Toki - Il Santo d'Argento
E un po’ che non lo rileggo ma sono dell’idea che il più bel battle shonen mai disegnato sia stato e rimanga ancora Hokuto no ken del duo Buronson e Tetsuo Hara.
Purtroppo come molte belle cose si cerca di prolungarne la vita per puri scopi commerciali: Hokuto no Ken è stato al momento della pubblicazione un manga dei record, ragione per cui quando i suoi autori hanno bisogno di soldi ci ritornano sopra o peggio appaltano delle storie laterali ad artisti più o meno bravi.
Io per esempio mi sono rifiutato di leggere la storia riguardante Raoh da quanto erano brutti i disegni.
Si è dimostrato molto più bravo Yuka Nagate, conosciuto anche per la farfalla assassina e per Gift pubblicati dalla Goen, che è riuscito partendo dal poco che si conosce della vita del fratellastro di Ken a creare una storia interessante e ben disegnata. I disegni non si possono paragonare all’attuale livello di Tetsuo Hara e ,inoltre, il tratto è ben diverso da quello del manga originale, ma sono pur sempre bei disegni. Sono certo che se l’autore si fosse impegnato di più sarebbe riuscito a creare bei combattimenti, che in opera laterale di un battle shonen non avrebbero guastato.
Ma l’aria che si respira è quella del “Pugno della stella del nord”, i suoi personaggi, le loro ambizioni, le loro aspirazioni, il loro odio e il amore.
Purtroppo per i pochi che non conoscono ancora l’opera principale (sveglia! Che aspettate?) molti episodi potrebbero sembrare campati in aria, personaggi che compaiono e scompaiono senza conoscerne il background e senza sapere come sono scomparsi o come moriranno. Perché nel mondo di Tetsuo Hara chi muore, muore per sempre, senza sfere del drago o strane resurrezioni a rovinare il pathos.
Il pathos… parola chiave. Buronson era riuscito con Tetsuo Hara a fare qualcosa che a Nagate non riesce: commuovere. Ci sono in Ken il guerriero storie strappalacrime relative a buoni o cattivi che qui non ci sono.
Io non sono un sentimentalista, ma la forza dei sentimenti di alcuni personaggi in punto di morte nel manga di Son mi ha colpito spesso come un qualcosa di fortissimo.
Per questo che pure è buon manga non posso dare lo stesso voto che darei all’originale. Buon prodotto ma non eccelso, non un opera che devi leggere per forza altrimenti ti sei perso qualcosa, insomma qui il voto è otto là dieci.
Purtroppo come molte belle cose si cerca di prolungarne la vita per puri scopi commerciali: Hokuto no Ken è stato al momento della pubblicazione un manga dei record, ragione per cui quando i suoi autori hanno bisogno di soldi ci ritornano sopra o peggio appaltano delle storie laterali ad artisti più o meno bravi.
Io per esempio mi sono rifiutato di leggere la storia riguardante Raoh da quanto erano brutti i disegni.
Si è dimostrato molto più bravo Yuka Nagate, conosciuto anche per la farfalla assassina e per Gift pubblicati dalla Goen, che è riuscito partendo dal poco che si conosce della vita del fratellastro di Ken a creare una storia interessante e ben disegnata. I disegni non si possono paragonare all’attuale livello di Tetsuo Hara e ,inoltre, il tratto è ben diverso da quello del manga originale, ma sono pur sempre bei disegni. Sono certo che se l’autore si fosse impegnato di più sarebbe riuscito a creare bei combattimenti, che in opera laterale di un battle shonen non avrebbero guastato.
Ma l’aria che si respira è quella del “Pugno della stella del nord”, i suoi personaggi, le loro ambizioni, le loro aspirazioni, il loro odio e il amore.
Purtroppo per i pochi che non conoscono ancora l’opera principale (sveglia! Che aspettate?) molti episodi potrebbero sembrare campati in aria, personaggi che compaiono e scompaiono senza conoscerne il background e senza sapere come sono scomparsi o come moriranno. Perché nel mondo di Tetsuo Hara chi muore, muore per sempre, senza sfere del drago o strane resurrezioni a rovinare il pathos.
Il pathos… parola chiave. Buronson era riuscito con Tetsuo Hara a fare qualcosa che a Nagate non riesce: commuovere. Ci sono in Ken il guerriero storie strappalacrime relative a buoni o cattivi che qui non ci sono.
Io non sono un sentimentalista, ma la forza dei sentimenti di alcuni personaggi in punto di morte nel manga di Son mi ha colpito spesso come un qualcosa di fortissimo.
Per questo che pure è buon manga non posso dare lo stesso voto che darei all’originale. Buon prodotto ma non eccelso, non un opera che devi leggere per forza altrimenti ti sei perso qualcosa, insomma qui il voto è otto là dieci.
Personalmente sono sempre stato un fan di Ken il Guerriero (Hokuto no Ken) sin da bambino, quando lo guardavo sui canali regionali e nessuno si lamentava per la troppa violenza. Una volta recuperato il manga originale, capii quanto il viaggio di Ken fosse ricco di citazioni, sottotesti e significati; tuttavia i personaggi secondari nella maggior parte dei casi (per quanto anch'essi eccezionali e ben caratterizzati) mancavano di un background approfondito. Ergo, fu una grande sorpresa scoprire che in Italia sarebbero stati pubblicati degli spin-off con protagonisti i comprimari della celebre serie. Il primo (quello dedicato a Raoh) mi lasciò un'ottima impressione, gli altri molto meno (specialmente quello dedicato a Yuria). Quindi, con questo dislivello qualitativo, quanto potrà offrire questo Gaiden dedicato a Toki? Tantissimo...
La trama narra delle vicende di Toki prima di essere imprigionato nella prigione di Cassandra dal fratello Raoh e termina con lo scontro finale tra i due. Vi sono anche brevi recap sulla vita di Toki prima della guerra atomica che sconvolse il mondo. Tuttavia il perno centrale della trama sarà la fondazione, l'ascesa e il declino del villaggio dei miracoli, prospero insediamento nel quale Toki si era stabilito esercitando la professione di medico per guarire i malati. Ciò che mi ha colpito molto (oltre ai disegni, ma di quelli parleremo dopo) è stata la sapiente introspezione psicologica del personaggio. Toki, come un novello Gesù, al quale il personaggio è ipirato, non è sempre fermo nelle sue decisioni, e anzi è costantemente affetto da dubbi e perplessità; questo lo porterà a confrontarsi con il suo passato e i vizi derivati dallo stesso. Non è perfetto, è cosciente di ciò, ma fa comunque di tutto per proteggere i deboli e gli innocenti.
Ho già accennato ai disegni come uno dei punti forti di questo manga; ebbene, rinnovo il mio assenso. Si distinguono per la loro pulizia e precisione, nettamente al di sopra dello standard medio dei manga. Le anatomie sono quasi sempre perfette; ci sono alcune digressioni durante i combattimenti e la realizzazione dei comprimari, ma stiamo comunque parlando di un manga di Hokuto no Ken, quindi la cosa è più che voluta. Questo stile si miscela benissimo ai caratteri della storia e al suo protagonista, accentuandone il carattere con un'espressività fuori dal comune.
In conclusione: consiglio Toki - Il santo d'argento a tutti i fan di Hokuto no Ken, che sapranno apprezzare i continui richiami alla serie originale, ma anche a chi magari non conosce benissimo il mondo di Ken il Guerriero, ma che per un motivo o per l'altro è rimasto colpito dal personaggio di Toki. Resta il fatto che questo è un manga più che valido e un 7 non glielo toglie nessuno.
La trama narra delle vicende di Toki prima di essere imprigionato nella prigione di Cassandra dal fratello Raoh e termina con lo scontro finale tra i due. Vi sono anche brevi recap sulla vita di Toki prima della guerra atomica che sconvolse il mondo. Tuttavia il perno centrale della trama sarà la fondazione, l'ascesa e il declino del villaggio dei miracoli, prospero insediamento nel quale Toki si era stabilito esercitando la professione di medico per guarire i malati. Ciò che mi ha colpito molto (oltre ai disegni, ma di quelli parleremo dopo) è stata la sapiente introspezione psicologica del personaggio. Toki, come un novello Gesù, al quale il personaggio è ipirato, non è sempre fermo nelle sue decisioni, e anzi è costantemente affetto da dubbi e perplessità; questo lo porterà a confrontarsi con il suo passato e i vizi derivati dallo stesso. Non è perfetto, è cosciente di ciò, ma fa comunque di tutto per proteggere i deboli e gli innocenti.
Ho già accennato ai disegni come uno dei punti forti di questo manga; ebbene, rinnovo il mio assenso. Si distinguono per la loro pulizia e precisione, nettamente al di sopra dello standard medio dei manga. Le anatomie sono quasi sempre perfette; ci sono alcune digressioni durante i combattimenti e la realizzazione dei comprimari, ma stiamo comunque parlando di un manga di Hokuto no Ken, quindi la cosa è più che voluta. Questo stile si miscela benissimo ai caratteri della storia e al suo protagonista, accentuandone il carattere con un'espressività fuori dal comune.
In conclusione: consiglio Toki - Il santo d'argento a tutti i fan di Hokuto no Ken, che sapranno apprezzare i continui richiami alla serie originale, ma anche a chi magari non conosce benissimo il mondo di Ken il Guerriero, ma che per un motivo o per l'altro è rimasto colpito dal personaggio di Toki. Resta il fatto che questo è un manga più che valido e un 7 non glielo toglie nessuno.