Giant Robot - Il giorno in cui la Terra bruciò
Nelle mie recensioni ho valutato varie opere del Maestro Mitsuteru Yokoyama, sia di SF, che di storia (shonen e seinen) dando per tutte un giudizio favorevole. In quanto sebbene i disegni sapessero "di vecchio" in compenso la storia era interessante.
Il maestro è morto nel 2004. Due anni dopo la Akita Shoten dà incarico a due altri mangaka di riprendere in mano "Giant Robo" e dare vita all'ennesima reincarnazione dei personaggi nati con il manga del 1967. Per impreziosire il tutto i due avrebbero potuto usare tutti i personaggi del Maestro dando vita ad un omni-verse di Yokoyama… purtroppo gli amanti del maestro avrebbero avuto la possibilità di indovinare le citazioni, ma non si sarebbero potuti divertire in nient’altro: nei primi tre volumi assistiamo all’entrata in scena di decine di personaggi che non fanno altro che darsele di santa ragione con una trama esilissima. Nei volumi successivi avremmo visto un po’ di trama, ma con dei risvolti assurdi. Gli ultimi tre volumi invece non sono stati pubblicati in quanto la Ronin manga (che -credo- fosse una divisione della Kappa edizioni) dà forfait e, congelata questa come altre serie, chiude…
Ma è davvero così brutto? Sì.
Della trama lievissima ho già detto ad essa aggiungo che i disegni sono inferiori a quelli di serie come Mars o Babil Nisei, troppo confusionari, molto meno “rotondeggianti” (in senso buono) i personaggi anche se Yasunari Toda afferma di essersi ispirato il più possibile al maestro.
Invece lo sceneggiatore Yasuhiro Imagawa afferma di essersi ispirato anche alle opere che Yokoyama ha letto: tipo i Quattro Grandi Romanzi Classici, i romanzi cinesi considerati un capolavoro della letteratura orientale: “Son Goku, lo scimmiotto di pietra”, “Il romanzo dei Tre Regni”, “I briganti” e infine “Il sogno della camera rossa”… da questa lettura penso gli sia arrivata l’idea che nella vita un personaggio, o meglio una persona, può essere sia buona che malvagia a seconda delle circostanze, purtroppo questo autore cerca di mescolare nei personaggi, e nelle organizzazioni dietro di loro, il bene e il male: ma lo fa come un apprendista stregone o forse come un puparo il quale muove i fili dietro il pupazzo e il pupazzo si muove senza sentire la volontà di spiegare il perché delle azioni, insomma i personaggi sono piatti e inconsistenti.
Il maestro è morto nel 2004. Due anni dopo la Akita Shoten dà incarico a due altri mangaka di riprendere in mano "Giant Robo" e dare vita all'ennesima reincarnazione dei personaggi nati con il manga del 1967. Per impreziosire il tutto i due avrebbero potuto usare tutti i personaggi del Maestro dando vita ad un omni-verse di Yokoyama… purtroppo gli amanti del maestro avrebbero avuto la possibilità di indovinare le citazioni, ma non si sarebbero potuti divertire in nient’altro: nei primi tre volumi assistiamo all’entrata in scena di decine di personaggi che non fanno altro che darsele di santa ragione con una trama esilissima. Nei volumi successivi avremmo visto un po’ di trama, ma con dei risvolti assurdi. Gli ultimi tre volumi invece non sono stati pubblicati in quanto la Ronin manga (che -credo- fosse una divisione della Kappa edizioni) dà forfait e, congelata questa come altre serie, chiude…
Ma è davvero così brutto? Sì.
Della trama lievissima ho già detto ad essa aggiungo che i disegni sono inferiori a quelli di serie come Mars o Babil Nisei, troppo confusionari, molto meno “rotondeggianti” (in senso buono) i personaggi anche se Yasunari Toda afferma di essersi ispirato il più possibile al maestro.
Invece lo sceneggiatore Yasuhiro Imagawa afferma di essersi ispirato anche alle opere che Yokoyama ha letto: tipo i Quattro Grandi Romanzi Classici, i romanzi cinesi considerati un capolavoro della letteratura orientale: “Son Goku, lo scimmiotto di pietra”, “Il romanzo dei Tre Regni”, “I briganti” e infine “Il sogno della camera rossa”… da questa lettura penso gli sia arrivata l’idea che nella vita un personaggio, o meglio una persona, può essere sia buona che malvagia a seconda delle circostanze, purtroppo questo autore cerca di mescolare nei personaggi, e nelle organizzazioni dietro di loro, il bene e il male: ma lo fa come un apprendista stregone o forse come un puparo il quale muove i fili dietro il pupazzo e il pupazzo si muove senza sentire la volontà di spiegare il perché delle azioni, insomma i personaggi sono piatti e inconsistenti.
Giant Robot - Il giorno in cui la Terra bruciò è sceneggiato da Yasuhiro Imagawa che, prendendo in prestito molti personaggi e robot da opere del maestro Mitsuteru Yokoyama, firmò la regia della serie OAV "Giant Robot - Il giorno in cui la Terra si fermò", di cui questo manga vuole essere un sorta di rifacimento o rilettura dell'anime.
Il manga mi ha sorpreso molto positivamente, infatti Giant Robot è pura azione, grazie ad una storia ricca di suspense e intrighi infiniti mantiene alta la curiosità su come proseguirà la storia nei volumi successivi. Certo la quantità di informazioni è massiccia e per alcuni lettori potrebbe risultare difficile venire a capo di una storia complessa, che presenta anche delle sottotrame che però danno quel tocco di mistero che rendono l'opera sempre interessante e mai noiosa. I personaggi poi sono tantissimi e a mio parere tutti ben caratterizzati.
I disegni di Yasunari Toda, ottimamente retinati grazie alla loro grafica apparentemente disordinata ma dettagliata, rendono perfettamente l'idea di azione, che si esprime al meglio nei combattimenti che coinvolgono i personaggi.
In conclusione, Giant Robot - Il giorno in cui la Terra bruciò grazie al ritmo serrato vi appassionerà ad una storia mai prevedibile, piena di battaglie e ricca di colpi di scena.
Il manga mi ha sorpreso molto positivamente, infatti Giant Robot è pura azione, grazie ad una storia ricca di suspense e intrighi infiniti mantiene alta la curiosità su come proseguirà la storia nei volumi successivi. Certo la quantità di informazioni è massiccia e per alcuni lettori potrebbe risultare difficile venire a capo di una storia complessa, che presenta anche delle sottotrame che però danno quel tocco di mistero che rendono l'opera sempre interessante e mai noiosa. I personaggi poi sono tantissimi e a mio parere tutti ben caratterizzati.
I disegni di Yasunari Toda, ottimamente retinati grazie alla loro grafica apparentemente disordinata ma dettagliata, rendono perfettamente l'idea di azione, che si esprime al meglio nei combattimenti che coinvolgono i personaggi.
In conclusione, Giant Robot - Il giorno in cui la Terra bruciò grazie al ritmo serrato vi appassionerà ad una storia mai prevedibile, piena di battaglie e ricca di colpi di scena.