Saint Tail
Questa serie di Megumi Tachikawa è composta di 7 volumi ma in Italia si può trovare solo il settimo nel numero 23 di "Amici". Forse mi devo spiegare meglio. "Amici" ha avuto due vite: uno come magazine che pubblica 4 serie numero per numero e una che pubblica monografici. La prima parte di "Saint Tail" è stata pubblicata a episodi a partire dal numero uno di "Amici" e la parte finale è stata pubblicata tutta in un colpo sul numero 23, uscito nel settembre del 1999.
La storia è semplice: Meimi Haneoka, ladra a fin di bene, viene inseguita da un investigatore e compagno di scuola di nome Asuka e… non vi svelo più della trama, tutto sommato banale e piena di cliché, vi dico solo che è una storia caruccia adatta ai/alle bambini/e. Dal punto di vista grafico è povera di sfondi e i disegni mi sembrano vecchi per una storia iniziata nel 1995, di certo alcuni li considerano invece in sintonia col genere kawai: secondo me l’unico motivo per cui è stata pubblicata è dovuto al fatto che in Italia era già arrivato il cartone animato: tutte le serie di "Amici" sono collegate alla televisione "Haikarasan ga tooru", "Miracle Girls", "Sailor V" (senza una sua serie ma collegata alla più famosa Sailor Moon) e infine "Creamy Mami". Tutte le serie tranne "Haikarasan ga tooru" inoltre sono collegate al genere majokko: infatti anche Meimi ha una sua trasformazione magica in ladra e usa dei trucchi insegnateli dal papa'.
La storia è semplice: Meimi Haneoka, ladra a fin di bene, viene inseguita da un investigatore e compagno di scuola di nome Asuka e… non vi svelo più della trama, tutto sommato banale e piena di cliché, vi dico solo che è una storia caruccia adatta ai/alle bambini/e. Dal punto di vista grafico è povera di sfondi e i disegni mi sembrano vecchi per una storia iniziata nel 1995, di certo alcuni li considerano invece in sintonia col genere kawai: secondo me l’unico motivo per cui è stata pubblicata è dovuto al fatto che in Italia era già arrivato il cartone animato: tutte le serie di "Amici" sono collegate alla televisione "Haikarasan ga tooru", "Miracle Girls", "Sailor V" (senza una sua serie ma collegata alla più famosa Sailor Moon) e infine "Creamy Mami". Tutte le serie tranne "Haikarasan ga tooru" inoltre sono collegate al genere majokko: infatti anche Meimi ha una sua trasformazione magica in ladra e usa dei trucchi insegnateli dal papa'.
Kaitou Saint Tail di Megumi Tachikawa pubblicato in patria nel 1995 narra le avventure della quattordicenne Meimi Haneoka, una solare e allegra ragazzina che di notte si "trasforma" nella ladra Saint Tail (Coda Santa) per recuperare oggetti più o meno di valore che sono stati trafugati alle 'povere pecorelle" smarrite che chiedono il suo aiuto.
Meimi non è proprio una ragazza normale, la sua famiglia è composta da papà Gen'ichiro abile prestigiatore allegro e sincero, e dalla energica mamma Eimi ex ladra un tempo conosciuta col nome di Lucifer.
Ad aiutare Meimi/Saint Tail, ed a conoscere il suo segreto è Seira Mimori sua compagna di classe (entrambe frequentano l'istituto Saint PaulIa) e giovane novizia che dopo gli orari di scuola indossa l'abito bianco ed ascolta le confessioni delle varie persone, da lei carinamente chiamate pecorelle smarrite, che sono state truffate affidano le loro preoccupazioni e preghiere a Dio, con questo sistema Meimi viene a conoscenza delle sue nuove missioni ed entra in azione.
Come ogni storia "guardie e ladri" che si rispetti non poteva mancare il detective alla continua cattura della nostra eroina, si tratta di un altro compagno di classe di Meimi, il giovane Daiki Asuka per tutti Asuka jr. per distinguerlo da suo padre anche lui investigatore.
Asuka, i cui sforzi per acciuffare la ladra sono stati riconosciuti dal Sindaco da cui a avuto l'incarico di arrestarla, ha una vera e propria passione, che sfocerà poi in ossessione ed altro ancora...) nel corso della storia, per Saint Tail volendo essere l'unico a catturarla, riuscendo a capire che dietro i furti della ladra c'é sempre una ragione e riuscendo a stabilire con lei un feeling molto particolare, la prova è che ogni missione di Saint Tail è preceduta da un messaggio personale indirizzato ad giovane detective.
A chiudere il cerchio ci sono altre due persone (sempre compagni di classe) che metteranno più o meno i bastoni tra le ruote ad Asuka/Meimi, la prima è Rina Takamiya nipote del sindaco che innamoratasi di Asuka cercherà in tutti i modi di catturare per prima la ladra, riuscendo anche ad intuire la vera identità di Saint Tail, pur di allontanare il pensiero della ladra dalla mente del giovane.
L'altro è il giovane reporter Manato Sawatari sempre alla ricerca di uno scoop.
Le avventure della ladra Saint Tail, che appartiene comunque al genere delle majokko, si susseguono in capitoli per lo più autoconclusivi, ma non per questo risulta essere noiosa o ripetitiva, il tratto della Tachikawa è l'emblema del Kawaii anni '90 dove tutti i personaggi sono disegnati in maniera fresca, pulita ed appunto graziosa (con occhioni luccicanti a farla da padrone) le tavole sono costruite con una leggerezza ed armonia che rendono la lettura piacevole e mai confusa, ma è nelle illustrazioni a colori che la Sensei Tachikawa dà il meglio di se con uso sapiente di acquerelli e sfumature.
La pubblicazione italiana è stata definita da molti travagliata, essendo stata pubblicata nella rivista/contenitore "Amici" della Star Comics nel 1997. Se si pensa che fino a quell'anno di shoujo non se ne vedeva neanche mezzo, eccezione fatta per Sailor Moon, non mi sento di biasimare le scelte della casa editrice visto che in un colpo solo hanno fatto conoscere ben quattro storie insieme al pubblico italiano. Quello che potrebbero fare ora è ripubblicarla in versione monografica visto che secondo me la Sensei merita altre opportunità di essere pubblicata ancora in Italia da Star Comics o altre case editrici.
La storia nel finale è promossa a pieni voti e suggerisco la lettura di quest'opera a tutti visto la piacevolezza con cui si legge augurandovi di passare delle piacevoli ore di puro stile Kawaii.
Meimi non è proprio una ragazza normale, la sua famiglia è composta da papà Gen'ichiro abile prestigiatore allegro e sincero, e dalla energica mamma Eimi ex ladra un tempo conosciuta col nome di Lucifer.
Ad aiutare Meimi/Saint Tail, ed a conoscere il suo segreto è Seira Mimori sua compagna di classe (entrambe frequentano l'istituto Saint PaulIa) e giovane novizia che dopo gli orari di scuola indossa l'abito bianco ed ascolta le confessioni delle varie persone, da lei carinamente chiamate pecorelle smarrite, che sono state truffate affidano le loro preoccupazioni e preghiere a Dio, con questo sistema Meimi viene a conoscenza delle sue nuove missioni ed entra in azione.
Come ogni storia "guardie e ladri" che si rispetti non poteva mancare il detective alla continua cattura della nostra eroina, si tratta di un altro compagno di classe di Meimi, il giovane Daiki Asuka per tutti Asuka jr. per distinguerlo da suo padre anche lui investigatore.
Asuka, i cui sforzi per acciuffare la ladra sono stati riconosciuti dal Sindaco da cui a avuto l'incarico di arrestarla, ha una vera e propria passione, che sfocerà poi in ossessione ed altro ancora...) nel corso della storia, per Saint Tail volendo essere l'unico a catturarla, riuscendo a capire che dietro i furti della ladra c'é sempre una ragione e riuscendo a stabilire con lei un feeling molto particolare, la prova è che ogni missione di Saint Tail è preceduta da un messaggio personale indirizzato ad giovane detective.
A chiudere il cerchio ci sono altre due persone (sempre compagni di classe) che metteranno più o meno i bastoni tra le ruote ad Asuka/Meimi, la prima è Rina Takamiya nipote del sindaco che innamoratasi di Asuka cercherà in tutti i modi di catturare per prima la ladra, riuscendo anche ad intuire la vera identità di Saint Tail, pur di allontanare il pensiero della ladra dalla mente del giovane.
L'altro è il giovane reporter Manato Sawatari sempre alla ricerca di uno scoop.
Le avventure della ladra Saint Tail, che appartiene comunque al genere delle majokko, si susseguono in capitoli per lo più autoconclusivi, ma non per questo risulta essere noiosa o ripetitiva, il tratto della Tachikawa è l'emblema del Kawaii anni '90 dove tutti i personaggi sono disegnati in maniera fresca, pulita ed appunto graziosa (con occhioni luccicanti a farla da padrone) le tavole sono costruite con una leggerezza ed armonia che rendono la lettura piacevole e mai confusa, ma è nelle illustrazioni a colori che la Sensei Tachikawa dà il meglio di se con uso sapiente di acquerelli e sfumature.
La pubblicazione italiana è stata definita da molti travagliata, essendo stata pubblicata nella rivista/contenitore "Amici" della Star Comics nel 1997. Se si pensa che fino a quell'anno di shoujo non se ne vedeva neanche mezzo, eccezione fatta per Sailor Moon, non mi sento di biasimare le scelte della casa editrice visto che in un colpo solo hanno fatto conoscere ben quattro storie insieme al pubblico italiano. Quello che potrebbero fare ora è ripubblicarla in versione monografica visto che secondo me la Sensei merita altre opportunità di essere pubblicata ancora in Italia da Star Comics o altre case editrici.
La storia nel finale è promossa a pieni voti e suggerisco la lettura di quest'opera a tutti visto la piacevolezza con cui si legge augurandovi di passare delle piacevoli ore di puro stile Kawaii.
Ho amato tantissimo il manga di "Saint Tail", in particolar modo i designi, davvero ben fatti. Mi piace molto come l'autrice disegna i volti dei personaggi. La storia, certo, non è il massimo dell'originalità (basta pensare ad "Occhi di gatto") però ha un suo perché è mi sembra adatta per la fascia d'età a cui era destinata originariamente in Giappone.
La trama è secondo me molto carina, l'unica cosa schifosa è l'edizione italiana: serializzata originariamente su "Amici" con un misero capitolo al mese, tranne l'ultimo numero che è uscito tutto dedicato alle storie extra. Mi piacerebbe davvero una ristampa di tutti e 7 i volumi, la ricomprerei molto volentieri.
La trama è secondo me molto carina, l'unica cosa schifosa è l'edizione italiana: serializzata originariamente su "Amici" con un misero capitolo al mese, tranne l'ultimo numero che è uscito tutto dedicato alle storie extra. Mi piacerebbe davvero una ristampa di tutti e 7 i volumi, la ricomprerei molto volentieri.
Meimi Haneoka è una normalissima ragazzina che frequenta una scuola cristiana, figlia di un bravissimo prestigiatore e di un'ex, abilissima, ladra.
Tuttavia, Meimi nasconde un segreto: Di notte, assume l'identità di Saint Tail, una bellissima ed abilissima ladra che con l'agilità di una funambola e trucchi da prestigiatrice, si infiltra nelle case per rubare oggetti di valore... a fin di bene però, dato che si tratta perlopiù di oggetti già estorti ai loro legittimi proprietari da affaristi senza scrupoli.
Ad aiutarla nella sua impresa, l'amica e compagna di scuola Seira, apprendista novizia nonché unica a conoscere il suo segreto.
Ad ostacolarla, invece, un altro compagno di scuola, l'investigatore in erba Daiki "Asuka Jr." Asuka, con cui la ragazza ha un ben preciso conto aperto.
La loro sfida si sposterà ben presto dal classico "guardie e ladri" a qualcosa di ben più personale. Forse che Asuka Jr. si intestardisca così tanto nel voler catturare Saint Tail perchè ne è innamorato? E, magari, anche la bella ladra tiene ad essere catturata da lui e da lui solo per lo stesso motivo...
Molti sono gli illustri antenati di Kaitou Saint Tail. Si va, per stessa ammissione dell'autrice, da Lupin III di Monkey Punch a Cat's Eye di Tsukasa Hojo, passando da Magical Emi dello studio Pierrot e con una punta di Kaitou Kid di Gosho Aoyama.
Più che l'intrinseca originalità delle vicende, che da tutte queste opere riprendono svariati elementi, ci colpisce il sapiente modo in cui l'autrice riesce ad amalgamarli e a condirli con uno stile del tutto personale.
La storia di base non è originalissima, eppure funziona, e Kaitou Saint Tail è uno dei primi titoli di cui ci si ricorda, quando si parla del genere "guardie e ladri". Seppur basandosi su un canovaccio ormai collaudatissimo, questa storia non manca di avvincere e colpire i suoi lettori. In primis per l'azzeccatissimo design della protagonista, con quel bellissimo abito nero molto sobrio e sicuramente d'impatto, e la lunga coda di cavallo (la "Tail" del titolo) agitata dal vento nelle notti in cui la ladra corre e balza sui tetti per compiere i suoi furti.
Rimaniamo particolarmente affascinati dalla freschezza dei personaggi, semplici nel loro ritratto caratteriale eppure efficacissimi e capaci di entrarci quasi subito nel cuore con i loro problemi piccoli ma grandi, con la loro storia d'amore molto delicata, un po' inusuale e per questo appassionante. Sono personaggi non grandissimi ma sicuramente ben dipinti. Sarà impossibile non affezionarsi all'impacciatissimo ma sincero Asuka Jr. e non attendere, trepidanti, che arrivi il momento in cui scoprirà la vera identità della ladra che tanto brama di catturare e che gli fa battere il cuore.
La storia principale che ci narra il legame tra Meimi/Saint Tail e Asuka Jr. è condotta in maniera magistrale e, malgrado gli episodi siano tutti più o meno simili nel loro concept di base, non mancheremo di appassionarci e di vedere, pian piano, aggiunti nuovi tasselli alla storia dei due protagonisti, che poi ci porteranno a completare un mosaico davvero bello.
Basterebbe già questo a rendere Saint Tail una storia pregevolissima, ma a questo dobbiamo aggiungere anche un piacevolissimo affresco fatto di azzeccatissimi personaggi secondari, come la determinata (eh, le ragazze innamorate possono questo ed altro!) rivale Rina Takamiya, il reporter playboy Makoto Sawatari e, soprattutto, la novizia Seira, che si dimostra essere un personaggio complesso, affascinante e anche un po' trasgressivo, se visto con la mentalità più prettamente cattolica di noi lettori italiani (ma si tratta di un'ingenuità raccontata molto delicatamente da parte dell'autrice, che è orientale e non conosce molto bene i nostri dogmi, e quindi glielo perdoniamo).
A coronare il tutto, uno stile di disegno davvero delicato, aggraziato e gradevole alla vista, pienamente inserito nella casta di autrici che negli anni '90, su Nakayoshi, dipingevano occhioni teneri e luccicanti e improbabili capigliature. I disegni sono molto sobri e volutamente carini, inoltre diventano davvero pregevoli nel caso di illustrazioni a colori, come quelle che potete ammirare qui a fianco.
E' un manga sicuramente meritevole, che suscita grande tenerezza nei suoi lettori e riesce ad appassionarli con dei personaggi freschi e simpatici e una storia condotta in maniera interessante. La serializzazione a puntate sulla rivista Amici magari lo penalizza un po', ma se letto tutto d'un fiato assume una rinnovata bellezza.
Tuttavia, Meimi nasconde un segreto: Di notte, assume l'identità di Saint Tail, una bellissima ed abilissima ladra che con l'agilità di una funambola e trucchi da prestigiatrice, si infiltra nelle case per rubare oggetti di valore... a fin di bene però, dato che si tratta perlopiù di oggetti già estorti ai loro legittimi proprietari da affaristi senza scrupoli.
Ad aiutarla nella sua impresa, l'amica e compagna di scuola Seira, apprendista novizia nonché unica a conoscere il suo segreto.
Ad ostacolarla, invece, un altro compagno di scuola, l'investigatore in erba Daiki "Asuka Jr." Asuka, con cui la ragazza ha un ben preciso conto aperto.
La loro sfida si sposterà ben presto dal classico "guardie e ladri" a qualcosa di ben più personale. Forse che Asuka Jr. si intestardisca così tanto nel voler catturare Saint Tail perchè ne è innamorato? E, magari, anche la bella ladra tiene ad essere catturata da lui e da lui solo per lo stesso motivo...
Molti sono gli illustri antenati di Kaitou Saint Tail. Si va, per stessa ammissione dell'autrice, da Lupin III di Monkey Punch a Cat's Eye di Tsukasa Hojo, passando da Magical Emi dello studio Pierrot e con una punta di Kaitou Kid di Gosho Aoyama.
Più che l'intrinseca originalità delle vicende, che da tutte queste opere riprendono svariati elementi, ci colpisce il sapiente modo in cui l'autrice riesce ad amalgamarli e a condirli con uno stile del tutto personale.
La storia di base non è originalissima, eppure funziona, e Kaitou Saint Tail è uno dei primi titoli di cui ci si ricorda, quando si parla del genere "guardie e ladri". Seppur basandosi su un canovaccio ormai collaudatissimo, questa storia non manca di avvincere e colpire i suoi lettori. In primis per l'azzeccatissimo design della protagonista, con quel bellissimo abito nero molto sobrio e sicuramente d'impatto, e la lunga coda di cavallo (la "Tail" del titolo) agitata dal vento nelle notti in cui la ladra corre e balza sui tetti per compiere i suoi furti.
Rimaniamo particolarmente affascinati dalla freschezza dei personaggi, semplici nel loro ritratto caratteriale eppure efficacissimi e capaci di entrarci quasi subito nel cuore con i loro problemi piccoli ma grandi, con la loro storia d'amore molto delicata, un po' inusuale e per questo appassionante. Sono personaggi non grandissimi ma sicuramente ben dipinti. Sarà impossibile non affezionarsi all'impacciatissimo ma sincero Asuka Jr. e non attendere, trepidanti, che arrivi il momento in cui scoprirà la vera identità della ladra che tanto brama di catturare e che gli fa battere il cuore.
La storia principale che ci narra il legame tra Meimi/Saint Tail e Asuka Jr. è condotta in maniera magistrale e, malgrado gli episodi siano tutti più o meno simili nel loro concept di base, non mancheremo di appassionarci e di vedere, pian piano, aggiunti nuovi tasselli alla storia dei due protagonisti, che poi ci porteranno a completare un mosaico davvero bello.
Basterebbe già questo a rendere Saint Tail una storia pregevolissima, ma a questo dobbiamo aggiungere anche un piacevolissimo affresco fatto di azzeccatissimi personaggi secondari, come la determinata (eh, le ragazze innamorate possono questo ed altro!) rivale Rina Takamiya, il reporter playboy Makoto Sawatari e, soprattutto, la novizia Seira, che si dimostra essere un personaggio complesso, affascinante e anche un po' trasgressivo, se visto con la mentalità più prettamente cattolica di noi lettori italiani (ma si tratta di un'ingenuità raccontata molto delicatamente da parte dell'autrice, che è orientale e non conosce molto bene i nostri dogmi, e quindi glielo perdoniamo).
A coronare il tutto, uno stile di disegno davvero delicato, aggraziato e gradevole alla vista, pienamente inserito nella casta di autrici che negli anni '90, su Nakayoshi, dipingevano occhioni teneri e luccicanti e improbabili capigliature. I disegni sono molto sobri e volutamente carini, inoltre diventano davvero pregevoli nel caso di illustrazioni a colori, come quelle che potete ammirare qui a fianco.
E' un manga sicuramente meritevole, che suscita grande tenerezza nei suoi lettori e riesce ad appassionarli con dei personaggi freschi e simpatici e una storia condotta in maniera interessante. La serializzazione a puntate sulla rivista Amici magari lo penalizza un po', ma se letto tutto d'un fiato assume una rinnovata bellezza.