro protagonista, Kei Kurono, quasi si eccita all'idea che tra poco potrebbe vedere un uomo morire maciullato sotto i suoi occhi. Ma ecco che il bel Kato dopo un attimo di paura, si getta a salvare l'ubriaco e chiede aiuto proprio a Kei, che dopo un attimo di esitazione lo segue e senza capire nemmeno il perché, lo aiuta a mettere in salvo lo sbronzo. Ma i due non fanno in tempo a mettere in salvo se stessi e muoiono travolti e fatti a pezzi dal treno, risvegliandosi poi nella stanza di Gantz. Inutile andare avanti con la trama, già descritta in lungo e largo prima della mia recensione, passiamo allo spiegare perché considero Gantz un possibile capolavoro mancato. Gantz è una serie di riferimenti a film di fantascienza giapponesi, come dichiarato dagli stessi autori ma entra anche nella mentalità delle persone che si ritrovano ad andare in guerra, volenti o nolenti, come l'essere costretti a uccidere o essere uccisi possa trasformare la gente in bene o in peggio. Kei per esempio ha una maturazione durante la sua avventura, fino a diventare il leader carismatico del gruppo di Gantz che si forma man mano che avanzano nel gioco.
Altri come Kato non crescono minimamente, così come altri protagonisti che muoiono senza mai riuscire a trovare la pace con se stessi, né essere riusciti a maturare abbastanza. Il sangue, la crudeltà, anche scene di sesso spinto, si sprecano nel manga ma solo nel finale superano decisamente il limite, diventando fuori luogo. La guerra è la parte centrale fino alla fine del manga, gente che combatte perché sente che è il suo dovere, gente che combatte perché solo così si sente viva e gente che combatte perché si è ritrovata in quella situazione senza volerlo ma non vuole morire, più o meno i sentimenti generici dei soldati.
Peccato che alla fine il nosense finisca per regnare sovrano, la trama perde di spessore e interesse e intanto vari fattori vengono tralasciati dall'autore. Per esempio i vampiri, che occupano una parte della storia e causano la morte di diversi protagonisti (e due morti molto importanti), vengono improvvisamente messi da parte. Il perché non si capisce, vengono messi da parte e basta. Le idee le avevano, la possibilità di svilupparle anche, non sono state sfruttate a dovere cadendo nei soliti cliché per la parte finale e perdendo quel senso di originalità che ne aveva caratterizzato la parte iniziale e centrale. Un vero peccato.
L'inizio ti prende e molto, non trovi il classico protagonista belloccio, carismatico, buono e altruista ma un ragazzo egoista, sadico e introverso. A cui però si oppone un altro protagonista che più o meno ha tutto quello descritto prima del protagonista perfetto, altruista, gentile, buono, belloccio, ecc. I due sono vecchi amici d'infanzia ma non si riconoscono inizialmente, mentre aspettano l'arrivo del treno per andare a casa. Un ubriaco inciampa e cade sulle rotarie e qui il nostro protagonista, Kei Kurono, quasi si eccita all'idea che tra poco potrebbe vedere un uomo morire maciullato sotto i suoi occhi. Ma ecco che il bel Kato dopo un attimo di paura, si getta a salvare l'ubriaco e chiede aiuto proprio a Kei, che dopo un attimo di esitazione lo segue e senza capire nemmeno il perché, lo aiuta a mettere in salvo lo sbronzo. Ma i due non fanno in tempo a mettere in salvo se stessi e muoiono travolti e fatti a pezzi dal treno, risvegliandosi poi nella stanza di Gantz. Inutile andare avanti con la trama, già descritta in lungo e largo prima della mia recensione, passiamo allo spiegare perché considero Gantz un possibile capolavoro mancato. Gantz è una serie di riferimenti a film di fantascienza giapponesi, come dichiarato dagli stessi autori ma entra anche nella mentalità delle persone che si ritrovano ad andare in guerra, volenti o nolenti, come l'essere costretti a uccidere o essere uccisi possa trasformare la gente in bene o in peggio. Kei per esempio ha una maturazione durante la sua avventura, fino a diventare il leader carismatico del gruppo di Gantz che si forma man mano che avanzano nel gioco.
Altri come Kato non crescono minimamente, così come altri protagonisti che muoiono senza mai riuscire a trovare la pace con se stessi, né essere riusciti a maturare abbastanza. Il sangue, la crudeltà, anche scene di sesso spinto, si sprecano nel manga ma solo nel finale superano decisamente il limite, diventando fuori luogo. La guerra è la parte centrale fino alla fine del manga, gente che combatte perché sente che è il suo dovere, gente che combatte perché solo così si sente viva e gente che combatte perché si è ritrovata in quella situazione senza volerlo ma non vuole morire, più o meno i sentimenti generici dei soldati.
Peccato che alla fine il nosense finisca per regnare sovrano, la trama perde di spessore e interesse e intanto vari fattori vengono tralasciati dall'autore. Per esempio i vampiri, che occupano una parte della storia e causano la morte di diversi protagonisti (e due morti molto importanti), vengono improvvisamente messi da parte. Il perché non si capisce, vengono messi da parte e basta. Le idee le avevano, la possibilità di svilupparle anche, non sono state sfruttate a dovere cadendo nei soliti cliché per la parte finale e perdendo quel senso di originalità che ne aveva caratterizzato la parte iniziale e centrale. Un vero peccato.
Attenzione! Potrebbe contenere spoiler!
Per tre quarti dell'opera Gantz, manga seinen di Hiroya Oku, è quanto di più giustamente si possa definire un capolavoro. Lo spunto su cui si basa è quanto mai particolare: i due protagonisti, Kei Kurono e Masaru Kato, perdono la vita in un incidente in metropolitana, nel tentativo di salvare un barbone, ma invece di morire i loro corpi sono trasferiti in una misteriosa stanza dove una sfera nera, Gantz, li coinvolge in un cruento gioco di sopravvivenza in cui bisogna eliminare mostri alieni accumulando punti; una volta raggiunti i 100 punti, si può decidere di abbandonare definitivamente il gioco, di resuscitare una persona memorizzata nel database di Gantz o di ottenere nuove potentissime armi e continuare il gioco. Ovviamente sono molti gli interrogativi che si creano attorno a questo serviva game: chi ha creato Gantz? Da dove vengono quegli alieni? E nuovi interrogativi si affacceranno sulla scena man mano che la storia va avanti e fanno la loro comparsa vampiri, ex-giocatori di Gantz che vogliono tornare a giocare, giornalisti che investigano sull'origine della sfera nera, apocalissi annunciate…
La storia che Oku ci racconta è rivolta a un pubblico adulto, per via della violenza, dei toni splatter delle missioni, delle tematiche affrontate (fra cui il bullismo e la violenza sui minori), ma anche delle numerose scene di nudo e di sesso (dopotutto l'autore ha un passato nel fumetto erotico). Questo eccesso di fanservice potrebbe risultare fastidioso, visto che a volte è messo lì senza alcun motivo apparente e a volte persino durante le missioni stesse (c'è un gantzer di Osaka che stupra gli alieni, tanto per fare un esempio).
Il punto forte del manga, però, è la caratterizzazione dei personaggi, sia per la varietà di caratteri che ci vengono presentati sia perché, di fronte alla morte, che i gantzer affrontano continuamente in missioni via via più rischiose e con boss di fine livello di potenza crescente, emerge la vera essenza di ogni essere umano. I due protagonisti, Kei e Masaru, sono inizialmente uno l'opposto dell'altro, pur essendo grandi amici: menefreghista ed egoista il primo, altruista e pronto a rischiare la vita per gli altri il secondo. Ad essi si aggiunge una pletora di personaggi assai variegata: Nishi, un veterano del gioco che si diverte a dare informazioni sbagliate ai novellini; Kei (omonima del protagonista ma è una ragazza), suicidatasi nella vasca da bagno, che subito suscita l'interesse amoroso del suo omonimo ma è innamorata di Masaru; Shion, il primo gantzer di Tokyo che avrebbe finito il gioco raggiungendo i 100 punti ma vorrebbe tornarvi; Sakurai, vittima di atti di bullismo finché non scopre di possedere potere paranormali; il rude combattente Daizemon, che però mostra il suo vero animo affezionandosi al piccolo Takeru; e così via. Altro punto di forza del manga è l'imprevedibilità della trama: tutti i personaggi, persino il protagonista, rischiano continuamente di morire, nessuno è al sicuro e immancabilmente ogni missione si trasforma in una vera e propria mattanza, con morti anche illustri (a cui però si pone rimedio più volte resuscitando qualche caduto "illustre" quando uno dei gantzer arriva a 100 punti).
A un certo punto, però, la trama subisce un cambiamento drastico, passando da una serie di missioni di sopravvivenza a una ben più classica (e mal gestita) invasione aliena per distruggere la Terra e la razza umana. Non è un finale da buttar via, perché apre comunque degli spunti interessanti (come quello della terza civiltà che ha dato all'uomo la tecnologia necessaria per creare il sistema Gantz per difendersi dagli alieni invasori, non per altruismo ma semplicemente per mantenere l'equilibrio), ma è sviluppato veramente male e alterna lunghe sequenze di capitoli in cui si combatte soltanto (e in cui si capisce ben poco, sia per la frenesia delle azioni sia per gli improvvisi passaggi da un fronte all'altro, visto che i protagonisti sono divisi) ad altre di spiegoni un po' noiosi.
Il tratto di disegno di Oku è sopraffino, soprattutto quando si tratta di disegnare ragazze bellissime (tutte rigorosamente gnocche e maggiorate, tranne la fidanzata di Kei) od orrendi alieni, di cui l'autore ci presenta tantissime forme, dal buffo alieno-cipolla della prima missione alla terrificante statua di Kannon dalle mille braccia, dal multiforme Nurarihyon ai bizzarri esseri della missione di Roma ispirati all'arte italiana, dal David di Michelangelo alle Forme uniche della continuità nello spazio.
Dal manga è sono state tratte una serie tv di 26 episodi (che però copre solo un arco ridotto dell'opera e si conclude con un finale inedito), due film live-action, due light novel e uno spin-off dedicato ai gantzer di Osaka, a dimostrazione del successo che l'opera ha goduto e gode tuttora in Giappone.
Per tre quarti dell'opera Gantz, manga seinen di Hiroya Oku, è quanto di più giustamente si possa definire un capolavoro. Lo spunto su cui si basa è quanto mai particolare: i due protagonisti, Kei Kurono e Masaru Kato, perdono la vita in un incidente in metropolitana, nel tentativo di salvare un barbone, ma invece di morire i loro corpi sono trasferiti in una misteriosa stanza dove una sfera nera, Gantz, li coinvolge in un cruento gioco di sopravvivenza in cui bisogna eliminare mostri alieni accumulando punti; una volta raggiunti i 100 punti, si può decidere di abbandonare definitivamente il gioco, di resuscitare una persona memorizzata nel database di Gantz o di ottenere nuove potentissime armi e continuare il gioco. Ovviamente sono molti gli interrogativi che si creano attorno a questo serviva game: chi ha creato Gantz? Da dove vengono quegli alieni? E nuovi interrogativi si affacceranno sulla scena man mano che la storia va avanti e fanno la loro comparsa vampiri, ex-giocatori di Gantz che vogliono tornare a giocare, giornalisti che investigano sull'origine della sfera nera, apocalissi annunciate…
La storia che Oku ci racconta è rivolta a un pubblico adulto, per via della violenza, dei toni splatter delle missioni, delle tematiche affrontate (fra cui il bullismo e la violenza sui minori), ma anche delle numerose scene di nudo e di sesso (dopotutto l'autore ha un passato nel fumetto erotico). Questo eccesso di fanservice potrebbe risultare fastidioso, visto che a volte è messo lì senza alcun motivo apparente e a volte persino durante le missioni stesse (c'è un gantzer di Osaka che stupra gli alieni, tanto per fare un esempio).
Il punto forte del manga, però, è la caratterizzazione dei personaggi, sia per la varietà di caratteri che ci vengono presentati sia perché, di fronte alla morte, che i gantzer affrontano continuamente in missioni via via più rischiose e con boss di fine livello di potenza crescente, emerge la vera essenza di ogni essere umano. I due protagonisti, Kei e Masaru, sono inizialmente uno l'opposto dell'altro, pur essendo grandi amici: menefreghista ed egoista il primo, altruista e pronto a rischiare la vita per gli altri il secondo. Ad essi si aggiunge una pletora di personaggi assai variegata: Nishi, un veterano del gioco che si diverte a dare informazioni sbagliate ai novellini; Kei (omonima del protagonista ma è una ragazza), suicidatasi nella vasca da bagno, che subito suscita l'interesse amoroso del suo omonimo ma è innamorata di Masaru; Shion, il primo gantzer di Tokyo che avrebbe finito il gioco raggiungendo i 100 punti ma vorrebbe tornarvi; Sakurai, vittima di atti di bullismo finché non scopre di possedere potere paranormali; il rude combattente Daizemon, che però mostra il suo vero animo affezionandosi al piccolo Takeru; e così via. Altro punto di forza del manga è l'imprevedibilità della trama: tutti i personaggi, persino il protagonista, rischiano continuamente di morire, nessuno è al sicuro e immancabilmente ogni missione si trasforma in una vera e propria mattanza, con morti anche illustri (a cui però si pone rimedio più volte resuscitando qualche caduto "illustre" quando uno dei gantzer arriva a 100 punti).
A un certo punto, però, la trama subisce un cambiamento drastico, passando da una serie di missioni di sopravvivenza a una ben più classica (e mal gestita) invasione aliena per distruggere la Terra e la razza umana. Non è un finale da buttar via, perché apre comunque degli spunti interessanti (come quello della terza civiltà che ha dato all'uomo la tecnologia necessaria per creare il sistema Gantz per difendersi dagli alieni invasori, non per altruismo ma semplicemente per mantenere l'equilibrio), ma è sviluppato veramente male e alterna lunghe sequenze di capitoli in cui si combatte soltanto (e in cui si capisce ben poco, sia per la frenesia delle azioni sia per gli improvvisi passaggi da un fronte all'altro, visto che i protagonisti sono divisi) ad altre di spiegoni un po' noiosi.
Il tratto di disegno di Oku è sopraffino, soprattutto quando si tratta di disegnare ragazze bellissime (tutte rigorosamente gnocche e maggiorate, tranne la fidanzata di Kei) od orrendi alieni, di cui l'autore ci presenta tantissime forme, dal buffo alieno-cipolla della prima missione alla terrificante statua di Kannon dalle mille braccia, dal multiforme Nurarihyon ai bizzarri esseri della missione di Roma ispirati all'arte italiana, dal David di Michelangelo alle Forme uniche della continuità nello spazio.
Dal manga è sono state tratte una serie tv di 26 episodi (che però copre solo un arco ridotto dell'opera e si conclude con un finale inedito), due film live-action, due light novel e uno spin-off dedicato ai gantzer di Osaka, a dimostrazione del successo che l'opera ha goduto e gode tuttora in Giappone.
Sono molto in difficoltà a dover parlare di Gantz. E' una serie senza precedenti che mi ha fatto innamorare sin dal primo capitolo. Fino ad un certo punto si candidava persino ad essere uno dei migliori manga di sempre. Oku aveva fatto il boom. Manteneva tutti i personaggi nelle vicinanze della morte dando l'impressione di avvicinarsi sempre di più al mistero del postmortem. Ne era venuto fuori un manga dalle caratteristiche visionarie, molto ben disegnato, innovativo (anche sotto l'aspetto grafico si rimane catturati dall'uso del computer), imprevedibile, feroce, splatter, pulp, che suggestionava brutalmente il lettore. I personaggi, Kurono, Nishi, le donne, tutto era al suo giusto posto.
Sennonchè al momento di sciogliere la matassa il narratore perde colpi. Innanzitutto per fruttare il successo ottenuto comincia a inserire saghe superflue nella linearità della storia. Dei riempimenti per allungare il brodo e fare cassa. Ma oltre a questo motivo - una situazione in cui si trovano purtroppo moltissimi manga - è stato per me gravissimo che Oku abbia perso di vista la componente mistery della storia concentrandosi unicamente sull'azione. Dall'impossibilità claustrofobica di girare la maniglia per aprire la porta si è passati ad un tiro al bersaglio da videogame anni '90. Così è successo che le missioni hanno cominciato a stancare. Prevedibili e slegate dal cuore della narrazione.
Quando poi si giunge al finale i diversi fili non riescono ad armonizzarsi. Della sfera nera, come del monolite nero di 2001 odissea nello spazio, continuiamo a sapere troppo poco. A me è sembrata solo la fine di una delle tante missioni e non dell'intera storia.
Gantz era una vera e propria promessa di felicità. Una promessa che non è stata del tutto mantenuta ed è un peccato per il lavoro di Oku. Così vicino alla perfezione.
Resta comunque un'opera di altissimo livello capace di suggestionare chiunque.
Consigliatissima.
Sennonchè al momento di sciogliere la matassa il narratore perde colpi. Innanzitutto per fruttare il successo ottenuto comincia a inserire saghe superflue nella linearità della storia. Dei riempimenti per allungare il brodo e fare cassa. Ma oltre a questo motivo - una situazione in cui si trovano purtroppo moltissimi manga - è stato per me gravissimo che Oku abbia perso di vista la componente mistery della storia concentrandosi unicamente sull'azione. Dall'impossibilità claustrofobica di girare la maniglia per aprire la porta si è passati ad un tiro al bersaglio da videogame anni '90. Così è successo che le missioni hanno cominciato a stancare. Prevedibili e slegate dal cuore della narrazione.
Quando poi si giunge al finale i diversi fili non riescono ad armonizzarsi. Della sfera nera, come del monolite nero di 2001 odissea nello spazio, continuiamo a sapere troppo poco. A me è sembrata solo la fine di una delle tante missioni e non dell'intera storia.
Gantz era una vera e propria promessa di felicità. Una promessa che non è stata del tutto mantenuta ed è un peccato per il lavoro di Oku. Così vicino alla perfezione.
Resta comunque un'opera di altissimo livello capace di suggestionare chiunque.
Consigliatissima.
Con il senno del poi è molto facile giudicare un'opera, soprattutto nel momento in cui essa vede la sua fine. Ma il voto che ho dato a Gantz non è assolutamente attribuibile al suo finale, ve lo assicuro. Non sono uno che da importanza ai finali. Questo due avrei voluto rifilarlo fin dal nono tankobon, pensate. Poi le scelte di Hiroya Oku non hanno fatto altro che darmi ragione. Anzi, hanno addirittura inasprito il mio giudizio. Innanzitutto, una profusione di tavole totalmente inutili, e non solo nella parte finale. I tratti "forti", "spiacevoli" del manga vengono ripetuti fino alla nausea; l'egoismo, l'alienazione di un'umanità tentennante trovano conferma di continuo, e talvolta in situazioni inutili, persino scialbe. In sottofondo, una vicenda che vista nel suo complesso non ha alcun senso, né trova felici chiavi di lettura. Il forzato "happy end" non solo svilisce l'intero manga, ma appare tirato. Mi ha ricordato in un certo qual modo il finale di Mass Effect. Come se Oku si fosse semplicemente stufato del manga e avesse alzato le mani in alto. Ritengo che un manga in cui il protagonista viene dipinto in un certo modo non può proprio finire così. Svilisce la figura del protagonista "sfigato", come ho già detto. Aggiungiamoci una terza parte del manga ampiamente spoilerata dall'autore già nei primi tankobon... la storia d'amore del protagonista che appare forzata, e mai è riuscita a "smuovere" qualcosa in me... l'entrata in scena dei vampiri che non solo è inutile, ma confonde le idee. Troppe idee confuse, ecco.
Tutte queste critiche; un voto bassissimo, eppure il mio giudizio finale è questo: Gantz potrebbe essere stato un potenziale capolavoro. "Potrebbe essere stato", purtroppo... Perché non lo è.
Tutte queste critiche; un voto bassissimo, eppure il mio giudizio finale è questo: Gantz potrebbe essere stato un potenziale capolavoro. "Potrebbe essere stato", purtroppo... Perché non lo è.
"Gantz". Un titolo conosciuto ed apprezzato. Sicuramente un manga di valore, ma perfetto no.
L'autore dà vita ad una complessa ed ingegnosa opera, dove suspense e adrenalina la fanno da padrone.
Si parte in modo deciso. Senza tanti giri di parole, i protagonisti della storia si ritrovano catapultati in un mondo parallelo dove la propria vita è messa in gioco. Un gioco perverso e sadico. Dotati di armi e tute speciali, i partecipanti sono costretti a combattere creature aliene di non specificata provenienza.
Lo sconcerto iniziale cede il passo ad forte desiderio di sopravvivenza. Messi di fronte alla scelta tra la vita e la morte, si risveglia l'istinto di autoconservazione e, con esso, un inaspettato coraggio. Questo processo è particolarmente evidente nel protagonista Kurono. L'autore ha espresso di aver creato tale protagonista per consentire ai lettori di rispecchiarsi in lui.
Un risultato che può dirsi raggiunto. Tra tutti i personaggi che prendono parte alla storia, Kurono è sicuramente quello che più rappresenta l'uomo medio.
Un ragazzo indifferente ai problemi degli altri, inaridito da una società che va sempre più degradandosi. Kurono si muove e pensa solo in base ai propri tornaconti personali, incurante di ciò che lo circonda e delle problematiche che affliggono il prossimo. Una noncuranza che si palesa anche di fronte ad un evento estremo come la morte altrui. Questa non viene vissuta con sdegno e paura, ma come uno spettacolo da riprendere e fissare nella propria memoria.
Kurono non rappresenta il solito protagonista/supereroe che si sacrifica per il prossimo; lui combatte per sé o per apparire di fronte alla donna che lo attrae. Una attrazione meramente sessuale, che poco o niente ha a che fare con l'amore.
Questo almeno inizialmente. Con l'incontro di Tae, ragazza non molto carina e non di spessore, ma di buon cuore, Kurono inizia a cambiare. Il desiderio di combattere per sé si trasforma in una ferrea volontà di proteggere Tae. E' per il bene di quest'ultima, che il nostro protagonista si batte; è con il pensiero di Tae nella mente, che Kurono è spinto alla sopravvivenza.
Uno degli altri pilastri di Gantz è rappresentato da Kato. Amico di infanzia di Kurono, appare subito molto diverso. Un carattere più mansueto e, a tratti, più coraggioso. Kei e Kato rappresentano i due lati dell'animo umano. Come lo Ying e lo Yang, si affiancano e si completano.
L'uno dà voce a quella parte egoista ed indifferente dell'essere umano, l'altro a quella più altruista e buonista
Accanto ai due, gravitano miliardi di altri personaggi.
Questo rappresenta, a mio parere, uno dei maggiori difetti dell'opera. Il continuo avvicendamento dei personaggi non consente al lettore di affezionarsi a nessuno di loro. A parte Kurono, tutti gli altri sono eliminati troppo presto dalle scene, prima che possa crearsi un legame con lo spettatore degli eventi. Alcuni vengono successivamente riabilitati, ma per la maggior parte non c'è questo epilogo.
Una squadra fissa avrebbe giovato di più, invece di un continuo ricambio dei giocatori. Il che però, probabilmente, avrebbe impedito all'autore di allungare eccessivamente la narrazione.
Un ulteriore elemento opinabile è il fan service. Questo rappresenta una componente fondamentale di "Gantz". L'autore non censura nulla, mettendo spesso in evidenza seni, sempre piuttosto formosi, fondoschiena, gambe, etc.
Di fatto, tuttavia, si riscontra che questa carta sia stata giocata troppo e male. Varie scene di sesso insensate sono state disseminate nel corso degli eventi. Tutto accadeva all'improvviso, cogliendo di sorpresa il lettore, spiazzato da questi momenti, a volte, davvero illogici.
Assistiamo ad una scena di sesso nonsense già all'inizio dell'opera. Questa vede coinvolti Kurono e la Tomb Raider giapponese. La lettura di quelle tavole mi ha lasciata abbastanza di stucco.
Dopo un incontro, avvenuto circa 30 secondi prima e mentre si preparano a combattere, i due si ritrovano nel corridoio/spogliatoio dell'appartamento di "Gantz" e, senza alcun senso logico, fanno sesso. Di scene così ne potrei citare a miliardi.
Forse l'autore vuole comunicare un senso di degrado che nasce nell'essere umano che sa di poter morire. Della serie "dato che devo morire, meglio dar sfogo a tutti miei istinti" ..ma, sta di fatto, che non mi abbia mai convinto molto.
Un ulteriore elemento che poco ho compreso era rappresentato dalla presenza, nel gioco, di animali strambi. Questi, tra l'altro, agivano in modo piuttosto bizzarro (si veda il panda appiccicoso e il cane pervertito) e poi sparivano nel nulla.
Insomma, alcune situazioni mi hanno lasciato alquanto perplessa, perché non sono riuscita bene a comprendere dove l'autore volesse andare a parare.
Le saghe iniziali sono decisamente superiori alle ultime. Queste perdono di pathos man mano che ci avvicina al gran finale (che poi tanto grande non è stato, ma sorvoliamo).
Un caos totale e in crescendo caratterizza, soprattutto, l'ultima saga. "Gantz" avrebbe, più giustamente, dovuto concludersi con la saga di Osaka, di grande spessore. Quello che viene dopo è un surplus evitabile.
Ciò che invece non muta, ma si migliora di tavola in tavola è il tratto di Hiroya Oku.
Un disegno spettacolare, curato nei minimi dettagli. Veramente uno dei tratti migliori in circolazione. Un dieci e lode va all'autore, rispettabilissimo sotto l'aspetto stilistico.
Se poi si fosse gestita la trama con maggior criterio, allora, si sarebbe potuto davvero parlare di capolavoro. Per me così non è stato. Troppa confusione, eccessivi buchi narrativi e sequenze lunghe ed inutili, quasi estenuanti, fanno perdere punti al manga in questione. Il finale, poi, non è degno di un'opera tanto durevole ed elaborata. Si ha quasi l'impressione che il racconto sia stato troncato di netto. Ciò non è rispettoso per i lettori che hanno dedicato tempo, passione e soldi ad un manga con le potenzialità di "Gantz."
Per tutte queste ragioni, non vado oltre il 7.
L'autore dà vita ad una complessa ed ingegnosa opera, dove suspense e adrenalina la fanno da padrone.
Si parte in modo deciso. Senza tanti giri di parole, i protagonisti della storia si ritrovano catapultati in un mondo parallelo dove la propria vita è messa in gioco. Un gioco perverso e sadico. Dotati di armi e tute speciali, i partecipanti sono costretti a combattere creature aliene di non specificata provenienza.
Lo sconcerto iniziale cede il passo ad forte desiderio di sopravvivenza. Messi di fronte alla scelta tra la vita e la morte, si risveglia l'istinto di autoconservazione e, con esso, un inaspettato coraggio. Questo processo è particolarmente evidente nel protagonista Kurono. L'autore ha espresso di aver creato tale protagonista per consentire ai lettori di rispecchiarsi in lui.
Un risultato che può dirsi raggiunto. Tra tutti i personaggi che prendono parte alla storia, Kurono è sicuramente quello che più rappresenta l'uomo medio.
Un ragazzo indifferente ai problemi degli altri, inaridito da una società che va sempre più degradandosi. Kurono si muove e pensa solo in base ai propri tornaconti personali, incurante di ciò che lo circonda e delle problematiche che affliggono il prossimo. Una noncuranza che si palesa anche di fronte ad un evento estremo come la morte altrui. Questa non viene vissuta con sdegno e paura, ma come uno spettacolo da riprendere e fissare nella propria memoria.
Kurono non rappresenta il solito protagonista/supereroe che si sacrifica per il prossimo; lui combatte per sé o per apparire di fronte alla donna che lo attrae. Una attrazione meramente sessuale, che poco o niente ha a che fare con l'amore.
Questo almeno inizialmente. Con l'incontro di Tae, ragazza non molto carina e non di spessore, ma di buon cuore, Kurono inizia a cambiare. Il desiderio di combattere per sé si trasforma in una ferrea volontà di proteggere Tae. E' per il bene di quest'ultima, che il nostro protagonista si batte; è con il pensiero di Tae nella mente, che Kurono è spinto alla sopravvivenza.
Uno degli altri pilastri di Gantz è rappresentato da Kato. Amico di infanzia di Kurono, appare subito molto diverso. Un carattere più mansueto e, a tratti, più coraggioso. Kei e Kato rappresentano i due lati dell'animo umano. Come lo Ying e lo Yang, si affiancano e si completano.
L'uno dà voce a quella parte egoista ed indifferente dell'essere umano, l'altro a quella più altruista e buonista
Accanto ai due, gravitano miliardi di altri personaggi.
Questo rappresenta, a mio parere, uno dei maggiori difetti dell'opera. Il continuo avvicendamento dei personaggi non consente al lettore di affezionarsi a nessuno di loro. A parte Kurono, tutti gli altri sono eliminati troppo presto dalle scene, prima che possa crearsi un legame con lo spettatore degli eventi. Alcuni vengono successivamente riabilitati, ma per la maggior parte non c'è questo epilogo.
Una squadra fissa avrebbe giovato di più, invece di un continuo ricambio dei giocatori. Il che però, probabilmente, avrebbe impedito all'autore di allungare eccessivamente la narrazione.
Un ulteriore elemento opinabile è il fan service. Questo rappresenta una componente fondamentale di "Gantz". L'autore non censura nulla, mettendo spesso in evidenza seni, sempre piuttosto formosi, fondoschiena, gambe, etc.
Di fatto, tuttavia, si riscontra che questa carta sia stata giocata troppo e male. Varie scene di sesso insensate sono state disseminate nel corso degli eventi. Tutto accadeva all'improvviso, cogliendo di sorpresa il lettore, spiazzato da questi momenti, a volte, davvero illogici.
Assistiamo ad una scena di sesso nonsense già all'inizio dell'opera. Questa vede coinvolti Kurono e la Tomb Raider giapponese. La lettura di quelle tavole mi ha lasciata abbastanza di stucco.
Dopo un incontro, avvenuto circa 30 secondi prima e mentre si preparano a combattere, i due si ritrovano nel corridoio/spogliatoio dell'appartamento di "Gantz" e, senza alcun senso logico, fanno sesso. Di scene così ne potrei citare a miliardi.
Forse l'autore vuole comunicare un senso di degrado che nasce nell'essere umano che sa di poter morire. Della serie "dato che devo morire, meglio dar sfogo a tutti miei istinti" ..ma, sta di fatto, che non mi abbia mai convinto molto.
Un ulteriore elemento che poco ho compreso era rappresentato dalla presenza, nel gioco, di animali strambi. Questi, tra l'altro, agivano in modo piuttosto bizzarro (si veda il panda appiccicoso e il cane pervertito) e poi sparivano nel nulla.
Insomma, alcune situazioni mi hanno lasciato alquanto perplessa, perché non sono riuscita bene a comprendere dove l'autore volesse andare a parare.
Le saghe iniziali sono decisamente superiori alle ultime. Queste perdono di pathos man mano che ci avvicina al gran finale (che poi tanto grande non è stato, ma sorvoliamo).
Un caos totale e in crescendo caratterizza, soprattutto, l'ultima saga. "Gantz" avrebbe, più giustamente, dovuto concludersi con la saga di Osaka, di grande spessore. Quello che viene dopo è un surplus evitabile.
Ciò che invece non muta, ma si migliora di tavola in tavola è il tratto di Hiroya Oku.
Un disegno spettacolare, curato nei minimi dettagli. Veramente uno dei tratti migliori in circolazione. Un dieci e lode va all'autore, rispettabilissimo sotto l'aspetto stilistico.
Se poi si fosse gestita la trama con maggior criterio, allora, si sarebbe potuto davvero parlare di capolavoro. Per me così non è stato. Troppa confusione, eccessivi buchi narrativi e sequenze lunghe ed inutili, quasi estenuanti, fanno perdere punti al manga in questione. Il finale, poi, non è degno di un'opera tanto durevole ed elaborata. Si ha quasi l'impressione che il racconto sia stato troncato di netto. Ciò non è rispettoso per i lettori che hanno dedicato tempo, passione e soldi ad un manga con le potenzialità di "Gantz."
Per tutte queste ragioni, non vado oltre il 7.
« Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. E questo è quanto »
Se volete iniziare a leggere Gantz preparatevi ad un manga senza limiti. Crudo, molto violento, sanguinolento, esplicito e a volte anche blasfemo. Essendo amante del genere (e amante dei Seinen in generale) questo manga l'ho divorato letteralmente in 11 giorni. 383 capitoli in in poco più di 10 giorni, oltre 13 anni di pubblicazione. A me la violenza piace. Lo splatter, la violenza esplicita e i combattimenti sono il mio genere. Ho una particolare attrazione per i Seinen. Prima di introdurci in Gantz e analizzare i suoi pregi/difetti (secondo il mio modesto parere), la trama.
Aspettando in metropolitana, Kei Kurono, un ragazzo egoista e ipocrita, vede un barbone cadere sulle rotaie pochi minuti prima dell'arrivo del treno. Trascinato dagli eventi si vede costretto ad aiutare un suo amico d'infanzia, Masaru Kato, a salvarlo da morte certa. I due riescono nell'intento ma vengono travolti dal sopraggiungere del treno. La morte però, non pone fine alle loro esistenze: si ritrovano all'interno di un appartamento di Tokyo in compagnia di altre persone, decedute anch'esse poco prima e di una strana sfera nera. È proprio quest'ultima che gli consegnerà un obiettivo: uccidere degli strani esseri entro il tempo limite, poiché l'unico modo per riacquistare la propria libertà è di accumulare 100 punti...
Come ho già detto se volete iniziare a leggere Gantz sappiate che non è un manga per niente leggero, è molto crudo, molto spietato e alcune tavole possono davvero far venire la nausea.
In quest'opera c'è un grande agglomerato di budella che fuoriescono, teste che volano dilaniate dagli alieni e persone che implodono sotto una pressione fin troppo elevata. Il manga è pieno di sangue, ripeto: se volete leggerlo preparatevi! Il sangue è onnipresente sin dai primi capitoli del manga. Gente spiaccicata, massacri, genocidi, omicidi, suicidi e il sangue è sempre li a fare da contorno.
Prima di tutto i disegni. Gantz ha un grandissimo difetto in tutta la sua storia, il disegno. O meglio, se voglio essere più preciso: l'autore del manga è Hiroya Oku e sebbene sia lui l'autore di questo manga di suo oltre alla storia ha messo anche i disegni ma abbozzati. In che senso? Gantz di disegnato ha solo i contorni, il resto del manga è lavorato in digitale: sfondi, sfumature, armi, alieni, palazzi, fiumi, città e tutto! I disegni, all'inizio, per quel poco che sono, sono molto elementari, quasi niente di speciale ma che però sanno trasmettere sensazioni quali nausea e "oddiochefigo". Nonostante ciò pero alcune tavole, vuoi il disegno, vuoi il computer e le sfumature, sanno davvero trasmettere inquietudine, e anche tanta visto che, alla fin fine, Gantz altro non è che un gioco. I disegni in fondo sono fatti dall'autore, è il computer (una equipe particolare) ad aggiungere tutta quella tecnologia strafiga!
Come già detto le scene di sesso non mancano, sia che queste siano velate (mai), che esplicite, che sottintese che esplicitissime. Poi, questa categoria sarebbe da suddividere in una infinità di sottocategorie ma per evitare di fondermi il cervello faccio tutto d'un fiato. In Gantz si vedono tante cose strane, come alieni uomini che si fingono donne per fare sesso con le vittime per poi soffocarle con duecento mammelle... Gantz è strano, contorto, malato e a vedere le tavole così ti chiedi "Ma che è sta cosa" e io sarei il primo a farmi questa domanda ma fidatevi! Se amate i Seinen fa per voi!
Classico stereotipo "mangoso" è quello del ragazzo strafigo. Esempio? Il fratello del protagonista Kei, Akira, ha quattordici anni, è alto un metro e ottanta, è uno stra figo, si fa una stra figa, è un vampiro, è forte ed è il migliore in tutto quello che fa. Poi vabbeh, anche il protagonista stesso Kei Kurono è stereotipato! All'inizio del manga ci viene presentato come uno che odia il genere umano e tutto ciò che gli sta attorno ma con l'andare della storia Kei instaurerà diverse relazioni che lo porteranno ad essere il classico paladino della giustizia.
Come detto in precedenza Gantz ha tutto: sangue, violenza, nudità, sesso esplicito, gente che si fa di crack, di droga, canne e tutto... In Gantz c'è tutto, ma proprio tutto, blasfemia compresa! Un personaggio del manga si chiede quale Dio potrebbe uccidere così tanti innocenti, uccidere un bambino piccolo, arrivare a veder morire i propri familiari davanti ai propri occhi! Un'altra cosa molto presente in Gantz è il maltrattamento sia sugli animali che sull'uomo, e quando intendo "maltrattamento sull'uomo" parlo di abusi sessuali, molto frequenti in questo manga. Alcune tavole sono dei pugni nello stomaco. Sono reali, sembrano reali... Riesci addirittura a provare compassione per un personaggio che subisce determinate violenze. Qualcosa che potrebbe darvi fastidio è la violenza su un determinato personaggio: un bambino. Un bambino molto piccolo ucciso dal suo patrigno per aver mangiato un budino.
Nel corso del manga, oltretutto, ci sono svariate citazioni di altri manga o anime quali One Piece (i nerd in festa cantano), Naruto, Kenshiro, Holly e Benji ma anche di film come Matrix, Jurassic Park e tanti altri. Un'intera missione, per esempio, si svolge a Roma. Si esatto, proprio a Roma, di fronte alla fontana di Trevi.
Una cosa (delle tre) che ho odiato tanto di Gantz sono le situazioni sentimentali. Sono trattate con il noi-sappiamo-cosa in tutto e per tutto. Relazioni amorose che nascono così, dopo una sveltina, una punizione, dopo aver salvato qualcuno... e sono relazioni fasulle, finte, forzate e lo sai perché leggi il manga e ti chiedi "Come cavolo fai a innamorarti dopo una cosa così!" La seconda cosa odiosa di Gantz sono le scene di combattimento, a volte troppo confusionarie e devi star lì a studiare il disegno nei minimi particolari per capire chi ha sferrato il colpo, chi lo ha subito, se lo ha parato o se lo ha preso in pieno. Più di una volta son dovuto tornare indietro perché quello che succedeva in maniera confusa prima veniva sbattuto in maniera semplice dopo, magari con la morte di qualcuno. E allora dovevo star lì a rivedermi il disegno. Soprattutto negli ultimi capitoli si fa davvero confusionario. Esplosioni, combattimenti, alieni, distruzioni e tanta confusione. L'ultima cosa fastidiosa in Gantz è Tae-chan. Ora, avete presente Orihime Inoue di Bleach? (Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! {Cit.}) Ecco, Tae-chan è la sua sorellastra divisa dalla nascita. Da quando compare nel manga ed instaura una relazione col protagonista (Kei) passa tutto il manga a dire Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan!
In soldoni però mi è piaciuto davvero tanto, non lo reputo perfetto ma è sicuramente uno dei manga che più mi sono divertito a leggere!
Se volete iniziare a leggere Gantz preparatevi ad un manga senza limiti. Crudo, molto violento, sanguinolento, esplicito e a volte anche blasfemo. Essendo amante del genere (e amante dei Seinen in generale) questo manga l'ho divorato letteralmente in 11 giorni. 383 capitoli in in poco più di 10 giorni, oltre 13 anni di pubblicazione. A me la violenza piace. Lo splatter, la violenza esplicita e i combattimenti sono il mio genere. Ho una particolare attrazione per i Seinen. Prima di introdurci in Gantz e analizzare i suoi pregi/difetti (secondo il mio modesto parere), la trama.
Aspettando in metropolitana, Kei Kurono, un ragazzo egoista e ipocrita, vede un barbone cadere sulle rotaie pochi minuti prima dell'arrivo del treno. Trascinato dagli eventi si vede costretto ad aiutare un suo amico d'infanzia, Masaru Kato, a salvarlo da morte certa. I due riescono nell'intento ma vengono travolti dal sopraggiungere del treno. La morte però, non pone fine alle loro esistenze: si ritrovano all'interno di un appartamento di Tokyo in compagnia di altre persone, decedute anch'esse poco prima e di una strana sfera nera. È proprio quest'ultima che gli consegnerà un obiettivo: uccidere degli strani esseri entro il tempo limite, poiché l'unico modo per riacquistare la propria libertà è di accumulare 100 punti...
Come ho già detto se volete iniziare a leggere Gantz sappiate che non è un manga per niente leggero, è molto crudo, molto spietato e alcune tavole possono davvero far venire la nausea.
In quest'opera c'è un grande agglomerato di budella che fuoriescono, teste che volano dilaniate dagli alieni e persone che implodono sotto una pressione fin troppo elevata. Il manga è pieno di sangue, ripeto: se volete leggerlo preparatevi! Il sangue è onnipresente sin dai primi capitoli del manga. Gente spiaccicata, massacri, genocidi, omicidi, suicidi e il sangue è sempre li a fare da contorno.
Prima di tutto i disegni. Gantz ha un grandissimo difetto in tutta la sua storia, il disegno. O meglio, se voglio essere più preciso: l'autore del manga è Hiroya Oku e sebbene sia lui l'autore di questo manga di suo oltre alla storia ha messo anche i disegni ma abbozzati. In che senso? Gantz di disegnato ha solo i contorni, il resto del manga è lavorato in digitale: sfondi, sfumature, armi, alieni, palazzi, fiumi, città e tutto! I disegni, all'inizio, per quel poco che sono, sono molto elementari, quasi niente di speciale ma che però sanno trasmettere sensazioni quali nausea e "oddiochefigo". Nonostante ciò pero alcune tavole, vuoi il disegno, vuoi il computer e le sfumature, sanno davvero trasmettere inquietudine, e anche tanta visto che, alla fin fine, Gantz altro non è che un gioco. I disegni in fondo sono fatti dall'autore, è il computer (una equipe particolare) ad aggiungere tutta quella tecnologia strafiga!
Come già detto le scene di sesso non mancano, sia che queste siano velate (mai), che esplicite, che sottintese che esplicitissime. Poi, questa categoria sarebbe da suddividere in una infinità di sottocategorie ma per evitare di fondermi il cervello faccio tutto d'un fiato. In Gantz si vedono tante cose strane, come alieni uomini che si fingono donne per fare sesso con le vittime per poi soffocarle con duecento mammelle... Gantz è strano, contorto, malato e a vedere le tavole così ti chiedi "Ma che è sta cosa" e io sarei il primo a farmi questa domanda ma fidatevi! Se amate i Seinen fa per voi!
Classico stereotipo "mangoso" è quello del ragazzo strafigo. Esempio? Il fratello del protagonista Kei, Akira, ha quattordici anni, è alto un metro e ottanta, è uno stra figo, si fa una stra figa, è un vampiro, è forte ed è il migliore in tutto quello che fa. Poi vabbeh, anche il protagonista stesso Kei Kurono è stereotipato! All'inizio del manga ci viene presentato come uno che odia il genere umano e tutto ciò che gli sta attorno ma con l'andare della storia Kei instaurerà diverse relazioni che lo porteranno ad essere il classico paladino della giustizia.
Come detto in precedenza Gantz ha tutto: sangue, violenza, nudità, sesso esplicito, gente che si fa di crack, di droga, canne e tutto... In Gantz c'è tutto, ma proprio tutto, blasfemia compresa! Un personaggio del manga si chiede quale Dio potrebbe uccidere così tanti innocenti, uccidere un bambino piccolo, arrivare a veder morire i propri familiari davanti ai propri occhi! Un'altra cosa molto presente in Gantz è il maltrattamento sia sugli animali che sull'uomo, e quando intendo "maltrattamento sull'uomo" parlo di abusi sessuali, molto frequenti in questo manga. Alcune tavole sono dei pugni nello stomaco. Sono reali, sembrano reali... Riesci addirittura a provare compassione per un personaggio che subisce determinate violenze. Qualcosa che potrebbe darvi fastidio è la violenza su un determinato personaggio: un bambino. Un bambino molto piccolo ucciso dal suo patrigno per aver mangiato un budino.
Nel corso del manga, oltretutto, ci sono svariate citazioni di altri manga o anime quali One Piece (i nerd in festa cantano), Naruto, Kenshiro, Holly e Benji ma anche di film come Matrix, Jurassic Park e tanti altri. Un'intera missione, per esempio, si svolge a Roma. Si esatto, proprio a Roma, di fronte alla fontana di Trevi.
Una cosa (delle tre) che ho odiato tanto di Gantz sono le situazioni sentimentali. Sono trattate con il noi-sappiamo-cosa in tutto e per tutto. Relazioni amorose che nascono così, dopo una sveltina, una punizione, dopo aver salvato qualcuno... e sono relazioni fasulle, finte, forzate e lo sai perché leggi il manga e ti chiedi "Come cavolo fai a innamorarti dopo una cosa così!" La seconda cosa odiosa di Gantz sono le scene di combattimento, a volte troppo confusionarie e devi star lì a studiare il disegno nei minimi particolari per capire chi ha sferrato il colpo, chi lo ha subito, se lo ha parato o se lo ha preso in pieno. Più di una volta son dovuto tornare indietro perché quello che succedeva in maniera confusa prima veniva sbattuto in maniera semplice dopo, magari con la morte di qualcuno. E allora dovevo star lì a rivedermi il disegno. Soprattutto negli ultimi capitoli si fa davvero confusionario. Esplosioni, combattimenti, alieni, distruzioni e tanta confusione. L'ultima cosa fastidiosa in Gantz è Tae-chan. Ora, avete presente Orihime Inoue di Bleach? (Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! Kurosaki-kun! {Cit.}) Ecco, Tae-chan è la sua sorellastra divisa dalla nascita. Da quando compare nel manga ed instaura una relazione col protagonista (Kei) passa tutto il manga a dire Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan! Kei-chan!
In soldoni però mi è piaciuto davvero tanto, non lo reputo perfetto ma è sicuramente uno dei manga che più mi sono divertito a leggere!
Gantz, una storia trash divenuta cult grazie alla bravura dell'autore. Se dovessi recensirlo su una rivista cartacea inizierei con la frase appena scritta, perché oggettivamente Gantz è una serie d'azione dalla trama banalotta (mix di più generi a cui l'autore si è ispirato) condita da scene di violenza estrema, sesso e stupri gratuiti che vanno a solleticare la personale dose di morbosità che ognuno cova in segreto. Hiroya Oku giostra sapientemente, e da qui ne deriva la sua bravura, una mattanza senza fine ad un ritmo forsennato, mescolando sentimenti negativi e positivi, istinti puberali, ipocrisie e bassezze dell'animo umano senza censure.
La trama in breve è semplice: delle persone morte vengono clonate e riportate in vita (ma con una bomba in testa per tenerle sotto controllo) con lo scopo di combattere delle creature aliene nascoste tra gli abitanti di Tokyo (questo almeno nella prima parte dell'opera). La loro battaglia è simile ad un gioco mortale, al termine del quale, se sopravvivono, possono ricevere dei punti e spenderli per uscire dal gioco, avere un'arma più forte o risuscitare un compagno morto. I protagonisti sono dei comuni cittadini, alcuni sono criminali o dei poco di buono, antieroi ed eroi mescolati assieme che hanno in comune solo l'essere morti. Chi ha costruito Gantz, la sfera che fornisce il punteggio e clona i compagni caduti? Chi è l'uomo dentro alla sfera? come mai si nascondono degli alieni a Tokyo? Cosa centrano i vampiri e i tipi con i poteri esp? (mah!)
A tutte queste ed ad altre domande viene fornita quasi sempre risposta, ma solo dopo innumerevoli ed intense mattanze, tanto che strucca strucca ciò che c'è da sapere potrebbe essere racchiuso in un piccolo volumetto saltando tutte le battaglie. Questo è il vero problema, infatti Gantz senza le iperboliche battaglie, condite con sapienza di power up narrativi che ribaltano continuamente le situazioni da favorevoli a sfavorevoli, facendoti appassionare e divorare le pagine una ad una, non sarebbe nulla di speciale. Questo "nulla di speciale" però è divenuto un fenomeno editoriale capace di vendere milioni di copie in tutto il mondo. Hiroya Oku si è dimostrato abilissimo a gestire il suo prodotto tanto che viene da chiedersi ora che ne è arrivato alla conclusione, se continuerà a produrre spin-off per raschiare il fondo del barile o se riuscirà a staccarsi dalla sua creatura dimostrando che è in grado di produrre qualcosa di altrettanto intenso. Per gli amanti del genere è sicuramente l'opera che fa per voi e da non perdere, ma se cercate un prodotto un po' più maturo (e non per la violenza o il sesso) ve lo sconsiglio. Assegnare un voto ad una serie cult è difficilissimo, inevitabilmente i suoi amanti la osannano e i detrattori la stroncano, io mi fermo al 7 poiché penso sia un buon compromesso anche grazie alla qualità dei disegni ad un livello medio alto, con un netto miglioramento verso la fine dell'opera.
La trama in breve è semplice: delle persone morte vengono clonate e riportate in vita (ma con una bomba in testa per tenerle sotto controllo) con lo scopo di combattere delle creature aliene nascoste tra gli abitanti di Tokyo (questo almeno nella prima parte dell'opera). La loro battaglia è simile ad un gioco mortale, al termine del quale, se sopravvivono, possono ricevere dei punti e spenderli per uscire dal gioco, avere un'arma più forte o risuscitare un compagno morto. I protagonisti sono dei comuni cittadini, alcuni sono criminali o dei poco di buono, antieroi ed eroi mescolati assieme che hanno in comune solo l'essere morti. Chi ha costruito Gantz, la sfera che fornisce il punteggio e clona i compagni caduti? Chi è l'uomo dentro alla sfera? come mai si nascondono degli alieni a Tokyo? Cosa centrano i vampiri e i tipi con i poteri esp? (mah!)
A tutte queste ed ad altre domande viene fornita quasi sempre risposta, ma solo dopo innumerevoli ed intense mattanze, tanto che strucca strucca ciò che c'è da sapere potrebbe essere racchiuso in un piccolo volumetto saltando tutte le battaglie. Questo è il vero problema, infatti Gantz senza le iperboliche battaglie, condite con sapienza di power up narrativi che ribaltano continuamente le situazioni da favorevoli a sfavorevoli, facendoti appassionare e divorare le pagine una ad una, non sarebbe nulla di speciale. Questo "nulla di speciale" però è divenuto un fenomeno editoriale capace di vendere milioni di copie in tutto il mondo. Hiroya Oku si è dimostrato abilissimo a gestire il suo prodotto tanto che viene da chiedersi ora che ne è arrivato alla conclusione, se continuerà a produrre spin-off per raschiare il fondo del barile o se riuscirà a staccarsi dalla sua creatura dimostrando che è in grado di produrre qualcosa di altrettanto intenso. Per gli amanti del genere è sicuramente l'opera che fa per voi e da non perdere, ma se cercate un prodotto un po' più maturo (e non per la violenza o il sesso) ve lo sconsiglio. Assegnare un voto ad una serie cult è difficilissimo, inevitabilmente i suoi amanti la osannano e i detrattori la stroncano, io mi fermo al 7 poiché penso sia un buon compromesso anche grazie alla qualità dei disegni ad un livello medio alto, con un netto miglioramento verso la fine dell'opera.
Se Nietzsche fosse vivo e appassionato di manga avrebbe tutti i volumi di questo piccolo capolavoro sulla sua scrivania. Nichilista, spietato, cinico, dipinge il mondo con occhio freddo e preciso, con scene di forte violenza sveglia il lettore, desensibilizzandolo e facendogli contemporaneamente rendergli conto di questa desensibilizzazione che non si fatica ad estendere all'umanità in toto formata ormai solo da singoli entità spaesate, sole, perdute.
Le unica scappatoie che l'autore ci offre sono la solidarietà dell'amicizia, il conforto dell' amore e la felicità del sesso.
Trama 9/10: Inizia un po' lentamente, usando violenza su violenza quasi come fosse la cosa più normale del mondo vedere corpi che esplodono. Più leggi e più il manga ti mette in testa il tarlo che forse tutta l'insensatezza che c'è stata fino ad adesso ha un senso, più leggi e più questo tarlo diventa dubbio, certezza e poi (negli ultimi volumi) realtà.
Ambientazione 9.5/10: L' idea di base è geniale, la convivenza contemporanea di due mondi nascosti l'uno all'altro con saltuarie (e sempre più pesanti e definitive) contaminazioni, permette ai personaggi di essere spettatori dell'umanità, che a sua volta subisce la contaminazione tramite morti improvvise ed estremamente violente. E' anche da apprezzare tutta l'idea del "gioco" al massacro che diventa colonna sonora del manga, nonché triste palcoscenico della messa a nudo dei sentimenti e delle perversioni dei protagonisti.
Personaggi: 10/10: tutti i personaggi sono unici e non banali. Il manga è inoltre pieno zeppo di personaggi secondari perfettamente caratterizzati e degni di possedere spin-off tutti loro (alcuni infatti hanno diversi capitoli dedicati).
Disegni 10/10: dettagliatissimi ed estremamente plastico-dinamici.
Le unica scappatoie che l'autore ci offre sono la solidarietà dell'amicizia, il conforto dell' amore e la felicità del sesso.
Trama 9/10: Inizia un po' lentamente, usando violenza su violenza quasi come fosse la cosa più normale del mondo vedere corpi che esplodono. Più leggi e più il manga ti mette in testa il tarlo che forse tutta l'insensatezza che c'è stata fino ad adesso ha un senso, più leggi e più questo tarlo diventa dubbio, certezza e poi (negli ultimi volumi) realtà.
Ambientazione 9.5/10: L' idea di base è geniale, la convivenza contemporanea di due mondi nascosti l'uno all'altro con saltuarie (e sempre più pesanti e definitive) contaminazioni, permette ai personaggi di essere spettatori dell'umanità, che a sua volta subisce la contaminazione tramite morti improvvise ed estremamente violente. E' anche da apprezzare tutta l'idea del "gioco" al massacro che diventa colonna sonora del manga, nonché triste palcoscenico della messa a nudo dei sentimenti e delle perversioni dei protagonisti.
Personaggi: 10/10: tutti i personaggi sono unici e non banali. Il manga è inoltre pieno zeppo di personaggi secondari perfettamente caratterizzati e degni di possedere spin-off tutti loro (alcuni infatti hanno diversi capitoli dedicati).
Disegni 10/10: dettagliatissimi ed estremamente plastico-dinamici.
Il manga possiede il tipico tratto di Oku, che sia aiuta nel disegno con la computer graphics. La prima fase del manga è molto avvincente, vengono presentati i personaggi, i primi mostri, i misteri, accenni al regolamento e al sistema di punteggio. Questa prima fase ha come voto anche un bel 9 che però cala drasticamente nella seconda fase. Infatti in questa seconda parte del manga si vede la mancanza d'idee dell'autore, vengono inseriti personaggi senza origine e senza senso per poi farli uscire di scena poco dopo. Iniziano battaglie fanservice a gogò... molti numeri sono fini a se stessi e non danno nessun indizio sulla trama verticale dell'opera. Infatti dal mio punto di vista quest'opera, come tutte le opere di successo, risente dei grandi numeri di vendita e perde tanto.
La terza fase che sarebbe l'ultimo arco narrativo che porterà a conclusione la storia riesce in qualche modo a mettere una pezza ai capitoli precedenti. Anche se non si intuisce bene dove l'autore voglia andare a parare.
Il manga è godibile e si legge bene. Personalmente non amo lo stile di Oku proprio perchè eccede troppo con il pc. Alla fine è un manga da leggere perchè storia, trama e personaggi sono originali, ma anche qui come in tanti altri manga l'autore si perde un po' (vedi Bleach) e dopo aver letto il manga si rimane un po' con una sensazione di incompletezza. Tutte i misteri e le sottotrame vengono ben spiegate, però in alcuni punti si poteva fare di meglio.
In conclusione è un manga da leggere e da avere nella propria collezione personale, ma per dare un giudizio definitivo dobbiamo attendere la conclusione dell'opera sperando di non patire tanto... visto che l'autore è soggetto a numerose pause (mai quanto Miura e Hagiwara).
La terza fase che sarebbe l'ultimo arco narrativo che porterà a conclusione la storia riesce in qualche modo a mettere una pezza ai capitoli precedenti. Anche se non si intuisce bene dove l'autore voglia andare a parare.
Il manga è godibile e si legge bene. Personalmente non amo lo stile di Oku proprio perchè eccede troppo con il pc. Alla fine è un manga da leggere perchè storia, trama e personaggi sono originali, ma anche qui come in tanti altri manga l'autore si perde un po' (vedi Bleach) e dopo aver letto il manga si rimane un po' con una sensazione di incompletezza. Tutte i misteri e le sottotrame vengono ben spiegate, però in alcuni punti si poteva fare di meglio.
In conclusione è un manga da leggere e da avere nella propria collezione personale, ma per dare un giudizio definitivo dobbiamo attendere la conclusione dell'opera sperando di non patire tanto... visto che l'autore è soggetto a numerose pause (mai quanto Miura e Hagiwara).
La perfezione non esiste.
Né in cielo né in terra.
"Perfetto" è un aggettivo molto difficile da portare sulle spalle, ha un peso monumentale e in pochi riescono a reggerne il peso.
Se però il termine è stato forgiato per definire qualcosa di totale, imprescindibile e come termine di paragone per gli altri, allora questo è il caso di Gantz.
Quando cominciai a leggere Gantz ero a conoscenza del fenomeno mondiale che avevo davanti. Il grande successo della serie mi aveva spinto a cominciare la serie nonostante la scarsa reperibilità.
Quando presi in mano il primo volume ero conscio di avere tra le mani un ottimo manga, ma mai e poi mai avrei pensato di trovarmi di fronte ad un capolavoro di queste dimensioni.
Uscite da qualsiasi schema, lasciate perdere ogni trama prestabilita dove il protagonista diventa il fulcro delle vicissitudini della saga, dimenticate ogni "dogma" della classica stesura di una storia, lasciatevi alle spalle qualsiasi altro tipo di lettura e immergetevi all'interno di un viaggio che non lascerà scampo a niente e nessuno.
Cosa c'è dopo la morte? Cos'è il Gantz? Perché i personaggi devono stare in una stanza nel centro di Tokyo? Perchè vengono armati?
Il grande genio di Hiroya Oku è tutto concentrato nel sottoporre continuamente il lettore a domande, interrogativi ed enigmi che ossessioneranno il lettore per tutta la serie. La grande forza di Gantz è quella di non lasciare sbavature tra gli interrogativi e la narrazione, come se fossero due elementi che si intrecciano e si rincorrono per tutta la storia senza lasciare il tempo di respirare al lettore.
L'altra grande forza del manga è l'estremo realismo di tutti i combattimenti. La peculiarità con la quale Oku disegna e compone organi, mutilazioni, espressioni facciali, la tensione dei muscoli e delle vene, è senza dubbio la migliore in circolazione.
Oku utilizza in maniera massiccia la computer grafica, come già fatto con Zero-One, ma non diventa mai pesante e macchinosa. Resta sempre il tratto specifico dell'autore, che delinea con estrema precisione ogni particolare, dal sudore all'arteria che esplode quando un arto viene reciso.
Gantz ha tutto.
Una storia appassionante che non abbassa mai i giri del motore.
Personaggi variegati, e se ne perdono il conto all'interno dell'opera.
Possiede un carico emotivo che spezza le scene violente d'azione.
Come da tradizione (e qua entra in gioco il passato di Oku, andate a vedere Hen) ogni personaggio femminile sembra uscito dai sogni più remoti di ogni uomo.
Insomma ogni particolare porta con se l'ingrediente perfetto per creare una manga d'azione che trascende il tempo, perchè da 12 anni ormai tiene col fiato sospeso milioni di lettori in giro per il mondo.
Essendo una pubblicazione Manga 2000, e poi successivamente passata tra le mani della Planet Manga, patisce del passaggio di proprietà. Questo cosa vuol dire? Che quando avvenne il cambio di pubblicazione era in stampa il volume 20, quindi questo specifico albo è praticamente introvabile e sarete costretti a leggerlo via web. Sembra che la Panini ne voglia fare una versione Deluxe nel futuro, io mi tengo i 33 volumi in prima edizione.
L'unico difetto dell'edizione è che perdono il nero. Sopratutto negli ultimi volumi, dal 25 al 33, le ambientazioni diventano molto cupe e "pesanti" a livello di colorazione, quindi le pagine rischiano di macchiare le dita, e di conseguenza l'albo. Ma fortunatamente non è nulla di grave.
Il prezzo con gli anni è lievitato, come per tutti gli albi, ma sta tenendo un prezzo ancora accessibile.
In conclusione Gantz è un capolavoro dell'epoca moderna. Un grande appassionato di manga non può permettersi di non conoscerlo e di non averlo all'interno della sua personale collezione.
Ormai Oku dovrebbe essere arrivato (almeno ad immaginare) il termine di questo sua opera, perchè ogni capolavoro, per essere considerato tale, deve riuscire a terminarsi nella fase più complicata e difficile che una storia possa incontrare.
La fine.
Né in cielo né in terra.
"Perfetto" è un aggettivo molto difficile da portare sulle spalle, ha un peso monumentale e in pochi riescono a reggerne il peso.
Se però il termine è stato forgiato per definire qualcosa di totale, imprescindibile e come termine di paragone per gli altri, allora questo è il caso di Gantz.
Quando cominciai a leggere Gantz ero a conoscenza del fenomeno mondiale che avevo davanti. Il grande successo della serie mi aveva spinto a cominciare la serie nonostante la scarsa reperibilità.
Quando presi in mano il primo volume ero conscio di avere tra le mani un ottimo manga, ma mai e poi mai avrei pensato di trovarmi di fronte ad un capolavoro di queste dimensioni.
Uscite da qualsiasi schema, lasciate perdere ogni trama prestabilita dove il protagonista diventa il fulcro delle vicissitudini della saga, dimenticate ogni "dogma" della classica stesura di una storia, lasciatevi alle spalle qualsiasi altro tipo di lettura e immergetevi all'interno di un viaggio che non lascerà scampo a niente e nessuno.
Cosa c'è dopo la morte? Cos'è il Gantz? Perché i personaggi devono stare in una stanza nel centro di Tokyo? Perchè vengono armati?
Il grande genio di Hiroya Oku è tutto concentrato nel sottoporre continuamente il lettore a domande, interrogativi ed enigmi che ossessioneranno il lettore per tutta la serie. La grande forza di Gantz è quella di non lasciare sbavature tra gli interrogativi e la narrazione, come se fossero due elementi che si intrecciano e si rincorrono per tutta la storia senza lasciare il tempo di respirare al lettore.
L'altra grande forza del manga è l'estremo realismo di tutti i combattimenti. La peculiarità con la quale Oku disegna e compone organi, mutilazioni, espressioni facciali, la tensione dei muscoli e delle vene, è senza dubbio la migliore in circolazione.
Oku utilizza in maniera massiccia la computer grafica, come già fatto con Zero-One, ma non diventa mai pesante e macchinosa. Resta sempre il tratto specifico dell'autore, che delinea con estrema precisione ogni particolare, dal sudore all'arteria che esplode quando un arto viene reciso.
Gantz ha tutto.
Una storia appassionante che non abbassa mai i giri del motore.
Personaggi variegati, e se ne perdono il conto all'interno dell'opera.
Possiede un carico emotivo che spezza le scene violente d'azione.
Come da tradizione (e qua entra in gioco il passato di Oku, andate a vedere Hen) ogni personaggio femminile sembra uscito dai sogni più remoti di ogni uomo.
Insomma ogni particolare porta con se l'ingrediente perfetto per creare una manga d'azione che trascende il tempo, perchè da 12 anni ormai tiene col fiato sospeso milioni di lettori in giro per il mondo.
Essendo una pubblicazione Manga 2000, e poi successivamente passata tra le mani della Planet Manga, patisce del passaggio di proprietà. Questo cosa vuol dire? Che quando avvenne il cambio di pubblicazione era in stampa il volume 20, quindi questo specifico albo è praticamente introvabile e sarete costretti a leggerlo via web. Sembra che la Panini ne voglia fare una versione Deluxe nel futuro, io mi tengo i 33 volumi in prima edizione.
L'unico difetto dell'edizione è che perdono il nero. Sopratutto negli ultimi volumi, dal 25 al 33, le ambientazioni diventano molto cupe e "pesanti" a livello di colorazione, quindi le pagine rischiano di macchiare le dita, e di conseguenza l'albo. Ma fortunatamente non è nulla di grave.
Il prezzo con gli anni è lievitato, come per tutti gli albi, ma sta tenendo un prezzo ancora accessibile.
In conclusione Gantz è un capolavoro dell'epoca moderna. Un grande appassionato di manga non può permettersi di non conoscerlo e di non averlo all'interno della sua personale collezione.
Ormai Oku dovrebbe essere arrivato (almeno ad immaginare) il termine di questo sua opera, perchè ogni capolavoro, per essere considerato tale, deve riuscire a terminarsi nella fase più complicata e difficile che una storia possa incontrare.
La fine.
Gantz è il manga più appassionante, folle ed originale che abbia mai letto. Hiroya Oku ha cerato qualcosa di sensazionale.
- Trama: impossibile trovare un manga che assomigli a questo. Il mistero fa da padrone e la curiosità si impadronisce del lettore fin dai primi capitoli. Chi è Gantz? Come può teletrasportare persone dove gli pare a suo piacimento? Agisce da solo o è comandato da qualcuno? Oku svela tutto man mano che si leggono i capitoli, con "continuità rallentata", ovvero, ogni capitolo sembra farci capire qualcosa in più, mentre il successivo ci crea altri nuovi dubbi e perplessità.
- Personaggi: I principali sono molto curati, mentre i secondari sono spesso dei cialtroni incredibili, destinati a morire nei peggiori modi pensabili. Tuttavia sconsiglio di affezionarsi a qualsiasi persona presente, visto che praticamente passano tutti dei momenti di vero panico.
- Grafica: Capolavoro. Hiroya Oku avrà anche ammesso di non aver più la passione di un tempo, ma i suoi disegni rimangono fra i migliori in circolazione. Il fatto che ogni tavola venga perfezionata con cura al computer giova certamente all'opera.
- Capitoli migliori: Ammetto che dal capitolo 340-350 in poi la storia rallenta e subisce un netto livellamento in basso, ma dal 369 (capitolo epico atteso da anni), si riprende alla grande. Ad ogni modo i migliori restano i centrali, dal 150 al 250, è pazzia pura!
- Note:
Si parla di un seinen molto forte, non lo consiglierei a chiunque, ma chi cerca qualcosa di forte, lungo, appassionante ed originale, non può perdersi questa meraviglia.
- Trama: impossibile trovare un manga che assomigli a questo. Il mistero fa da padrone e la curiosità si impadronisce del lettore fin dai primi capitoli. Chi è Gantz? Come può teletrasportare persone dove gli pare a suo piacimento? Agisce da solo o è comandato da qualcuno? Oku svela tutto man mano che si leggono i capitoli, con "continuità rallentata", ovvero, ogni capitolo sembra farci capire qualcosa in più, mentre il successivo ci crea altri nuovi dubbi e perplessità.
- Personaggi: I principali sono molto curati, mentre i secondari sono spesso dei cialtroni incredibili, destinati a morire nei peggiori modi pensabili. Tuttavia sconsiglio di affezionarsi a qualsiasi persona presente, visto che praticamente passano tutti dei momenti di vero panico.
- Grafica: Capolavoro. Hiroya Oku avrà anche ammesso di non aver più la passione di un tempo, ma i suoi disegni rimangono fra i migliori in circolazione. Il fatto che ogni tavola venga perfezionata con cura al computer giova certamente all'opera.
- Capitoli migliori: Ammetto che dal capitolo 340-350 in poi la storia rallenta e subisce un netto livellamento in basso, ma dal 369 (capitolo epico atteso da anni), si riprende alla grande. Ad ogni modo i migliori restano i centrali, dal 150 al 250, è pazzia pura!
- Note:
Si parla di un seinen molto forte, non lo consiglierei a chiunque, ma chi cerca qualcosa di forte, lungo, appassionante ed originale, non può perdersi questa meraviglia.
Premessa
Ritengo che una piccola premessa vada fatta prima di affrontare quella che sarà la recensione vera e propria, essa consiste semplicemente nell'informare l'eventuale lettore del fatto che non mi reputo sostanzialmente un grande esperto di manga (solo ora sto cominciando ad addentrarmi maggiormente in questo mondo) e che per tale motivo la mia valutazione su questa opera potrà non risultare relativa ad un confronto con altri manga ma se così posso dire "assoluta", o meglio priva di paragoni proprio per la mia carenza culturale al riguardo.
Detto ciò inizierei con la recensione vera e propria.
Il mio giudizio su Gantz è semplice, credo personalmente che questo sia un capolavoro mancato! Anzitutto la trama, in breve: Kurono, il protagonista, è un ragazzo di 15 anni che si trova a fare i conti con un mondo che odia profondamente e dal quale si sente offeso e disprezzato, senza però che ciò lo stimoli a far qualcosa nel tentativo di cambiare le cose, insomma un tipo che si lascia vivere in un mondo in declino; un giorno di ritorno dalla lezione giornaliera si ritrova ad aspettare la metro quando improvvisamente un barbone ubriaco cade giù sulle rotaie, è proprio in questa occasione che si accorge di un suo vecchio compagno delle elementari, Kato, che precipitandosi giù dalla banchina per tentare di salvare il barbone riconosce Kurono e chiede il suo aiuto nell'indifferenza generale dei passanti. Kurono controvoglia inizia ad aiutare l'amico e riescono a portare in salvo l'uomo quando sopraggiunge un espresso che li travolge inesorabilmente, quello dove si ritroveranno i due non è né il Paradiso né l'Inferno ma l'inizio di un'avventura di dimensioni apocalittiche che i due si troveranno inconsapevolmente ad affrontare.
Quello di Gantz è un incipit degno di un romanzo di Dostoevskij, caratterizzato da un'incredibile realismo psicologico e da un'analisi a mio avviso molto cruda ma al contempo così spontanea di quelle che sono le ipocrisie e le vie perverse dell'animo umano, un profilo estremamente dettagliato dei personaggi d'altronde è uno dei punti di forza del manga, ma l'introduzione mi ha colpito come raramente hanno fatto altri libri. La trama successivamente procede in maniera molto rapida, cosa a mio parere positiva, rapendo la curiosità e l'attenzione del lettore che si ritrova incollato pagina dopo pagina a leggere una storia coinvolgente come poche e senza un attimo di respiro.
Ma è proprio nella trama che ho da apporre il mio giudizio negativo: l'autore ad un certo punto comincia ad inserire personaggi ad una velocità e con un numero a mio avviso esagerato forse proprio per incrementare l'interesse del lettore, diversificando rapidamente contesti e situazioni ma la realtà con cui mi sono trovato a far i conti è stata leggermente diversa nel mio caso. Di colpo ero confuso e in un certo senso estraniato, non riuscivo più a ricollegare i vari pezzi e anzi forse non ci è riuscito nemmeno l'autore stesso: personaggi che andavano e venivano continuamente senza che avessero un ruolo ben definito all'interno della storia, parentesi introdotte e che poi non venivano richiuse in maniera chiara per rivelarsi in un secondo momento quasi del tutto superflue rispetto a quello che sarebbe stato il generale sviluppo di una trama che nonostante tutto riusciva ancora a reggere l'enorme peso che si portava sulle spalle provocato da un inizio davvero di raro interesse. Inoltre mi è parsa un po' troppo scontata la crescita morale e spirituale del protagonista che ricalca quasi lo stereotipo della formazione dell'eroe classico.
Il mio 8 è giustificato d'altra parte anche dalla scelta originale e ben congegnata dell'argomento del "post mortem" che da sempre attanaglia la curiosità e l'angoscia umana e che in questa vicenda fa da sfondo e accompagna un comparto grafico curatissimo e particolarmente dettagliato, seppur con il ricorso più volte all'aiuto del computer.
Questo è in definitiva il mio giudizio a Gantz, un quasi-capolavoro partito con ottime premesse ma che col tempo si è logorato un pochino forse per qualche eccesso dell'autore ma che in generale rimane un titolo di tutto rispetto destinato a far parlare di sé a lungo, secondo il mio modesto parere!
Ritengo che una piccola premessa vada fatta prima di affrontare quella che sarà la recensione vera e propria, essa consiste semplicemente nell'informare l'eventuale lettore del fatto che non mi reputo sostanzialmente un grande esperto di manga (solo ora sto cominciando ad addentrarmi maggiormente in questo mondo) e che per tale motivo la mia valutazione su questa opera potrà non risultare relativa ad un confronto con altri manga ma se così posso dire "assoluta", o meglio priva di paragoni proprio per la mia carenza culturale al riguardo.
Detto ciò inizierei con la recensione vera e propria.
Il mio giudizio su Gantz è semplice, credo personalmente che questo sia un capolavoro mancato! Anzitutto la trama, in breve: Kurono, il protagonista, è un ragazzo di 15 anni che si trova a fare i conti con un mondo che odia profondamente e dal quale si sente offeso e disprezzato, senza però che ciò lo stimoli a far qualcosa nel tentativo di cambiare le cose, insomma un tipo che si lascia vivere in un mondo in declino; un giorno di ritorno dalla lezione giornaliera si ritrova ad aspettare la metro quando improvvisamente un barbone ubriaco cade giù sulle rotaie, è proprio in questa occasione che si accorge di un suo vecchio compagno delle elementari, Kato, che precipitandosi giù dalla banchina per tentare di salvare il barbone riconosce Kurono e chiede il suo aiuto nell'indifferenza generale dei passanti. Kurono controvoglia inizia ad aiutare l'amico e riescono a portare in salvo l'uomo quando sopraggiunge un espresso che li travolge inesorabilmente, quello dove si ritroveranno i due non è né il Paradiso né l'Inferno ma l'inizio di un'avventura di dimensioni apocalittiche che i due si troveranno inconsapevolmente ad affrontare.
Quello di Gantz è un incipit degno di un romanzo di Dostoevskij, caratterizzato da un'incredibile realismo psicologico e da un'analisi a mio avviso molto cruda ma al contempo così spontanea di quelle che sono le ipocrisie e le vie perverse dell'animo umano, un profilo estremamente dettagliato dei personaggi d'altronde è uno dei punti di forza del manga, ma l'introduzione mi ha colpito come raramente hanno fatto altri libri. La trama successivamente procede in maniera molto rapida, cosa a mio parere positiva, rapendo la curiosità e l'attenzione del lettore che si ritrova incollato pagina dopo pagina a leggere una storia coinvolgente come poche e senza un attimo di respiro.
Ma è proprio nella trama che ho da apporre il mio giudizio negativo: l'autore ad un certo punto comincia ad inserire personaggi ad una velocità e con un numero a mio avviso esagerato forse proprio per incrementare l'interesse del lettore, diversificando rapidamente contesti e situazioni ma la realtà con cui mi sono trovato a far i conti è stata leggermente diversa nel mio caso. Di colpo ero confuso e in un certo senso estraniato, non riuscivo più a ricollegare i vari pezzi e anzi forse non ci è riuscito nemmeno l'autore stesso: personaggi che andavano e venivano continuamente senza che avessero un ruolo ben definito all'interno della storia, parentesi introdotte e che poi non venivano richiuse in maniera chiara per rivelarsi in un secondo momento quasi del tutto superflue rispetto a quello che sarebbe stato il generale sviluppo di una trama che nonostante tutto riusciva ancora a reggere l'enorme peso che si portava sulle spalle provocato da un inizio davvero di raro interesse. Inoltre mi è parsa un po' troppo scontata la crescita morale e spirituale del protagonista che ricalca quasi lo stereotipo della formazione dell'eroe classico.
Il mio 8 è giustificato d'altra parte anche dalla scelta originale e ben congegnata dell'argomento del "post mortem" che da sempre attanaglia la curiosità e l'angoscia umana e che in questa vicenda fa da sfondo e accompagna un comparto grafico curatissimo e particolarmente dettagliato, seppur con il ricorso più volte all'aiuto del computer.
Questo è in definitiva il mio giudizio a Gantz, un quasi-capolavoro partito con ottime premesse ma che col tempo si è logorato un pochino forse per qualche eccesso dell'autore ma che in generale rimane un titolo di tutto rispetto destinato a far parlare di sé a lungo, secondo il mio modesto parere!
Credete nella vita dopo la morte?
Il manga "Gantz" racconta di due ragazzi, Kei Kurono e Kato Masaru, che in seguito all'investimento di un treno muoiono e si ritrovano in una stanza, con delle persone e una sfera nera. Essa poco dopo si apre e mostra nel suo schermo un alieno che le persone dovranno uccidere. Anche senza sapere quello che sta succedendo gli individui nell'appartamento iniziano a combattere l' alieno. Finita la missione molte persone muoiono, ma rimangono in vita i nostri due protagonisti, una ragazza e un ragazzo. Tra questi l'ultimo ha un segreto che poco tempo dopo tutti scopriranno.
L' autore del manga, Hiroya Oku, ha iniziato questo capolavoro tra i più venduti in Giappone, nel 2000. E, da quanto annunciato, verrà concluso nel 2012.
Tra le precedenti opere del sensei, ricordiamo "Zero One", realizzato nel 1999. Esso è un seinen fantascientifico (come del resto anche gantz) pubblicato dalla "Planet manga", come anche Hen, sempre dallo stesso autore.
I disegni del manga sono veramente dettagliati e fantastici, con un uso non indifferente del photoshop. Mentre la storia è originalissima e stupenda, con dei personaggi veramente caratterizzati molto bene, e che ti restano impressi nella mente.
L'unica cosa che forse non mi aggrada del manga è che le missioni durano un infinità di tempo (certe anche più di un volume).
Di questo manga è stato fatto pure un anime e una live action, tutti e due molto simili.
Il manga "Gantz" racconta di due ragazzi, Kei Kurono e Kato Masaru, che in seguito all'investimento di un treno muoiono e si ritrovano in una stanza, con delle persone e una sfera nera. Essa poco dopo si apre e mostra nel suo schermo un alieno che le persone dovranno uccidere. Anche senza sapere quello che sta succedendo gli individui nell'appartamento iniziano a combattere l' alieno. Finita la missione molte persone muoiono, ma rimangono in vita i nostri due protagonisti, una ragazza e un ragazzo. Tra questi l'ultimo ha un segreto che poco tempo dopo tutti scopriranno.
L' autore del manga, Hiroya Oku, ha iniziato questo capolavoro tra i più venduti in Giappone, nel 2000. E, da quanto annunciato, verrà concluso nel 2012.
Tra le precedenti opere del sensei, ricordiamo "Zero One", realizzato nel 1999. Esso è un seinen fantascientifico (come del resto anche gantz) pubblicato dalla "Planet manga", come anche Hen, sempre dallo stesso autore.
I disegni del manga sono veramente dettagliati e fantastici, con un uso non indifferente del photoshop. Mentre la storia è originalissima e stupenda, con dei personaggi veramente caratterizzati molto bene, e che ti restano impressi nella mente.
L'unica cosa che forse non mi aggrada del manga è che le missioni durano un infinità di tempo (certe anche più di un volume).
Di questo manga è stato fatto pure un anime e una live action, tutti e due molto simili.
Premessa:
-Il voto che ho attributo a quest'opera è puramente soggettivo, così come la natura stessa della recensione. Prima di giudicare, prego semplicemente di leggere per intero il testo da me scritto e non basarsi esclusivamente sul voto attribuito a questa serie.
-Per esporre al meglio i motivi della mia scelta, farò dei riferimenti a varie parti della storia quindi avviso: <b>[SPOILER!]</b>
Ho visto e letto molto recensioni positive su questa serie stupendomi, anche, come non ve ne sia nessuna negativa. Forse proprio quest'ulteriore elemento mi ha spinto a scrivere la mia prima recensione su Gantz, opera che mi ha deluso alquanto.
Partirei ad analizzare la trama, aspetto che mi ha sorpreso e, allo stesso tempo, amareggiato profondamente.
Post mortem non vi sarebbe né paradiso né inferno bensì si deve affrontare un "gioco", umani contro alieni, o presunti tali. Le regole di questo gioco sono semplici: va avanti a match, in tali sessioni il giocatore deve cercare di sopravvivere e uccidere quanti più nemici può. Ogni nemico, a seconda del livello di forza, possiede un punteggio. Se alla fine della sessione il giocatore è sopravvissuto, gli vengono attributi dei punti in base alla somma dei punteggi degli alieni uccisi; con questi punti il giocatore può scegliere di uscire dal gioco e "tornare a vivere", ricevere un arma più potente e continuare a giocare, o resuscitare un compagno morto. Sebbene all'inizio tutto ciò possa sembrare irreale o, in qualche modo, parallelo alla realtà, nel corso della storia ci si renderà conto come le battaglie che i giocatori devono affrontare siano reali e come queste siano fondamentali per la sopravvivenza della razza umana.
Il manga narra di uno di questi giocatori, Kei Kurono, e delle sue vicissitudini legati a Gantz, nome attribuito a una misteriosa sfera che dirigerebbe gli incontri. Oltre al protagonista vi saranno altri giocatori, che si legheranno o meno ad esso, cercando insieme di sopravvivere ad ogni battaglia.
La storia, come ho già affermato, appare originale ma il suo sviluppo è stato pessimo:
1) I personaggi mi paiono poco caratterizzati, ad ognuno vengono attribuite delle qualità/difetti ma questi non sono in alcun modo sviluppati durante le vicende, rendendoli piatti e monotoni. L'unica eccezione è il protagonista che viene, anche se minimamente, analizzato.
2) Tutta la serie si basa su continui combattimenti in cui conta solo avere il cannone più grande possibile in mano, per poter realizzare sempre scene più splatter per la gioia dei fan (il combattimento in cui appare l'alieno da 100 punti è un'orgia di armi e arti umani senza un vero filo logico).
3) Sempre per il pubblico, si assistono a numerose scene di fan-service nonsense, soprattutto nei primi volumi (perché due mafiosi dovrebbe costringere una ragazza a praticare una fellatio, quando hanno appena scoperto di essere morti? E ancora, come fa il protagonista a portarsi a letto una universitaria il cui seno sfida le leggi di gravita? ecc.)
4) Vengono introdotti dei nuovi personaggi, i vampiri, e vengono usati per tipo due volumi, per poi non vederli mai più! Che senso ha?
Questi sono solo alcuni esempi che hanno influito molto negativamente sulla valutazione del manga. Vi sono state però anche scelte che ho apprezzato grazie alle quali il voto non è così basso:
1) In questa serie, ogni personaggio può morire da una pagina all'altra catturando così l'attenzione del lettore, che aspetta trepidante di leggere il seguito della storia.
2) Il protagonista, lungo il susseguirsi delle vicende, riesce a formare una piccola squadra con altri giocatori, con i quali si allena al fine di poter sopravvivere nelle future battaglie.
L'ultima fase di Gantz, che ha inizio con l'invasione degli alieni della Terra, merita un piccolo commento a parte. L'autore ci mostra con grande efficacia gli effetti di questa invasione, attraverso splendidi tavole che risultano poco adornate di balloon. I pochi dialoghi presenti possono essere riassunti attraverso le urla disperate di Kurono e della sua ragazza, alle quali si aggiungono le urla di rabbia del lettore che,alla ennesima vista del medesimo grido, augura a questa coppia tutto il male possibile.
Questi albi risultano comunque molto interessanti per osservare i disegni, che appaiono ben realizzati e puliti, grazie anche alla realizzazione in computer-grafica. Solo raramente la complessità dei tratti appare pesante e non naturale, fatto forse dovuto alla stampa in bassa risoluzione dell'edizione italiana.
Probabilmente la serie arriverebbe alla sufficienza se facessi una classica media fra disegni e trama ma, poiché reputo che la storia sia il fattore più importante in una serie di questo genere, attribuisco a quest'opera un voto fortemente negativo, a causa della deludente realizzazione di una idea quanto mai buona sulla carta.
-Il voto che ho attributo a quest'opera è puramente soggettivo, così come la natura stessa della recensione. Prima di giudicare, prego semplicemente di leggere per intero il testo da me scritto e non basarsi esclusivamente sul voto attribuito a questa serie.
-Per esporre al meglio i motivi della mia scelta, farò dei riferimenti a varie parti della storia quindi avviso: <b>[SPOILER!]</b>
Ho visto e letto molto recensioni positive su questa serie stupendomi, anche, come non ve ne sia nessuna negativa. Forse proprio quest'ulteriore elemento mi ha spinto a scrivere la mia prima recensione su Gantz, opera che mi ha deluso alquanto.
Partirei ad analizzare la trama, aspetto che mi ha sorpreso e, allo stesso tempo, amareggiato profondamente.
Post mortem non vi sarebbe né paradiso né inferno bensì si deve affrontare un "gioco", umani contro alieni, o presunti tali. Le regole di questo gioco sono semplici: va avanti a match, in tali sessioni il giocatore deve cercare di sopravvivere e uccidere quanti più nemici può. Ogni nemico, a seconda del livello di forza, possiede un punteggio. Se alla fine della sessione il giocatore è sopravvissuto, gli vengono attributi dei punti in base alla somma dei punteggi degli alieni uccisi; con questi punti il giocatore può scegliere di uscire dal gioco e "tornare a vivere", ricevere un arma più potente e continuare a giocare, o resuscitare un compagno morto. Sebbene all'inizio tutto ciò possa sembrare irreale o, in qualche modo, parallelo alla realtà, nel corso della storia ci si renderà conto come le battaglie che i giocatori devono affrontare siano reali e come queste siano fondamentali per la sopravvivenza della razza umana.
Il manga narra di uno di questi giocatori, Kei Kurono, e delle sue vicissitudini legati a Gantz, nome attribuito a una misteriosa sfera che dirigerebbe gli incontri. Oltre al protagonista vi saranno altri giocatori, che si legheranno o meno ad esso, cercando insieme di sopravvivere ad ogni battaglia.
La storia, come ho già affermato, appare originale ma il suo sviluppo è stato pessimo:
1) I personaggi mi paiono poco caratterizzati, ad ognuno vengono attribuite delle qualità/difetti ma questi non sono in alcun modo sviluppati durante le vicende, rendendoli piatti e monotoni. L'unica eccezione è il protagonista che viene, anche se minimamente, analizzato.
2) Tutta la serie si basa su continui combattimenti in cui conta solo avere il cannone più grande possibile in mano, per poter realizzare sempre scene più splatter per la gioia dei fan (il combattimento in cui appare l'alieno da 100 punti è un'orgia di armi e arti umani senza un vero filo logico).
3) Sempre per il pubblico, si assistono a numerose scene di fan-service nonsense, soprattutto nei primi volumi (perché due mafiosi dovrebbe costringere una ragazza a praticare una fellatio, quando hanno appena scoperto di essere morti? E ancora, come fa il protagonista a portarsi a letto una universitaria il cui seno sfida le leggi di gravita? ecc.)
4) Vengono introdotti dei nuovi personaggi, i vampiri, e vengono usati per tipo due volumi, per poi non vederli mai più! Che senso ha?
Questi sono solo alcuni esempi che hanno influito molto negativamente sulla valutazione del manga. Vi sono state però anche scelte che ho apprezzato grazie alle quali il voto non è così basso:
1) In questa serie, ogni personaggio può morire da una pagina all'altra catturando così l'attenzione del lettore, che aspetta trepidante di leggere il seguito della storia.
2) Il protagonista, lungo il susseguirsi delle vicende, riesce a formare una piccola squadra con altri giocatori, con i quali si allena al fine di poter sopravvivere nelle future battaglie.
L'ultima fase di Gantz, che ha inizio con l'invasione degli alieni della Terra, merita un piccolo commento a parte. L'autore ci mostra con grande efficacia gli effetti di questa invasione, attraverso splendidi tavole che risultano poco adornate di balloon. I pochi dialoghi presenti possono essere riassunti attraverso le urla disperate di Kurono e della sua ragazza, alle quali si aggiungono le urla di rabbia del lettore che,alla ennesima vista del medesimo grido, augura a questa coppia tutto il male possibile.
Questi albi risultano comunque molto interessanti per osservare i disegni, che appaiono ben realizzati e puliti, grazie anche alla realizzazione in computer-grafica. Solo raramente la complessità dei tratti appare pesante e non naturale, fatto forse dovuto alla stampa in bassa risoluzione dell'edizione italiana.
Probabilmente la serie arriverebbe alla sufficienza se facessi una classica media fra disegni e trama ma, poiché reputo che la storia sia il fattore più importante in una serie di questo genere, attribuisco a quest'opera un voto fortemente negativo, a causa della deludente realizzazione di una idea quanto mai buona sulla carta.
In un mondo popolato da shonen "Gantz" è quel classico atollo che si trova in mezzo all'oceano non segnalato dalle cartine pieno di palme, cibo e spiaggia bianchissima (in poche parole un paradiso terrestre). Si può solo dare 10 a questo manga che da più di dieci anni ci tiene con il fiato sospeso prendendo sempre più i connotati di una guerra per la sopravvivenza della civiltà come noi la intendiamo. Tutto ha inizio quando Kei Kurono viene suo malgrado costretto dal suo "amico" (non si vedevano da molto tempo) a salvare un barbone caduto sui binari della metropolitana; quest'ultimo viene salvato, non si può dire lo stesso dei due che vengono travolti dalla metropolitana. Sono morti? No, vengono catapultati in un appartamento dopo si staglia al centro una sfera nera detta "Gantz" che ordina loro di uccidere un alieno a sua volta non molto incline alla richiesta. Da qui si sviluppa tutta la storia dove vedremo man mano che andiamo avanti morti "illustri", scene splatter e momenti di riflessione interna dei personaggi, che scoprendo sempre più cose sul Gantz scoprono qualcosa anche su loro stessi (difetti e pregi indistintamente).
Storia: 10. La cosa che più colpisce in "Gantz" è che nonostante la mole di volumi ancora la storia è avvolta dal mistero, ed è questo l'elemento più intrigante di questo titolo solo al volume ventotto avremo alcune risposte che però faranno sorgere ancora più domande.
Personaggi: 10. E' ottima la loro caratterizzazione (anche più che dell'anime), essi sono tutti connotati dal non essere degli eroi, anzi per alcuni di loro è addirittura il contrario, sono vittime dei loro difetti ma anche delle loro virtù che, nonostante le condizioni estreme a cui Gantz sottopone i protagonisti, vengono fuori senza però far intendere al lettore una reale evoluzione del personaggio (personalmente la ritengo una cosa fantastica).
Disegni: 9. Un po' di fanservice all'inizio dei capitoli (vengono messe delle donne seminude che non c'entrano niente con la storia) e da qualche parte nella storia per il resto personaggi disegnati benissimo (un po' più le ragazze rispetto ai ragazzi) come gli sfondi che fino al settimo o ottavo volume possono risultare un po' semplici ma che poi divengono ricchi di dettagli nei numeri seguenti (grazie anche alla computer grafic di cui Oku è un pioniere).
Edizione italiana: 7. Se proprio si vuole trovare il pelo nell'uovo questa edizione non mi convince molto, prezzo sempre uguale nonostante il numero di pagine si sia sensibilmente ridotto negli ultimi numeri (può essere un caso magari al prossimo ci saranno trecento pagine!), negli ultimi dieci volumi viene rilasciato da questi ultimi un sacco di inchiostro e infine in tutti i volumi nell'aprirli si sentono degli scricchiolii degni di una palafitta del Neolitico.
Consiglio vivamente "Gantz" ad un pubblico maturo e forte di stomaco (alcune scene sono abbastanza raccapriccianti) che vuole leggersi un'opera per stare con il fiato sospeso fino alla fine (o almeno fino a dove sono arrivato) e per riflettere un po' sulla condizione umana in questa nostra società e su quelli che oggi potremmo definire valori.
Storia: 10. La cosa che più colpisce in "Gantz" è che nonostante la mole di volumi ancora la storia è avvolta dal mistero, ed è questo l'elemento più intrigante di questo titolo solo al volume ventotto avremo alcune risposte che però faranno sorgere ancora più domande.
Personaggi: 10. E' ottima la loro caratterizzazione (anche più che dell'anime), essi sono tutti connotati dal non essere degli eroi, anzi per alcuni di loro è addirittura il contrario, sono vittime dei loro difetti ma anche delle loro virtù che, nonostante le condizioni estreme a cui Gantz sottopone i protagonisti, vengono fuori senza però far intendere al lettore una reale evoluzione del personaggio (personalmente la ritengo una cosa fantastica).
Disegni: 9. Un po' di fanservice all'inizio dei capitoli (vengono messe delle donne seminude che non c'entrano niente con la storia) e da qualche parte nella storia per il resto personaggi disegnati benissimo (un po' più le ragazze rispetto ai ragazzi) come gli sfondi che fino al settimo o ottavo volume possono risultare un po' semplici ma che poi divengono ricchi di dettagli nei numeri seguenti (grazie anche alla computer grafic di cui Oku è un pioniere).
Edizione italiana: 7. Se proprio si vuole trovare il pelo nell'uovo questa edizione non mi convince molto, prezzo sempre uguale nonostante il numero di pagine si sia sensibilmente ridotto negli ultimi numeri (può essere un caso magari al prossimo ci saranno trecento pagine!), negli ultimi dieci volumi viene rilasciato da questi ultimi un sacco di inchiostro e infine in tutti i volumi nell'aprirli si sentono degli scricchiolii degni di una palafitta del Neolitico.
Consiglio vivamente "Gantz" ad un pubblico maturo e forte di stomaco (alcune scene sono abbastanza raccapriccianti) che vuole leggersi un'opera per stare con il fiato sospeso fino alla fine (o almeno fino a dove sono arrivato) e per riflettere un po' sulla condizione umana in questa nostra società e su quelli che oggi potremmo definire valori.
Un manga davvero eccezionale.
Non mi sono mai piaciuti i film di fantascienza e simili, ma devo dire che l'autore ha fatto davvero un ottimo lavoro.
Se lo merita un bel dieci, perché "Gantz" ti coinvolge, mentre lo leggi sei continuamente travolto da colpi di scena su colpi di scena.
I protagonisti sono succubi degli eventi, devono combattere per la sopravvivenza e niente è sicuro o già scritto: si può andare incontro alla morte da un momento all'altro.
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
Il punto forte di "Gantz" è proprio questo, la morte.
L'autore non esita a sacrificare la vita di alcuni personaggi (protagonista e coprotagonisti compresi) pur di far capire al lettore che qui non si scherza.
E' riuscito così a creare questo manga, in cui si fa fatica a girare pagina senza chiedersi "E ora? Chi sopravviverà?".
<b>[FINE SPOILER]</b>
Una grande storia che coinvolge e non annoia, un manga fuori dagli schemi.
Non mi sono mai piaciuti i film di fantascienza e simili, ma devo dire che l'autore ha fatto davvero un ottimo lavoro.
Se lo merita un bel dieci, perché "Gantz" ti coinvolge, mentre lo leggi sei continuamente travolto da colpi di scena su colpi di scena.
I protagonisti sono succubi degli eventi, devono combattere per la sopravvivenza e niente è sicuro o già scritto: si può andare incontro alla morte da un momento all'altro.
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
Il punto forte di "Gantz" è proprio questo, la morte.
L'autore non esita a sacrificare la vita di alcuni personaggi (protagonista e coprotagonisti compresi) pur di far capire al lettore che qui non si scherza.
E' riuscito così a creare questo manga, in cui si fa fatica a girare pagina senza chiedersi "E ora? Chi sopravviverà?".
<b>[FINE SPOILER]</b>
Una grande storia che coinvolge e non annoia, un manga fuori dagli schemi.
Un manga direi atipico e innovativo. Una storia carica di suspense e di colpi di scena. Tutto questo è Gantz.
La trama di base narra le vicende di un ragazzo, Kei Kurono, che sin dalle prime vignette appare come un ragazzo estremamente egoista; per caso incontra in metropolitana un suo vecchio amico, Masaru Kato, che invece è l'esatto opposto. Mentre attendono l'arrivo della metropolitana un uomo cade sui binari e Kato decide di soccorrerlo e chiede aiuto a Kurono. I due purtroppo muoiono a causa dell'arrivo del mezzo. Verranno però trasportati in quello che potrebbe sembrare un limbo, una via di mezzo tra la vita e la morte. Da qui in poi comincerà la loro battaglia tra la vita e la morte. Avranno delle misteriose istruzioni da un display a forza di palla, riceveranno in dote tute protettive tecniche e armi da fantascienza per sconfiggere mostri saltati fuori dal nulla accompagnati da altre persone come loro morte nella vita passata.
Un manga che di per sé sa di complesso, dove l'autore però cerca pian piano di svelare le carte ma allo stesso tempo lasciando coperte le più misteriose e quindi principali. Splatter e scene di sesso o fan service faranno la cornice ad un manga che io trovo al momento geniale e imperdibile.
I disegni sono realistici, devono però piacere perché particolari, l'autore si serve di computer grafica per disegnarlo pertanto è una tecnica che deve piacere. Io l'ho trovata interessante. Ovviamente essendo anche un autore di manga erotici l'autore non lascia immaginare nulla al lettore in tema femminile. Anche in questo caso il realismo è pressoché perfetto.
Lo consiglio a tutti, forse non ai più piccoli essendo comunque un manga volgare, violento e sessualmente attivo, però comunque imperdibile per tutti gli altri tipi di target.
La trama di base narra le vicende di un ragazzo, Kei Kurono, che sin dalle prime vignette appare come un ragazzo estremamente egoista; per caso incontra in metropolitana un suo vecchio amico, Masaru Kato, che invece è l'esatto opposto. Mentre attendono l'arrivo della metropolitana un uomo cade sui binari e Kato decide di soccorrerlo e chiede aiuto a Kurono. I due purtroppo muoiono a causa dell'arrivo del mezzo. Verranno però trasportati in quello che potrebbe sembrare un limbo, una via di mezzo tra la vita e la morte. Da qui in poi comincerà la loro battaglia tra la vita e la morte. Avranno delle misteriose istruzioni da un display a forza di palla, riceveranno in dote tute protettive tecniche e armi da fantascienza per sconfiggere mostri saltati fuori dal nulla accompagnati da altre persone come loro morte nella vita passata.
Un manga che di per sé sa di complesso, dove l'autore però cerca pian piano di svelare le carte ma allo stesso tempo lasciando coperte le più misteriose e quindi principali. Splatter e scene di sesso o fan service faranno la cornice ad un manga che io trovo al momento geniale e imperdibile.
I disegni sono realistici, devono però piacere perché particolari, l'autore si serve di computer grafica per disegnarlo pertanto è una tecnica che deve piacere. Io l'ho trovata interessante. Ovviamente essendo anche un autore di manga erotici l'autore non lascia immaginare nulla al lettore in tema femminile. Anche in questo caso il realismo è pressoché perfetto.
Lo consiglio a tutti, forse non ai più piccoli essendo comunque un manga volgare, violento e sessualmente attivo, però comunque imperdibile per tutti gli altri tipi di target.
"Le vostre vecchie vite sono finite.
Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite.
E questo è quanto." - GANTZ
Gantz è un Seinen ideato da Hiroya Oku (autore di Hen e Zero One), è pubblicato sulla rivista di Shueisha Young Jump ed attualmente conta 31 volumi (ovviamente in Giappone), mentre l'edizione italiana è edita dalla Panini Comics (Planet Manga) a partire dal 2002 ed attualmente conta 28 volumi. Dal manga è stato anche tratto un anime composto da 26 episodi (diviso in 2 stagioni da 13 episodi ciascuna). Sfortunatamente i primi volumi dell'edizione italiana sono quasi del tutto introvabili, l'unico modo per reperirli è l'acquisto a cifre folli in Internet o nei mercatini, in quanto la Panini non sembra interessata a fare una ristampa di questo piccolo gioiello. Ma passiamo alla trama.
La storia è ambientata nella Tokyo dei giorni nostri e racconta le vicende di Kei Kurono, il nostro principale protagonista. Kei Kurono è un ragazzo egoista e mentre si trova alla stazione dei treni, aspettando il proprio treno, incontra Masaru Kato, vecchio amico d'infanzia che cerca di aiutare disperatamente un barbone caduto nelle rotaie mentre si avvicina un treno in corsa. Nella disperazione Kurono aiuta l'amico e salva il barbone, ma sfortunatamente i due amici vengono inevitabilmente travolti dal treno in corsa. La storia potrebbe finire tranquillamente qui, ma ora inizia la vera storia. I si ritrovano misteriosamente all'interno di un appartamento, dal quale è possibile vedere anche la Tokyo Tower. I due trovano radunate nell'appartamento altre persone, tra cui gente comune, un politico e dei membri della Yakuza e poco dopo appare anche una ragazza spoglia di tutti i suoi vestiti che in seguito rivelerà il suo nome, Kei Kishimoto. All'interno dell'appartamento si trova una strana sfera nera, che si attiva mostrando al suo interno una figura umana (di misteriose origini), con una maschera d'ossigeno in faccia. La sfera, che viene definita GANTZ, fornisce ad ogni singola persona un equipaggiamento, comprendente una strana tuta e delle armi da fuoco sconosciute. Gantz fornisce al gruppo anche una missione, la quale è l'eliminazione dell'essere umanoide chiamata "Alieno Cipolla", quindi dopo pochi minuti tutte le persone all'interno dell'appartamento vengono teletrasportate in un'area urbana di Tokyo. Qui inizia la prima missione di Gantz per Kei Kurono, Masaru Kato e Kei Kishimoto, riusciranno a uscirne vivi da questo folle gioco? I personaggi sono ancora realmente vivi? Cos'è Gantz, a che cosa mira? Cosa serve il punteggio a fine missione? Queste domande verranno risposte nel corso del manga.
Gantz è uno di quei pochi manga che riesce a rapirti subito dall'inizio, solamente ora negli ultimi volumi il ritmo cala leggermente, ma il tutto va a formare un capolavoro. La trama è semplicemente geniale & brutale (tanto per fare rima), ma allo stesso tempo anche misteriosa ed intrigante, quando lo inizi non vorresti più fermarti. I personaggi sono ben caratterizzati, ma do un consiglio non affezionatevi troppo ai personaggi <b>SPOILER</b>: probabilmente moriranno in un modo brutale <b>FINE SPOILER</b>. Il tratto mi è piaciuto già a partire dal primo volume, ma si nota il deciso miglioramento già nei volumi successivi. Ovviamente è un manga che consiglio solo ad un pubblico maturo, per le molte scene violente e splatter, un altro fattore che mi è piaciuto molto. Nonostante tutto è un'ottima lettura, che aspettate a leggerlo? Il voto 10 è d'obbligo da parte mia.
Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite.
E questo è quanto." - GANTZ
Gantz è un Seinen ideato da Hiroya Oku (autore di Hen e Zero One), è pubblicato sulla rivista di Shueisha Young Jump ed attualmente conta 31 volumi (ovviamente in Giappone), mentre l'edizione italiana è edita dalla Panini Comics (Planet Manga) a partire dal 2002 ed attualmente conta 28 volumi. Dal manga è stato anche tratto un anime composto da 26 episodi (diviso in 2 stagioni da 13 episodi ciascuna). Sfortunatamente i primi volumi dell'edizione italiana sono quasi del tutto introvabili, l'unico modo per reperirli è l'acquisto a cifre folli in Internet o nei mercatini, in quanto la Panini non sembra interessata a fare una ristampa di questo piccolo gioiello. Ma passiamo alla trama.
La storia è ambientata nella Tokyo dei giorni nostri e racconta le vicende di Kei Kurono, il nostro principale protagonista. Kei Kurono è un ragazzo egoista e mentre si trova alla stazione dei treni, aspettando il proprio treno, incontra Masaru Kato, vecchio amico d'infanzia che cerca di aiutare disperatamente un barbone caduto nelle rotaie mentre si avvicina un treno in corsa. Nella disperazione Kurono aiuta l'amico e salva il barbone, ma sfortunatamente i due amici vengono inevitabilmente travolti dal treno in corsa. La storia potrebbe finire tranquillamente qui, ma ora inizia la vera storia. I si ritrovano misteriosamente all'interno di un appartamento, dal quale è possibile vedere anche la Tokyo Tower. I due trovano radunate nell'appartamento altre persone, tra cui gente comune, un politico e dei membri della Yakuza e poco dopo appare anche una ragazza spoglia di tutti i suoi vestiti che in seguito rivelerà il suo nome, Kei Kishimoto. All'interno dell'appartamento si trova una strana sfera nera, che si attiva mostrando al suo interno una figura umana (di misteriose origini), con una maschera d'ossigeno in faccia. La sfera, che viene definita GANTZ, fornisce ad ogni singola persona un equipaggiamento, comprendente una strana tuta e delle armi da fuoco sconosciute. Gantz fornisce al gruppo anche una missione, la quale è l'eliminazione dell'essere umanoide chiamata "Alieno Cipolla", quindi dopo pochi minuti tutte le persone all'interno dell'appartamento vengono teletrasportate in un'area urbana di Tokyo. Qui inizia la prima missione di Gantz per Kei Kurono, Masaru Kato e Kei Kishimoto, riusciranno a uscirne vivi da questo folle gioco? I personaggi sono ancora realmente vivi? Cos'è Gantz, a che cosa mira? Cosa serve il punteggio a fine missione? Queste domande verranno risposte nel corso del manga.
Gantz è uno di quei pochi manga che riesce a rapirti subito dall'inizio, solamente ora negli ultimi volumi il ritmo cala leggermente, ma il tutto va a formare un capolavoro. La trama è semplicemente geniale & brutale (tanto per fare rima), ma allo stesso tempo anche misteriosa ed intrigante, quando lo inizi non vorresti più fermarti. I personaggi sono ben caratterizzati, ma do un consiglio non affezionatevi troppo ai personaggi <b>SPOILER</b>: probabilmente moriranno in un modo brutale <b>FINE SPOILER</b>. Il tratto mi è piaciuto già a partire dal primo volume, ma si nota il deciso miglioramento già nei volumi successivi. Ovviamente è un manga che consiglio solo ad un pubblico maturo, per le molte scene violente e splatter, un altro fattore che mi è piaciuto molto. Nonostante tutto è un'ottima lettura, che aspettate a leggerlo? Il voto 10 è d'obbligo da parte mia.
Qualche anno fa lessi il primo numero di questo manga.
Casualmente giorni fa ho scoperto che esisteva anche l'anime, cosi ho pensato di vederlo per sapere come proseguiva un po' la storia (il manga è esaurito e non sono riuscita a recuperarlo) e mi ha intrigato parecchio. Ho scritto già una recensione inerente l'anime, ma ho deciso di scriverne anche una riguardante il manga (che ho "recuperato" grazie alle scan) per mostrare la mia completa rivalutazione del personaggio principale. Nella parte mostrata nell'anime lo reputavo quanto mai odioso, ma leggendo il manga ed andando avanti con la storia, devo ammettere che ha avuto una crescita interiore notevole ed è diventato più "umano".
In ogni caso parlando di Gantz come manga/opera devo dire che mi sta appassionando davvero! La trama parte come una sorta di gioco ed all'inizio sembra debba portare solo alla salvezza dei personaggi principali (senza nessuna particolare evoluzione). Poi vi è una svolta inaspettata e tutto viene sconvolto. Compaiono tantissimi nuovi personaggi. Ognuno è caratterizzato in maniera egregia. Il protagonista, come detto sopra, comincia a vedere gli eventi/le persone in maniera totalmente differente e decide di agire di conseguenza.
Il disegno va via via migliorando. Le espressioni vengono rese sempre meglio, le anatomie ed i movimenti anche. Pure il fan service diviene molto più limitato e lascia spazio all'analisi psicologia sui personaggi. Davvero un bel risvolto!
L'unica cosa che non apprezzo molto è il continuo splatter, ma dopo tutti questi volumi mi sono quasi abituata.
In ogni caso non vedo l'ora di leggere il prosieguo e spero la Planet decida di fare una ristampa quanto prima, in modo da permettermi di recuperare la serie cartacea.
Non posso che assegnargli un 8, sperando in una fine adeguata.
Casualmente giorni fa ho scoperto che esisteva anche l'anime, cosi ho pensato di vederlo per sapere come proseguiva un po' la storia (il manga è esaurito e non sono riuscita a recuperarlo) e mi ha intrigato parecchio. Ho scritto già una recensione inerente l'anime, ma ho deciso di scriverne anche una riguardante il manga (che ho "recuperato" grazie alle scan) per mostrare la mia completa rivalutazione del personaggio principale. Nella parte mostrata nell'anime lo reputavo quanto mai odioso, ma leggendo il manga ed andando avanti con la storia, devo ammettere che ha avuto una crescita interiore notevole ed è diventato più "umano".
In ogni caso parlando di Gantz come manga/opera devo dire che mi sta appassionando davvero! La trama parte come una sorta di gioco ed all'inizio sembra debba portare solo alla salvezza dei personaggi principali (senza nessuna particolare evoluzione). Poi vi è una svolta inaspettata e tutto viene sconvolto. Compaiono tantissimi nuovi personaggi. Ognuno è caratterizzato in maniera egregia. Il protagonista, come detto sopra, comincia a vedere gli eventi/le persone in maniera totalmente differente e decide di agire di conseguenza.
Il disegno va via via migliorando. Le espressioni vengono rese sempre meglio, le anatomie ed i movimenti anche. Pure il fan service diviene molto più limitato e lascia spazio all'analisi psicologia sui personaggi. Davvero un bel risvolto!
L'unica cosa che non apprezzo molto è il continuo splatter, ma dopo tutti questi volumi mi sono quasi abituata.
In ogni caso non vedo l'ora di leggere il prosieguo e spero la Planet decida di fare una ristampa quanto prima, in modo da permettermi di recuperare la serie cartacea.
Non posso che assegnargli un 8, sperando in una fine adeguata.
Un manga che non si può non leggere. Misterioso, sorprendente, intrigante, questi sono pochi aggettivi per uno dei manga migliori degli ultimi anni. Disegni dettagliatamente curati per descrivere meglio le scene crudeli che avvolgono la storia di un normale liceale che, dopo la sua morte, entra in un gioco di sangue, morte e mostri, ma per niente banale. I sentimenti non mancano, la fantasia nemmeno. Difficile immaginare la fine di Gantz. Fantastico, leggere per credere.
Direi un manga geniale! questa storia ho iniziato a leggerla per sbaglio su internet, poi mi ha preso e ho iniziato a leggerlo tutto. Con qualche difficoltà mi sono procurato i volumi (che finalmente ora ho tutti).
La storia è davvero originale e ricca di azione. Un seinen davvero degno di questo nome. L'unica pecca è in come sono disegnati i personaggi di contorno (che servono solo per far morire qualcuno), ma per il resto è davvero ottimo.
Per non parlare poi di come vengono disegnati i macchinari, cose davvero da pazzi! Questo spiega la lentezza di pubblicazione di questo titolo, anche se non da molto tempo. Ad aprile poi uscirà il volume 26, davvero speciale... Consigliato a tutti coloro che gradiscono il genere fantascientifico.
La storia è davvero originale e ricca di azione. Un seinen davvero degno di questo nome. L'unica pecca è in come sono disegnati i personaggi di contorno (che servono solo per far morire qualcuno), ma per il resto è davvero ottimo.
Per non parlare poi di come vengono disegnati i macchinari, cose davvero da pazzi! Questo spiega la lentezza di pubblicazione di questo titolo, anche se non da molto tempo. Ad aprile poi uscirà il volume 26, davvero speciale... Consigliato a tutti coloro che gradiscono il genere fantascientifico.
Una delle domande che le persone si fanno più spesso è: "che c'è dopo la morte? Il paradiso? L'inferno?" No,la risposta è che dopo la morte c'è Gantz. Ma andiamo con ordine.
Il maga è un'opera di Hiroya Oku che ha uno stile molto particolare, con disegni molto belli da vedere anche perché Oku, oltre alla tecnica tradizionale, usa anche la computer grafica.
La storia narra le vicende di Kei Kurono uno studente che per salvare una vita umana finisce per morire, ma questa non sarà la fine di Kei perché, dopo la sua morte, si risveglierà in un appartamento di Tokyo con altre persone. Costoro non hanno nulla in comune, nessun legame... eccettuato il fatto che sono tutti morti. Questo appartamento è completamente vuoto tranne che per una enorme sfera nera chiamata Gantz. Con delle scritte che appariranno sulla sua superficie, Gantz darà a loro delle armi e una missione che dovrà essere portata a termine entro un tempo limite di un'ora, finita la missione verrà dato un punteggio a tutti singolarmente, infatti l'unico modo per tornare alla vita normale è totalizzare 100 punti ma al raggiungimento di tale punteggio uno può pure scegliere di continuare il gioco con un'arma potenziata, oppure può far resuscitare una persona.
Per concludere posso affermare che Gantz è un vero e proprio capolavoro mai scontato, anzi, con una storia che man mano diventa sempre più bella ed intrigante; consiglio la lettura a un pubblico adulto per via della storia cruda e della tanta violenza.
Il maga è un'opera di Hiroya Oku che ha uno stile molto particolare, con disegni molto belli da vedere anche perché Oku, oltre alla tecnica tradizionale, usa anche la computer grafica.
La storia narra le vicende di Kei Kurono uno studente che per salvare una vita umana finisce per morire, ma questa non sarà la fine di Kei perché, dopo la sua morte, si risveglierà in un appartamento di Tokyo con altre persone. Costoro non hanno nulla in comune, nessun legame... eccettuato il fatto che sono tutti morti. Questo appartamento è completamente vuoto tranne che per una enorme sfera nera chiamata Gantz. Con delle scritte che appariranno sulla sua superficie, Gantz darà a loro delle armi e una missione che dovrà essere portata a termine entro un tempo limite di un'ora, finita la missione verrà dato un punteggio a tutti singolarmente, infatti l'unico modo per tornare alla vita normale è totalizzare 100 punti ma al raggiungimento di tale punteggio uno può pure scegliere di continuare il gioco con un'arma potenziata, oppure può far resuscitare una persona.
Per concludere posso affermare che Gantz è un vero e proprio capolavoro mai scontato, anzi, con una storia che man mano diventa sempre più bella ed intrigante; consiglio la lettura a un pubblico adulto per via della storia cruda e della tanta violenza.
Eccomi quì a parlare di Gantz, una delle serie più esaurite di casa Panini. Questo manga ci porta nel mondo di uno studente normale che, per salvare una persona, si ritrova a vivere un incubo. Intrappolato tra la vita e la morte, deve sconfiggere creature spaventose ed enormi aiutato da tute ed armi speciali. A fine di ogni missione (o combattimento) le persone "in gioco" guadagnano dei punti a seconda dei meriti (nulla è regalato in Gantz) e una volta raggiunti i 100 si può tornare in vita o resuscitare una persona morta durante il gioco o ancora prendere delle armi potenziate.
L'autore del manga in questione è Hiroya Oku, celebre in Italia e Giappone per l'aver creato proprio Gantz. L'inventiva e la fantasia dell'autore e pari a poche persone perchè non si limita a colpi di scena come nuovi mostri che saltano fuori da tutte le parti, ma non esita a far morire personaggi principali che mai avremmo pensato morissero, poi se leggete gli spoiler cioè i capitoli giapponesi vedrete che ne succedono di tutti i colori.
I disegni sono cupi ma non sporchi, naturalmente si nota subito "la mano" del computer, mi azzarderei a dire che è uno dei manga dove il tocco del computer si vede a vista d'occhio. Ad oggi sono usciti 24 volumi (molti sono esauriti) e la storia non accenna a concludersi, molte e dico molte sono le spiegazioni che Oku deve ancora darci.
L'edizione è quella che è, cioè negli standard Panini, in poche parole pessima. Piccola nota sulle sovracopertine: la parte bianca di queste molte volte si sporca se non la si tratta con estrema cura quindi consiglio di tenere i volumi di Gantz in apposite bustine per manga.
Nel complesso rimane un buon manga consigliato ad un pubblico maturo, questa affermazione la ritroviamo anche sulle savracopertine.
L'autore del manga in questione è Hiroya Oku, celebre in Italia e Giappone per l'aver creato proprio Gantz. L'inventiva e la fantasia dell'autore e pari a poche persone perchè non si limita a colpi di scena come nuovi mostri che saltano fuori da tutte le parti, ma non esita a far morire personaggi principali che mai avremmo pensato morissero, poi se leggete gli spoiler cioè i capitoli giapponesi vedrete che ne succedono di tutti i colori.
I disegni sono cupi ma non sporchi, naturalmente si nota subito "la mano" del computer, mi azzarderei a dire che è uno dei manga dove il tocco del computer si vede a vista d'occhio. Ad oggi sono usciti 24 volumi (molti sono esauriti) e la storia non accenna a concludersi, molte e dico molte sono le spiegazioni che Oku deve ancora darci.
L'edizione è quella che è, cioè negli standard Panini, in poche parole pessima. Piccola nota sulle sovracopertine: la parte bianca di queste molte volte si sporca se non la si tratta con estrema cura quindi consiglio di tenere i volumi di Gantz in apposite bustine per manga.
Nel complesso rimane un buon manga consigliato ad un pubblico maturo, questa affermazione la ritroviamo anche sulle savracopertine.
<b>[Attenzione Spoiler]</b>
Crudele e spietata opera di Hiroya Oku, condita da un disegno del tutto innovativo aiutato da interventi al computer. L'autore non esita a far morire persino il protagonista della vicenda pur di far avanzare la trama del manga. Questi elementi fanno onore ad un autore che, in un campo dove non vi è più il coraggio di innovare, introduce diversi spunti interessanti.
Crudele e spietata opera di Hiroya Oku, condita da un disegno del tutto innovativo aiutato da interventi al computer. L'autore non esita a far morire persino il protagonista della vicenda pur di far avanzare la trama del manga. Questi elementi fanno onore ad un autore che, in un campo dove non vi è più il coraggio di innovare, introduce diversi spunti interessanti.
Il migliore manga del suo genere. Cosa c'è dopo la morte? Semplice, Gantz. Questo manga è perfetto sotto ogni punto di vista. Il disegno di Oku, arricchito di computer grafica, è adattissimo alla storia ed è una meraviglia agli occhi.
La storia è sensazionale, mai visto qualcosa del genere a parte Battle Royale. I personaggi sono entrati nella storia, Kei Kurono per primo (e Reika!) e la prima impressione con Gantz è stata questa... da comprare! Anche se i volumi della collana Manga 2000 sono ormai è introvabili... il volume 3 arriva a quote pazzesche!
La storia è sensazionale, mai visto qualcosa del genere a parte Battle Royale. I personaggi sono entrati nella storia, Kei Kurono per primo (e Reika!) e la prima impressione con Gantz è stata questa... da comprare! Anche se i volumi della collana Manga 2000 sono ormai è introvabili... il volume 3 arriva a quote pazzesche!
Gantz è uno dei seinen che mi ha appassionato moltissimo sin dal suo primo volume. Alla domanda "cosa vi sia dopo la morte" la risposta è: Gantz. Una stanza all'interno della quale si radunano i protagonisti di questo manga che sono morti per svariate cause. Gantz affida loro delle missioni rischiose che consistono nell'eliminare dei soggetti strani avvalendosi di tute e armi futuristiche. Al completamento di ogni missione vengono affidati dei punti ai protagonisti. Coloro che avranno ottenuto 100 punti potranno a loro scelta riportare in vita chi è morto all'interno del gioco (eh si, perché gantz si configura come tale) o uscirne completamente. Kei kurono, il protagonista della vicenda, dopo aver intrapreso il gioco insieme ai suoi compagni deceduti, decide di raggiungere i 100 punti per riportarli in vita. I disegni sono particolarmente belli, con un tratto netto e pulito. Oku tra i suoi personaggi sceglie anche d'inserire una idol, la bella Reika. E di bellezza, infatti, non si può solo parlare a proposito dei disegni ma anche dei personaggi femminili, tranne la ragazza di Kei che a mio avviso è bruttina. I colpi di scena si alternano all'interno del manga anche perché avanzano anche nuovi nemici che successivamente si uniranno al gioco. Una delle note stonate è forse la ripetitività dello schema, cioè affrontare continue missioni, insieme alle continue morti dei protagonisti che non fanno altro che annullare tutto ciò che fino ad allora si era letto. In sintesi, non affezionatevi troppo a un personaggio in particolare perchè in un successivo tankobon rischiereste di non trovarlo più vivo e vegeto.
Probabilmente il miglior manga mai concepito. Forse sono un pò troppo provocatorio, ma senza dubbio la penso così. Avrei voluto optare per titoli come Berserk ma alla lunga sono scaduti. Uno dei mille pregi di Gantz è che più va avanti più diventa bello e coinvolgente. Per chi non lo conosce per niente, apparetemente può sembrare strano, di primo acchito addirittura bruttino nei primi numeri, io stesso storsi il naso vedendo che strane copertine e che razza di design aveva. Come chi lo ha letto avrà notato, non si tratta della solita tecnica di disegno manga, ma Oku usa oltre alla classica serie di retini, disegni realizzati a computer perfettamente integrati nell'ambientazione, che danno più realismo, regalano alle scene in bianco e nero un ruvido contrasto simile a foto o riprese da diverse angolazioni di varie città.
Consiglio la lettura di Gantz solo ed esclusivamente ad un pubblico adulto, a causa dei temi che tratta, da quelli più assurdi ai più scabrosi e macabri. Oku affronta un argomento delicato come la morte, e non in maniera giocosa o spirituale come in tanti altri manga, ma la morte cruda e violenta, sbattuta in faccia, così come i quiotidiani potrebbero fartela vedere, e calca la mano con scene senza censura o remore. Ma cosa si cela dietro la morte? è qui che l'autore comincia a parlare della società moderna attraverso situazioni assurde al limite del grottesco, in un mondo reale-surreale allo stesso tempo.
Gantz narra la vicenda di Kei Kurono, un ragazzo apatico, svogliato, un pò egoista e abbastanza timido, nulla di speciale, per intenderci, un ragazzo come tanti altri nel mondo. Un giorno, nella metropolitana, incontra un suo vecchio amico che credeva uno di quei teppistelli di quartiere, un certo Masaru Kato. un vecchio ubriacone in quel momento cade sui binari, e la metro è in arrivo. è proprio Kato a gettarsi per tentare di salvare il miserabile sconosciuto, e quando questi riconosce Kurono, gli chiede disperatamente aiuto. Kei si fa coinvolgere, senza neanche sapere lui come, ma la metro arriva e la disgrazia diventa inevitabile: è così che i due ragazzi, scoprono che dopo la morte non v'è nè paradiso nè inferno, ma una stanza ad un certo piano di un certo grattacielo di Tokyo, dove sistematicamente, la gente morta (non tutta, e il perchè non si sa) si ritrova, costretta in un gioco assurdo quando spaventoso: essi potranno ritornare alle loro vite di sempre, ma ogni volta che verranno richiamati nella stanza, e nessuno potrà sapere quando, dovranno stare a degli ordini dettati da una grossa sfera di metallo nero, che racchiude all'interno un' inquietante segreto. La sfera detta gli ordini attraverso un display, e c'è un tempo limite per rispettarli.
Follia? Finzione? Il set di un film? Molti di quelli che si risvegliano là dentro credono di essersi salvati, e ricordano a malapena gli ultimi momenti della loro "precedente" vita.
Da qui prende ilvia una spirale di eventi pazzeschi, ironici, volutamente provocatori e talvolta erotici, quasi hentai per certi versi. Oku si diverte a dipingere una società moderna senza scrupoli, avida e egoista, che pensa solo al risultato invece che al contenuto, che esalta gli aspetti delle Idol (potremmo chiamarle veline de noi o una cosa simile, ma più famose), e irride gli otaku o i classici nerd. La storia passa il testimone a decine di personaggi differenti, che affrontano la terribile verità, e che devono accettare: essere morti ed essere gettati in un gioco assurdo, e crudele, costretti a giocare come gladiatori futuribili a caccia di strane creature che nessuno può vedere a parte loro. Il ritorno alla normalità è come la fine di un incubo, ma ben presto i protagonisti capiranno che si è trattata solo di una pausa...
La storia non ha bisogno di tanti dialoghi, verte sulle espressioni magistralmente realizzate dall'autore, parla di storie di vita reale intrecciate in questa assurda vicenda, tanto che ad un certo punto ci si abitua e pare che sia del tutto normale. Ogni personaggio principale è caratterizzato e il lettore riesce ad avere una introspezione del suo animo attraverso le sue azioni, le reazioni che ha in queste pradossali momenti. L'amore adolescenziale, l'egoismo e il cinismo dei figli delle metropoli, i teppisti cresciuti con troppe armi e poco amore, gli impiegati stufi di una vita troppo piatta e incolore, i liceali e i loro sogni, tutto contribuisce a creare un mosaico davvero mirabile e meravgliosamente appassionante, tanto che non ci si accorge di giungere alla fine del volume, e non si vede l'ora di leggere il prossimo.
Oku ama le belle donne formose, e non si risparmia: riempie la storia di belle donne e crea situazioni erotiche che a prima vista possono sembrare assurde, ma che riflettendo, ci si accorge di quanto rispecchino la nostra società imagine-dipendente, erotomane, piena d'impulsi erotici in tutti i settori, nella pubblicità, nella Tv, sui giornali, nel computer. ma alla fine, ciò che il lettore riesce a cogliere, è l'animo dei protagonisti, così vero e realistico da far commuovere anche i cuori più duri. Gantz è il manga che mi ha colpito di più sotto ogni punto di vista, sviluppando una trama mai banale, sempre ricca di colpi di scena che mai e poi mai t'aspetteresti, mai scadente e sempre pronta a suscitare i sentimenti più contrastanti nel lettore. Un'opera che ogni appassionato di manga dovrebbe aver letto, una vera e propria denuncia soft, molto sarcastica, dell'era che stiamo vivendo, attraverso gli occhi di persone che vivono in un incubo. Un incubo che pare a volte meno duro e più eccitante di una realtà troppo conformista e perbenista, che nasconde molto e talvolta mostra il falso.
Consiglio la lettura di Gantz solo ed esclusivamente ad un pubblico adulto, a causa dei temi che tratta, da quelli più assurdi ai più scabrosi e macabri. Oku affronta un argomento delicato come la morte, e non in maniera giocosa o spirituale come in tanti altri manga, ma la morte cruda e violenta, sbattuta in faccia, così come i quiotidiani potrebbero fartela vedere, e calca la mano con scene senza censura o remore. Ma cosa si cela dietro la morte? è qui che l'autore comincia a parlare della società moderna attraverso situazioni assurde al limite del grottesco, in un mondo reale-surreale allo stesso tempo.
Gantz narra la vicenda di Kei Kurono, un ragazzo apatico, svogliato, un pò egoista e abbastanza timido, nulla di speciale, per intenderci, un ragazzo come tanti altri nel mondo. Un giorno, nella metropolitana, incontra un suo vecchio amico che credeva uno di quei teppistelli di quartiere, un certo Masaru Kato. un vecchio ubriacone in quel momento cade sui binari, e la metro è in arrivo. è proprio Kato a gettarsi per tentare di salvare il miserabile sconosciuto, e quando questi riconosce Kurono, gli chiede disperatamente aiuto. Kei si fa coinvolgere, senza neanche sapere lui come, ma la metro arriva e la disgrazia diventa inevitabile: è così che i due ragazzi, scoprono che dopo la morte non v'è nè paradiso nè inferno, ma una stanza ad un certo piano di un certo grattacielo di Tokyo, dove sistematicamente, la gente morta (non tutta, e il perchè non si sa) si ritrova, costretta in un gioco assurdo quando spaventoso: essi potranno ritornare alle loro vite di sempre, ma ogni volta che verranno richiamati nella stanza, e nessuno potrà sapere quando, dovranno stare a degli ordini dettati da una grossa sfera di metallo nero, che racchiude all'interno un' inquietante segreto. La sfera detta gli ordini attraverso un display, e c'è un tempo limite per rispettarli.
Follia? Finzione? Il set di un film? Molti di quelli che si risvegliano là dentro credono di essersi salvati, e ricordano a malapena gli ultimi momenti della loro "precedente" vita.
Da qui prende ilvia una spirale di eventi pazzeschi, ironici, volutamente provocatori e talvolta erotici, quasi hentai per certi versi. Oku si diverte a dipingere una società moderna senza scrupoli, avida e egoista, che pensa solo al risultato invece che al contenuto, che esalta gli aspetti delle Idol (potremmo chiamarle veline de noi o una cosa simile, ma più famose), e irride gli otaku o i classici nerd. La storia passa il testimone a decine di personaggi differenti, che affrontano la terribile verità, e che devono accettare: essere morti ed essere gettati in un gioco assurdo, e crudele, costretti a giocare come gladiatori futuribili a caccia di strane creature che nessuno può vedere a parte loro. Il ritorno alla normalità è come la fine di un incubo, ma ben presto i protagonisti capiranno che si è trattata solo di una pausa...
La storia non ha bisogno di tanti dialoghi, verte sulle espressioni magistralmente realizzate dall'autore, parla di storie di vita reale intrecciate in questa assurda vicenda, tanto che ad un certo punto ci si abitua e pare che sia del tutto normale. Ogni personaggio principale è caratterizzato e il lettore riesce ad avere una introspezione del suo animo attraverso le sue azioni, le reazioni che ha in queste pradossali momenti. L'amore adolescenziale, l'egoismo e il cinismo dei figli delle metropoli, i teppisti cresciuti con troppe armi e poco amore, gli impiegati stufi di una vita troppo piatta e incolore, i liceali e i loro sogni, tutto contribuisce a creare un mosaico davvero mirabile e meravgliosamente appassionante, tanto che non ci si accorge di giungere alla fine del volume, e non si vede l'ora di leggere il prossimo.
Oku ama le belle donne formose, e non si risparmia: riempie la storia di belle donne e crea situazioni erotiche che a prima vista possono sembrare assurde, ma che riflettendo, ci si accorge di quanto rispecchino la nostra società imagine-dipendente, erotomane, piena d'impulsi erotici in tutti i settori, nella pubblicità, nella Tv, sui giornali, nel computer. ma alla fine, ciò che il lettore riesce a cogliere, è l'animo dei protagonisti, così vero e realistico da far commuovere anche i cuori più duri. Gantz è il manga che mi ha colpito di più sotto ogni punto di vista, sviluppando una trama mai banale, sempre ricca di colpi di scena che mai e poi mai t'aspetteresti, mai scadente e sempre pronta a suscitare i sentimenti più contrastanti nel lettore. Un'opera che ogni appassionato di manga dovrebbe aver letto, una vera e propria denuncia soft, molto sarcastica, dell'era che stiamo vivendo, attraverso gli occhi di persone che vivono in un incubo. Un incubo che pare a volte meno duro e più eccitante di una realtà troppo conformista e perbenista, che nasconde molto e talvolta mostra il falso.